PROGRAMMA GEOGRAFIA ECONOMICA IDONEITA’ CLASSE V INDICE • UNITA’ 1 Paesi industrializzati e sottosviluppati…………………..3 • UNITA’ 2 America: caratteristiche fisiche, climatiche idrografiche e presenza umana………………………………………….8 • UNITA’ 3 Caratteristiche fisiche sociali ed economiche di: Canada, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Cile……………20 • UNITA’ 4 Asia: caratteristiche fisiche, climatiche idrografiche e presenza umana…………………………………………44 • UNITA’ 5 Caratteristiche fisiche economiche e sociali di: Giappone, Cina, India…………………………………..47 • UNITA’ 6 Africa: caratteristiche fisiche, climatiche idrografiche e presenza umana…………………………………………56 • UNITA’ 7 Caratteristiche fisiche sociali ed economiche di: Marocco, Libia, Egitto, Nigeria……………………………………62 UNITA’ 1 PAESI INDUSTRIALIZZATI E SOTTOSVILUPPATI La questione nasce ufficialmente all’epoca della conferenza di Bandung (Giava, 1955) che definì paesi del Terzo Mondo quelli che non appartenevano né all’Occidente industrializzato né al blocco orientale guidato dall’URSS. Oggi il termine di Terzo Mondo non corrisponde più alle esigenze di comprensione della situazione mondiale. Le realtà sono infatti assai più complesse, in ogni continente e subcontinente. Si preferisce così parlare di paesi sviluppati e di paesi sottosviluppati, o in via di sviluppo. L’idea di sviluppo è un’idea piuttosto recente ed è un’idea che è legata allo sviluppo del sistema capitalistico, cioè al processo di industrializzazione che è venuta maturando in Europa a partire dalla fine del Settecento. Tale idea è intrinseca a quella di evoluzione, cioè alla concezione per cui la società si evolve attraverso una serie di stadi. La definizione di paese sottosviluppato è ovviamente relativa e si riferisce ad una vasta gamma di caratteristiche economiche, demografiche, sociali e politiche che non possono venire attribuite in egual misura a tutti i paesi in oggetto. Di norma le misure che descrivono il sottosviluppo comprendono da un lato bassi indici di industrializzazione, di reddito procapite e di speranza di vita, dall’altro alti indici di mortalità infantile (congiunti a un forte incremento demografico), di dipendenza dalle esportazioni di materie prime, di debito estero, di analfabetismo, in un quadro di diffusa indigenza e malnutrizione. Storicizzato, il sottosviluppo è la conseguenza del colonialismo e della colonizzazione e si forma quindi dopo la seconda guerra mondiale. Un indicatore dello sviluppo molto usato è il Pil (valore della produzione di un paese) nei settori agricolo, industriale e dei servizi. Nel 1990 l’ONU ha proposto di sostituire al Pil, o reddito pro capite, un nuovo indicatore dello sviluppo, lo Human Development Index (HDI), che tiene conto del potere di acquisto all’interno di ciascun paese, dei tassi di analfabetismo e della speranza di vita. L’HDI tende a far risalire nella scala paesi come Cuba, Giamaica e Costa Rica, e a far scendere i produttori di petrolio del Vicino Oriente. Breve analisi dei diversi modi con i quali si è guardato al sottosviluppo e si è agito su di esso: • • • anni 50-60: In questo periodo il concetto di sottosviluppo si configura come problema essenzialmente quantitativo, un problema di mancanza o scarsità di alcuni fattori di produzione (capitali, tecnologie, organizzazioni) e di basso livello di alcuni indicatori economici (singole produzioni, reddito procapite, pnl). Quale soluzione si afferma che questi fattori e indicatori vanno incrementati e potenziati; ne conseguirà un processo auto-sostenuto di crescita economica; anni 70: Reazione alla visione precedente da parte del mondo socialista e tentativo di avvio di una crescita economica fondata sulla tecnologia di Stato e la costruzione di grandi manufatti per l’elettrificazione (opere di idraulica nelle regioni aride di Pakistan, Egitto, India, Irak, Cina). Ne sono seguiti dissesti idrogeologici; anni 80: La critica agli interventi tecnologici e l’attenzione all’aspetto ecologico prendono piede sempre più. Soprattutto a seguito dell’incidente di Chernobil. Si afferma il concetto di sviluppo sostenibile, ossia la tendenza a conciliare il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni sottosviluppate con la conservazione delle risorse naturali dalle quali dipenderanno le generazioni future. Si prende atto inoltre della grave crisi finanziaria (indebitamento dovuto a shock petrolifero del • 1973 e 1979)) dei paesi sottosviluppati. Si propongono, quale soluzione, la riduzione dell’intervento pubblico in economia (passaggio alla privatizzazione e rimozione dei vincoli posti al mercato) sia all’interno dei singoli paesi (deregulation) sia in ambito internazionale (flessibilità dei cambi e apertura delle frontiere) e soprattutto una riduzione delle spese sociali da parte dello stato; posizione odierna: I paesi sottosviluppati presentano una situazione fortemente deteriorata e le loro prospettive sono assolutamente drammatiche: il numero di coloro che vivono in condizioni di povertà è sceso in percentuale dal 52% (1970) al 44% (1985) ma è aumentato in valori assoluti da 944 a 1.156 milioni. Va inoltre considerata l’enorme crescita demografica, gli scarsi progressi agricoli, la struttura disuguale del commercio mondiale. Esistono tre teorie relative al sottosviluppo che propongono diverse soluzioni. • Teoria della modernizzazione, sorta negli anni 50, sostiene che le principali cause del mancato sviluppo dei paesi sottosviluppati siano interne ai paesi stessi e siano rappresentate da inadeguatezze strutturali. Le classi sociali che impediscono il processo di sviluppo sono le oligarchie del passato e la burocrazia statale. Gli strumenti di intervento sono: progettazioni fondate sulla convinzione della possibilità della crescita di questi paesi secondo le tappe dei paesi occidentali, con un impegno dei paesi industrializzati per il sostegno e l’ammodernamento delle economie dei paesi sottosviluppati. E’ implicito l’assunto che l’esperienza storica dell’Occidente rappresenta un modello che i paesi sottosviluppati non devono fare altro che seguire per arrivare alla prosperità. Questo obiettivo va raggiunto attraverso lo sviluppo tecnologico, l’adozione delle pratiche e delle idee occidentali, il commercio estero e gli investimenti esteri. • • Teoria della dipendenza. Sorge negli anni 50-60. Condivide la convinzione che il tasso di crescita economica può esser considerato una locomotrice che produce una dinamica in tutta la società, da cui deriva automaticamente il pieno impiego della forza lavoro e la sua integrazione sociale. Sostiene che le relazioni attuali fra Occidente e Terzo Mondo affondano le radici nelle precedenti epoche del colonialismo, quando le diverse regioni dei paesi del Terzo Mondo erano costrette a specializzarsi nella produzione di beni primari destinati all’esportazione per soddisfare le necessità delle potenze coloniali. Vengono chiamate in causa anche le élites di quei paesi nei quali i centri urbani più ricchi operano come intermediari fra il centro capitalista e la periferia sottosviluppata. Teoria sub-centrica. Si caratterizza e si distingue per essere più estremista e populista. I paesi del Sud sono assorbiti e distorti da quelli del Nord, i quali sfruttano a loro esclusivo vantaggio le loro risorse. I paesi ricchi rappresentano la principale causa del sottosviluppo insieme alla classe dominante dei paesi poveri, in un sistema centro-periferia. Per uscire dal sottosviluppo occorre rompere con il centro e rifiutare i modelli liberoscambisti dell’Occidente. La teoria si fonda sulla convinzione dell’inadeguatezza dei programmi basati sulla tecnologia e sullo sviluppo industriale. E’ meglio ricorrere a programmi limitati e basati sull’autogestione e sulle tecniche e organizzazioni locali perché garantiscono uno sviluppo equo e un maggior rispetto per l’ambiente. L’obiettivo prioritario dello sviluppo deve essere l’eliminazione della povertà e il soddisfacimento dei bisogni primari (cibo e riparo, ossia abitazione, riscaldamento), e in seguito assistenza sanitaria e scuole. Le strategie di sviluppo devono partire dal basso, cioè devono tener conto delle tradizioni economiche e sociali e delle vere necessità delle popolazioni dei paesi sottosviluppati Si tratta di un principio opposto a quello che sta alla base degli altri due (modernizzazione e dipendenza) che invece partono dall’alto. Nel contempo si è creata una differenziazione strutturale nel vecchia concezione di Terzo Mondo. Un gruppetto di paesi emergenti (tigri asiatiche, banda dei quattro, nic: Corea sud, Taiwan, Singapore, Hong Kong), qualche paese dell’America latina, in particolare Brasile, Venezuela, Ecuador, i paesi dell’OPEC (esportatori di petrolio) ha compiuto una propria originale rivoluzione industriale fondata sul basso costo della manodopera, o sulla valorizzazione delle materie prime (OPEC). Parte dell’Africa subsahariana intanto è diventata Quarto Mondo. Dal punto di vista delle cifre si ricorda infine che la popolazione dei paesi sottosviluppati equivale a circa il 75% della popolazione, realizza 1/5 del reddito mondiale e il 10% delle capacità industriali. UNITA’ 2 AMERICA: CARATTERISTICHE FISICHE, CLIMATICHE IDROGRAFICHE E PRESENZA UMANA L'America settentrionale o America del Nord è un subcontinente dell’emisfero boreale e dell’emisfero occidentale. È delimitato a nord dal mare glaciale artico, a est dall'oceano Atlantico, a sud-est dal mar dei Carabi, a sud e a ovest dall'oceano Pacifico. Il Sud America si trova a sud-est. Copre una superficie di circa 24.709.000 km quadrati, circa il 4,8% della superficie terrestre e circa il 16,5% delle terre emerse. Nel luglio 2007 la sua popolazione è stata stimata in quasi 524 milioni di persone. Per superficie è il terzo più grande continente del mondo, dopo l’Asia e l’Africa, ed è il quarto per popolazione dopo l'Asia, l'Africa e l'Europa. Il Nord America e il Sud America sono noti collettivamente come le Americhe.È comunemente accettato che Nord e Sud America siano stati così nominati in onore dell'esploratore fiorentino Amerigo Vespucci dal cartografo tedesco Martin Waldseemüller. Vespucci fu il primo europeo a suggerire che le Americhe non fossero le Indie Orientali, ma un diverso territorio, precedentemente non ancora scoperto dagli europei. Vespucci fu il primo a scoprire il Sud America, collegando le sue scoperte con quelle di Cristoforo Colombo. L'etimologia fu ulteriormente complicata dalla necessità dei cartografi di arrivare ad un nome che parallelamente a quello degli altri continenti fosse di genere femminile (ad esempio, Europa, Asia, ecc.). La convenzione era quella di usare il cognome per la denominazione delle scoperte, tranne nel caso dei diritti d'autore o quando una derivazione (come nel caso di Amerigo “Vespucci" potesse presentarsi problematica). Gli scienziati hanno varie teorie sulle origini dei primi umani che popolarono il Nord America. Le stesse popolazioni indigene del continente hanno tramandato molti miti, e alcune sostengono di essere state presenti fin dalla sua creazione. Prima del contatto con gli europei, i nativi del Nord America si presentavano suddivisi in diverse realtà, che andavano da piccole tribù formate da alcuni nuclei familiari a veri e propri grandi imperi. La vastità del territorio e la varietà degli ecosistemi hanno contribuito a dare un certo grado di specializzazione a delle vere e proprie “aree culturali” che hanno fondato il proprio stile di vita sfruttando le risorse naturali presenti (ad esempio i cacciatori di bisonti nelle Grandi Pianure, o gli agricoltori della Mesoamerica). Le popolazioni native possono anche essere classificate secondo la loro famiglia linguistica (ad esempio Athapascan o UtoAztecan), ma è importante notare che popoli con linguaggi simili non sempre condivisero la stessa cultura materiale, né questo poteva significare che fossero alleati. Gli scienziati credono che il popolo Inuit, che si stanziò nell’artico, giunse nel Nord America molto più tardi rispetto ad altri gruppi nativi. Durante i millenni di popolamento del continente da parte dei nativi, le varie culture cambiarono progressivamente ed andarono diffondendosi. Ad alcune delle culture meridionali si deve tra l’altro l’aver coltivato alcuni prodotti agricoli tuttora fra i più importanti utilizzati a livello mondiale, quali i pomodori e il mais. A seguito dello sviluppo dell'agricoltura nel sud, molti importanti progressi culturali furono possibili. La civiltà Maya mise a punto un sistema di scrittura, costruì enormi piramidi, si dotò di un calendario complesso, e sviluppò il concetto di zero circa intorno al 400, qualche centinaio di anni dopo le popolazioni mesopotamiche. La cultura maya era ancora presente quando arrivarono gli spagnoli, ma politicamente la posizione dominante era stata presa dell’Impero Azteco più a nord. In occasione dell'arrivo degli europei nel "Nuovo Mondo" la geografia umana del continente cambiò drasticamente. La portata dei cambiamenti culturali fu tale che diversi gruppi linguistici si estinsero, e altri si andarono profondamente mutando. I nomi e le culture che i primi europei scoprirono e registrarono pertanto furono sicuramente diverse rispetto a quelle delle generazioni che le avevano preceduti, e ancor più rispetto a quelle ancora presenti oggi. Le popolazioni indigene del continente americano, tra cui i nativi dell'Alaska, migrarono dall'Asia in una data variabile, a secondo della ricerca, tra i 12.000 e i 40.000 anni fa. Alcune civiltà precolombiane svilupparono un’avanzata agricoltura, una grande architettura, ed un alto livello di società. Nel 1492, l’esploratore genovese Cristoforo Colombo, sotto la corona spagnola, raggiunse diversi isole dei Caraibi, contribuendo al primo contatto dell’uomo bianco con le popolazioni indigene. Milioni di indigeni americani morirono in seguito a causa delle epidemie portate dagli europei. La Mayflower con i Padri Pellegrini nel 1620.Il 2 aprile 1513 il conquistatore spagnolo Juan Ponce de León sbarcò in una regione che chiamò "La Florida", il primo contatto europeo documentato su quello che sarebbero diventati gli Stati Uniti. Degli insediamenti spagnoli nella regione, rimane solo St. Augustine, fondata nel 1565. Altri insediamenti spagnoli vennero creati nell’odierno sud degli Stati Uniti, attirando migliaia di persone attraverso il Messico. I commercianti di pellicce francesi stabilirono avamposti nella Nuova Francia nella regione dei Grandi Laghi; successivamente la Francia si impadronì di gran parte del Nord America, penetrando fino al Golfo del Messico. La prima colonia inglese di una certa entità fu Jamestown, Virginia, fondata nel 1607. Nel 1628 venne fondata la Massachusetts Bay Colony da parte dei Puritani che portò ad un’ondata migratoria; nel 1634 nella Nuova Inghilterra erano insediati circa 10.000 Puritani. Tra la fine degli anni ’10 del 1600 e la Rivoluzione Americana, vennero spediti circa 50.000 detenuti nelle colonie americane britanniche. Nel 1614 venne fondato un insediamento olandese lungo il fiume Hudson inferiore, includendo New Amsterdam sull’isola di Manhattan.Tensioni crescenti tra i coloni americani e gli inglesi durante gli anni sessanta e settanta del 1700 portarono alla Guerra di indipendenza americana, combattuta dal 1775 al 1781. Il 14 giugno 1775, il Congresso continentale, tenutosi a Filadelfia, istituì un esercito continentale sotto il comando di George Washington. Annunciando che "tutti gli uomini sono creati uguali" e dotati di "diritti inalienabili", il Congresso adottò la Dichiarazione d'Indipendenza, redatta in gran parte da Thomas Jefferson, il 4 luglio 1776. Tale data celebrata ogni anno come il “giorno dell’Indipendenza”. Dopo la sconfitta dell’esercito britannico da parte delle forze americane assistite dai francesi, la Gran Bretagna riconobbe l'indipendenza degli Stati Uniti la sovranità sul territorio americano fino al fiume Mississippi. La Costituzione degli Stati Uniti d'America venne ratificato nel 1788, e il primo presidente, George Washington, entrò in carica nel 1789. Gli atteggiamenti verso la schiavitù mutarono; una clausola nella Costituzione protesse il commercio