Una segretaria inglese disse: prendete il nome dell`orsetto

[LA COPERTINA]
DI GIGI VESIGNA
QUARANT’ANNI DA POOH
Una segretaria inglese disse: prendete il nome
dell’orsetto. Cominciava la strepitosa carriera
del gruppo più gruppo che c’è
I
Pooh parlano di sé come se
parlassero d’altro: di solito il
portavoce è Red Canzian, ma
quando abbiamo chiesto loro di
raccontarci questi primi, meravigliosi quarant’anni si sono messi
insieme per ricordare i momenti
più significativi. Il racconto è anomalo: una volta parlano (sempre
in quattro) in prima persona, poi
raccontano usando il noi. Del resto, tanto successo dipende anche
dal fatto che sono un gruppo e
non quattro individui. Nel diario
manca una cosa sola ma importante: il nome Pooh è proprio “rubato” all’orsetto. Winnie the
Pooh ha origini
anglosassoni.
Quando i quattro
ragazzi cercavano
un nome, una segretaria inglese suggerì “Pooh”. In Italia l’orsacchiotto non era ancora famoso, così ne feci arrivare
uno di peluche, enorme, da Londra e ambientammo il servizio fotografico in piazza del Duomo a
Milano. Un battesimo fortunato.
Ma dov’è finito il peluche?
1966. La prima formazione ufficiale dei Pooh: Valerio Negrini
(batteria), Roby Facchinetti (tastiere), Riccardo Fogli (basso),
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Mauro Bertoli (chitarra),
Mario Goretti (chitarra), Gilberto Fagioli (basso) e Bob Gillot
(tastiere). Pubblicano il primo
45 giri, Vieni fuori e L’uomo di
ieri, poi vincono il Festival delle
Rose con Brennero 66.
La prima censura. «Siamo stati il primo complesso italiano censurato. Per il Festival delle Rose
fummo costretti da RadioRai a
cambiare il titolo di Brennero 66
in Le campane del silenzio. Ci imposero anche di cancellare dal testo la frase «...t’hanno ammazzato
quasi per gioco». Il brano si ispirava agli attentati in Alto Adige contro i militari della Guardia di Finanza e all’uccisione di un finanziere. Volevamo riflettere sul disagio dei ragazzi del Sud mandati in
servizio di leva nel lontano Nord,
dove rischiavano di morire senza
nemmeno capirne la ragione».
Nasce l’universo Pooh. «L’ingresso di Roby Facchinetti alle ta-
stiere al posto dell’inglese Gillot è
stato il primo di quattro incontri
(quelli fra noi) che hanno cambiato il complesso: Roby ha creato le
melodie che hanno caratterizzato
l’universo dei Pooh».
Una chitarra magica. 1968:
«Dodi Battaglia sostituisce Mario
Goretti. L’impronta artistica di
Dodi ci ha permesso di emergere
dalla marea di complessi senz’anima e con chitarristi mediocri.
Non puoi vincere il Gran premio
di Monza correndo in bicicletta. I
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UN REGALO DEI POOH PER I LETTORI DI CLUB3
씰 S’intitola “L’amore costa”, è un brano introvabile nel normale circuito
dei negozi di dischi ed è il regalo che i Pooh, il più grande complesso
rock-pop italiano, fanno ai lettori di Club3. Il Cd con la canzone è
disponibile in 50 copie fino a esaurimento presso la nostra redazione:
per richiederlo e riceverlo gratuitamente basta chiamare Club3 al
numero 02.48.07.25.37 (referente: Cristina Casanova) dalle 9 alle 15,
lunedì-venerdì. Un grazie ai Pooh e ... aspettiamo le vostre telefonate.
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A sinistra: una delle spettacolari scenografie delle esibizioni dal vivo dei Pooh. Qui sotto:
i Pooh nella riserva indiana di Charavatana nell’Ontario, durante la tournée in Canada
esame il problema ecologico più
grave della città che ospitava il
concerto, favorendo l'iscrizione al
Wwf di 15 mila ragazzi, diventati
50 mila nei mesi successivi».
