Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 30/03/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
30/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Farmacisti «al ribasso» Dietrofront della giunta
7
30/03/2016 Corriere Adriatico - Macerata
Farmacia, ora scoppia la pace
8
30/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
Farmacie, le assegnazioni
9
30/03/2016 La Sentinella del Canavese - Nazionale
Solidali con chi è in difficoltà Donati oltre 1.400 farmaci
10
30/03/2016 F
IL potere di guarire ha reso le donne libere, rispettabili e temutissime
11
30/03/2016 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Brindisi
Pronte all'apertura 19 nuove farmacie
13
29/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
Farmacie. Fofi su dietrofront Comune Camerino: "Vince la logica della
collaborazione"
14
29/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
La pillola dei cinque giorni dopo a Striscia la notizia: "Farmacisti non mettete i
bastoni tra le ruote"
15
29/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
La pillola dei cinque giorni dopo a Striscia la notizia: "Farmacisti non mettete i
bastoni tra le ruote"
16
SANITÀ NAZIONALE
30/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale
«Accelerare sulla concorrenza Ma il Paese fatica a cambiare»
18
30/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Mini scosse anti-dislessia
20
30/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale
DALLA RICERCA SUGLI EMBRIONI UNA SPERANZA PER LA VITA
21
30/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale
730 precompilato, come verificarlo?
22
30/03/2016 Il Sole 24 Ore
L'emergenza fa conto su 668 strutture
24
30/03/2016 Il Sole 24 Ore
Al «triage» limite alle attese anche per i casi non gravi
25
30/03/2016 La Repubblica - Nazionale
"Ulivi, la Xylella è l'unico killer" Torna il rischio abbattimento
26
30/03/2016 La Stampa - Nazionale
"Come cambiano le terapie contro i tumori"
27
30/03/2016 La Stampa - Nazionale
"Abusiamo di cibo spazzatura e così si annullano tante terapie"
29
30/03/2016 La Stampa - Nazionale
Dottor smartphone ti cura a distanza
30
30/03/2016 ItaliaOggi
Prescrizioni limitate, test alleggerito
31
30/03/2016 Avvenire - Nazionale
Gli "sconti" sanitari nei 730 precompilati
32
30/03/2016 Il Giornale - Nazionale
Apnee notturne, più prevenzione
33
30/03/2016 Il Giornale - Nazionale
Supercentri per il pancreas
34
30/03/2016 Il Giornale - Nazionale
È decollata la campagna: «Il Sole per amico»
35
30/03/2016 Il Giornale - Nazionale
Maxi progetto di ricerca per combattere la TBC
36
30/03/2016 Il Giornale - Nazionale
All'ospedale Margherita di Torino la rete WiFi è libera e gratuita
37
30/03/2016 L'Unità - Nazionale
Dal virus Ebola ai bronzi di Riace: i 500 brevetti di ricerca Enea
38
30/03/2016 Il Tempo - Nazionale
«Così sono state violate le norme contro il preparato anti-fame»
40
30/03/2016 Il Tempo - Nazionale
A giudizio l'ex capo dei Nas di Roma
41
30/03/2016 Donna Moderna
LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO È SICURA?
42
30/03/2016 Ok - salute e benessere
IL RE DEGLI ORMONI L'ORMONE DEI RE
44
VITA IN FARMACIA
30/03/2016 Corriere della Sera - Roma
Fuorilegge farmaci contro l'appetito, chiesto il processo
48
30/03/2016 Corriere della Sera - Brescia
Farmacia Caponati La Loggia valuterà il progetto di ristrutturazione
49
30/03/2016 La Repubblica - Firenze
Nuovo caso donna 58enne ricoverata a Empoli
50
30/03/2016 La Repubblica - Palermo
Chemio killer nuove accuse a medici e infermieri
51
30/03/2016 La Repubblica - Roma
Non fermarono la vendita del farmaco killer a processo in 9
52
30/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
«I vaccini sono indispensabili, hanno debellato molte malattie»
53
30/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara
Tra buona sanità e burocrazia
54
30/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Rovigo
Tentato furto alla farmacia «Tre colombine» Caccia a quattro malviventi
55
30/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Giovane e donna: «Così a Torrette curiamo il cancro»
56
30/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Farmacia in ospedale, prolungati gli orari
57
30/03/2016 QN - La Nazione - Prato
Troppe rapine, le farmacie si blindano Vigilantes all'interno contro i ladri
58
30/03/2016 Il Secolo XIX - Imperia
Roverino, cresce la collaborazione tra Comune e comitato di quartiere
59
PROFESSIONI
30/03/2016 La Stampa - Nazionale
Il doping diventa mentale con la stimolazione transcranica
61
30/03/2016 Avvenire - Nazionale
Vacchi-Boccia rush finale
62
PERSONAGGI
Il capitolo non contiene articoli
IN PRIMO PIANO
9 articoli
30/03/2016
Pag. 12 Ed. Macerata
diffusione:107763
tiratura:138399
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CAMERINO
Farmacisti «al ribasso» Dietrofront della giunta
IL CASO dei farmacisti «a ribasso» per la farmacia comunale di Camerino, è destinato ad avere una
soluzione mediata, dopo aver avuto tanta risonanza a livello provinciale e nazionale. La giunta deciderà su
eventuali nuove modalità per formare un albo da cui attingere per dare incarichi temporanei. La scadenza
per la presentazione delle domande e della proposta della tariffa oraria per essere inseriti nell'elenco era
stata fissata per le 13 di ieri. La scelta di riconsiderare il bando ha registrato la soddisfazione della
Federazione degli ordini dei Farmacisti Italiani. «Prendiamo atto con soddisfazione e apprezziamo la
decisione del Comune - ha dichiarato il presidente della Fofi Andrea Mandelli - che tiene conto delle
considerazioni formulate dalla Federazione, in merito all'impossibilità di selezionare sulla base del solo
criterio del ribasso sul compenso orario. È una dimostrazione dello spirito propositivo dell'amministrazione
e, in prima persona, del sindaco che ringraziamo per aver tenuto un comportamento improntato alla leale
collaborazione, che sempre deve ispirare i rapporti tra le pubbliche amministrazioni».
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/03/2016
7
30/03/2016
Pag. 13 Ed. Macerata
diffusione:11945
tiratura:16253
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Il caso del bando contestato, vince la logica della collaborazione
Farmacia, ora scoppia la pace
Camerino
"Prendiamo atto con soddisfazione e apprezziamo la decisione del Comune di Camerino di riconsiderare
l'istituzione di un albo dei farmacisti trovando così una soluzione che tenga conto delle considerazioni
formulate dalla Federazione degli Ordini, in merito all'impossibilità di selezionare sulla base del solo criterio
del ribasso sul compenso orario". E' la dichiarazione affidata ad un comunicato stampa, ieri, dal presidente
della Fofi, senatore Andrea Mandelli. "La decisione di sottoporre nuovamente la questione alle
determinazioni della Giunta comunale dimostra lo spirito propositivo dell'amministrazione - prosegue
Mandelli - e, in prima persona, del sindaco che ringraziamo per aver tenuto un comportamento improntato
alla leale collaborazione, che sempre deve ispirare i rapporti tra le pubbliche amministrazioni". Si conclude
nello spirito della collaborazione, dunque, la discussa vicenda del bando pubblicato dal Comune di
Camerino per l'eventuale assunzione di un farmacista. Un documento contestato, ma che il Comune
pubblicava già dal 2012 senza che nessuno dicesse nulla. Fino all'intervento politico della minoranza e del
presidente provinciale dell'Ordine dei Farmacisti. Il bando, stando a quanto affermato dallo stesso sindaco
Pasqui, rappresentava una sorta di terza opzione per il Comune che, come noto, sta istruendo le pratiche
per bandire un nuovo concorso per una assunzione a tempo indeterminato per la Farmacia comunale.
Inoltre si è già provveduto a effettuare la richiesta per altre due assunzioni dalla graduatoria già in essere al
Comune di Porto San Giorgio, come previsto dalla legge. Quel bando, dunque, era utile solo ed
esclusivamente in via subordinata, ma è comunque finito al centro di un dibattito che solo ieri sembra
essersi concluso. "E' importante che si sia giunti alla conclusione di questa vicenda nel segno della
collaborazione e del confronto", ha infatti aggiunto il presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Macerata,
Luciano Diomedi, "modalità che sono certo permette il rispetto delle prerogative professionali e le necessità
della pubblica amministrazione, a tutto vantaggio del servizio offerto ai cittadini".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/03/2016
8
30/03/2016
Pag. 33 Ed. Brindisi
diffusione:22458
tiratura:32456
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SANITÀ L' ORDINE RENDE NOTO CHE SONO ANCORA DA STABILIRE ALTRE 8 ATTRIBUZIONI E
INDICA GLI ADEMPIMENTI DA SVOLGERE
Farmacie, le assegnazioni
Ecco l'elenco che riguarda la città capoluogo e la provincia
l L'Ordine provinciale dei Farmacisti rende noto che la Regione Puglia ha assegnato quasi tutte le nuove
farmacie. Di seguito l'elenco delle nuove assegnazioni che riguardano Brindisi e i centri della provincia. Ai
dottori De Rosa Maria Teresa e Ricciardelli Gaetano , in gestione associata, la sede farmaceutica n. 27 di
Brindisi (rione S. Elia). A To m a s e l l i M a nu e l a , Galati Santa Lucia , Rizz o Ang elo e Mineo Marcella ,
in gestione associata, la sede farmaceutica n. 25 di Brindisi (rione Minnuta). A Palamà Olga , Altavilla
Cosimo e Bidetti Maria , in gestione associata, la sede farmaceutica n. 11 di Francavilla Fontana (via Oria).
Ad Acquafredda Andrea Vincenzo e Grande Carmela , in gestione associata, la sede farmaceutica n. 11 di
Fasano (Selva ). A Martellotta Madia , Zizzi Maria Grazia e Carbonara Rober ta , in gestione associata, la
sede farmaceutica n. 12 di Fasano (Savelletri). Ad Altavilla Vincenzo e Musa Carmen Valentina , in
gestione associata, la sede farmaceutica n. 6 di S.Vito dei Normanni ( via Mesagne ). A P u gl i e s e Anna
Maria , Mazza Annamaria e Lo palco Antonio , in gestione associata, la sede farmaceutica n. 3 di Villa
Castelli. A Morabito Maria Grazia , R at u i s Anna Maria e Pupo Marco , in gestione associata la sede
farmaceutica n. 2 di Torchiarolo. A Perrone Maria , Ar none Teresa Assunta e Modesto Silvia , in gestione
associata, la sede farmaceutica n. 5 di Oria (via Francavilla ). A Pascale Marinunzia , Pa s c a l e Ro s s a n
a e Siciliano Simona , in gestione associata, la sede farmaceutica n. 2 di San Michele Salentino. A C a n d r
eva Enz o , Sanasi Carmela e De Tommaso Fr ancesco , in gestione associata, la sede farmaceutica n. 3
di Erchie. A Ve trano Vitaliano e Morbillo Adriana , in gestione associata, la sede farmaceutica n. 5 di
Latiano. Restano ancora da assegnare la sede farmaceutica n. 10 di Ostuni (Villanova), la sede
farmaceutica n. 5 di Carovigno (Serranova ), la sede farmaceutica n.10 di Francavilla Fontana (zona
Ospedale), la sede farmaceutica n. 3 di Torre Santa Susanna, la sede farmaceutica n. 26 di Brindisi (zona
Sciaia), la sede farmaceutica n. 3 di San Pancrazio Salentino e la sede farmaceutica n.6 di Ceglie
Messapica, molto probabilmente non opzionate al primo inter pello. L'associazione vincitrice, a pena di
decadenza, dovrà dovrà entro trenta giorni dalla notifica, inviare all'indi rizzo Pec della Regione Puglia la
ricevuta della tassa di concessione regionale e comunicare gli estremi del locale dove sarà aperto
l'esercizio, ad una distanza non inferiore a 200 metri dalle altre farmacie. L'apertura invece deve avvenire
entro sei mesi. La gestione associata deve essere mantenuta per 10 anni (è al vaglio del Parlamento una
proposta di legge che riduce a soli tre anni il mantenimento della gestione a s s o c i at a ) .
Foto: ASSEGNAZIONI Una farmacia
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/03/2016
9
30/03/2016
Pag. 10
diffusione:11000
Solidali con chi è in difficoltà Donati oltre 1.400 farmaci
Solidali con chi è in difficoltà
Donati oltre 1.400 farmaci
caluso
CALUSO Ha riscosso un buon successo la prima edizione dell'iniziativa Parafarmacia solidale del
Piemonte per la raccolta di medicinali e materiale sanitario destinati a famiglie in difficoltà economiche, che
si era tenuta nei giorni scorsi anche a Caluso. Il coordinamento generale dell'iniziativa, a cui hanno aderito
una trentina di attività da Ivrea a Torino, era affidato al dottor Marco Toeschi, titolare della parafarmacia
situata all'interno del centro commerciale Unes di Caluso. «La prima edizione si è conclusa con la
donazione di oltre 1.400 confezioni di medicinali ed articoli per la medicazione, - illustra Toeschi - per un
ammontare di poco più di 5 mila euro. Si potevano acquistare e donare farmaci antifebbrili, sciroppi per la
tosse, pomate antidolorifiche, materiale per la medicazione, disinfettanti, garze e cerotti, prodotti per
bambini. I prodotti, donati dai clienti delle parafarmacie, sono stati inviati all'associazione Le medicine
onlus, che ha sede a Grottaferrata, comune alle porte di Roma». Un'equipe di medici e di volontari li
consegnerà ad anziani, bambini e famiglie che hanno difficoltà economiche. L'iniziativa benefica è stata
possibile grazie al sostegno delle parafarmacie del Piemonte, con il contributo di Aboca ed il patrocinio
della confederazione unitaria libere parafarmacie italiane, dell'ordine dei farmacisti di Torino e Provincia.
«La spesa per curarsi è purtroppo una di quelle voce a cui le famiglie con problemi finanziari rinunciano conclude Toeschi -. Abbiamo pensato quindi ad un'iniziativa che unisse la sensibilizzazione per mettere
l'accento su questo problema, ad un aiuto concreto. La risposta dei calusiesi è stata positiva e per questo
ringrazio tutti coloro che hanno aderito». (l.m.)
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/03/2016
10
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Solidali con chi è in difficoltà Donati oltre 1.400 farmaci caluso
30/03/2016
Pag. 48 N.14 - 6 aprile 2016
diffusione:121180
tiratura:215419
IL potere di guarire ha reso le donne libere, rispettabili e temutissime
Custodivano i segreti delle erbe, facevano nascere i bambini, si occupavano della salute della comunità.
Ma non disdegnavano filtri d'amore, balsami e profumi. Le hanno chiamate maghe, alchimiste,
sacerdotesse. Poi streghe malefiche. Poi, finalmente, medichesse
ALINA RIZZI
accoglievano le erbe e, sfruttando antiche ricette tramandate di madre in figlia, preparavano i medicamenti
per curare tutta la comunità. Se nelle società arcaiche gli uomini dominavano il mondo delle parole e delle
idee, le donne avevano potere su quello delle cose, ammantate di un fascino straordinario. Poi, con
raffermarsi della cultura maschile, le curataci hanno cominciato a fare paura per i loro saperi che
regolavano le nascite, gli aborti e i filtri d'amore. Le hanno chiamate streghe e bruciate sul rogo, finché la
scienza medica ha dato nuova dignità alla loro antica sapienza. Lo ricorda l'etruscologa Erika Maderna,
autrice di Medichesse (Aboca edizioni), un saggio sulla vocazione femminile per la medicina. Delle tante
protagoniste, ne abbiamo scelte cinque. Cleopatra, regina di bellezza Cosmesi e profumeria hanno un ruolo
fondamentale nello sviluppo dell'alchimia. E le donne, tra alambicchi, fornelli e ampolle, parenti dei comuni
oggetti di cucina, si muovono bene da sempre. Cleopatra (69 a.C. - 30 a.C), l'affascinante regina egiziana,
dedica il tempo libero dagli impegni di governo alla botanica e alla scienza dei metalli, progettando la prima,
vera industria di profumi e cosmetici della storia, che fa costruire lungo le sponde del Mar Morto. Epigona
del chilometro zero, fa lavorare e confezionare le materie prime sul posto e, con un piglio imprenditoriale
molto contemporaneo, trasforma le sue ricette in prodotti di lusso venduti in tutto il Mediterraneo. Il suo
prodotto top? Il balsamo della Giudea, un costosissimo profumo reale ricavato dalla lavorazione di 27
qualità di spezie e sostanze aromatiche. La sua ricetta è contenuta nel Cleopatra gynaeciarum libri,
purtroppo andato perduto, fra le cui pagine era probabilmente conservata la ricetta • del Susinum, un
profumo a base di giglio molto apprezzato dalla regina. Metrodora, la levatrice che consiglia anche i maschi
Per leggere un libro di medicina scritto da una donna dobbiamo saltare all'epoca bizantina. L'autrice è
Metrodora, una levatrice vissuta tra il 200 e il 400 che non si limita a far nascere bambini o a occuparsi dei
disturbi post partum delle madri, ma estende il suo sapere ai dolori uterini e a quelli del seno durante
l'allattamento. Una sorta di ginecologa ante litteram. Il suo libro Sulle malattie delle donne è ricco di ricette
e antidoti contro i dolori mestruali e del travaglio, si occupa del concepimento, della contraccezione e
persino della sterilità. Certe ricette bizzarre sconfinano dalla fitoterapia nella magia popolare più antica, e
sono destinate anche a un pubblico maschile, soprattutto quando propongono rimedi afrodisiaci o metodi
per scoprire se la propria compagna è vergine. Metrodora, che il cronista dell'epoca Costantino Manasse
definì «una fanciulla dai calzari d'oro, adorna di gemme preziose», era pagana. E questo suo trattato
esprime la piena libertà di operare ed esercitare l'arte medica che nel mondo antico veniva garantita anche
alle donne. Circe, la maga che trasforma gli uomini in porci Dalla storia al mito, più precisamente quello
narrato nelT Odissea. Circe vive nelle lande più selvagge dell'isola Eea, in solitudine. Dalla terra e dal mare
ottiene tutto ciò che le occorre per nutrirsi e curarsi. È libera e indipendente, come ci insegnano i testi di
Omero. Si circonda di animali feroci che forse un tempo sono stati uomini, rendendoli mansueti grazie ai
suoi poteri. È una maga? Forse, ma tesse e canta come tutte le donne e poi si dedica allo studio di erbe e
radici, da cui estrae le più potenti qualità curative o venefiche. Prepara medicamenti e pozioni, filtri d'amore,
intrugli segreti che in greco, non a caso, sono detti pharmakon. Circe incarna la seduzione misteriosa di
una donna dai molti saperi, ma anche quella libertà femminile che gli uomini non possono assoggettare
perché se ci provano, come i compagni di Ulisse, lei li trasforma in porci e li rinchiude. Medea, la curatrice
che da la morte ai suoi figli Anche Medea, nipote di Circe, appartiene al mondo ellenico, selvaggio e
primordiale. Ci tramanda simboli potenti come l'acqua e i serpenti, elementi associati alla sfera lunare,
quindi al femminile. Ma il serpente è anche legato alla medicina, basti pensare al bastone della cura
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
STORIE della settimana
30/03/2016
Pag. 48 N.14 - 6 aprile 2016
diffusione:121180
tiratura:215419
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/03/2016
12
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
circondato di serpi che ancora oggi si trova sulla croce dell'ordine dei farmacisti. Medea è esperta di erbe e
medicamenti, curatrice, ma anche donna appassionata e furente per il tradimento dell'amato Giasone. Con
il cuore indurito, folle di gelosia, punisce la sua infedeltà uccidendo i due figli da lui avuti e compromette per
sempre la propria esistenza. La condanna morale è implacabile: Medea diviene simbolo della maga
crudele, perfida, pericolosa per i bambini. Le sue abilità di curatrice vengono svalutate e lei diventa la
donna che trasgredisce, rifiuta le regole e deve essere rinchiusa, torturata e bruciata. Trotula, la prima
donna medico certificata dalla storia Quando nella vivace Salerno, sede di una famosa scuola di medicina,
si aprono le porte alle donne, lei è lì, in prima fila, con tutta la sua fame di sapere e di riconoscimenti
ufficiali. Trotula De Ruggiero, vissuta nell'XI secolo, moglie dell'illustre medico Giovanni Plateario e madre
di due medici, respirò l'aria della scienza per tutta la vita. La scuola di Salerno diede a lei e a molte altre
donne la possibilità di mostrarsi pubblicamente, di abbandonare il cono d'ombra della pratica empirica e un
po' ciarlatana in cui erano state relegate dal mondo maschile. Trotula si allontana subito dall'alone
stregonesco delle curatrici che l'hanno preceduta per divenire donna medico e godersi la stima e il rispetto
degli uomini più colti. Insegnante, è autrice di libri che per i secoli successivi costituiscono le basi della
medicina femminile e giungono ai nostri giorni, ricchi di ricette, dai suffumigi alle pozioni per il buon
funzionamento dell'apparato riproduttivo femminile, compresi i rimedi per i malanni più comuni e diffusi del
suo tempo, tipo pidocchi, scabbia e ustioni. Senza tralasciare quelle divagazioni di cosmetica che da
sempre appartengono al sapere femminile. Anche quello delle dottoresse. IS FOTO SCALA,
FOTOGRAFICA FOGLIA, MINISTERO BENI E ATTIVITA CULTURALI, GETTY
Foto: METRODORA
Foto: La levatrice bizantina del II secolo in un affresco pompeiano (a sinistra) custodito al museo
Archeologico di Napoli. Secondo alcune interpretazioni il dipinto sarebbe invece un ritratto della poetessa
greca Saffo.
