il nostro viaggio d`istruzione - Istituto Comprensivo Cittanova

ISTITUTO COMPRENSIVO DI CITTANOVA – SAN GIORGIO M.
Dirigente Scolastico: Prof. Michele Dino Primerano
ANNO SCOLASTICO 2012- 2013
IL NOSTRO VIAGGIO D’ISTRUZIONE
29-30-31 maggio 2013
DESTINAZIONE: REGIONE CAMPANIA
PAESTUM
ERCOLANO
NAPOLI
CASERTA
POMPEI
A CURA DELLA MAESTRA CATERINA FURCI
E DELLA CLASSE V^ C
……. E CHE LA CULTURA SIA CON VOI……
…………….BUON DIVERTIMENTO…………….
1^ TAPPA: ECCOCI GIUNTI A PAESTUM… e la storia comincia… nti1ECC11°11
Il Tempio di Nettuno a Paestum
Paestum è il nome classico romano di una grande città Greco-romana nella regione
Campania. Si trova nel nord del Cilento, nei pressi della costa a circa 85 km a SE di
Napoli, in provincia di Salerno, e appartiene al comune di Capaccio, ufficialmente
chiamato anche Capaccio-Paestum.
Paestum è situata nei pressi della costa tirrenica sulla strada che collega Agropoli a
Battipaglia. La sua popolazione è localizzata principalmente nei quartieri che circondano
le antiche rovine Greco-romane, Fondata verso la fine del VII secolo a.C. da coloni
provenienti dalla città greca di Sibari, fu originariamente conosciuta come Poseidonia.
Al di là di evidenze archeologiche, si sa poco di Paestum nei primi secoli. Testimonianze
archeologiche indicano che la città era in espansione con la costruzione di strade, templi
e altre caratteristiche di una città in crescita. Conio, architettura e statuette votive
attestano tutte i rapporti stretti mantenuti con la città di Metaponto nei secoli VI e V. Ma è
solo alla fine del V secolo a.C. che la città è menzionata, quando, secondo Strabone, la
città fu conquistata dai Lucani. Dalle testimonianze archeologiche sembra che le due
culture, greco e osco, siano state in grado di coesistere e prosperare. Quello che si sa è
che più tardi divenne la città romana di Paestum dal 273 a.C. Le caratteristiche principali
del sito sono oggi i resti di tre grandi templi in stile dorico risalenti alla prima metà del VI
secolo a.C. Questi sono stati dedicati a Hera e Atena, anche se sono stati
tradizionalmente identificati come una basilica e templi di Nettuno e Cerere, a causa di
un’erronea identificazione del XVIII secolo. La città di Paestum si estende su una
superficie di circa 120 ettari. Soltanto i 25 ettari che contengono i tre templi principali
sono stati scavati. Gli altri 95 ettari si trovano su un terreno privato e non sono stati
scavati. La città è circondata da mura difensive che sono ancora in piedi. Le pareti sono
di circa 4.750 m di lunghezza, 5 - 7 m di spessore e 15 m di altezza. Posizionati lungo il
muro vi sono 24 torri rotonde. Probabilmente inizialmente erano 28, ma alcune torri
vennero distrutte durante la costruzione della superstrada nel XVIII secolo che taglia in
modo netto il sito in due. Paestum è anche celebre per le sue tombe dipinte,
principalmente appartenenti al periodo lucano, mentre solo una di esse risale al periodo
greco. Venne trovata, il 3 giugno 1968, in una piccola necropoli circa 1,5 km a sud delle
antiche mura. Il monumento funebre è stato chiamato Tomba del Tuffatore per via della
scena enigmatica, raffigurata sulla lastra di copertura, di un tuffo solitario di un giovane
in un flusso di acqua
Veduta del Tempio di Cerere
Veduta laterale del colonnato della Basilica
IL MUSEO DI PAESTUM
Questo museo si trova a est del sito archeologico e ospita una bella collezione di fregi in
bassorilievo, di cui 33 pezzi degli originali 36 che facevano parte del Tempio di Hera Argiva, 9 km
a nord di Paestum, di cui quasi null'altro è rimasto. Nella Tomba del Tuffatore vi è uno
straordinario esempio di pittura della prima metà del V secolo a. C. Si tratta di una tomba a cassa,
costituita da cinque lastre calcaree in travertino locale che, al momento del ritrovamento, si
presentavano fra loro accuratamente interconnesse e stuccate. Il pavimento della cassa era
costituito dallo stesso basamento roccioso su cui era realizzata la tomba. L'eccezionalità della
scoperta risiede nel fatto che le pareti del manufatto e, cosa ancor più insolita, la stessa lastra di
copertura, sono interamente intonacate e decorate con pittura parietale di soggetto figurativo,
realizzata con la tecnica dell'affresco.
