IL CICLO DI CARNOT Consideriamo un gas ideale, contenuto nel solito cilindro, che compie un ciclo di 4 trasformazioni reversibili (2 isoterme + 2 adiabatiche) rappresentate nel piano V-p come in figura. Scambi di energia durante il ciclo AB (isoterma) BC (adiabatica) CD (isoterma) DA (adiabatica) Ciclo Q >0 0 <0 0 >0 L <0 <0 >0 >0 <0 Eint 0 <0 0 >0 0 Nell’isoterma da A a B si ha: Q1 L1 n R T1 ln VB VA dove il lavoro è quello fatto dal gas che si espande. Nell’isoterma da C a D si ha: Q3 L3 n R T2 ln VC VD Dividendo membro a membro le precedenti equazioni si ha: Q1 T1 ln (VB VA ) Q3 T2 ln (VC VD ) (16) Per le due trasformazioni adiabatiche B C e D A, ricordando l’equazione: T V 1 costante si può scrivere: T1 VB 1 T2 VC 1 T1 VA 1 T2 VD 1 che, divise membro a membro, danno: VB 1 VC 1 1 1 VA VD VB VC VA VD Sostituendo quest’ultima equazione nella (16), si ottiene: Q1 T1 Q3 T2 (17 ) Il rendimento di un motore che opera con un ciclo di Carnot vale quindi: e 1 Qc T 1 2 Qa T1 essendo Q3 = Qc il calore ceduto e Q1 = Qa quello assorbito durante il ciclo. Si può concludere che: il rendimento di una macchina di Carnot dipende solo dalle temperature dei due termostati tra i quali essa opera. Siccome T2 > 0 K, il rendimento non può mai essere pari al 100%. I normali motori termici usano come sostanza di lavoro il vapore o una miscela di combustibile ed aria. Teorema di Carnot e secondo principio Supponiamo per assurdo che esista una generica macchina termica G il cui rendimento (eG) sia maggiore di quello (eC ) della macchina reversibile di Carnot R. Facciamo lavorare la macchina G tra i due stessi termostati tra cui opera la macchina di Carnot R (v. figura (a)) e supponiamo che: QCG QCR (a) (b) eG eR LG LR QFG QFR Essendo il motore di Carnot reversibile, lo si può far operare da frigorifero che sfrutta parte del lavoro LG per funzionare (v. figura (b)): la restante parte è lavoro positivo compiuto sull’ambiente. La macchina risultante in figura (b) (motore generico + frigorifero di Carnot) non scambia calore netto con il termostato caldo. La macchina risultante si comporta come un motore che assorbe dal termostato freddo una quantità (positiva) di calore: Q QFR QFG , compiendo sull’ambiente un lavoro (positivo): L LG LR Conclusione: La macchina risultante si comporta come motore perfetto capace di trasformare integralmente in lavoro il calore assorbito da un’unica sorgente, violando il secondo principio. Di conseguenza non può che essere: eG e R Se G fosse anch’essa reversibile, il ragionamento può essere ripetuto scambiando i ruoli delle due macchine (G funziona da frigorifero ed R da motore); se concluderebbe che: eG eR Quindi, se entrambe le macchine sono reversibili, non resta che la possibilità: eG eR Abbiamo quindi dimostrato che: date due sorgenti a temperatura TC e TF, un motore termico qualunque funzionante tra tali temperature avrà rendimento minore o uguale a quello della macchina di Carnot funzionante tra le stesse temperature, valendo l’uguaglianza solo se il motore è anch’esso reversibile. (Teorema di Carnot) L’ ENTROPIA Si consideri un ciclo di Carnot. Per tale ciclo la (17) si può scrivere come: Qa Q c T1 T2 essendo Q3 = Qc il calore ceduto e Q1 = Qa quello assorbito durante il ciclo. Dato che Qa e Qc hanno segni sempre opposti (sia per un motore che per un frigorifero), la precedente diviene: Qa Qc 0 T1 T2 Indicando con Qi il calore assorbito o ceduto dal sistema quando questo si trova ad una temperatura Ti, si può riscrivere la precedente come: 2 i 1 Qi 0 Ti (18) Si vuole ora generalizzare l’equazione precedente considerando un qualsiasi ciclo reversibile. Per fare questo approssimiamo tale ciclo reversibile, mostrato nel riquadro (a) della seguente figura, come un insieme di cicli di Carnot, mostrati nel riquadro (b) della stessa figura. Compiere in sequenza ognuno dei cicli nel riquadro (b) della figura precedente equivale (in termini di calore e lavoro) a compiere non il ciclo in esame ma il ciclo costituito dalla serie di linee frastagliate che approssima il ciclo reale. Per la sequenza di isoterme e adiabatiche di cui sopra la generalizzazione della (18) porta a scrivere: i Qi 0 Ti Rendendo progressivamente più piccoli gli intervalli di temperature tra due isoterme successive, si può approssimare sempre meglio il ciclo reale con una sequenza di adiabatiche e isoterme. Per differenze