un rapido test di screening per il rischio di suicidio in bambini e

Reg. Trib. Firenze n.5619
Foglio di informazione professionale per gli Infermieri
Pediatrici e gli Infermieri che assistono Bambini
a cura della Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche
Anno IX, Numero 86
UN RAPIDO TEST DI SCREENING PER IL RISCHIO DI SUICIDIO
IN BAMBINI E ADOLESCENTI
Supplemento 1 al n.2/2013 di “Gli Infermieri dei Bambini - Giornale Italiano di Scienze Infermieristiche Pediatriche. Dir.Resp. Filippo Festini
Horowitz LM, et al. Ask Suicide-Screening Questions (ASQ): a brief instrument for the pediatric emergency department. Arch Pediatr Adolesc Med. 2012;166(12):1170-6
Il suicidio trai giovani è uno dei maggiori problemi di salute nei paesi occidentali, basti pensare che nel 2007 il suicidio
è stata la terza causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 10 ed i 24 anni, causando 4320 decessi solo negli
USA. I tentativi di suicidio sono ancora più frequenti, coinvolgendo ogni anno dal 5 all’8% dei bambini e degli
adolescenti; nella maggioranza dei casi al tentato suicidio segue l’accesso al Pronto Soccorso. L’identificazione
precoce ed il rapido trattamento dei pazienti a rischio di suicidio sono elementi essenziali nella prevenzione dei suicidi;
in questo processo gli operatori sanitari sono una figura centrale. E’ stato infatti calcolato che la maggior parte i coloro
che muoiono per suicidio erano già venuti in contatto con i Servizi Sanitari negli anni precedenti e la maggior parte di
questi era venuto a contatto con personale sanitario nei 3 mesi precedenti alla morte. L’identificazione dei soggetti a
rischio presenta notevoli sfide, a motivo della vergogna che i pensieri suici suscitano in chi li sperimenta. Pertanto nel
2010 la Joint Commission ha suggerito l’istituzione di un test di screening per il suicidio rivolto a tutti i pazienti che
vengono a contatto con i Servizi Sanitari. Esiste attualmente un test di screening per il suicidio, il Suicidal Ideation
Questionnaire (SIQ), che consiste in un questionario compilato dal paziente che indaga l’intensità delle idee suicide
sperimentate dalla persona stessa. Del SIQ esistono due versioni: la prima, composta da 30 items, è progettata per i
soggetti con età superiore ai 15 anni, mentre la versione Junior (da usare per i soggetto di età inferiore ai 14 anni) è
composto da 15 domande. In entrambe le versioni ai pazienti è chiesto di individuare con che frequenza si presentano
alcuni pensieri su una scala di 7 punti che varia da quasi tutti i giorni a mai. Nella versione con 30 domande è
considerato clinicamente significativo un punteggio uguale o maggiore a 41, mentre nella versione Junior il cut-off è
fissato a 31. Inoltre il SIQ ha alcune domande dette domande “trigger” (8 nella versione standard e 6 nella versione
Junior) che identificano direttamente il forte rischio di gravi comportamenti auto lesivi, indipendentemente dal
punteggio totale al test. Se il soggetto risponde positivamente a 3 di queste domande (2 nella versione Junior) si
ritiene che la persona abbia serie idee suicide e viene richiesta obbligatoriamente una visita psichiatrica. Sebbene il
SIQ abbia riportato in entrambe le versioni alti livelli di affidabilità, validità e di valore predittivo, il suo utilizzo appare
poco adatto all’uso in Pronto Soccorso a motivo del numero delle domande e di una certa difficoltà nel suo utilizzo.
Pertanto è evidenziata la necessità di elaborare uno strumento semplificato sulla base del SIQ che potesse essere
utilizzato su vasta scala nei reparti di Pronto Soccorso. L’obiettivo di questo studio è la creazione di tale strumento e la
sua sperimentazione su un campione pilota.
Materiali e metodi
Il test in sperimentazione è stato chiamato Ask Suicide-Screening Questions (ASQ) ed è progettato per stabilire il
rischio di suicidio in pazienti pediatrici e giovani adulti. Si compone di 4 domande, tutte sono domande trigger e sono
usate come indicatore per richiedere una consulenza psichiatrica. Alle domande possono essere date le risposte si, no
e non rispondo. In particolare le domande sono:
− Nelle scorse settimane ti è mai sembrato che per te e la tua famiglia sarebbe stato meglio se tu fossi morto?
− Nelle scorse settimane hai mai desiderato di essere morto?
