Dodi Battaglia tra stage, nuovi progetti e i 50 anni dei Pooh - 11

Dodi Battaglia tra stage, nuovi progetti e i 50 anni dei Pooh - 11-03-2014
di Agnese Maugeri - Sicilia Journal, Giornale online di notizie - http://www.siciliajournal.it
Dodi Battaglia tra stage, nuovi progetti e i 50 anni dei Pooh
di Agnese Maugeri - 03, nov, 2014
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di Agnese Maugeri
CATANIA- Un chitarrista tra i più famosi al mondo a cui è stata dedicata una chitarra ormai introvabile,
ha lasciato insieme al suo gruppo un segno indelebile nella storia della musica italiana degli ultimi 50
anni, ha cantato e suonato melodie che hanno fatto breccia nei cuori di tante fans.
Parliamo di Dodi Battaglia, ecco rivelata l’identità ma era impossibile non riconoscerlo, prima di riunirsi
con i Pooh per festeggiare i loro 50 anni insieme, il gruppo ha deciso di prendere una pausa di riflessione
e di seguire una via individualista, Dodi sta tenendo degli stage, incontri dove si parla e si fa musica una
di queste tappe è stata Scordia e per l’occasione lo abbiamo incontrato.
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Un ragazzo, ecco come c’è apparso, con i suoi jeans, sneakers e
cappello, perché il rock Dodi lo ha nell’anima e lo esprime in tutto ciò che fa, disponibile e simpatico ci
ha spiegato l’importanza della musica per chi come lui l’ha fatta diventare vita.
A Catania per uno stage dove non solo gli amanti dei Pooh ma anche i musicisti e appassionati di
pop possono partecipare, incontrarla e ascoltare la sua musica, com’è nata questa idea?
«L’idea è nata a un mio amico proprietario di una bellissima scuola di musica vicino Milano che ha un
approccio jazzistico, il quale un giorno mi ha detto, mi piacerebbe fare un seminario in cui tu racconti e
spieghi il tuo rapporto con la musica e il tuo strumento del resto, mi disse lui, tu hai fatto in Italia la storia
del rock e della chitarra. Io ho voluto cambiare la parola in stage perché seminario mi suonava come un
qualcosa di prettamente didattico e io sono un chitarrista non un insegnante. Dopo i primi due svolti
all’interno della sua scuola che erano più mirati alla tecnica dello strumento, ho capito che mi piaceva e
che in queste circostanze potevo avere un approccio diverso con la gente; io sono abituato ai concerti
dove una moltitudine di gente viene a sentirti invece in questi stage ci sono 100, 150 persone massimo
puoi instaurare un contatto umano più forte e puoi stringere le mani a tutti se vuoi. Tramite internet si è
sparsa la notizia e mi sono arrivate molte offerte per sostenere stage, cosi da un anno giro l’Italia e
soprattutto nei weekend faccio questi incontri dove non insegno ma mi racconto, lascio spazio per le
domande, per il confronto, ovviamente suono e delle volte canto, questo dipende anche dal feeling che si
instaura con la gente presente».
Ci racconti il suo primo incontro con la musica?
«Io sono nato in una famiglia di musicisti da sempre è stata questa la mia indole, ricordo me a cinque anni
con in mano la fisarmonica che strimpellavo, suonavo, poi certo ho anche studiato mi sono applicato e ho
costruito un percorso di anni e anni di lavoro, devo dire grazie ai miei genitori ma mi sono sempre messo
a disposizione di quello che la musica mi richiedeva sono semplicemente un tramite tra un mondo di
creatività e la gente che ama la musica, per questo non bisogna montarsi la testa mai».
La nota marca di chitarra Fender ha dedicato degli strumenti ai più grandi chitarristi del mondo, e
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per l’Italia è stato preso come testimonial lei creando appositamente la “Dodicaster”
«È stata per me un’emozione immensa essere stato scelto dalla Fender come testimonial del loro prodotto
per il nostro paese, esattamente nello stesso modo in cui fu scelto Eric Clepton per l’Inghilterra e tanti
altri noti chitarristi. Ognuno di noi ha firmato un contratto e poi mi è stato riconosciuto un consulto
dettagliato anche tecnico nel quale ho potuto formulare il nuovo strumento, ho scelto i legni, le
meccaniche, il ponte, i colori, il tipo di rifiniture, di angolazione del manico, i tasti, tutto ciò che comporta
l’assemblaggio di una chitarra. Lo stesso è accaduto dopo un pò di anni con la Maton, chitarra acustica
che io utilizzo sia nei concerti che nei seminari, e stiamo pensando di creare uno strumento che avrà delle
caratteristiche scelte da me».
