Seconda Università degli Studi di Napoli DiSTABiF Anno Accademico 2015-16 Corso di Laurea Magistrale in SCIENZE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE UMANA Insegnamento di BIOCHIMICA e BIOTECNOLOGIE degli ALIMENTI Prof. Augusto Parente Lezione 19-20 CARBOIDRASI Le CARBOIDRASI sono enzimi che catalizzano idrolisi e sintesi dei “carboidrati”. Esse comprendono: 1- Amilasi che agiscono sull’amido 2- Maltasi che agiscono sul maltosio (per dare glucosio) 3- Lattasi che agiscono sul lattosio (per dare galattosio e glucosio) 4- Invertasi e saccarasi che agiscono sul saccarosio (per dare glucosio e fruttosio) 5- Glucanasi che agiscono sui glucani (i.d. polimeri del glucosio: amilosio, cellulosa, zimosano (prodotto glucidico che non ha una ben definita composizione. Corrisponde al residuo insolubile del lievito autolisato. Contiene essenzialmente -1->3 glucani e glucomannani), glicogeno, amilopectina, pullulano, curdlano (legami beta 1->3); ciclodestrine; destrano (legami 1->6). I legami tra le unità di glucosio sono molto variabili. Possono essere di tipo e e in 1->4; 1->6; 1->3; o 1->1 (trealosio). Vari -glucani di origine vegetale rafforzano il sistema immunitario). 6- Pullulanasi (o enzima deramificante); 7- Cellulasi (producendo cellodestrine, cellobiosio e/o glucosio 8- Elicasi che agiscono sui legami glicosidici 1->3 (da non confondere con l’enzima implicato nel processo di replica del DNA) 9- Pectinasi 10- Chitinasi 11- ecc. Si possono avere due tipi di CARBOIDRASI, a seconda che idrolizzano all’interno (endo) o alle estremità (eso) delle molecole substrato. Le endo-carboidrasi (es. l’-amilasi) catalizzano l’idrolisi dei legami glicosidici interni, mentre le eso-carboidrasi (es. la -amilasi) catalizzano l’idrolisi dei carboidrati rimuovendo unità di -maltosio* dalle estremità NON RIDUCENTI di carboidrati complessi. La sua azione termina in prossimità dei legami intercatena 1->6. Quindi l’amilosio lineare viene completamente idrolizzato in maltosio, mentre l’amilopectina ramificata, viene degradata solo in parte e si trasforma in -maltosio e -destrine limite. Le pectinasi sono state già trattate • *Cellobiosio: -D-Glucosio (1 -> 4) -D-Glucosio • -Maltosio: -D-Glucosio (1 -> 4) -D-Glucosio ENZIMI AMILOLITICI L’amido, uno dei polimeri più abbondanti sulla Terra, è un polimero di molecole di glucosio, legate mediante legami alfa-glicosidici: Amilosio glucano lineare con legami alfa-1,4 Amilopectina glucano lineare con legami alfa-1,4 e ramificato con legami alfa1,6 Le amilasi (-amilasi, -amilasi, -amilasi o glucoamilasi o amiloglucosidasi) scindono le catene dei costituenti dell’amido, introducendo una molecola d’acqua, a livello dei legami glucosidici. ENDOAMILASI (-amilasi) PM 15-50k Industria alimentare Attaccano il polimero all’interno delle catene a qualsiasi punto. Scindono il legame -1,4 e portano alla formazione di DESTRINE di diversa lunghezza (eritrodestrine con PM elevato e le acrodestrine con PM più basso). Es. la ptialina salivare, l’amilasi pancreatica, la takadiastasi (alfa-amilasi da A. orizae) e diverse amilasi di microrganismi. Le endoamilasi salivari e pancreatiche hanno una elevata attività, con pH ottimale intorno a 7. L’amilasi pancreatica può idrolizzare 4 milioni di volte il suo peso in amido. ESOAMILASI (presenti in vegetali o microrganismi) Attaccano le estremità non riducenti delle catene di -D-glucosio e liberano - molecole di maltosio, idrolizzando il penultimo legame glicosidico -1->4; - molecole di glucosio, idrolizzando l’ultimo legame -1->4 o -1->6 o -1->3. Nel primo caso abbiamo le -amilasi. Nel secondo caso si hanno le glucoamilasi o -amilasi o amiloglucosidasi. Un esempio di -amilasi disponibile commercialmente è quella prodotta da Aspergillus o Rhizopus. Ha una bassa specificità e idrolizza legami -1,4 , ma anche (benchè a velocità minore) -1,3 e -1,6. Libera -glucosio. Le glucoamilasi sono utilizzate nell’industria della lavorazione e trasformazione dell’amido per preparare sciroppo di GLUCOSIO. AMILASI COINVOLTE NELLA IDROLISI DEI CARBOIDRATI ALIMENTARI Saliva e succo pancreatico Orletto a spazzola Prodotti finali Substrato Enzima Substrato Enzima Amilosio Amilasi (salivare-pH opt. 6,9; pancreatica) Maltotrioso, Maltosio Isomaltasi (50)* Maltasi (25) Saccarasi (25) Glucosio Amilopectina Amilasi -destrina limite (ramificata) Isomaltasi (-destrinasi) (95) Glucosio Maltasi (5) * Importanza relativa per Saccarosio Saccarasi (100) Glucosio e fruttosio Lattosio Lattasi (100) Galattosio e glucosio il substrato -amilasi -amilasi 8 -amilasi -amilasi Maltosaccaridi lineari con grado di polimerizzazione (GP) 6-22 C -amilasi Sebbene le diverse amilasi catalizzino la stessa reazione – idrolisi del legame alfaglicosidico sullo stesso substrato– sono differenti sia per struttura che per meccanismo di reazione. STRUTTURA 3D delle - e -AMILASI Sia le - che le -amilasi hanno una struttura a TIM-barrel* [il classico (/)8-barrel fold]. (es. TIM= trioso-P-isomerasi) Il dominio catalitico consiste in una struttura a botte formata da 8 foglietti paralleli, circondati da 8 -eliche, collegate da regioni loop di varia lunghezza (le botti non sono identiche nei dettagli). Colorazione dal blue (N-terminale) al rosso (Cterminale) Dominio B * Barrel= barile STRUTTURA della GLUCOAMILASI La struttura 3D delle glucoamilasi (-amilasi) consiste di 6 -eliche parallele, circondate da altre 6 -eliche, parallele tra loro ma antiparallele rispetto alle prime [(/)6-barrel fold], collegate anch’esse da regioni loop di varia lunghezza. Barrel= barile In base alle differenze e alle similarità delle strutture primarie, gli enzimi amilolitici sono stati classificati nella famiglia delle idrolasi glicosidiche (GH, EC 3.2.1.-): 1. -amilasi – clan GH-H (famiglie GH13, GH70 e GH77) 2. -amilasi – famiglia GH14 3. glucoamilasi – famiglia GH15. Questa classificazione riflette anche le differenze nel meccanismo di reazione tra i tre tipi di amilasi. http://www.cazy.org/ Clan GH-H: famiglie GH13, GH70 e GH77 Comprende non solo idrolasi (EC 3), ma anche transferasi (EC 2) e isomerasi (EC 5= es. TIM): GH13, GH70 e GH77 rappresentano la famiglia delle -amilasi. Le caratteristiche catalitiche comuni ai circa 30 enzimi del clan GH-H sono: 1. Dominio catalitico TIM-barrel [(/)8barrel fold], con un lungo loop che unisce il filamento 3 con l’elica 3, noto come dominio B; 2. Stesso meccanismo di reazione, in cui l’aspartato del filamento 4 funge da base (nucleofilo) e il glutammato 5 funge da donatore di protoni (catalisi acido-base), con l’aiuto di un terzo residuo di aspartato 7, essenziale per il legame con il substrato. 3. Utilizzano un meccanismo che mantiene la conformazione anomerica del legame -glicosidico. Presentano strutture primarie molto diverse, sono conservati dagli 8 ai 10 residui, essenziali per l’attività enzimatica E H 3 e 7 D 4 e 7 Base nucleofilo Famiglia delle -amilasi GH13 Comprende più di 30 enzimi e più di 2000 sequenze e rappresenta la più importante famiglia del clan GH-H. Famiglia delle -amilasi GH14 e delle glucoamilasi GH15 Entrambe utilizzano un meccanismo di inversione della conformazione anomerica del legame -glicosidico: i prodotti di reazione sono infatti anomeri. -amilasi GH14 I residui coinvolti nella catalisi sono Glu186 e Glu380, al C terminale dei filamenti beta 4 e beta 7, rispettivamente. Indispensabile anche il ruolo di Asp101 e Leu383. Glucoamilasi GH15 I residui di Glu179 e Glu400 sono i residui chiave per l’attività catalitica. Amilasi utilizzate nei processi industriali: -amilasi L’enzima più utilizzato per la degradazione industriale dell’amido è la aamilasi, una -1,4-glucanoidrolasi. L’enzima (EC 3.2.1.1) contiene una caratteristica tasca di legame per il substrato, che può accogliere da 4 a 10 unità di glucosio della molecola di substrato, sebbene ogni sito di legame ha affinità per una sola unità di glucosio della catena polisaccaridica di amido. Le differenze, strutturali e cinetiche, tra le varie -amilasi sono determinate da: 1. numero di siti di legame per il substrato 2. posizione del dominio catalitico 3. lunghezza del frammento oligosaccaridico rilasciato in seguito all’idrolisi 4. natura del prodotto finale 5. Capacità di rompere un legame -1,4 in prossimità di una ramificazione 1,6 6. temperatura ottimale di reazione (varia tra i 25 e i 95°C) 7. presenza di ioni Ca2+ Le -amilasi catalizzano la rottura del legame -1,4-glicosidico nella porzione interna della molecola di amido, causando una rapida diminuzione del peso molecolare. Possono essere divise in: 1. -amilasi che provocano liquefazione substrato con più di 15 unità di glucosio 2. -amilasi che provocano saccarificazione (processo industriale che consiste in una idrolisi amilasica dell’amido gelatinizzato*, che fornisce essenzialmente maltosio). L’idrolisi prolungata dell’amilosio produce maltosio, maltotriosio e catene oligosaccaridiche di varia lunghezza, cui generalmente segue un secondo stadio della reazione che produce glucosio dal maltotriosio. * Gelatinizzazione: perdita della struttura semicristallina del granulo di amido in seguito a trattamento idrotermico ( >50°C). Le -amilasi vengono utilizzate in un gran numero di processi industriali, che avvengono sotto diverse condizioni fisiche e chimiche. Ogni enzima è specifico per ciascuna applicazione Generalmente, enzimi termostabili vengono preferiti, visto che le alte temperature: favoriscono la gelatinizzazione (perdita della struttura semicristallina del granulo di amido in seguito a trattamento idrotermico.) abbassano mediamente la viscosità accelerano la velocità della reazione abbassano il rischio di contaminazioni batteriche inattivano gli enzimi dei prodotti alimentari, che potrebbero portare alla formazione di prodotti indesiderati durante la reazione. L’-amilasi termostabile più utilizzata è quella prodotta dal Bacillus licheniformis rimane attiva per diverse ore alla temperatura di 90°C Pyrococcus woesei 40-130°C (optimum 100°C, pH 5.5) Pyrococcus furiosus 40-130°C (optimum 100°C, pH 6.5-7.5) Tuttavia, per i processi industriali, le -amilasi dovrebbero rimanere attive ad un pH intorno a 4.0 Nessuna delle -amilasi termostabili ha una stabilità a tale pH, quindi studi di ingegneria proteica stanno cercando di favorire questa proprietà. Amilasi utilizzate nei processi industriali: Enzimi deramificanti Ci sono due principali gruppi di enzimi endo-deramificanti, che tagliano il legame -1,6-glicosidico di amilopectina, glicogeno, pullulani e relativi oligosaccaridi: Pullulanasi (EC 3.2.1.41) attaccano il legame -1,6, liberando oligosaccaridi lineari di glucosio -1,4. Neopullulanasi e amilopullulanasi (EC 3.2.1.135 e 3.2.1.1/41) attive verso entrambi i legami (-1,4 e -1,6) Le pullulanasi sono piuttosto termostabili: Klebsiella pneumoniae, Bacillus acidopullulyticus 50-60°C Thermus caldophilus 75°C - fino a 90°C, pH 5.5 La maggior parte delle amilopullulanasi viene estratta da batteri termofili: Bacillus subtilis Thermoanaerobium brockii Clostridium thermosulphuricum Thermus acquaticus Pyrococcus woeser 105°C, pH 6.0 Amilasi utilizzate nei processi industriali: Eso-idrolasi -amilasi (EC 3.2.1.2) glucoamilasi (EC 3.2.1.3) Entrambe agiscono alle estremità non riducenti di amilosio, amilopectina e glicogeno, producendo carboidrati di basso peso molecolare in conformazione -anomerica. Il principale prodotto finale dell’idrolisi catalizzata dalla -amilasi è il maltosio; la glucoamilasi produce glucosio. Strutturalmente, questi