Foto: CLEOPATRA
Foto: La regina d'Egitto e grande alchimista visse nel primo secolo a.C. Era una grande appassionata di
profumi e cosmesi. Qui a destra, Cleopatra, di Mosè Bianchi (1840-1904), opera conservata alla Galleria
d'Arte Moderna di Milano.
Foto: CIRCE DUE MAGHE Sopra, a sinistra, la maga della mitologia greca, protagonista della tragedia di
Euripide, immaginata da Henri Klagmann (1842-1871), nel dipinto Medea, custodito dal Musée des BeauxArts di Nancy, Francia. Sopra a destra, La maga, di John William Waterhouse, dedicato a Circe (collezione
privata). La maga che incanta Ulisse nell'CW/ssefl ha ispirato molte opere. Questa, Circe offre la coppa a
Ulisse (a sinistra) è di John William Waterhouse (1849-1917), conservata alla Galleria Oldham, nei pressi di
Manchester (Gran Bretagna).
30/03/2016
Pag. 9 Ed. Brindisi
diffusione:11936
tiratura:15599
Pronte all'apertura 19 nuove farmacie
L'iter Attività da concretizzare entro sei mesi. Via libera alla gestione associata
di Elda DONNICOLA Sono state assegnate quasi tutte le nuove farmacie dalla Regione Puglia. Per quanto
riguarda Brindisi ed il territorio provinciale, le farmacie assegnate sono 12 su 19 concorrenti che si sono
aggiudicati il concorso bandito nel 2012. A Brindisi aprirà i battenti entro 6 mesi la farmacia nel quartiere
Minnuta mentre quella in zona Sciaia dovrà ancora aspettare. Subito l'elenco delle nuove farmacie. A
Brindisi le nuove farmacie saranno due: una al rione Sant'Elia in gestione associata di Maria Teresa De
Rosa e Gaetano Ricciarelli; a carico di Manuela Tomaselli, Santa Lucia Galati, Angelo Rizzo, Marcella
Mineo invece, la farmacia numero 25 di Brindisi nel rione Minuta. In via Oria a Francavilla Fontana aprirà la
farmacia di Olga Palamà, Cosimo Altavilla e Maria Bidetti; sulla Selva di Fasano nuova apertura per la
farmacia di Andrea Vincenzo Acquafredda e Carmela Grande; a Savelletri di Fasano aprirà il punto vendita
di Madia Martellotta, Maria Grazia Zizzi e Roberta Carbonara; in via Mesagne a San Vito dei Normanni
apriranno Vincenzo Altavilla e Carmen Valentina Musa; a Villa Castelli alzerà la saracinesca Anna Maria
Pugliese, Annamaria Mazza e Antonio Lopalco; a Torchiarolo hanno titolo per l'apertura di una nuova
farmacia Maria Grazia Morabito, Anna Maria Ratuis e Marco Pupo; in via Francavilla ad Oria hanno
passato il turno Maria Perrone, Teresa Assunta Arnone e Silvia Modesto; una nuova farmacia dovrebbe
aprire a San Michele Salentino a carico di Rossana Pascale e Simona Siciliano; ad Erchie la farmacia sarà
di Enzo Candreva, Carmela Sanasi e Francesco De Tommaso Francesco; infine una nuova farmacia ci
sarà anche a Latiano a cura di Vitaliano Vetrano e Adriana Morbillo. Restano ancora da assegnare le sedi
farmaceutiche di Villanova di Ostuni, di Serranova di Carovigno, di Francavilla Fontana in zona ospedale, la
sede farmaceutica di Torre Santa Susanna, la sede di Brindisi in zona Sciaia, quella di San Pancrazio e di
Ceglie Messapica. «L'associazione vincitrice - ricorda il presidente dell'Ordine dei farmacisti Alfredo
Rampino - a pena di decadenza, dovrà entro trenta giorni dalla notifica, inviare all'indirizzo della Regione
Puglia la ricevuta della tassa di concessione regionale e comunicare gli estremi del locale dove sarà aperto
l'esercizio, ad una distanza non inferiore a 200 metri dalle atre farmacie. L'apertura invece, deve avvenire
entro sei mesi. La gestione associata deve essere mantenuta per 10 anni anche se è al vaglio del
Parlamento una proposta di legge che riduce a soli tre anni il mantenimento della gestione associata». La
storia delle nuove farmacie si trascina dal lontano 2012 ovvero da quando fu bandito il concorso a seguito
della legge voluta da Mario Monti. Infatti, se fino a quel momento il rapporto tra farmacia e numero di
abitanti era di una ogni 4mila, la legge ha ridotto il rapporto ad una farmacia ogni 3.300 abitanti. Ci sono
voluti, almeno fino ad ora, quattro anni. Quattro lunghi anni fatti di ricorsi giudiziari presso i Tribunali
amministrativi alcuni dei quali ancora non conclusi aditi da titolari di farmacie che dalla nuova legge si sono
sentiti lesi. Adesso si apre un nuovo capitolo, quello dell'assegnazione ai vincitori di concorso da parte della
Regione. Nel giro di 180 giorni gli assegnatari dovranno alzare la saracinesca.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 30/03/2016
13
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Due saranno avviate alla Minnuta e in zona Sciaia, altri esercizi in quasi tutti i paesi della provincia.
Autorizzata l'assegnazione a 12 richiedenti
29/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
Farmacie. Fofi su dietrofront Comune Camerino: "Vince la logica della
collaborazione"
Il Comune aveva suscitato le proteste della Federazione pubblicando lo scorso 2 marzo un avviso per
l'istituzione di un Albo dei Farmacisti "cui attingere per esigenze organizzative di carattere temporaneo al
fine di garantire la continuità del servizio farmacia comunale". Il presidente Fofi , Andrea Mandelli :
"Apprezziamo la decisione, impossibile selezionare sulla base del solo criterio del ribasso sul compenso
orario".
29 MAR - "Prendiamo atto con soddisfazione e apprezziamo la decisione del Comune di Camerino di
riconsiderare l'istituzione di un albo dei farmacisti trovando così una soluzione che tenga conto delle
considerazioni formulate dalla Federazione degli Ordini, in merito all'impossibilità di selezionare sulla base
del solo criterio del ribasso sul compenso orario". Così il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, ha
commentato la conclusione della vicenda che aveva portato la Federazione ad intervenire a seguito della
pubblicazione, da parte del Comune, di un avviso per l'istituzione di un Albo dei Farmacisti "cui attingere
per esigenze organizzative di carattere temporaneo al fine di garantire la continuità del servizio farmacia
comunale". La decisione di sottoporre nuovamente la questione alle determinazioni della Giunta comunale
dimostra lo spirito propositivo dell'Amministrazione e, in prima persona, del Sindaco che ringraziamo per
aver tenuto un comportamento improntato alla leale collaborazione, che sempre deve ispirare i rapporti tra
le pubbliche amministrazioni. "E' importante che si sia giunti alla conclusione di questa vicenda nel segno
della collaborazione e del confronto - aggiunge il presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Macerata,
Luciano Diomedi - modalità che sono certo permette il rispetto delle prerogative professionali e le necessità
della pubblica amministrazione, a tutto vantaggio del servizio offerto ai cittadini". 29 marzo 2016 ©
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Lavoro e Professioni
29/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
La pillola dei cinque giorni dopo a Striscia la notizia: " Farmacisti non
mettete i bastoni tra le ruote"
Un video realizzato a telecamere nascoste, andato in onda ieri sera nel programma televisivo di Mediaset,
denuncia la reticenza dei farmacisti a vendere la contraccezioni d'emergenza alle donne maggiorenni
senza la presentazione della ricetta medica. L'invito alle donne: "La pillola vi aspetta senza ricetta"
29 MAR - La pillola non va giù. I farmacisti continuano a negare alle donne la pillola dei cinque giorni dopo
(ellaOne il nome commerciale) a meno che non presentino la ricetta medica e vanno in scena, questa volta,
su Striscia la notizia il programma televisivo in onda sulla rete Mediaset. che ricorda alle donne
maggiorenni il loro diritto ad avere la pillola del giorno dopo senza ricetta e ai farmacisti di non mettere "il
bastone tra le ruote". Già nei mesi scorsi alcuni quotidiani nazionali avevano segnalato le difficoltà di
accesso alla contraccezione di emergenza. Difficoltà alle quali peraltro il presidente della Fofi, Andrea
Mandelli aveva risposto invitando gli Ordini a sensibilizzare gli iscritti al rispetto della Legge e delle norme
deontologiche, e anche impegnandosi ad attivare corsi di formazione ad hoc per i farmacisti. Ora arriva il
video di denuncia di Striscia la notizia che, realizzato con telecamere nascoste, mostra i farmacisti che
chiedono la ricetta medica alle donne nonostante questo obbligo per ellaOne sia stato cancellato dall'Aifa
già dal maggio del 2015.
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Cronache
29/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
La pillola dei cinque giorni dopo a Striscia la notizia: " Farmacisti non
mettete i bastoni tra le ruote"
Un video realizzato a telecamere nascoste, andato in onda ieri sera nel programma televisivo di Mediaset,
denuncia la reticenza dei farmacisti a vendere la contraccezioni d'emergenza alle donne maggiorenni
senza la presentazione della ricetta medica. Il messaggio alle donne: "La pillola vi aspetta di diritto senza
ricetta"
29 MAR - La pillola non va giù. I farmacisti continuano a negare alle donne la pillola dei cinque giorni dopo
(ellaOne il nome commerciale) a meno che non presentino la ricetta medica e vanno in scena, questa volta,
su Striscia la notizia il programma televisivo in onda sulla rete Mediaset che ricorda alle donne maggiorenni
il loro diritto ad avere la pillola del giorno dopo senza ricetta e ai farmacisti di non mettere "il bastone tra le
ruote". Già nei mesi scorsi alcuni quotidiani nazionali avevano segnalato le difficoltà di accesso alla
contraccezione di emergenza. Difficoltà alle quali peraltro il presidente della Fofi, Andrea Mandelli aveva
risposto invitando gli Ordini a sensibilizzare gli iscritti al rispetto della Legge e delle norme deontologiche, e
anche impegnandosi ad attivare corsi di formazione ad hoc per i farmacisti. Ora arriva il video di denuncia
di Striscia la notizia che, realizzato con telecamere nascoste, mostra i farmacisti che chiedono la ricetta
medica alle donne nonostante questo obbligo per ellaOne sia stato cancellato dall'Aifa già dal maggio del
2015.
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Cronache
SANITÀ NAZIONALE
22 articoli
30/03/2016
Pag. 19
diffusione:332893
tiratura:417702
«Accelerare sulla concorrenza Ma il Paese fatica a cambiare»
Retroguardia Capisco le resistenze, ma se ci si arrocca su battaglie di retroguardia non si salva nessuno
Enrico Marro
ROMAMinistro, è passato più di un anno dal varo in consiglio dei ministri del disegno di legge sulla
concorrenza e finora il provvedimento è stato approvato solo alla Camera, dove comunque dovrà tornare
dopo le modifiche in corso al Senato. Non crede che ci sia un ritardo ingiustificabile e di chi è la colpa?
«Detto che il Parlamento è sovrano, è evidente che ora auspico un percorso rapido. Al Senato si chiuderà
entro aprile e poi sono certa che alla Camera il provvedimento sarà definitivamente approvato al massimo
entro maggio-giugno».
Col senno di poi, era meglio un decreto legge?
«Certo un decreto legge che viene convertito entro sessanta giorni è più efficace di un disegno di legge, ma
quest'ultimo ci ha permesso di includere più temi e di affrontare una discussione aperta in Parlamento. Ma
ora credo sia giusto accelerare».
Per chiudere la partita ricorrerete alla Camera al voto di fiducia?
«Non escludo niente, ma la decisione sulla fiducia non la prendo io bensì il governo nel suo complesso.
Comunque credo che, come dicevo, si possa concludere presto».
Nel comunicato del consiglio dei ministri del 20 febbraio 2015 che approvò il disegno di legge si sottolinea
che secondo le stime del Fondo monetario internazionale le liberalizzazioni fanno crescere il Pil del 3,3% in
5 anni e migliorano il rating e la credibilità del Paese. È ancora così?
«Certo. Lo dimostrano tutti gli studi. E questo dovrebbe far comprendere alle lobby che un provvedimento
sulla concorrenza ogni anno, così come prevede la legge che rivendico di aver applicato, è nell'interesse di
tutti. Lo dico venendo dal mondo delle imprese private, che vivono sul mercato e sanno che la concorrenza,
se regolata, fa bene alle stesse imprese e a tutto il Paese. Inoltre, la commissione europea, nelle ultime
raccomandazioni all'Italia, ricorda che siamo indietro sulle liberalizzazioni e riconosce l'importanza del
provvedimento in discussione al Senato».
Quali sono le lobby che si sono messe di traverso?
«Guardi noi abbiamo mandato in Parlamento un provvedimento che va ad incidere su molti settori
importanti: dall'energia alle telecomunicazioni; dalle assicurazioni alle farmacie. Uno status quo è stato
scosso e quindi sapevamo che ci sarebbero state resistenze».
Vediamone alcune. I notai hanno ottenuto di mantenere il monopolio anche sugli atti di compravendita
immobiliare fino a 100 mila euro, cancellando la norma che liberalizzava.
«È una decisione che ha preso il Parlamento e che io rispetto. Ma abbiamo per esempio introdotto la firma
digitale al posto dell'autenticazione notarile per la nascita delle srl semplificate e per il passaggio delle
quote. Si tratta di misure da tempo caldeggiate nel rapporto "Doing Business" e darebbero agli investitori
stranieri un ulteriore segno di cambiamento del Paese».
I farmacisti hanno ottenuto di mantenere il monopolio anche sulla vendita dei farmaci di fascia c.
«Io ero favorevole alla norma che liberalizzava, anche se ricordo che essa non era nel testo originario.
Sono favorevole in quanto non capisco perché un farmacista laureato non possa vendere questi farmaci
per esempio in una parafarmacia».
I tassisti hanno ottenuto di impedire l'ingresso sul mercato di Uber.
«Questo è un Paese che deve abituarsi al fatto che va sì rispettato chi già opera nel mercato, ma anche
che il mercato deve aprirsi e che la concorrenza non è il male assoluto. Dobbiamo aprirci passo dopo
passo, in maniera graduata e modulata. Capisco le resistenze. Ci sono anche in altri Paesi, si veda la legge
Macron in Francia. Ma se ci si arrocca su battaglie di retroguardia non si salva nessuno».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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INTERVISTA Liberalizzazioni Parla FEderica Guidi
30/03/2016
Pag. 19
diffusione:332893
tiratura:417702
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
19
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Queste norme che non sono passate ha intenzione di riproporle in successivi provvedimenti?
«La mia prima intenzione è arrivare rapidamente all'approvazione di questo disegno di legge. Poi, visto che
questo governo adempie all'obbligo di una legge annuale sulla concorrenza, ne faremo altre e alcune
proposte che non sono passate questa volta potranno essere riprese».
Qual è la sua posizione sullo scontro tra albergatori e le piattaforme tipo booking.com? Il Parlamento ha
introdotto una norma che consente agli alberghi di praticare tariffe scontate rispetto a quelle internet. Lei
che dice?
«Prendo atto che questa norma, che non era presente nel testo originario, è stata votata a larghissima
maggioranza e in modo trasversale in Parlamento. Ci rimettiamo all'aula, ma suggerisco di verificare, se
necessario con una notifica a Bruxelles, la compatibilità di questo articolo con le normative europee, perché
ciò che dobbiamo assolutamente evitare è che si incorra una procedura d'infrazione».
Il ddl stabilisce che dal 2018 finirà il mercato tutelato dell'energia che oggi interessa più di 20 milioni di
famiglie. Sindacati e consumatori dicono che nel mercato libero ci si rimette. È così? E come si pensa di
tutelare le fasce deboli?
«Non è così. Basta vedere cosa è successo col mercato libero delle offerte di telefonia e col mercato
dell'energia per le imprese. Il consumatore diventa presto in grado di scegliere il profilo per lui più
conveniente. È sbagliato credere che gli utenti non siano in grado di scegliere. L'importante è assicurare
che ci siano offerte trasparenti e comparabili».
Sugli appalti pubblici, Francesco Giavazzi ha proposto ieri sul Corriere di escludere dalle gare i soggetti
partecipati dall'ente concedente. È d'accordo?
«Vediamo. Il provvedimento può ancora subire modifiche, anche se dobbiamo accelerare. Ripeto, non è
l'ultimo testo sulla concorrenza. Ce ne saranno altri perché le cose da fare sono molte».
Questo testo lo riconosce ancora come suo o hanno vinto le lobby, come dice Giavazzi?
«Certo, lo riconosco. Si può sempre fare meglio, ma abbiamo un buon testo, che apre al mercato in molti
settori: farmacie, telecomunicazioni, poste, notai, professioni, energia. Queste cose si fanno passo dopo
passo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il fondo
Francesco Giavazzi nell'editoriale «Salviamo la legge antilobby», pubblicato sul Corriere di ieri, ha parlato
di «assalto alla diligenza condotto da tutte le lobby» alla legge sulla concorrenza
La parola
Lobby
Con il termine anglosassone lobby si definiscono quei gruppi di persone che, senza appartenere a un corpo
legislativo e senza incarichi di governo, si propongono di esercitare la loro influenza su chi ha facoltà di
prendere decisioni politiche, per ottenere l'emanazione di provvedimenti normativi, in proprio favore o dei
loro clienti, riguardo a determinati problemi o interessi. Nel 2011 è stato istituito il Registro per la
trasparenza congiunta europea. Negli Stati Uniti esistono registri obbligatori.
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Foto: Federica Guidi, 46 anni, è ministro
dello Sviluppo. E' stata presidente dei giovani industriali e vice presidente di Confindustria
30/03/2016
Pag. 24
diffusione:332893
tiratura:417702
Roma, la tecnica della stimolazione cerebrale sui bimbi «Migliora la loro capacità di leggere in tempi
brevissimi»
Adriana Bazzi
Negli Stati Uniti è considerato una specie di elettrodomestico: è un dispositivo che si può comperare
dappertutto e i ragazzi lo usano per migliorare le loro prestazioni quando giocano con la Playstation. In
Italia (dove non è in commercio) i neuropsichiatri dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma hanno pensato di
sperimentarlo per migliorare le capacità di lettura dei bambini dislessici. E ha funzionato: nessuno ci aveva
mai pensato prima.