“2^ TAPPA: POMERIGGIO AD ERCOLANO
Veduta dell’area archeologica
SCAVI DI ERCOLANO
Ercolano era un'antica città romana distrutta dai flussi piroclastici dell’eruzione vulcanica del
Vesuvio del 79 d.C. Gli scavi di Ercolano si trovano nel territorio del comune di Ercolano, nella
regione italiana Campania, all'ombra del Monte Vesuvio.
Ercolano è famosa per essere stato distrutta, insieme a Pompei, Stabia e Oplontis, nella
eruzione del Vesuvio che iniziò il 24 agosto del 79 d.C, che li ha sepolti con materiale
piroclastico surriscaldato che ha travolto e distrutto la città e che si è solidificato nel tufo
vulcanico. La città è diventata famosa anche come la fonte del primo scheletro di epoca romana
ritrovato e messo a disposizione per lo studio. Infatti i Romani erano soliti bruciare i loro
morti. Dalla scoperta di ossa nel 1981, circa 300 scheletri sono stati trovati, la maggior parte
lungo la riva del mare - la città stessa, essendo stata effettivamente evacuata. Ercolano era una
piccola città con una popolazione più ricco di Pompei, al momento della distruzione.
La catastrofica eruzione del Monte. Vesuvio si è verificato nel pomeriggio del 24 agosto 79
d.C. Poichè il Vesuvio era rimasto inattivo per circa 800 anni, non era più nemmeno riconosciuto
come un vulcano.
Sulla base degli scavi archeologici, da un lato, e due lettere di Plinio il Giovane allo storico
romano Tacito dall’altro, il corso dell'eruzione può essere ricostruito.
Verso le ore 13:00 del 24 agosto, il Vesuvio ha cominciato eruttando cenere vulcanica e pietre
verso il cielo a migliaia di metri di altezza. Quando questo materiale ha raggiunto la tropopausa
(il confine tra la troposfera e la stratosfera), la parte superiore di questa nuvola si appiattì,
spingendo Plinio a descriverlo a Tacito come un albero di pino. I venti prevalenti al momento
soffiavano verso sud-est, causando la caduta di materiale vulcanico principalmente sulla città di
Pompei e sull'area circostante. Poiché Ercolano si trovava a ovest del Vesuvio, fu interessata
solo lievemente dalla prima fase dell'eruzione. Mentre i tetti a Pompei crollavano sotto il peso del
materiale vulcanico, solo pochi centimetri di cenere caddero su Ercolano, causando pochi danni,
ma comunque spingendo molti abitanti a fuggire. Poiché gli scavi iniziali hanno portato alla luce
solo un paio di scheletri, si è pensato a lungo che quasi tutti gli abitanti erano riusciti a
fuggire. Fu solo nel 1982, quando gli scavi raggiunsero la zona della spiaggia, che questo punto
di vista cambiò. Nella zona suburbana gli archeologi scoprirono alcune centinaia di scheletri
ammassati insieme sulla spiaggia e in dodici case-barca di fronte al mare. Altri scavi nei primi
anni novanta confermarono che almeno 300 persone avevano trovato rifugio in quell’area,
mentre la città era stata quasi completamente evacuata. Durante la notte, la colonna eruttiva che
era salita nella stratosfera crollò giù sul Vesuvio sui suoi fianchi. La prima ondata piroclastica,
formata da una miscela di gas e cenere calda, inondò la città di Ercolano ormai evacuata
correndo a circa 160 km/h. Verso l’una del mattino quest’onda incandescente raggiunse la
spiaggia, dove rimasero uccisi quelli che lì avevano cercato riparo. Lo studio delle posture delle
vittime e degli effetti sui loro scheletri indicano che l’arrivo della prima ondata causò la morte
immediata di queste persone a causa di shock fulminante dovuto alla temperatura di circa 500 °
C. Il calore intenso provocò l'esplosione dei crani, fratture delle ossa lunghe e dei denti, e
contrazione delle mani e dei piedi.
