Concorrenza imperfetta Cap.9 Obiettivi • Le caratteristiche della concorrenza imperfetta (le diverse forme di concorrenza imperfetta e in confronto alla concorrenza perfetta) • Perché esiste la concorrenza imperfetta • Che effetti produce la concorrenza perfetta quando si verifica sull’efficienza? Sul surplus complessivo? Vale ancora la “mano invisibile”? • Quali rimedi? Concorrenza perfetta • Ricordiamo che la concorrenza perfetta: – Un mercato ideale che genera il massimo surplus economico – È anche una situazione “ideale” sostanzialmente le condizioni che la determinano non sono mai completamente rispettate Caratteristiche di fondo I • Le imprese non perfettamente concorrenziali sono in grado di differenziare la propria offerta rispetto a quella dei concorrenti. – Price setters piuttosto che Price takers • Hanno in parte controllo sul prezzo – Il prezzo può essere maggiore del costo di produzione – Profitti di lungo periodo sono possibili Caratteristiche di fondo II • Mercati non perfettamente concorrenziali – Riducono il surplus economico in varia misura rispetto al riferimento della concorrenza perfetta – Sono molto comuni – Possono riflettere preferenze per la varietà di prodotti Le diverse forme di concorrenza imperfetta I – Monopolio perfetto (maggiore inefficienza) • Una singola impresa che produce un prodotto che non ha sostituti Le diverse forme di concorrenza imperfetta II – Oligopolio (più efficiente di un monopolio) • Un mercato in cui solo poche imprese vendono un determinato prodotto Le diverse forme di concorrenza imperfetta III – Concorrenza monopolistica (la più “vicina” alla concorrenza perfetta e anche la più “frequente”) • Un numero abbastanza alto di imprese che producono beni lievemente differenti che possono essere, in parte, sostituti l’uno dell’altro Differenza fondamentale tra concorrenza perfetta e non – L’impresa perfettamente concorrenziale ha una curva di domanda perfettamente elastica. – L’impresa non perfettamente concorrenziale ha un curva di domanda con pendenza negativa. In concorrenza perfetta – Domanda e offerta determinano il prezzo di equilibrio. L’impresa non ha potere di mercato. – Al prezzo di equilibrio, l’impresa vende la quantità desiderata. – Ad un prezzo superiore il prodotto rimarrà invenduto. – Ad un prezzo inferiore, le vendite non aumentaranno (perchè comunque l’impresa vende tutta la quantità desiderata al prezzo di equilibrio). – La curva di domanda dell’impresa è una retta orizzontale tracciata in corrispondenza del prezzo di mercato In concorrenza imperfetta – L’impresa ha controllo parziale sopra il prezzo e potere di mercato. – La curva di domanda dell’impresa ha pendenza negativa Curve di domanda delle imprese perfettamente e non perfettamente concorrenziali In concorrenza imperfetta le imprese hanno potere di mercato • Potere di mercato: capacità di un’impresa di aumentare il prezzo di un bene senza che si azzerino le sue vendite. Perchè possono esistere mercati non concorrenziali 1. Controllo esclusivo su input importanti (es. se vi è il monopolio sull’estrazione dei diamanti grezzi) 2. Brevetti e copyright 3. Licenze o concessioni governative 4. Economie di Scala (monopoli naturali) 5. Economie di rete (possono dar vita a monopoli) Le economie di scala • Domanda – Se un’impresa raddoppia la quantità di tutti I fattori di produzione impiegati, cosa accade all’output? • Rendimenti di scala costanti – Se la quantità di tutti gli input viene modificata in una certa proporzione, l’output varia nella stessa proporzione Le economie di scala • Rendimenti di scala crescenti – Se la quantità di tutti gli input viene modificata in una certa proporzione, l’output varia in proporzione maggiore. (dette anche ‘economie di scala’) • Un monopolio naturale deriva da economie di scala Le economie di scala e l’importanza dei costi fissi (ossia indipendenti dal livello di produzione) • Imprese con costi fissi alti e costi variabili bassi Es. I costi legati alla produzione di software sono costi fissi da sostenere solo nel momento di elaborazione e scrittura del software. Questi costi vanno sostenuti sia che si produca un solo “Cd” sia che se ne producano migliaia. Una volta sostenuti questi costi, la produzione di una ulteriore copia del programma ha costi bassi… In questi casi , dunque: In cui si hanno costi marginali bassi – Il costo medio totale diminuisce drasticamente man mano che l’output aumenta. – Esisteranno quindi economie di scala Costo totale e costo totale medio per un processo produttivo con economie di scala Il costo totale cresce a un tasso costante all’aumentare del prodotto Il costo medio totale è sempre superiore al costo marginale, ma la differenza si riduce al crescere dell’output perchè I costi fissi vengono distribuiti su un numero maggiore di unità Costi per due produttori di videogiochi (1) Osservazioni: Il costo fisso costitutisce un frazione ridotta del costo totale Il costo per gioco è quasi identico Vediamo invece cosa accade quando il costo fisso costituisce via via frazioni crescenti del costo totale Costi per due produttori di videogiochi (2) Osservazioni Il costo fisso costituisce una frazione consistente del costo totale Sony ha un vantaggio di €1.67 in termini di costo medio totale Sony