LABORATORIO PROF.RE CALABRESE (prima lezione)
La sordità è la mancanza totale o parziale della facoltà uditiva. Le insufficienza uditive di una certa importanza
sono notevolmente frequenti, si stima che in Italia vi siano 60.000 sordi, di questi 1,2 ‰ riguardano la sordità
infantile grave. Le sordità possono essere parziali – ipoacusia o totali – cofosi-annacusia (totale assenza di
percezione dei suoni). Questo laboratorio si occupa di quei soggetti che non percepiscono alcuna parola.
La sordità può essere classificata in relazione a diversi parametri.
In relazione alle CAUSE
CAUSE
EREDITARIE
ACQUISITE
La sordità EREDITARIE o genetiche, sono causate da malformazioni congenite, esistono in forme pure ed in
forme associate. Nelle forme pure la lesione dell’apparato uditivo rappresenta l’unica malformazione; in questo
caso è importante uno studio accurato degli ascendenti del bambino prima di definire la sordità come dovuta a
causa sconosciuta. Nelle forme associate la sordità può essere preponderante, si tratta di sindromi come quella
di Pendred associata all’ipotiroidismo, o di S.Jerwell associata ad alterazione cardiaca o di S. Uscher associata a
retinite pigmentosa.
Le cause ACQUISITE o indotte si suddividono a seconda del periodo durante il quale ha agito la causa nociva,
possono essere:
1. PRENATALI
2. NEONATALI
3. POSTNATALI
PRENATALI o fetali (causa principale è la rosolia)
NEONATALI o perinatali (le cause sono: travaglio prolungato durante il parto o precipitoso, lesioni ostetriche,
anossia, prematurità, uso di sostanze tossiche, ecc.)
POSTNATALI o della 1a infanzia (le cause sono virali e possono danneggiare le strutture nervose dando una
sordità improvvisa e permanente)
Noi percepiamo i suoni mediante l’orecchio, un organo pari che si trova ai lati del corpo ed è per la maggior
parte contenuto nello spessore di un osso del cranio, il temporale. L’orecchio ha il compito di captare le onde
sonore, trasformandone la natura meccanica in un impulso nervoso. E’ inoltre responsabile del mantenimento
dell’equilibrio del corpo. L’orecchio presenta una struttura piuttosto complessa. E’ composto, infatti, da
orecchio esterno, dall’orecchio medio e dall’orecchio interno.
L’o. esterno formato dal padiglione auricolare, dal canale uditivo e dal timpano, permette di riconoscere,
grazie alla sua struttura, da che parte arriva il suono. Esso ha la funzione di convogliare le onde acustiche
verso il timpano, una membrana elastica che viene fatta vibrare dalle onde sonore e ne amplifica gli effetti
inviandoli all’orecchio interno. AGENESIA del padiglione auricolare= mancanza dell’orecchio esterno
L’o. medio contiene tre ossicini: il martello, l’incudine e la staffa che trasmettono le vibrazioni del timpano
all’orecchio interno. L’orecchio medio è connesso alla faringe tramite un condotto, la tromba di Eustachio,
che permette di equilibrare la pressione sui due lati del timpano per evitarne una rottura. Tale canale
solitamente chiuso, si apre quando si sbadiglia o si deglutisce.
L’o. interno è costituito da una specie di sacchetto di forma irregolare, ha contatto con la staffa (esattamente
con la finestra ovale si cui si poggia la staffa) e contiene un liquido gelatinoso detto endolinfa che trasmette al
suo interno le vibrazioni provenienti dagli ossicini. L’orecchio interno è costituito inoltre, dal vestibolo
(l’organo dell’equilibrio) e dalla chiocciola (che funziona come un organo acustico). La chiocciola è la parte
più interna del sacchetto e contiene, in una struttura detta organo del Corti, i recettori che trasformano le
vibrazioni dell’endolinfa in impulsi nervosi che attraverso il nervo acustico affluiscono al cervello. Il vestibolo
è la parte più esterna del sacchetto, costituito dall’utricolo, dal sacculo e dai tre canali semicircolari,
perpendicolari gli uni agli altri e pieni di endolinfa. Alla base di ciascun canale è posto un rigonfiamento
contenente particelle calcaree, gli otoliti, che poggiano su un tappetto di cellule ciliate; i movimenti del corpo
e del capo provocano uno spostamento dell’endolinfa e degli otoliti che stimola le cellule ciliate a inviare
impulsi nervosi al midollo e al cervelletto, informando l’organismo sui cambiamenti della sua posizione nello
spazio. E’, infatti, grazie ad essi che avvertiamo se siamo in piedi, sdraiati o con la testa in basso.
