BMW Serie 3 Touring I confini non esistono

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Studio Di Settore
Dal macrosettore degli spot televisivi possiamo ricavare tre settori più specifici:
Spot di prodotti di
largo consumo:
Internet
Spot di prodotti di
Nicchia:
Telefonia
Auto di lusso
Gioielli
Abiti
Acqua, Gas, Energia
Elettrica
Auto
Trasporti
Cosmetici
Cibo
Spot di Servizi:
Vacanze da sogno
Rispettivamente i tre settori occuperanno il 60%, il 30% e il 10% circa
dello spazio televisivo destinato agli spot.
Studio Di Settore
Maggiori Premi e Blog dell’ambito Pubblicitario:
Grand Prix Pubblicita’ Italia
Key Award
Mediastars
Lapis Award
Cannes Lions
Cresta awards
London Advertising Awards
Eurobest
Mobius Advertising Awards
The Clio Awards
The Epica Awards
The New York festivals
http://spot-televisivi.blogspot.com/
http://spot-televisivi.blogspot.com/
http://tvhotspot.blogspot.com/
Indagine Sociologica
1- A chi viene indirizzato lo spot?
2- Con che frequenza viene presentato?
3- In che fascia oraria?
Spot Prodotto largo consumo:
Viene indirizzato alle famiglie, alle casalinghe o a coloro che si occupano della casa, della cucina, alle donne che
vogliono piacere, ai giovani o a tutti coloro che fanno parte del ceto sociale medio borghese.
La frequenza dello spot televisivo è alta, in modo da influire nella vita delle persone senza che esse se ne accorgano.
( Vi è mai capitato di ritrovarvi a canticchiare una canzone perchè vi ricorda un prodotto pubblicizzato?)
Entra nelle case dalla mattina, si intensifica durante l’ora di pranzo e va scemando nel pomeriggio in base al canale
televisivo si manifesta sotto forma di pubblicità per giocattoli, per prodotti per la casa, poltrone o auto.
Indagine Sociologica
Spot di Servizi:
Genericamente diretto a tutti coloro che sono interessati. Luce, gas ed elettricità sono diretti ai cittadini, i servizi
internet agli uffici o ai privati, genericamente puntando sui piuà giovani per poi trovare riscontro nella famiglia in
genere ( tim e telecom, ultime pubblicità).
Frequenza medio alta, generalmente negli orari in cui la famiglia è raccolta a tavola. Questo per far si che l’intera
famiglia sia in grado di vedere lo spot e che ogni singolo elemento venga influenzato in maniera differente e
influenzi a sua volta la decisione familiare.
La fascia oraria eà quella che va egenralmente dalle 12 alle 14 e dalle 18 alle 21 e oltre, in base al servizio
pubblicizzato.
Spot di Prodotti di Nicchia:
Diretto ad una fascia di consumatori alta, a cui il largo consumo interessa relativamente e vogliono vivere l’esperienza
del prodotto unico e pregiato.
Frequenza bassa, relativa all’orario di fruizione. In genere il prodotto viene ricercato su riviste specializzate e lo spot
televisivo è un veicolo subordinato.
La fascia oraria e in genere quella serale.
Intervista Designers1
Luca Albanese e Francesco Taddeucci - Direttori Creativi Saatchi &
Saatchi
Una fotografia della pubblicità oggi...
La pubblicità si sta sempre più avvicinando allo spettacolo. La componente più marcatamente “informativa” sta
lasciando il passo alla parte più divertente e spettacolare. Anche grazie alle capacità tecnologiche di cui possiamo
disporre oggi, gran parte degli spot che ricordiamo più volentieri cercano di stupirci e sorprenderci con effetti speciali (al
contrario di quanto recitava una famosa pubblicità degli anni ’80), e il risultato è avere degli spettatori sempre più
interessati e divertiti dalla pubblicità, e quindi più coinvolti dai prodotti pubblicizzati. Qualcosa di simile era avvenuto già
negli anni del Carosello, dove storielle senza alcun legame con il prodotto riuscivano a tenere inchiodati al video milioni
di persone. Oggi questo legame è più forte, ma al tempo stesso anche estremamente sottile.
E, in particolare, per quanto riguarda la comunicazione istituzionale?