iI
Interno di una casa di Ercolano
Vittima dell’eruzione
3^ TAPPA: visita al centro di NAPOLI
NAPOLI
La posizione geografica della città è particolarmente favorevole, al centro del Mediterraneo, in un
ambiente umanizzato e naturale, quello del Golfo dominato dal Vesuvio, un golfo profondo e
riparato con un clima mite e temperato. L'antica Neapolis ("Città Nuova") fu fondata da un gruppo
di coloni cumani stabilitisi a Palaepolis (Città vecchia), fondata sulla tomba della mitica sirena
Partenope, oggi Monte Echia o Pizzofalcone, già insediamento fenicio e poi, nel VII sec. a.C.,
rodiese. Divenne ben presto la città più importante della Campania. Assediata nel 327 dal console
Publilio Filone, si arrese l'anno successivo, divenendo alleata di Roma, alla quale rimase fedele
sia durante la spedizione di Pirro sia nel corso della guerra combattuta contro Annibale, pur
conservando abitudini e lingua greca. Nonostante la concorrenza del porto di Puteoli (Pozzuoli) e
la distruzione subita nell'82 a.C. da parte dei partigiani di Silla, nell'ultimo secolo della repubblica e
durante l'Impero fu assai florida economicamente e famosa, oltre che per le sue bellezze naturali,
anche come centro culturale d'impronta greca (Virgilio vi studiò presso la scuola di Sirone,
stabilendosi più tardi nella villa forse ereditata dal maestro, e vi fu sepolto). Eretta a municipio nel
90 a.C. e a colonia sotto Claudio, conservò tuttavia fino al Basso Impero la lingua e le istituzioni
greche. Oggi non è facile imbattersi a Napoli in resti di origine greca o romana che spesso, tra
l'altro, sono sotterranei. Sono visibili qua e là parti di mura di terme, di teatri e di altri edifici,
spesso inglobate in costruzioni più recenti, ma i quartieri della città vecchia mantengono quasi
intatto il reticolo viario greco-romano; su questo sono sorti in epoche successive edifici medievali e
palazzi barocchi. Nella zona dei Campi Flegrei, invece, sono più evidenti costruzioni di epoca
antica e veri e propri siti archeologici di rilievo mondiale: Cuma, l’anfiteatro di Pozzuoli, le terme di
Baia, per citare solo alcuni dei siti più importanti. Come già accennato, sin dall’epoca della
Repubblica, ma ancor più durante l’Impero, numerosi personaggi illustri si stabilirono lungo le
coste del golfo: i Romani amavano le terme e nessun luogo come Napoli, soprattutto la zona dei
Campi Flegrei, offriva la presenza di fonti termali naturali che crebbero di notorietà nei secoli,
diventando luoghi di cura e vacanza per uomini politici e intellettuali. Cesare, Cicerone, Lucullo
ebbero qui le loro dimore; questi luoghi, celebrati da Virgilio nell’Eneide, divennero sempre più
celebri e sfarzosi, nel lusso delle ville e nella suggestione dell’ambiente naturale. A Posillipo vi era
la villa di Publio Vedio Pollione, uomo ricchissimo, molto legato ad Augusto. Questi fece costruire
la sua dimora napoletana adattandola all’ambiente naturale della collina di Posillipo, anche il
teatro annesso alla villa fu costruito adeguandolo alla pendenza naturale della collina. Nel 476
sull'isoletta di Megaride, dove poi sorse il Castel dell'Ovo, fu imprigionato Romolo Augustolo,
ultimo imperatore d'Occidente. Gli Ostrogoti sottomisero Napoli senza difficoltà (493),
Nel 1220 Federico II viene incoronato imperatore; egli riformò le strutture dello stato, fu un uomo
colto, accolse a corte poeti, scienziati e, per quel che riguarda la città di Napoli, fondò l’Università
nel 1224. Questa città ha una lunga storia di conquiste e di avvicendamenti di monarchi e
dominazioni.... ma….tutto questo lo studierete al successivo ordine di scuola ……
I luoghi da visitare sono copiosi e bellissimi…….