Sanremo: debutto e vittoria.
1990: partecipano per la prima e
unica volta al Festival di Sanremo
e vincono con la canzone Uomini
soli. Il videoclip del brano è il primo realizzato in alta definizione.
«Brillantina, un irroratore per le rose e una resistenza
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Pooh si sono evoluti verso il rock
grazie al grande carattere del loro
nuovo chitarrista».
La prima volta primi. 1971: firmano il primo contratto discografico con la Cgd, che ancora oggi
pubblica i loro dischi come Warner Music. E arrivano in testa alla
hit parade con Tanta voglia di lei.
Il batterista manager. «Sempre nel 1971, Stefano D’Orazio
prende il posto di Valerio Negrini
alla batteria. Stefano ha portato
ordine, organizzazione e mentalità manageriale in un gruppo che
si divertiva a suonare, ma lo faceva senza progettare il futuro».
La Scala ci presta l’orchestra.
1972: tour teatrale con 40 professori d’orchestra e concerto con
l’Orchestra sinfonica della Scala
di Milano. È la prima volta per i
Pooh, ma anche la prima volta
per un complesso italiano.
Arriva il peperoncino. «Nel
1973 Riccardo Fogli lascia il complesso e arriva Red Canzian, allora leader di un gruppo veneto che
si chiama Capsicum Red. Capsicum vuol dire peperoncino, Red
vuol dire rosso ed è quel peperoncino che svecchia un gruppo di
giovani già vecchi. La nostra immagine così formale stava stancando per primi noi stessi. Red ci porta a vedere i live dei Genesis e ci fa
scoprire le opere rock. Sempre at-
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Qui sopra: i Pooh a New York nel 1981 insieme con Yoko Ono, vedova di John Lennon.
Sotto: il gruppo alla partenza del tour del 1980 (da “La grande storia dei Pooh”, Giunti)
tento alle innovazioni, ci convince
a investire i guadagni per produrre spettacoli di qualità artistica
sempre più elevata. Il primo
mixer luci che abbiamo acquistato costava circa 23 milioni e noi
uscivamo a 500 mila lire a serata:
in pratica abbiamo fatto 50 concerti senza guadagnare una lira
ma conquistando una credibilità
artistica sempre maggiore».
Brillantina e spaghetti western. I Pooh costruivano in prima persona gli effetti e le scenografie dei loro live: dopo una visita a
Cinecittà, dove hanno parlato e visto all’opera Rambaldi (l’inventore di E.T.) e Baciucchi (responsabile delle esplosioni negli spaghetti western), hanno realizzato la
macchina del fumo spruzzando la
Brillantina Linetti su un marchingegno empirico, fatto da un irroratore per le rose con serpentina in
rame e una resistenza da scaldabagno. La brillantina, però, conteneva alcool, così con il fumo uscivano anche involontarie fiammate
molto scenografiche: in un concerto del 1975 a Torino, un pompiere
ha scaricato un estintore a polvere
addosso a Stefano D’Orazio, che
ha terminato la canzone completamente imbiancato (sopracciglia
comprese) fra le risate della band
e l’entusiasmo del pubblico che
credeva fosse un effetto scenico.
Arrivano i carabinieri. Nel
1978 sono stati i primi a usare la
tecnologia laser in concerto. Il raggio laser puntato verso il cielo era
visibile a 30 km di distanza: spes-
da scaldabagno, ecco il primo dei nostri effetti speciali»
so i carabinieri ricevevano denunce di avvistamento di Ufo!
New York con Yoko. «Uno
degli incontri che ricordiamo volentieri è quello con Yoko Ono,
che abbiamo conosciuto a New
York nella primavera del 1981.
L’abbiamo incrociata per caso davanti al portone dove pochi mesi
prima era stato assassinato John
Lennon: ci siamo presentati e lei è
rimasta colpita dal fatto che i
Pooh sono nati nel 1966, perché
in quello stesso anno lei aveva conosciuto Lennon. È stata molto affettuosa e gentile: è una delle donne più famose del mondo eppure
si è fermata quasi un’ora con una
band a lei sconosciuta, invitando-
ci a visitare in sua compagnia lo
Strawberry Field dedicato a John
Lennon nel vicino Central Park».
