ISTITUTO COMPRENSIVO DI CITTANOVA – SAN GIORGIO M. Dirigente Scolastico: Prof. Michele Dino Primerano ANNO SCOLASTICO 2012- 2013 IL NOSTRO VIAGGIO D’ISTRUZIONE 29-30-31 maggio 2013 DESTINAZIONE: REGIONE CAMPANIA PAESTUM ERCOLANO NAPOLI CASERTA POMPEI A CURA DELLA MAESTRA CATERINA FURCI E DELLA CLASSE V^ C ……. E CHE LA CULTURA SIA CON VOI…… …………….BUON DIVERTIMENTO……………. 1^ TAPPA: ECCOCI GIUNTI A PAESTUM… e la storia comincia… nti1ECC11°11 Il Tempio di Nettuno a Paestum Paestum è il nome classico romano di una grande città Greco-romana nella regione Campania. Si trova nel nord del Cilento, nei pressi della costa a circa 85 km a SE di Napoli, in provincia di Salerno, e appartiene al comune di Capaccio, ufficialmente chiamato anche Capaccio-Paestum. Paestum è situata nei pressi della costa tirrenica sulla strada che collega Agropoli a Battipaglia. La sua popolazione è localizzata principalmente nei quartieri che circondano le antiche rovine Greco-romane, Fondata verso la fine del VII secolo a.C. da coloni provenienti dalla città greca di Sibari, fu originariamente conosciuta come Poseidonia. Al di là di evidenze archeologiche, si sa poco di Paestum nei primi secoli. Testimonianze archeologiche indicano che la città era in espansione con la costruzione di strade, templi e altre caratteristiche di una città in crescita. Conio, architettura e statuette votive attestano tutte i rapporti stretti mantenuti con la città di Metaponto nei secoli VI e V. Ma è solo alla fine del V secolo a.C. che la città è menzionata, quando, secondo Strabone, la città fu conquistata dai Lucani. Dalle testimonianze archeologiche sembra che le due culture, greco e osco, siano state in grado di coesistere e prosperare. Quello che si sa è che più tardi divenne la città romana di Paestum dal 273 a.C. Le caratteristiche principali del sito sono oggi i resti di tre grandi templi in stile dorico risalenti alla prima metà del VI secolo a.C. Questi sono stati dedicati a Hera e Atena, anche se sono stati tradizionalmente identificati come una basilica e templi di Nettuno e Cerere, a causa di un’erronea identificazione del XVIII secolo. La città di Paestum si estende su una superficie di circa 120 ettari. Soltanto i 25 ettari che contengono i tre templi principali sono stati scavati. Gli altri 95 ettari si trovano su un terreno privato e non sono stati scavati. La città è circondata da mura difensive che sono ancora in piedi. Le pareti sono di circa 4.750 m di lunghezza, 5 - 7 m di spessore e 15 m di altezza. Posizionati lungo il muro vi sono 24 torri rotonde. Probabilmente inizialmente erano 28, ma alcune torri vennero distrutte durante la costruzione della superstrada nel XVIII secolo che taglia in modo netto il sito in due. Paestum è anche celebre per le sue tombe dipinte, principalmente appartenenti al periodo lucano, mentre solo una di esse risale al periodo greco. Venne trovata, il 3 giugno 1968, in una piccola necropoli circa 1,5 km a sud delle antiche mura. Il monumento funebre è stato chiamato Tomba del Tuffatore per via della scena enigmatica, raffigurata sulla lastra di copertura, di un tuffo solitario di un giovane in un flusso di acqua Veduta del Tempio di Cerere Veduta laterale del colonnato della Basilica IL MUSEO DI PAESTUM Questo museo si trova a est del sito archeologico e ospita una bella collezione di fregi in bassorilievo, di cui 33 pezzi degli originali 36 che facevano parte del Tempio di Hera Argiva, 9 km a nord di Paestum, di cui quasi null'altro è rimasto. Nella Tomba del Tuffatore vi è uno straordinario esempio di pittura della prima metà del V secolo a. C. Si tratta di una tomba a cassa, costituita da cinque lastre calcaree in travertino locale che, al momento del ritrovamento, si presentavano fra loro accuratamente interconnesse e stuccate. Il pavimento della cassa era costituito dallo stesso basamento roccioso su cui era realizzata la tomba. L'eccezionalità della scoperta risiede nel fatto che le pareti del manufatto