Università degli Studi di Perugia A.A. 2014/2015 Dipartimento di Economia ECONOMIA INDUSTRIALE Prof. Davide Castellani ([email protected]) Monopolio e regolamentazione • Introduzione • Ricavo marginale dell’impresa monopolista • Massimizzazione del profitto e regola dell’elasticità • Inefficienza allocativa • Imprese dominanti e domanda residua • Monopolio naturale e regolamentazione Monopolio e regolamentazione I venditori Dimensione e Comportamen fanno il numero dei to strategico prezzo venditori Omogenei tà prodotto Libertà entrata Simmetri a tecnologi ca Monopolio Si Unico venditore No No validi sostituti Accesso bloccato No Oligopolio Si Pochi con q.m. significative Si Si/No Si/No Si/No Prodotti omogenei No barriere all’entrat a Si Concorrenza perfetta No Numerosi con q.m. irrisorie No Monopolio e regolamentazione Extra Profitti lungo periodo Efficienza allocativa Efficienza produttiva Concorrenza perfetta No Si Si Monopolio puro Si No ? Monopolio regolamentato Si / No Si (almeno in parte) ROR: No Price-cap: Si Monopolio e regolamentazione Il ricavo marginale del monopolista • Il monopolista fa il prezzo (price maker), ovvero è in grado di influire sul prezzo del proprio prodotto modificando il volume di produzione • Questa impresa quindi affronta una curva di domanda inclinata negativamente (coincide con la curva di domanda del mercato) => per vendere un’unità addizionale del bene il monopolista deve abbassare il prezzo • Se il monopolista abbassa il prezzo per vendere un’unità in più, i suoi ricavi possono aumentare o diminuire Monopolio e regolamentazione • L’incremento del ricavo totale conseguente alla vendita dell’unità marginale è pari al prezzo moltiplicato per la quantità venduta in più, cioè p b (superfice A) • Ma il prezzo più basso si applica su tutte le unità vendute, quindi anche su quelle vendute in precedenza (unità infra-marginali). La perdita sulle unità infra-marginali è pari al numero di queste unità per la variazione di prezzo, cioè ∂p 1 Q = (superfice B) ∂Q ε Monopolio e regolamentazione Monopolio e regolamentazione • Se l’area A è maggiore dell’area B, vendere un’unità addizionale fa aumentare i ricavi. Questi ricavi aggiuntivi, pb (Qa + 1) − paQa , che un’impresa ottiene quando produce un’unità in più di prodotto, vengono definiti ricavi marginali e risultano pari all’area A meno l’area B • Se il monopolista non avesse dovuto abbassare il prezzo per poter vendere un’unità aggiuntiva del bene, il ricavo marginale sarebbe stato semplicemente pari al prezzo iniziale ( pa ). Ma poiché la curva di domanda ha pendenza negativa, il monopolista deve abbassare il prezzo se vuole vendere di più, e quindi il ricavo marginale è sempre inferiore al prezzo Monopolio e regolamentazione • Quindi ogni unità venduta comporterà ricavi marginali inferiori al prezzo (ricavo unitario) ( MR < p): R = p (Q)Q => ⎡ ∂p MR = ⎢ Q + ⎣ ∂Q ⎤ p ⎥ = ⎦ ⎡ 1 ⎤ p ⎢1 − ⎥ ⎣ ε ⎦ • Se la domanda è inelastica (ε < 1), la perdita sulle unità inframarginali è consistente (per convincere i consumatori a comprare di più, il monopolista deve abbassare il prezzo in misura consistente) Monopolio e regolamentazione Monopolio e regolamentazione La massimizzazione del profitto del monopolista (rispetto alle quantità) e la regola dell’elasticità • Il monopolista ha convenienza ad aumentare la quantità venduta fino a che MR > MC . In equilibrio, p > MR = MC maxπ = q ( ) () p Q q−C q ! dp $ dC dπ = MR − MC = # q + p& − =0 First order condition (FOC): dq " dq % dq " 1 % dC p $1− ' = # ε & dq Monopolio e regolamentazione ! Il monopolista fissa in modo ottimale un mark up sui costi marginali dC ! # p = "1+ m$ dq dove Indice di Lerner (L) = m = 1 /(ε − 1) > 0 è detto mark up monopolistico p − dC / dq dp q 1 =− = p dq p ε ! Il margine di profitto unitario ottimale di un monopolista è tanto più grande quanto più piccola è l’elasticità della domanda Monopolio e regolamentazione Elasticità e margine di profitto unitario Monopolio e regolamentazione Ipotesi semplificatrici: Funzione inversa di domanda lineare: p = a − bQ Costo marginale costante = c ( ) ( ) π = p Q q − cq = a − bQ q − cq q* = arg max π dπ = a − 2bq − c = 0 dq NB: l’intercetta del MR è la stessa della curva di domanda, mentre la pendenza è doppia q* = π* = a−c, * a − c 2a − a + c a + c p = a − bq = a − b = = 2b 2b 2 2 a − c ⎛ a + c ⎞ a − c ⎛ a + c − 2c ⎞ − c ⎜ ⎟ = ⎜ ⎟ = 2b ⎝ 2 2b ⎝ 2 ⎠ ⎠ (a − c) 4b 2 Monopolio e regolamentazione Inefficienza allocativa p pM CS EL π pc MC=c qM QC Q • Il surplus del consumatore si riduce a causa dell’aumento del prezzo da pc a pM • L’impresa si appropria di parte di questa riduzione (in forma di extra-profitti), ma una parte viene dispersa in perdita di