«I bambini dislessici leggono lentamente - spiega Stefano Vicari, direttore della Neuropsichiatria infantile
dell'ospedale romano - e non acquisiscono quegli automatismi che permettono di riconoscere le parole, di
decodificarle e di trasformarle in suoni».
Il problema sta in una iporeattività di certe aree cerebrali, poste nella zona posteriore del cervello, dove si
forma l'immagine visiva delle parole.
L'idea dei ricercatori del Bambino Gesù (di Vicari e della dottoressa Deny Menghini, che hanno collaborato
con la Fondazione Santa Lucia di Roma e hanno appena pubblicato il lavoro sulla rivista scientifica
Restorative, Neurology and Neuroscience ), è stata proprio quella di stimolare le aree cerebrali
malfunzionanti dei dislessici con questi dispositivi portatili (alimentati con pile) capaci di creare una corrente
molto debole (tipo quella prodotta da un mouse) attraverso due elettrodi applicati sulla testa.
Diciannove bambini e adolescenti sono stati sottoposti all'esperimento (divisi fra coloro che hanno avuto
accesso al trattamento e quelli del gruppo placebo, che non lo hanno avuto, ndr ): chi ha seguito il
trattamento ha registrato un miglioramento della velocità e dell'accuratezza di lettura del 60 per cento.
Trovare nuove soluzioni al problema dislessia, che colpisce almeno il tre-quattro per cento dei bambini in
età scolare, con importanti ripercussioni sull'apprendimento e sulla sfera sociale e psicologica, è una sfida
importante.
Questa nuova soluzione potrebbe affiancarsi alle attuali terapie, la logopedia (che lavora
sull'apprendimento automatico delle parole) e la psicologia, soprattutto cognitiva.
«Si tratta di uno studio preliminare - ha precisato Vicari - che va confermato da ricerche più ampie, ma può
avere grandi implicazioni nella clinica e contribuire a una riduzione dei tempi e dei costi per questa
patologia. E del disagio per le famiglie».
Aggiunge Giacomo Stella, fondatore dell'Associazione Italiana Dislessia (Aid) e psicologo all'Università di
Modena e Reggio Emilia: «Le sperimentazioni di Vicari confermano anche nostre ricerche. La stimolazione
cerebrale può essere utile al recupero. Ma come ogni terapia, non va applicata a tutti e vanno ancora
studiati gli effetti a distanza» .
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2 Milioni
le persone
che soffrono
di dislessia
in Italia. Di queste sono circa 350 mila gli studenti, pari al 4
per cento della popolazione scolastica (non ancora tutti diagnosticati)
Foto: I personaggi Cinque dislessici celebri 1) Il musicista Wolfgang Amadeus Mozart 2) l'artista
Michelangelo Buonarroti 3) lo scienziato Albert Einstein 4) la scrittrice Agatha Christie 5) l'attore Dustin
Hoffman
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
20
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Mini scosse anti-dislessia
30/03/2016
Pag. 29
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tiratura:417702
DALLA RICERCA SUGLI EMBRIONI UNA SPERANZA PER LA VITA
Umberto Veronesi
C aro direttore, abbiamo accolto con gioia le diverse sentenze della Consulta che, dal 2009 a oggi, hanno
abbattuto i paletti sulla fecondazione assistita della legge 40, che la rendevano una normativa antifemminile
e antiscientifica. L'obbligo dell'impianto di tre embrioni, il divieto di crioconservazione e l'obbligo di un unico
impianto cadono nel 2009, il divieto di fecondazione eterologa viene eliminato nel 2014, e le pene per il
medico che si rifiuta di impiantare embrioni malati vengono escluse nel 2015. Tanto più quindi oggi ci
stupisce la battuta d'arresto che la stessa Consulta ha recentemente imposto al processo di
modernizzazione della legge, dicendo no alla ricerca sugli embrioni sovrannumerari, od orfani. Stiamo
parlando di quegli embrioni che giacciono nei frigoriferi dei centri di fecondazione assistita, che non sono
stati impiantati nell'utero della futura madre, né adottati da un'altra mamma con problemi di fertilità. Dopo
alcuni anni, fra i 5 e i 10, questi embrioni diventano appunto sovrannumerari, vale a dire inutili ai fini
riproduttivi e quindi vengono letteralmente gettati nel lavandino. Ed ecco il tema dell'appello degli scienziati:
noi vorremmo dare uno scopo più nobile agli embrioni destinati a finire nel nulla, utilizzandoli per la ricerca
scientifica a favore di malattie oggi incurabili, come l'Alzheimer e il Parkinson. Ciò che mi ha colpito
leggendo i commenti della sentenza della Consulta, è che molti hanno parlato di scelta fatta in nome della
dignità dell'embrione. Ma come possiamo parlare di dignità di un insieme primordiale di cellule che
scegliamo di far finire comunque tra i rifiuti? Capisco, del resto, la delicatezza di un tema che sfiora il
grande interrogativo di quando inizia la vita. Ma il dilemma è essenzialmente di fede. Per esempio nel
mondo cattolico, Tommaso d'Aquino sosteneva che la vita inizia circa a metà della gravidanza.
Recentemente, invece, la Chiesa aveva posto uno spartiacque al sedicesimo giorno dall'impianto
dell'embrione nell'utero: prima di allora si parlava di pre embrione. Ora invece per i cattolici la vita inizia dal
giorno zero. Queste disquisizioni profonde riguardano tuttavia i credenti cattolici che, in linea di principio,
non dovrebbero neppure ricorrere alla fecondazione assistita anche in caso di infertilità, in quanto la vita è
dono e proprietà di Dio e solo Dio può decidere a chi elargire il dono di una nuova vita. Per la legge invece
non esistono dubbi: la vita inizia con la nascita. Anche per la scienza la posizione è chiara: l'embrione ha
potenzialità di vita, così come l'ovulo femminile e lo spermatozoo maschile, ma non ha vita. Ma anche
ammettendo che - fede, scienza e legge a parte - esista un desiderio semplicemente umano e naturale di
mantenere indefinitamente gli embrioni, sarebbe un desiderio irrealizzabile nel concreto perché comunque
dopo un certo lasso di tempo perderebbero qualsiasi forma di vitalità. È molto difficile dunque per il mondo
della scienza accettare di buon grado questo freno allo studio di embrioni italiani, che in realtà non frena
l'attività di ricerca scientifica (per fortuna), che avviene comunque su embrioni acquistati all'estero. Quindi si
generano soltanto costi aggiuntivi per gli istituti di ricerca. Non possiamo inoltre non segnalare la profonda
contraddizione politica di un Paese che legalizza l'aborto, ma impedisce la ricerca sugli embrioni
sovrannumerari. Tutti odiamo l'aborto, ma tutti abbiamo votato per la sua legalizzazione come «male
minore» rispetto all'aborto clandestino. Nel caso degli embrioni il ragionamento è analogo, anche se con
implicazioni etiche molto minori. Chi non vorrebbe che ogni embrione diventasse un bambino? Ma poiché è
un sogno impossibile, molto meglio fare di ogni embrione una speranza per la cura delle malattie più gravi.
Rinviare la decisione in merito al Parlamento è un'ipocrisia, perché sappiamo che le questioni bioetiche
vengono sistematicamente arenate. Non ci resta che augurarci che la Corte europea dei diritti dell' uomo
non confermi l'assurda decisione italiana.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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BIOETICA
30/03/2016
Pag. 31
diffusione:332893
tiratura:417702
730 precompilato, come verificarlo?
Le spese sanitarie Secondo le stime la dichiarazione precompilata avrà quest'anno una «dote» di 14,5
miliardi di sconti sulle spese sanitarie
Isidoro Trovato
Arriva l'ora X. Anzi l'ora pre. Dal 15 aprile sarà tempo di 730 precompilato ma nella versione arricchita da
700milioni di dati in più rispetto a quelli già a disposizione dell'amministrazione finanziaria, dati in gran parte
legati alle spese sanitarie. Un passaggio che completa la rivoluzione copernicana varata l'anno scorso: per
i dipendenti e i pensionati è il Fisco a compilare la dichiarazione dei redditi in base ai dati in suo possesso.
Il contribuente deve solo verificare che tutto sia regolare, firmare e rimandare indietro il modulo. Un
cambiamento tra luci e ombre che ha vissuto qualche turbolenza e non poche polemiche. Adesso però ci
siamo: nel complesso i nuovi dati fissano l'istantanea delle spese mediche di 50 milioni di cittadini (e
secondo le stime la dichiarazione dei redditi precompilata avrà quest'anno una «dote» di 14,5 miliardi di
sconti relativi alle spese sanitarie). Un dato significativo, da cui restano escluse le sole spese sanitarie per i
farmaci da banco, privi della prescrizione medica. Il varo del nuovo sistema, però, merita alcune
spiegazione e qualche «istruzione per l'uso».
A chi sarà accessibile il 730 precompilato?
L'operazione precompilata 2016 interesserà una platea potenziale di 20 milioni di pensionati, lavoratori
dipendenti e assimilati, cui si aggiungono 10 milioni di contribuenti che compilano il modello Unico. Dunque,
l'Agenzia delle Entrate fa sapere che con le informazioni disponibili saranno di fatto predisposti circa 20
milioni di 730 e 10 milioni di Unico tutti precompilati.
Che cosa succede il 15 aprile?
Allo scoccare della data fatidica saranno disponibili online i due modelli in versione precompilata. Il
lavoratore dipendente o il pensionato può accettare il modello 730 così com'è oppure può agevolmente
modificarlo o integrarlo e trasmetterlo al Fisco, dal 2 maggio al 7 luglio, direttamente dal proprio PC o
delegando il sostituto d'imposta che presta assistenza fiscale, un Caf o un professionista. Se il 730
precompilato viene accettato direttamente così com'è o modificato tramite un Caf o un professionista
abilitato, si chiude così la partita con il Fisco.
E per chi compila l'Unico?
Il contribuente che presenta il modello Unico precompilato può modificarlo o integrarlo e trasmetterlo al
Fisco, direttamente dal proprio computer, dal 2 maggio al 30 settembre.
Come si accede al modulo?
Occorre utilizzare le credenziali rilasciate per i servizi telematici dell'Agenzia compreso il codice Pin. Le
credenziali possono essere richieste sul sito www.agenziaentrate.gov.it, presso gli uffici territoriali delle
Entrate o mediante l'App dell'Agenzia.
E per chi ha già il pin dell'Inps?
In quel caso è previsto un accesso attraverso il sito dell'Istituto. Ma esiste un'altra opzione che rappresenta
una novità assoluta. Si tratta di Spid, il nuovo «Sistema Pubblico di Identità Digitale», che permette ai
cittadini di accedere con credenziali uniche a tutti i servizi online delle pubbliche amministrazioni e delle
imprese aderenti.
Ma esiste anche un problema di privacy. Cosa fare se non si vuole che le spese mediche siano note al
Fisco?
Per quanto riguarda le spese sanitarie del 2016, il contribuente può chiedere oralmente direttamente a chi
eroga il servizio sanitario (ad esempio il medico, l'odontoiatra, il laboratorio di analisi) di non inviare affatto i
dati sulla spesa affrontata al «Sistema tessera sanitaria».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
22
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Dal 15 aprile disponibili le dichiarazioni 2016
30/03/2016
Pag. 31
diffusione:332893
tiratura:417702
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
23
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E per i farmaci?
In farmacia, esistono scontrini parlanti (con indicazione del farmaco) e scontrini muti. Per non far
trasmettere i dati sull'acquisto di un farmaco, sarà sufficiente non comunicare il proprio codice fiscale
(presente sulla tessera sanitaria) al momento dell'emissione dello scontrino. Ma ciò non darà al
contribuente il diritto alla detrazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
numeri del fisco La precompilata nel 2015 Il recupero dell'evasione Fonte: Agenzia delle entrate d'Arco Per
chi si è rivolto a Caf e intermediari: niente obbligo di conservare scontrini e ricevute 20,4 milioni di 730
predisposti inviati direttamente online dai contribuenti 1,4 14,2 14,9 8,1 6,1 ENTRATE COMPLESSIVE
2014 Valori in miliardi di euro ENTRATE COMPLESSIVE 2015 da attività di controllo Var % Var.% Var %
da attività di liquidazione 7,7 6,9 da attività di controllo da attività di liquidazione 0,3 da versamenti
spontanei di cui di cui -4,9 +13,1 +4,9
30/03/2016
Pag. 43
diffusione:158404
tiratura:211708
L'emergenza fa conto su 668 strutture
Lucilla Vazza
pL'Italia dei pronto soccorsi conta 668 strutture, come emerge dalla mappa ricostruita dal Sole 24 Ore
Sanità sugli ultimi dati del ministero della Salute che racchiude l'intera rete dell'emergenza-urgenza.
Ospedali pubblici e privati accreditati, con l'elenco dettagliato dei Dea (i Dipartimenti per l'emergenza e
urgenza di primoe secondo livello, dove si effettuano gli interventi più complessi), i pronto soccorso
"generalisti" (dove il paziente viene stabilizzato, ma da cui viene trasferito se grave) e quelli pediatrici. Una
rete che ha regole comuni, ma che deve confrontarsi con 21 sistemi regionali. Ma 668 presidi sono tanti o
troppi? Il sistema riflette la situazione storica dei territori. La Toscana che già da molti anni ha razionalizzato
il sistema è arrivati a una rete di 39 strutture, tutti Dea di primo e secondo livello. Lo stesso è avvenuto in
Emilia Romagna, sono rimaste 50 strutture. Mentre in Campania sono 63, ma con metà di pronto soccorsi
che significano spostamenti, perdite di tempo e rischi peri pazienti. Lo stesso vale per la Sicilia con 65
presìdi e una riorganizzazione da completare. «L'emergenza è la cartina di tornasole del sistema di cure.
La mappa è un'Italia a tre velocità» spiega Sandro Petrolati, responsabile emergenze del primo sindacato
dei medici ospedalieri Anaao-Assomed. «La mappa dev'essere una base per il cambiamento. Le linee guida
del sistema sono del 1996, ma in 20 anniè cambiato tutto».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
24
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La rete sul territorio
30/03/2016
Pag. 43
diffusione:158404
tiratura:211708
Al «triage» limite alle attese anche per i casi non gravi
ORGANIZZAZIONE I pazienti saranno continuamente rivalutati Ruolo centrale agli infermieri che avranno
più autonomia
Barbara Gobbi
pAddio ai quattro codici colore - bianco, verde, giallo e rosso - per l'accesso alle cure in pronto soccorso. E
pieno riconoscimento dell'autonomia degli infermieri, che se autorizzati potranno somministrare farmaci,
fare prelievie iniziare una serie di trattamenti. Il "triage", cioè l'assegnazione del grado di priorità ai pazienti
che approdano in ospedale in condizioni d'emergenza, cambierà volto. La mini-rivoluzione è scritta nel
documento di revisione delle linee guida sul triage intraospedaliero, ferme al 2001. Un tavolo di lavoro
ministero della Salute -società scientifiche ha preso atto di un'intera società che cambiae di cui il pronto
soccorso è specchio fedele: i nuovi bisogni assistenziali, l'invecchiamento della popolazione, i tempi
d'attesa infiniti e diversi da regione a regione e da ospedale a ospedale, le difficoltà di gestire il
sovraffollamento nelle sale d'attesa, la possibilità di dirottarei pazienti meno gravi sul territorio. Gli attuali
codici colore, che in più oggi rischiano di sovrapporsi ai codici assegnati per categorie specifiche
dall'"argento" per gli anziani al "rosa" per le vittime di violenzanon erano più adeguati. Quando le nuove
linee guida, ora all'esame della direzione generale del ministero dopo due anni di concertazione,
incasseranno il via libera della conferenza Statoregioni, chi arriverà in pronto soccorso si vedrà assegnare
nel giro di 5 minuti da infermieri "esperti" in triage un codice numerico di priorità, da1a5 su una scala
decrescente. Il codice "1" riservato alle emergenze, con interruzione o compromissione di una o più
funzioni vitali, che hanno diritto di accesso immediato alle cure; il "2" per le urgenze, quando cioè si ha una
potenziale compromissione delle funzioni vitali ma la condizione del paziente è stabile pur se con rischio
evolutivo o dolore severo; il "3" per le urgenze differibili, dove le condizioni sono stabili ma servono
prestazioni complesse; il "4" o urgenza minore, che richiede prestazioni diagnostico-terapeutiche semplici
mono-specialistiche. Infine, ci sono le "non urgenze", che corrispondono agli attuali codici bianchie sono
smaltibili entro al massimo 4 ore. Perché anche nel dettaglio della tempistica entrano le nuove linee guida:
approvata la "riforma", le urgenze non dovranno attendere più di 15 minuti, mentre gli ex "codici verdi",
spacchettati in livello "3"e "4" tra urgenze differibilie minori, andranno trattati al massimo in 60 o in 120
minuti. Durante il tempo in cui aspetta - e qui le linee guida elencano un "libro dei sogni" con aree deputate
al triage, sale d'attesa post triage pensate per bambini, anzianie disabilie altre sale peri pazienti
autosufficienti e accompagnatori - l'utente sarà continuamente "rivalutato" in vista di un eventuale
aggiornamento del triage. Che nei grandi ospedali spetterà a infermieri dedicati in via esclusivaa questa
funzione di sorveglianza. Più in generale, nelle strutture con oltre 25mila accessi in pronto soccorso l'anno,
il triage andrà affidato a infermieri dedicati. La formazione è tutto: diventerà infermiere di triage chi avrà già
lavorato in pronto soccorso per almeno sei mesi e solo dopo un corso teorico di 16 ore e un affiancamento
di 36 orea un tutor. Poi, sono richiesti l'aggiornamento continuo e la frequenza di corsi mirati, come quelli
sul soccorso pediatrico. Condizioni che consegnano all'infermiere le chiavi del triage e lo rendono
autonomo in modelli come il see and treat: nelle urgenze minori valuta l'appropriatezza dell'accesso e si
occupa del paziente fino alle dimissioni.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Salute. Nuovi codici e tempistica per le cure al pronto soccorso
30/03/2016
Pag. 20
diffusione:237405
tiratura:336211
"Ulivi, la Xylella è l'unico killer" Torna il rischio abbattimento
A dicembre la procura di Lecce aveva posto sotto sequestro tremila piante per salvarle
CHIARA SPAGNOLO
LECCE. La xylella fastidiosa causa il disseccamento degli ulivi: 18 scienziati pugliesi mettono la firma in
calce allo studio che potrebbe riportare la Puglia sulla strada delle eradicazioni di migliaia di ulivi malati. Gli
alberi infetti in Salento sono numerosi, di 3.000 il commissario del Governo, Giuseppe Silletti, aveva
disposto il taglio ma a dicembre la Procura di Lecce li ha messi sotto sequestro per salvarli. E se pure la
Regione Puglia (a cui è passata la gestione dell'emergenza) ha assicurato che non ci saranno più
abbattimenti, lo studio pubblicato ieri dal Cnr di Bari parla chiaro: "Le piante di ulivo inoculate da xylella in
serra e in campo, senza presenza di altre concause come funghi o fitofarmaci, dopo dodici mesi
presentano sintomi di disseccamento". Tale risultato viene considerato fondamentale dall'Efsa (l'Autorità
per la sicurezza alimentare dell'UE), che - tramite il capo dell'unità Salute animali e piante Giuseppe
Stancanelli - ha parlato di «importante passo avanti, che consente di valutare con precisione
l'epidemiologia del ceppo pugliese e il rischio di una diffusione». Molta importanza viene attribuita anche
alla scoperta che alcune varietà di ulivo - coratina, leccino e frantoio - risultano più resistenti al batterio
rispetto alla cellina, la più diffusa in Salento. Sullo studio si addensano però le nubi dell'inchiesta in corso a
Lecce, considerato che tre dei 18 scienziati (Donato Boscia, Maria Saponari e Vito Nicola Savino) sono
indagati proprio per aver circoscritto le ricerche sul disseccamento all'ipotesi xylella, fornendo le basi
scientifiche per l'eradicazione e "traendo in inganno persino l'Europa", secondo il procuratore di Lecce,
Cataldo Motta.