Nel nostro settore (quello delle campagne istituzionali) non molto è cambiato: si tende ad avere ancora un tono molto
“alto”, importante, a volte forse un po’ troppo noioso e autocelebrativo. Ma il pubblico apprezza di più il parlar chiaro, al
limite anche l’autoironia. Celebrarsi quindi attraverso nuove tecniche e nuovi linguaggi, un po’ meno formali che in
passato.
La creatività è appunto questo: trovare nuovi linguaggi, cercare nuovi strumenti per convincere di qualcosa. Tutto ciò
che è già visto, già sentito, già collaudato, difficilmente può definirsi ‘creativo’. Questo è al tempo spesso il limite e la
grande sfida della creatività per il futuro. Trovare qualcosa di nuovo in un settore in cui tutto sembra già essere stato
fatto.
Intervista Designers1
Parliamo in particolare della campagna Enel...
Non è stato un lavoro semplice: in primo luogo perché Enel è Enel, quindi un vero e proprio colosso, tra l’altro
un’azienda con cui tutti noi più o meno a scadenze fisse ci troviamo a “fare i conti” nel vero senso della parola: il che
non era per noi certo un vantaggio. In secondo luogo perché bisognava comunicare il grande sforzo quotidiano di Enel,
in termini di uomini, mezzi e investimenti. Ed il rischio era di cadere nel retorico, o di essere visti e percepiti come
distanti, poco umani. Questo è un rischio che normalmente si corre quando bisogna “autocitarsi” e quando si devono
snocciolaree dati, numeri, fatturati, eccetera.
Abbiamo quindi cercato di lavorare partendo da un assunto molto semplice: l’energia non è una cosa che si trova dietro
l’angolo. Noi tutti la diamo per scontata, ma quanti di noi in realtà si soffermano a pensare quanti sforzi richiede
produrre e portare l’energia?
Da qui l’idea di mostrare come sarebbe il mondo se l’energia si trovasse facilmente: un film quindi più visionario che
realistico, nel suo piccolo più poetico che strettamente autocelebrativo. In questo, dobbiamo riconoscere, un grande
contributo è venuto dal cliente: perché lui per primo ha sposato l’idea di proseguire sul territorio dell’ “energia che ti
ascolta”, che è il posizionamento che Saatchi ha portato in Enel circa tre anni fa.
Siamo stati felici di affidarci per questo lavoro a Paul Arden, un regista che ha sempre tanto da insegnare non soltanto
a noi, ma a intere generazioni di registi. Che ancora crede nei casting “naturali”, che interpreta il realismo senza cadere
nei tranelli della pubblicità più patinata o di tendenza.
Ed è stato molto gratificante, al di là dei premi che sono arrivati, vedere come le persone abbiano amato molto questo
spot, un po’ in tutti i suoi aspetti: la musica, la simbologia, la ricerca di elementi naturali.
Intervista Designers1
Che cosa caratterizza il vostro modo di lavorare?
Saatchi & Saatchi fabbrica idee. A volte queste idee generano operazioni di advertising tradizionale, altre volte si
esprimono per vie diverse, sempre cercano la strada ancora non percorsa.
Un’idea, per esempio, è lo scambio delle maglie fra squadre di calcio come operazione contro la violenza negli stadi.
Un’idea è il poster più lungo del mondo, realizzato a Roma ed entrato nel Guinness dei Primati. Un’altra idea è creare
intorno a un prodotto non una campagna, ma una vera e propria comunità, di cui la campagna è solo una delle tante
espressioni: la Clio Community è stata esportata in 38 paesi..Un’idea è anche aver coltivato una vocazione per le
campagne sociali, raccolte nella mostra intitolata “Saatchi & Social”. Un’idea è non limitarsi ai soliti media ma
inventarne di nuovi. In un caso abbiamo usato come mezzo una cabina telefonica schiacciata da una pressa, per il
lancio del film Godzilla in UK.Un’altra idea è aver rivoluzionato il modo di concepire i brief in agenzia: invece delle
vecchie copy-strategy, il “challenge” come punto di partenza..Non ci chiediamo semplicemente “che cosa la
comunicazione deve dire”, ma “che cosa deve fare”, perché l’informazione da sola è un potente passion-killer. E
senza passione una marca potrà guadagnare notorietà o conquistare qualche punto di share, ma non potrà mai
diventare un Lovemark.La marca è quella cosa egocentrica, aziendale e un po’ noiosa che non la smette mai di
parlare di se stessa a un pubblico che non le ha chiesto di farlo. Saatchi & Saatchi preferisce immaginare il rapporto
fra i propri clienti e il loro pubblico come una storia d’amore. E l’amore non si costruisce solo con le informazioni e le
argomentazioni: segue strade più imprevedibili, emozionali e persino sensuali. Trasformare una marca in un
“Lovemark” è il fine del nostro lavoro.