e, cosa ancor più insolita, la stessa lastra di copertura, sono interamente intonacate e decorate con pittura parietale di soggetto figurativo, realizzata con la tecnica dell'affresco. “2^ TAPPA: POMERIGGIO AD ERCOLANO Veduta dell’area archeologica SCAVI DI ERCOLANO Ercolano era un'antica città romana distrutta dai flussi piroclastici dell’eruzione vulcanica del Vesuvio del 79 d.C. Gli scavi di Ercolano si trovano nel territorio del comune di Ercolano, nella regione italiana Campania, all'ombra del Monte Vesuvio. Ercolano è famosa per essere stato distrutta, insieme a Pompei, Stabia e Oplontis, nella eruzione del Vesuvio che iniziò il 24 agosto del 79 d.C, che li ha sepolti con materiale piroclastico surriscaldato che ha travolto e distrutto la città e che si è solidificato nel tufo vulcanico. La città è diventata famosa anche come la fonte del primo scheletro di epoca romana ritrovato e messo a disposizione per lo studio. Infatti i Romani erano soliti bruciare i loro morti. Dalla scoperta di ossa nel 1981, circa 300 scheletri sono stati trovati, la maggior parte lungo la riva del mare - la città stessa, essendo stata effettivamente evacuata. Ercolano era una piccola città con una popolazione più ricco di Pompei, al momento della distruzione. La catastrofica eruzione del Monte. Vesuvio si è verificato nel pomeriggio del 24 agosto 79 d.C. Poichè il Vesuvio era rimasto inattivo per circa 800 anni, non era più nemmeno riconosciuto come un vulcano. Sulla base degli scavi archeologici, da un lato, e due lettere di Plinio il Giovane allo storico romano Tacito dall’altro, il corso dell'eruzione può essere ricostruito. Verso le ore 13:00 del 24 agosto, il Vesuvio ha cominciato eruttando cenere vulcanica e pietre verso il cielo a migliaia di metri di altezza. Quando questo materiale ha raggiunto la tropopausa (il confine tra la troposfera e la stratosfera), la parte superiore di questa nuvola si appiattì, spingendo Plinio a descriverlo a Tacito come un albero di pino. I venti prevalenti al momento soffiavano verso sud-est, causando la caduta di materiale vulcanico principalmente sulla città di Pompei e sull'area circostante. Poiché Ercolano si trovava a ovest del Vesuvio, fu interessata solo lievemente dalla prima fase dell'eruzione. Mentre i tetti a Pompei crollavano sotto il peso del materiale vulcanico, solo pochi centimetri di cenere caddero su Ercolano, causando pochi danni, ma comunque spingendo molti abitanti a fuggire. Poiché gli scavi iniziali hanno portato alla luce solo un paio di scheletri, si è pensato a lungo che quasi tutti gli abitanti erano riusciti a fuggire. Fu solo nel 1982, quando gli scavi raggiunsero la zona della spiaggia, che questo punto di vista cambiò. Nella zona suburbana gli archeologi scoprirono alcune centinaia di scheletri ammassati insieme sulla spiaggia e in dodici case-barca di fronte al mare. Altri scavi nei primi anni novanta confermarono che almeno 300 persone avevano trovato rifugio in quell’area, mentre la città era stata quasi completamente evacuata. Durante la notte, la colonna eruttiva che era salita nella stratosfera crollò giù sul Vesuvio sui suoi fianchi. La prima ondata piroclastica, formata da una miscela di gas e cenere calda, inondò la città di Ercolano ormai evacuata correndo a circa 160 km/h. Verso l’una del mattino quest’onda incandescente raggiunse la spiaggia, dove rimasero uccisi quelli che lì avevano cercato riparo. Lo studio delle posture delle vittime e degli effetti sui loro scheletri indicano che l’arrivo della prima ondata causò la morte immediata di queste persone a causa di shock fulminante dovuto alla temperatura di circa 500 ° C. Il calore intenso provocò l'esplosione dei crani, fratture delle ossa lunghe e dei denti, e contrazione delle mani e dei piedi. iI Interno di una casa di Ercolano Vittima dell’eruzione 3^ TAPPA: visita al centro di NAPOLI NAPOLI La posizione geografica della città è particolarmente favorevole, al centro del Mediterraneo, in