Mini dispensa introduttiva alle uscite didattiche DOMUS E VILLE D’OTIUM: L’ARTE DI VIVERE scavi archeologici di pompei villa di poppea ad oplonti 1 2 DOMUS E VILLE D’OTIUM: L’ARTE DI VIVERE! Scavi Archeologici di Pompei e Villa di Poppea ad Oplonti Ambito didattico: Archeologia e storia dell’arte. PERCHÉ VISITARE POMPEI/OPLONTI: La furia distruttrice del Vesuvio si scatena il 24 agosto del 79 d. C. Seppellita sotto una coltre di ceneri, Pompei cessa improvvisamente di vivere. Dal Foro al Tempio di Iside, dalla Casa del Fauno alla Caserma dei Gladiatori, i corpi degli abitanti giacciono al suolo: schiavi e mercanti, donne, bambini, ricchi possidenti. Dopo un sonno di secoli, la città sepolta rivede la luce: è l’alba della più emozionante scoperta dell’archeologia. Nel XVII secolo, sotto l'influsso dei ritrovamenti archeologici di Pompei, Ercolano e Stabiae, anche ad Oplontis vennero avviate delle campagne di scavo ben presto sospese sia per la mancanza di fondi, sia per la zona malsana dove questi si svolgevano, un sito paludoso nei pressi del fiume Sarno. Dal 1964 sono iniziati gli scavi di una villa cosiddetta di Poppea, perché probabilmente frequentata dall’amante nonchè seconda moglie dell’imperatore Nerone. MONUMENTI E SITI Scavi Archeologici di Pompei.Contrariamente a Cuma e Neapolis, città greche di nome e d’origine, Pompei fu certamente fondata dagli Oschi della Campania. I resti delle mura di epoca pre-sannita ci permettono di risalire ad un periodo di poco precedente il VI sec. a.C., periodo in cui la città aveva già un tracciato urbanistico in cui figuravano abitazioni ed edifici. Pompei cade sotto l’egemonia greca ed etrusca fino alla fine del V sec.a.C., quando viene occupata dai Sanniti, popolazione scesa dalle vicine montagne. I nuovi abitanti impartirono la loro cultura, la religione, la lingua, i costumi. Fu solo nell’89 a.C. che le truppe Atrio di una domus pompeiana romane, guidate dal generale Silla, occupano militarmente Pompei che divenne colonia romana nell’80 a. C. con il nome di Colonia Cornelia Veneria. Pompei diventò una città romana, adottandone la lingua, i costumi, il carattere e l’aspetto. 3 Nel 62 d.C. la città fu gravemente danneggiata da un tremendo terremoto, rialzandosi immediatamente dalle proprie rovine: nacquero nuovi edifici, si restaurarono templi ed edifici pubblici, le abitazioni, ricostruite, videro i loro muri e i pavimenti ornarsi di ricche e lussuose decorazioni. Botteghe e negozi si moltiplicarono nei quartieri che ripresero velocemente le loro attività frenetiche, che ben si addicevano ad una cittadina a carattere commerciale, industriosa e prospera quale era Pompei. Diciassette anni dopo, nel mese di agosto del 79 d.C., il Vesuvio, che veniva considerato come un monte pacifico sotto la sua rigogliosa vegetazione di vigne e foreste, si svegliò all’improvviso. Fu il disastro definitivo: la sommità della montagna si squarciò, il vulcano vomitò una quantità tale di materiali eruttivi, ceneri e lapilli, che il cielo fu completamente oscurato. Gli abitanti cercarono la salvezza nella fuga ma morirono lungo il litorale o sulle strade che portavano a Stabia e a Nuceria. Coloro che restarono in città, immobilizzati dal terrore o nel vano tentativo di trovare rifugio nei sotterranei delle case, morirono tutti, intossicati dalle esalazioni nocive. L’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., sebbene annoverata tra le più disastrose calamità che hanno sconvolto l’umanità, ha permesso la perfetta conservazione di un’intera città, nella quale la vita si è arrestata istantaneamente. Gli scavi ci hanno permesso di penetrare nell’intimità della vita di tutta la comunità di Pompei, scoprendone i segreti. Villa di Poppea. Alcuni reperti, tra cui un’anforacon la scritta “Secundo Poppaeae” che vuol dire “A Secondo, liberto di Poppea”, attribuirebbero la villa a Poppea, sebbene al momento dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Poppea