Intervista Designers1
La campagna pubblicitaria “Plugs”, Enel
Intervista Designers2
D'Alv, BBDO: nessuno sconto alla qualità
Il digitale è un'area presidiata da tempo. Il potere è sempre delle idee. Ma ci vuole anche la capacità di guardare
'oltre', per cogliere in anticipo le sfide future della comunicazione. Con un obiettivo, l'eccellenza, che non permette
gare al ribasso. Riccardo Lorenzini, presidente e ceo D’adda,Lorenzoni eVigorelli BBDO ne parla a youmark.
Quest'anno molte agenzie hanno aperto una divisione digital o creato partnership, dando molta importanza alla cosa
e ai lavori realizzati con gli 'alleati'.
Per il vostro gruppo attiva in quest'area è Proximity, ma D'Alv, BBDO non vi pone molto l'accento. Perché?
"L’importanza del digitale e dell’integrazione coi nuovi media l’abbiamo colta ormai da anni. E la nostra Proximity è
ormai attiva da quasi cinque, offrendo un servizio sia autonomo che pienamente complementare al nostro, anche
nell’area dei new media. Altre agenzie fanno più rumore di noi al proposito? Non saprei, o forse sperano che sia il
rumore a colmare il loro ritardo in questo settore. Una strategia su cui mi permetto di nutrire qualche dubbio".
Vi siete ripensati o vi state ripensando a fronte dei dati e delle dichiarazioni che indicano nei new media la
'nuova' via di comunicazione?
"Non esistono una 'vecchia' e una 'nuova' via di comunicazione. Esistono forti idee che possono generare, in quanto
forti, la possibilità di creare eventi di comunicazione a 360 gradi. Nuova deve essere piuttosto la capacità di
espandere queste idee su nuovi mezzi. Ma alla base c’è sempre la vecchia, cara capacità di averle, queste idee. E
non tutti ce l’hanno".
Intervista Designers2
Cosa è rimasto nello spirito e nell'approccio del vostro esordio e cosa si è dovuto inevitabilmente
abbandonare? Il coraggio e anche una certa incoscienza di chi nasce? Il creare 'rottura' per farsi notare? La
flessibilità di chi è piccolo?
"C’è tutto il coraggio di sempre nel cercare vie innovative, nell’investire sui giovani, nell’essere a fianco di clienti che
non si accontentano di un lavoro ‘abbastanza’ buono. Non credo che nella vita ci sia nulla da abbandonare
inevitabilmente. E neanche nel lavoro".
Quest'anno sono cambiate le esigenze e richieste delle aziende? Hanno reso più complesso il vostro
lavoro?
"I tempi sono sempre più brevi, i budget difficilmente più ricchi, il lavoro sempre più articolato e integrato".
Il vostro reparto creativo si è appena rafforzato e sono stati nominati due nuovi vice direttori: Francesco
Poletti e Serena Di Bruno. Segnale dell'attenzione dedicata alle idee. E sul fronte account e servizio? Quanto
incidono sul gradimento di un cliente per quello che vi riguarda?
"Eccellenza creativa e del servizio al cliente sono sempre stati due nostri punti di forza storici, e le ricerche sul
settore lo confermano. Insieme alla capacità di guardare più in là, e di farlo in modo disciplinato e veloce. In buona
parte la D'Alv BBDO, agenzia fondata da due creativi e da un account, sta proprio qui".
Intervista Designers2
Quale la case history che quest'anno vi ha dato più
soddisfazione, a parte Mini, e perché?
"E’ stato un anno molto denso in particolare con Bmw.
Cito, fra le tante, due nuove grandi campagne televisive in
Italia, Serie 3 e Serie 5 Touring, e una vittoria nella gara
internazionale per il lancio della X6, la cui campagna tv,
stampa e internet da noi realizzata uscirà in tutto il mondo.
E poi aggiungerei il lancio di Ubi Banca, uno dei maggiori
nuovi protagonisti del panorama italiano del credito".
Per l'anno prossimo vedi il bicchiere mezzo pieno o
mezzo vuoto? Qual è il tuo sentiment?
