CAPITOLO 9 I MARKERS TUMORALI L’avvento della tecnologia dell’ibridoma (1) e la conseguente produzione di numerosi anticorpi monoclonali (MAbs) hanno permesso una migliore caratterizzazione di molecole già note e/o la identificazione di nuovi antigeni tumore-associati. Questi antigeni sono così denominati in quanto espressi soprattutto a livello dei tessuti tumorali. Molte di queste molecole presentano il fenomeno dello “shedding”, cioè, possono essere secrete nei liquidi biologici. Per questo motivo sono stati denominati “marcatori tumorali”. L’analisi sierologica dei marcatori tumorali è stata introdotta nella pratica clinica come un test non invasivo per monitorare il paziente neoplastico. Un marcatore può fornire informazioni sia diagnostiche che prognostiche anche se l’applicazione tuttora più importante è il monitoraggio della progressione di malattia. L’incremento o il decremento dei livelli sierici di un marcatore durante il trattamento possono essere di ausilio nel determinare, rispettivamente, l’efficacia del trattamento stesso o la progressione della malattia. Inoltre, una rivelazione precoce di malattia ricorrente, evidenziata da un’elevazione dei livelli sierici di un marcatore, potrebbe permettere l’inizio di strategie terapeutiche alcuni mesi prima della diagnosi clinica della recidiva. Anche se ciascun marcatore tumorale presenta vantaggi e svantaggi, nessuno è comprensivo di tutti i requisiti necessari per definire il “marcatore tumorale ideale”. Si comprende, pertanto, la necessità di individuare nuovi marcatori sempre più specifici e sensibili, in grado di migliorare, da soli o in combinazione, le possibilità di diagnosi e monitoraggio della malattia neoplastica. Numerosi studi hanno valutato l’utilità clinica della misurazione dei marcatori tumorali nei liquidi biologici di pazienti portatori di patologie tumorali dello stomaco. Il carcinoma gastrico è una delle cause di morte per tumore più frequenti nei paesi industrializzati (2, 3), e la sua incidenza è molto alta in alcuni paesi europei, così come in alcune regioni del Pacifico, con il Giappone al primo posto nel mondo (4, 6). Tra i marcatori sierici per il carcinoma gastrico, l’antigene carcinoembrionario (CEA) è sicuramente quello più conosciuto. Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che una bassa percentuale di pazienti con carcinoma gastrico presenta livelli sierici positivi di questo marcatore (7-11). Koga e collaboratori (11) hanno riscontrato che solo il 20.6% della popolazione da loro studiata (comprendente tutti gli stadi di malattia) mostrava livelli positivi di CEA. Inoltre, una scarsa sensibilità (37%) veniva confermata anche nei pazienti con malattia avanzata (IV stadio) (11). Un altro antigene introdotto nella pratica clinica anche come marcatore sierico del carcinoma gastrico è il CA 19-9. Tuttavia, risultati contrastanti sono stati ottenuti in studi effettuati da vari ricercatori: Sipponen e coll. (12) e Staab e coll. (13) hanno rilevato solo il 26% di sensibilità contro il 72% ottenuto in altri studi (10). In studi effettuati dal nostro gruppo (14), la percentuale di positività del CA 19-9 ottenuta in un’ampia popolazione di pazienti con carcinoma gastrico a diverso stadio di malattia è risultata pari a circa il 32%. Tuttavia, la valutazione dei soli stadi avanzati di malattia mostrava percentuali nettamente superiori (45%). Alla luce di questa osservazione, la discrepanza dei risultati riportati dai vari autori potrebbe essere, a nostro avviso, dovuta almeno in parte, alla diversa distribuzione degli stadi delle popolazioni valutate. Di più recente introduzione è il CA 72-4. Studi preliminari effettuati su popolazioni di pazienti affetti da adenocarcinomi di varia origine avevano suggerito la potenziale utilità di questo antigene come marcatore di carcinomi del tratto gastrointestinale (15). Studi successivi focalizzati su pazienti con carcinoma gastrico hanno dimostrato come il CA 72-4 sia, al momento, il miglior marcatore per questa patologia (16). Saranno di seguito riportate le implicazioni cliniche dell’uso di questi marcatori nel monitoraggio del carcinoma gastrico. Sebbene questi siano i marcatori più conosciuti al momento, numerose altre molecole sono state valutate o sono tuttora allo studio come potenziali nuovi marcatori. Ad essi sarà dedicato un cenno