era già morta da tempo, uccisa da Nerone in un accesso d’ira con un calcio all’addome. Sebbene la villa di Poppea fosse già stata intercettata nel Settecento tramite un cunicolo scavato affianco ad un canale, la vera esplorazione per pozzi e gallerie si ebbe soltanto nell’Ottocento. Gli scavi Uno degli ambienti termali della Villa di Poppea archeologici moderni, condotti dal 1964 al 1984, hanno portato alla luce gran parte dell’edificio. L’enorme residenza si sviluppa principalmente attorno a due settori, l’atrio ed il peristilio; gli altri ambienti residenziali, tra cui un notevole impianto termale, si articolano tra portici e terrazze. L’ingresso antico dell’edificio era a Sud, in un’area già sconvolta nel Cinquecento dalla costruzione del canale. Uno splendido giardino era organizzato attorno ad un vialetto centrale da cui partivano stradine laterali. Gli studi paleobotanici hanno permesso di ricostruire in parte la sistemazione originaria dello spazio verde, che ospitava in un settore platani di cui si conservano i calchi. Di notevole rilevanza sono gli ambienti di riposo ubicati nel settore Sud-Ovest dell’atrio, per la ricchezza della loro decorazione parietale, con affreschi in II stile raffiguranti vedute prospettiche, ed altre stanze residenziali prospicienti il peristilio, anch’esse decorate con raffinati affreschi. Nella rimanente parte della villa si dispongono gli 4 ambienti domestici sviluppati intorno ad un piccolo cortile secondario. Ad arredare ulteriormente la zona riservata all’accoglienza di illustri ospiti, un’enorme piscina di 61 metri di lunghezza e 17 di larghezza, pavimentata in cocciopesto e ornata ai bordi con statue di marmo, copie di epoca romana di originali greci: attorno sorgeva un prato con platani, oleandri e limoni. APPROFONDIMENTI…: Le vittime di Pompei Durante gli scavi si rinvennero, sia nelle abitazioni che nelle aree scoperte, nelle strade e poco fuori dalle mura della città numerose vittime, sia individui isolati che insiemi di persone che costituivano probabilmente piccoli gruppi familiari. È stato calcolato, in base ai dati riportati nel giornale degli scavi, che le vittime dell’eruzione rinvenute all’interno della città siano state 1047, mentre solo di 103 si eseguì il calco, spesso con una riuscita non soddisfacente. Il numero delle vittime di Pompei è piuttosto elevato, ma questo dato non costituisce tuttavia un elemento certo per poter stabilire quanti fossero gli abitanti della città, stimati intorno ai 12000. Il metodo dei calchi Quando l’archeologo esegue uno scavo nell’area vesuviana trova una particolare stratigrafia dovuta alle modalità del seppellimento e al susseguirsi delle diverse fasi che si sono alternate durante l’eruzione. Nella cenere indurita spesso gli archeologi trovano dei vuoti causati dalla decomposizione di sostanze organiche. Nel vuoto viene colata una miscela di gesso e acqua fino a riempirlo totalmente. Lasciato asciugare il gesso, si può procedere nello scavo e si mette in luce ciò che aveva determinato il vuoto: elementi in legno, oggetti, ma anche corpi di individui. Eruzione del 79 d.C.: testimonianze dal passato L'eruzione del 79 d.C è senza dubbio la più nota eruzione del Vesuvio e forse la più nota eruzione vulcanica della storia. Questa è stata descritta da Plinio il Giovane in due famose lettere a Tacito, che costituiscono dei preziosi documenti per la vulcanologia. Nelle lettere egli racconta della morte dello zio, Plinio il Vecchio, partito da Miseno con una nave per portare soccorso ad alcuni amici. Da qui la denominazione di eruzione pliniana per questo tipo di fenomeno particolarmente violento e distruttivo. Plinio il Giovane, nella prima lettera a Tacito, descrive così l'inizio dell'eruzione e lo sviluppo della colonna eruttiva, che egli, insieme allo zio, osserva da Miseno: 5 “Era a Miseno [Plinio il Vecchio] e, presente, governava la flotta. Il 24 agosto era trascorsa