Le indagini delle ultime settimane si sono concentrate sulle mail che i ricercatori si sono scambiati dal 2013
al 2015, nelle quali esisterebbero le prove di "un'emergenza costruita a tavolino". Dubbi sull'opportunità di
affidare gli studi di patogenicità sulla xylella ad un team di cui fanno parte gli indagati sono stati espressi
anche dal comitato "Il popolo degli ulivi", che ha sottolineato "la mancanza di riferimenti da parte dell'Efsa a
pubblicazioni scientifiche certificate e a dati certi", evidenziando il pericolo di un ritorno in auge della teoria
delle eradicazioni.
Foto: Un ulivo pugliese malato
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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IL VERDETTO SCIENTIFICO
30/03/2016
Pag. 1
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tiratura:249918
"Come cambiano le terapie contro i tumori"
Gabriele Beccaria
INTERVISTA DI Gabriele Beccaria A PAGINA 27 «Non è come mandare l'uomo sulla Luna. Q uell'impresa,
negli Anni 60 e 70, è stata una questione di ingegneria e soldi. La lotta al cancro è diversa». Tomas
Lindahl, Premio Nobel per la Chimica 2015, smonta con voce pacata una serie di stereotipi: «Dobbiamo
essere realistici. L'obiettivo, in molti casi, è e sarà quello di tenerlo sotto controllo. Cronicizzarlo. Renderlo
meno pericoloso, anche se non si riuscirà a eliminarlo mai del tutto, garantendo ai pazienti una vita più
lunga e migliore». Lindahl è un Nobel grazie alle clamorose scoperte sulle capacità del nostro Dna di
ripararsi e di far funzionare l'organismo ora dopo ora, giorno dopo giorno, in uno sforzo diuturno che spesso
ha successo e a volte deraglia nella malattia. Come nel caso del cancro. In Italia, tra Milano, Pavia e
Torino, per una serie di lezioni e incontri, il settantottenne professore inglese di origine svedese, mi traccia
un vasto affresco di che cosa significa, nel 2016, la lotta al cancro. Un affresco degno di una grande parete,
ricco di attori e storie. Con episodi luminosi e altri drammatici e altri ancora con un finale aperto. Come
avviene sempre quando protagonista è la ricerca scientifica. Professore, le strade sono tante, alcune
concrete e altre abbozzate: dall'editing genomico all'oncologia molecolare, dall'immunoterapia ai vaccini,
senza dimenticare terapie «tradizionali» sempre più sofisticate, come chemio e radio. Cosa dice la sua
bussola per orientarci e capire se ci sarà un'arma decisiva contro i tumori? «Penso che sia necessario
percorrere molte strade, anche perché in alcuni casi ci mancano ancora degli approcci vincenti, come
accade con il tumore del pancreas, mentre abbiamo fatto grandi progressi in altri casi, come dimostra il
tumore al seno. Al momento credo sia necessario, prima di tutto, ottimizzare le strategie d'uso dei farmaci
già esistenti: spesso se ne devono combinare diversi, ma non sempre negli ospedali si è consapevoli di
questa logica. Ci vuole, sempre di più, un pensiero strategico. Poi si sta puntando anche a farmaci di nuova
generazione, ben sapendo che portarli sul mercato significa tempo e investimenti e, perciò, c'è la necessità
di convincere le società farmaceutiche». Di che farmaci si tratta? «Si basano sui meccanismi di riparazione
del Dna, che ho studiato a lungo nella mia carriera. Sappiamo che agiscono contro i numerosi danni
ambientali che subiamo ogni giorno e abbiamo scoperto che è possibile sopprimere, per tempi anche
ridotti, come un giorno, questi processi che caratterizzano non solo le cellule sane, ma anche quelle
tumorali. Così, impedendo con specifici enzimi la riparazione del Dna delle cellule neoplastiche, si può
impedirne la proliferazione e colpirle allo stesso tempo con la radioterapia con un'efficacia molto maggiore.
Con questo approccio genetico si può eliminare il tumore e impedire che si manifesti di nuovo a distanza di
tempo». A che punto sono le ricerche su queste medicine «smart»? «Si stanno testando sui topolini di
laboratorio, però è ancora difficile fare previsioni esatte su quando saranno disponibili. So che molti
animalisti si oppongono a questi esperimenti e ho visto farmacie che espongono prodotti con la scritta "Non
testato su animali" per att rar re clienti. Ma io non comprerei mai medicine del genere. Le considero troppo
rischiose. I test con le cavie ci servono e devo dire che la vita di un bambino è più importante della vita di
un topolino». Pensa che arriveremo davvero alle cure personalizzate per tutti, con lo screening genetico del
tumore di ogni malato e terapie capaci di colpire solo bersagli specifici? «Il futuro è di sicuro questo, però è
difficile dire quando si realizzerà concretamente uno scenario simile. Non dimentichiamo che il cancro è
una malattia complessa, legata ai processi dell'invecchiamento. Saperlo combattere, di conseguenza,
significa conoscere meglio come agisce il tempo sull'organismo e battere gli "ef fetti coll ate rali" di questo
processo. Invecchieremo sempre di più - si spera - e, dato che nessuno vuole tornare al Medioevo,
vogliamo capire come migliorare la qualità della vita: l 'eternità è di certo un'illusione, ma non lo è l'obiettivo
di un'esistenza tendenzialmente sana». A che progetti sta lavorando adesso? «Aspetto che il mio ufficio nel
nuovo Crick Institute, a Londra, sia finalmente terminato. E intanto mi dedico al mio ruolo di consigliere.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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IL NOBEL LINDAHL
30/03/2016
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Vengo spesso in Italia, all'istituto Ifom di Milano, dove ci sono ricercatori davvero bravi. Sono impressionato
dai loro standard, anche se devo dire che voi italiani dovreste investire di più nella ricerca oncologica, come
fanno altre nazioni, per esempio i Paesi del Nord Europa. Contro il cancro è in corso una sforzo
internazionale e l'Italia deve partecipare da protagonista». c
Foto: STEFAN WERMUTH/REUTERS
30/03/2016
Pag. 30
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"Abusiamo di cibo spazzatura e così si annullano tante terapie"
Il 70% dei maschi italiani rischia di essere in sovrappeso od obeso
VALENTINA ARCOVIO
«Fra meno di 10 anni i trapianti di fegato potrebbero servire più a curare le cirrosi metaboliche che le
malattie epatiche virali. I progressi nello sviluppo di farmaci antivirali rischiano infatti di essere
pesantemente controbilanciati da una scarsa attenzione verso l'alimentazione». È così che Gioacchino
Leandro, neo -presidente dell'Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti o s p e d a l i e r i
(Aigo), invita a riflettere s u l l ' i m p o r tanza della n u t r i z i o n e . Non è un caso che per Leandro,
direttore scientifico e primario di g a s t r o e n t e rologia dell'Irccs Saverio De Bellis di Castellana Grotte
(Bari), e già docente allo University College of London, la nutrizione clinica rappresenti una sorta cavallo di
battaglia. Una particolare sensibilità, questa, che si sposa con gli obiettivi della società scientifica che
guiderà per i prossimi due anni. Professore, cosa si intende per nutrizione clinica? «La nutrizione clinica è
ciò che riguarda l'alimentazione come strumento di prevenzione e terapia. E oggi ricopre un ruolo centrale
come non aveva mai fatto prima. Lo stile alimentare è cambiato e non in meglio. La popolarità del "cibo
spazzatura" ha modificato il nostro organismo e questa insana tendenza ci ha portato ad accumulare
notevoli quantità di grasso con conseguenze potenzialmente drammatiche per la salute». Dove ci porterà
questo moderno stile alimentare? «L'Oms stima che, entro il 2030, il 50% della popolazione italiana
femminile e il 70% di quella maschile sarà in sovrappeso o obesa. Significa che più della metà delle
persone si troveranno a fare i conti con malattie gravi. Non solo patologie dell'apparato digerente, ma
malattie cardiovascolari e tumori. Per questo ritengo che sia fondamentale promuovere i principi della
nutrizione clinica». In che modo si può fare? «Uno degli obiettivi dell'Aigo è sopperire a una grave lacuna:
nonostante la nutrizione clinica abbia un'importanza spesso decisiva, non viene insegnata nel corso di
laurea in medicina e neanche nelle scuole di gastroenterologia. Ma ci occuperemo anche di sensibilizzare
le persone sull'importanza di tornare ai principi dell'alimentazione mediterranea». Quali sono, invece, i
progressi nel trattamento delle malattie gastroenterologiche? «In 20 anni sono stati fatti molti passi avanti.
Dal punto di vista farmacologico lo sviluppo dei gastroprotettori ha permesso di prevenire e cambiare il
decorso di alcune malattie, come la malattia ulcerosa gastroduodenale. Poi, la scoperta dell'Helicobacter
pylori e la sintetizzazione di farmaci per e r a d i c a r l o hanno portato non solo alla soluzione di molti
problemi alle prime vie digestive, ma alla p revenzione dei tumori dello stomaco. Inoltre, molti progressi
sono stati fatti, anche grazie ai farmaci biologici, nella terapia delle malattie infiammatorie intestinali e, con
la scoperta di nuovi farmaci antivirali, nella cura dell'infezione da virus C dell'epatite: ora queste infezioni
sono curabili quasi al 100%. Queste terapie, inoltre, consentono di avere sempre meno bisogno di soluzioni
estreme, come il trapianto di fegato, il quale potrebbe rendersi più necessario per le malattie legate
all'accumulo di grassi». Quali sono stati invece i progressi nella diagnostica? «Possiamo contare su
strumenti e tecniche endoscopiche sofisticati che consentono di individuare la presenza di alterazioni o
lesioni anche minime dell'intestino, di effettuare inter venti te rapeutici, come l'asportazione di polipi o di
fermare una emorragia, e di intervenire sulle vie biliari e sul pancreas». Oggi in quale direzione sta
andando la ricerca? «Ci sono più direzioni. Una sfida è lo studio del microbiota intestinale: il suo ruolo
preciso rimane an co ra un miste ro. Dall'altro lato si continuano a studiare le malattie metaboliche del
fegato e le patologie infiammatorie croniche intestinali: queste ultime le curiamo, ma non ne conosciamo
ancora la causa». c
Gioacchino Leandro Gastroenterologo RUOLO: È DIRETTORE SCIENTIFICO E PRIMARIO DI
GASTROENTEROLOGIA DELL'IRCCS SAVERIO DE BELLIS DI CASTELLANA GROTTE (BARI) E
PRESIDENTE DELL'AIGO
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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tutto SCIENZE &salute/GASTROENTEROLOGIA
30/03/2016
Pag. 30
diffusione:174381
tiratura:249918
Dottor smartphone ti cura a distanza
LORENZA C ASTAGN ERI
Per un anno si sono misurati da soli e tutti i giorni, pressione e frequenza cardiaca, livello di saturazione
dell'ossigeno nel sangue e peso. Tanti dati, inviati con lo smartphone al medico di base e al cardiologo che,
a distanza, senza costringere i pazienti a visite in ospedale, se non quando necessario, hanno tenuto sotto
controllo il proprio stato di salute. S o n o i v a n t a g g i della telem e d i c i n a , u n m o n d o a n c o ra i n
parte inesplorato in Italia: 20 persone con problemi di cuore, seguite all'ospedale Mauriziano di Torino,
l'hanno sperimentato per la prima volta, nell'ambito di uno studio condotto con l'Istituto Mario Boella e di cui
si è parlato in un convegno al Politecnico di Torino. Il bilancio? Positivo. Chi si è affidato al «dottor
smartphone» si è sentito più controllato e in uno stato di salute migliore dei pazienti - altri 20 seguiti in
modo tradizionale. «Con la telemedicina è come avere un medico in casa», spiega Stefano Grossi, il
responsabile del reparto di Elettrofisiologia del Mauriziano e sostenitore del controllo medico da remoto: «È
il futuro, specie se consideriamo che in Italia la popolazione invecchia e la mortalità è bassa. Nei prossimi
anni - aggiunge - i giovani non riusciranno più ad assistere gli anziani e per questo dovremo pensare a un
modello di cura diverso, dove i pazienti resteranno a casa il più possibile. Ma saranno anche meglio
controllati». Le 20 persone - dai 18 ai 75 anni - sono state dotate di misuratore di pressione e frequenza
cardiaca, saturimetro e bilancia p ro fessional e. I l t u t t o p e r l 'automonitora g g i o. Pe r inoltrare i dati
bastava un cellulare con il Bluetooth. Quando i medici rilevavano valori anomali, il paziente veniva
convocato per controlli più specifici o per rimodulare la terapia. Spesa: 125 euro a paziente per anno.
«Insomma, la telemedicina è semplice e conveniente». Oggi il Mauriziano riceve ogni giorno i dati di 250
pazienti. Quelli dello studio, quelli con pacemaker e quelli con defibrillatore interno. «Così dice Grossi sono diminuiti i ricoveri e gli accessi al pronto soccorso. E questo aiuta a migliorare la vita di ospedale». c
Stefano Grossi Cardiologo RUOLO: È RESPONSABILE DEL REPARTO DI ELETTROFISIOLOGIA
DELL'OSPEDALE MAURIZIANO
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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tutto SCIENZE &salute/CARDIOLOGIA
30/03/2016
Pag. 36
diffusione:33717
tiratura:72280
Prescrizioni limitate, test alleggerito
Boccata d'ossigeno per medici e malati. Nella fase di sperimentazione del «decreto appropriatezza», le
restrizioni sulle prescrizioni di esami non si applicheranno ai pazienti oncologici, cronici o invalidi. Non solo.
Per i medici non ci saranno sanzioni e si procederà al monitoraggio sulle criticità e le diffi coltà prescrittive.
L'annuncio è arrivato dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici guidata da Roberta Chersevani a
seguito della fi rma, da parte del ministro della salute Beatrice Lorenzin, della circolare sull'applicazione del
dm 9 dicembre 2015. In particolare, nel documento di prassi del dicastero si legge che «tenuto conto delle
osservazioni fatte pervenire dalla Fnomceo, si ritiene condivisibile che la futura revisione del Decreto debba
chiarire come la defi nizione delle condizioni di erogabilità di prestazioni appropriate rappresenti un atto
programmatorio distinto dall'appropriatezza clinica, attinente alla qualità dell'atto professionale, da valutare
con gli strumenti della revisione tra pari e che deve tener conto delle interazioni proprie della relazione di
cura».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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MINSALUTE
30/03/2016
Pag. 18
diffusione:115363
tiratura:148885
Ma restano fuori i farmaci da banco On line anche 10 milioni di Unico Le dichiarazioni già predisposte
disponibili dal 15 aprile con 700 milioni di dati in più. Le detrazioni salute valgono 2,7 miliardi
NICOLA PINI
ROMA A un anno dal suo debutto sperimentale la dichiarazione dei redditi precompilata ritorna in versione
rafforzata. La platea dei potenziali fruitori sale da 20 a 30 milioni di contribuenti: oltre ai 730 saranno
disponibili infatti anche 10 milioni di modelli Unico. Soprattutto, si moltiplicano le informazioni fiscali già
inserite: l'Agenzia delle Entrate ha raccolto 700 milioni di nuovi dati che permetteranno di indicare nel
modulo gli oneri detraibili dal reddito, a cominciare dalle spese sanitarie effettuate (ma non ancora tutte). In
pratica quest'anno i precompilati dovrebbero essere più aderenti alla situazione reale del contribuente,
permettendo in un maggior numero di casi di accettare la dichiarazione così com'è, senza doverla
integrare, chiudendo in tal modo la partita con il Fisco per i redditi 2015. Lo scorso anno nelle dichiarazioni
compilate dalle Entrate erano indicati i redditi percepiti, gli immobili e i mutui, ma non le spese sanitarie.
Così il 93% dei contribuenti pur utilizzando il precompilato aveva scelto in larga parte (17,6 milioni di
modelli su 19) di inviarlo non direttamente ma attraverso un intermediario (Caf o commercialisti). Un modo
per «scaricare» sul professionista l'onere di correggere il modello predisposto dal Fisco, di conservare la
documentazione e di rispondere di eventuali errori. È evidente però che chi riceverà quest'anno un modello
già completo potrebbe decidere di inviarlo da solo all'Agenzia evitando di dover pagare il Caf o chi per lui.
Per le spese mediche comunque si tratta di un debutto non ancora completo perché mancheranno i dati dei
farmaci da banco acquistati, quelli senza prescrizione medica. Ci saranno invece i 520 milioni di dati
raccolti dal Servizio sanitario nazionale e dalle tessere sanitarie. In totale si tratta di 14,5 miliardi di euro di
spese, che permetteranno di detrarre dall'Irpef circa 2,7 miliardi di euro complessivi. Saranno indicati poi
anche gli oneri sostenuti per l'università, le spese funebri, i dati della previdenza complementare e le spese
sostenute per ristrutturazioni edilizie e bonus energia attivati nell'ultimo anno. La nuova dichiarazione
precompilata sarà a disposizione dei contribuenti a partire dal 15 aprile. Dal 2 maggio sarà poi possibile
confermare i dati o integrarli inviandola all'Agenzia delle Entrate, direttamente dal proprio Pc o attraverso
un intermediario abilitato. Tra le modalità di accesso alla dichiarazione precompilata ci sarà da quest'anno
anche lo Spid, il nuovo sistema pubblico di Identità digitale valido per tutte le amministrazioni pubbliche. Ma
restano utilizzabili anche il codice Pin rilasciato dalle Entrate (che è possibile richiedere on line, negli uffici
territoriali, o tramite la app dell'Agenzia) e il Pin dell'Inps. A proposito dei Caf, proprio ieri l'Autorità garante
per la privacy ha annunciato l'avvio di un piano ispettivo per verificare il rispetto del trattamento dei dati e le
misure adottate dai soggetti che hanno subito violazioni delle proprie banche dati. © RIPRODUZIONE
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Gli "sconti" sanitari nei 730 precompilati
30/03/2016
Pag. 22
diffusione:74472
tiratura:140585
Apnee notturne, più prevenzione
Paolo Uggè*
Al di là delle statistiche, talvolta elaborate senza riferimenti certi, non c'è dubbio che il fenomeno delle
apnee notturne e delle sue conseguenze (la pessima qualità del sonno e il rischio d'addormentarsi al
volante) abbia un impatto sull'incidentalità. La tragedia avvenuta in Spagna ne è una conferma. Il cordoglio
oggi è unanime ma presto il tragico evento sarà dimenticato, con necessità di attuare quella strategia che
Conftrasporto chiede da tempo per far crescere la prevenzione. Che significa anche lotta alle apnee
notturne. Milioni di guidatori devono sapere a quali rischi vanno incontro se questo aspetto non viene
affrontato: ictus, infarto cardiaco, ipertensione arteriosa, impotenza sessuale sono tra le conseguenze
principali. Occorre dunque far crescere la consapevolezza per mezzo di verifiche che facciano scattare
l'allarme nei soggetti a rischio. Facendo attenzione a individuare soluzioni equilibrate. Attraverso strumenti
tecnologici e c o m p o r t a menti adeguati si può favorire interventi utili per prevenire i colpi di sonno. Non
saranno certo le dichiarazioni spontanee in occasione del rinnovo della patente a far emergere l'entità o la
presenza del fenomeno. Meglio sarebbe prevedere degli sconti sui premi assicurativi per chi produce esami
che attestino l'inesistenza della sindrome. Così come un grande aiuto offrirebbe realizzare i controlli sanitari
, peraltro già messi a disposizione dalle concessionarie autostradali, anche per riscontrare l'esistenza di
profili di rischio dell'Osas. Occorre solo la buona volontà. Con la sensibilizzazione e interventi adeguati si
assicurerebbe maggior sicurezza sulle strade. Eviteremo nuove stragi e salveremo vite umane. *Presidente
Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Ruote d'Italia
30/03/2016
Pag. 37
diffusione:74472
tiratura:140585
Supercentri per il pancreas
Vitale l'esperienza e l'approccio multidisciplinare per ottenere efficacia
Luigi Cucchi
Il tumore del pancreas, uno dei più complessi e difficili, va curato nei Centri di eccellenza, quelli con la
maggiore esperienza ed i soli che possano garantire un approccio multidisciplinare. Ne è convinto il dottor
Gianpaolo Balzano, responsabile dal 2010 dell'unità di chirurgia pancreatica dell'Istituto scientifico ospedale
San Raffaele di Milano, uno dei maggiori centri italiani per questa difficile chirurgia. Balzano, piemontese (è
nato a Borgomanero), si dedica alla chirurgia del pancreas da più di 20 anni. Si avvale della collaborazione
di un team multidisciplinare costituito da oncologi, endoscopisti, radiologi, radioterapisti ed endocrinologi.