"Perché ‘mezzo’? Tendo a vederlo pieno, anche in un
mercato non facile. Non siamo il tipo di agenzia che
transige sulla qualità del lavoro, né che lo svende.
Cerchiamo di stare lontani dal lavoro medio, che diventa
in un attimo mediocre, né facciamo offerte economiche
allo 0.9% pur di vincere un qualche new business
purchessia. Ci posizioniamo nell’area del lavoro di qualità,
pagato il giusto. E con ciò chiudiamo il 2007 con un +7%
sul 2006. Perché dovrei vedere il bicchiere a metà"?
Aziende
Spot di prodotti di
largo consumo:
Spot di Servizi:
Fastweb/ Infostrada/
Spot di prodotti di
Nicchia:
Barilla/Mulino Bianco
Vodafone/TIM
Alfa Romeo
Garnier
Enel gas
Cartier
Oviesse
Fiat ( Panda)
Club Med/ MSC
Prodotti Internazionali
Spot di prodotti di largo
consumo:
Spot di Servizi:
Spot di prodotti di
Nicchia:
Western Union
Nestlè
BMW
Skoda
Cartier
Renault/Skoda
D&G
L’Oreal
Chanel
Memory
Barilla:
Farfalle che cadono in una pentola piena di acqua che bolle.. I familiari che attraverso un singolo pezzo di pasta Barilla
si sentono a casa: questa e’ la memoria che il prodotto vuole lanciare al mercato attraverso spot pubblicitari carichi di
simbolismo.
Enel:
Da monopolista, l’azienda inizia ad utilizzare il media con pubblicita’ affascinanti, tra cui quella proposta sotto, con
Giancarlo Giannini e la famosa “Plugs”, dove l’energia sembra fuoriuscire da tutto cio’ che ci circonda. Il messaggio e’
etico.
BMW:
Ingegnerizzazione e performance sono le parole chiave che inseguono il mito della BMW dai suoi esordi, annunciando
un boom senza precedenti e il successo con le auto station wagon e la Mini per I giovani.
Experience
Barilla:
Miglioramento e ampliamento del portafogli prodotti e comunicazione anche di alto livello attraverso i media
convenzionali.
Enel:
Da semplice servizio pubblico ad un azienda dall’identita’ etica e che declina I servizi in base al cliente.
BMW:
Da auto sportiva dalle alte prestazioni, l’experience della bmw ha ampliato I suoi confini, verso il gioco ( Mini), e ideali
che si avvicinano piu’ ad un idea di famiglia allontanadosi dall’ideale sportivo pur mantenendone le caratteristiche
meccaniche.
Dream
Barilla:
“Date ai consumatori cio’ che dareste ai vostri figli”. Pietro Barilla
Prodotto genuino e fatto in casa e con amore: Tradizione.
Enel:
“L’energia che ti ascolta”.
Servizio serio nei confronti del cliente e con scrupoli nei confronti dell’ambiente che ci circonda.
BMW:
“Piacere di guidare”.
La velocita’, la potenza e l’afidabilita’ in un auto colta, affascinante.
Barilla 125 anni
Wim Wenders, maestro della cinematografia europea, si era già cimentato nella realizzazione di spot pubblicitari
destinati al circuito delle emittenti televisive. Ricordiamo, ad esempio, la campagna che ha portato a termine per le
Ferrovie dello Stato in cui, attraverso un’idea semplice ed un’impostazione registica diretta, è riuscito a porre al centro
dell’attenzione non tanto l’azienda ferroviaria quanto piuttosto il fruitore del servizio.
Ora, con il nuovo spot Barilla, Wenders ha puntato molto in alto girando uno dei film promozionali più intensi ed
esteticamente affascinanti degli ultimi anni. Ideato dalla stessa famiglia Barilla, scritto da Alessandro Baricco, si tratta
di un cortometraggio che può essere considerato un piccolo capolavoro di sintesi narrativa. In sessanta secondi (90
per il cinema), infatti, è raccontata una vicenda metaforica in cui vengono oltrepassati i confini dello spazio-tempo e in
cui viene espressa la filosofia imprenditoriale della grande azienda italiana.
In uno sterminato campo di grano un contadino dallo sguardo fiero, sereno e sicuro si appresta ad effettuare la
mietitura. Mentre la sua mano impugna la falce, guerrieri e orde di cavalieri gli passano accanto sfiorando il suo corpo
e attraversando i suoi pensieri. Quando tutto sarà finito la sua mano inizierà a tagliare il grano.