Diventiamo Cavalieri. 1986:
celebrano 20 anni di carriera.
Roby, Dodi, Stefano e Red sono
nominati Cavalieri della Repubblica, per la prima volta l’onorificenza viene assegnata a un complesso
italiano di musica leggera. Sempre nel 1986 sono immortalati nel
Museo delle cere di Roma.
L’incontro con il Wwf. «Nel
1987 è iniziato il nostro rapporto
con il Wwf, che si è sviluppato attraverso molte iniziative. Nel
1989 abbiamo devoluto l’incasso
del brano Concerto per un’oasi e
durante il tour abbiamo preso in
L’album omonimo, pubblicato in
tutta Europa, entra direttamente
al primo posto nella classifica italiana, dove resta per 10 mesi».
Nozze d’argento. 1991: i
Pooh festeggiano 25 anni di musica con un tour nei teatri, dove
non si esibivano da 10 anni, intitolato 25… la nostra storia, che richiama oltre 450 mila persone. Il
greatest hit 25… la nostra storia
supera le 800 mila copie e ottiene
il quadruplo disco di platino.
Il Papa e quel sorriso che ci
cambia dentro. 1994: «Abbiamo
incontrato per la prima volta Papa Giovanni Paolo II in occasione del Concerto di Natale nella Sala Nervi del Vaticano, nel quale
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«Dopo 40 anni non dobbiamo dimostrare niente. In
bordo di un C130 dell’Aeronautica militare per portare la loro musica in 6 straordinarie location, fra
cui i ghiacciai del Monte Bianco,
le basi militari in Sicilia e il Sagrato della chiesa di Padre Pio.
Il Palazzo della Musica. Il 15
aprile 1999 viene inaugurato il Palazzo della Musica dei Pooh, che
trasferiscono tutte le loro attività
in un unico stabile di oltre 4 mila
metri quadri a Milano.
Rock No War. Sempre nel
1999, l’impegno civile e sociale
dei Pooh trova un nuovo alleato
in Rock No War: grazie a una rac-
STEFANO D’ORAZIO
Batterista, è nei
Pooh dal 1971. È
l’anima manageriale
e organizzativa
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eravamo accompagnati dall’Orchestra sinfonica e dal Coro polifonico di Santa Cecilia. Il Pontefice aveva una luce negli occhi di
grande suggestione: è stato emozionante capire come la spiritualità riesce a coniugarsi con il sorriso
e la battuta, entrando in contatto
anche con menti semplici non preparate sul piano teologico. Quell’incontro ha migliorato tutti noi:
ci ha spronati a espandere la nostra conoscenza per crescere e
comportarci sempre al meglio».
Esageriamo: abbiamo un treno, ma per far del bene. A dicembre Roby, Dodi, Red e Stefano
partecipano a Telethon con il Treno Pooh della Solidarietà: è un vagone speciale (costruito dal gruppo stesso), agganciato al convoglio di Telethon, che si apre con
un meccanismo idraulico e si trasforma in un palco perfettamente
attrezzato per il concerto. Il risultato è molto gratificante, sia sul
piano umano che su quello professionale: più di 2 mila chilometri
percorsi; 6 stazioni visitate da Sud
a Nord; migliaia di persone ai loro show. E soprattutto: più di 2
miliardi e mezzo di lire (raccolti
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RED CANZIAN
Bassista, entra
nei Pooh nel
1973. È la mente
tecnologica
dei quattro
sui luoghi dei concerti e attraverso le offerte telefoniche) portati
dai Pooh alla causa di Telethon.
L’incontro col dolore. «Partecipando a Telethon siamo entrati
in contatto con i malati di distrofia. Vedere la loro forza d’animo
nel sorridere e fare progetti per il
futuro aiuta a crescere sul piano
umano, capisci quanto sei fortunato, quanto sia sbagliato e stupido
lamentarsi per dei banali malanni
fisici. Le nostre opere di solidarietà ci hanno fatto diventare uomini
più responsabili».