infinitesime di temperatura (e quindi per quantità infinitesime di calore scambiate) la precedente diventa, al limite: dQ 0 T (19) Siccome il cammino chiuso è generico, la (19) implica l’esistenza di una funzione di stato S chiamata entropia di cui dQ / T è il differenziale esatto. Ossia: dS dQ T (20) N.B.: Sebbene dQ non sia un differenziale esatto, dQ / T lo è. L’entropia come parametro di stato Già sappiamo che, se una grandezza X è una funzione di stato, allora l’integrale: dX calcolato tra due stati di equilibrio ha lo stesso valore per tutte le trasformazioni (reversibili) che collegano quei due stati. Verifichiamo questa proprietà per la funzione di stato entropia. Per la (20), la (19) assume la forma: dS 0 Facendo riferimento alla figura a destra, si può allora scrivere: B A dS dS A (1) (2) B dS 0 dove il primo integrale è calcolato lungo la trasformazione (1), mentre il secondo lungo la trasformazione (2). Siccome il ciclo è reversibile, la trasformazione (2) si può eseguire in verso opposto (da A a B). Quindi: B A dS (1) B A dS 0 (2) da cui: B B A A dS (1) dS (2) Stante la completa generalità delle due trasformazioni, l’equazione precedente prova che l’integrale di dS, calcolato tra due stati di equilibrio, ha lo stesso valore per tutte le trasformazioni (reversibili) che collegano quei due stati. c.v.d. La variazione di entropia tra due stati A e B è allora: B B A A S S B S A dS dQ T (21) dove l’integrale è calcolato lungo una qualsiasi trasformazione reversibile che collega i due stati. Nel SI l’unità di misura dell’entropia è J/K. Oltre all’entropia, altre funzioni di stato sono l’energia potenziale, l’energia interna, la pressione, la temperatura ed altre ancora. Il calore ed il lavoro non sono funzioni di stato. In termodinamica si preferisce il termine parametro di stato o coordinata termodinamica per indicare una funzione di stato. Se lo stato di un sistema termodinamico è descrivibile mediante due soli parametri di stato (come ad esempio un gas), è spesso utile descriverlo tramite i parametri di stato S e T. Il diagramma S-T con cui si può rappresentare una trasformazione di un tale sistema viene detto diagramma entropico. Ricordando la (20): dQ = T dS da cui, integrando: QAB B A B dQ T dS A Nel diagramma entropico l’area sotto la curva che rappresenta graficamente la trasformazione (reversibile) è pari alla quantità di calore scambiata nella trasformazione. In particolare un ciclo di Carnot viene rappresentato in modo molto semplice nel diagramma entropico. (a) (b) Dal riquadro (b) della figura si vede subito che il calore netto assorbito durante il ciclo vale: Q Q1 Q3 ( S B S A ) (T1 T2 ) D’altra parte: Q1 T1 ( S B S A ) Pertanto: e L Q ( S S A ) (T1 T2 ) T B 1 2 Q1 Q1 T1 ( S B S A ) T1 Entropia di un corpo solido Per la (20) e per la definizione di calore specifico: dS m c dT T dove m è la massa del corpo e c il suo calore specifico. Questa equazione permette di valutare la variazione S di entropia in una qualunque trasformazione reversibile fra uno stato di riferimento R arbitrariamente scelto (di temperatura TR) ed un generico stato P (di temperatura T ). Integrando tra questi due stati otteniamo: T S m c TR dT T Supponiamo di attribuire allo stato di riferimento un’entropia di valore arbitrario pari a SR. Assumendo inoltre un valore del calore specifico indipendente dalla temperatura, si ricava: S S R m c ln ( T ) TR In definitiva l’entropia di un solido di massa m e calore specifico c, posto a temperatura T, è data da: S m c ln ( T ) SR TR Entropia di un gas perfetto Ricordando la forma differenziale del primo principio, la (20) si può scrivere come: dS dQ dEint dL T T (22) Ma: dEint n cV dT dL p dV n RT dV V Sostituendo nella (22), si ricava: dS n cV dT dV nR T V Tramite questa equazione si può calcolare, come prima, la variazione S di entropia in una trasformazione reversibile fra uno stato di riferimento R arbitrariamente scelto (di coordinate termodinamiche TR e VR) ed un generico stato P (di coordinate T e V). Integrando tra questi due stati otteniamo: T S n cV TR V dV dT nR VR V T Come prima supponiamo di attribuire allo stato di riferimento un’entropia di valore arbitrario pari a SR. Assumendo inoltre un valore del calore specifico indipendente dalla temperatura, si ricava: S S R n cV ln ( T V ) n R ln ( ) TR VR da cui: S n cV ln ( T V ) n R ln ( ) S R TR VR