un ambiente umanizzato e naturale, quello del Golfo dominato dal Vesuvio, un golfo profondo e riparato con un clima mite e temperato. L'antica Neapolis ("Città Nuova") fu fondata da un gruppo di coloni cumani stabilitisi a Palaepolis (Città vecchia), fondata sulla tomba della mitica sirena Partenope, oggi Monte Echia o Pizzofalcone, già insediamento fenicio e poi, nel VII sec. a.C., rodiese. Divenne ben presto la città più importante della Campania. Assediata nel 327 dal console Publilio Filone, si arrese l'anno successivo, divenendo alleata di Roma, alla quale rimase fedele sia durante la spedizione di Pirro sia nel corso della guerra combattuta contro Annibale, pur conservando abitudini e lingua greca. Nonostante la concorrenza del porto di Puteoli (Pozzuoli) e la distruzione subita nell'82 a.C. da parte dei partigiani di Silla, nell'ultimo secolo della repubblica e durante l'Impero fu assai florida economicamente e famosa, oltre che per le sue bellezze naturali, anche come centro culturale d'impronta greca (Virgilio vi studiò presso la scuola di Sirone, stabilendosi più tardi nella villa forse ereditata dal maestro, e vi fu sepolto). Eretta a municipio nel 90 a.C. e a colonia sotto Claudio, conservò tuttavia fino al Basso Impero la lingua e le istituzioni greche. Oggi non è facile imbattersi a Napoli in resti di origine greca o romana che spesso, tra l'altro, sono sotterranei. Sono visibili qua e là parti di mura di terme, di teatri e di altri edifici, spesso inglobate in costruzioni più recenti, ma i quartieri della città vecchia mantengono quasi intatto il reticolo viario greco-romano; su questo sono sorti in epoche successive edifici medievali e palazzi barocchi. Nella zona dei Campi Flegrei, invece, sono più evidenti costruzioni di epoca antica e veri e propri siti archeologici di rilievo mondiale: Cuma, l’anfiteatro di Pozzuoli, le terme di Baia, per citare solo alcuni dei siti più importanti. Come già accennato, sin dall’epoca della Repubblica, ma ancor più durante l’Impero, numerosi personaggi illustri si stabilirono lungo le coste del golfo: i Romani amavano le terme e nessun luogo come Napoli, soprattutto la zona dei Campi Flegrei, offriva la presenza di fonti termali naturali che crebbero di notorietà nei secoli, diventando luoghi di cura e vacanza per uomini politici e intellettuali. Cesare, Cicerone, Lucullo ebbero qui le loro dimore; questi luoghi, celebrati da Virgilio nell’Eneide, divennero sempre più celebri e sfarzosi, nel lusso delle ville e nella suggestione dell’ambiente naturale. A Posillipo vi era la villa di Publio Vedio Pollione, uomo ricchissimo, molto legato ad Augusto. Questi fece costruire la sua dimora napoletana adattandola all’ambiente naturale della collina di Posillipo, anche il teatro annesso alla villa fu costruito adeguandolo alla pendenza naturale della collina. Nel 476 sull'isoletta di Megaride, dove poi sorse il Castel dell'Ovo, fu imprigionato Romolo Augustolo, ultimo imperatore d'Occidente. Gli Ostrogoti sottomisero Napoli senza difficoltà (493), Nel 1220 Federico II viene incoronato imperatore; egli riformò le strutture dello stato, fu un uomo colto, accolse a corte poeti, scienziati e, per quel che riguarda la città di Napoli, fondò l’Università nel 1224. Questa città ha una lunga storia di conquiste e di avvicendamenti di monarchi e dominazioni.... ma….tutto questo lo studierete al successivo ordine di scuola …… I luoghi da visitare sono copiosi e bellissimi……. Il Castel Nuovo, uno dei simboli della città Piazza Plebiscito nel cuore della città di Napoli TAPPA ALLA FAMOSA REGGIA DI CASERTA LA STORIA Nel 1751 re Carlo di Borbone incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di progettare un palazzo che potesse competere con le grandi residenze dei sovrani europei, in particolare con la reggia di Versailles a Parigi, scegliendo come luogo la pianura nei pressi di Caserta. L’architetto Vanvitelli accettò la sfida e presentò un progetto che raccolse