Possiamo distinguerla ancora in:
1. SORDITA’ DI TRASMISSIONE
2. SORDITA’ NEUROSENSORIALE
SORDITA’ DI TRASMISSIONE
(data da lesioni dell’o.esterno, del condotto uditivo, dell’o. medio compresa la tuba)
Deriva dall’impedimento di qualsiasi genere alla trasmissione del suono: l’ostacolo può essere a livello
dell’orecchio esterno, del condotto uditivo esterno con malformazione della cassa timpanica o con ostruzione
del condotto uditivo per la presenza di corpi estranei. Altro ostacolo è rappresentato dalla perforazione della
membrana timpanica per cause traumatiche o per otiti purulente acute o croniche.
Una diminuzione dell’udito può essere determinata dalla ridotta capacità di vibrazione della membrana
timpanica perché la tuba è occlusa e la pressione esterna prevale, la membrana esterna viene spinta verso
l’interno per cui la sua elasticità si riduce e le vibrazioni indotte dai suoni vengono smorzate.
Sordità di trasmissione, per i suoni gravi, si ha per scarsa mobilità della catena degli ossicini.
Alla sordità di tipo trasmissivo si può
ovviare chirurgicamente con la sostituzione
dell’intera catena degli ossicini, con la
ricostruzione della membrana del timpano.
SORDITA’ NEUROSENSORIALE
(dovuta a lesioni a livello cocleare, dell’Organo del Corti
(per assenza o distruzione anche parziale delle cellule ciliate
dell’epitelio nervoso) della chiocciola o del nervo acustico o
della corteccia cerebrale o del cervello stesso.)
La sordità cosiddetta CENTRALE è dovuta a tumori dell’ area temporale o a gravi lesioni di tipo vascolare ed
impediscono la comprensione del linguaggio verbale. Queste sordità sono particolari e consistono
nell’incapacità di comprendere il messaggio delle parole udite, cioè percepite dall’apparato uditivo integro e
trasmesse al cervello. L’ individuo affetto da sordità verbale si trova di fronte al proprio idioma, nelle stesse
condizioni di chi, sentendo parlare una lingua sconosciuta, percepisce i suoni delle parole e non ne comprende
il significato. E’ ovvia, quindi, la differenza tra sordo comune e sordo verbale; il primo è sordo ai suoni,
abbiano o no un significato; il secondo è sordo non ai suoni, che percepisce con il suo apparato uditivo
integro, bensì alla parola, in quanto gli aggregati dei suoni che costituiscono la parola non gli dicono nulla,
non suscitano in li le corrispondenti idee, ma restano un insieme di suoni senza significato.
La sordità in relazione alla GRAVITA’ viene classificata come:
Grado di
Percentuale di
sordità
LIEVE
MEDIA
GRAVE
GRAVISSIMA
PROFONDA
perdita
30-40% dB (decibel)
40-60%
60-80%
> 80-90%
100%
Vi sono soggetti che nascono sordi, altri che lo diventano prima o dopo l’acquisizione del linguaggio e soggetti
con sordità progressiva. È ovvio che per i secondi, quelli che sono divenuti sordi dopo l’apprendimento del
linguaggio i problemi che si pongono a livello rieducativo e scolastico sono molto limitati rispetto ai primi
perché si è combinata la strutturazione biologica e neurologica in modo normale, si tratta di saperla sfruttare
esercitandola perché non degeneri.
DIAGNOSI SORDITA’
I bambini al di sotto dei 4 anni non possono effettuare un esame soggettivo, si fa ricorso a diagnosi obiettive
quali:
POTENZIALI EVOCATI
ESAME IMPEDENZIOMETRICO
CURVA AUDIOMETRICA O ESAME AUDIOMETRICO
Esempio di esame audiometrico:
l'area a forma di banana rappresenta l'aerea in cui vengono percepite le parole.