introduttivo nell’ultima, ma non meno importante, parte di questo capitolo. a) Al momento della diagnosi di tumore primitivo L’iniziale ipotesi dell’uso dei marcatori tumorali sierici per l’identificazione di pazienti portatori di malattia neoplastica come metodica di “screening” di una popolazione asintomatica non è risultata effettuabile. Infatti, solo una percentuale di pazienti (variabile da marcatore a marcatore) presenta livelli elevati di queste sostanze. Inoltre, la maggior parte dei marcatori tumorali sono presenti in elevate quantità in pazienti con malattia avanzata. Tuttavia, l’uso dei marcatori tumorali al momento della diagnosi di malattia maligna può fornire utili informazioni al clinico per la stadiazione del paziente. Infatti, numerosi studi hanno evidenziato che la presenza di livelli positivi di CA 72-4, CA 19-9 e CEA è correlata allo stadio avanzato di malattia (14-16). Come riportato nella Tabella 1, livelli elevati di CA 72-4 e CA 19-9 sono stati riscontrati rispettivamente in 68 (42.2%) ed in 52 (32.2%) su 161 pazienti con cancro gastrico, mentre solo in 39 (24.2%) nel caso del CEA. Inoltre, la suddivisione della popolazione in base allo stadio della malattia ha dimostrato la correlazione tra la percentuale di casi positivi per i tre marcatori e lo stadio avanzato di malattia (Tabella 1). Infatti, livelli positivi sono stati osservati in una bassa percentuale negli stadi iniziali (20%), mentre, in pazienti con stadio avanzato di malattia (pazienti con metastasi), questa percentuale si incrementava notevolmente (54%). Questo tipo di comportamento era più evidente per il CA 72-4 ed il CA 19-9 che non per il CEA. La valutazione combinata tra i tre marcatori tumorali ha inoltre messo in evidenza la complementarietà del CA 72-4 e del CA 19-9, permettendo infatti un incremento della percentuale di pazienti identificabili al momento della diagnosi al 56.5% contro il 42.2 % nel caso del solo CA 72-4. Pertanto, questi risultati, confermati anche da altri autori (17, 18), suggeriscono l’uso simultaneo di questi due marcatori come migliore combinazione oggi a nostra disposizione. Tabella 1 - Correlazione tra espressione sierica dei tre marcatori tumorali CA 72-4, CA 19-9 e CEA in pazienti con cancro gastrico Stadio No. di pazienti Livelli sierici dei tre marcatori tumorali CA 72-4 CA 19-9 CEA (>6U/ml) (>37 U/ml) (>5 ng/ml) IA IB II IIIA IIIB IV** M1*** REC**** 9 15 16 24 29 16 43 9 1 (11.1)* 3 (20) 2 (12.5) 11 (45.8) 12 (41.4) 9 (56.3) 25 (58.1) 5 (55.6) 3 (33.3) 3 (20) 1 (6.3) 10 (41.7) 8 (27.6) 6 (37.5) 19 (44.2) 2 (32.2) 0 (0) 2 (13.3) 3 (18.8) 6 (25) 5 (20.8) 5 (31.2) 17 (39.5) 1 (11.1) Totale 161 68 (42.2) 52 (32.3) 39 (24.2) * I numeri in parentesi rappresentano le percentuali. ** T4N2M0. *** Malattia metastatica. **** Malattia ricorrente. Ripresa da Guadagni e collaboratori (14) Tabella 2 - Valutazione combinata dei tre marcatori in pazienti con carcinoma gastrico CA 72-4 CA 72-4 CA 19-9 CEA % di campioni con livelli positivi* CA 19-9 42.2 56.5 32.3 CEA 51.5 42.8 24.2 * Percentuali ottenute valutando 161 pazienti. Ripresa da Guadagni e collaboratori (14) In uno studio condotto da Byrne e collaboratori, elevati livelli sierici di CA 72-4 sono stati correlati non solo con stadi avanzati, ma anche con l’invasione tumorale della parete gastrica e con il coinvolgimento linfonodale (19). Infatti, i livelli sierici di CA 72-4 erano in grado di discriminare tra pazienti con e senza coinvolgimento linfonodale (p< .01), e tra quelli con e senza interessamento della sierosa (p< .01) (19), suggerendo l’utilità di questo marcatore nell’indicare l’estensione della malattia. Tuttavia, il numero di pazienti valutati in questo studio era relativamente basso. Pertanto, questo può spiegare risultati discrepanti ottenuti da successivi studi (14). Infatti, la valutazione dei livelli sierici di questi tre marcatori in una popolazione di 161 pazienti con cancro gastrico ha confermato solo la correlazione tra coinvolgimento linfonodale e livelli positivi di CA 72-4, mentre non è stata rilevata una significativa correlazione con l’interessamento della sierosa. La Figura 1 rappresenta la distribuzione dei livelli dei tre marcatori in 4 gruppi di pazienti stratificati in base al TNM. I pannelli 1-4 rappresentano pazienti T1-2N0, T3-4N0, T1-4N1 e T1-4N2. Solo 3 dei 22 casi (13,6%) e 2 dei 