FONTI Thomas e Znaniecki attinsero a un gran numero di fonti, la più importante delle quali era costituita da una raccolta di 754 lettere. Dirette o provenienti da immigrati polacchi negli Stati Uniti, Thomas le aveva ottenute attraverso un’inserzione sul giornale degli immigrati polacchi in America, nel novembre del 1914, offrendo da dieci a venti centesimi di dollaro per ogni lettera proveniente dalla Polonia e diretta a un immigrato negli Stati Uniti. In realtà, gli autori non dissero mai nulla sul modo in cui si procurarono il loro materiale, e nell’opera non vi è alcun accenno alle fonti di queste lettere e del rimanente materiale da essi utilizzato. È probabile che le lettere siano genuine: gli immigrati polacchi non avevano né il desiderio né l’astuzia di falsificarle. Uno degli aspetti più interessanti di questa serie di lettere è che esse provengono da una vasta gamma di ceti sociali. Nonostante il titolo, l’opera comprende una gamma di classi sociali che va dalla piccola nobiltà agraria ai contadini che lavorano nelle grandi proprietà terriere. La raccolta include altresì lettere provenienti dal proletariato contadino. All’inizio del Novecento, la Polonia stava attraversando la prima fase del processo di industrializzazione, con il conseguente trasferimento dei contadini nelle città. Gli autori affermano di aver disposto i vari gruppi di lettere in relazione a due criteri fondamentali: la classe sociale di appartenenza. il processo di disorganizzazione e riorganizzazione connesso all’emigrazione e all’assimilazione al sistema di vita americano. Questo abbondante materiale è diviso in cinquanta gruppi di lettere ognuno dei quali si riferisce a una famiglia. All’inizio di ogni gruppo c’è un’introduzione, talvolta di parecchie pagine, in cui gli autori illustrano l’ambiente in cui vive la famiglia ed espongono alcuni argomenti teorici per inquadrare la situazione. Inoltre, il testo è corredato di note che spiegano il significato di alcuni passi particolari. Altre fonti: Archivi del giornale polacco Documenti pubblicati; copie di giornali; pubblicazione tedesca che raccoglieva dai periodici polacchi tutte le notizie riguardanti il movimento nazionale polacco Un’altra parte del materiale riguardava coloro che desideravano emigrare dalla Polonia ed era stata raccolta personalmente da Znaniecki durante gli anni 1911-14 quando era direttore dell’associazione per la protezione degli emigranti: l’autore utilizza alcune lettere indirizzate all’associazione stessa al fine di illustrare le preoccupazioni, le speranze e i timori di quei Polacchi che intendevano emigrare in America. Altri tre gruppi di documenti riguardano i Polacchi che erano già arrivati in America. –Una serie di questi documenti concerne la storia di un certo numero di parrocchie. - Un’altra serie riguarda un insieme di associazioni polacche definite dagli autori “organizzazioni superterritoriali” - Un’ultima serie di documenti è costituita da estratti provenienti da vari istituti di Chicago e riguardanti i vari effetti esercitati sugli immigrati polacchi dalla disorganizzazione sociale, definita dagli autori col termine generico di demoralizzazione . -Un’ultima serie di documenti riguardano la demoralizzazione dei bambini, il vagabondaggio, la delinquenza dei giovani e l’immoralità sessuale delle ragazze. -Ultimo e più famoso di tutti è un lungo e colorito resoconto autobiografico di un giovane polacco, il quale descrive le proprie esperienze relative soprattutto agli anni precedenti la sua venuta in America. Wladek fu convinto a scrivere la propria storia in seguito a un’offerta di denaro da parte di Thomas . Occorre precisare che i vari documenti sono usati successivamente nelle varie sezioni dell’opera rispettivamente dedicate all’analisi di diversi aspetti peculiari in quest’ordine affrontati: i modi della vita tradizionale polacca e i primi mutamenti sociali, esaminati attraverso le cinquanta serie di lettere. le forze che determinano la disorganizzazione e la riorganizzazione della vita sociale in Polonia, analizzate a partire dal materiale proveniente dagli archivi, dai giornali e dalle altre fonti elencate. il resoconto di Wladek, infine, non tanto per illustrare il contenuto delle sezioni precedenti, quanto per esaminare altri aspetti delle loro premesse teoriche. Il contributo metodologico degli autori costituisce forse l’aspetto più famoso e discusso dell’intera opera. Il punto di partenza delle loro teorie metodologiche è collocabile nell’assunto secondo il quale lo studio della realtà sociale implica un attento esame dei mutamenti sociali. La necessità di un