due enzimi fanno parte rispettivamente delle famiglie GH14 e GH15, ma, mentre le -amilasi presentano una struttura (/)8-barrel fold, le glucoamilasi hanno una struttura (/)6-barrel fold. Tutte le -amilasi non sono in grado di tagliare i legami -1,6 e i prodotti finali sono rappresentati da maltosio e destrine “-limite” ( polimeri prodotti dall’idrolisi dell’amilopectina con amilasi, che non può idrolizzare i punti di ramificazione -1, 6) Quando quindi la degradazione dell’amilopectina è completa, solo il 50-60% risulta convertito in maltosio. Solo nel caso dell’amilosio, che non presenta o che presenta poche ramificazioni, la resa è del 75-90%. L’accumulo di destrine -limit non è desiderabile perché aumenta la viscosità degli sciroppi di maltosio. Le -amilasi sono presenti in molte piante superiori e in microrganismi quali Pseudomonas, Bacillus e Streptococcus, ma non resistono a temperature superiori ai 60°C. Le glucoamilasi tagliano preferenzialmente i legami -1,4, ma possono tagliare anche quelli -1,6 e -1,3 le glucoamilasi sono capaci di degradare completamente l’amido in glucosio A concentrazioni medie di glucosio del 30-35% durante la reazione, le glucoamilasi possono anche catalizzare la reazione inversa e formare maltosio, isomaltosio e altri sottoprodotti, abbassando quindi la resa del processo. Fonti: - Piante - Animali - Microrganismi (Saccharomices, Endomycopsis, Aspergillus, Penicillium, Mucor, Clostridium) 45-60°C (come le -amilasi, sono rare tra i microrganismi termofili) pH 4.5-5.0 APPLICAZIONI 1- Preparazione di idrolizzati di amido La reazione di degradazione dell’amido avviene in 2 step. i) Liquefazione Il 30-40% dei granuli di amido è gelatinizzato*, ad una temperatura di 90-115°C. L’aggiunta di endoamilasi termostabili (EC 3.2.1.1) in questa fase del processo protegge dal rapido aumento della viscosità della soluzione di amido, causata dal rilascio di amilosio durante il rigonfiamento dei granuli. L’idrolisi enzimatica dell’amilosio da parte dell’-amilasi procede fino a quando la lunghezza della catena del prodotto di reazione contiene circa 10-20 unità di glucosio: a questo punto, infatti, il frammento di amido prodotto non riesce più a legare bene l’enzima. Si produce quindi una miscela di malto-oligosaccaridi che contengono legami 1,6 che l’ -amilasi non è stata in grado di rompere. * Perdita della struttura semicristallina del granulo di amido in seguito a trattamento idrotermico. La gelatinizzazione riguarda soprattutto l’amilosio che tende a venir espulso dal granulo. Aumenta notevolmente la suscettibilità all’idrolisi da parte di amilasi ed è accompagnata da un aumento della viscosità. II)SACCARIFICAZIONE Questo processo avviene a temperature più basse (55-60°C) e porta all’idrolisi degli oligosaccaridi con formazione di glucosio o maltosio in reazioni catalizzate dalle glucoamilasi (EC 3.2.1.3) o dalle beta-amilasi (3.2.1.2), rispettivamente. La resa della reazione può essere aumentata (fino al 94%) aggiungendo pullulanasi (EC 3.2.1.41) o altri enzimi deramificanti l’uso delle pullulanasi aumenta la resa fino al 94%. Segue-> Preparazione di idrolizzati d’amido Ca2+ aumenta la stabilità dell’enzima v 105-90°C DE= destrosio equivalente (Destrosio= glucosio) Per l’amido: DE=1 Per il maltosio: DE=ca.50 Per il glucosio puro: DE=100 Segue-> preparazione di idrolizzati di amido 1 -amilasi termostabili (B. lichenifromis 90°C, pH 5.5-6.0) 2 -amilasi e glucoamilasi non termostabili 3 Segue-> preparazione di idrolizzati di amido 4,5 è il pH della sospensione di amido. Quindi bisogna prima aggiustare il pH a 6 (con NaOH) perché a questo valore sono attive le -amilasi. Successivamente la temperatura deve essere abbassata ed il pH portato a 4 (con HCl) per favorire l’azione delle beta-amilasi e glucoamilasi . La necessità di aggiustare