15 casi (13,3%), rispettivamente, con T1-2N0 e T3-4N0 mostrano livelli positivi di CA 72-4, (chi-quadrato p=0.9), suggerendo quindi che questo marcatore non è correlato allo stato di interessamento della sierosa (14). In contrasto, l’analisi dei gruppi di pazienti con T1-4N0 (pannelli 1 e 2 della Figura 1) e T1-4N1-2 (pannelli 2 e 3, Figura 1) ha dimostrato una significativa differenza nell’espressione di livelli positivi del marcatore: 5 su 37 (13.5%) e 37 su 72 (44.4%) (chi-quadrato p<0.003) (14). Inoltre, sia per il CEA che per il CA 19-9 non è stata rilevata una correlazione né con l’infiltrazione della sierosa, né con il coinvolgimento linfonodale. Come detto sopra, la discrepanza dei risultati ottenuti nel nostro studio rispetto a quelli ottenuti dallo studio di Byrne e collaboratori (19) potrebbe essere spiegata dall’esiguo numero di pazienti valutati da questo ricercatore (solo 33 casi totali). Un dato di rilevanza clinica è rappresentato dalla clearance del marcatore dopo trattamento chirurgico della neoplasia. È ormai accettato che la normalizzazione di livelli elevati prechirurgici di un dato marcatore rappresenta un indice indiretto di rimozione accurata della massa neoplastica (15). In contrasto, la persistenza di livelli elevati o il loro incremento post-chirurgico possono essere indici indiretti di mancata rimozione totale della massa tumorale primitiva, oppure, possono essere indici di presenza di focolai neoplastici in altre sedi (metastasi a distanza) (15). In uno studio condotto dal nostro gruppo su pazienti con tumori del tratto gastrointestinale, è stato dimostrato che la persistenza, entro 3 settimane dall’intervento chirurgico, dei livelli di CEA o di CA 72-4 correlava con trattamenti chirurgici definiti dal chirurgo di tipo palliativo, e, viceversa, la normalizzazione di tali livelli, correlava altamente con interventi definiti radicali (15). Inoltre, non solo è importante considerare la variazione quantitativa, ma anche il tempo in cui tale variazione si rende eveidente. Infatti, uno dei parametri che viene oggi maggiormente considerato è l’emivita del marcatore stesso. Pertanto, la valutazione post-chirurgica effettuata nell’immediato follow-up post-operatorio, potrebbe essere utilizzata dal chirurgo oncologo per monitorare, in modo indiretto, l’efficacia del trattamento stesso. Il CA 72-4 riconosce un antigene mucinico, il TAG-72, considerato un antigene pancarcinoma per la sua espressione sulla maggior parte delle lesione adenocarcinomatose di vari organi. Un epitopo che viene riconosciuto da questo test è il sialil-Tn. Recenti studi condotti sia su tessuti di carcinoma gastrico, che su campioni sierici, hanno dimostrato che la presenza di sialil-Tn può essere considerato un fattore prognostico sfavorevole (20, 21). Si può pertanto concludere che l’uso di questo marcatore al momento della diagnosi di tumore primitivo dello stomaco può fornire informazioni utili non solo sullo stadio della malattia, ma anche sull’andamento clinico della malattia stessa. b) Monitoraggio longitudinale post-chirurgico Una delle maggiori applicazioni cliniche dei marcatori tumorali sierici è la loro utilizzazione durante il monitoraggio post-chirurgico della malattia neoplastica. Infatti, la misurazione di queste sostanze può permettere di identificare prima ancora dell’evidenza clinica, la comparsa di recidive. Numerosi studi longitudinali sono stati effettuati su pazienti portatori di carcinoma gastrico, durante il follow-up post-chirurgico (per almeno tre anni o fino al momento della ripresa di malattia). Risultati ottenuti dal nostro gruppo di pazienti portatori di cancro gastrointestinale avevano indicato la possibilità di utilizzare il CA 72-4 nel monitoraggio di questa patologia neoplastica (16). Successivi studi condotti dal nostro e da altri gruppi hanno confermato l’utilità di questo marcatore (14, 15). La tabella 3 riassume i risultati di uno studio longitudinale effettuato in 21 pazienti dal momento dell’intervento chirurgico fino alla diagnosi clinica di recidiva o fino ad un periodo minimo di tre anni (15). Come si può vedere, 10 dei 21 pazienti hanno evidenziato malattia ricorrente durante i tre anni di studio. I livelli sierici dei marcatori si sono elevati nel 70% dei casi per il CA 72-4, nel 50% per il CA 19-9 e nel 20% dei casi per il CEA, prima o