di schiavi africani solo fino al 1808. Il Nord abolì la schiavitù tra il 1780 e il 1804. Acquisizioni territoriali aumentarono il desiderio americano di espansione verso l’Ovest, richiedendo una lunga serie di guerre indiane e politica volte a spogliare i popoli indigeni delle loro terre. L'acquisto della Louisiana francese, sotto la guida del Presidente Thomas Jefferson nel 1803, raddoppiò quasi la dimensione della federazione. La guerra del 1812 contro la Gran Bretagna rafforzò il nazionalismo. Una serie di incursioni militari statunitensi in Florida portarono la Spagna a cedere altro territorio lungo la costa del Golfo del Messico nel 1819. Ci fu l’annessione della Repubblica del Texas nel 1845. Nel 1846 fu siglato il trattato dell'Oregon con la Gran Bretagna, portando al controllo da parte statunitense sul Nord-Ovest americano. La vittoria degli Stati Uniti nella guerra contro il Messico nel 1848 portò all’annessione della California e di gran parte dell’odierno Sud-ovest americano. La corsa all'oro tra il 1848 e 1849 portarono ad un’ulteriore migrazione verso occidente. La nuova rete ferroviaria rese più facile il trasferimento di coloni e l'aumento dei conflitti con i nativi americani. In mezzo secolo vennero abbattuti fino a 40 milioni di bisonti americani per le pelli e la carne. Una risorsa primaria che scompariva dalle pianure, causando un grave contraccolpo in molte culture native. La Battaglia di Gettysburg.Le tensioni tra gli Stati del Nord e quelli del Sud aumentarono su argomenti quali il rapporto tra lo Stato e i governi federali, come pure la diffusione della schiavitù nei nuovi Stati membri. Abraham Lincoln fu eletto presidente nel 1860. Poco prima sette Stati schiavisti dichiararono la loro secessione. Si arrivò alla Guerra di secessione americana iniziata con l’attacco a Fort Sumter. Dopo la vittoria dell'Unione nel 1865, tre emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti d'America garantirono la libertà a quasi quattro milioni di africani americani un tempo schiavi, rendendoli cittadini, e donando loro il diritto di voto. La guerra e la sua risoluzione portarono ad un aumento sostanziale del potere federale. Nel Nord, l'urbanizzazione e un afflusso senza precedenti di immigrati provenienti dagli stati meridionali e orientali affrettò il processo di industrializzazione. L'ondata di immigrazione durò fino al 1929. Massicce protezioni tariffarie, la costruzione di infrastrutture, e nuovi regolamenti bancari, incoraggiarono la crescita economica. Nel 1867 gli Stati Uniti acquistarono l’Alaska dalla Russia completando l’espansione continentale. Il Massacro di Wounded Knee nel 1890 fu l'ultimo grande conflitto armato delle Guerre Indiane. Nel 1893, la monarchia indigena del Regno di Hawaii venne rovesciato in un colpo di stato portato avanti dagli americani residenti; gli Stati Uniti annessero l'arcipelago nel 1898. La vittoria nella Guerra ispano-americana dello stesso anno dimostrò che gli Stati Uniti erano oramai una potenza mondiale e portò all’annessione di Porto Rico, Guam e delle Filippine. Le Filippine ottennero l'indipendenza solo mezzo secolo più tardi; Porto Rico e Guam rimangono ancora territori degli Stati Uniti Il Nord America occupa la parte settentrionale del territorio generalmente denominato Nuovo Mondo (l’emisfero occidentale), le Americhe, o semplicemente l'America (che a volte è considerata un unico continente e la porzione settentrionale, il Nord America, un subcontinente). L’America del Nord si lega con il Sud America presso il confine tra Colombia e Panama secondo la maggior parte delle convenzioni. Altri individuano il confine presso il Canale di Panama, altri ancora lo pongono presso l’Istmo di Tehuantepec in Messico in cui separano l'America Centrale che poggia soprattutto sulla Placca caraibica. Prima che l’America centrale fosse sollevata, la regione era sommersa e le isole delle Indie Orientali (Caraibi) delineavano un ponte di terra che collegava l’America del Nord con il Sud America attraverso la Florida e il V enezuela. La costa continentale è lunga e irregolare. Il Golfo del Messico è il più grande corpo idrico che rientri nel continente, seguito dalla Baia di Hudson. Fra i principali si segnalano il Golfo di San Lorenzo e il Golfo di California. Numerose sono le isole al largo delle coste del continente: principalmente l'Arcipelago artico canadese, le Grandi e le Piccole Antille, l'Arcipelago Alexander e le Isole Aleutine. La Groenlandia, sotto la corona danese, è l’isola più grande del mondo. Si trova nella stessa placca tettonica (la Placca nordamericana) e fa parte geograficamente del Nord America. La stragrande maggioranza del Nord America poggia sulla Placca nordamericana. Parti della California e del Messico occidentale sono sul bordo con la Placca pacifica dove le principali zolle si incontrano lungo la Faglia di Sant'Andrea. La maggior parte della porzione meridionale del continente e delle isole caraibiche si trovano nella Placca caraibica, mentre lungo le coste sudoccidentali il bordo è segnato dalla Placca di Cocos. Il continente può essere suddiviso in quattro grandi regioni (ciascuna delle quali contiene diverse sotto-regioni): le Grandi Pianure che si estendono dal Golfo del Messico all'Artico canadese; la montagne geologicamente giovani dell’ovest, che comprendono le Montagne Rocciose, il Gran Bacino, California e Alaska; l’altopiano dello Scudo canadese; la variegata regione nord-orientale, che comprende i Monti Appalachi, la piana costiera lungo il litorale atlantico, e la penisola della Florida. Il Messico, con le sue lunghe cordigliere e altipiani, rientra in larga parte nella regione occidentale, anche se la piana costiera orientale si estende verso sud lungo il litorale del Golfo del Messico. Le montagne occidentali sono divise a metà, dalle due catene principali: le Montagne Rocciose (più a est) e le catene costiere di California, Oregon, Washington, e Columbia Britannica. La vetta più alta è il Monte McKinley in Alaska. La United States Geographical Survey afferma che il centro geografico del Nord America è "10 km a ovest di Balta, nella Contea di Pierce nel Dakota del Nord" a circa 48°10′N 100°10′W_ / 48.167, -100.167. Le lingue più diffuse nel Nord America sono inglese, spagnolo, e francese. Il termine Anglo-America è utilizzato per riferirsi ai paesi anglofoni delle Americhe: vale a dire il Canada (dove l'inglese e il francese sono lingue ufficiali) e gli Stati Uniti d'America. Talvolta vengono compresi il Belize e alcune isole dei Caraibi. L’America latina è in riferimento a quella parte delle Americhe (generalmente a sud degli Stati Uniti) dove le lingue romanze derivate dal latino sono predominanti: per quanto concerne il Nord America ci si riferisce pertanto alle altre repubbliche dell'America centrale, al Messico, e alla buona parte delle isole dei Caraibi (oltre naturalmente alla maggior parte del Sud America). La lingua francese ha storicamente svolto un ruolo significativo nel Nord America e conserva una presenza distintiva in alcune regioni. Il Canada è ufficialmente bilingue; il francese è la lingua ufficiale della provincia canadese del Quebec ed è ufficiale assieme all'inglese nella provincia del New Brunswick. Il francese è lingua ufficiale anche in alcune isole delle Indie Occidentali (Haiti, Guadalupa, Martinica, Saint Barth, Saint Martin) e a SaintPierre e Miquelon, così come in Louisiana, dove il francese è ancora una lingua ufficiale. Vista di Los Angeles Socialmente e culturalmente l’America del Nord presenta una ben definita entità. Il Canada anglofono e gli Stati Uniti hanno una cultura e tradizioni similari essendo state entrambe ex colonie britanniche. Un comunanza culturale e un’economica di mercato si è sviluppata tra le due nazioni, dettato dal potere economico e da legami storici. Analogie si possono riscontrare nella componente linguistica spagnola del Nord America. Anche qui si è condiviso un passato comune, come ex colonie della Spagna. In Messico e nei paesi centroamericani in cui la civiltà Maya si è sviluppata, le popolazioni indigene preservano ancora alcune tradizioni. Il Québec da parte sua costituisce una regione che presenta una cultura propria legata all'eredità coloniale francese. Economicamente il Canada e gli Stati Uniti sono le due nazioni più ricche e sviluppate del continente, seguite dal Messico, paese di nuova industrializzazione. I paesi dell'America centrale e dei Caraibi si presentano molto meno sviluppati. I più importanti mercati comuni sono il Caribbean Community and Common Market (CARICOM) e il North American Free Trade Agreement (NAFTA). Recente dai paesi centro americani è stato firmato un accordo di libero scambio il CAFTA con l’intento di migliorare la loro situazione finanziaria. Paesi e territori L’America del Nord è spesso suddivisa in sottoregioni, anche se sempre non unanimemente condivise. L’America Centrale comprende la regione meridionale del continente, ma la sua estremità settentrionale varia tra le fonti. Geograficamente la regione inizia con l'Istmo di Tehuantepec in Messico (vale a dire gli stati messicani di Campeche, Chiapas, Tabasco, Quintana Roo e Yucatán). Le Nazioni Unite includono il Messico nell’America Centrale (d'altro canto l'Unione Europea vi include sia il Messico che il Belize), ma Geopoliticamente il Messico non è spesso considerato parte del Centro America. Il concetto di Nord America è altresì utilizzato per fare riferimento ai paesi e ai territori più settentrionali: il Canada, gli Stati Uniti, la Groenlandia, Bermuda, e Saint Pierre e Miquelon. Vengono considerati distintamente dalle regioni meridionali delle Americhe, che comprende in gran parte l'America Latina. L'America meridionale o America del Sud è un subcontinente che occupa la parte meridionale dell'America. Si trova interamente nell'emisfero occidentale, e in buona parte nell'Emisfero australe, eccezion fatta per alcune regioni situate a nord dell'Equatore nell'Emisfero boreale. È bagnata ad ovest dall'oceano Pacifico, a nord e ad est dall'Oceano Atlantico. L'America settentrionale e il mar dei Caraibi si trovano a nord-ovest. L'America del Sud fu così nominata nel 1507 dai cartografi Martin Waldseemüller e Matthias Ringmann dopo che il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci, primo in Europa, suggerì che il continente da poco scoperto non fossero le Indie Orientali, ma un Nuovo Mondo sconosciuto agli europei. L'America del Sud ha una superficie di 18.840.000 chilometri quadrati, che corrisponde a quasi il 3,5% della superficie terrestre. All'inizio del 2005 la sua popolazione è stata stimata in più di 371.090.000 di abitanti. Il Sud America pertanto è il quarto continente in termini di superficie (dopo Asia, Africa e America del Nord) e il quinto per popolazione (dopo Asia, Africa, Europa e America del Nord). l Sud America occupa la maggior parte della regione geografica generalmente denominato Emisfero meridionale, Nuovo Mondo, Emisfero occidentale, le Americhe o, semplicemente, l'America (a volte è considerato come un unico continente, e il Sudamerica un subcontinente). Il suo territorio si sviluppa a sud-est della frontiera tra Panamá e Colombia, secondo la maggior parte delle fonti. Altri concordano che il confine sia da porre lungo il Canale di Panamá. Quasi tutto il Sudamerica si trova sopra la placca sudamericana. Geopoliticamente l'intero stato di Panamá (compreso il segmento ad est del Canale di Panamá) è generalmente considerato parte del Nordamerica, o comunque dell'America centrale. Sebbene molte delle isole dei Caraibi, tra cui le Piccole Antille, si trovino sopra la placca caraibica, le isole di Aruba, Barbados, Trinidad e Tobago fanno parte della regione settentrionale della piattaforma continentale sudamericana. Le Antille Olandesi e le isole prospicienti al Venezuela si trovano lungo le coste del Sud America. Geopoliticamente gli Stati insulari e i territori d'oltremare dei Caraibi sono generalmente considerati facenti parte del Nord America. Le nazioni del Sud America che si affacciano sul Mar dei Caraibi (tra cui Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guiana Francese) sono anche denominati Sud America caraibico. Altre isole del continente sono le Galápagos, l'Isola di Pasqua (in Oceania, ma appartenente al Cile), l'Isola di Robinson Crusoe, Chiloé e la Terra del Fuoco. In questo continente si trovano le più alte cascate del mondo, il Salto Angel in Venezuela, e il più grande fiume in termini di portata d'acqua, il Rio delle Amazzoni, e la più lunga catena montuosa, le Ande (la cui cima più elevata è l'Aconcagua con 6.962 metri sul livello del mare), il deserto più secco, il deserto di Atacama, la più vasta foresta pluviale, l'Amazzonia, la più alta capitale, La Paz in Bolivia, il più alto lago commerciale navigabile, il Lago Titicaca, e la città più meridionale del mondo, la città di Porto Toro in Cile. Le principali risorse minerarie sono oro, argento, rame, ferro, stagno e petrolio. Il Sudamerica è la patria di molte specie animali uniche, tra cui lama, anaconda, piranha, giaguaro, vigogna e tapiro. Le foreste dell'Amazzonia comunque posseggono un elevato livello di biodiversità. Il paese di gran lunga più grande del Sudamerica, sia in termini di superficie che di popolazione, è il Brasile, seguito dall'Argentina. Le regioni che formano questo continente sono gli Stati andini, la Guiana, il Cono Sud e il Brasile. Clima L'America del Sud ospita un'ampia varietà di climi: quello caldo umido della foresta pluviale amazzonica, quello freddo secco della Patagonia, quello arido del deserto di Atacama, quello ventoso gelido della Terra del Fuoco. Ciò dipende da: • L'ampiezza della latitudine che occupa il continente. La maggior parte è compreso tra l'equatore nella parte settentrionale e il Tropico del Capricorno, mentre la punta meridionale penetra in una regione subartica. • La differenza di temperatura tra i due oceani. Generalmente la costa esposta all'Atlantico è più calda e quella sul Pacifico è più fredda per la presenza della corrente di Humboldt. • La presenza delle Ande, la cui temperatura varia notevolmente a seconda dell'altitudine. Nella regione occidentale, tra le Ande e l'Oceano Pacifico, sono presenti alcune delle zone più umide e più aride del pianeta: Il Choco (Colombia, Ecuador, Perù, Panamá) e il Deserto di Atacama (Cile, Perù, Bolivia, Argentina) rispettivamente. Il clima è generalmente tropicale: equatoriale nella regione amazzonica, umido nella savana, steppico nella pampa, nivale sulle ande. Le teorie più concordi rilevano che il popolamento del Sudamerica sia iniziato con l'arrivo dell'uomo attraverso lo Stretto di Bering, quando si andò creando un ponte di ghiaccio tale da collegare le estreme propaggini di Asia e Siberia con il Nordamerica. Alcuni reperti archeologici sembrano però non confermare appieno questa ipotesi, e portano a supporre teorie alternative di un popolamento addirittura antecedente. Un elemento che si è posto all'attenzione di alcuni studiosi è la grande presenza di siti archeologici nel Sudamerica e il basso numero di questi nel nord del continente. È improbabile che i più antichi siti nel nord siano ancora da scoprire, e questo è sorprendente perché se le Americhe fossero state popolate originariamente in maniera esclusiva dalla Siberia, i siti più antichi si troverebbero indiscutibilmente nel Nordamerica. Inoltre, alcuni studi hanno riscontrato delle differenze genetiche tra i paleoindi sudamericani e nordamericani: i primi con tratti e lineamenti più australoidi, i secondi con tratti più mongoloidi. Questi elementi hanno comportato l'adesione di alcuni ricercatori all'ipotesi di un popolamento autonomo dell'America del Sud, non più quindi dal nord, bensì con ipotesi di arrivi dall'Australia. Periodo precolombiano La prima prova dell'esistenza di pratiche agricole nel Sud America risalgono a circa il 6500 a.C., quando patate, fagioli e peperoncini iniziarono ad essere coltivati come prodotti alimentari nelle regioni prossime al bacino amazzonico. Altri elementi (tra cui ceramiche) hanno dimostrato che la manioca, prodotto alimentare diffuso anche oggi, veniva