Ogni anno sono oltre 10mila gli italiani colpiti dal tumore al pancreas. Le persone più a rischio sono quelle
che si trovano nella fascia d'età compresa tra i 60 e gli 80 anni. Fino a pochi anni fa la sopravvivenza media
dal momento della diagnosi era attorno ai 3-6 mesi. Oggi si sono fatti grandi progressi, soprattutto grazie
alla diagnosi precoce. Questa neoplasia può essere curata con successo solo se viene diagnosticata
quando ancora si trova nei primi stadi (cioè se non ha ancora causato metastasi) e solo se l'intervento
chirurgico riesce ad asportarla completamente. «Il carcinoma pancreatico - precisa il dottor Balzano - è tra
le prime quattro cause di morte per tumore in Italia e si prevede che nel 2020 arriverà al secondo posto di
questa infausta classifica. La sua asportazione è l'unico trattamento efficace, ma la chirurgia pancreatica ha
un livello di complessità tale da rendere questa pratica la più difficile della chirurgia generale. Quando
un'operazione di rimozione di un tumore pancreatico viene eseguita in ospedali con scarsa esperienza, i
pazienti hanno un notevole aumento del rischio di mortalità operatoria e una ridotta sopravvivenza a lungo
termine. Tutte le linee guida internazionali suggeriscono di riservare questa chirurgia agli ospedali con
molta esperienza. Alcuni Paesi hanno già deciso di regolamentare l'offerta di chirurgia pancreatica: in
Inghilterra, sono solo una ventina gli ospedali autorizzati e in Germania solo le strutture che eseguono
almeno 10 resezioni pancreatiche all'anno possono eseguire questi interventi. In Italia non ci sono ancora
direttive e ogni ospedale, seppur piccolo e senza adeguata esperienza, è legittimato ad offrire al malato con
tumore del pancreas un trattamento chirurgico». Il dottor Balzano ha coordinato un'indagine sugli interventi
chirurgici a cui vengono sottoposti i pazienti italiani affetti da tumore del pancreas. In questo studio, nato
grazie alla collaborazione tra l'Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas, il Centro di ricerca
dell'università Bocconi e il ministero della salute, i ricercatori hanno analizzato 11.000 interventi chirurgici
per cancro del pancreas tra il 2010 - '12. «É emerso -sottolinea Balzano - che in Italia ci sono troppi
ospedali che operano malati con tumore del pancreas e che purtroppo il 90% di questi centri non ha
l'esperienza sufficiente per offrire un trattamento adeguato. Ben 408 ospedali eseguono meno di tre
resezioni pancreatiche all'anno». Le conseguenze per i pazienti sono molto gravi: da un aumento del
rischio di morire per l'intervento a una minore possibilità che il tumore sia asportato, a un eccesso di
interventi inutili, che potevano essere evitati con l'utilizzo di procedure endoscopiche o con una migliore
valutazione pre-operatoria.
Foto: BALZANO Sono oltre 10mila gli italiani che ogni anno sono colpiti da un tumore al pancreas. La
fascia di età più a rischio è tra i 60-80 anni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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ONCOLOGIA Neoplasie complesse vanno trattate solo da chirurghi esperti
30/03/2016
Pag. 37
diffusione:74472
tiratura:140585
È decollata la campagna: «Il Sole per amico»
Luisa Romagnoni
Mare, montagna, lago. Oppure semplicemente sport all'aperto. Con l'arrivo della bella stagione, complice
anche le vacanze pasquali, le occasioni per esporre la pelle ai raggi UV, si moltiplicano. E seppur il sole sia
fonte di benessere per il nostro organismo, non è privo di rischi, se lo si prende senza le dovute cautele.
«Ripetute ustioni nell'infanzia - avvertono gli esperti - determinano infatti un danno cumulativo per la pelle
che può comportare lo sviluppo di melanoma (il più aggressivo tumore della pelle), anche a diversi anni di
distanza». Occorre puntare sulla prevenzione. Per questo ha preso il via il «Il Sole per amico», un progetto
educazionale di prevenzione primaria del melanoma, diretto ai bambini in età scolare e relative famiglie.
L'iniziativa, promossa dall'Intergruppo Melanoma Italiano (Imi), in collaborazione col ministero
dell'Istruzione e con il patrocinio del ministero della Salute, oltre che di Aiom e Regione Lombardia,
supportata da Msd Italia, coinvolge 150 scuole primarie in Italia. Dopo aver transitato in regioni come
Liguria, Puglia, Sardegna, Emilia Romagna, Toscana e Lazio, sbarca ora in 16 scuole elementari della
Lombardia. «La campagna nasce per risvegliare e far crescere l'attenzione dell'opinione pubblica sul
melanoma e sui rischi legati ad una non corretta esposizione, coinvolgendo in particolare i bambini in età
scolare e le loro famiglie», spiega Paola Queirolo, presidente Imi. «Per la prima volta protagonisti sono i
bambini delle scuole elementari e i loro genitori, passaggio per noi cruciale considerato l'aumento
dell'incidenza dei tumori della pelle proprio tra i più giovani e visto che le scottature in età pediatrica
rappresentano uno dei principali fattori di rischio». Secondo stime, negli ultimi 15 anni, l'incidenza del
melanoma, è più che raddoppiata, ma l'80 per cento dei pazienti oggi guarisce. In Italia la neoplasia
colpisce 100mila persone, 12mila nuovi casi ogni anno. Un terzo delle persone colpite ha meno di 50 anni,
è il secondo tumore, prima dei 40 anni. In Lombardia ogni anno si registrano 2250 casi.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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MELANOMI
30/03/2016
Pag. 37
diffusione:74472
tiratura:140585
Maxi progetto di ricerca per combattere la TBC
Un terzo della popolazione umana globale ospita il batterio della TBC e 1,5 milioni di persone ne sono
morte nel 2014, spingendo l'Organizzazione mondiale della sanità a classificare la TBC, insieme all'HIV,
come la malattia infettiva più letale al mondo. Ora il World Community Grid di Ibm e gli scienziati dell'
università di Nottingham hanno annunciato l'avvio di uno studio sulla tubercolosi. Il nuovo progetto Help
Stop TB modellerà gli aspetti del comportamento dei batteri responsabili della tubercolosi, per
comprenderne meglio le potenziali vulnerabilità che i nuovi medicinali potranno un giorno sfruttare. I
volontari metteranno a disposizione la potenza di elaborazione dei loro dispositivi, quando non vengono
utilizzati, per eseguire i milioni di calcoli necessari per queste simulazioni. Nonostante lo sviluppo di diversi
farmaci e di un vaccino parzialmente efficace nella lotta contro la TBC, il batterio responsabile è in grado di
evolversi per resistere alle terapie farmacologiche disponibili, in particolare quando i pazienti interrompono
il trattamento. Il batterio della tubercolosi ha un rivestimento che lo protegge da molti farmaci e dal sistema
immunitario.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Da Ibm e Università di Nottingham
30/03/2016
Pag. 37
diffusione:74472
tiratura:140585
All'ospedale Margherita di Torino la rete WiFi è libera e gratuita
Gloria Saccani Jotti
Il Regina Margherita è il primo ospedale completamente coperto da Rete WiFi libera e gratuita per tutti. É
stato attivato il servizio di rete wireless «CDS_Pazienti», (attivati 40 Access Point), liberamente utilizzabile
in tutti i reparti dell'ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Nell'ottica del
percorso di umanizzazione dei luoghi di cura Telecom Italia e regione Piemonte hanno provveduto a
realizzare una rete Wifi, per le connessioni ad internet, da mettere a disposizione dei ricoverati e dei loro
parenti. La rete copre anche gli ingressi principali di Molinette e Cto e numerosi reparti di questi due presidi.
Nei prossimi mesi verrà ulteriormente estesa fino a completarne la copertura. L'azienda riconosce la
disponibilità di connessione alla rete Internet da dispositivi personali e la promuove al fine di migliorare
l'accoglienza attraverso il soddisfacimento in primo luogo delle esigenze ludico - informative ed educative
dei piccoli pazienti, che spesso trascorrono molte ore o lunghi periodi ricoverati. L'azienda Città della Salute
garantisce inoltre accesso alla connessione anche agli accompagnatori dei piccoli, a coloro che
frequentano il presidio ospedaliero ai fini di studio, per ricerca e formazione. L'accesso alla rete Wifi è
pertanto libero per tutti gli ospiti. Sono stati inoltre messi a disposizione da Telecom 20 dispositivi tablet che
sarano distribuiti ai reparti del Regina Margherita per garantire l'accessibilità al servizio anche per i piccoli
pazienti sprovvisti di dispositivi personali di navigazione. Questo è il primo passo di una convenzione tra
l'azienda stessa e la Regione Piemonte per il Progetto «Smart Inclusion 2.0», finalizzato alla realizzazione
di un programma di interventi comuni tesi ad accelerare il processo di innovazione digitale nel settore della
salute. Tra questi interventi rientra quello rivolto alle esigenze dei piccoli pazienti in ospedale, con l'obiettivo
di avvicinare questi bambini alla loro vita naturale di tutti i giorni, rendendo la tecnologia un ponte naturale
tra questi e le loro famiglie, la scuola e gli amici.
Foto: [email protected]
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Malati & Malattie
30/03/2016
Pag. 11
L'Unità
diffusione:22216
tiratura:57915
Dal virus Ebola ai bronzi di Riace: i 500 brevetti di ricerca Enea
Patrizia Feletig
S olco antisismico per i bronzi di Riace. Anticorpi ottenuti da piante di tabacco per la cura contro il virus
dell'Ebola. Pesci robot per il controllo in remoto delle paratie sommerse del Mose. Etichette
anticontraazione applicate in modo invisibile sul quadrante di orologi di lusso. Ricostruzione di fondali
marittimi danneggiati con eco-tappeto ottenuto dal riciclo di alghe spiaggiate. Sensori spettroscopici
miniaturizzati per individuare l'olio adulterato. Involucri speciali a base di cool materials per "foderare" gli
edifici e migliorarne le prestazioni energetiche. Sono alcuni dei 500 brevetti nati dalla contaminazione di
competenze e dal lavoro interdisciplinare dei 9 centri di ricerca Enea che spaziano dall'agrifood alle
nanotecnologie, dal biomedicale alle energie alternative. L'ex-agenzia per il nucleare non è solo
all'avanguardia nell'attività scientifica del programma internazionale di ricerca sull'energia da fusione come
testimonia la fornitura di 9 bobine di magnete superconduttore destinate al reattore sperimentale Tokamak.
Quest'ultimo, nell'ambito del progetto ITER, nel 2019, "brucerà" il primo plasma tentando di replicare la
stessa reazione che alimenta il sole. Ma le molteplici e aascinanti ricadute del know-how nucleare
sviluppato dall'Enea toccano i settori più disparati. Per esempio, nel solco della tradizione ingegneristica
antisismica delle costruzioni che ospitano un reattore, è stato sviluppato un sistema di isolamento sismico
per proteggere opere d'arti di valore. La prima realizzazione è avvenuta sul basamento delle statue dei
Bronzi di Riace, e altri conservatori a partire dagli Uzi ai Musei Vaticani e Louvre, hanno manifestato
interesse. Oltre alla ricerca la missione dell'agenzia guidata da Federico Testa, da poco confermato
presidente dopo la lunga stagione di commissariamento dell'ente, è il trasferimento tecnologico. Per questo
è nato il portale Atlante per l'Innovazione, la banca dati digitale dei brevetti sviluppati dal secondo ente di
ricerca nazionale dopo il Cnr. Punto di partenza per l'incontro tra l'oerta di tecnologia e la domanda di
innovazione da parte di private è una vetrina del R&S Made in Italy, in genere poco valorizzato fuori della
cerchia degli "addetti ai lavori". La novità del portale non è solo rendere accessibile online l'output
interdisciplinare dei 2000 ricercatori Enea ma facilitare la consultazione di queste potenzialità scientificotecnologiche. Grazie a un motore di ricerca ogni singolo brevetto è stato riclassificato in base al codice di
attività economica, al suo grado di avanzamento applicativo e raggruppato in 9 cluster in base alla loro
finalità: fabbrica intelligente, mobilità di superficie, chimica verde, ecc. In evidenza i contatti del capo
progetto di riferimento. Insomma uno strumento per favorire un modello virtuoso di ricerca applicativa
finalizzata a migliorare la produttività e competitività dei processi produttivi. Navigando sul sito scopriamo
della procedura per reimpiantare i residui spiaggiati di Posidonia oceanica sui fondali marini danneggiati
dagli ormeggi e la pesca al traino. Questa varietà di alga importantissima per l'ecosistema marino perché
assorbe grandi quantitativi di CO2, è anche l'habitat ideale per la riproduzione di numerose specie ittiche.
La prima sperimentazione avviata nelle Egadi, si è aggiudicata nel 2013 il riconoscimento Green Coast
Award. Dalla salute dell'ambiente alla cura degli uomini. Nei laboratori Enea, è stato messa a punto una
metodologia per la produzione di anticorpi monoclonali impiegati in farmaci anti-cancro e nei kit diagnostici
di aatossine in campo alimentare, derivanti da piante usate come bioreattori. Usando i vegetali come delle
"fabbriche di molecole" è stato possibile ricavare da una varietà di pianta di tabacco, l'antigeno dimostratosi
risolutivo per la cura dell'Ebola nelle sperimentazioni su personale sanitario infettato. La strada della
biofarmaceutica è particolarmente interessante in caso di emergenze sanitarie con la produzione veloce
(anche solo 2 settimane) e su larga scala dei vaccini sicuri e a costi contenuti. Sono etichette
anticontraazione di ultima generazione quelle sviluppate dall'Enea usando la tecnica della scrittura
litografica invisibile. Incollate su parti di ricambio originali o grie del lusso, come garanzia di autenticità dei
documenti, per la tracciabilità di materiale radioattivo, questi adesivi sono ora in corso sperimentazioni su
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Smart Technology
30/03/2016
Pag. 11
L'Unità
diffusione:22216
tiratura:57915
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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banconote. Venus sworm è uno sciame di robot che imitano il comportamento dei pesci per il controllo dei
fondali. Usati nella sorveglianza di piattaforme petrolifere, gasdotti e porti contro attacchi terroristici, il
sistema è impiegato anche in attività di controllo dell'inquinamento e protezione della fauna e ora
sottomarina. Decine di droni nuotando a distanza di pochi metri formano un sistema wireless sottomarino
che utilizza suono e luce per comunicare. Il sistema ottico permette di tramettere una quantità di
informazioni ma limitatamente ad acque pulite e brevi distanze, mentre il sistemo acustico riprogettato per
questa specifica configurazione è utilizzabile anche in acque sporche e a distanze maggiori. Targato Enea
il sistema di sonde per la rimozione a basso costo (36% di risparmi sui consumi energetici) degli inquinanti
dalle acque di scarico applicato in realtà industriali tra cui una conceria, processo di trasformazione
particolarmente inquinante. Lo stesso team lavora su progetti pilota di impianti di depurazione per il
recupero di energia dai reui per la produzione di celle a combustibile microbiche. Il biorestauro è la frontiera
del restauro d'arte. La tecnica tutta italiana e perfezionata da Enea ricorre alla microbiologia per riportare a
nuovo le opere. Nei laboratori della Casaccia sono custoditi legioni di batteri e funghi che formano l'esercito
di microrestauratori nutrendosi delle scorie da rimuovere. Gli interventi di questi «pulitori» si progettano su
misura in base ai materiali (tela, pergamene, areschi, legno o pietra) e delle sostanze da rimuovere (colle
animali e sintetiche, resine, idrocarburi, oli, gessi, carbonati, ecc.). Questa biopulitura con minor uso di
sostanze chimiche tossiche per l'operatore e aggressive per l'opera, è già stata utilizzata con successo
sulle statue del Vaticano, sui marmi della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e sui dipinti murali al Palatino.
Foto: L'Enea nella tutela dei beni culturali. Tavole vibranti antisismiche per testare sistemi a protezione di
opere d'arte, ad esempio i bronzi di Riace
30/03/2016
Pag. 15
diffusione:16590
tiratura:32619
«Così sono state violate le norme contro il preparato anti-fame»
Vin. Imp. And. Oss.
Non solo farmacisti. Nell'indagine che ha alzato il sipario dietro al quale veniva preparata e
commercializzata la fendimetrazina, spiccano i nomi dei dirigenti dell'ufficio VIII del ministero della Salute,
dei responsabili dell'ufficio di Vigilanza farmacie delle Asl Roma A e C, e soprattutto quello dell'ex
comandante dei carabinieri del Nas, Marco Datti. Già, perché tra gli atti a disposizione della procura di
Roma, non vi è illustrato solo il meccanismo attraverso il quale i farmacisti vendevano un prodotto
anoressizzante, illegale e pericoloso. I riflettori vengono accesi soprattutto su chi avrebbe dovuto
controllare che i medicinali venduti fossero adeguati alle normative ministeriali. Secondo il sostituto
procuratore Francesco Dall'Olio, l'ex comandante dei carabinieri del Nas, Marco Datti, avrebbe commesso
un reato ben preciso: omissione di atti d'ufficio. «Poiché quale comandante dei Nas di Roma - recita il capo
d'imputazione - ometteva di espletare o comunque attivare i dovuti controlli volti a verificare che non
venissero eseguiti preparati galenici da parte dei medici e farmacisti (indagati nel medesimo procedimento,
ndr)». Gli inquirenti dunque contestano l'avvenuta violazione delle disposizioni emanate dal ministero della
Salute. Anche Giuseppe Ruocco, Paola D'Alessandro e Diego Petriccione sono stati accusati di concorso
in omissione di atti d'ufficio. «Poiché il Ruocco, nella qualità di direttore generale pro-tempore della
direzione generale dei dispositivi medici e dei servizi farmaceutici del ministero della salute - si legge negli
atti a disposizione del tribunale - e la D'Alessandro e il Petriccione nella loro qualità di direttore pro-tempore
dell'ufficio VIII stupefacenti della medesima direzione generale, omettevano di espletare e comunque
attivare i dovuti controlli volti a verificare che non venissero eseguiti preparati galemici da parte dei medici e
farmacisti (indagati nel medesimo procedimento, ndr)». Anche loro dunque avrebbero consentito che
venissero violate le disposizioni del ministero. Proprio come Paola Cocito e Giuseppe Guaglianone.
Secondo gli inquirenti della Capitale, i due, «quali responsabili della U.O. di vigilanza farmacie della Asl
Roma - continuano gli atti firmati dal sostituto procuratore Francesco Dall'Olio - nel corso delle varie attività
ispettive omettevano di rilevare e segnalare che diverse farmacie provvedevano alla preparazione di
preparati magistrali contenenti Fendimetrazina». Nella bufera giudiziaria sono finiti anche alcuni farmacisti:
Alessandra Magnolfi, Marica Siciliano ed Emanuele Coli. I tre sono stati raggiunti da un medesimo atto
d'accusa. Infatti, quali titolari delle farmacie, o medici in servizio negli esercizi commerciali incriminati,
«nonché quali autori materiali dei preparati galenici prescritti (ai clienti che ne facevano richiesta, ndr),
omettevano di attenersi a quanto disposto (dai decreti emessi dal ministero della Sanità, ndr). Eludendo
dunque le leggi che vietano «la preparazione di preparati magistrali contenenti Fendimetrazina».