I messaggi centrali sembrano chiarissimi: la tradizione e il rapporto con gli elementi della natura, la serietà e il lavoro
sapiente dell’uomo, la solidità dell’azienda e l’attenzione verso una vita sana e pulita. Si avverte dunque in questo corto
d’autore un discorso basato su senso etico molto profondo. Evidentemente, la famiglia Barilla voleva celebrare i 125
anni di attività, facendo emergere la sostanza di un progetto imprenditoriale che non ha mai perso di vista il rapporto
con l’essere umano, visto non solo come consumatore ma anche come una sorta di compagno di viaggio nel mare
dell’esistenza.
Barilla 125 anni
Girata in Sud Africa nel novembre 2001, questa campagna, grazie al tocco creativo e poetico di Wenders, si presenta
al pubblico italiano con una potenza comunicativa quasi travolgente. L’intelligente accostamento dei primi piani del
contadino ad inquadrature in campo lunghissimo, l’uso della musica, i forti contrasti cromatici (tra il giallo intenso del
grano e l’azzurro del cielo), la geniale scelta di non far vedere nemmeno uno spaghetto, la sottolineatura del gesto
antico del mietitore, il respiro epico della linea narrativa, sono tutti elementi stilistici che hanno reso questo spot
elegante e "diverso".
Da segnalare, infine, come lo sforzo produttivo per la realizzazione di questo minifilm sia stato veramente ingente.
Sono state utilizzate sessanta comparse, con altrettanti cavalli (dieci di riserva); oltre a sei stuntman e all’attore
protagonista, Gabriel Briand. Le riprese sono durate tre giorni in un clima estivo con temperature di 35 gradi. Quattro le
macchina da presa sistemate sul set, compresa una steadycam.
Maurizio G. De Bonis
Alcune immagini dello spot
Barilla 125 anni
Crediti
Spot Barilla 125 anni
Ideazione Barilla
Sceneg.Alessandro Baricco
Regia Wim Wenders
Casa di Produzione BRW & Partners
Costumi Sabina Maglie
Musiche David Darling
ENEL
L’energia va oltre ciò che vediamo
Le campagne istituzionali concepite per i grandi enti pubblici e privati sono le più difficili da realizzare. Il pericolo più
grande è quello di magnificare oltremisura le caratteristiche e la missione di queste organizzazioni, attraverso spot
ingombranti e poco efficaci dal punto di vista della comunicazione.
Tale tendenza è del tutto prevedibile, poiché in queste occasioni la lucidità per ciò che concerne la sfera della
promozione lascia inevitabilmente spazio alla volontà controproducente di glorificare non solo un marchio, ma anche
la storia di questo marchio.
Così si finisce per esagerare, per mettere in piedi prodotti audiovisivi basati su un’enfasi espressiva non proprio
gradevole.
Un esempio? Da qualche tempo circola sulle reti televisive nazionali lo spot dell’Enel, storica azienda dell’energia del
nostro paese. Oltre ai filmati della durata consueta, utili per una programmazione televisiva, esiste una versione di tre
minuti che è stata proiettata sia su Rai che su Mediaset, ma che ha avuto una vita più lunga nelle sale
cinematografiche.
Lo sforzo dei creativi e degli autori è stato chiaramente quello di fornire a questo corto un respiro fortemente
cinematografico e una struttura narrativa che andasse al di là della semplice comunicazione pubblicitaria.
Il film della durata di 180 secondi è composto da tre episodi che raccontano situazioni diverse, pseudovisionarie: un
uomo che riesce a creare con le ombre generate dalle sue mani dei meravigliosi animali, un cuoco che indottrina i suoi
ospiti nel campo della buona cucina, uno scienziato, che non riesce a venire a capo di una questione che sta
studiando, deve precipitarsi per strada a recuperare i fogli sui quali ha scritto i suoi preziosi appunti, fogli catapultati
fuori casa da uno spostamento d’aria provocato da un ventilatore.
Si tratta di tre vicende metaforiche che già da sole risultano straordinariamente noiose che poi collocate nel formato
più lungo finiscono per divenire totalmente soporifere. A nulla serve la presenza come narratore (fisicamente presente,
ma anche in voce) di Giancarlo Giannini.