già coltivato nel 2000 a.C. Nel corso della grandi epoche migratorie, e soprattutto dopo la scoperta dell'agricoltura, gli antichi colonizzatori americani si insediarono nelle regioni e nelle aree ritenute più favorevole al loro sviluppo e al loro stile di vita. In una situazione di isolamento durati millenni rispetto alle società del Vecchio Mondo, i popoli americani formarono culture originali e autonome, tanto da presentare due rivoluzioni neolitiche separate, una nella Mesoamerica e l'altra nelle Ande nel Sudamerica che hanno dato origine a centinaia di civiltà distinte. I primi insediamenti e la prima cultura nota in Sud America (e nelle Americhe in generale) furono i Valdivia lungo la costa sud-est dell'Ecuador. La prima civiltà si sviluppò a Norte Chico, lungo la costa peruviana. Quella Muisca fu la principale civiltà indigene in quella che è oggi la Colombia. Importanti culture pre-colombiane furono: i Moche (100 a.C. – 700 d.C., presso la costa settentrionale del Perù); Tiahuanaco (100 a.C. – 1200 d.C., in Bolivia); Cañari (nelle regioni centro-meridionali dell'Ecuador), Paraca e Nazca (400 a.C. – 800 d.C., Perù); Wari o Impero Huari (600 – 1200, nell Perù centro-settentrionale); l'Impero Chimu (1300 – 1470, sulla costa peruviana settentrionale); i regni Chachapoya e Aymaran (1000 – 1450, in Bolivia e nel Perù meridionale). La civiltà Inca dominò la regione delle Ande dal 1438 al 1533. Periodo coloniale Dal secolo XVI fino agli inizi del secolo XIX la maggior parte dell'America Meridionale fu divisa in colonie governate maggiormente dalla Spagna e dal Portogallo. In seguito con l'indipendenza tali colonie si tramutarono in repubbliche, con l'eccezione della Guiana Francese e delle Isole Falkland (e le isole più prossime occupate dal Regno Unito), attualmente unici territori non indipendenti. La prima regione invasa dagli spagnoli fu Macuro, sulla punta della penisola di Paria, nello stato di Sucre in Venezuela, a cui Cristoforo Colombo diede il nome di Tierra de Gracia. Il primo insediamento in questo continente fu a Cumaná (sempre nella costa del Venezuela), mentre la prima città fu Santa Marta in Colombia. La decolonizzazione Nel corso del 1808 le pressioni dell'imperatore francese Napoleone scatenarono una serie di eventi che peggiorarono ulteriormente la già compromessa situazione spagnola. Carlo IV di Spagna abdicò al trono in favore del figlio Ferdinando VII, il 19 marzo 1808 dopo i moti di Aranjuez, e più tardi, il 5 maggio 1808 la Spagna Carlo IV e di suo figlio fu costretta a cedere il trono a Napoleone che designò suo fratello, Giuseppe I, come il nuovo re di Spagna. Questo provocò una reazione popolare in Spagna che è conosciuta come la Guerra d'indipendenza spagnola che, tanto in Spagna che in Americhe, portò a costituire delle commissioni regionali che promossero la lotta contro gli invasori francesi al fine di riconsegnare al legittimo monarca il trono. Tuttavia, molte di queste commissioni vennero viste con sospetto dalle autorità spagnole, temendo che potessero essere filo-francesi. Di questo periodo furono importanti le azioni di Antonio Nariño a Bogotà (che aveva pubblicato la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino), il movimento di Juan Picornell, la congiura di Manuel Gual e José María España, e il fallimento militare della spedizione di Francisco de Miranda in Venezuela. Guerre di Indipendenza Il processo della Guerre d'indipendenza ispanoamericana iniziò con la Rivoluzione di La Paz nel 1809 nell'Alto Perù e culminò con l'occupazione della fortezza del Callao nel 1826. Nel 1817 il generale José de San Martín attraversò le Ande per sconfiggere i realisti in Cile e successivamente si diresse a Lima, al fine di colpire il centro del potere spagnolo. La spedizione subì gravi perdite causa le situazioni estreme in cui si trovò ad operare: l'altezza media dei picchi montuosi collocati tra i 3.000 e i 4.800 metri, le malattie, la larghezza media delle strade (talvolta anche di soli 30 cm), la temperatura che scendeva tra i -15 e i -20 gradi durante la notte fece sì che dei 5.400 uomini che componevano l'esercito, ben 300 morirono lungo la strada. Arrivarono solo 5.000 muli dei 9.200 partiti, e 500 cavalli dei 1.500 iniziali. Allo stesso tempo San Martin dirigeva le 6 colonne che attraversarono le montagne in diversi punti, con l'obiettivo di confondere e di disperdere le forze realiste. Quando arrivò in Cile, l'esercito patriota sotto il comando dello stesso San Martín, trionfò nella battaglia di Chacabuco. Con questa battaglia si iniziò a scrivere la storia dell'emancipazione del Sudamerica. Tale azione verrà completata da parte delle azioni militari avviate dal liberatore Simón Bolívar nel nord del continente, che raggiunse una decisiva vittoria nella battaglia di Boyacá. UNITA’ 3 CARATTERISTICHE FISICHE SOCIALI ED ECONOMICHE DI: CANADA, STATI UNITI, BRASILE, ARGENTINA, CILE CANADA Il Canada è uno Stato che comprende la parte nord dell'America settentrionale, ed è delimitato dall'Oceano Atlantico ad est, dal Pacifico ad ovest e dall'Oceano Artico a nord. È, dopo la Russia, il paese più esteso del mondo e confina con gli Stati Uniti d'America a sud e a nord-ovest (Alaska). Il Canada è uno Stato Federale che comprende dieci Province e tre Territori, è una democrazia parlamentare e una monarchia costituzionale, retta dalla Regina Elisabetta II del Regno Unito. Il Canada ha ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito attraverso un lungo processo di emancipazione, svoltosi tra il 1867 ed il 1982. È una nazione multiculturale e bilingue: l'inglese e il francese sono le lingue ufficiali, con una parità di status. Tuttavia in Canada, a causa della composizione della popolazione, formata da numerosissime etnie, ed ai continui flussi immigratori, sono parlate numerose altre lingue. Il bilinguismo impone al governo federale l'obbligo di fornire servizi in entrambe le lingue ufficiali del paese. Il Canada è un paese industrializzato e tecnologicamente avanzato. La sua economia diversificata si basa principalmente sull'abbondanza di risorse naturali e sul commercio, condotto in gran parte con gli Stati Uniti. Gli abitanti sono detti canadesi o anche, amichevolmente, canucks. Il nome ebbe origine nel 1535, durante le esplorazioni lungo il fiume San Lorenzo compiute da Jacques Cartier. Alcuni Irochesi si riferirono al villaggio di Stadacona, la futura Québec, usando il termine kanata (che nella loro lingua vuol dire villaggio, comunità). Jacques Cartier utilizzò così il nome Canada per tutto il territorio in cui si trovava il villaggio di Stadacona. Negli anni seguenti il nome indicava sulle carte geografiche tutti i territori a nord del fiume San Lorenzo[1]. Nei secoli XVII e XVIII il nome Canada venne utilizzato per indicare i territori della Nuova Francia, estendendone via via l'uso fino a ricomprendervi alcune parti degli attuali territori statunitensi. Nel 1791, il Canada Act divise la provincia del Québec in due parti: l'Upper Canada e il Lower Canada. Le due colonie furono riunite nel 1841, con il nome di Provincia del Canada. Nel 1867, infine, il British North America Act unì Nuova Scozia e New Brunswick a Québec e Ontario, facendone "un unico dominio sotto il nome del Canada" (preferendo questo nome agli altri che furono proposti: Victorialand, Borealia, Cabotia, Tuponia - The United Provinces of North America, Superior, Norland e Hochelaga). Economia L'economia del Canada, membro del G8 e dell'OCSE, è una delle più forti nel mondo. Il Paese è tra i primi 12 per prodotto interno lordo[13], e il suo tenore di vita supera anche quello degli stessi Stati Uniti. Dotato di grandi risorse naturali (metalli grezzi, gas, petrolio) e di un settore primario che ha nella cerealicoltura e nello sfruttamento delle risorse forestali i suoi punti di forza, ha pure un'industria ed attività terziarie molto sviluppate. Nel settore agricolo, si coltivano in particolare orzo, mais, frumento, patate, avena, olio di colza, olio di girasole e soia. Importante è anche l'allevamento, specie di bovini. I pescosi mari attorno a Terranova sostengono un settore ittico attivo ed efficiente. Il Canada è al primo posto, a livello mondiale, nella produzione di energia idroelettrica e ne esporta circa il 10% negli Stati Uniti. Dei 566,3 miliardi di kWh prodotti nel 2003, il 59% è generato da centrali idroelettriche, il 27% da centrali a combustione, il 12% dalle centrali atomiche (attive 18 centrali nucleari) e poco più del 2% dalle centrali a fonti alternative (solare o eolico). Le industrie principali sono quelle meccaniche (in particolare la costruzione delle automobili, per lo più grazie ad aziende statunitensi), quelle tessili ed alimentari, la produzione di carta, la lavorazione del ferro e dell'acciaio, la fabbricazione di macchinari ad alta tecnologia e di macchine utensili. Importante è anche l'industria elettronica, legata perlopiù ai settori militare, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Come in tutti i paesi sviluppati, il settore che più contribuisce al reddito nazionale è il terziario (banche, commercio, comunicazione, turismo). Le esportazioni principali del Canada sono i prodotti di alta tecnologia, le automobili, il petrolio, il gas naturale, il carbone, i metalli in genere, i prodotti agricoli e forestali. I maggiori partner commerciali del Paese sono gli USA, la Gran Bretagna, la Cina e il Giappone. La principale borsa valori del paese è il Toronto Stock Exchange, con sede a Toronto. Cultura Tra i simboli nazionali del Canada, cioè quei simboli che vengono utilizzati in patria e all'estero per rappresentare il paese e la sua gente, posizione preminente ha l'uso della foglia d'acero il cui utilizzo risale già ai primi anni del XVIII secolo[14]. Compare ad esempio nella bandiera, nello stemma, in alcune monete e come logo di numerose compagnie e società. Da sempre noto come paese molto attento all'ecologia (nonostante alcuni impianti industriali estremamente inquinanti posti a nord della provincia dell'Alberta), il Canada porta con sé una cultura ecologista molto presente nelle coscienze civiche della popolazione. Oltre ai simboli nazionali posti sugli stendardi rappresentativi, quasi sempre indicanti animali, piante o luoghi naturali, il Canada può fregiarsi di due simboli ecologisti molto importanti: • • Greenpeace, nota organizzazione non governativa che cerca di proteggere l'ambiente ed è stata fondata a Vancouver nel 1971. Grey Owl, spesso indicato come il primo ecologista della storia, per molti anni venne creduto un nativo americano, finché alla sua morte non si scopri che era nativo inglese e aveva volontariamente sposato la causa pellerossa sin da giovane. STATI UNITI Gli Stati Uniti d'America, comunemente abbreviati in Stati Uniti (o States), anche conosciuti con l'acronimo USA (United States of America), sono una repubblica federale con sistema rappresentativo dell'America settentrionale composta da 50 stati e un distretto federale. Confinano a nord con il Canada e a sud con il Messico, mentre ad est e ad ovest sono bagnati rispettivamente dall'oceano Atlantico e dall'oceano Pacifico. Le acque territoriali dell'Alaska - lo stato più vasto - confinano con la Russia (Stretto di Bering). Lo stato delle Hawaii è formato da un arcipelago localizzato nel centro dell'oceano Pacifico. Il paese possiede anche alcuni territori e zone insulari, sparsi tra il mar dei Caraibi e il Pacifico. Con una superficie di oltre 9,83 milioni di km² e con più di 300 milioni di abitanti, gli Stati Uniti sono il quarto paese più esteso al mondo, e il terzo più popolato. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi con la maggior diversità etnica e la sua multiculturalità è il prodotto di un'immigrazione su larga scala dai più svariati paesi dei diversi continenti. L'economia statunitense è la più grande del mondo, con una stima del prodotto interno lordo (PIL) nel 2008 di 14.300 miliardi di $ (che rappresenta il 23% del totale mondiale basato sul PIL nominale e quasi il 21% del PIL calcolato a parità di potere d'acquisto). La federazione è stata fondata da tredici colonie del Regno Unito situate lungo la costa atlantica. Il 4 luglio 1776, con la Dichiarazione di indipendenza, hanno proclamato la loro indipendenza dalla Gran Bretagna. Gli stati si ribellarono e sconfissero i britannici nella guerra di indipendenza americana, prima grande colonia a rivoltarsi con successo contro le leggi coloniali.[5] Una Convenzione Federale (Convenzione di Filadelfia) adottò l'attuale Costituzione degli Stati Uniti d'America il 17 settembre 1787; con la ratifica, l'anno successivo nasceva una repubblica con un forte governo centrale. La Carta dei Diritti, che comprendeva dieci emendamenti costituzionali per garantire molti diritti civili fondamentali e libertà, venne ratificata nel 1791. Nel corso del XIX secolo gli Stati Uniti acquisirono nuovi territori da Francia, Spagna, Regno Unito, Messico e Russia, annettendo la Repubblica del Texas e la Repubblica di Hawaii. Le controversie tra il Sud agrario e il Nord industriale sull'affermazione dei diritti e l'espansione dell'istituzione della schiavitù provocarono la guerra di secessione americana del 1861. Il Nord impedì una scissione del paese e portò la fine della schiavitù legale negli Stati Uniti. La guerra ispanoamericana e la prima guerra mondiale confermarono lo status di potenza militare. Nel 1945 gli Stati Uniti emersero dalla seconda guerra mondiale come il primo paese dotato di armi nucleari, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e un membro fondatore della NATO. La fine della guerra fredda, e il conseguente crollo dell'Unione Sovietica, lasciarono gli Stati Uniti come unica superpotenza. Ad oggi gli accademici stanno discutendo se gli Usa stiano perdendo od abbiano già perso lo status di superpotenza in un mondo multipolare. Economia Indicatori economici Tasso di disoccupazione 9,7%Gennaio 2010 Crescita del PIL 1,9%2° quadr. 2008[ Inflazione 2,6%Gennaio 2009 su gennaio 2010[ Debito pubblico 12.433 miliardi di $25 febbraio 2010 Povertà 12,5%2007 Gli Stati Uniti hanno un sistema economico capitalista di tipo misto, con un grande contributo delle imprese private nelle decisioni microeconomiche, regolate però dalle scelte del governo. Caratterizzata da alta produttività, alimentata da abbondanti risorse naturali, e da una sviluppata rete di infrastrutture, secondo il Fondo Monetario Internazionale, l'economia degli Stati Uniti genera un PIL annuo di 14.300 miliardi di $, che costituisce il 23% del prodotto interno lordo mondiale ai prezzi di mercato, e quasi il 21% del prodotto mondiale lordo a parità di potere d'acquisto (PPA). È la più grande economia statuale del pianeta in termini di PIL, solo il 4% in meno circa rispetto al PIL combinato di tutti i paesi dell'Unione europea a PPA generato nel 2007. Il PIL pro capite è l'ottavo in termini nominali e il quarto in termini di parità di potere d'acquisto. Gli Stati Uniti sono il più grande importatore di merci e il terzo maggiore esportatore, anche se le esportazioni pro capite sono relativamente basse. Canada, Cina, Messico, Giappone e Germania sono i principali partner commerciali. Le principali merci di esportazione sono macchinari elettrici, mentre i veicoli costituiscono la principale voce delle importazioni. Wall Street, dove trova sede il New York Stock Exchange, maggiore borsa valori del mondo. Il settore privato costituisce la maggior parte dell'economia, mentre le attività governative partecipano al 12,4% del PIL. L'economia è prevalentemente postindustriale, con il settore dei servizi che contribuisce al 67,8% del PIL. Il principale settore in termini di giro d'affari è quello del commercio all'ingrosso e al dettaglio; in termini di reddito netto è quello della finanza e assicurazioni.