efficienza allocativa (efficiency loss): – il monopolista produce una quantità inferiore a quella prodotta in concorrenza perfetta, vendendo ciascuna unità ad un prezzo superiore Monopolio e regolamentazione Inefficienza allocativa nel caso di costi marginali lineari (funzione di costo quadratica) p CS = surplus del consumatore p’ CS MC EL PS D PS = surplus del produttore Q’ EL = perdita di efficienza Q Q’’ Monopolio e regolamentazione Inefficienza allocativa nel caso di costi marginali lineari (funzione di costo cubica) Monopolio e regolamentazione Imprese dominanti e domanda residua • I casi di monopoli puri sono rari • La maggior parte dei servizi di pubblica utilità (elettricità, gas, telefonia, …) sono ormai deregolamentati • Più frequenti sono i casi in cui una sola impresa detiene una quota di mercato consistente (ad esempio > 50%) e un insieme di piccole imprese si divide il resto Monopolio e regolamentazione • Ipotesi: " Prodotti omogenei # I consumatori scelgono l’impresa che offre il prezzo più basso " Ciascuno dei piccoli concorrenti dell’impresa dominante ha una capacità produttiva limitata (capacità produttiva totale dei concorrenti = k ) " Qualunque sia il prezzo che fissa l’impresa dominante, i suoi concorrenti fisseranno un prezzo leggermente più basso e produrranno al limite della propria capacità produttiva ! l’impresa dominante dispone di una domanda residua DR ottenuta spostando D verso sinistra di k unità ! Data DR , il prezzo ottimale dell’impresa dominante sarà p D e l’output ottimale sarà q D ! Se k è piccolo, p D ; p M Monopolio e regolamentazione D p M DR pD MC qD qM k Monopolio e regolamentazione Monopolio e potere di monopolio • La definizione di monopolio basata sul calcolo della quota di mercato fa sorgere il problema della definizione di mercato rilevante • Meglio fare riferimento all’elasticità della domanda: “il grado di potere di mercato di monopolio è inversamente correlato all’elasticità della domanda” • Rilevanza per la politica economica: in Europa, l’art. 82 del Trattato di Roma stabilisce che una posizione dominante (elevata quota di mercato) non è illegale di per sé. Ciò che viola il Trattato è l’abuso della posizione dominante (sfruttamento del potere di mercato) " Ad es. oggi si tende a dare più importanza all’impatto delle fusioni sui prezzi (potere di mercato) che non all’impatto delle fusioni sulle quote di mercato Monopolio e regolamentazione Monopolio naturale • Economie di scala elevate rispetto alle condizioni di domanda ! monopolio naturale: la struttura dei costi è tale per cui i costi nell’industria sono minimizzati con un solo produttore. Nascono dalla presenza di elevati costi fissi necessari per intraprendere l’attività (es. telefono, gas, acqua, elettricità, ferrovie) • In questo caso, si pone un trade-off tra efficienza allocativa (minore con monopolio) e efficienza produttiva (massima con il monopolio) " un prezzo più basso e una quantità prodotta maggiore farebbe aumentare il benessere sociale Monopolio e regolamentazione • Impresa pubblica: la produzione del bene viene affidata ad un’impresa pubblica, con obiettivi diversi rispetto al monopolista privato ! massimizzazione del benessere collettivo vs. profitto • Regolamentazione: l’impresa è privata, ma un’autorità pubblica decide il prezzo • La regolamentazione può consentire di conseguire i vantaggi di efficienza produttiva minimizzando l’inefficienza produttiva • Consentire a una unica impresa di operare in monopolio (anche instaurando un regime di monopolio legale • N.B. Però può esserci monopolio legale senza monpolio naturale e viceversa Regolamentare i prezzi del monopolista Monopolio e regolamentazione Se il monopolio naturale è sostenibile, significa che la struttura dei costi è tale che gli entranti non fanno profitti # serve regolamentazione dei prezzi • Se il monopolio naturale non è sostenibile, significa che la struttura dei costi è tale che gli entranti potrebbero fare profitti, ma complessivamente questo crea • una struttura di mercato inefficiente, perché si moltiplicano i costi fissi • cream-skimming: le imprese scelgono di fornire solo la parte di mercato ‘ricco’ (as. treni, banda larga) # Può essere necessario regolamentare l’entrata (monopolio legale) in cambio di un ‘servizio universale’ a prezzo regolamentato • La regolamentazione dei prezzi può non essere necessaria in presenza di mercati contendibili (concorrenza ‘hit-and-run’ potenziale) e concorrenza ‘per il mercato’ (vs. concorrenza nel mercato) Monopolio e regolamentazione Regolamentazione dei prezzi/tariffe • Problema: scelta della tariffa ottima ! definizione della remunerazione dell’impresa privata in modo da massimizzare