contemporaneamente alla diagnosi clinica di recidive. Numerosi altri studi sono stati successivamente effettuati da altri gruppi (17, 18), confermando ulteriormente che, la misurazione del CA 72-4 può considerarsi un parametro importante nel monitoraggio del carcinoma gastrico. Tabella 3 - Valutazione longitudinale dei livelli sierici di CA 72-4 e CA 19-9 in pazienti affetti da carcinoma gastrico Stadio Durata del Follow-up (giorni) FG BL DSA MD PA PF PU RA I II II II II II II II 860 427 665 372 505 241 384 550 + - + - SF FEG FI FL ML PMP VU AD AD AP CM FA PA II III III III III III III III III IV IV IV IV 989 160 434 60 769 155 504 757 145 130 180 200 80 + + + + + + - + + - Pz. Livelli Pre-chirurgici CA 72-4 CA 19-9 NR: Non Rilevabile; NEM: Nessuna Evidenza di Malattia. * Giorni post-chirurgici Ripresa da Guadagni e collaboratori (16). Prima elevazione Valutabile di TAAs* CA 72-4 CA 19-9 NR NR 211 NR NR NR NR 207 368 NR 63 NR 16 NR NR NR NR NR 63 54 NR NR NR NR NR NR NR NR NR NR 368 NR 63 NR 16 NR NR NR NR NR 63 7 NR NR Evidenza Clinica (Giorni)* NEM NEM 508 NEM NEM NEM NEM 248 440 NEM 133 NEM 45 NEM NEM NEM 365 NEM 63 97 173 40 c) Nuovi marcatori proposti Come sopra riportato, abbiamo oggi a disposizione alcuni marcatori sierici utilizzabili durante il monitoraggio del paziente con carcinoma gastrico, con il CA 72-4 che presenta i migliori requisiti. Tuttavia, anche il CA 72-4, presenta dei limiti di sensibilità. Quindi, nonostante gli ottimi risultati fino ad oggi ottenuti con questo marcatore, risulta comprensibile la ricerca di nuove molecole, con la speranza di identificarne alcune con caratteristiche migliori o complementari. Numerose le molecole in studio al momento, tra queste, alcune note ormai da molti anni, quali la Proteina Acida Soppressiva (IAP), la Alfa1-antitripsina e Alfa1-antichimotripsina, il pepsinogeno I e II, ed altre di più recente introduzione, quali: E-Caderina solubile, P53 e c-erB-2. Un breve cenno sullo stato attuale degli studi condotti su queste molecole è necessario. Per motivi di spazio, saranno considerate solo quelle di cui si conoscono le potenzili implicazioni cliniche. Proteina Acida Immunosoppressiva: Questa molecola, identificata nel 1981 da Tamura e collaboratori (22), è una α1-glicoproteina acida, con effetti immunosoppressivi (da cui il nome) dimostrati sia in vitro che in vivo (23). Vari studi sono stati effettuati su campioni sierici provenienti da pazienti con patologie neoplastiche maligne di varia origine (24), incluso il carcinoma dello stomaco. Alfa1-antitripsina (A1AT) e Alfa1-antichimotripsina (A1-Achi): L’espressione di questi due inibitori delle proteasi è stata studiata nel tentativo di identificare dei marcatori utili per una diagnosi precoce, per una migliore stadiazione e un più accurato monitoraggio del carcinoma gastrico. I primi studi sono stati effettuati su sieri di pazienti portatori di cancro della cervice uterina (25), polmonare (26) e colorettale (27). Alcuni studi hanno successivamente valutato la loro espressione nel siero di pazienti con cancro gastrico (28). Pepsinogeno I e II: Livelli sierici di pepsingeno I e II, ed il rapporto pepsinogeno I:II, sono stati indicati come parametri indicativi di ulcera peptica ricorrente, e come potenziali parametri di screening per pazienti a rischio di cancro gastrico. Successivamente è stata dimostrata una significativa espressione differenziale di queste sostanze nell’ulcera peptica, gastrite cronica atrofica e cancro gastrico, suggerendo la loro potenziale utilità nell’identificare questi diversi stati patologici (29). Studi condotti su tessuti e sieri di pazienti con cancro gastrico hanno dimostrato che basse concentrazioni di pepsinogeno I ed un basso rapporto pepsinogeno I:II, sono altamente correlati con la presenza di cancro gastrico. Inoltre, è stata riscontrata una correlazione tra livelli sierici e tessutali di pepsinogeno I e II, ed il processo di trasformazione maligna (30). La maggior parte degli studi riguardanti l’espressione di P53 e c-erB-2 sono stati effettuati a livello tessutale, mentre non sono stati ancora effettuati studi esaustivi sulla loro espressione a livello sierico. Pertanto, le possibili applicazioni cliniche di queste molecole come marcatori tumorali sierici, sono al momento potenziali. 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