consapevole controllo sociale è in gran parte il prodotto dell’attuale rapidità dell’evoluzione sociale, così che qualsiasi approccio che non tenga conto della dinamica del mutamento sociale è sostanzialmente incompleto. Questa sociologia pratica è basata su certe supposizioni riguardanti il funzionamento della società e tenta di spiegare i fenomeni sociali in termini di causa-effetto e di controllarli cercando di agire sulle cause stesse. Come fanno notare gli autori, questo tentativo nasce dall’erronea convinzione che, poiché noi viviamo nella società, siamo per ciò stesso in grado di comprenderla. In verità, la comprensione dell’individuo è ovviamente limitata innanzitutto dal fatto che la sua esperienza comprende soltanto una piccola parte dell’intero complesso dei fatti sociali, e, in secondo luogo, dal fatto che vi è qualcosa che gli impedisce di vedere le cose che egli non desidera vedere. Il secondo errore della sociologia pratica è fra quelli cui gli autori attribuiscono grande importanza. Esso consiste nel fatto che le indagini promosse nel nome della sociologia pratica sono concepite a fini troppo utilitaristici e immediati. Il terzo errore consiste nella diffusa convinzione che un qualsiasi gruppo di fatti sociali possa essere isolato, praticamente o teoricamente, dal resto della vita di una determinata società. Thomas e Znaniecki affermano che la causa di un fenomeno sociale o individuale non è mai un altro fenomeno sociale o individuale, ma è sempre una combinazione di un fenomeno sociale e di uno individuale. CONTROLLO DI UNA SITUAZIONE SOCIALE. Thomas e Znaniecki forniscono anche alcuni dettagli su quello che a loro parere dovrebbe essere il modo di controllare una situazione sociale. Esso dovrebbe presupporre il possesso di tre tipi di dati: i valori sociali la definizione della situazione gli atteggiamenti preesistenti che influenzeranno il suo comportamento (gli atteggiamenti) TEORIA DEI 4 DESIDERI. Nell’ultima parte delle note metodologiche, si trova la prima formulazione della famosa tipologia dei quattro desideri: desiderio di nuove esperienze (di nuovi stimoli) desiderio di accettazione di corrispondenza sessuale e di apprezzamento sociale desiderio di sicurezza (basato sull’istinto della paura). desiderio di dominio. Secondo Thomas, gli esseri umani sono dotati di impulsi soggettivi che vengono canalizzati, repressi o bloccati dalle pressioni sociali. Al tempo in cui l’opera era in preparazione, il procedimento ortodosso in sociologia era ancora il metodo comparativo. Benché gli autori fossero in grado di giovarsi dell’uso del metodo comparativo è chiaro che essi cercarono di elaborare un metodo che desse un’immagine più integrale della vita del gruppo sociale utilizzando il metodo induttivo. TEORIA DELLA PERSONALITA’ Le teorie sociali di Thomas e Znaniecki sono per la maggior parte concentrate nell’introduzione al resoconto autobiografico di Wladek. Uno degli argomenti più interessanti è costituito dalla loro teoria della personalità. Essi partono dal postulato secondo il quale l’individuo alla nascita è già in possesso di un gruppo fondamentale di atteggiamenti originali che essi chiamano atteggiamenti del temperamento. Successivamente, essi vengono modificati da fattori sociali esterni e divengono atteggiamenti del carattere: questi sono costituiti da una serie fissa e organizzata di atteggiamenti con cui l’individuo affronta la vita. Il processo attraverso il quale gli atteggiamenti del temperamento divengono atteggiamenti del carattere è chiamato organizzazione di vita dell’individuo. Il modo in cui gli impulsi individuali si adeguano ai valori sociali è discusso di nuovo in riferimento alla teoria dei quattro desideri, con un’interessante distinzione: il desiderio di nuove esperienze è l’unico che implichi una rottura con la tradizione, un allontanamento dell’individuo dagli obblighi sociali, mentre gli altri tre desideri (di sicurezza, di corrispondenza e di apprezzamento) implicano l’accettazione delle norme sociali e familiari nell’aspirazione a una ricompensa da parte di uno o più membri del gruppo. Processo riorganizzazione e disorganizzazione sociale. Gli autori danno una definizione semioperativa del processo di disorganizzazione sociale che essi descrivono come “il diminuire dell’influenza delle regole sociali di comportamento sui singoli membri del gruppo”. Da tale definizione, gli autori traggono l’ipotesi secondo cui in un paese si verifica la disorganizzazione sociale quando sorgono nuovi atteggiamenti causati sia dall’influenza di altri paesi sia dai mutamenti interni delle strutture economiche