può abbassare i prezzi, coprire i costi e attrarre clienti Costi per due produttori di videogiochi (3) Spostamento di 500,000 unità da Sega a Sony Il costo medio totale per Sega sale a €20.20/unità Il costo medio totale per Sony scende a €6.08 Un numero elevato di imprese non riesce a sopravvivere quando lo svantaggio di costo è elevato • Al crescere dei costi fissi, è più raro trovare una struttura di mercato contraddistinta da tante piccole imprese. • E’ invece più probabile osservare la concentrazione del potere di mercato fino al monopolio naturale Le economie di scala e l’importanza dei costi fissi • Oggi come oggi: Una percentuale crescente dei costi di produzione è rappresentata da investimenti fissi in ricerca e sviluppo • Naturalista economico – Perchè la stragrande maggioranza dei microprocessori utilizzati nei personal computer è venduta da Intel? La massimizzazione del profitto per il monopolista • Un price taker (concorrenza perfetta) e un price setter (concorrenza imperfetta) condividono due obiettivi economici (che quindi sono gli stessi in monopolio e in concorrenza): – Massimizzare i profitti – Scegliere il livello di output che massimizza la differenza tra TR e TC: dove MB (ricavo marginale dell’impresa)= MC – Per l’impresa in Concorrenza Perfetta il prezzo eguaglia esattamente il ricavo marginale, in monopolio non è così Il ruolo del ricavo marginale – Concorrenza perfetta e monopolio • Entrambi espandono l’output quando MR > MC. • Calcolano il MC in modo analogo • Tuttavia: –In concorrenza perfetta: MR = P –In monopolio: MR < P (perchè?) • In monopolio, il ricavo marginale è sempre inferiore al prezzo • Perché il monopolista può variare il prezzo a cui vende senza perdere l’intera clientela, ma per vendere una unità in più deve abbassare il prezzo • Il monopolista sa che abbassando il prezzo aumenta i clienti, ma a tutti (sia ai clienti a cui vendeva prima della riduzione di prezzo, sia ai nuovi clienti) vende a un prezzo più basso Beneficio derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva per il monopolista •Se P = €6, allora TR = €6 x 2 = €12 •Se P = €5, allora TR = €5 x 3 = €15 •Il MR della vendita della 3°unità = €3 (15-12) •Per la 3°unità, MR = €3 < P = €5 Ricavo Marginale in forma grafica • Osservazioni P Q TR 6 2 12 5 3 15 4 3 4 5 16 15 MR 3 1 -1 – MR < P – MR diminuisce all’aumentare della quantità – MR < P perchè il prezzo varia (si riduce per tutte le unità vendute) per vendere un’unità addizionale (diverso è il caso della concorrenza perfetta in cui posso variare la quantità continuando a vendere allo stesso prezzo…) Ricavo marginale in forma grafica P Q TR 6 2 12 5 3 15 4 3 4 5 16 15 MR 3 1 -1 Curva del ricavo marginale per un monopolista con una curva di domanda lineare Osservazioni L’intercetta verticale, a, è la stessa per MR e D L’intercetta orizzontale per MR, Q0/2, è la metà dell’intercetta per D, Q0. Curva di domanda e curva del ricavo marginale • Curva di domanda: P=a-bQ RT=aQ-bQ2 quindi MR=a-2bQ • La regola del monopolista per la massimizzazione del profitto – Quando MR > MC, conviene espandere la produzione – Quando MR < MC, conviene ridurre la produzione – I profitti sono massimizzati al livello di output per il quale MR = MC. Livello di output che consente di massimizzare il profitto per il monopolista Osservazioni: •Se P = €3 & Q = 12 MR < MC è l’ouput deve essere ridotto •I profitti sono massimizzati per 8 unità di output, dove MR = MC •P = €4 per il quale quantità domandata = quantità offerta Perchè la mano invisibile fallisce in regime di monopolio? Curve di domanda e del costo marginale per un monopolista • Il livello di output che consente di massimizzare il profitto, pari a 8 unità, per il quale MR = MC, è minore dell’output socialmente ottimale di 12 unità • Tra 8 e 12 unità, MB per la società > MC per la società • Il costo marginale della società coincide con quello dell’impresa (quelli sono i costi), mentre il beneficio marginale della società e dell’impresa differiscono. • Il beneficio marginale della società coincide con la curva di domanda (quello è il valore associato a ciascuna quantità marginale) mentre il beneficio marginale dell’impresa è l’aumento del ricavo dovuto alla vendita dell’ultima unità • Quindi l’output prodotto in monopolio è quello per cui MR dell’impresa e MC sono uguali e non è quindi possibile incrementare quella quantità • Tuttavia questo implica una perdita di benessere sociale Perdita netta di benessere causata dal monopolio Poichè MR < P, the il monopolio produce una quantità minore di quella socialmente ottimale Perdita netta di benessere per la società = (1/2)(€2/unit)(4unit s/wk) = €4/wk Quindi, in monopolio non si ha una situazione pareto efficiente… • Monopolio – I profitti sono massimizzati quando MR = MC. – P > MR – P > MC – Perdita netta di benessere • Concorrenza perfetta – I profitti sono massimizzati quando MR = MC. – P = MR – P = MC – Nessuna perdita netta di benessere Perché può essere complesso risolvere il problema? – Rendere effettive le leggi antitrust (l’analisi è complessa; si rischia di impedire il raggiungimento delle economie di scala) – Brevetti, copyright e innovazione (eliminare I brevetti significa ridurre gli incentivi a innovare) – Monopoli naturali