[ Gli Stati Uniti restano una potenza industriale, con produzioni nell'industria chimica e manifatturiera leader nei rispettivi settori. Gli Stati Uniti sono il terzo più grande produttore di petrolio del mondo, così come il più grande importatore di questa materia prima. È leader nella produzione di energia elettrica e nucleare, come pure come per l'estrazione di gas naturale, zolfo, fosfati, e sale. Sebbene l'agricoltura rappresenti poco meno dell'1% del PIL, gli Stati Uniti sono i migliori produttori mondiali di mais e soia. Il New York Stock Exchange è la più grande borsa valori del mondo.Coca-Cola e McDonald's sono i due marchi più riconosciuti a livello globale. Nel 2005 la forza lavoro retribuita era pari a 155 milioni di persone, di cui l'80% a tempo pieno. Secondo stime del 2009, la maggioranza della forza lavoro, ossia il 77% del totale, era impiegata nel settore dei servizi. Con circa 15,5 milioni di persone, il settore dell'assistenza sanitaria e assistenza sociale rappresentava il principale settore di occupazione. Circa il 12% dei lavoratori è sindacalizzato, contro il 30% dell'Europa occidentale. La Banca Mondiale classifica gli Stati Uniti nel primo posto per facilità nell'assunzione dei lavoratori. Tra il 1973 e il 2003, le ore lavorative medie per un lavoratore americano è cresciuto di 199 ore.[ Come risultato, gli Stati Uniti mantengono la più alta produttività del lavoro del mondo, sebbene non in termini di produttività per ora lavorata come fino ai primi anni '90: i lavoratori di Norvegia, Francia, Belgio e Lussemburgo si trovano meglio piazzati in questo indicatore. Rispetto all'Europa, negli Stati Uniti le tasse su proprietà e reddito delle società sono in genere più elevate, mentre il lavoro sconta in genere aliquote fiscali più basse. Reddito e sviluppo umano Secondo lo United States Census Bureau, il reddito medio lordo delle famiglie americane nel 2007 è stato di 50.233 $, con medie che variano dai 68.080 $ nel Maryland ai 36.338 $ del Mississippi. A parità di potere d'acquisto la media è simile ai quella delle maggiori nazioni sviluppate. I tassi di povertà, dopo essere scesi bruscamente durante la metà del XX secolo, si sono stabilizzati dai primi anni '70, con l'11,15% degli americani al di sotto della soglia di povertà, e il 58,5% che ha sperimentato almeno un anno in condizioni di povertà tra i 25 e i 75 anni di età. Nel 2007 ben 37,3 milioni di americani vivevano in condizioni di povertà. Lo stato sociale è ormai tra i più austeri nel mondo sviluppato, e tende a ridurre sia la povertà relativa che assoluta, inferiore alla media delle nazioni ricche. Ma mentre lo stato sociale tutela e riduce la fascia debole tra la popolazione anziana, in proporzione poco è fatto per la fascia più giovane. Uno studio 2007 dell'UNICEF sul benessere dei bambini tra le 21 nazioni più industrializzate, pone gli Stati Uniti tra gli ultimi posti. Nonostante i forti aumenti di produttività, la bassa disoccupazione e la bassa inflazione, gli incrementi di reddito a partire dagli anni '80 hanno avuto una crescita lenta rispetto ai precedenti decenni, oltre ad essere stato meno ampiamente condivisi, e accompagnati da una maggiore insicurezza economica. Tra il 1947 e il 1979 il reddito medio è aumentato di oltre l'80% nell'insieme di tutte le classi di reddito, con i redditi più bassi cresciuti ad un ritmo più elevato rispetto a quelli elevati. Il reddito familiare medio è aumentato dal 1980 in gran parte a causa di un doppio reddito all'interno delle famiglie, la riduzione del divario tra i sessi, e per il maggior numero di ore lavorate, ma la crescita è stata più lenta e maggiormente concentrata nei redditi più elevati. Di conseguenza, i redditi di gran lunga più elevati, che corrispondono all'1% dei redditi, hanno generato il 21,8% del reddito totale prodotto nel paese nel 2005, cifra che è più che raddoppiato dal 1980, rendendo gli Stati Uniti uno dei paesi con la maggiore disparità di reddito tra nazioni sviluppate. La ricchezza, come reddito, è estremamente concentrata: il 10% della popolazione, la fascia più ricca, possiede il 69,8% della ricchezza del paese, la seconda quota più elevata tra le nazioni sviluppate. L'1% posto al vertice possiede il 33,4% del patrimonio netto BRASILE Il Brasile (nome ufficiale in portoghese República Federativa do Brasil, Repubblica Federativa del Brasile) è una repubblica federale democratica dell'America meridionale. Confina a nord con la Colombia, il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la Guyana Francese, a sud con l'Uruguay e ad ovest con l'Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù. Ad est si affaccia sull'oceano Atlantico. Il Paese ha come caratteristica principale la sua immensità: un'immensità fisica, climatica, ambientale e sociale. Esso può essere considerato un Paese in via di sviluppo, un Paese industrializzato, postindustriale o del Terzo mondo a seconda dell'aspetto che ne viene valutato. È in via di sviluppo in quanto sta superando la transizione demografica, potenzia le vie di comunicazione, esporta prodotti tropicali e minerali, e stringe relazioni commerciali con nuove nazioni. È infine moderno e post-industrializzato per i suoi grattacieli, per lo sviluppo delle telecomunicazioni e della tecnologia. Oggi si sta assistendo ad una lenta ma progressiva crescita dei redditi, ad un aumento qualitativo delle relazioni tra le varie regioni, ad un incremento della struttura comunicativa, tutti fattori che consentono al Paese di crescere unitariamente, evitando la sperequazione tra i vari Stati. Inoltre la popolazione aumenta ragionevolmente insieme alla crescita economica, favorita dal Mercosur (Mercato Comune del Cono Sud) e dalla Comunità delle Nazioni del Sud America. Tutte queste premesse unite alla forte e sicura identità nazionale, alla cultura ricca e unitaria, pongono il Brasile in una posizione di primaria importanza per quanto riguarda gli sviluppi futuri dell'economia e della politica sulla scena mondiale. Prodotto Nazionale Lordo: 1.900 trilione $ (9º posto nella classifica mondiale). Punti di forza: l'industria locale è ben sviluppata e assicura al paese una posizione dominante nella regione. Immense le risorse agricole e zootecniche (caffè, cacao, soia, mais, canna da zucchero, bovini). Ampi giacimenti d'oro, d'argento e di ferro. È uno dei più importanti produttori di acciaio e petrolio. Le dissestate finanze regionali rischiano di mettere a repentaglio la stabilità economica. Gli investimenti esteri sono frenati dalle imposte sulle attività economiche e dalla corruzione. La vulnerabilità dell'economia è causata dalle fluttuazione dei prezzi delle materie prime. Nel periodo 2003-2006 Il Brasile ha avuto una crescita economica del 3,3%, in confronto ad una media per i paesi sviluppati del 7,3%. Il trasporto via mare è strategico ma molti scali sono strutturalmente arretrati. Le strade ed i quartieri residenziali delle grandi città sono abnormemente sviluppati in rapporto alle esigenze funzionali collettive.Gli interventi pubblici sono stati sovrabbondanti per ispirazione grandiosa ma hanno avuto poca sintonia con le possibilità di sviluppo. Il paese è profondamente urbanizzato ma il costo del lavoro è alto. La lunga abitudine alla burocrazia ed al gravoso prelievo fiscale non è stata efficacemente contrastata dal governo riformatore di Lula da Silva, al potere dal 2002. Il nuovo corso si è sostanzialmente saldato a quello del vecchio apparato di potere. I programmi non si sono aggiornati alle esigenze di mercato: in Brasile l'autorità centrale interviene sempre con iniziative di programma unilaterale. Tuttavia le grandi possibilità nelle forniture di biocombustibili, soia e minerali mantengono alto l'interesse per il paese. Nel 2006 gli investimenti sono cresciuti del 7% ed i salari del 8%. Gli ostacoli alla liberalizzazione dell'economia continuano ad essere forti in un contesto internazionale favorevole ad eliminarli. A partire dal 2006 l'economia ha ripreso a crescere con un vigore superiore (tra il 7-8%) anche grazie al nuovo progetto di accelerazione della crescita economica, il PAC. Risorse • • • • • Produzione di energia elettrica: 59.000.000 kWh. Pesca: 850.000 tonnellate. Petrolio: 1.840.000 b/g. Allevamento: pecore 18,3 milioni, capre 12,6 milioni, bovini 183 milioni, suini 31,4 milioni. Minerali: ferro, manganese, carbone, bauxite, nichel, petrolio, stagno, argento, diamanti, oro. Agricoltura Da sola produce il 10 per cento del reddito brasiliano, ed occupa soprattutto i territori pianeggianti della costa atlantica. Le coltivazioni principali sono il caffè, di cui è primo esportatore al mondo, la soia (secondo dopo gli Stati Uniti) e il frumento (specie nel Sud), ma anche riso, mais, canna da zucchero e cacao. La produzione è in prevalenza rivolta all'esportazione, e ciò obbliga il paese a importare derrate alimentari per far fronte al fabbisogno alimentare interno. L'agricoltura del Brasile presenta ancora strutture perlopiù di tipo coloniale: l'1% dei proprietari possiede il 40% dei terreni coltivabili, organizzati in grandi proprietà fondiarie in cui si pratica per lo più l'allevamento estensivo, oppure aziende capitalistiche dedite all'agricoltura di piantagione. Esistono anche i minifundos, piccole proprietà gestite da agricoltori più poveri e coltivate a mais, riso, manioca e frumento. Allevamento Il 22% del suolo è utilizzato dalle grandi proprietà per l'allevamento. Nell'allevamento, prevalgono i bovini, quindi seguono suini, ovini e caprini. Risorse minerarie Il sottosuolo è ricco. Il Brasile fornisce il 30% delle esportazioni mondiali di ferro. Inoltre è ricco di manganese, di zinco, oro, stagno, pietre preziose e carbone. Industria In Brasile l'industria si è sviluppata solo dalla seconda metà del XX secolo. Tuttavia la sua crescita è stata rapida, e le produzioni si sono molto diversificate. Sostenuta anche da capitali stranieri e presente soprattutto a San Paolo e Belo Horizonte, vede la prevalenza dei settori metallurgico, chimico, tessile, alimentare e dei più recenti comparti meccanico (automobili, aerospazio) ed elettronico (radiotecnica, microelettronica). Trasporti Reti autostradali: 5.000 km. • • • Reti stradali: 224.397 km. Reti ferroviarie: 30.379 km. Reti navigabili interne: 50.000 km. Nelle regioni costiere la rete stradale è efficiente, mentre non lo è nell'interno del paese, ad eccezione del Stato di Sao Paulo. Il traffico ferroviario non è di rilevante importanza, mentre quello aereo è presente in tutto il territorio nazionale. Turismo Un visitatore all'anno per ogni 55 abitanti. Paesi di provenienza: Argentina 43%, Uruguay 9%, USA 9%, Paraguay 5%, Germania 5%, altri 30% Principali poli turistici: Rio de Janeiro, San Paolo, Bahia, Foz do Iguaçu, Regione Amazzonica, Minas Gerais, Recife e Olinda, Fortaleza, Natal, Pantanal. Parchi nazionali: Cascate di Iguazu, Lençois Maranhenses, Chapada Diamantina, Parco Marino Fernando de Noronha, Itatiaia, Serra da Capivara, Jericoacoara, Monte Pascoal, Monte Roraima, Pau Brasil, Tijuca, Serra dos Órgãos, Sete Cidades, Serra da Canasta, Ubajara, Pico da Neblina, Vale do Catimbau. Esportazioni Stati Uniti 17,8%, Argentina 8,5%, Cina 6,1%, Paesi Bassi 4,2%, Germania 4,1% (2006) Importazioni Stati Uniti 16,2%, Argentina 8,8%, Cina 8,7%, Germania 7,1%, Nigeria 4,3%, Giappone 4,2% (2006). Povertà 29,3% dei brasiliani vivono sotto la linea di povertà. La popolazione povera vive, soprattutto, nelle favelas delle grandi città e nelle regioni più povere del Brasile (il Nord e il Nordest).[25] Il Brasile è un paese di contrasti tra ricchi e poveri. Molte città nelle regioni Sud e Sud-est hanno un grande sviluppo sociale. Per esempio, la città di São Caetano, nello stato di San Paolo, ha un Indice di sviluppo umano di 0,919, superiore a quello di Portogallo (0.897); di contro, la città di Manari, nello stato del Maranhão, ha un ISU di 0,467, lo stesso della Tanzania, nell'Africa Ci sono anche differenze razziali: i brasiliani di origine europea o asiatica sono più ricchi che i brasiliani di origine africana. Un brasiliano nero guadagna la metà della retribuzione di un bianco. I neri ed i meticci sono 65% della popolazione povera ed i bianchi 36%. ARGENTINA La Repubblica Argentina è uno Stato dell'America meridionale. Fa parte dell'America Latina o Latino America. Viene formalmente chiamata Repubblica Argentina (in spagnolo: República Argentina, IPA [reˈpuβlika aɾxenˈtina]). Per molti scopi legali viene usata anche la dicitura Nación Argentina (Nazione Argentina). Confina a ovest e a sud con il Cile, a nord con la Bolivia e il Paraguay, a nord-est con il Paraguay e il Brasile, a est con l'Uruguay e l'Oceano Atlantico. Oltre un terzo della popolazione è concentrato nella capitale Buenos Aires. Dal punto di vista politico è una repubblica federale composta da 23 Province (provincias) ed un Distretto Federale, le cui competenze sono quelle di stati confederati. Oggi l'Argentina è uno stato dal forte sviluppo economico. I suoi circa 40 milioni di abitanti godono di un indice di sviluppo umano, reddito procapite, livello di crescita economica e qualità della vita che pone la nazione come una delle più sviluppate dell'America Latina. Dopo la crisi economica del 2001, economia e governo si sono stabilizzati e l'Argentina, forte di un nuovo periodo di crescita, può di nuovo guardare al futuro con speranza. Il nome "Argentina" deriva dal latino argentum (argento). Quando i primi conquistadores spagnoli scoprirono il Río de la Plata rimasero sbalorditi dai suoi riflessi argentei e da alcuni ricchi ritrovamenti (infatti in italiano Rio de la Plata significa proprio Fiume dell'Argento), e chiamarono il suo estuario Mar Dulce ('Mare Dolce'). Le popolazioni indigene offrirono doni in argento ai sopravissuti di un naufragio guidati da Juan Díaz de Solís. La leggenda della Sierra del Plata - una montagna ricca di argento - raggiunse la Spagna attorno al 1524, e il nome venne messo su stampa per la prima volta su una mappa Veneziana del 1536. La fonte dell'argento era l'area sulla quale nel 1546 sarebbe stata fondata la città di Potosí. Una spedizione che seguì il percorso dell'argento risalendo i fiumi Paraná e Pilcomayo, raggiunse la fonte solo per trovarla già rivendicata da esploratori che l'avevano raggiunta partendo da Lima, la capitale del Viceregno. Il nome Argentina iniziò ad essere usato estesamente nel libro del 1612 Historia del descubrimiento, población, y conquista del Río de la Plata (Storia della scoperta, popolamento e conquista del Río de la Plata) di Ruy Díaz de Guzmán, in cui il territorio veniva chiamato Tierra Argentina (Terra d'Argento). Oggi il suo nome viene regolato dalla Costituzione Argentina la quale nella prima parte all'articolo 35 sancisce esplicitamente che: i nomi adottati successivamente all'insediamento del primo governo nazionale nel 1810 come: Provincias Unidas del Rio de la Plata (Provincie Unite del Fiume dell'Argento), Repubblica Argentina, Confederazione Argentina e Nazione Argentina sono tutti ufficialmente riconosciuti validi per la denominazione del governo e del territorio di questo stato Economia L'economia dell'Argentina è caratterizzata da grande ricchezza e varietà di risorse naturali, una popolazione con un elevato grado di alfabetizzazione, un sistema agricolo ed una solida base industriale che la pone come la nazione più sviluppata dell'America Latina insieme al Cile. Tuttavia nell'ultimo quarto di secolo, l'Argentina ha vissuto momenti di grave crisi economica (2001). Attualmente è la terza potenza economica dell'America Latina, dopo il Brasile ed il Messico, ed è la 23° del pianeta. Il PIL procapite nel 2007 ammontava a 14.376 dollari USA, secondo in tutta l'America Latina al Cile (14.676). Il PIL nel 2008 ammontava a 571.392 milioni di dollari USA. La povertà nel marzo del 2008 era del 20,8% e l'indigenza era pari al 5,9%. La disoccupazione nel quarto trimestre del 2007 era del 7,5% mentre il lavoro sommerso era pari al 6,0% della Forza Lavoro. La moneta della nazione è il peso argentino dal 1992. Le esportazioni nel 2007 totalizzarono 55.780 milioni di dollari mentre le importazioni ammontarono a 42.525 milioni generando un surplus di 13.255 milioni. Il paese ha un debito estero di 123.196 milioni di dollari (dic 2007), pari al 21,56% Esportazioni Nazione Importazioni Percentuale Nazione Percentuale Brasile 17,5 % Brasile 32,6 % Cina 9,4 % Stati Uniti 14,2 % Stati Uniti 7,6 % Cina 8,7 % Cile 6,9 % Germania 5,7 % Spagna 4,1 % del PIL. Settore Primario L'Argentina è uno dei primi paesi al mondo per produzione agricola e per allevamento, in particolare dei bovini. I principali prodotti agricoli sono la soia, il mais, il frumento. Per quanto riguarda l'allevamento, l'Argentina è uno dei maggiori esportatori di carne bovina e ovina. Una parte consistente della produzione agricola della nazione è destinata all'esportazione (15%), mentre il resto è destinata come materia prima per le industrie alimentari. Cereali, latte e carne bovina rappresentano la base dell'alimentazione degli argentini. La Pampa rappresenta la regione argentina dove si concentra maggiormente la produzione agricola. L'Argentina possiede una considerevole quantità di petrolio e gas che ha permesso lo sviluppo di una fiorente industria petrolchimica, che insieme alla produzione di soia e l'industria metal-meccanica costituisce la base dell'economia argentina. L'esportazione del petrolio è pari al 20% del totale mentre il 4,6% della produzione del greggio è destinata all'industria petrolchimica. I giacimenti petroliferi sono concentrati nella Provincia di Neuquén. Bahia Blanca è il principale porto dell'Argentina per l'esportazione di petrolio. La pesca ha un ruolo marginale nell'economia del paese sudamericano, al contrario la silvicoltura ha un ruolo fondamentale per l'economia argentina. Settore Secondario L'industria manifatturiera argentina è il settore che partecipa di più alla formazione del Prodotto Interno Lordo (17,5%). Insieme al commercio e al settore pubblico è il settore occupazionale più rilevante dell'Argentina, 13% nel 2007. L'industria edile apporta il 6,7% del PIL e il 9,5% dell'occupazione totale. l'Industria argentina si divide in agraria e non agraria. L'industria agraria è dominata dall'industria alimentare e lavorazione della carne. Per quanto riguarda la produzione non agraria l'industria più importante è quella automobilistica seguita da quella chimica, metallurgica ed infine cartaria. L'area industriale più importante del paese si estende da Gran Buenos Aires fino a Cordoba passando per Rosario. Altri centri rilevanti sono Tucuman, San Luis e la Terra del Fuoco. A causa delle privatizzazioni l'industria navale ha perso notevole importanza e posti di lavoro. Settore Terziario Il turismo è una risorsa importante per la repubblica, il settore partecipa al PIL con il 7,41%. I turisti provengono in massima parte da altri paesi dell'America Latina, dal Nord America e dall'Europa in particolare dall'Italia e dalla Spagna. Le principali attrazioni sono la Patagonia, famosa per le sue montagne, laghi di origine glaciale, ghiacciai e foreste vergini. Le Cascate dell'Iguazú al confine con il Brasile e il Paraguay. Buenos Aires, la metropoli, centro di cultura ed avanguardia dell'intero Cono Sud. Mendoza e San Juan province vitivinicole. La Puna e il treno delle nuvole nella provincia di Salta. La fauna marina come la balena franca australe, i pinguini, i leoni marini sudamericani (Otaria flavescens) nella provincia di Chubut. Il Parco Nazionale El palmar e il carnevale di Gualeguaychú nella provincia di Entre Rios. Per quanto riguarda i trasporti, l'Argentina possiede 37.740 km di autostrade, 600.000 km di strade municipali. Sono circa 8.500.000 gli autoveicoli circolanti nel paese e circa 5.300.000 le automobili. La ferrovia è sviluppata solo nella parte centrale del paese per circa 40.000 km. Sono circa 11.000 i Km navigabili. I principali porti sono Buenos Aires, Rosario, Mar del Plata, Bahia Blanca, La Plata. Il principale aeroporto del paese è quello di Ezeiza, a Buenos Aires, utilizzato solo per i voli internazionali e Aeroparque, nel centro della stessa città utilizzato per i voli nazionali e per i voli da e per l'Uruguay. La compagnia aerea di bandiera, Aerolineas Argentinas, dopo essere stata privatizzata è dal 2008 ritornata sotto la gestione statale. Le principali fonti di energia elettrica sono: idraulica, termica e nucleare. CILE Il Cile (in spagnolo: Chile) è un paese situato nell'estremo sudovest del continente sudamericano. Il suo nome ufficiale è Repubblica del Cile (República de Chile) e la sua capitale è Santiago del Cile. Il Cile sorge su un lungo e stretto lembo di terra conosciuto come Chile continental, tra l'Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande, che si estende tra i 17°29'57'S e i 56°32'S di latitudine. Confina a nord con il Perù, ad est con la Bolivia e l'Argentina e al sud con lo stretto di Drake. Possiede anche territori insulari nell'Oceano Pacifico, come le Isole Juan Fernández, Sala y Gómez, Isole Desventuradas e l'Isola di Pasqua (situata in Polinesia). La superficie totale del paese è 755.838,7 km². Il Cile reclama la sovranità anche su zona dell'Antartide di 1.250.257,6 km² denominata Territorio Cileno Antartico e comprende i meridiani 90° e 53° Ovest fino al Polo Sud. Questa richiesta non è stata accolta a causa della firma al Trattato Antartico che di fatto determina la rinuncia alle pretese territoriali nell'Antartide. Il Cile può essere definito come un paese tricontinentale perché si estende in Sud America, in Antartide e in Oceania. I suoi circa 17 milioni di abitanti dispongono un indice di sviluppo umano, percentuale di globalizzazione, PIL procapite, livello di crescita economica e qualità della vita tra i più elevati dell'America Latina assieme ad Argentina, Uruguay, Messico e Brasile. L'economia cilena è riconosciuta internazionalmente come una delle più solide del subcontinente latinoamericano. Tuttavia durante il corso della sua storia il Cile ha conosciuto diversi periodi crisi ed altri di elevata crescita ed espansione economica. Durante la dittatura fascista-militare del generale Augusto Pinochet è stata applicata una politica neoliberista che è stata profondamente modificata durante i governi della Concertación attraverso diverse riforme sociali progressiste in campo sanitario, previdenziale ed educazionale ed adottando la strategia della cosiddetta economia sociale di mercato. Dopo anni di isolamento il Cile è unm mercato aperto al mondo con un'economia basata sull'esportazione sia di prodotti finiti sia di materie prime. Secondo i dati della Banca Centrale del Cile, durante il 2006, le esportazioni hanno raggiunto i US$ 58.116 milioni aumentando del 40,7% rispetto all'anno precedente, grazie ai diversi trattati di libero commercio stipulati con gli Stati Uniti, Unione Europea, Corea del Sud e Cina oltre che accordi con altri paesi affacciati sul Pacifico e la partecipazioni a diverse organizzazioni economiche come il Mercosur, APEC, oppure la Comunità Andina dove è un membro associato. Le importazioni hanno invece raggiunto i US$ 35.973 milioni. Il PIL nominale, ha raggiunto i US$ i 145.845 milioni ed il reddito procapite nominale i 8.875 dollari. Secondo il Fondo Monetario Internazionale il PIL procapite nominale nel 2007 è stato il più elevato di tutta l'America Latina. ed il secondo dopo l'Argentina a parità di potere d'acquisto. La crescita del PIL è intorno al 4% annuo e l'inflazione si mantiene intorno al 2,5%. Il principale prodotto minerario esportato è il rame, di cui il Cile soddisfa il 36% del mercato mondiale. Di importanza rilevante ci sono anche il molibdeno, platino ed oro. Esportazioni Paese Importazioni Percentuale Paese Percentuale Cina 14,8 % Stati Uniti 16,7 % Stati Uniti 12,5 % Cina 11,2 % Giappone 10,5 % Brasile 10,3 % Paesi Bassi 5,8 % Argentina 9,9 % Corea del Sud 5,7 % Italia 5,1 % Brasile 5% Altri 40,6 % Altri 51,9 % L'estrazione ramifera rappresenta il 30% delle esportazioni del paese ma nel 1970 raggiungeva addirittura il 60%. L'impresa nazionale Codelco Chile è delle più grandi miniere esistenti al mondo e controlla anche vari giacimenti del paese come Chuquicamata e El Teniente. L'estrazione è la principale attività economica nel nord del paese: Regione di Tarapacá, Regione di Antofagasta e la Regione di Atacama ed ha unagrande importanza nella Regione di Coquimbo, Regione di Valparaíso, Regione del Libertador General Bernardo O'Higgins e nella Regione delle Magellane e dell'Antartide Cilena. Nel paese esistono anche dei giacimenti di petrolio. L'agricoltura e l'allevamento sono le principali attività economiche del centro e del sud del paese. L'esportazione della frutta e della verdura hanno raggiunto livelli storici grazie all'apertura dei mercati europei e nordamericani oltreché asiatici dove il Cile è uno dei principali esportatori e questo vale anche per la silvicoltura e per la pesca. Attualmente il paese ha superato la Norvegia per la pesca del salmone ed è il maggior esportatore al mondo, ed uno dei più grandi produttori vinicoli. L'industria cilena è principalmente strutturata su piccole e medie unità ad eccezione della produzione di farina di pesce dove viene prodotta da grandi industrie. L'industria si concentra soprattutto intorno alla capitale Santiago e di minore intensità a Valparaíso e Concepción. Duramente gli ultimi anni si è sviluppata notevolmente l'industria agroalimentare ed entro il 2010 il Cile diventerà una potenza a livello mondiale in questo settore, in particolare l'industria vinicola. Il Cile si è convertito come una piattaforma che attira investimenti esteri per altri paesi dell'America Latina e molte imprese internazionali si sono insediate a Santiago. Il Cile è inoltre uno dei più grandi investitori latinoamericano nel settore dei servizi. Tuttavia in Cile esiste la disuguaglianza tra i generi riguardo lo stipendio e nella partecipazione al mercato del lavoro delle donne incide sull'economia. La moneta ufficiale in Cile dal 1975 è il peso cileno ($). • • • • Prodotto Nazionale Lordo: 14.673$ pro capite (40° posto della classifica mondiale)(anno 2006). Bilancia dei pagamenti: -594 milioni di $ (2003). Inflazione: 2,5% (stima per il 2007). Disoccupazione: 6,7% (stima per il 2007). Risorse • • • Produzione di energia elettrica: 6.000.000 kw. Pesca: 7.600.000 tonnellate. Petrolio: 14.697 b/g. • • Allevamento: pecore 3,8 milioni, capre 0,74 milioni, bovini 3,8 milioni, suini 1,8 milioni. Minerali: rame, nitrato di sodio, ferro, zinco, oro, argento, manganese, zolfo, molibdeno, borace, iodio, cobalto, carbone, petrolio, uranio. Agricoltura L'agricoltura e la zootecnia sono le principali attività delle regioni del centro e del sud del paese. L'esportazione di frutta e verdura ha raggiunto livelli storici, in apertura delle porte dei mercati europei e asiatici, così come prodotti forestali. Si tratta di uno dei più importanti esportadori di vino della zona. • • • Principali frutti: Vite, albicocca, cherimola, Mele, ciliegia, avocado, lampone, fragola, mirtillo nero, limone, arancia, melone, cocomero, ecc. Principale verdure: patate, barbabietola, Zucca, fagioli, lenticchie, lattuga, Pomodoro, cipolla, aglio, peperoni, peperoncini, carote, spinacio, ecc. Animali da allevamento : bovino, maiale, pollo, tacchino, pecora, capra, cavallo, mulo, asino, lama, ecc. Pesca Elevata importanza riveste l'allevamento del salmone. Industria L'industria cilena è efficiente e di qualità, concentrata soprattutto nell'area urbana di Santiago del Cile e Valparaiso. Settore particolarmente sviluppata è l'industria alimentare. Lavorazione di rame e altri metalli, acciaierie, tessili, alimentari, chimiche, cartarie, metalmeccaniche, cantieristica navale. Esportazioni Giappone 16%, USA 15%, Regno Unito 6%, Corea del Sud 6%, Brasile 6%, altri 51%. Importazioni USA 23%, Argentina 10%, Brasile 7%, Messico 6%, Giappone 6%, altri 48%. UNITA’ 4 ASIA: CARATTERISTICHE FISICHE, CLIMATICHE IDEROGRAFICHE E PRESENZA UMANA L'Asia, il più vasto dei continenti (la sua superficie è più di quattro volte quella dell'Europa e pari a quasi un terzo di tutte le terre emerse), si presenta nel suo complesso come una massa continentale di grandi dimensioni, ed è la sola tra le terre emerse a essere bagnata da tre oceani: l'Oceano Atlantico (con il Mar Glaciale Artico e il Mar Mediterraneo), l'Oceano Indiano e il Pacifico. La massa continentale si spinge a sud con le tre grandi penisole dell'Arabia, dell'Indiana e dell'Indocinese. A quest'ultima seguono, come prolungamento naturale, le isole dell'Indonesia, mentre più a est, nell'Oceano Pacifico, vi sono grandi festoni di isole che, dalle Curili al Giappone e alle Filippine, delimitano mari costieri. I punti estremi dell'Asia sono: A nord Capo Čeljuskin, sulla costa siberiana (77° 40' latitudine nord); A sud Capo Buru, all'estremità della penisola di Malacca (1° 16' latitudine nord); A ovest Capo Baba, in Asia Minore (26° 5' longitudine est); A est Capo Orientale, sullo stretto di Bering (170° longitudine ovest). L'asse nord-sud è di 8600 km ca., quello ovestest di 9000 km ca. L'Asia è unita all'Europa, con la quale forma una sola massa continentale, detta Eurasia, ed è unita anche all'Africa dall'istmo di Suez; è separata dall'America settentrionale dallo stretto di Bering (largo 92 km); il complesso insulare indonesiano la collega all'Australia. L'Asia non è soltanto il continente più esteso della Terra, è anche quello in cui più profondi sono i contrasti fisici, umani ed economici. Il monte Everest (8844,43 m) è il punto più alto della Terra, mentre la fossa delle Marianne quello più profondo. L'Asia si espande in tutte e tre le zone astronomiche dell'emisfero boreale: la glaciale, la temperata e la torrida. Di conseguenza molto forti sono i contrasti climatici: nella Siberia settentrionale, infatti, si registrano temperature sino a -70 °C (Verkhojansk e Ojmjakon), mentre nel deserto di Lut, in Iran, si toccano i +54 °C all'ombra; ai piedi dell'Himalaya, a Cherrapunji, cadono oltre 11.000 mm di pioggia all'anno, mentre nelle aree desertiche interne del continente non piove quasi mai e vi è pochissima umidità. In Asia si trova il più grande lago del mondo il mar Caspio (371.000 km2), quello più profondo il Bajkal (1741 m), in Russia, e quello più depresso, il Mar Morto (-395 m). Un fenomeno meteorologico stagionale che colpisce sporadicamente gran parte dell'Asia Orientale durante i mesi primaverili è quello delle tempeste di polvere asiatiche che si origina nei deserti della Mongolia, della Cina e del Kazakistan settentrionale. La grande varietà di climi causa le più svariate formazioni vegetali: dalla tundra e dalla grande foresta di conifere (taiga) delle regioni settentrionali, alla vegetazione tropicale delle savane e delle foreste equatoriali. Inoltre dall'Asia sono pervenute lamaggior parte delle piante utili all'uomo, come il frumento, l'orzo, la fava, la lenticchia, il fagiolo, l'olivo, la vite, la canna da zucchero ecc. Così pure ricca e variata è la fauna: dalla renna e dagli animali da pelliccia al cammello, al cavallo, alla pecora, alla tigre, alla pantera, al leone ecc.Anche nel campo antropico si riscontrano grandi contrasti: l'Asia ha una popolazione che rappresenta quasi i 3/5 della popolazione terrestre, ma distribuita in modo poco uniforme: si passa dalle aree desertiche, praticamente disabitate, a quelle della costa cinese, del Giappone e dell'Indonesia, dove si raggiungono i 1000 ab./km2. Grandi sono le differenze etniche. L'Asia è stata la sede delle prime più importanti e complesse manifestazioni culturali; in Asia vennero probabilmente messi in atto i primi metodi di agricoltura e di allevamento, fu inventata la metallurgia e sorsero i primi Stati; tutte le più importanti religioni (giudaismo, cristianesimo, islamismo, induismo, buddismo) nacquero in Asia e si diffusero in seguito in tutta la Terra. Negli immensi spazi asiatici sono sorti e si sono sviluppati i più grandi imperi continentali che la storia ricordi: dal persiano, all'arabo, al turco, al bizantino e tuttora enormi sono le dimensioni di alcuni Stati asiatici, come la Cina, che si estende per oltre 9,3 milioni di km2. L'Asia è il continente con la maggiore altitudine media (960 m); dal punto di vista geografico, può essere divisa in tre grandi regioni: la regione settentrionale, pianeggiante, costituita dal bassopiano turanico-siberiano e dal tavolato siberiano; la regione mediana, con i giganteschi sistemi montuosi; la regione meridionale, frazionata in tre grandi penisole. Il fiume Jenisej divide in due parti