l'approvazione entusiasta del re e della regina, Maria Amalia di Sassonia. I lavori iniziarono nel 1752 e si protrassero, con alcune interruzioni, fino al 1774. Nell'ultimo anno, morto Luigi Vanvitelli, i lavori furono proseguiti dal figlio Carlo che li portò a termine senza però poter rispettare esattamente il progetto paterno. Durante il regno di Ferdinando IV la reggia ospitava la corte in primavera e in estate ed era spesso teatro di feste, ricevimenti e battute di caccia; divenne poi la dimora preferita di Ferdinando II. Fece parte dei beni della corona fino al 1921, quando passò allo Stato. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu gravemente danneggiato dalle bombe e poi restaurato. Scorcio degli interni della Reggia IL PALAZZO REALE Nell'atrio all'ingresso del palazzo, si apre il vestibolo inferiore, dal quale si può ammirare l'infilata dei quattro cortili che aprono la vista sul parco. Dallo scalone d'onore si sale al vestibolo superiore e, di fronte, alla Cappella Palatina. Ispirata alla cappella della reggia di Versailles, è una sala rettangolare,. Ai due lati le gallerie superiori sono formate da sedici colonne; sulla parete d'ingresso è la tribuna reale. A sinistra della Cappella si aprono gli Appartamenti Reali: il salone degli alabardieri, il salone delle guardie, il salone di Alessandro. L'Appartamento nuovo, così chiamato perché costruito nell'Ottocento, consta di tre stanze: la sala di Marte, la sala di Astrea e la sala del trono, la più grande del palazzo. L'Appartamento del re, anch'esso ottocentesco, risente nel decoro e negli arredi dell'influenza francese, soprattutto nelle stanze da letto di Francesco II e Gioacchino Murat. L'Appartamento Vecchio era abitato già alla fine '700 da Ferdinando IV. Le sale di rappresentanza sono note come Stanze delle Stagioni perché hanno i soffitti affrescati con allegorie delle stagioni; le stanze della regina Maria Carolina sono elegantemente decorate. La Biblioteca Palatina occupa tre grandi ambienti: voluta da Maria Carolina, conta oltre diecimila volumi. In una grande sala è stato ricostruito il Presepe Reale con figure originali, sul modello di quelli che ogni anno erano allestiti a corte, in omaggio all'antica tradizione presepiale napoletana rispettata e alimentata dai sovrani borbonici. Un altro gioiello del Palazzo è il Teatro, progettato da Vanvitelli in un secondo momento per espressa volontà del re Ferdinando IV, grande appassionato di teatro. Costruito a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi e un sontuoso palco reale, costituisce un capolavoro dell'architettura teatrale settecentesca. Il Parco Parte integrante della maestosità e della bellezza della Reggia di Caserta è il meraviglioso parco. È un tipico esempio di giardino all'italiana, costruito con vasti prati, aiuole squadrate e soprattutto un trionfo di giochi d'acqua che zampillano dalle numerose fontane arricchite da splendide statue che esaltano la bellezza e la maestosità della Reggia. IL VESUVIO Protagonista indiscusso del nostro viaggio d’istruzione rimane in assoluto questo vulcano il quale con la sua attività eruttiva parossistica ed ha consegnato alla storia contemporanea uno scorcio della vita reale quotidiana del periodo dell’Impero Romano, seppur ad un caro prezzo che ha comportato la morte di migliaia di persone perplesse di fronte ad un evento inaspettato, incontrollabile ed inspiegabile della natura. Grazie alla narrazione puntuale di Plinio il Giovane abbiamo notizie accurate sulle modalità e sulla progressione degli eventi che cambiarono la storia degli abitanti di Ercolano, Pompei, Oplonti e dei centri abitati minori situati alle pendici del Vesuvio. Il Vesuvio è il celebre vulcano del Golfo di Napoli, a circa 9 km (5,6 miglia) ad est di Napoli e a poca distanza dalla riva. E' l'unico vulcano del continente Cratere del Vesuvio europeo ad aver eruttato negli ultimi cento anni, anche se non è attualmente in eruzione. Gli altri due grandi vulcani