Cantiamo volando. 1997: partecipano per il quinto anno consecutivo a Telethon. Si spostano a
colta fondi effettuata durante i
concerti estivi, il gruppo acquista
10 parchi-gioco per i bambini
coinvolti nella guerra dei Balcani
e con il contributo dell’Aeronautica militare li consegna personalmente in Kosovo, Bosnia, Macedonia, Serbia e Montenegro.
Una scuola in Madagascar.
2001: in primavera i Pooh si recano in Madagascar per inaugurare
una scuola per i bambini del lebbrosario del piccolo paese di Farafangana, costruita con i fondi raccolti durante il loro precedente
tour invernale dalle associazioni
Rock No War e Amici del Madagascar. «Grazie alla collaborazio-
futuro saremo musicisti aperti a qualunque soluzione»
ne con Rock No War abbiamo conosciuto persone straordinarie come suor Maria in Madagascar,
suor Cidimma in Sri Lanka e padre Mario in Nicaragua. Persone
illuminate, capaci di rendere migliore chiunque abbia la fortuna
d’incrociarle. Sono il simbolo di
un’umanità completa: nell’arco di
una giornata sono padre, madre,
infermiera, insegnante, amica, muratore, carpentiera».
Chi salverà la musica? 2002:
una nuova iniziativa a scopo sociale. Si chiama Salva la musica e raccoglie fondi per l’acquisto di stru-
tori con la Compagnia della Rancia. Entusiasma il pubblico e critica, che lo paragona alle produzioni di Broadway e Londra.
A 40 anni campioni del mondo. Nel 2006 i Pooh festeggiano
40 anni di carriera, scoprendosi
formidabili portafortuna: l’avventura dell’Italia di Lippi ai Mondiali in Germania comincia con un loro Pooh nel ritiro di Duisburg.
Cantano Cuore azzurro, inno ufficiale della Nazionale.
La grande festa. Il tour ispirato al greatest hit La grande festa si
è chiuso con una suggestiva esibi-
ROBY FACCHINETTI
Tastierista, è con i Pooh
fin dal marzo del 1966
menti musicali da destinare alle
aule di alcune scuole italiane, una
per regione, in zone definite a rischio. Grazie al grande cuore del
pubblico dei Pooh vengono raccolti più di 100 mila euro: la prima aula è inaugurata in ottobre
nella scuola media statale LuiniFalcone di Rozzano (Milano).
Natale in Vaticano. A dicembre 2002 si esibiscono nel loro terzo Concerto di Natale dalla Sala
Nervi della Città del Vaticano.
Il primo musical. Il 14 marzo
2003 debutta a Milano l’atteso
musical Pinocchio: regia di Saverio Marconi e musiche dei Pooh,
che firmano anche come produt-
DODI BATTAGLIA
Chitarrista, è entrato
nel gruppo nel 1968
zione all’Arena di Verona e un
concerto gratuito a Padova immortalato su cd e dvd in uscita a
metà novembre. Durante i live sono stati raccolti fondi (da unire ai
ricavi del singolo Cuore azzurro)
per un nuovo progetto benefico:
una cooperativa per il reinserimento nella società degli ex bambini soldato della Sierra Leone.
Si ricomincia da 40. «Chiudiamo l’album dei ricordi dicendo che i Pooh non vogliono porsi
alcun limite e vogliono invece assecondare l’ispirazione artistica
del momento, come nel caso del
nuovo singolo Il cielo non finisce
mai. Dopo 40 anni non dobbiamo dimostrare niente: ci sentiamo liberi di esprimere la nostra
creatività senza farci condizionare. Saremo musicisti senza schemi, aperti a qualunque soluzione:
canzoni inedite, cover, duetti, perfino un disco strumentale. Vogliamo mettere il nostro talento al servizio della musica di qualità. E approfittiamo per augurare Buon
Natale e felice Anno Nuovo a tutti i lettori e a chi ci vuole bene da
così tanto tempo. Grazie».
Roby, Red, Dodi, Stefano