Foto: La richiesta del pm Oltre all'ufficiale dell'Arma, nell'indagine spiccano pure i nomi dei dirigenti
dell'ufficio VIII del ministero della Salute, dei responsabili dell'ufficio di Vigilanza farmacie delle Asl Roma A
eC
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Nelle carte Il capo d'accusa secondo il giudice
30/03/2016
Pag. 15
diffusione:16590
tiratura:32619
A giudizio l'ex capo dei Nas di Roma
Per i pm non avrebbe esercitato controlli sulle farmacie per un medicinale vietato Ferdimetrazina Vietata da
25 anni negli Usa bandita da tempo anche in Italia
Vincenzo Imperitura Andrea Ossino
La Fendimetrazina. Una sostanza bandita negli Stati Uniti da oltre 25 anni. Un farmaco vietato in Italia già
da tempo. Un medicinale che però sarebbe stato ugualmente commercializzato, illegalmente, nelle
farmacie della Città Eterna. E oltre al danno c'era pure la beffa, visto che il giro di farmaci sospetto sarebbe
avvenuto sotto il naso dell'ex comandante dei carabinieri del Nas, Marco Datti. A chiudere un occhio
sarebbero stati anche due responsabili dell'ufficio di Vigilanza farmacie delle Asl Roma A e C, e tre dirigenti
dell'ufficio VIII del ministero della Salute: Giuseppe Ruocco, Paola D'alessandro e Diego Petriccione. La
vicenda, che si sarebbe protratta per diversi anni, emerge dagli atti a disposizione della procura di Roma. Il
pubblico ministero Francesco Dall'Olio, ieri ha infatti richiesto e ottenuto il rinvio a giudizio nei confronti
dell'ex comandante dei Nas, dei responsabili dell'ufficio di vigilanza della Asl e dei dirigenti del ministero
della Salute. Seduti al loro fianco, sul banco degli imputati, nel processo che inizierà il 13 luglio prossimo
davanti ai giudici dell'VIII sezione del tribunale di Roma, ci saranno anche tre farmacisti che avrebbero
commercializzato la sostanza. Ma andiamo con ordine. L'inchiesta a carico degli 11 indagati (due di loro ieri
sono stati prosciolti) si riferisce a fatti avvenuti tra il 2008 e il 2011. Secondo la procura di Roma, in quel
periodo, gli organi preposti, incluso il capo dei Nas, avrebbero omesso di espletare i dovuti controlli. In
pratica avrebbero permesso che in alcune farmacie venisse preparato e venduto un medicinale a base di
fendimetrazina. Si tratta di un farmaco vietato. Un medicinale anoressizzante che spesso veniva richiesto
da chi aveva solo qualche chilo di troppo o da vip e personaggi del mondo dello spettacolo che
desideravano avere sempre una forma smagliante. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di non aver
disposto i controlli necessari ad evitare che questi farmaci venissero preparati e messi in vendita in alcune
farmacie, e di concorso in omissione di atti d'ufficio. Nell'inchiesta, nata dopo il decesso di alcune donne
che utilizzavano il farmaco (a nessuno degli indagati è tuttavia imputato il fatto), spicca sicuramente il nome
di Marco Datti. Un grado e un nome altisonante nella Capitale. Proprio come le inchieste da lui condotte.
Dai falsi medici che curavano veri malati, fino alle case di riposo abusive spacciate per appartamenti dati in
affitto agli anziani, passando per i topi e gli insetti rinvenuti nel cibo destinato a ristoranti e negozi etnici. Il
generale è sempre stato in prima linea. Anche quando fu delegato al controllo degli ospedali romani.
Effettuando numerose ispezioni nei pronto soccorso romani e acquisendo tutto il materiale che consentisse
di verificare la regolarità dei ricoveri e il rapporto tra posti letto e bacino d'utenza di ciascun ospedale. Per
questo motivo adesso risulta particolarmente grave leggere il suo nome tra le persone rinviate a giudizio dal
giudice per l'udienza preliminare Giacomo Ebner. Naturalmente non si tratta di una condanna definitiva.
Quindi l'ex Nas avrà la possibilità di raccontare in aula la sua verità in merito ai fatti a lui contestati.
Secondo la procura di Roma infatti, Marco Datti avrebbe dovuto organizzare controlli periodici nelle
farmacie per impedire che i titolari preparassero composti galenici. Di conseguenza, l'allora capo dei Nas
sarebbe responsabile di aver permesso che alcuni farmacisti sviluppassero nei retrobottega delle loro
attività commerciali le pillole illegali poi vendute alle vittime.
Foto: Capitano Ha guidato il nucleo romano dei carabinieri del Nas
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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L'inchiesta Marco Datti si difenderà in Tribunale insieme a dirigenti di Asl, ministero della Salute e tre
farmacisti
30/03/2016
Pag. 51 N.15 - 5 aprile 2016
diffusione:195461
tiratura:272880
LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO È SICURA?
Da poche settimane il contraccettivo d'emergenza è disponibile senza ricetta, al pari di un antidolorifico da
banco. Molti farmacisti , però, disapprovano. E i medici sono divisi. Qui facciamo chiarezza
FLORA CASALINUOVO
Una scatola bianca e azzurra. Una minuscola pastiglia, grande come l'unghia del mignolo, al costo di 13
euro. Ecco il medicinale della discordia: si chiama Levonorgestrel (il nome commerciale è Norlevo), ma per
tutti è la pillola del giorno dopo. Da qualche settimana, dopo la delibera dell'Agenzia italiana del farmaco, è
possibile acquistarla senza ricetta se si hanno più di 18 anni. Lo stesso destino toccato qualche mese
prima a EllaOne, la pillola dei 5 giorni dopo. Oggi come ieri, la vendita libera del medicinale che si assume
dopo un rapporto non protetto per evitare una gravidanza fa discutere. È sicuro l'acquisto senza
prescrizione? Quali potrebbero essere le conseguenze? Disincentiva l'uso degli anticoncezionali?
Cerchiamo di capirne di più. LE FARMACIE NON POSSONO "OBIETTARE" E RIFIUTARSI DI VENDERLA
Iniziamo la nostra indagine proprio dalle farmacie, dove la pillola dovrebbe essere venduta. Ne scegliamo
10, da Torino a Napoli, tutte centrali e frequentatissime. «Chiediamo sempre la carta d'identità alle più
giovani» spiegano alla Crimi in Stazione Termini, a Roma. Aggiungono alla Farmacia Leone di Napoli: «Ne
abbiamo già distribuite una decina in 2 settimane, sono parecchie». Alla storica Ambreck di Milano
seguiamo in incognito Chiara, 17 anni compiuti anche se ne dimostra qualcuno in più. Vogliono vedere un
documento, che viene visionato da 3 persone diverse, le domandano se è proprio sicura di volerla e se sa
come funziona. La scena non dovrebbe stupire visto che viviamo nel Paese in cui il 46% dei farmacisti non
condivide la decisione dell'Aifa , come sottolinea un sondaggio della società Swg. «Noi non possiamo fare
obiezione di coscienza, abbiamo l'obbligo di vendere un medicinale» dice Paola Piumazzi, farmacista a
Milano, autrice del blog farmaciinpillole.blogspot.it. «Però mi sembra assurdo che serva la prescrizione per
un antinfiammatorio e non ci voglia per la pillola del giorno dopo. Anche perché vedo confusione,
soprattutto tra le under 20. In tante arrivano da me spaventate per una possibile gravidanza, ma non sanno
nemmeno come funziona l'ovulazione. Allora, oltre alla liberalizzazione per i medicinali, serve una
massiccia campagna di educazione sessuale». Ma c'è chi sottolinea, oltre alla possibile incertezza tra le più
giovani, anche i rischi medici e sociali. «La pillola del giorno dopo contiene alte dosi di ormoni, presa più
volte aumenta il rischio di trombosi venosa» dice Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma. «Per
non parlare del fatto che la disponibilità immediata in farmacia disincentiva l'uso del profilattico: passa il
messaggio che ora esiste una soluzione "tampone" e la prevenzione delle malattie sessualmente
trasmissibili viene relegata in secondo piano». È TRA I MEDICINALI DI CLASSE 1: PUÒ ESSERE USATA
DA CHIUNQUE Non tutti, però, sono d'accordo sui pericoli reali della pillola del giorno dopo. «L'Agenzia
italiana del farmaco non ha fatto altro che recepire la direttiva dell'Agenzia europea per i medicinali, che ha
reso libera la vendita di Norlevo proprio perché non ha controindicazioni» spiega Emilio Arisi, ginecologo e
presidente della Società medica italiana per la contraccezione. «L'Organizzazione mondiale della sanità
l'ha inserito tra le medicine di classe 1, ovvero quelle che possono essere usate sempre da chiunque, e
diversi studi clinici l'hanno confermato. Gli unici disturbi possibili sono dolore e gonfiore addominale. Certo,
si tratta di una contraccezione d'emergenza, quindi va usata come un'eccezione . Non bisogna abusarne
perché è un progestinico, un ormone che "lavora" sul sistema riproduttivo. Però, ribadisco, fare terrorismo è
sbagliato: corriamo più pericoli fumando una sigaretta al giorno». E i temuti rischi sul fronte della
prevenzione? «Non generiamo allarmismi» dice il professor Arisi. «Nei Paesi in cui la vendita della pillola
del giorno dopo è libera non abbiamo registrato un'impennata delle malattie sessualmente trasmissibili e
nemmeno una crescita nell'utilizzo. Le italiane, poi, sono coscienziose: nel nostro Paese se ne vendono
350.000 confezioni all'anno, in Francia si supera il milione. Visito centinaia di donne da anni e posso
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
DM INCHIESTA
30/03/2016
Pag. 51 N.15 - 5 aprile 2016
diffusione:195461
tiratura:272880
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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assicurare che chi si trova a dover ricorrere a questi strumenti poi diventa ancora più attenta e
responsabile». MA NON VA PRESA REGOLARMENTE COME CONTRACCETTIVO Ed è proprio la sfera
psicologica quella che viene spesso dimenticata in questi casi. « Chi cerca la pillola del giorno dopo vive
uno tsunami di dubbi e paure e non ha bisogno del giudizio spietato di farmacisti e medici » dice Francesca
Merzagora, presidente di Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna. «Consiglio alle ragazze
di non farsi intimorire e di ribadire che ora è un loro diritto ottenere questo prodotto. Qualche giorno fa una
donna ha chiamato i carabinieri perché un farmacista si rifiutava di vendere la pillola: spero che questo sia
un episodio estremo, ma sappiamo che un terzo dei professionisti fa resistenze. Ecco, a loro propongo
un'alleanza. Dobbiamo lavorare tutti insieme perché Norlevo ed EllaOne rimangano contraccezione
d'emergenza, dobbiamo informare ed educare i giovani sull'argomento. I nostri studi ci dicono che in Italia
una gravidanza su 5 è indesiderata: la tendenza va invertita, subito. Noi abbiamo lanciato il sito
www.sballatidisalute.it perché nel 2016 il sesso, l'amore e il concepimento non devono essere tabù. La
pillola del giorno dopo è un diritto, ma va sempre accompagnata con la prevenzione. Sono due strade
parallele: una crolla se non c'è l'altra». Alfred Buellesbach / Visum / Luz
2,5 %
è la percentuale di italiane che ha usato almeno 1 volta la contraccezione d'emergenza. Il 70% conosce la
pillola del giorno dopo, ma solo il 36% sa come si usa. FONTI: SOCIETÀ ITALIANA DI GINECOLOGIA E
HEALTH COMMUNICATION
LE 3 PILLOLE "SORELLE"
«Norlevo è il nome commerciale del Levonorgestrel, la pillola del giorno dopo » dice Emilio Arisi,
ginecologo e presidente della Società medica italiana per la contraccezione. «Posticipa l'ovulazione e
quindi impedisce la fecondazione. Va presa entro 72 ore dal rapporto non protetto ma la sua efficacia è
massima durante le prime 24. Qualche mese fa, invece, è stata liberalizzata la vendita di EllaOne, la pillola
dei 5 giorni dopo : il meccanismo è identico, ma va presa entro 120 ore. Infine, esiste la pillola abortiva , la
Ru486. Inibisce lo sviluppo dell'embrione e favorisce il distacco dell'endometrio, su cui si radica l'embrione.
Va presa in ospedale entro la settima settimana di gravidanza».
Foto: di FLORA CASALINUOVO scrivile a [email protected]
30/03/2016
Pag. 60 N.4 - aprile 2016
diffusione:60906
tiratura:118320
IL RE DEGLI ORMONI L'ORMONE DEI RE
Responsabile della virilità , il testosterone governa il desiderio sessuale, anche nelle donne. Ma non solo.
Quando cala, cambia la vita: ma si pu- rimediare
- Testo di Emmanuele A. Jannini * Il tuo collega di ufficio non lo riconosci più. Sembrava diventato il più pantofolaio di tutti; mai una volta che
avesse proposto qualcosa di innovativo e ora è un turbine di energia e di iniziative. Aveva messo su una
rotondissima pancetta e si è trasformato in un fisicaccio che va in palestra tre volte alla settimana e fa le
scale di corsa. Era angariato dagli altri colleghi mentre adesso impone la sua personalità su tutti. Ma
soprattutto pensa continuamente a fare l'amore, non più una volta al mese quando andava bene come un
tempo. Io so qual è il suo segreto. È il testosterone, l'ormone sessuale maschile per eccellenza; quello che
chiamo, con i miei pazienti, l'ormone dei re. Quel tuo collega non ne produceva abbastanza (era detto, per
questo, malato di ipogonadismo) e ora che il medico glielo ha prescritto ha cominciato ad assumerlo,
trasformandosi in un'altra persona. Una vera e propria - regale - resurrezione. UN LENTO DECLINO Non
c'è dubbio che il testosterone sia il responsabile ormonale della mascolinità, cioè di quell'insieme di aspetti
anatomici, fisiologici, psicologici e comportamentali che in una parola chiamiamo virilità (vedi box a pag.
64). Ma c'è di più. Il testosterone governa più di qualsiasi altra sostanza il desiderio sessuale, e non solo
nel maschio: una donna cui non funzionano le due ghiandole che lo producono, l'ovaio e il surrene, si vede
cadere in una drammatica perdita di ogni desiderio. Ma l'ormone è anche il fulcro su cui fa leva la stessa
volontà di alzarsi la mattina per affrontare la giornata, rispondere alle piccole e grandi provocazioni della
vita quotidiana, desiderare di crescere professionalmente, non permettere alla depressione di impadronirsi
dei nostri pensieri. Non dovrebbe essere difficile, quindi, capire quando per colpa dell'età o di altri motivi il
testosterone è troppo basso. Ma purtroppo non è così. Nella maggior parte dei casi di ipogonadismo (che
vuol dire appunto livelli di testosterone sotto la norma) non si verifica un declino improvviso, di cui ci si
rende conto perché oggi si è diversi da ieri. Quel che di frequente accade è un declino lento, sottile, infido.
Non se ne accorge il paziente, non lo avverte chi gli è intorno. E quando i sintomi sono tutti presenti ed
espliciti vengono di solito scambiati per inevitabili conseguenze dell'andropausa, dell'invecchiamento. C'è di
peggio. Gli obesi, coloro che soffrono di sindrome metabolica (un'associazione pericolosissima di vita
sedentaria, sovrappeso, ipertensione ed eccesso di grassi nel sangue) e gli stessi diabetici sono tutte
persone a elevato rischio di avere il testosterone patologicamente basso. Un rischio doppio, per essere
precisi. Non abbiamo ancora stabilito chi è l'uovo e chi la gallina: si diventa ipogonadici per colpa del
diabete o si aggrava il diabete per via l'ipogonadismo? Ma poco conta: assumere testosterone in questi
casi significa sostituire la massa grassa con la massa magra e migliorare il profilo glicemico dei diabetici.
L'ipogonadismo non significa solo profonda depressione, mancanza di desiderio e magari impotenza.
Significa un impressionante aumentato rischio di patologie potenzialmente fatali: dalle fratture patologiche
da osteoporosi, all'Alzheimer, all'infarto e ictus, fino anche al cancro della prostata. Ebbene sì: questo
tumore è più frequente in chi ha il testosterone basso, non il contrario, come qualche medico non
aggiornato continua ancora a pensare. Ecco perché quando ho scritto su questo argomento sul Journal of
Sexual Medicine ho intitolato il mio articolo scientifico: «Il testosterone è amico o nemico della prostata?». E
mi sono risposto che è certamente più amico che nemico! INIEZIONI, CEROTTI O GEL Che fare allora
quando si sospetta l'ipogonadismo? È molto semplice: si va dall'endocrinologo, il medico degli ormoni, del
metabolismo e della sessualità, che valuterà con l'attenzione dello specialista i livelli di testosterone e degli
ormoni correlati. E quando troverà il bicchiere vuoto, o mezzo vuoto, provvederà a riempirlo se non ci sono
controindicazioni, come la presenza di cancro della prostata o una funzione cardiovascolare estremamente
scaduta. E con cosa lo fa l'endocrinologo? Ma con il naturalissimo testosterone, identico e indistinguibile da
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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IL TUO CORPO
30/03/2016
Pag. 60 N.4 - aprile 2016
diffusione:60906
tiratura:118320
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 30/03/2016
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quello che normalmente produce un testicolo sano. La cosa interessante è che il testosterone può essere
assunto in molti modi: per bocca (ma si assorbe pochissimo se assieme non si mangia cibo grasso), in
iniezioni, in cerotti medicati o in gel che si spalma sulla pancia la mattina dopo la doccia. E che se viene
somministrato a chi ne ha davvero bisogno ha rischi ed IL TUO CORPO effetti collaterali estremamente
limitati e facilmente controllabili dal medico. Il problema è quando il bicchiere era pieno e si cerca di
riempirlo ancora: è il caso di chi ha normali livelli di testosterone e pretende di assumerlo cercando di
diventare superman. IL COMPLESSO DI ADONE Nato quindi come farmaco destinato agli uomini che di
ormone ne hanno troppo poco, il testosterone in farmacia si rivelerà una tentazione irresistibile per i
quarantenni e cinquantenni in difficoltà davanti ai primi segni del declino, sessantenni desiderosi di spararsi
le ultime cartucce, o addirittura adolescenti in cerca di una scorciatoia per sentirsi grandi. Sono uomini,
insomma, che hanno normalissimi livelli di ormone maschile ma che soffrono del complesso di Adone, il
semidio mitologico che incarnava la più pura bellezza maschile. Il complesso di Adone è la sindrome
emergente del maschio occidentale (soprattutto americano), identificata dagli psichiatri dell'Università di
Harvard dopo anni di ricerche e migliaia di interviste che dimostrano che molti maschi cercano
disperatamente di assomigliare agli inarrivabili modelli proposti dalla pubblicità e dal cinema, un po' per
natura, ma soprattutto perché i muscoli sono (forse) tutto quello che è rimasto loro in più rispetto alle
donna. Lo specchio del bagno, insomma, è un incubo per molti. E il testosterone è quel potentissimo
anabolizzante pericolosissimamente utilizzato dai culturisti e da atleti sia professionisti sia dilettanti per
sostituire la massa grassa con la massa magra. Peccato che ciò avvenga a prezzo della riduzione delle
dimensioni dei testicoli, che tornano a essere quelle di un bambino, di una sostanziale infertilità e di un
eccesso di globuli rossi nel sangue che può addirittura essere fatale. Ma attenzione: qui stiamo parlando di
persone normalissime dal punto di vista ormonale (sulla normalità psichica avrei qualche dubbio) che
assumono dosi equine di un ormone estremamente potente. Ma se da noi è l'eccezione, oltreoceano sta
diventando un'epidemia. ABUSARNE é MOLTO PERICOLOSO Chi per svogliatezza sessuale, chi per
mettere su molti muscoli in poco tempo, chi per sentirsi un John Wayne pistolero, la diffusione del
testosterone negli Stati Uniti è diventata veramente eccessiva. Il colpevole è prima di tutto un'industria
farmaceutica che non esorta ad andare dall'endocrinologo a controllare i livelli di testosterone (come
sarebbe più che giusto), ma ad assumerlo senza tante storie, con o senza l'aiuto di un medico
compiacente. In America, a differenza che da noi, è perfettamente legale la pubblicità sui farmaci. Ma lì c'è
anche una cultura della performance a tutti i costi, dell'eccellenza e della prestanza fisica, magari a scapito
di quella intellettuale e sentimentale. Di fronte a questo delirio di cremine e fialette di testosterone, che
quasi si vendono nei supermercati e che si ottengono comunque con grande facilità, ai poveri dottori
americani più allarmati non è rimasto che tentare la carta del terrorismo medico. Da un paio d'anni escono
infatti sulle riviste scientifiche articoli che prospettano rischi cardiovascolari per chi assume testosterone.