il tavolato siberiano: l'orientale (altopiano siberiano), con bassi rilievi che generalmente non superano i 500 m, con alcune cime più elevate (monti Putorana, 2037 m; monti dello Jenisej, 1122 m); l'occidentale (bassopiano siberiano), con terre pianeggianti divise dal bassopiano turanico dalle alture della Chirghisia. La regione mediana dei grandi sistemi montuosi comprende una fascia gigantesca di acrocori, altipiani e di catene che si annodano nel Pamir, il "tetto del mondo". Da occidente la grande fascia orografica presenta l'altopiano anatolico, con a nord i monti Eusini e a sud il Tauro, l'Acrocoro Armeno, che raggiunge i 5165 m con il monte Ararat, e si collega a nord con il sistema dal Caucaso formato da catene parallele altissime (Elbrus, 5633 m), e a sud-est con l'altopiano iranico chiuso tra i monti Elbrus e i monti del Khorasan e dell'Afghanistan a nord, i monti della Persia meridionale e del Belucistan a sud che terminano, con i monti Sulaiman, nella pianura dell'Indo. Da queste masse montuose si dipartono poi catene minori nella Cina e, verso sud, nella penisola indocinese. Fra i due fasci di catene che si dipartono dal Pamir, si stende l'altopiano di Hanhai (mare disseccato), la cui parte orientale è occupata dal deserto di Gobi. La regione meridionale dell'Asia presenta due grandi penisole bagnate dall'oceano Indiano: l'Arabia e l'India, formate da tavolati con orli montagnosi, morfologicamente simili all'Africa; il tavolato indiano (Deccan) è orlato lungo le coste da rilievi, Ghati Occidentali e Ghati Orientali, ed è separato dai grandi sistemi montuosi centrali dal bassopiano indogangetico. I festoni insulari e peninsulari della parte orientale del continente sono frammenti di catene montuose periferiche caratterizzate dalla presenza di molti vulcani (116 attivi tra le isole Curili e il Giappone), allineati nella cosiddetta cintura di fuoco pacifica. UNITA’ 5 CARATTERISTICHE FISICHE ECONOMICHE E SOCIALI DI: GIAPPONE, CINA, INDIA GIAPPONE Il Giappone (日本/日本国 Nihon o Nippon, ufficialmente Nihon-koku o Nippon-koku), è uno stato insulare dell'Asia orientale. Situato nell'Oceano Pacifico, si trova ad est di Mar del Giappone, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud e Russia; e si snoda dal Mare di Ochotsk nel nord, fino al Mar Cinese orientale e Taiwan nel sud. I caratteri che compongono il nome del Giappone significano "origine del sole", ed è questo il motivo per cui è spesso identificato come la terra del Sole nascente o il Paese del Sol levante. Il Giappone è un arcipelago composto da 6852 isole; le 4 isole più grandi sono: Honshū, Hokkaidō, Kyūshū e Shikoku, che da sole rappresentano circa il 97% della superficie terrestre del Giappone. Molte isole sono montagne, alcune di origine vulcanica; per esempio, la vetta più alta del Giappone, il Monte Fuji è un vulcano attivo. Con una popolazione di circa 128 milioni di individui, il Giappone risulta essere la decima nazione più popolosa al mondo.La Grande Area di Tōkyō, che include la città di Tōkyō e numerose prefetture confinanti, è di fatto la più grande area metropolitana del mondo, con oltre 30 milioni di residenti. Ricerche archeologiche indicano che l'arcipelago è abitata dal Paleolitico superiore. La prima menzione scritta sul Giappone inizia con una breve apparizione in un libro di storia cinese del primo secolo a.C. Influenze provenienti dal mondo esterno seguirono un lungo periodo di isolamento che ha caratterizzato profondamente la storia del Giappone. Fin dall'adozione dell'attuale Costituzione, il Giappone mantiene una monarchia costituzionale con un imperatore e un parlamento eletto, la dieta. Tra le grandi potenze, il Giappone ha la seconda maggiore economia per prodotto interno lordo e la terza maggiore per potere d'acquisto, è anche il quarto maggiore esportatore e il sesto maggiore importatore a livello mondiale. Inoltre il Giappone è l'unica nazione asiatica del G8 e attualmente è un membro non permanente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sebbene il Giappone abbia ufficialmente rinunciato al diritto di dichiarare guerra, mantiene un moderno apparato militare utilizzato per l'autodifesa e per missioni di pace. Il Giappone è un paese sviluppato con uno standard di vita molto elevato (decimo a livello mondiale), inoltre i cittadini giapponesi hanno la maggiore aspettativa di vita al mondo è il terzo più basso tasso di mortalità infantile. Dopo la fine dell'isolamento feudale, avvenuta ad opera dell'imperatore Meiji, nella seconda metà del XIX secolo l'economia giapponese conobbe già i suoi primi sviluppi. Ma solo a partire degli anni cinquanta decollò completamente, e da allora ha continuato a crescere a livelli elevati. Oggi il Giappone è la seconda potenza economica dell'Asia e la terza a livello mondiale dopo gli Stati Uniti e la Cina, con un prodotto interno lordo di 4,4 trilioni di dollari nel 2008. Inoltre è l'unico paese asiatico con livelli di vita superiori a quelli occidentali. L'economia giapponese è basata in gran parte sulle esportazioni. Malgrado la scarsità di materie prime, il Paese dispone di un sistema industriale tra i più imponenti ed avanzati al mondo, soprattutto nei settori dell'automobile e dell'elettronica di consumo. La Sony è tra le multinazionali giapponesi più note e potenti al mondo nel campo dell'elettronica, della comunicazione e della finanza, oltre ad essere specializzata in vari settori attraverso le sue divisioni sparse nel mondo come Sony BMG Music Entertainment (musica), Sony Computer Entertainment (console, videogiochi) e Sony Pictures Entertainment (cinema e televisione). Altre aziende come Denon, Canon, Epson, Olympus, Sharp, Panasonic, Hitachi, Pioneer, Casio, Nikon, Toshiba, Fujifilm, Sanyo e Kenwood sono tra le maggiori produttrici mondiali di apparecchi elettronici (radio, televisori, fotocamere digitali, videocamere, computer, telefoni cellulari, lettori audio e video). Imprese come Kawai, Pearl, Korg, Ibanez, Zoom, Tama, Roland e Yamaha (che costruisce anche moto) sono molto rinomate nel mercato musicale mentre Nintendo, SEGA, Capcom, Tecmo, Mistwalker, Konami, Namco, Treasure, Square Enix e SNK Playmore sono tra i leader del campo videoludico. Giapponesi sono anche alcuni dei maggiori produttori di pneumatici come Bridgestone (fornitore ufficiale del campionato di Formula 1) E MOTO GP, Yokohama, Sumitomo e Toyo. L'industria nipponica dell'auto è la seconda al mondo per importanza, dopo quella statunitense, ma è molto sviluppata anche la produzione di motociclette. Tra le principali costruttrici di mezzi di trasporto vi sono Honda, Suzuki, Kawasaki, Toyota, Yamaha, Mitsubishi Motors, Nissan, Mazda, Subaru e Daihatsu. La Toyota è la prima produttrice mondiale di autovetture, sia per numero che per fatturato. Importanti sono anche le industrie navali, chimiche (petrolio, materie plastiche, fibre sintetiche), metallurgiche, tessili, alimentari e dei laterizi. Agricoltura (riso, té, patate, ortaggi) ed allevamento (bovini, bachi da seta) hanno un ruolo marginale, benché entrambi siano molto modernizzati. Il Giappone è il primo paese al mondo nella pesca, esercitata soprattutto nelle acque del Pacifico. Nel settore terziario, un posto di rilievo spetta alle attività bancarie. Di ottimo livello sono anche i settori delle assicurazioni, della comunicazione e dei trasporti. La capitale Tōkyō è un importante centro finanziario di livello mondiale, ed ospita l'importante borsa valori del Kabutocho. Inoltre la città ha un enorme flusso di persone provenienti da tutto il mondo, per affari e per studio ma anche per turismo. La sua area metropolitana conta più di 35 milioni di abitanti, ed ha un PIL di oltre 2 mila miliardi di dollari, paragonabile a quello dell'intera Francia; nel quartiere finanziario risiede meno di mezzo milione di persone, ma di giorno il loro flusso è di 11 milioni, dati che fanno capire l'importanza mondiale di Tōkyō. I punti di forza sono la grande capacità produttiva, dovuta ad un forte interesse sulla ricerca e lo sviluppo, e i buoni rapporti che il Paese ha con gli Stati Uniti, l'Unione europea e il resto dell'Asia orientale. Il mercato giapponese è dominato da grandi aziende, sia locali (keiretsu) che straniere. Purtroppo il Giappone ha anche dei punti deboli, specie sul piano finanziario, che sono stati alla base della crisi economica negli anni novanta. CINA La Repubblica Popolare Cinese (cinese tradizionale: 中華人民共和國, cinese semplificato: 中华人民共和国, pinyin: Zhōnghuá Rénmín Gònghéguó), anche nota più semplicemente come Cina (cinese tradizionale: 中國, cinese semplificato: 中国, pinyin: Zhōngguó, letteralmente «Paese Centrale»), è un Paese dell'Asia orientale, il più popoloso del mondo. La sua capitale è Pechino. Componente dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza, del quale è membro permanente con diritto di veto dal 1971. La superficie della Cina è di 9.671.018 km², che ne fanno lo Stato più esteso dell'Asia orientale: la popolazione è di 1.306.313.813, pari a circa il 20% della popolazione mondiale. Si tratta di una Repubblica socialista governata da un partito unico, il Partito comunista cinese, e articolata in 22 province, 5 regioni autonome, 4 comuni, e 2 regioni amministrative speciali. La Cina confina con 14 Paesi: a nord con Russia e Mongolia; a est con la Corea del Nord; a sud con Vietnam, Birmania, Laos, Bhutan e Nepal; a ovest con India, Pakistan, Kazakistan, Tagikistan, Afghanistan e Kirghizistan. Si affaccia inoltre a est sul Mar Giallo e sul Mar Cinese Orientale e sud-est sul Mar Cinese Meridionale. Dal 1º ottobre del 1949 la Cina ha un sistema di governo socialista e non va confusa con la Repubblica di Cina, più nota come Taiwan: entrambe le entità statuali rivendicano sovranità territoriale sull'intero territorio della Cina e delle sue isole, benché a livello internazionale l'entità che riceve il maggior riconoscimento sia la Repubblica Popolare Cinese. Appartengono alla Repubblica Popolare Cinese anche le città di Hong Kong e di Macao, che fino alla fine del XX secolo erano le ultime colonie in terra d'Asia rispettivamente di Regno unito e Portogallo. L’importanza della Cina nel ventunesimo secolo si riflette in virtù del suo ruolo come seconda potenza economica per PPP (la terza per grandezza del PIL nominale); inoltre è membro fondatore delle Nazioni Unite (è uno dei cinque membri permanenti con il diritto di veto), aderisce al Shanghai Cooperation Organisation (SCO), e fa parte del OMC, dell'APEC, dell’ASEAN e del G20. Con l’introduzione della riforma economica basata sul capitalismo, nel 1978 la Cina è diventata il paese con lo sviluppo economico più veloce al mondo, (secondo maggiore esportatore e il terzo più grande importatore di merci). Molti studiosi hanno definito la Cina come la nuova superpotenza militare emergente; già nel 1964 riesce a sviluppare i suoi armamenti nucleari e mantiene dalla fine della Seconda guerra mondiale l’esercito di terra più grande al mondo (Esercito di Liberazione Popolare), il suo budget per la difesa (con un aumento annuale più 10%) è secondo solo a quello degli USA. La rapida industrializzazione ha ridotto il suo tasso di povertà dal 53% nel 1981 all'8% nel 2001. Tuttavia, la Repubblica popolare cinese è ora di fronte a una serie di altri problemi, tra cui il rapido invecchiamento della popolazione a causa della politica del figlio unico, un ampliamento urbano- rurale, uno squilibrio economico tra regione costiere e interne, e il degrado ambientale. La Cina rivendica l'isola di Taiwan al governo di Taipei, le isole Ryukyu al Giappone, la provincia dell'Arunāchal Pradesh all'India e le isole Paracel Economia Prodotto Interno Lordo (PIL): a parità di poter d'acquisto: 7.916.429 milioni di dollari (2008) (2°) o nominale: 4.401.614 milioni di dollari (2008) (3°) PNL pro capite: o a parità di potere d'acquisto: 5.963 dollari (2008) (101°) o nominale: 3.315 dollari (2008) (105°) Inflazione: 1,5%. Disoccupazione: ufficialmente è a circa il 4% degli abili al lavoro nelle aree urbane. o • • • Il settore primario La Cina è il primo produttore mondiale di frumento (86,1 milioni di tonnellate nel 2006), è in testa alla classifica per produzione di riso (167,6 milioni di tonnellate) ed ha anche il primato per le patate (66,8 milioni). Inoltre il Paese possiede oltre 1/3 degli allevamenti mondiali di suini, ed è ai primi posti per la pesca. Il settore secondario La Cina ha attirato sul proprio territorio le industrie dei paesi in cerca di manodopera a buon mercato, diventando così l'officina manifatturiera del mondo, in particolar modo delle imprese asiatiche. Il paese è riuscito a mantenere ritmi sostenuti per un arco di tempo molto lungo e nonostante una popolazione estremamente numerosa. Li Gongyou ha sintetizzato quattro fasi lo sviluppo dell'economia del suo Paese nel secolo che fa seguito alla caduta dell'Impero Cinese (1911). La prima fase, precomunista, fino alla proclamazione della Repubblica Popolare Cinese avvenuta nel 1949, viene definita a economia semicoloniale e semifeudale. La seconda, comunista vera e propria e ispirata alle idee guida della Rivoluzione culturale, fino alle riforme di Deng Xiaoping, è stata caratterizzata dal tentativo di realizzare un'economia pianificata centralizzata (il primo piano quinquennale, di stampo sovietico, fu quello 1953-1957). La terza fase, partita con il programma delle "quattro modernizzazioni" (agricoltura, industria, scienza e tecnica, forze armate), è durata fino metà degli anni Novanta, e coincide con l'apertura a un'economia socialista "quasi di mercato". Infine, la quarta fase sarebbe cominciata nel 1995-1996, con la 5a sessione plenaria del XIV Comitato centrale del Partito comunista cinese, la quale ha stabilito la necessità di due fondamentali trasformazioni socio-economiche, da realizzare entro l'anno 2010: trasformare il tradizionale sistema pianificato cinese in un sistema di "economia socialista di mercato" (senza quasi, stavolta), funzionante con regole di libero mercato, e trasformare lo sviluppo economico da estensivo a intensivo. Il che, nei termini occidentali ormai largamente mutuati anche in Cina, significa anche puntare implicitamente allo sviluppo sostenibile, o almeno ispirarsi idealmente a questo traguardo. Oggi in Cina sono presenti tutte le maggiori produzioni industriali, sia di base (acciaio, alluminio, petrolio, chimica industriale, cemento) che manifatturiere (mezzi di trasporto, elettronica di consumo, microelettronica, informatica, telefoni, giocattoli, armi, abbigliamento, chimica fine, lavorazione del legno, prodotti alimentari). Inoltre le varie attività vanno incontro ad un rapido ammodernamento ed alla crescente competitività internazionale, specie grazie ai bassi costi di produzione, dovuti in gran parte alla manodopera a basso costo. Attualmente le industrie cinesi sono in mano a grandi aziende private e statale; in gran parte sono situate sulle coste e nelle cosiddette "zone economiche speciali", nel Sud-Ovest. Questo è stato il principale fattore competitivo dell'economia cinese, che ha reso possibile la grande crescita del PIL, dovuto principalmente alle esportazioni, piuttosto che a un vero e proprio sviluppo del mercato interno. I prodotti costruiti e/o assemblati in Cina a basso costo (infatti in Cina non sono ammessi i sindacati), sono ora più presenti nei mercati europei e mondiali, a scapito delle aziende indigene che per ovvie ragioni possono sempre meno confrontarsi con una concorrenza così fatta. Molte di queste sono state costrette a chiudere i propri stabilimenti, o a trasferire la produzione appunto in Cina. INDIA L'India è uno stato dell'Asia meridionale, con capitale Nuova Delhi (o New Delhi). È il settimo paese per estensione geografica al mondo (3.287.590 km²), e il secondo più popoloso con 1.156.897.766 abitanti (stima effettuata nel 2008), e secondo alcune statistiche potrebbe superare la Cina nel 2037. È bagnata dall'Oceano Indiano a sud, dal Mar Arabico a ovest, e nel Golfo del Bengala a est, e possiede una linea costiera che si snoda per 7.517 km. Confina con il Pakistan a ovest, Cina, Nepal e Bhutan a nord-est, e Bangladesh e la Birmania ad