il benessere collettivo • L’approccio tradizionale si basa sull’ipotesi cruciale di informazione perfetta: il regolatore osserva la funzione di costo del monopolista privato – Prezzo politico: prezzo = costo marginale (soluzione di ‘first best’) – Prezzo pubblico: prezzo = costo medio – Price-cap Monopolio e regolamentazione Regolamentazione di ‘first-best’ Monopolio e regolamentazione Prezzo pubblico (average cost pricing) • Problemi: pochi incentivi a ridurre i costi (“meccanismo incentivante a bassa potenza”) Monopolio e regolamentazione Tasso di Rendimento Equo • I prezzi sono fissati in modo da consentire all’impresa un tasso di rendimento “equo” sul capitale investito (ROR - Rate Of Return regulation) • Il meccanismo è simile alla regolamentazione attraverso prezzo pubblico (p = AC) (coincide con esso se c’è un solo fattore produttivo, il capitale) • Problemi: – Incentiva le imprese ad utilizzare “troppo” capitale ! inefficienza nel mix di input impiegati (K/L distorto) – Se l’impresa riduce i costi, il prezzo fissato ex-post dal regolatore sarà abbassato immediatamente (salvo il ritardo di regolamentazione), lasciando all’impresa lo stesso tasso di rendimento ! non da incentivi alla riduzione dei costi Monopolio e regolamentazione Price cap • Il regolatore fissa ex-ante i prezzi per un certo numero di anni (“meccanismo incentivante ad alta potenza”) • Vengono previste riduzioni in termini reali della tariffa per incentivare le imprese a ridurre i costi nel tempo attraverso miglioramenti di produttività (innovazione tecnologica) • L’impresa conosce in anticipo la remunerazione che riceverà ! ha incentivo a ridurre i costi perché in tal caso riuscirà ad aumentare i profitti • L’impresa potrebbe non avere incentivo ad aumentare la qualità del prodotto Monopolio e regolamentazione Un esempio di price cap • Autostrade S.p.A gestisce il 61% (3400 km circa) della rete autostradale a pedaggio italiana e il 18% di quella europea • 90% del fatturato deriva da pedaggi • Concessione fino al 2038 • Regolamentazione: price cap aggiornato ogni 5 anni • Dinamica della tariffa fissata ex-ante = I – X + Q I = tasso di inflazione programmato (da definire ogni anno) X = recupero di efficienza al quale viene obbligato il management (-0,13% nel 2005, -0,11% nel 2006, -0,11% nel 2007) Q = contributo in caso di miglioramento della qualità del servizio (da definire ogni anno) Monopolio e regolamentazione Monopolio naturale ed “essential facility” • Tipicamente possono esistere diverse fasi del processo di produzione • Le condizioni di monopolio naturale potrebbero riguardare soltanto una delle fasi della produzione! " Es. Energia Elettrica: Generazione # Trasmissione # Distribuzione # Vendita ... Il monopolio naturale riguarda la rete di trasmissione e di distribuzione # si dice che la rete è un mezzo di produzione essenziale (“essential facility”) " Es. la Telecom è proprietaria di un mezzo di produzione essenziale (la rete telefonica locale) e compete nel mercato delle telefonate interurbane. Essa può quindi usare il suo potere di mercato per espandersi a valle impedendo ai suoi concorrenti l’accesso al mercato " Altri esempi: le linee ferroviarie, gli aeroporti, ... " In questi casi il monopolista (a monte o a valle) rappresenta un collo di bottiglia • Soluzione: obbligare l’impresa monopolista a monte a uscire dal mercato a valle (regolamentazione dell’accesso ai mezzi di produzione essenziali) per favorire la concorrenza nelle altri fasi della produzione Monopolio e regolamentazione • Ma, se esistono economie da integrazione verticale? " Es. una centrale elettrica ha bisogno di una rete distributiva per vendere l’energia prodotta • Un’alternativa consiste nel permettere all’impresa a monte di competere a valle, impedendole però di discriminare nei confronti dei suoi concorrenti a valle • In particolare, si devono definire le condizioni di accesso per i concorrenti alle essential facilities fornite dal monopolista • Una possibile soluzione è l’applicazione della Regola del prezzo efficiente delle componenti • Hp: due imprese che forniscono servizi di telefonia mobile M1 (che possiede anche la rete) e M2 (che per operare deve fare roaming sulla rete di M2 - Le imprese hanno costi marginali pari a c1 e c2 - M2 deve anche pagare un canone di accesso, w2, a M1 - π2 = p2 – (w2 + c2) - Monopolio e regolamentazione - La regola del prezzo efficiente prevede che w2<p1 – c1 - π2 = p2 – (w2 + c2) = p2 – (p1 – c1 + c2) = (p2 – p1) + (c1 – c2) - Se p2 = p1, M2 può rimanere sul mercato solo se è più efficiente (c 1 > c2) o Questa regola assicura l’efficienza produttiva o Ma non l’efficienza allocativa, perché M1 ha incentivo a fissare p1= pM