Nel 2016 i Pooh festeggeranno i loro 50 anni, un sodalizio lungo, sempre sulla cresta dell’onda, che
unisce trasversalmente diverse generazioni i ragazzi di ieri e di oggi, cosa state organizzando per
celebrare un tale evento?
«Una delle cose più belle che possono accadere a un’artista dopo 50 anni di carriera è proprio questa,
vedere un genitore che
porta suo figlio a sentire un nostro concerto, così
sotto il palco trovo spesso la “Piccola Ketty” del ’68 che ormai è nonna con la figlia e il nipote. Stiamo
ancora organizzandoci ma per il Cinquantennale faremo sicuramente un tour memorabile, dove
rimetteremo mano alla scaletta dei nostri concerti, dovremo identificare quelle canzoni per cui in 50 anni
la gente ci ha amato ed è venuta ad ascoltarci, questo lavoro immagino che non sarà facile perché i Pooh
hanno un repertorio con tanta varietà di generi, faremo pezzi romantici, nuovi, rock, progressive, acustici,
da solisti, cantati insieme, quelli con la sinfonica, dovremo vagliare molta roba».
La sua esperienza individuale non si ferma solo agli stage ma c’è anche un progetto discografico
con un altro grande chitarrista Tommy Emmanuel, ci anticipi qualcosa di questa nuova avventura?
«Alla luce del Cinquantennale noi Pooh abbiamo deciso di prendere una pausa di riflessione di
raccoglimento per poi realizzare un grande evento insieme, nel frattempo ognuno di noi si è tolto uno
sfizio. Un musicista è tale se fa il suo mestiere se lo tieni a casa appassisce, io in particolar modo divento
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irrequieto, infatti mia moglie dopo un paio di settimane a casa mi dice sempre “ma vai a suonare”. Per
questo motivo ho accettato di fare questi stage chi ha la musica nel sangue non può smettere di farla. Io in
questi due anni sabatici ho voluto portare avanti un progetto con il più grande chitarrista a livello
mondiale Tommy Emmanuel, era tempo che ne parlavamo e ora finalmente sono sei mesi che lavoriamo
all’album. Delle anticipazioni, non sarà un disco solo per addetti ai lavori e solo per noi chitarristi, ci
saranno 12 brani, 8 saranno pop cantati, 4 saranno solo strumentali in un lavoro di assoluta armonia e
condivisione mia e di Tommy, proprio per questo per evitare di sovrapporre due chitarre lui suonerà
l’acustica e invece io l’elettrica così da distingue nettamente all’interno del disco le nostre diverse
personalità. L’album uscirà non soltanto in Italia ma anche in tante altri paesi nel febbraio del 2015 , ora
siamo alla prima settimana di incisione, poi ci sposteremo a Nashville in Tennessee patria di Tommy per
ultimarlo».
La rivedremo presto in Sicilia e qui a Catania?
«L’appuntamento è per il 2016 con i Pooh per festeggiare i nostri 50 anni insieme, sicuramente dopo
l’uscita del disco con Tommy Emmanuel seguirà un tour e stavo pensando di venire al teatro di Taormina
e a Tindari. Ci saranno inoltre miei concerti da single in giro quest’estate e verrò di certo qui, la Sicilia
non può mancare anzi io ci starei sempre, i giorni off andrei a mare e poi si mangia bene e ci sono luoghi
incantevoli dove suonare. Catania è magnifica ne ho un ricordo bellissimo sin dai primi tempi in cui
venivo con i Pooh e arrivavamo qui all’alba, è una città in cui la gioventù è più viva ed è sempre un
piacere tornare da queste parti».
Agnese Maugeri
Foto Servizio di: Vincenzo Musumeci
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