Il Castel Nuovo, uno dei simboli della città
Piazza Plebiscito nel cuore della città di Napoli
TAPPA ALLA FAMOSA REGGIA DI CASERTA
LA STORIA
Nel 1751 re Carlo di Borbone incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di progettare un palazzo che
potesse competere con le grandi residenze dei sovrani europei, in particolare con la reggia di
Versailles a Parigi, scegliendo come luogo la pianura nei pressi di Caserta. L’architetto Vanvitelli
accettò la sfida e presentò un progetto che raccolse l'approvazione entusiasta del re e della
regina, Maria Amalia di Sassonia. I lavori iniziarono nel 1752 e si protrassero, con alcune
interruzioni, fino al 1774. Nell'ultimo anno, morto Luigi Vanvitelli, i lavori furono proseguiti dal figlio
Carlo che li portò a termine senza però poter rispettare esattamente il progetto paterno. Durante il
regno di Ferdinando IV la reggia ospitava la corte in primavera e in estate ed era spesso teatro di
feste, ricevimenti e battute di caccia; divenne poi la dimora preferita di Ferdinando II. Fece parte
dei beni della corona fino al 1921, quando passò allo Stato. Durante la seconda guerra mondiale il
palazzo fu gravemente danneggiato dalle bombe e poi restaurato.
Scorcio degli interni della Reggia
IL PALAZZO REALE
Nell'atrio all'ingresso del palazzo, si apre il vestibolo inferiore, dal quale si può ammirare l'infilata
dei quattro cortili che aprono la vista sul parco. Dallo scalone d'onore si sale al vestibolo
superiore e, di fronte, alla Cappella Palatina. Ispirata alla cappella della reggia di Versailles, è una
sala rettangolare,. Ai due lati le gallerie superiori sono formate da sedici colonne; sulla parete
d'ingresso è la tribuna reale. A sinistra della Cappella si aprono gli Appartamenti Reali: il salone
degli alabardieri, il salone delle guardie, il salone di Alessandro. L'Appartamento nuovo, così
chiamato perché costruito nell'Ottocento, consta di tre stanze: la sala di Marte, la sala di Astrea e
la sala del trono, la più grande del palazzo.
L'Appartamento del re, anch'esso ottocentesco, risente nel decoro e negli arredi dell'influenza
francese, soprattutto nelle stanze da letto di Francesco II e Gioacchino Murat. L'Appartamento
Vecchio era abitato già alla fine '700 da Ferdinando IV. Le sale di rappresentanza sono note come
Stanze delle Stagioni perché hanno i soffitti affrescati con allegorie delle stagioni; le stanze della
regina Maria Carolina sono elegantemente decorate. La Biblioteca Palatina occupa tre grandi
ambienti: voluta da Maria Carolina, conta oltre diecimila volumi. In una grande sala è stato
ricostruito il Presepe Reale con figure originali, sul modello di quelli che ogni anno erano allestiti a
corte, in omaggio all'antica tradizione presepiale napoletana rispettata e alimentata dai sovrani
borbonici. Un altro gioiello del Palazzo è il Teatro, progettato da Vanvitelli in un secondo momento
per espressa volontà del re Ferdinando IV, grande appassionato di teatro. Costruito a ferro di
cavallo, con cinque ordini di palchi e un sontuoso palco reale, costituisce un capolavoro
dell'architettura teatrale settecentesca.
Il Parco
Parte integrante della maestosità e della bellezza della Reggia di Caserta è il meraviglioso parco.
È un tipico esempio di giardino all'italiana, costruito con vasti prati, aiuole squadrate e
soprattutto un trionfo di giochi d'acqua che zampillano dalle numerose fontane arricchite da
splendide statue che esaltano la bellezza e la maestosità della Reggia.
IL VESUVIO
Protagonista indiscusso del nostro viaggio
d’istruzione rimane in assoluto questo vulcano il
quale con la sua attività eruttiva parossistica ed
ha consegnato alla storia contemporanea uno
scorcio della vita reale quotidiana del periodo
dell’Impero Romano, seppur ad un caro prezzo
che ha comportato la morte di migliaia di persone
perplesse di fronte ad un evento inaspettato,
incontrollabile ed inspiegabile della natura.
Grazie alla narrazione puntuale di Plinio il
Giovane abbiamo notizie accurate sulle modalità
e sulla progressione degli eventi che cambiarono
la storia degli abitanti di Ercolano, Pompei,
Oplonti e dei centri abitati minori situati alle
pendici del Vesuvio.
Il Vesuvio è il celebre vulcano del Golfo di Napoli, a
circa 9 km (5,6 miglia) ad est di Napoli e a poca
distanza dalla riva. E' l'unico vulcano del continente
Cratere del Vesuvio
europeo ad aver eruttato negli ultimi cento anni,
anche se non è attualmente in eruzione.