attivi in Italia, Etna e Stromboli, si trovano sulle isole. Il Vesuvio è meglio conosciuto per la sua eruzione del 79 d.C. che ha portato alla distruzione delle città romane di Pompei, Ercolano e Stabia: detta eruzione viene denominata “pliniana”poiché fu proprio Plinio il giovane che la descrisse . L'eruzione cambiò anche il corso del fiume Sarno e sollevò la spiaggia dal mare, in modo che Pompei ora non è né sul fiume né adiacente alla costa. Lo stesso Vesuvio ha subito grandi cambiamenti i suoi pendii sono stati spogliati della vegetazione e la sua sommità è notevolmente cambiata a causa della forza dell'eruzione. Il Vesuvio ha eruttato molte volte da allora e oggi è considerato uno dei vulcani più pericolosi al mondo. Viene infatti considerato un “ SORVEGLIATO SPECIALE” dai geologi di tutto il mondo: ciò è dovuto alla presenza di una popolazione di circa 3.000.000 di persone che vivono nelle vicinanze e alla sua tendenza verso le eruzioni di tipo,.esplosivo.(pliniana). Il Vesuvio ha una lunga tradizione storica e letteraria. Era ritenuto una sorta di divinità al momento dell'eruzione del 79 d.C: questo vulcano è rappresentato con un serpente in molti affreschi decorativi di molti larari o santuari domestici a Pompei. Un'iscrizione da Capua a IOVI VESVVIO indica che egli è stato adorato come una potenza di Giove, cioè Giove Vesuvio. Lo storico Diodoro Siculo narra la leggenda secondo cui Ercole, passato attraverso il paese di Cuma, vi trovò un posto chiamato "Campi Flegrei" (Pedion phlegraion, "piano di fuoco ")," da una collina che anticamente vomitò fuoco ... e che ora si chiama Vesuvio". Veduta del Foro di Pompei ULTIMA TAPPA DEL NOSTRO VIAGGIO…… FINALMENTE SIAMO AGLI “SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI” Insieme ad Ercolano, la sua città gemella, Pompei fu distrutta e seppellita completamente nel corso di una lunga eruzione catastrofica del Vesuvio che durò due giorni nel 79 d.C. Pompei era una ricca e popolosa città, meta privilegiata dai Patrizi Romani che ne fecero luogo di villeggiatura. Fu abbellita da fontane, templi, statue, palestre, terme, teatri, da un Foro e da numerose e lussuose “ville”patrizie, impreziosite da affreschi colorati e giardini curatissimi. Era anche un grande centro commerciale: Le numerose botteghe erano riconoscibili dalle insegne poste all’esterno e dalle merci esposte. Alle terme e al Foro la gente si incontrava, comunicava, concludeva affari. Come in tutte le città dell’Impero Romano Pompei era attraversata da due strade principali, il Cardo Massimo ed il Decumano Massimo che incrociandosi perpendicolarmente tra loro, davano origine a grandi quartieri attraversati da stradine più strette. Naturalmente le strade erano rigorosamente lastricate. Lungo le strade, nei diversi quartieri, vi erano numerose fontane pubbliche, utili e necessarie ai cittadini per l’approvvigionamento dell’acqua. Ma la tranquilla routine venne bruscamente interrotta.I Pompeiani sino ad allora ignoravano che quel monte verdeggiante che sovrastava Pompei ed Ercolano fosse, invece, una minaccia mortale in agguato. Rispettosi della tradizione religiosa politeista essi ritenevano che i tremiti terrestri che talvolta si avvertivano,fossero indice dell’ira degli dei e non segni premonitori di una catastrofe. La fine dei Pompeiani fu terribile: moltissimi perirono anche soffocati dall’aria irrespirabile causata dai gas tossici letali conseguenti all’eruzione. Inoltre le abitazioni dei ceti più poveri fatte prevalentemente di materiali scadenti e legno, si incendiarono, dando così origine anche a roghi; le case e le ville patrizie, invece, edificate con materiali resistenti e refrattari, vennero lentamente ricoperte dalla cenere e dalla pomice che continuava a cadere dal cielo oscurato da una nube alta fino a 30 Km di altitudine. Molti edifici pubblici subirono crolli anche prima dell’eruzione a causa dei terremoti che si verificarono prima e durante l’eruzione. Anche la costa venne