est. I suoi vicini prossimi separati dell'Oceano Indiano sono lo Sri Lanka a sud-est, e le Maldive a sud-ovest. Sede della Civiltà della valle dell'Indo e regione di rotte commerciali storiche e di vasti imperi, il subcontinente indiano è stato identificato con il suo commercio e la ricchezza culturale per gran parte della sua lunga storia. Quattro grandi religioni del mondo, l'Induismo, il Buddismo, il Giainismo e il Sikhismo, sono nate qui, mentre lo Zoroastrismo, l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam arrivarono entro il primo millennio d.C. dando forma nella regione ad una grandissima diversità culturale. Gradualmente annessa alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali dai primi decenni del XVIII secolo e colonizzata dal Regno Unito dalla metà del XIX secolo, l'India è diventata un moderno Stato nazionale nel 1947, dopo una lotta per l'indipendenza che è stata caratterizzata da una diffusa resistenza nonviolenta. L'India è la dodicesima più grande economia del mondo in termini nominali, e la quarta in termini di potere d'acquisto. Riforme economiche hanno trasformato il paese nella seconda economia a più rapida crescita (è uno dei 4 paesi a cui ci si riferisce con l'acronimo BRIC), ma nonostante ciò il Paese soffre ancora di alti livelli di povertà, analfabetismo e malnutrizione. Società pluralistica, multilingue e multietnica, l'India è altresì ricca sul piano naturale, con un'ampia diversità di fauna selvatica e di habitat protetti. UNITA’ 6 AFRICA: CARATTERISTICHE FISICHE, CLIMATICHE IDROGRAFICHE E PRESENZA UMANA L'Africa è il terzo continente per estensione dopo l'Asia e le Americhe. La sua superficie, pari a 30.227.467 km2, rappresenta il 20,2% delle terre emerse del pianeta; i suoi abitanti (oltre 920.000.000 al 2005) costituiscono un settimo della popolazione mondiale. L'Africa è delimitata a Nord dal mar Mediterraneo, a Ovest dall'oceano Atlantico, a Sud dall'oceano Antartico e a Est dall'oceano Indiano. A Nord-Est è separata dall'Asia dall'artificiale Canale di Suez. È attraversata dall'equatore e caratterizzata da una grande varietà di climi. Il termine Africa significa "terra degli Afri", nome di alcune genti che abitavano nel Nord Africa vicino Cartagine. Il nome Afri è generalmente connesso con l'etimo fenicio afar, "polvere", ma una recente teoria lo collega alla parola berbera ifri n Qya (cioè grotta di Qya) o Ifran, che significa "grotta". Altre etimologie proposte per l'antico nome "Africa": • lo storico Flavio Giuseppe (Ant. 1.15) sostenne che esso derivasse da Epher, nipote di Abramo, i cui discendenti avrebbero invaso la Libia; • dalla parola latina aprica ("soleggiato") di cui fa menzione Isidoro di Siviglia nelle Etymologiae XIV.5.2. Il continente africano è principalmente orientato su un asse nord-sud, ha una forma tozza, dallo sviluppo costiero poco articolato, grossomodo triangolare, allargata nella parte settentrionale che si assottiglia in corrispondenza della zona a sud dell'Equatore. Il continente è completamente circondato dal mare ad eccezione di una piccola zona in corrispondenza dell'istmo di Suez, a nord è bagnato dal mar Mediterraneo, a est dal mar Rosso e dall'oceano Indiano, a ovest dall'oceano Atlantico. Gli unici collegamenti con gli altri continenti sono rappresentati dalla penisola del Sinai che lo lega all'Eurasia. Lo stretto di Gibilterra e il canale di Sicilia lo separano dall'Europa. La distanza dal punto più settentrionale (Ras ben Sakka, immediatamente a ovest di Cap Blanc, in Tunisia, a 37°21' N) al punto più meridionale (Cape Agulhas in Sudafrica, a 34°51'15" S) è pari a circa 8.000 km mentre dal punto più occidentale (Capo Verde, a 17°33'22" O) a quello più orientale (Ras Hafun in Somalia, 51°27'52" E) è pari a circa 7.400 km. Lo stato più grande del continente è il Sudan mentre quello più piccolo sono le Seychelles, un arcipelago al largo della costa orientale. Lo stato più piccolo sulla terraferma è invece il Gambia. Morfologia L'altitudine media del continente è pari a circa 600 m s.l.m.; le aree situate a quote inferiori ai 180 m s.l.m. sono relativamente poche, così come poche sono le zone che superano i 3000 m. Il continente può essere diviso in due aree geografiche, una pianeggiante situata nella parte settentrionale e la zona degli altopiani che occupa il resto del continente. Le montagne più alte dell'Africa si trovano sempre in prossimità della Rift Valley: sono il Ruwenzori (5110 m di altitudine), il Kilimangiaro (5895 m di altitudine) in Tanzania e il Monte Kenya (5199 m di altitudine) nello stato omonimo. Questi ultimi sono vulcani spenti, ma sulle loro cime si trovano ghiacci perenni. A ovest c'è un altro vulcano spento, il Camerun (4071 m di altitudine). Il settentrione Nella parte settentrionale del continente, dall'Oceano Atlantico fino al Mar Rosso, si estende il deserto del Sahara, il più vasto deserto del mondo (9.000.000 km2); la sua superficie è principalmente pianeggiante, ma vi si trovano anche rilievi che raggiungono i 2.400 m s.l.m. A nord-ovest il deserto è delimitato dalla catena dell'Atlante e a nord-est lo separa dal Mediterraneo un altopiano roccioso che digrada fino al delta del Nilo. A meridione il Sahara sfuma in un'area pianeggiante semi- arida chiamata Sahel. Il clima è tipicamente mediterraneo al nord,con estati calde e secche e inverni miti e umidi. Coste e isole Lo sviluppo costiero del continente è ridotto a lunghezza complessiva di circa 26.000 km (L'Europa, con una superficie tre volte inferiore, ha circa 32.000 km di coste). La costa si presenta compatta, priva di penisole e insenature di dimensioni rilevanti. Verso nord, sul Mar Mediterraneo, si affacciano due importanti golfi: il Golfo della Sirte davanti alla Libia e il Golfo di Gabes davanti alla catena dell'Atlante. Le coste sono scoscese, con rilievi che arrivano spesso fino al mare. Coste pianeggianti si trovano in Libia e Egitto, dove le coste sono basse e sabbiose e spesso desertiche, così come in Mauritania, Somalia e Namibia. Lungo le coste del Golfo di Guinea e del Mozambico si sviluppano paludi e acquitrini, e banchi sabbiosi rendono difficoltosa la navigazione. L'unica isola di grandi dimensioni è il Madagascar, la quarta più grande del mondo; isole di dimensioni minori si trovano lungo gran parte della costa. Ci sono arcipelaghi di piccole isole sia sul versante dell'Atlantico come: Madeira, Canarie e Capo Verde. C'è anche un'altra isola sulla costa della Tanzania: Zanzibar. Idrografia In Africa vi sono vaste zone areiche, ovvero prive di corsi d'acqua (per esempio il deserto del Sahara) e regioni endoreiche, ovvero con corsi d'acqua che si perdono nel deserto o in paludi o sfociano in laghi chiusi (per esempio i deserti del Namib e del Kalahari). La fascia centrale del continente, dove le piogge sono regolari, forma invece una zona esoreica, ovvero con corsi d'acqua che sfociano nel mare, principalmente nell'Oceano Atlantico, come il fiume Niger e il fiume Congo. Il Niger (4.160 km di lunghezza) nasce dal rilievo del Fouta Djalon e sfocia con un grande delta nel golfo di Guinea. Il fiume Congo, di 4.200 km di lunghezza, sfocia nell'Oceano Atlantico e dà nome alle due repubbliche che si affacciano sulle sue rive (la Repubblica del Congo e la Repubblica Democratica del Congo). I numerosi affluenti del Congo (il più importante è il Kasai) formano un enorme bacino fluviale. Nella parte più meridionale scorrono l'Orange, che sfocia nell'Oceano Atlantico, e lo Zambesi, l'unico grande fiume a sfociare nell'Oceano Indiano. Il principale fiume africano è il Nilo col suo affluente Kagera, che è stato fino a poco tempo fa anche il fiume più lungo del mondo (6.671 km) superato recentemente dal Rio delle Amazzoni (6.868 km). Le sue sorgenti sono nell'Africa equatoriale, da cui provengono i due rami principali: il Nilo Azzurro, che nasce dall'altopiano Etiopico, e il Nilo Bianco, emissario del Lago Vittoria il cui tributario, il Kagera, origina dagli altopiani del Burundi. Il Nilo attraversa l'Africa nordorientale e quando raggiunge il Mediterraneo sfocia con un'ampia foce a delta. Il fiume è conosciuto per il limo, terra che rendeva fertile la distesa sahariana e che consentì lo sviluppo della civiltà egizia; per questo motivo l'Egitto veniva anticamente chiamato "dono del Nilo". La costruzione della diga di Assuan ha permesso la creazione di un ampio bacino artificiale, il lago Nasser; la terra fertile si deposita sul fondo del lago ed è necessario usare fertilizzanti per migliorare la resa dei terreni. Una lunga catena di laghi corre lungo la frattura tettonica della Rift Valley, ai confini tra la Repubblica Democratica del Congo, l'Uganda, la Tanzania, il Burundi e il Ruanda: i più importanti sono il Lago Vittoria e il Lago Tanganica. Ambienti naturali L'Africa presenta una grande varietà di ambienti ed ecosistemi, molti dei quali sono unici al mondo. La parte settentrionale del continente è occupata in gran parte dal gigantesco deserto del Sahara, mentre a sud di questo, l'ambiente predominante è la grande savana, l'immensa distesa erbacea teatro dei grandi safari per turisti. Nella zona equatoriale,in particolare nel bacino del Congo,vi sono invece le grandi foreste tropicali, estese anche su buona parte della zona del Golfo di Guinea. Altre aree desertiche si trovano nella zona del Corno d'Africa e nella zona sud-ovest del continente, dove si trova il grande deserto del Kalahari. Un' estesa foresta pluviale occupa anche la parte orientale del Madagascar, per il resto ricoperto da savane. Paesaggi tipicamente di alta montagna si trovano nell'altopiano Etiopico. L'estrema parte nord-ovest del continente, la zona settentrionale di Algeria,Tunisia e Marocco, e la punta meridionale, presentano ambienti tipicamente mediterranei. Clima Il clima del continente africano è generalmente caldo, anche se con variazioni notevoli a seconda delle zone. L'estrema porzione settentrionale del continente ha un clima mediterraneo, con estati secche e inverni umidi. Il resto del Nordafrica presenta un clima desertico o semidesertico, mentre avvicinandosi all'equatore il clima si fa tropicale, e nella zona dell'equatore è molto umido; è qui che si registra il massimo di precipitazioni annuali. Il clima ritorna desertico o semidesertico nelle zone del Corno d'Africa e del Kalahari, mentre è prevalentemente tropicale nel Madagascar. Climi di alta montagna si trovano nella zona dell'altopiano Etiopico e sulle vette più alte come il Kilimangiaro e il Ruwenzori. Le temperature sono generalmente piuttosto elevate. Fauna L'Africa è famosa in tutto il mondo per la varietà e l'unicità degli animali che la popolano. In Africa vivono molte specie di Felini, come il leone, il leopardo, il serval, il ghepardo e varie specie di gatti selvatici. Presenti anche specie di canidi come i licaoni e gli sciacalli. Molto diffusi nelle foreste sono le grandi scimmie antropomorfe come gli scimpanzé e i gorilla, mentre altri primati popolano anche le praterie, come i mandrilli, le amadriadi e le scimmie leopardo. Le grandi savane sono il regno dei grandi erbivori come le giraffe, gli elefanti, i rinoceronti, e delle grandi mandrie di bufali, gnu, zebre, gazzelle, impala e antilopi di varie specie. I grandi deserti sono popolati da dromedari, orici, fennec, viperidi. Presso i grandi fiumi vivono ippopotami e coccodrilli. Le savane sono percorse inoltre dagli struzzi e sorvolate da varie specie di avvoltoi. Oltre a questi in Africa vi sono numerosissime specie di uccelli. In particolare in Madagascar vi è un vastissimo ecosistema unico al mondo con un numero impressionante di volatili. Questa straordinaria fauna è entrata nella leggenda ed ha ispirato, insieme agli spettacolari paesaggi naturali del continente, varie opere letterarie e cinematografiche. Questa fauna ha inoltre attirato nella storia migliaia di cacciatori - specialmente occidentali - che hanno preso parte a innumerevoli battute della cosiddetta caccia grossa. Fra i personaggi più famosi sedotti dal fascino selvaggio della caccia grossa in Africa si possono ricordare Theodore Roosevelt e Ernest Hemingway. Soprattutto dopo l'avvento degli Europei, la caccia è stata una importante concausa del progressivo depauperamento della biodiversità africana. In Africa esistono ora grandi parchi naturali e molte aree protette per preservare le numerose specie a rischio, ma anche queste riserve hanno grandi difficoltà a opporsi al bracconaggio. Fra i parchi più famosi si ricordano il Serengeti e Ngorongoro (Tanzania), lo Tsavo e il Masai Mara (Kenya), il Kruger (Sudafrica) e il Chobe e la riserva del Delta dell'Okavango (Botswana). UNITA’ 7 CARATTERISTICHE FISICHE SOCIALI ED ECONOMICHE DI: MAROCCO, LIBIA, EGITTO, NIGERIA MAROCCO Il Marocco (arabo: , Al-Mamlaka al-Maghribiyya, "regno dell'occidente") è uno stato dell'Africa settentrionale, nella parte occidentale della regione definita anche come Maghreb. Deve il suo nome alla città di Marrakech. Le sue coste sono bagnate dal Mar Mediterraneo nella parte settentrionale e dall'Oceano Atlantico in tutto il tratto ad ovest dello Stretto di Gibilterra. I confini terrestri sono con la sola Algeria, ad est e sud-est, e con il territorio del Sahara Occidentale a sud (rivendicando il Marocco la sovranità su quest'ultimo territorio, il confine meridionale viene dal Marocco considerato essere la Mauritania). Si contano però anche 4 enclave spagnole nella parte affacciata sul Mediterraneo: Ceuta, Melilla, Peñón de Vélez de la Gomera, Peñón de Alhucemas. Anche le isole Chafarinas, sulla costa del Mediterraneo, 45 km ad est di Melilla appartengono alla Spagna, così come le Isole Canarie al largo del lembo più meridionale della costa atlantica del Marocco. In fine l'isola Perejil, uno scoglio disabitato presso lo stretto di Gibilterra, è tutt'ora disputato tra Marocco e Spagna. Il Marocco è una monarchia costituzionale: l'attuale monarca è Mohammed VI e il capo del governo è Abbas El Fassi. La lingua ufficiale del paese è l'arabo, anche se il 40% degli abitanti parla il berbero (introdotto di recente nelle scuole ma non riconosciuto come lingua ufficiale); il francese è una seconda lingua diffusa ed è molto usato nell'amministrazione, nell'educazione superiore e nei commerci. Economia La crescita economica, costante a partire dal 2003, ha consentito di frenare l'emigrazione e migliorare esportazioni, infrastrutture e afflusso di capitali esteri. In ogni caso, il Marocco resta al 127° posto su 179 secondo l'Indice di Sviluppo Umano. Il sottosviluppo del nord del Marocco rimane una delle priorità del paese. Il nord si trova in una posizione scomoda a causa dell'isolamento geografico e della prevalenza delle popolazioni berbere rispetto a quelle arabe. Agricoltura, allevamento e pesca I principali prodotti agricoli sono costituiti da cereali, canna da zucchero, agrumi, legumi, pomodori, olive (il Marocco è uno dei maggiori esportatori di olio di oliva), e dai prodotti dell'allevamento. Il paese, con i suoi 17 porti, è tra i maggiori produttori di pesce nel mondo Estrazione mineraria L'estrazione mineraria è dominata dai fosfati rocciosi, di cui il Marocco è tra i maggiori produttori e il principale esportatore al mondo. I principali siti si trovano nel Sahara occidentale. Oltre ai fosfati, nella stessa zona sono presenti riserve minerarie di ferro e, in misura minore, di rame. Nel paese sono presenti inoltre miniere di piombo e argento, di cui il Marocco è al 10° posto per produzione mondiale, di carbone (al 15° posto), oltre a oro, zinco, rame, cobalto, manganese, antimonio. Industria Il settore industriale, che attualmente rappresenta più di un quarto del prodotto interno lordo, è stato a lungo dominato dalle industrie agro-alimentari, tessili e del cuoio. Negli ultimi decenni il settore si è molto diversificato, con lo sviluppo in particolare dell'industria chimica e petrolchimica, ma anche in altri campi, dall'industria automobilistica all' informatica . Terziario commercio interno, finanza, servizi alle imprese, servizi alle persone. Turismo Marocco Città imperiali • Fes • Meknes • Marrakech • Rabat Il Marocco si sta affermando come una delle maggiori mete