Gli altri due grandi vulcani attivi in Italia, Etna e Stromboli, si trovano sulle isole. Il Vesuvio è
meglio conosciuto per la sua eruzione del 79 d.C. che ha portato alla distruzione delle città
romane di Pompei, Ercolano e Stabia: detta eruzione viene denominata “pliniana”poiché fu
proprio Plinio il giovane che la descrisse . L'eruzione cambiò anche il corso del fiume Sarno
e sollevò la spiaggia dal mare, in modo che Pompei ora non è né sul fiume né adiacente
alla costa. Lo stesso Vesuvio ha subito grandi cambiamenti i suoi pendii sono stati spogliati
della vegetazione e la sua sommità è notevolmente cambiata a causa della forza
dell'eruzione. Il Vesuvio ha eruttato molte volte da allora e oggi è considerato uno dei
vulcani più pericolosi al mondo. Viene infatti considerato un “ SORVEGLIATO SPECIALE”
dai geologi di tutto il mondo: ciò è dovuto alla presenza di una popolazione di circa
3.000.000 di persone che vivono nelle vicinanze e alla sua tendenza verso le eruzioni di
tipo,.esplosivo.(pliniana).
Il Vesuvio ha una lunga tradizione storica e letteraria. Era ritenuto una sorta di divinità al
momento dell'eruzione del 79 d.C: questo vulcano è rappresentato con un serpente in
molti affreschi decorativi di molti larari o santuari domestici a Pompei. Un'iscrizione da
Capua a IOVI VESVVIO indica che egli è stato adorato come una potenza di Giove, cioè
Giove Vesuvio. Lo storico Diodoro Siculo narra la leggenda secondo cui Ercole, passato
attraverso il paese di Cuma, vi trovò un posto chiamato "Campi Flegrei" (Pedion phlegraion,
"piano di fuoco ")," da una collina che anticamente vomitò fuoco ... e che ora si chiama
Vesuvio".
Veduta del Foro di Pompei
ULTIMA TAPPA DEL NOSTRO VIAGGIO……
FINALMENTE SIAMO AGLI “SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI”
Insieme ad Ercolano, la sua città gemella, Pompei fu distrutta e seppellita completamente nel
corso di una lunga eruzione catastrofica del Vesuvio che durò due giorni nel 79 d.C.
Pompei era una ricca e popolosa città, meta privilegiata dai Patrizi Romani che ne fecero luogo di
villeggiatura. Fu abbellita da fontane, templi, statue, palestre, terme, teatri, da un Foro e da
numerose e lussuose “ville”patrizie, impreziosite da affreschi colorati e giardini curatissimi. Era
anche un grande centro commerciale: Le numerose botteghe erano riconoscibili dalle insegne
poste all’esterno e dalle merci esposte. Alle terme e al Foro la gente si incontrava, comunicava,
concludeva affari. Come in tutte le città dell’Impero Romano Pompei era attraversata da due
strade principali, il Cardo Massimo ed il Decumano Massimo che incrociandosi
perpendicolarmente tra loro, davano origine a grandi quartieri attraversati da stradine più strette.
Naturalmente le strade erano rigorosamente lastricate. Lungo le strade, nei diversi quartieri, vi
erano numerose fontane pubbliche, utili e necessarie ai cittadini per l’approvvigionamento
dell’acqua.
Ma la tranquilla routine venne bruscamente interrotta.I Pompeiani sino ad allora ignoravano che
quel monte verdeggiante che sovrastava Pompei ed Ercolano fosse, invece, una minaccia mortale
in agguato. Rispettosi della tradizione religiosa politeista essi ritenevano che i tremiti terrestri che
talvolta si avvertivano,fossero indice dell’ira degli dei e non segni premonitori di una catastrofe. La
fine dei Pompeiani fu terribile: moltissimi perirono anche soffocati dall’aria irrespirabile causata dai
gas tossici letali conseguenti all’eruzione. Inoltre le abitazioni dei ceti più poveri fatte
prevalentemente di materiali scadenti e legno, si incendiarono, dando così origine anche a roghi;
le case e le ville patrizie, invece, edificate con materiali resistenti e refrattari, vennero lentamente
ricoperte dalla cenere e dalla pomice che continuava a cadere dal cielo oscurato da una nube alta
fino a 30 Km di altitudine. Molti edifici pubblici subirono crolli anche prima dell’eruzione a causa
dei terremoti che si verificarono prima e durante l’eruzione. Anche la costa venne colpita
duramente da onde anomale (tzunami) causate, appunto, dal maremoto. Come già detto sopra,
Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio (studioso ed ammiraglio), assistette inerme ed
impotente dal mare ai tragici eventi, impossibilitato ad accostarsi alla riva per le condizioni
improponibili del mare
L’eruzione seppellì Pompei sotto circa 4-6 metri di cenere e pomici, ed è rimasta sepolta per quasi
1.600 anni prima della sua riscoperta accidentale nel 1592. Da allora, il suo scavo ha fornito un
quadro dettagliato e straordinario della vita di una città al culmine dell’Impero Romano. Oggi
questo patrimonio dell’umanità dell’UNESCO è una delle attrazioni turistiche più popolari d’Italia e
del mondo, con circa 2.500.000 visitatori ogni anno. Pompei è stata una popolare destinazione
turistica per 250 anni ed era parte del Grand Tour. Nel 2008, ha attirato quasi 2,6 milioni di
visitatori
in
un
anno,
rendendolo
uno
dei
luoghi
turistici
più
conosciuti.