Che possono esserci è vero, ma soprattutto se chi lo assume non ne ha bisogno. Al contrario, sono
virtualmente assenti quando l'endocrinologo decide di prescriverlo a ragion veduta. Per questo l'Agenzia
europea del farmaco ha stabilito di non seguire gli americani nel cercare di terrorizzare la popolazione.
Anche perché da noi il testosterone si usa poco. In alcuni Paesi, come il nostro, anche troppo poco! Ed è
buffo, anche perché l'Italia produce un'incredibile quantità di dati scientifici internazionali sul testosterone e i
nostri endocrinologi sono opinion leader mondiali su questo argomento. Eppure ancora molti medici hanno
paura dei rischi del testosterone quando dovrebbero temere i rischi reali, e documentatissimi,
dell'ipogonadismo. A cominciare proprio dai problemi cardiovascolari e metabolici. IL RIMEDIO
NATURALE? FARE PIô SESSO Fin qui ho detto degli ipogonadici, cioè di veri e propri pazienti con
testosterone patologicamente basso. Ma c'è modo di far risalire naturalmente i livelli di testosterone che
magari si sono un po' abbassati, pur rimanendo ancora nella norma? Abbiamo scoperto con la mia équipe,
e pubblicato sulle riviste scientifiche anglosassoni, che più frequenti sono i rapporti sessuali, più alto è il
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livello di testosterone. Quello che conta, oltre alla frequenza dei rapporti, sono le aspettative: se l'idea di
avere un rapporto è gradita ed eccitante, il testosterone inizia a salire, se invece preoccupa scende. Fare
l'amore (e farlo bene), insomma, non solo fa bene all'amore, come dicono i foglietti dei cioccolatini, ma fa
fare (meglio) l'amore. Al contrario, non farlo col tempo riduce sempre più la voglia. Cattiveria della natura?
No, si tratta di un preciso meccanismo adattativo il cui scopo originario era quello di favorire l'attività
sessuale solo quando le condizioni erano più propizie. Così oggi il livello del testosterone cala (sempre
però rimanendo nei livelli normali) negli uomini sposati, o negli uomini la cui compagna aspetta un figlio,
perché se ne stiano buoni e fedeli, per risalire subito dopo un divorzio, quando bisogna rimettersi sul
mercato. E magari si ricomincia a far sesso dopo una lunga astinenza. Il sugo di tutta la storia è in due
semplici messaggi: per tenere alti i livelli del re degli ormoni è importante fare l'amore, e con segue a pag.
127 IL TUO CORPO_ TESTOSTERONE reciproca soddisfazione, visto che in una coppia armonica il
desiderio di uno si nutre del desiderio dell'altro. Se ci sono ostacoli a questa piacevolissima ricetta si corra
dal sessuologo medico per ottenere tutti gli aiuti necessari, anche farmacologici, per riprendere a far
l'amore. Se invece ci sono motivi per sospettare l'ipogonadismo si bussi allo studio dell'endocrinologo per
scoprire se veramente si ha bisogno dell'ormone dei re!Fondamentale per lo sviluppo fisico, sessuale e
affettivo È difficile sopravvalutare il testosterone, perché è un po' la quintessenza della mascolinità. È lui
che fin dalle prime settimane della vita fetale trasforma un embrione femminile in uno maschile, apponendo
un'impronta indelebile sul corpo dell'uomo che nascerà. Già, perché la Bibbia ha torto. Non fu creato prima
l'uomo, ma prima la donna. All'inizio della nostra vita fetale siamo tutti donne, e il testosterone è la
«costola» che trasforma in uomini quando i cromosomi sessuali sono XY, anziché XX come nelle donne.
Questo potentissimo ormone lascia il suo marchio anche sul cervello del nascituro, facendo sì che un
giorno penserà e si comporterà da maschio, anziché da femmina. Alcuni anni dopo la nascita, sarà di
nuovo il testosterone a far sì che la voce diventi più profonda, i muscoli si ingrandiscano, e i peli del corpo e
del viso crescano. Poi, per tutta la vita, il livello da 10 a 20 volte più alto di quest'ormone continuerà a
distinguere dal punto di vista biologico un uomo (nel quale viene prodotto dai testicoli) da una donna (nella
quale viene prodotto dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali). Ma se la donna ne produce, normalmente, di
meno, è provato che molti dei suoi tessuti siano assai più sensibili al testosterone di quelli maschili. È
questo sottile bilancio tra produzione e sensibilità al testosterone che distingue maschi e femmine dal punto
di vista psicologico e comportamentale, anche se la matassa di biologia e cultura è una delle più difficili da
dipanare Nell'uomo viene prodotto dai testicoli; durante la pubertà induce la maturazione sessuale e lo
sviluppo dei caratteri sessuali secondari Nella donna viene prodotto dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali
Dirige lo sviluppo dei genitali in senso maschile e contribuisce a determinare l'identità di genere Aiuta la
concentrazione, aumenta la sicurezza di sé, l'aggressività, migliora il tono dell'umore Rende la voce più
profonda Riduce il grasso corporeo Aumenta la densità ossea e contrasta l'osteoporosi Stimola la crescita
della barba e dei peli, ma può favorire la caduta dei capelli nei soggetti geneticamente predisposti Aumenta
la massa e la forza muscolare Aumenta l'appetito sessuale e la motivazione a competere per potersi
accoppiare, anche nella donna Migliora i parametri metabolici, dagli zuccheri ai grassi nel sangue
Foto: * Professore straordinario di endocrinologia e sessuologia medica, Dipartimento di medicina dei
sistemi, Università di Roma Tor Vergata
Foto: Un'immagine al microscopio elettronico dei tessuti del testicolo; è in questi organi che viene prodotto
il testosterone. CALA NEGLI UOMINI SPOSATI O LA CUI COMPAGNA ASPETTA UN FIGLIO, PERCHƒ
STIANO BUONI E FEDELI
VITA IN FARMACIA
12 articoli
30/03/2016
Pag. 5 Ed. Roma
diffusione:332893
tiratura:417702
Rischiano in nove per omissione d'atti d'ufficio Divieti Il prodotto è stato ritirato dal commercio solo dopo
l'intervento della procura La sostanza È la fendimetrazina una sostanza vietata negli Stati Uniti da almeno
25 anni
Il. Sa.
Si chiama fendimetrazina ed è una sostanza vietata da almeno 25 anni negli Stati Uniti. In Italia, invece,
un'inchiesta ha ricostruito che le cose sono andate diversamente fino al 2011. Che cioè questa sostanza ha
circolato liberamente, sotto forma di preparati galenici, senza che il ministero ne impedisse la vendita. É
stato il pm Francesco Dall'Olio a ottenere, nel corso delle sue indagini, il ritiro del prodotto dal commercio.
In seguito il pm ha richiesto di processo per nove persone, fra funzionari del ministero della Salute e
farmacisti rinviati a giudizio dal gip Giacomo Ebner per concorso in omissione di atti d'ufficio. Il loro
comportamento avrebbe favorito una sorta di tolleranza nei confronti di questo farmaco anoressizzante che
agisce sul sistema nervoso, che crea dipendenza e che può produrre effetti collaterali devastanti.
I nove sono accusati di non aver disposto controlli per evitare che venissero preparati in alcune farmacie
romane medicinali a base di fendimetrazina. E infatti: in base a un decreto legge del '90 la sostanza (come
tutti gli anfetaminici) doveva essere inserita nella tabella 1 degli stupefacenti. Un passaggio obbligatorio per
le molecole che agiscono sul sistema nervoso centrale, eppure mai compiuto dagli uffici della direzione dei
farmaci. Nella complessa catena delle mansioni ministeriali, il controllo sull'aggiornamento periodico della
tabella spettava all'ufficio stupefacenti. Che, per l'accusa, non avrebbe mosso un dito.
Tra gli altri, è stato rinviato a giudizio l'ex comandante dei carabinieri del Nas nella Capitale, Marco Datti,
tre farmacisti, due responsabili dell'ufficio Vigilanza farmacie delle Asl Roma A e C, e due dirigenti
dell'ufficio VIII del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco e Diego Petriccione. Prosciolta dalla stessa
accusa Marcella Marletta, già direttore pro tempore della Direzione Generale dei dispositivi medici del
ministero.
Le indagini sul regime ambiguo di cui ha beneficiato il farmaco non sono chiuse. La fenilpropanolamina uguale all'altra - ha circolato (e provocato alcuni decessi) fino all'estate 2015, quando il ministero ha deciso
di inserirla nella tabella dei farmaci proibiti. L'ipotesi è che anche qui si sia trattato di un colpevole ritardo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Pubblicità choc Firmata da Oliviero Toscani contro l'anoressia
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Fuorilegge farmaci contro l'appetito, chiesto il processo
30/03/2016
Pag. 5 Ed. Brescia
diffusione:332893
tiratura:417702
Farmacia Caponati La Loggia valuterà il progetto di ristrutturazione
Autorizzazioni a procedere: zero. La petizione era stata spedita alla Loggia in posta prioritaria: 130 firme in
allegato e l'oggetto nelle prime tre righe. «L'ex farmacia Caponati di corso Garibaldi 19 sarà trasformata in
un bar». Al posto dell'adesivo «Negozio storico» appiccicato alle vetrine ci metteranno l'insegna di un
kebab «e stanno rovinando gli affreschi», ha detto Domenico Positano Di Donna, l'amministratore del
palazzo. Lo spazio sarebbe stato preso in affitto da pakistani che «vogliono mettere una vetrina di acciaio al
posto di quella di legno autentica». La risposta della Loggia è arrivata in una nota. Alla lettera: «Qualora il
titolare del contratto di affitto avesse intenzione di insediare un pubblico esercizio (bar), il cambio d'uso, a
oggi non richiesto, sarà soggetto a valutazione e, se conforme alle norme, al rilascio di un permesso di
costruire. Non ci sono affreschi». In corso Garibaldi hanno fatto sopralluoghi i tecnici del Comune e Polizia
per fermare i lavori. Di Donna ha trovato un documento firmato dal ministero della Pubblica istruzione in cui
si parla di un vincolo: «L'immobile non ha vincolo diretto. Resta in vigore l'obbligo di mantenimento
dell'insegna, delle vetrine e della facciata, che non sono state toccate» fa sapere la Loggia. (a.tr.)
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Lavori in corso Garibaldi
30/03/2016
Pag. 1 Ed. Firenze
diffusione:237405
tiratura:336211
Nuovo caso donna 58enne ricoverata a Empoli
(m.v.)
A PAGINA IX MENINGITE, stavolta è una donna di 58 anni residente a Santa Croce sull'Arno a finire
all'ospedale. È ricoverata al San Giuseppe di Empoli ed è accertato che si tratta di meningococco di tipo C.
A destare la sorpresa degli stessi sanitari però è stato il fatto che la donna si era vaccinata il 2 marzo
scorso. Poco meno di un mese fa.
Com'è possibile? Le settimane trascorse porterebbero ad escludere l'ipotesi che il vaccino non abbia avuto
il tempo di dispiegare i suoi effetti, anche se l'arco temporale può allungarsi in funzione dell'età. A parere
dei sanitari, del resto, l'inattività sarebbe piuttosto da mettere in relazione con la situazione clinica generale
della signora, che avrebbe finito con l'ostacolare l'efficacia del vaccino: «Un pur piccolo numero di persone,
intorno all'1-3%, non risponde adeguatamente al vaccino per costituzione genetica o per malattie
concomitanti, cosa che sarà studiata anche nel caso specifico», si dice non a caso nella nota ufficiale
diffusa dall'Asl.
E l'assessore alla salute della Regione Stefania Saccardi può dunque rinnovare l'appello, visto che nelle
ultime settimane le prenotazioni sono via via diminuite: «Contro la meningite, il vaccino è l'unica misura di
prevenzione veramente efficace, è sicuro e non ha controindicazioni».
La donna si era presentata ieri al pronto soccorso e subito erano scattati gli accertamenti. Adesso si trova
ricoverata nel reparto di terapia intensiva e le sue condizioni sarebbero gravi. Il dipartimento di prevenzione
di Empoli ha attivato le procedure per l'inchiesta epidemiologica e per la profilassi: chi fosse stato alla
messa notturna di sabato 26 marzo nella chiesa di Massarella, e a una cena del gruppo carnevalesco La
Lupa di Santa Croce il 19 marzo, può rivolgersi al proprio medico o alla Asl.
Si tratta di un nuovo caso nella fascia d'età oltre 45, limite della gratuità del vaccino fino all'8 febbraio
scorso. Estesa poi a tutta la popolazione della Toscana centrale. Due giorni fa, sempre a Empoli, è stato
ricoverato un 27enne di Montelupo. E in poco più di un mese, tra Firenze e Pisa, i casi di meningite C sono
stati 4. Il conto toscano sale così nel 2016 a 18: di questi, 16 da meningococco C. Le morti dal primo
gennaio sono 4, tutte riconducibili al gruppo C. Mentre nell'intero 2015 i decessi erano stati 7.
È un'avanzata che sembra non fermarsi e l'assessore Saccardi insiste: «Tutte le Asl hanno scorte
sufficienti e i medici di famiglia collaborano», dice l'assessore. Rivolgendosi ai giovani: «Non è possibile
rendere obbligatorio il vaccino - dice Saccardi - però io mi sento di rivolgere nuovamente l'invito a
vaccinarsi, soprattutto ai giovani 11-20 anni. Anche se i casi recenti riguardano persone di età superiore, la
letteratura dimostra che sono i giovani i più colpiti. E che il meningococco C è stato debellato vaccinando a
tappeto i giovani». (m.v.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: UN NUOVO CASO Una donna di 58 anni è ricoverata all'ospedale di Empoli: è stata infettata dal
meningococco C
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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LA MENINGITE
30/03/2016
Pag. 1 Ed. Palermo
diffusione:237405
tiratura:336211
Chemio killer nuove accuse a medici e infermieri
ROMINA MARCECA
A PAGINA VI Le indagini sulla morte di Valeria Lembo devono continuare.
Lo ha disposto nelle motivazioni della sentenza il giudice Claudia Rosini rinviando gli atti del processo,
conclusosi a dicembre, alla procura per continuare le indagini nei confronti di due condannati e di una
testimone. Valeria Lembo venne uccisa per una chemio killer che le venne somministrata nel dicembre del
2011 nel reparto di Oncologia medica del Policlinico di Palermo. Una catena di errori scatenata da uno zero
in più in cartella. «Un assassinio», lo ha definito nella sentenza la giudice Rosini che ha anche scritto: «Le
massime condanne appaiono persino tropo miti rispetto alla gravità delle condotte». Per l'ex primario del
reparto di Oncologia medica del Policlinico Sergio Palmeri, condannato a 4 anni e 6 mesi, e per la oncologa
Laura Di Noto, condannata a 7 anni, la giudice ha chiesto che si indaghi per «falsità ideologica in atto
pubblico».
Claudia Rosini si è soffermata sulla menzogna che il primario e la sua dottoressa dissero alla famiglia
riguardo alla dose sbagliata. «E' stata iniettata una dose in più», comunicò Palmeri ai genitori della Lembo
preoccupati per la figlia, tacendo la verità.
Le dosi in più invece erano dieci: 90 e non 9 milligrammi di vinblastina. «Nella loro qualità di pubblici
ufficiali Palmeri e Di Noto si sono adoperati per occultare dolosamente quanto avvenuto», scrive la Rosini. I
due medici hanno commesso il reato di falsità ideologica, secondo la giudice, «omettendo di riportare sulla
cartella la somministrazione erronea effettuata». Inoltre, hanno mentito a Valerla Lembo, quando le hanno
detto che i suoi malori erano legati ai «normali postumi della chemio». Infine, scrive la Rosini, i due medici
«hanno omesso la segnalazione di quanto accaduto alla direzione sanitaria per giorni e sino a quando ciò
non fu più possibile». E, in tutto, questo, sottolinea la giudice che ha utilizzato parole dure per tutti e cinque
i condannati del processo, il medico Palmeri «neppure esitò di farsi nominare primario pur nella piena
consapevolezza dell'enormità di quanto commesso qualche giorno prima».
Per «falsa testimonianza», invece, secondo la giudice, deve essere indagata Anna Basile, la caposala del
reparto nel quale venne commesso il «madornale errore». La donna, sentita come teste durante il
processo, non ha saputo spiegare perché fece quella richiesta di 8 fiale in farmacia «dimostrando
chiaramente - ha scritto nelle motivazioni la Rosini - di stare riferendo il falso. Ne consegue che fece quella
richiesta, invece, quando acquisì conoscenza di quanto farmaco c'era in reparto e di quanto ne occorreva
alla infermiera per la somministrazione alla paziente».
LE TAPPE
MARZO 2016 Il giudice dispone il rinvio alla procura degli atti: "l'indagine deve continuare" DICEMBRE
2015 Per l'errore vengono condannati due oncologi e uno specializzando DICEMBRE 2011 Valeria Lembo
muore a causa di una dose 10 volte superiore di chemio
www.poliziadistato.it www.carabinieri.it PER SAPERNE DI PIÙ
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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IL PROCEDIMENTO
30/03/2016
Pag. 13 Ed. Roma
diffusione:237405
tiratura:336211
Non fermarono la vendita del farmaco killer a processo in 9
Toglie l'appetito, morte 2 persone Alla sbarra ex comandante del Nas
GIUSEPPE SCARPA
L'EX comandante dei carabinieri del Nas di Roma, Marco Datti, tre funzionari del Ministero della Salute, tre
farmacisti e due dirigenti dell'Asl, sono coinvolti nello scandalo della fendimetrazina. Una sostanza
anoressizzante utilizzata in passato con estrema disinvoltura da parte degli endocrinologi come farmaco
per far dimagrire. Un prodotto però pericoloso per la salute e che, a partire dal 24 gennaio 2000, fu vietato
per legge. Accade però che chi doveva vigilare, accusa la procura, affinché la fendimetrazina non venisse
più commercializzata, non lo fa. Ed è per questo che ieri, in nove, sono finiti sotto processo, rinviati a
giudizio per omissione in atti d'ufficio.