appena un'ora dopo mezzogiorno e mia madre gli mostra una nuvola che allora appariva, mai vista prima per grandezza e figura. [...] La nube si levava, non sapevamo con certezza da quale monte, poiché guardavamo da lontano; solo più tardi si ebbe la cognizione che il monte fu il Vesuvio. La sua forma era simile ad un pino più che a qualsiasi altro albero. Come da un tronco enorme la nube svettò nel cielo alto e si dilatava e quasi metteva rami. Credo, perché prima un vigoroso soffio d'aria, intatto, la spinse in su, poi, sminuito, l'abbandonò a se stessa o, anche perché il suo peso la vinse, la nube si estenuava in un ampio ombrello: a tratti riluceva d'immacolato biancore, a tratti appariva sporca, screziata di macchie secondo il prevalere della cenere o della terra che aveva sollevato con sé.” LO SAPEVATE CHE....: (Curiosità sull’itinerario) ‐ Un tragico episodio si verificò nel 59 d.C. a Pompei: durante uno spettacolo gladiatorio nell’Anfiteatro si scatenò una terribile rissa tra tifoserie avverse di pompeiani e nocerini che provocò morti e feriti. L’imperatore Nerone, appoggiato dal Senato, decretò la chiusura dell’Anfiteatro per un periodo di dieci anni. ‐ in uno degli ambienti di soggiorno della villa di Poppea, su una parete è presente un singolare affresco che raffigura un sostegno su cui poggia quello che sembrerebbe essere un dolce dall’incredibile somiglianza con una moderna cassata siciliana. MINI GLOSSARIO "Cassata" in un ambiente affrescato della Villa di Poppea. 6 Affresco – è una pittura eseguita sull’intonaco ancora fresco. I pigmenti, una volta asciugato l’intonaco, restano chimicamente imprigionati e si conservano a lungo. Anfiteatro – è un edificio di forma ellittica usato per spettacoli pubblici. Nell'antichità veniva usato per i giochi gladiatori e per le venationes, ovvero gli scontri tra gladiatori e animali. Apollo - è una divinità dell'antica religione greca, dio di tutte le arti, della medicina, della musica. Basilica - era un edificio pubblico utilizzato nell'antica Roma come luogo di riunioni pubbliche e di amministrazione della giustizia. Borbone - Insieme agli Asburgo, è stata una delle maggiori famiglie reali europee dal XVI secolo in avanti, dato che suoi esponenti hanno occupato, oltre a quello di Francia anche i troni del Regno di Spagna, di Navarra, del Regno delle Due Sicilie, dei Granducati di Toscana e Parma. Fu Carlo III di Borbone a intraprendere gli scavi di Ercolano nel 1739 e nel 1749 a Pompei. Cella - era l'ambiente che ospitava la statua della divinità e simbolicamente era la casa del dio stesso; per questo era proibito entrarvi se non durante particolari festività, mentre vi accedevano regolarmente soltanto alcuni tipi di sacerdoti. Cocciopesto – impasto di malta e laterizi. Comitium - situato nel Foro della città in epoca romana, vi si svolgevano le assemblee dei cittadini (comizi curiati). Foro – era la "piazza" di ogni città romana, dove sorgevano i principali edifici pubblici, destinata a tenervi il mercato e trattarvi affari. Giuseppe Fiorelli – archeologo e ispettore ordinario negli Scavi di Pompei dal 1847 e in seguito direttore degli scavi dal 1860 al 1875. Tra i numerosi suoi meriti vi fu anche quello dell’esecuzione dei primi calchi delle vittime. Mosaico – è una composizione pittorica ottenuta mediante l'utilizzo di frammenti di materiali (tessere) di diversa natura e colore (pietre, vetro, conchiglie). Oplonti - zona suburbana vicino Pompei, corrispondente all'attuale Torre Annunziata, sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Il suo nome compare per la prima volta durante il medioevo nella Tabula Peutingeriana. Tabula Peutingeriana- conservata presso la Hofbibliothek di Vienna, è una copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell'Impero. Prende il nome dell'umanista e antichista Konrad Peutinger che la ereditò dal suo amico Konrad Celtes, bibliotecario dell'imperatore Massimiliano I.