La città fu fondata intorno al secolo settimo a.C. dagli Osci o Oschi, un popolo del centro Italia, su
quello che era un importante crocevia tra Cuma, Nola e Stabia. Era già stato utilizzato come un
porto sicuro dai marinai greci e fenici. Secondo Strabone, Pompei è stata catturata dagli Etruschi,
e difatti recenti scavi hanno evidenziato la presenza di iscrizioni etrusche. Pompei fu conquistata
per la prima volta dalla colonia greca di Cuma, alleata con Siracusa, tra 525 e 474 a.C.La data
dell'eruzione del 79 d.C. è nota attraverso due lettere di Plinio il giovane in cui si leggenonum kal.
septembres, cioè "24 agosto". Questa data era contenuta nella variante universalmente ritenuta
più attendibile del manoscritto ed è stata accettata come sicura fino ad oggi, anche se alcuni dati
archeologici emersi mal si accordavano con una data estiva. Dati archeo-botanici e archeologici
che sono stati analizzati negli ultimi anni hanno permesso di accertare che la data del 24 agosto è
sicuramente errata perché l'antica eruzione si deve collocare almeno dopo l'8 settembre e
considerando anche altri dati archeologici (come l'accertata conclusione della vendemmia), è
plausibile ipotizzare una data ancora successiva e pienamente autunnale: sono state ritrovate
alcune botti in cui c'era ancora il vino rimasto a fermentare.
Una strada nell'antica città di Pompei
Un viaggio straordinario alla ricerca di una antica civiltà distrutta dalla terribile eruzione del
Vesuvio nel 79 d.C. La città di Pompei è una delle migliori testimonianze giunte a noi della
civiltà Romana, un eccezionale libro aperto sull'arte, i costumi della vita quotidiana di quel
tempo.
Pompei è una delle maggiori attrazioni turistiche in Italia ed è uno dei siti presenti nella
lista dell’UNESCO.
Visiterete gli scavi di Pompei per un viaggio storico-archeologico a ritroso nel tempo attraverso
le testimonianze di questa antica città. Grazie ai resti e le rovine di Pompei, potrete capire
com'era la vita di ogni giorno ai tempi dell'Impero Romano e immaginare il panico avvertito
dagli abitanti della città in quei tremendi minuti prima che Pompei venisse sepolta
dall'eruzione. Il Vesuvio coprì la città sotto diversi metri di cenere e Pompei venne dimenticata
per 1600 anni prima della sua accidentale riscoperta.
L'anfiteatro di Pompei
Ma Pompei non è solo una città archeologica, è conosciuta in tutto il mondo anche e
soprattutto per il Santuario Della Beata Vergine Del Rosario, meta di pellegrinaggi e visite
da parte di fedeli di ogni angolo della Terra.
Vista del Santuario
Il viaggio volge al termine………
…E ora si rientra…..AUTISTA, DAI GAS !!!!!!....
HANNO PARTECIPATO:
ANTONIO AVENOSO
GIACOMO IENCO
SILVIA FERRARO
GIUSEPPE SCARAMUZZINO
AGOSTINO RASO
MICHELE PERRELLI
ALEX CANGEMI
LORENA MORREALE
ELISA PEDULLA’
MAURA IAMUNDO
LAURA PEDULLA’
FRANCESCO PIROMALLI
FRANCESCO CANNATA’
ELISA PIA MANDAGLIO
RAFFAELE GIOVINAZZO
ROCCO SGAMBITTERRA
ANTONIO FOSCO
ACCOMPAGNATI DALLA MAESTRA CATERINA.