ENEL
L’energia va oltre ciò che vediamo
Lo spot, infatti, è ridondante, carico a livello narrativo e formale, incentrato visivamente su una fotografia non proprio
elegante, nonostante la presenza di Peter Suschitzky, maestro riconosciuto della direzione della fotografia in campo
cinematografico.
Il tono dei tre micro-racconti è vagamente onirico e non in grado di catturare l’attenzione dello spettatore; neanche di
farlo sognare.
Ci domandiamo come mai addetti ai lavori del mondo della pubblicità noti per la loro competenza e professionalità
abbiano sfornato un prodotto così pesante stilisticamente e inconsistente a livello comunicativo.
Evidentemente si è cercato di puntare tutto sulla dimensione istituzionale del marchio Enel, per dare un’impressione di
affidabilità e solidità. Ma ciò, da questa campagna pubblicitaria, non è emerso.
Alicia M. Huberman
Alcune immagini dello
spot
ENEL
L’energia va oltre ciò che vediamo
Crediti
Spot ENEL
Claim L’energia va oltre ciò che vediamo
Agenzia Saatchi & Saatchi
Direzione creativa Luca Albanese, Francesco Taddeucci
Produz. H Films
Regia Laurence Dunmore
Direttore della fotografia Peter Suschitzky
Testimonial Giancarlo Giannini
BMW Serie 3 Touring
I confini non esistono
Gia da tempo viene sottolineato come Federico Brugia sia probabilmente il maggiore regista pubblicitario italiano.
La sua abilità consiste nel fornire alle idee dei direttori creativi e degli art director fluidità espressiva, compostezza
formale e sostanza estetica.
E non è facile per un regista, ottenere questi risultati inserendo il proprio universo creativo in un tessuto
comunicativo solidamente impostato da altri soggetti.
Le capacità di Brugia si possono apprezzare senza dubbio anche nello spot dedicato alla BMW serie 3 Touring, in
programmazione sulle maggiori emittenti nazionali.
Un signore si trova all’interno di un museo nel quale sono esposti molti dipinti famosi: "Lo sposalizio" di Raffaello, "I
promessi sposi" di Silvestro Lega, "Il massacro di Chios" di Eugène Delacroix ed altri. Improvvisamente, da una
grande vetrata ecco apparire l’autovettura station wagon della nota casa automobilistica tedesca che magicamente
ed inaspettatamente continua il suo percorso all’interno delle opere d’arte esposte, accompagnando di fatto il
fruitore museale nel suo viaggio immaginario dentro dipinti di grande rilevanza artistica.
Il prodotto in questione viene dunque arbitrariamente innestato in opere di valore inestimabile, caratterizzate da un
altissimo equilibrio stilistico e da una concezione della pittura molto complessa. Dunque, i creativi hanno voluto
sottolineare come la vettura da promuovere sia una prodotto elitario e bello da vedere; talmente bello ed
armonioso da riuscire a trasformarsi in un elemento figurativo di un lavoro di Raffaello o di Delacroix.
BMW Serie 3 Touring
I confini non esistono
Idea semplice e prevedibile, non proprio esaltante ed un po’ eccessiva che magistralmente Brugia è riuscita a
rendere non solo possibile visivamente e narrativamente ma anche divertente e non troppo snob.
Inoltre, la scelta delle musiche, Dueling Banjos di Eric Weissburg, non ci sembra così azzeccata, troppo estranea al
clima visuale di uno spot, nonostante tutto, ben realizzato e decisamente raffinato.
Alcune immagini dello
spot
BMW Serie 3 Touring
I confini non esistono
Crediti
Prodotto BMW serie 3 Touring
Claim I confini non esistono
Agenzia D’Adda, Lorenzini, Vigorelli BBDO
Produzione The Family
Regia Federico Brugia
Art director Giampietro Vigorelli
Copywriter Stefano Campora
Musiche Eric Weissburg
Bibliografia
Intervista alla Dott.ssa Laura Traversi, neo-laureata all’Universita’ Cattolica
Economia dello Spettacolo
Luis Bassat e Giancarlo Livraghi. Il nuovo libro della pubblicità. Milano, Il Sole 24 Ore, 2005.
Vanni Codeluppi., Che cos'è la pubblicità, 2003, Carocci Editore
Ferraro G., La pubblicità nell'era di internet, 1999, Meltemi Editore, Roma
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