Una vicenda delicata perché negli anni a causa di questa sostanza, in grado di diminuire l'appetito agendo
sui centri nervosi della fame, sono morte diverse persone. Due nello specifico vengono indicate nel capo
d'imputazione. Luigi Marzulli e Ombretta Rubeghi stroncati all'improvviso dopo l'assunzione della
fendimetrazina prescritta dai loro medici, nonostante fosse fuorilegge, e preparata, per il pm Francesco
Dall'Olio, da farmacisti conniventi. Tre di loro, gli autori materiali di questi cocktail micidiali venduti a
Marzulli e Rubeghi tra il 2008 e il 2011, sono stati rinviati a giudizio per omissione in atti d'ufficio. Lo stesso
reato è stato contestato al capitano Datti, al vertice del Nas a Roma fino al settembre del 2013, ma con dei
profili differenti. La sua responsabilità, per la procura, è stata quella di aver "omesso di espletare controlli
volti a verificare che non venissero eseguiti preparati galenici da parte di farmacisti e dottori". Anche tre
dirigenti del ministero della Salute non si sarebbero "attivati" per promuovere la vigilanza. I due dirigenti
dell'Asl, invece, i controlli li avrebbero fatti ma non si sarebbero resi conto di niente: "Nel corso di varie
attività ispettive - scrive il pm sul capo d'imputazione - omettevano di segnalare diverse farmacie che
provvedevano alla preparazione di preparati magistrali a base di fendimetrazina". Il processo si aprirà il 13
luglio. ©RIPRODUZIONE RISERVATA www.roma.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: IL MEDICINALE La fendimetrazina fu vietata per legge dal 24 gennaio 2000, era utilizzata come
sostanza anoressizzante
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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L'inchiesta
30/03/2016
Pag. 26 Ed. Bologna
diffusione:107763
tiratura:138399
«I vaccini sono indispensabili, hanno debellato molte malattie»
- CASTEL GUELFO- UN DIBATTITO interessante, mai banale, senza polemiche ma non scontato, sulla
vaccinazioni in consiglio comunale. Purtroppo, forse a causa dell'orario serale, l'evento non ha avuto il
grande pubblico che ci si poteva aspettava, soprattutto perché, come ha ribadito il sindaco Cristina
Carpeggiani, «sia io, sia l'assessore Anna Venturini, che ha la delega alla sanità, abbiamo deciso tempo fa
di pianificare e organizzare questa serata, proprio in virtù delle diverse richieste da parte di molti neo
genitori di affrontare questa problematica molto sentita». L'incontro si è aperto con le parole di Roberto
Rangoni, responsabile della Prevenzione malattie infettive della Ausl di Imola e della dottoressa Elisabetta
Valenti, medico pediatra della stessa Ausl. Il dibattito si è subito acceso con obiezioni da parte di coloro
che, magari a seguito del passaparola tra amici, conoscenti e delle tante informazioni che si possono
trovare ora in Rete, hanno espresso diversi dubbi sulla sicurezza dei vaccini, sul problema delle varie
complicanze e sul terreno dei calcolo rischi/benefici. «INDUBBIAMENTE - ha controbattuto Rangoni - la
medicina non è una scienza esatta ma empirica, nulla è mai privo di rischi ma è grazie ad una massiccia
campagna di vaccinazione che oggi in Italia, e nel resto dei Paesi occidentali, possiamo dire di aver quasi
debellato molte malattie infettive quali poliomielite, epatite, meningite ecc.. Spesso l'obiezione che mi viene
rivolta è 'Ma perché devo vaccinare mio figlio per malattie che quasi non esistono più?' Ecco, il guaio sta
proprio qui. I vaccini sono vittime del loro successo». Elisabetta Carbonari
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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CASTEL GUELFO NELLA SALA CONSIGLIARE INCONTRO-DIBATTITO SUI VANTAGGI E I BENEFICI
30/03/2016
Pag. 12 Ed. Ferrara
diffusione:107763
tiratura:138399
CARO CARLINO, vorrei ringraziare per la professionalità e l'umanità dimostrata nei miei confronti durante il
ricovero ospedaliero nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Cona, con intervento chirurgico alla
colonna vertebrale, zona cervicale, il dottor Cavallo, il dottor De Bonis, la coordinatrice, il personale
infermieristico e Oss. Un ulteriore ringraziamento al prof. Granieri, neurologo, al coordinatore e personale
infermieristico della piastra ambulatoriale 1E1, che in questo particolare momento della mia vita mi sono
stati vicini. Io credo nella buona sanità. Marco Marchetti ******* CARO CARLINO, sono affetto da una grave
malattia e per questo in cura con una medicina che purtroppo viene distribuita solo dalla farmacia
ospedaliera di Cona. Considerato che la farmacia ha una sede presso il vecchio sant'Anna e che sono
invalido, ho difficoltà a recarmi a Cona: viste le file per ritirare il farmaco, anche di tre ore, sottratte al mio
lavoro, ho chiesto di poterlo ritirare al vecchio ospedale, per me più comodo. La farmacista mi ha però
risposto che, sentita la sua referente, questo non era possibile per motivi organizzativi. Chiedo al direttore
dell'ospedale quali siano i motivi per cui debbo obbligatoriamente recarmi a Cona per il farmaco salvavita.
m. b. **************** DUE facce della stessa medaglia; da un lato umanità e professionalità, dall'altro - pur
confidando nella buona fede di chi ha risposto «no» al nostro lettore - una macchina organizzativa che non
tiene conto dei singoli casi, quindi disumanizzata. Speriamo che qualcuno possa aiutare m. b. a patire
meno disagi.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Tra buona sanità e burocrazia
30/03/2016
Pag. 5 Ed. Rovigo
diffusione:107763
tiratura:138399
Tentato furto alla farmacia «Tre colombine» Caccia a quattro malviventi
Ancora ladri in azione in via Baruchello. Nella notte tra sabato e domenica ad essere presa di mira è stata
la farmacia «Tre colombine». Erano circa le 23.30 quando 4 persone incappucciate si sono avvicinate alla
porta d'entrata della farmacia ed hanno iniziato a prenderla a calci, aiutandosi con una spranga. Un
tentativo portato avanti per circa quindici minuti ed integralmente immortalato dalla telecamera interna del
negozio. I malviventi, dopo aver tentato in tutti i modi di farsi strada, probabilmente per paura di essere
scoperti da qualche passante, hanno deciso di andarsene senza portare a termine il colpo. Hanno prima
però tagliato i fili della telecamera che si trova all'esterno della farmacia e se la sono portata via, pensando
forse di far perdere ogni traccia del loro passaggio. Ad accorgersi del tentato furto i proprietari la mattina
seguente. «L'allarme non ha suonato - spiega la dottoressa Maddalena Zanetti - i ladri infatti non sono
riusciti ad entrare. Ma abbiamo subito lo stesso ingenti danni. Ci hanno infatti distrutto il portone d'ingresso
e si sono portati via anche la telecamera esterna. E' la seconda volta che tentano di entrare in pochi mesi,
nonostante ci siano telecamere e allarme. Non solo. Abbiamo anche il servizio di vigilanza e le volanti della
polizia tengono sotto controllo la zona. Ma tutti questi accorgimenti non sembrano fermarli. Ora,
potenzieremo ulteriormente l'impianto di allarme e quello di video- sorveglianza. Ma ci sentiamo davvero
ormai poco sicuri, anche se siamo a due passi dal centro». I quattro sono scappati a bordo di una vettura di
grossa cilindrata. Roberta Merlin
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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CRIMINALITA'
30/03/2016
Pag. 6 Ed. Ancona
diffusione:107763
tiratura:138399
GENETICA oncologica e ricerca su studi clinici innovativi. Si muove prettamente su questo asse la nuova
direzione della Clinica di Oncologia dell'azienda 'Ospedali Riuniti' di Ancona. Finita l'epoca del professor
Stefano Cascinu, Politecnica delle Marche e Direzione generale hano deciso di puntare su una figura
interna di elevato spessore. Dal primo dicembre scorso la clinica è guidata da Rossana Berardi, 42 anni,
originaria di Corigliano Calabro, ma ad Ancona da una vita. Per lei parla il suo curriculum: professore
associato in Oncologia medica, direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia, direttore del Centro
di Riferimento Regionale di Genetica Oncologica e Vice Direttore del Dipartimento di Scienze Cliniche e
Molecolari. Professoressa Berardi, com'è ereditare il ruolo guida alla clinica dalle mani del professor
Cascinu? «Una grande responsabilità. Avendo lavorato a stretto contatto col professore per ben tredici
anni, tuttavia, ho acquisito le conoscenze necessarie per un simile incarico. Ho lavorato anche col
professor Cellerino prima, due riferimenti di assoluta grandezza. Grandi professionisti con spiccate doti
umane». Dunque ha già a le idee chiare sul da farsi? «Sì, sono pronta e preparata. Di base sono una
ricercatrice, ma questo nuovo ruolo mi consentirà di rimettere al centro delle cure il paziente». Sotto il
profilo operativo, quali le novità del nuovo corso? «Abbiamo già presentato il progetto Pink Room dedicato
alle donne; l'obiettivo è promuovere l'assistenza oltre le terapie, esplorare il vuoto terapeutico del nostro
settore». Come si esplicita tutto questo? «Terapie innovative, ancora sperimentali, ma che potranno fornire
risposte di alta qualità nella cura di molte patologie complesse». Ad esempio? «La genetica oncologica che
si occupa dei tumori eredofamiliari: identificare, nelle famiglie a più alto rischio, geni che possano essere
trasmessi e quindi predisporre all'insorgenza di tumori». Sui nuovi studi clinici che ci dice? «Potremo offrire
la possibilità ai pazienti oncologici di accedere a nuovi farmaci attraverso l'inserimento in studi sperimentali.
Siamo inoltre attivi sul fronte dei fondi europei. Proprio poche settimane fa l'Ue ha premiato un mio progetto
sul mesotelioma pleurico, affidando alla nostra struttura 700mila euro per studiare una terapia nuova». Una
partenza ideale? «Il momento storico è perfetto: il rettore Longhi è molto attento, il Direttore generale è un
innovatore, la Regione ci è vicina e la rete marchigiana degli oncologi non più un sogno».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Giovane e donna: «Così a Torrette curiamo il cancro»
30/03/2016
Pag. 9 Ed. Pesaro
diffusione:107763
tiratura:138399
SI ALLARGA la fascia di distribuzione dei farmaci ai pazienti esterni dell'ospedale di Pesaro. Chi deve
ritirare presidi medici obbligatoriamente distribuiti dalla farmacia interna del San Salvatore, chi è stato
dimesso, oppure ha effettuato una visita ambulatoriale e deve prendere i farmaci ordinati in ospedale, ora
può contare su una apertura del servizio molto più ampia rispetto al passato: dal lunedì al venerdì dalle
9.30 alle 14, e dalle 14.30 alle 16. Sabato il servizio resta in funzione al mattino, dalle 9.30 alle 13.30. Ad
annunciarlo Stefano Bianchi, direttore della farmacia da settembre: «L'ampliamento degli orari - spiega - ci
consentirà di dare agli utenti maggiori informazioni sulla corretta somministrazione dei medicinali prescritti,
eventuali interazioni farmacologiche e di rispondere ad ogni altra richiesta sulla terapia prescritta».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Farmacia in ospedale, prolungati gli orari
30/03/2016
Pag. 7 Ed. Prato
diffusione:83019
tiratura:109970
PRATO DOPO il «coprifuoco» arriva il servizio di vigilanza. L'escalation di rapine che ha colpito le farmacie
della città e in particolare quella di piazza Mercatale (tre in un mese e mezzo) ha convito i vertici aziendali a
correre ai ripari e così da qualche giorno all'interno della farmacia di piazza Mercatale c'è una guardia
giurata per controllare ed evitare che qualche malintenzionato si presenti nuovamente al bancone della
farmacia per l'incasso della giornata. È la prima volta che succede in città che le farmacie decidano di
dotarsi di un vigilante per garantire la sicurezza a chi lavora all'interno e non è certo un segnale
rassicurante. DOPO le tre rapine subite, la direzione aziendale aveva deciso di diminuire l'orario di apertura
del servizio al bancone che per due settimane ha chiuso alle 20 invece che alle 22. Adesso è stato deciso
di tornare al vecchio orario, ma con i vigili giurati a garantire sicurezza. «È la prima volta che ci capita una
situazione come questa - commenta la responsabile della farmacia di pazza Mercatale - Abbiamo chiuso
per due settimane alle 20 invece che alle 22 in attesa di organizzarci. Adesso siamo tornati all'orario di
sempre ossia con il servizio al banco fino alle 22, ma ci siamo dotati di un servizio di vigilanza interno. Non
avevamo mai avuto problemi, è la prima volta che ci troviamo di fronte a questa situazione». L'ULTIMO
episodio risale soltanto a due settimane fa con i rapinatori che armati di trincetto e coltello hanno portato via
l'incasso. Un clima incandescente che genera ansia tra i farmacisti della città tanto che il tema delle rapine
in farmacia all'orario di chiusura è stato oggetto anche di una serie di incontri in Comune con l'assessore
Biancalani e dal prefetto per chiedere maggiori controlli in maniera da scoraggiare rapinatori e malviventi.
Silvia Bini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Troppe rapine, le farmacie si blindano Vigilantes all'interno contro i ladri
30/03/2016
Pag. 19 Ed. Imperia
diffusione:49386
tiratura:65704
Roverino, cresce la collaborazione tra Comune e comitato di quartiere
VENTIMIGLIA. Cresce la collaborazione tra l'amministrazione e il Comitato di quartiere di Roverino. E dopo
l'apertura della farmacia, attesa da pi ù di trent'anni, si stanno valutando altre iniziative. Lo annuncia la
consigliera comunale democratica Patrizia Acquista (foto): «Sono soddisfatta per l'apertura della " Farmacia
Roja " . Da pi ù di un anno ho seguito le fasi amministrative e burocratiche che hanno preceduto questo
risultato. Dai vari incontri in Regione, con ancora l'amministrazione Burlando, ad oggi - spiega - tutte le
istituzioni hanno dato il massimo dopo la presentazione di un ricorso che ha bloccato la procedura.
L'assegnazione è decennale e non è prevista alcuna modifica prima di questa scadenza » .
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 30/03/2016
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DOPO LA FARMACIA , ALLO STUDIO NUOVE INIZIATIVE
PROFESSIONI
2 articoli
30/03/2016
Pag. 30
diffusione:174381
tiratura:249918
Il doping diventa mentale con la stimolazione transcranica
PAOLA MARIANO
n La prossima frontiera del doping potrebbe essere «mentale»: alcuni test su campioni di snowboard
mostrano, infatti, la possibilità di «pomparne» le abilità, stimolando il cervello in modo soft con una tecnica
già sperimentata, la stimolazione transcranica a corrente diretta. Secondo quanto ha pubblicato «Nature»,
un gruppo di atleti della «US ski and snowboard association» ha visto migliorati equilibrio, co- ordinazione e
potenza nel salto dopo un ciclo di sedute con la stimolazione: a eseguirla gli specialisti del team «Halo
Neuroscience» di San Francisco. La tecnica invia al cer vello un'impercettibile corrente di bassa intensità
tramite elettrodi applicati sulla testa simili a quelli dell'elettroencefalogramma: si determinano così variazioni
prolungate dell'attività cerebrale. La semplicità, l'assenza di effetti avversi e la persistenza degli effetti
hanno moltiplicato le sperimentazioni cliniche con la stimolazione, per esempio nella riabilitazione post-ictus.
Ma la «Halo» l'ha applicata per la prima volta su individui sani, gli atleti, appunto. Obiettivo: «allenare» le
loro performance, dalla precisione ai riflessi, tutte caratteristiche fondamentali per sfrecciare a 100 all'ora
sul terreno di gara. Il gruppo di neuroscienziati ha sottoposto per quattro volte alla settimana (e per due
settimane di seguito) quattro saltatori a un ciclo di stimolazione: al termine delle «sedute» la potenza del
salto è quasi raddoppiata (+70%), così come la coordinazione (+80%), rispetto al gruppo placebo. Ma
questo è solo l'inizio: ora si pensa di estendere la tecnica per diminuire il senso di fatica percepito dagli
atleti in tanti sport.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 30/03/2016
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tutto SCIENZE &salute/MEDICINA
30/03/2016
Pag. 19
diffusione:115363
tiratura:148885
Vacchi-Boccia rush finale
Si alzerà domani il sipario sul prossimo presidente dell'associazione degli industriali
ROMA Si alzerà domani il sipario sul prossimo presidente di Confindustria. A due giorni dal voto a scrutinio
segreto dei 198 membri del Consiglio generale, per i due candidati in corsa, il bolognese Alberto Vacchi e il
salernitano Vincenzo Boccia, si prospetta un finale al fotofinish. Il distacco tra i due imprenditori rimasti in
gara, dopo il ritiro di Aurelio Regina e di Marco Bonometti, appare minimo. Si andrà, dunque, alla conta dei
voti e non è da escludersi una vittoria sul filo di lana, così come avvenne, nel 2012, nella partita tra Giorgio
Squinzi e Alberto Bombassei. Nuove regole per l'elezione del presidente, lungo silenzio stampa per i
candidati, dichiarazioni di voto non in sintonia con quelle ufficiali di alcune categorie o associazioni del
sistema confindustriale hanno caratterizzato questa tornata elettorale iniziata, un po' a sorpresa, con ben
quattro candidati. Ora sia Regina che Bonometti, uscito di scena non senza polemiche, hanno scelto di
appoggiare Vacchi, industriale metalmeccanico alla guida dell'Ima e leader degli imprenditori bolognesi.
Vacchi, visto come il candidato della discontinuità che piace alla Fiom e a Romano Prodi, può contare
anche sull'appoggio di Gianfelice Rocca e della sua Assolombarda, e, stando ai rumors , dei past president
Luca Cordero di Montezemolo e Antonio D'Amato. A suo favore, poi, l'Emilia Romagna, a eccezione di
Reggio Emilia, Federmeccanica, Ucima, Farmindustria, Federacciai, i Giovani di Assolombarda e
dell'Emilia, il Molise, le territoriali di Monza e Brianza, Bergamo, Pavia, Como, Padova, Treviso, Pordenone,
Udine, Belluno, Ancona e Pesaro, Cremona, Napoli e Firenze. Boccia, considerato il candidato della
continuità, avrebbe tra i suoi sponsor il past president e numero uno dell'Eni, Emma Marcegaglia. A suo
favore la Piccola Industria, gran parte del Sud, Sicilia e Sardegna, i Giovani imprenditori, la filiera della
carta, l'Anie, diverse territoriali della Toscana e meridionali, Lecco, Sondrio, Reggio Emilia, Verona,
Venezia, Rovigo, Vicenza, Mantova, il Piemonte, la Liguria e la Valle d'Aosta. Le sfide che attendono il
vincitore sono tante: dalla riconquista di un ruolo primario sui tavoli con il governo, alla definizione di nuove
relazioni industriali con i sindacati, dal destino del Sole 24 Ore fino al rinnovamento interno. Gli staff dei due
candidati, pur facendosi forti di un ottimismo di facciata, iniziano ad aver certezze sempre più fragili, e
affilano le unghie. Su 198 consiglieri generali che voteranno il nuovo presidente, una quindicina sarebbero
ancora indecisi. È finito anche il fair play di facciata che aveva visto Vacchi e Boccia abbracciarsi il 17
marzo quando resero pubblici i rispettivi programmi ai grandi elettori in viale dell'Astonomia. La votazione
decisiva inizierà alle 10 del mattino, con due "chiame" nominali in tutto simili a quelle del Parlamento, ed
entro 90 minuti dovrebbe tutto essere finito. Poi scrutinio palese e applauso al primo che raggiunge la
maggioranza, fissata attorno a quota 100. Vincenzo Boccia sembrerebbe avere ancora un leggero
vantaggio: una decina di voti, ma con 15 indecisi, non sono molti. ANSA CENTIMETRI
Gli schieramenti degli industriali Il voto per i due candidati alla presidenza dichiarato dalle principali
organizzazioni e associazioni territoriali (mappa per regione con le eccezioni provinciali) Piccola Industria
Giovani Imprenditori Assografici Assocarta Federorafi Anima Anicav Confindustria Ceramica Ucima
Farmindustria (Dompè) Federmeccanica Federacciai per BOCCIA per VACCHI voto incerto 1. VALLE
D'AOSTA 4. TRENTINO ALTO ADIGE 6. FRIULI 2. LOMBARDIA Lecco Legnano Mantova Sondrio 15.
TOSCANA Firenze 16 .LAZIO opzione di Aurelio Regina, che però lascia libero il voto 9. ABRUZZO Chieti
Pescara 10. UMBRIA 13. CALABRIA 14. PIEMONTE 20. BASILICATA 17. SARDEGNA 18. SICILIA 11.
MOLISE 12. PUGLIA 3. VENETO Belluno Padova Treviso 19. CAMPANIA Napoli Benevento 5. LIGURIA
Genova 18 12 13 20 9 11 10 14 16 1 15 5 17 6 7 4 19 2 3 8 8. MARCHE Ancona Pesaro Urbino 7. EMILIA
ROMAGNA Ravenna Reggio Emilia
Foto: Vincenzo Boccia
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 30/03/2016
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Confindustria.
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PROFESSIONI - Rassegna Stampa 30/03/2016
diffusione:115363
tiratura:148885
30/03/2016
Pag. 19
Foto: Alberto Vacchi
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