turistiche dell'Africa settentrionale, in particolare per quanto riguarda il turismo organizzato. Le mete più visitate sono le cosiddette città imperiali e il deserto del Sahara. Si può trovare: turismo di tipo culturale (civiltà berbere, fenicia, romana, arabe, spagnola e francese); di tipo naturale (dalle vette innevate dell'Atlante al deserto del Shara) e balneare con le spiagge atlantiche e mediterranee. Il numero di turisti negli ultimi anni si valuta su poco più di cinque milioni, la metà proveniente dall'Europa in testa Francia, Germania e Spagna. Commercio estero Il Marocco ha firmato nel 1996 un trattato con l'Unione Europea, che è entrato in vigore nel 2000, con l'obiettivo di creare entro il 2012 una zona di libero scambio nei termini del Processo di Barcellona. Politica economica Il Governo è impegnato a perseguire politiche volte a favorire una più rapida crescita economica e a ridurre la disoccupazione e la povertà. La crescita inadeguata è stata infatti identificata, sia dal Fondo Monetario Internazionale che dal governo, come il principale punto di debolezza dell'economia del paese negli ultimi dieci anni, senza considerare poi le forti disparità di reddito presenti tra l'élite urbana e il resto della popolazione. La Banca Mondiale e il FMI stimano che il Marocco necessiti di un tasso di crescita medio annuo superiore al 7% per poter intervenire in modo significativo sulla disoccupazione e la povertà. In ogni caso, il governo ha fatto progressi riguardo ad alcune di queste problematiche: ha realizzato significativi miglioramenti dell'ordinamento economico attraverso il rafforzamento dei diritti di proprietà e la riforma della normativa sul lavoro, grazie ai quali si è assistito a un rapido incremento della nascita di nuove aziende; ha migliorato il sistema di supervisione del settore bancario ed ha liberalizzato i comparti dell'energia e delle telecomunicazioni. Nel mese di gennaio 2006 è entrato in vigore un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti d'America, che dovrebbe portare sia ad un'espansione delle esportazioni verso un mercato potenzialmente molto redditizio, sia ad un aumento dei flussi di investimento in entrata. Il governo ha anche ammesso che per accelerare la crescita sono necessarie ulteriori riduzioni delle tariffe doganali ed una semplificazione del regime del commercio. Sono stati infine identificati numerosi interventi di politica industriale volti a ridurre i costi e incrementare la produttività dell'industria marocchina, e le Autorità confidano che questa razionalizzazione permetterà di raddoppiare il valore dell'output industriale entro il 2013. Il Governo sembra ormai pronto a lanciare anche una radicale riforma del settore agricolo per ridurre la dipendenza dai cereali, altamente sensibili a periodi di siccità, e aumentare la superficie coltivata con piante ad alto valore aggiunto, come gli ulivi. Occorre però considerare che tale politica accelererà il processo di inurbamento della popolazione: se tale fenomeno non verrà adeguatamente gestito, aumenterà sensibilmente il rischio dell'insorgere di tensioni sociali e politiche LIBIA La Libia ufficialmente Grande Jamāhīriyya Araba di Libia Popolare e Socialista, è uno Stato del Nordafrica. La sua capitale è Tripoli. Con una superficie di 1.760.000 chilometri quadrati la Libia è il quarto paese dell'Africa per superficie, il diciassettesimo del mondo. La Libia occupa la parte centrale del Nordafrica, affacciandosi sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte, tra il 10º ed il 25º meridiano Est. Confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est col Sudan, a est con l'Egitto. I confini della Libia sono frutto di trattati e convenzioni stipulati nel tempo da vari stati fra cui l'Italia, la Francia, la Gran Bretagna e l'Egitto e seguono principalmente riferimenti artificiali quali paralleli e meridiani e quasi mai riferimenti naturali quali fiumi e/o montagne. Economia Fino agli anni cinquanta considerata uno dei paesi più poveri del mondo, soprattutto a causa dell'improduttività del territorio, la Libia registrava già nel 1977 il reddito annuo pro capite più elevato del continente africano (posizione che conserva tuttora, con 14.192 dollari nel 2010), grazie allo sfruttamento dei grandi giacimenti di petrolio, iniziato nel 1959 e nazionalizzato dopo il 1970. Oltre a nazionalizzare le principali risorse (il petrolio e il gas naturale in primo luogo) e le attività produttive il nuovo regime investì anche nello sviluppo dell'industria leggera e delle infrastrutture e nella modernizzazione dell'agricoltura, favorendo nel contempo l'immigrazione per sopperire alla scarsità di manodopera. La diminuzione dei prezzi del petrolio negli anni ottanta ha poi ridimensionato le possibilità di sviluppo del paese, al punto che il PIL ha fatto segnare in quel decennio un calo medio annuo del 5,4%; negli anni novanta il quadro economico ha risentito delle sanzioni economiche imposte alla Libia dall'ONU nel 1991, revocate nel 1997. Nel 2006 gli U.S.A. hanno cancellato la Libia dall'elenco degli stati canaglia. La moneta è il dinaro libico. Agricoltura L'agricoltura ha importanza scarsa, sia per la limitatissima superficie coltivabile (1,2% del territorio) sia per la scarsità di acqua, anche se il governo ha investito molto sulla bonifica dei terreni agricoli e sul reperimento di risorse idriche con opere di sbarramento e l'utilizzo di ingenti quantità di acque fossili, convogliate verso la costa da un sistema di tubazioni. I principali prodotti agricoli sono i cereali, grano e orzo, coltivati nella fascia costiera e sulle pendici settentrionali delle alture che dominano la costa. Lungo quest'ultima crescono anche vite e olivo, agrumi e alberi da frutta. Nelle zone pre-desertiche cresce lo sparto utilizzato sia per la cellulosa, sia per farne corde, stuoie e altri lavori d'intreccio; e inoltre tabacco, arachidi, patate, ricino; dalla palma da dattero si ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido, è molto praticato l'allevamento caprino e ovino. Poco importante la pesca (rilevante quella delle spugne). Industria La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentato dal petrolio: le quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi di vendita sono sotto il controllo del governo e in adesione alla strategia dell'OPEC. Il petrolio, di cui la Libia è il secondo produttore del continente africano dopo la Nigeria, contribuisce per oltre il 25% alla formazione del reddito nazionale e rappresenta la quasi totalità delle esportazioni. I principali giacimenti petroliferi (Mabruk, Hofra, Zelten, Beda, Raguba, Ora, Samah, Gialo, Waha, Magid, Amal, Serir, Augila) sono collegati da oleodotti; le principali raffinerie sono a Marsa El Brega, Tobruch, ras Lanuf, Ez Zauia. Esistono, inoltre, cospicui giacimenti di gas naturale. Vi sono anche saline, e da alcune zone lacustri del Fezzan si estrae il natron (carbonato di sodio). L'industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con impianti tessili, alimentari, del tabacco, della concia del pellame; attività artigianali tradizionali sono la lavorazione dei tappeti, a Misurata, e i ricami in seta e argento. Dagli anni settanta ha avuto un notevole impulso l'edilizia, con la costruzione di interi quartieri popolari alla periferia delle grandi città che ha determinato il sorgere di cementifici e di fabbriche di laterizi. Terziario Si sta sviluppando nel paese una rete di servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona. Trasporti I maggiori porti sono Tripoli, Bengasi, Marsa El Brega, relativamente recente e destinato unicamente all'imbarco di petrolio, Misurata e Tobruk. La rete stradale, sviluppata soprattutto lungo la costa, è asfaltata per un terzo. È stata invece smantellata la rete ferroviaria dei tempi coloniali. Turismo Per tutti gli anni settanta e ottanta il governo libico ha scoraggiato l'afflusso turistico, una posizione che solo nei primi anni novanta si è andata modificando. Poli di attrazione sono l'antico nodo carovaniero di Gadames, lo spiccato carattere di Tripoli con le sue ricche moschee e importanti resti archeologici, dai celebri resti della fenicia e poi romana città di Sabratha, a quelli romani di Leptis Magna a quelli ellenici e romani di Cirene. Commercio estero Le sanzioni economiche in vigore dal 1991 al 1999 hanno fortemente ridotto gli scambi commerciali della Libia, la cui bilancia è sempre in forte attivo grazie all'esportazione di greggio, destinato innanzitutto all'Italia (39%) e quindi a Germania, Spagna, Turchia, Francia, Svizzera.Vengono in cambio importati beni industriali e alimentari, anche in questo principalmente dall'UE, Italia in testa. Politica economica Il piano del leader libico Muammar Gheddafi, che proponeva di far ricevere direttamente ai cittadini le entrate petrolifere è stato affrontato nel marzo 2009 al parlamento libico. Solo 64 dei 468 rappresentanti hanno sostenuto il piano, mentre altri 251 hanno votato "sì, in linea di principio", ma hanno chiesto un'estensione di tempo per l'attuazione del programma. Il piano è dunque stato rifiutato EGITTO La Repubblica Araba d'Egitto è uno Stato del Nord Africa. Include la Penisola del Sinai, il che rende l'Egitto un paese che fa parte anche dell'Asia. La principale parte abitata del paese si estende ai lati del fiume Nilo. Vaste aree dell'Egitto sono coperte dalle sabbie del Sahara e sono disabitate. L'Egitto confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est con il mar Rosso ed Palestina e a nord con il mar Mediterraneo. La capitale è Il Cairo. Economia L'economia egiziana, prevalentemente agricola, nonostante il recente sviluppo delle attività industriali, e turistiche, era caratterizzata fino a qualche tempo fa da una pressoché assoluta staticità alla monocoltura del cotone che assoggettava, e in parte tuttora assoggetta, l' economia del paese alle fluttuazioni dei mercati internazionali. • • • Addetti all'agricoltura: 32% Addetti all'industria: 22% Addetti al terziario: 46% Un recente rapporto del governo egiziano indica un aumento sostanziale delle entrate dello Stato nel corso del primo semestre dell'anno fiscale 2008-2009. Secondo i dati, i ricavi del Cairo ammontano a 128 miliardi di sterline egiziane (circa $ 25 miliardi di euro) - un aumento del 98,5% rispetto al precedente anno fiscale. La relazione inoltre ha indicato un aumento del 46,5% di acquisti fiscali ($ 5,7 miliardi), un 22% di aumento in tasse doganali ($ 1,35 miliardi). Turismo, insieme con i ricavi generati dal Canale di Suez, i trasferimenti di denaro da parte egiziana ai lavoratori all'estero, e il Gas e le esportazioni di petrolio, costituiscono per l'Egitto le entrate in valuta estera.[7] Operazione Piombo Fuso a Gaza ha suscitato aspri sentimenti anti-Israele in Egitto, molte le intimazioni a tagliare i legami commerciali con lo Stato ebraico. Tuttavia, le organizzazioni del mercato egiziano non hanno ceduto alle pressioni e non hanno istituito il boicottaggio. Secondo dati egiziani, gli scambi commerciali tra Israele ed Egitto nel 2008 sono stati stimati di circa quattro miliardi di dollari, esclusi il gas e la benzina. Lavoratori egiziani all'estero La crisi finanziaria mondiale ha colpito anche l'Egitto. Secondo uno studio pubblicato dal Centro egiziano di studi economici, le autorità temono che circa mezzo milione di lavoratori egiziani perderà il posto di lavoro nei paesi del Golfo entro la fine del 2009. Settore primario La maggior parte dei campi è irrigata artificialmente ma la Alta Diga non permette ormai più al Nilo di fertilizzare i terreni e di ottenere fino ai tre raccolti tradizionali che precedentemente si potevano avere ogni anno. Le colture sono diversificate a seconda della stagione: • • • Invernali (frumento e legumi). Estive (cotone, canna da zucchero, riso, arachidi, sesamo, mais, papiro). Autunnali (miglio e mais). Industria Grazie a petrolio e gas naturale l'industria energetica è abbastanza sviluppata. Sono importanti anche il settore siderurgico, meccanico e chimico. Il settore più sviluppato è comunque quello tessile, soprattutto con la lavorazione del cotone. La zona più industrializzata è quella tra il Cairo ed Alessandria. Nella città di 6th October City si sta sviluppando un forte polo industriale dedicato alla produzione automobilistica. Qui sono presenti molti gruppi industriali stranieri come Nissan, Mercedes-Benz, Suzuki e la tedesca BMW attraverso la Bavarian Auto. Terziario Servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona Trasporti Strade: 64.000 km • • Ferrovie: 8.600 km Vie navigabili interne: 3.100 km La navigazione interna (lungo il Nilo e canali ad esso collegati) è molto intensa. Il Canale di Suez, lungo 120 chilometri, è stato terminato nel 1869 e da allora costituisce una via di comunicazione di somma importanza strategica. I trasporti su gomma sono sviluppati solo nella zona della valle del Nilo. Turismo Il turismo, attualmente l'attività più importante del settore terziario, ripreso dopo gli attentati degli anni novanta, vede in Sharm el-Sheikh, Dahab, Hurghada e Marsa Alam i centri più importanti dove sono sorti numerosi alberghi e villaggi turistici con animazione turistica e internazionale. Commercio estero La bilancia commerciale egiziana è in passivo, anche perché le esportazioni riguardano solo il petrolio, il cotone e i datteri. Tuttavia il turismo internazionale è fonte di entrate valutarie, e così le rimesse degli emigrati. L'Egitto esporta il proprio gas naturale ad Israele. Recentemente, una battaglia legale è in corso contro l'esportazione di gas naturale dall'Egitto a Israele. Una commissione di esperti, nominata dal tribunale egiziano che discute una petizione contro la tratta di gas, ha presentato una raccomandazione volta ad annullare la decisione del governo per l'esportazione di gas naturale ai vari paesi, tra cui Israele, ad un prezzo ridotto NIGERIA La Nigeria è lo stato più popolato dell'Africa e si trova nella zona Occidentale. Confina con il Benin ad ovest, il Ciad e il Camerun ad est, il Niger a nord e il Golfo di Guinea a sud. Le principali città - oltre all'attuale capitale Abuja e a quella precedente, Lagos - sono: Abeokuta, Ibadan, Port Harcourt, Kano, Kaduna, Jos e Benin City. Economia L'economia nigeriana, ricca grazie al petrolio ma dipendente da esso, per lungo tempo intralciata dall'instabilità politica, dalla corruzione e dalle carenze nella gestione delle politiche macroeconomiche, sta ora subendo sostanziali riforme da parte della nuova amministrazione civile sostituitasi ai governi militari. I precedenti governanti (militari) della Nigeria non hanno perseguito la via della diversificazione dell'economia che resta quindi dipendente dal settore petrolifero, che fornisce il 30% del Pil, l'85% delle esportazioni (in valore) e approssimativamente il 65% delle entrate statali. Il settore agricolo rimane caratterizzato prevalentemente da una agricoltura di sussistenza che non ha potuto far fronte alle necessità di una popolazione in rapida crescita; di conseguenza la Nigeria, che precedentemente era un grande esportatore netto di prodotti alimentari, ne è diventata ora un importatore. Le risorse minerarie includono, oltre al petrolio, carbone e stagno. I principali prodotti agricoli sono olio di palma, cocco, agrumi, mais, cassava, yam e canna da zucchero. Nel 1960 la Nigeria, un tempo nota come il Paese degli "oil rivers", era il primo produttore ed esportatore mondiale di olio di palma, ma all'inizio degli anni ottanta ne è diventato un paese importatore. Nel 1984 ha importato 110.000 tonnellate di olio di palma dalla Malesia e l'anno successivo ha stipulato un contratto di approvvigionamento a lungo termine con questo Paese. La produzione di arachidi è crollata a partire dal 1975 e gli enti di commercializzazione dell'arachide, che nel 1972 avevano acquistato circa 454.000 tonnellate di questo prodotto, nel 1978 ne hanno acquistate 50. La produzione di zucchero è aumentata molto a partire dal 1961, ma anche la sua richiesta interna e di conseguenza il saldo esportazioni-importazioni è diminuito drasticamente fra il 1970 e il 1980.