e sociali; quando i nuovi atteggiamenti vengono applicati alle vecchie regole, queste ultime vengono invalidate. Quando ciò accade, la situazione non sarà ristabilita finché i nuovi atteggiamenti non avranno generato nuovi valori più adeguati alla nuova realtà economica e sociale. Per quanto riguarda la Polonia, Thomas e Znaniecki distinguono quattro nuovi atteggiamenti che stavano minando le regole tradizionali della società contadina polacca: individualismo, cioè il distacco dal sistema familiare che aveva fino ad allora dominato nelle campagne polacche e la scelta di un sistema in cui ogni individuo pensa ai propri interessi personali, a fare carriera e ad essere pagato per quello che fa. edonismo, cioè la convinzione che è giusto fare ciò che fa piacere. trasformazione di tutti i valori da quantitativi a qualitativi, dunque non si considera più se un oggetto è ben fatto ma se si venderà bene sul mercato. ricerca del successo, collegata al prevalere dell’etica puritana. Nel caso dei contadini rimasti in Polonia, gli autori attribuiscono questi mutamenti degli atteggiamenti alla crescente industrializzazione, al fatto che i piccoli paesi non sono più isolati, ma sono visitati da commercianti e venditori ambulanti che vi apportano i valori urbani, e al miglioramento delle comunicazioni con un conseguente aumento delle visite in città da parte di coloro che abitano nelle campagne. Nel caso degli emigrati, invece, le ragioni dei mutamenti sono molto più chiare: essi portano con sé i loro vecchi valori e cercano di applicarli nel nuovo ambiente dominato da regole diverse, quelle della maggior parte della società americana. Anche in questo caso, il conflitto tra gli atteggiamenti e i valori conduce alla disorganizzazione sociale e soltanto lo sviluppo di nuovi atteggiamenti renderà possibile una nuova fase di riorganizzazione. Per i contadini polacchi, la famiglia costituiva l’istituzione dominante, e quasi tutte le altre funzioni erano centrate attorno alla famiglia e non già all’individuo nella famiglia. Il matrimonio era un dovere destinato a rafforzare e a perpetuare la solidarietà familiare e non presentava alcun collegamento con l’amore romantico; l’appartenenza ad una classe sociale era determinata dall’appartenenza ad una data famiglia e non poteva essere il frutto di una conquista individuale; l’educazione era una funzione che spettava più alla famiglia che alla comunità; la vita economica era centrata sulla famiglia ed era basata su di una rete di obblighi e di diritti. Gran parte dell’analisi contenuta nell’opera aveva lo scopo di dimostrare come questo modello tradizionale stava per essere obliterato dal dilagante individualismo di una società dedita al guadagno. La disintegrazione della vita familiare era accompagnata dall’affievolirsi delle pretese della famiglia nelle questioni di matrimonio. Analogamente, la mobilità sociale veniva resa possibile dall’impiego delle leve universali dell’istruzione, dello sviluppo economico, dell’intelligenza e di quelle qualità che assicurano non tanto l’influenza su di un determinato ambiente sociale, quanto la capacità di adattarsi a un nuovo ambiente sociale. elaborare uno schema concettuale adeguato alla complessità delle società in via di trasformazione. Un’ottima valutazione generale de Il contadino polacco in Europa e in America come contributo alle scienze sociali è contenuta nel saggio che Blumer preparò per il convegno del 1938. Blumer inizia con la definizione di quelli che, a suo parere, erano gli scopi degli autori: sviluppare un’analisi che tenesse conto dell’esistenza della interazione umana e delle sue conseguenze. “captare” il fattore soggettivo. costruire uno schema teorico adeguato. Nella valutazione complessiva dell’opera, Blumer giunge a quattro conclusioni: il materiale impiegato non fornisce una prova decisiva a sostegno delle interpretazioni teoriche. i documenti umani non potranno forse mai convalidare nessuna teoria. la validità di un’interpretazione dipende dall’esperienza, dall’intelligenza e dall’abilità del ricercatore. IL CONTADINO POLACCO. L’argomento scelto dagli autori rifletteva un pressante problema sociale del tempo: durante i primi anni del Novecento si ebbe un vasto movimento migratorio dalla Polonia. Nel 1913, negli Stati Uniti, c’erano 1300 immigrati polacchi, mentre altri 800.000, formalmente residenti in Polonia, emigravano stagionalmente in Germania in cerca di lavoro. Quello descritto fu, dunque, un movimento di grandi proporzioni e fu collegato ai rapidi mutamenti economici e sociali che ebbero luogo in Polonia in quegli anni. William Thomas