− Nelle scorse settimane hai mai pensato di ucciderti?
− Nelle scorse settimane hai mai tentato di ucciderti?
Per testare l’ASQ è stato utilizzato un campione di convenienza di pazienti con età compresa trai 10 ed i 21 anni che si
presentavano al Pronto soccorso per problemi medici, chirurgici o psichiatrici. Sono stati esclusi dallo studio i pazienti
con disabilità cognitive, pazienti con problemi di comunicazione tali da impedire la comprensione delle domande o la
comunicazione delle risposte o con ritardo mentale ed i pazienti che non parlavano l’Inglese. I risultati dell’ASQ sono
stati confrontati con i valori riportati dagli stessi pazienti sottoposti al SIQ, ritenuto il gold standard. Sono stati poi
calcolati alcuni parametri statistici quali la sensibilità, la specificità, il valore predittivo positivo e negativo LR dell’ASQ.
Risultati
Sono stati arruolati 529 pazienti i 3 diversi reparti di Pronto Soccorso. 5 pazienti sono usciti dallo studio.
La sensibilità dell’ASQ è risultata del 96,9% (CI 95% 91.3-99.4) nei pazienti che afferiscono al pronto soccorso per
problemi medici/chirurgici, mentre è stata dell’87,6% (CI 95% 84,00-90,5) nei pazienti che afferiscono per problemi
psichiatrici. Solo 1 dei 311 pazienti con patologia medica/chirurgica risultati negativi all’ASQ è in seguito risultato
positivo al SIQ (NPV 99,7% CI 95%, 98,2-99,9). L’LR+ è stato di 15,2 (CI 95%, 7,2-27,0) mentre LR- è 0,08 (CI 95%,
0,002-0,37). Nei pazienti che invece afferiscono al pronto soccorso per problemi psichiatrici l’NOP è di 96,9% (CI 95%
89,3-99,6), l’LR+ 2,8 (CI 95%, 2,1-4) e l’LR- 0,04 (CI 95%, 0,004-0,15).
Conclusioni
L’ASQ ha una buona validità interna. Le prime tre domande indagano la presenza attuale di pensieri suicidi mentre
l’ultima indaga la presenza di uno dei fattori maggiormente predittivi di suicidio, ovvero la presenza di pregressi
tentativi. La risposta positiva ad una di queste 4 domande è in grado di identificare il 97% dei giovani a rischio, al
contempo rimane uno strumento specifico. Dallo studio sono risultati a rischio il 18,7% dei pazienti: si tratta di un
notevole numero di persone, intercettate precocemente da uno strumento la cui compilazione dura meno di 2 minuti.
Queste caratteristiche rendono lo strumento ASQ idoneo per lo screening del rischio di suicidio nei reparti di pronto
soccorso.
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ERRORI DI TERAPIA A DOMICILIO
IN PAZIENTI PEDIATRICI AFFETTI DA CANCRO
Walsh KE, Roblin DW, Weingart SN, et al. Medication errors in the home: a multisite study of children with cancer. Pediatrics. 2013;131(5):e1405-14
Nel corso degli anni il tema degli errori di terapia in ambito ospedaliero è stato ampiamente studiato, tuttavia ancora
poco si conosce sulla frequenza degli errori di terapia a domicilio. Lo studio che riportiamo in questo numero di IdB ha
come obiettivo descrivere le tipologie di tali errori nei bambini affetti da cancro.
Materiali e Metodi
Sono stati analizzati i dati relativi ai pazienti seguiti da tre ambulatori di oncologia pediatrica. In tutti e tre gli ambulatori
venivano usati sistemi di prescrizione dei farmaci computerizzati. Sono stati inclusi nello studio tutti i pazienti di età
compresa tra 0 e 20 anni che fossero affetti da cancro, che assumessero giornalmente farmaci e che fossero in cura
con farmaci chemioterapici da assumere a domicilio. Nel corso di visite domiciliari è stata confrontata la prescrizione
del medico e la somministrazione che il paziente ha ricevuto, dopo averne valutato peso e altezza. Sono stati
considerati errori le somministrazioni che differivano nel dosaggio per eccesso o per difetto per più del 10% rispetto a
quanto sarebbe stato il dosaggio prescritto. Le visite domiciliari sono state programmate nei giorni in cui il paziente
assumeva il maggior numero di farmaci ed in cui la persona che abitualmente effettuava la somministrazione era
presente. Le visite domiciliari prevedevano una revisione della terapia, una breve intervista con i genitori e
l’osservazione diretta del momento della somministrazione da parte di un Infermiere Ricercatore. Ogni bambino ha
ricevuto una sola visita domiciliare.