Campo ottimale per l’ascolto della parola va da 500 a 2000, in esso si colloca la comunicazione verbale
ottimale
La comunicazione (dal lat. cum = con, e munire = legare, costruire) è lo scambio di informazioni per mezzo
di segni tra sistemi, in particolare tra esseri viventi e tra persone. La caratteristica fondamentale dei sistemi che
comunicano è la capacità di interagire comprendendo ciò che viene comunicato. Nell'uso quotidiano, la
comunicazione è lo scambio di pensieri tra esseri umani per mezzo della parola, della scrittura, dei gesti, delle
immagini e dei suoni. Generalmente si distinguono diversi elementi che concorrono a realizzare un singolo atto
comunicativo:
•
Emittente/trasmittente: la fonte delle informazioni effettua la codifica di queste ultime in un messaggio
•
ricevente: accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende
•
codice comune: parola parlata o scritta, immagine, codice morse, linguaggio iconico ecc.
•
contenuto: l'oggetto della comunicazione
•
contesto: l'"ambiente" significativo all'interno del quale si situa l'atto comunicativo
SISTEMI DI COMUNICAZIONE
Nelle scuole i viene usata sempre più comunemente la della tecnica della comunicazione totale, che incoraggia
l'uso combinato di qualunque metodo di comunicazione sia adatto per il bambino: lingua parlata, lettura delle
labbra, lingua dei segni (LIS), linguaggio delle dita, mezzi elettronici di comunicazione, mimo, gesti, lettura e
scrittura. Il linguaggio delle dita (dattilologia) è un sistema in cui le posizioni della mano e delle dita
corrispondono alle lettere dell'alfabeto scritto. La lingua dei segni (LIS) è un linguaggio basato su un insieme di
gesti e regole grammaticali. I segni sono unità simili alle parole, con significati sia astratti che concreti, e
vengono eseguiti con una o entrambe le mani, che assumono posizioni e movimenti ben precisi. La grammatica
della lingua dei segni è costituita dalle relazioni spaziali, dalla direzione e dall'orientamento dei movimenti
delle mani, nonché dalle espressioni del volto e dai movimenti del corpo. Comunicazione orale è il termine
usato dagli educatori per indicare l'insegnamento del linguaggio come abilità espressiva ai bambini non udenti;
significa che il linguaggio e la lettura delle labbra sono gli unici mezzi di comunicazione usati per la
trasmissione di pensieri e idee.
ALFABETO MANUALE
Gli alfabeti manuali, o
dattilologie,
sono
la
rappresentazione manuale
delle
lettere
utilizzate
nella scrittura. Sono usati
per scrivere nello spazio
parole della lingua parlata
o scritta. Questo viene
sempre eseguito con una
sola mano all'altezza del
collo del segnante.
La dattilologia viene utilizzata per comunicare nomi propri (geografici o di persona), nomi non conosciuti
e parole di lingue estere.
Il sordo ha delle esigenze fondamentali irrinunciabili nei confronti della scuola. Egli non ode e non parla.
Sebbene la sordità non influisca sulla capacità di apprendimento, i bambini che perdono l'udito molto
precocemente possono non percepire gli stessi stimoli linguistici dei bambini udenti e il ritardo
nell'apprendimento del linguaggio può far sì che il progresso scolastico dei bambini non udenti sia più lento di
quello dei coetanei udenti. Un bambino nato sordo nel primo anno di vita perde tante opportunità di
immagazzinare informazioni. A tre anni avrà un vocabolario di 10-30 semplici paroline. A sei anni potrà avere
un vocabolario massimo si 100-200 parole.
Tuttavia, nonostante un patrimonio verbo-vocale ridotto, i bambini non udenti che ricevono stimoli linguistici
precoci tramite la lingua dei segni raggiungono in genere un buon livello di scolarità. E’ necessario: sviluppare
determinate attività attraverso l’azione educativa, valutare la performance dell’alunno in relazione alle sue
potenzialità, partire dal concetto di base per poi allargare il potenziale verbale .E’ didatticamente utile: l’utilizzo
di una rubrica dove ogni giorno il docente spiega una parola, il suo significato; la verifica della comprensione
(se c’è stata).