si era interessato al problema dell’emigrazione già in precedenza. Nei suoi viaggi in Europa fu affascinato dalle differenze culturali fra i vari paesi che progressivamente visitava e dalle nuove forze che si agitavano nella vita tradizionale delle società contadine. Di conseguenza, quando in seguito entrò a far parte della facoltà di Sociologia dell’Università di Chicago, gli interessi di Thomas erano orientati verso il problema degli immigrati provenienti dall’Europa, nonché verso la trasformazione e della società contadina e degli atteggiamenti sociali dei contadini. Thomas decide quindi di studiare a fondo gli emigrati polacchi, prendendo in esame la vita dei contadini in Polonia, le forme di disorganizzazione e di riorganizzazione sociale che essi stavano sperimentando in patria, il loro arrivo negli Stati Uniti, i loro progressi e le loro difficoltà nel processo di assimilazione alla cultura americana. Il contadino polacco in Europa e in America, pubblicato tra il 1918 e il 1920, analizza il processo attraverso cui la cultura di origine degli immigrati polacchi incide sul modo in cui si inseriscono nella comunità d’arrivo. Diventa cruciale il ruolo attribuito all’interpretazione che l’individuo dà della situazione oggettiva in cui si trova, derivante dal suo retroterra culturale. La metodologia qualitativa rende possibile la convergenza fra individuale e sociale. Una causa sociale non può essere semplice, come lo è una causa fisica, ma che essa è complessa e deve includere sia un elemento oggettivo sia un elemento soggettivo, cioè un valore e un atteggiamento. Una medesima azione produce, in condizioni sociali diverse, risultati del tutto differenti. La causa di un fenomeno sociale o individuale non è mai un altro fenomeno sociale o individuale isolato, ma è sempre una combinazione di un fenomeno sociale e un fenomeno individuale. Il materiale di ricerca raccolto è costituito principalmente da materiale biografico autoprodotto da contadini polacchi immigrati negli Stati Uniti. I due autori ottennero il materiale attraverso un’inserzione mezzo stampa con la quale si richiedeva di inviare materiale che contenesse la storia della propria vita dall’infanzia fino al presente. L’oggetto specifico dell’analisi era costituito dal mutamento e dalla disintegrazione della struttura familiare originaria in rapporto alla scelta emigratoria, alla situazione economica e alla nuova vita urbana nei luoghi di immigrazione. L’utilizzo del materiale biografico raccolto venne considerato dagli autori come il mezzo attraverso cui la sociologia è in grado di mediare il rapporto tra caratteristiche soggettive e aspetti socio-culturali entrambi costantemente in mutamento. Gli autori studiarono il mutamento sociale sia all’interno della società polacca, sia tra i polacchi immigrati in America. I valori tradizionali apparivano scossi ed individualismo, edonismo, ricerca del successo sembravano prevalere sulle precedenti tradizioni immobilistiche della famiglia contadina polacca. Fu segnalata poi la trasformazione di tutti i valori da qualitativi in quantitativi: per quanto riguarda gli immigrati negli USA il conflitto tra i vecchi valori del paese d’origine e i nuovi valori della società americana comportava problemi di disorganizzazione sociale, con la conseguente esigenza di giungere a un’organizzazione nuova. Le lettere furono utilizzate per descrivere le forme tradizionali di vita nella campagna polacca, i primi mutamenti sociali a seguito del processo di industrializzazione e di inurbamento di fine secolo, la disorganizzazione della tradizionale società contadina e la sua riorganizzazione in nuove forme, il processo di inserimento degli immigrati polacchi negli Stati Uniti. Attraverso le lettere gli autori cercarono di mettere a fuoco gli aspetti soggettivi dei processi sociali, il rapporto che intercorreva fra individuo e società ed in particolare i meccanismi di adattamento degli individui ad una società in via di trasformazione. «Per capire i processi di inserimento e di conflitto degli immigrati non era più sufficiente limitarsi a considerare la situazione oggettiva in cui gli individui venivano a trovarsi e presupporre un’uniformità di relazione agli stessi fattori. Diventava necessario considerare il ruolo di mediazione svolto dal sistema di atteggiamenti, prodotto dalla socializzazione a una specifica cultura, che ogni immigrato e, più in generale, ogni individuo porta con sé. La realtà sociale è dunque oggettiva, ma in certa misura modificabile dal soggetto che l’interpreta e, secondo le parole degli autori, la definisce secondo i propri schemi»