colpita duramente da onde anomale (tzunami) causate, appunto, dal maremoto. Come già detto sopra, Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio (studioso ed ammiraglio), assistette inerme ed impotente dal mare ai tragici eventi, impossibilitato ad accostarsi alla riva per le condizioni improponibili del mare L’eruzione seppellì Pompei sotto circa 4-6 metri di cenere e pomici, ed è rimasta sepolta per quasi 1.600 anni prima della sua riscoperta accidentale nel 1592. Da allora, il suo scavo ha fornito un quadro dettagliato e straordinario della vita di una città al culmine dell’Impero Romano. Oggi questo patrimonio dell’umanità dell’UNESCO è una delle attrazioni turistiche più popolari d’Italia e del mondo, con circa 2.500.000 visitatori ogni anno. Pompei è stata una popolare destinazione turistica per 250 anni ed era parte del Grand Tour. Nel 2008, ha attirato quasi 2,6 milioni di visitatori in un anno, rendendolo uno dei luoghi turistici più conosciuti. La città fu fondata intorno al secolo settimo a.C. dagli Osci o Oschi, un popolo del centro Italia, su quello che era un importante crocevia tra Cuma, Nola e Stabia. Era già stato utilizzato come un porto sicuro dai marinai greci e fenici. Secondo Strabone, Pompei è stata catturata dagli Etruschi, e difatti recenti scavi hanno evidenziato la presenza di iscrizioni etrusche. Pompei fu conquistata per la prima volta dalla colonia greca di Cuma, alleata con Siracusa, tra 525 e 474 a.C.La data dell'eruzione del 79 d.C. è nota attraverso due lettere di Plinio il giovane in cui si leggenonum kal. septembres, cioè "24 agosto". Questa data era contenuta nella variante universalmente ritenuta più attendibile del manoscritto ed è stata accettata come sicura fino ad oggi, anche se alcuni dati archeologici emersi mal si accordavano con una data estiva. Dati archeo-botanici e archeologici che sono stati analizzati negli ultimi anni hanno permesso di accertare che la data del 24 agosto è sicuramente errata perché l'antica eruzione si deve collocare almeno dopo l'8 settembre e considerando anche altri dati archeologici (come l'accertata conclusione della vendemmia), è plausibile ipotizzare una data ancora successiva e pienamente autunnale: sono state ritrovate alcune botti in cui c'era ancora il vino rimasto a fermentare. Una strada nell'antica città di Pompei Un viaggio straordinario alla ricerca di una antica civiltà distrutta dalla terribile eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. La città di Pompei è una delle migliori testimonianze giunte a noi della civiltà Romana, un eccezionale libro aperto sull'arte, i costumi della vita quotidiana di quel tempo. Pompei è una delle maggiori attrazioni turistiche in Italia ed è uno dei siti presenti nella lista dell’UNESCO. Visiterete gli scavi di Pompei per un viaggio storico-archeologico a ritroso nel tempo attraverso le testimonianze di questa antica città. Grazie ai resti e le rovine di Pompei, potrete capire com'era la vita di ogni giorno ai tempi dell'Impero Romano e immaginare il panico avvertito dagli abitanti della città in quei tremendi minuti prima che Pompei venisse sepolta dall'eruzione. Il Vesuvio coprì la città sotto diversi metri di cenere e Pompei venne dimenticata per 1600 anni prima della sua accidentale riscoperta. L'anfiteatro di Pompei Ma Pompei non è solo una città archeologica, è conosciuta in tutto il mondo anche e soprattutto per il Santuario Della Beata Vergine Del Rosario, meta di pellegrinaggi e visite da parte di fedeli di ogni angolo della Terra. Vista del Santuario Il viaggio volge al termine……… …E ora si rientra…..AUTISTA, DAI GAS !!!!!!.... HANNO PARTECIPATO: ANTONIO AVENOSO GIACOMO IENCO SILVIA FERRARO GIUSEPPE SCARAMUZZINO AGOSTINO RASO MICHELE PERRELLI ALEX CANGEMI LORENA MORREALE ELISA PEDULLA’ MAURA IAMUNDO LAURA PEDULLA’ FRANCESCO PIROMALLI FRANCESCO CANNATA’ ELISA PIA MANDAGLIO RAFFAELE GIOVINAZZO ROCCO SGAMBITTERRA ANTONIO FOSCO ACCOMPAGNATI DALLA MAESTRA CATERINA.