Risultati
Sono state arruolate 118 famiglie nello studio e sono state completate 92 visite domiciliari. Complessivamente sono
stati prescritti 963 farmaci e sono state osservate 242 somministrazioni. Il 78% dei pazienti osservati è affetto da
leucemia, con una mediana di 10 farmaci in terapia (range 3-26). Nell’87% dei casi è la madre che si occupa della
somministrazione della terapia a casa. I genitori in media hanno un buon livello di istruzione, nel 57% dei casi è in
possesso di una Laurea. Sono stati riscontrati complessivamente 72 errori, 4 dei quali con danno grave al paziente e
40 che avrebbero potuto causare potenzialmente un grave danno. Di questi ultimi, 2 avrebbero potuto causare
invalidità permanente. Complessivamente si sono verificati 70.2 errori ogni 100 pazienti (CI 95%; 58,9-81,6) e dai 3 ai
15 errori ogni 100 somministrazioni. I farmaci non chemioterapici sono stati soggetti a errori più frequentemente
rispetto ai farmaci chemioterapici. Il 63,5% di errori hanno riguardato la somministrazione. In alcuni casi questi errori
sono dovuti al fatto che il genitore non aumenta/diminuisce le dosi del farmaco secondo le indicazioni dell’oncologo o
non comunica agli altri caregivers che le dosi da somministrare devono essere modificate. Inoltre sono stati riscontrati
frequenti errori di dosaggio nell’uso dell’Acetaminofene. Sono inoltre stati osservati 47 genitori mentre
somministravano la chemioterapia: solo in 5 casi il genitore ha indossato i guanti prima di maneggiare il farmaco
chemioterapico come misura di sicurezza per evitarne la tossicità. Anche lo scrivere la posologia sulla confezione è
risultato essere un elemento controverso, infatti in 58 casi ciò che era scritto sulla confezione non corrispondeva a
quanto realmente assunto dal paziente, poiché il genitore aveva ricevuto nuove istruzioni dal medico ed il dosaggio
sulla scatola del farmaco non era più giusto mentre in alcuni casi il genitore credeva di dover cambiare la dose da
anche se quella indicata sulla scatola era giusta. In 11 casi in cui sulla confezione era indicata la posologia si sono
verificati errori. Il 47% dei pazienti è stato sottoposto ad almeno 1 errore di terapia: il 32% ad un errore, l’8% a due
errori ed un altro 8% a tre o più errori. Una migliore comunicazione tra medico e famiglia avrebbe potuto evitare il 36%
degli errori. L’82% degli errori individuati dall’osservazione non era stato individuato dal medico prescrittore, mentre i
genitori non sono risultati consapevoli del 56% degli errori.
Discussione
Il tasso di danni dovuti a errori di terapia è di 3,6 ogni 100 pazienti; nei bambini ospedalizzati questo tasso varia dallo
0,5% al 3,8%. Questo significa che i bambini che ricevono somministrazioni di farmaci al proprio domicilio sono
soggetti ad errori con danno in modo uguale se non addirittura maggiore rispetto ai bambini ospedalizzati.
Rispondi al quesito e vinci….
Tra tutti coloro che invieranno entro il 10.09.13 la risposta corretta alla mail: [email protected] verrà estratto a sorte un nominativo che vincerà
un abbonamento per un anno al Giornale Italiano di Scienze Infermieristiche Pediatriche
IL QUESITO DEL NUMERO 86
Sei l’Infermiere di un bambino che deve eseguire in
ambulatorio un prick test. Poiché esiste il rischio di anafilassi,
quale dei seguenti farmaci dovrebbe essere immediatamente
disponibile in caso di emergenza?
IL QUESITO DEL NUMERO 85
Sei l’Infermiere di un bambino ricoverato per una reazione
allergica: quali dei seguenti valori ti aspetti di trovare alterato
osservando i l referto del prelievo ematico che gli hai appena
eseguito?
A- Globuli rossi
B– Emoglobina
C- Leucociti
E– Eosinofili
A– Epinefrina
B– Deltasone
C– Naloxone
E– Anexate
La risposta esatta era la E
Reviews and Rationales pag. 273
Al quesito di IdB 85 hanno risposto 84 colleghi, con 69 risposte esatte e 15 non corrette. Tra i colleghi che hanno dato risposta esatta è
stata sorteggiata la collega Martina Fuoco, Infermiera Pediatrica, che ha vinto l’abbonamento annuale a GISIP.
Congratulazioni !
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