pH e temperatura, rendono il processo più costoso e rendono necessario un ulteriore passaggio cromatografico sul prodotto finale per eliminare l’NaCl formatosi. Allora una importante innovazione di questo processo potrebbe essere rappresentato dalla degradazione dell’amido in un unico step, disponendo di: 1. -amilasi più stabili termicamente, che richiedano un pH più basso e non richiedano l’utilizzo di sali di calcio per la propria attività 2. Tutti gli enzimi della fase di saccarificazione attivi a condizioni compatibili con quelle dell’-amilasi -glucosidasi (EC 3.2.1.20) idrolisi del legame -1,4 all’estremità non-riducente e -1,6, con formazione di glucosio come prodotto finale. 2- Isomerizzazione del glucosio L’isomerizzazione del glucosio derivato dall’amido in fruttosio conferisce una maggiore dolcezza agli sciroppi comunemente utilizzati per i prodotti alimentari e le bevande (saccarosio 1; fruttosio 1,35-1,7; glucosio e galattosio 0,75; maltosio 0,4). Lo sciroppo di fruttosio viene generalmente preparato utilizzando un processo in continuo catalizzato dalla glucosio isomerasi (EC 5.3.1.5) immobilizzata, ad una temperatura di 55-60°C. A queste condizioni, solo il 40-42% di glucosio viene convertito in fruttosio. La resa del processo può essere aumentata alle alte temperature che spostano l’equilibrio della reazione verso un aumento della concentrazione del fruttosio. Questo però fa diminuire la vita media dell’enzima, estratto da un batterio mesofilo, e aumenta la quantità di sottoprodotti che si formano in seguito alla reazione di Maillard che interviene proprio ai valori di pH leggermente alcalini necessari per l’attività della glucosio isomerasi. Anche in questo caso è necessaria una gel-filtrazione per allontanare il glucosio e altri grossi polisaccaridi presenti. Questo passaggio può essere evitato utilizzando una glucosio-isomerasi maggiormente termostabile, che sia attiva ad un pH più acido, in modo da evitare indesiderate reazioni collaterali. 3- Produzione di trealosio Gli sciroppi di amido o di maltosio possono essere trasformati in trealosio, in una reazione catalizzata da un enzima isolato da microrganismi termofili o mesofili. Il trealosio è un disaccaride stabile, non riducente, formato da un legame -1,1 tra due molecole di glucosio. E’ coinvolto nella protezione delle strutture biologiche durante il congelamento, essiccamento o la cottura. I cristalli amorfi di trealosio : intrappolano le molecole biologiche, senza modificarne la struttura nativa e limitando di conseguenza i danni alle sostanze durante l’essiccamento sono permeabili all’acqua ma impermeabili agli esteri aromatici idrofobici: questo limita la perdita di composti aromatici responsabili de sapori e questo favorisce la produzione di cibi essiccati che mantengano lo stesso sapore del prodotto fresco. Il trealosio inoltre: è leggermente dolce è solubile è stabile a pH bassi riduce l’attività dell’acqua ha bassa igroscopicità abbassa la temperatura di congelamento non caramellizza non subisce la reazione di Maillard prezioso ingrediente alimentare Viene utilizzato per: bevande, cioccolata e caramelle, prodotti da forno, latticini, derivati della frutta…….. Gli enzimi utilizzati per la produzione di trealosio dall’amido sono: 1. maltooligosil-trealosio sintasi converte il legame alfa-1,4 terminale dell’estremità riducente del maltooligosaccaride nel legame alfa-1,1 del trealosio 2.maltooligosil-trealosio trealo-idrolasi rimuove il trealosio durante l’idrolisi del legame alfa-1,4 tra la seconda e la terza unità di glucosio, ripetendo questa operazione fino a quando la catena oligosaccaridica rimanente consiste di 2, massimo 3 unità di glucosio. Il maltooligosaccaride di partenza viene prodotto trattando l’amido liquefatto con enzimi deramificanti. 4- Sintesi di ciclodestrine Gli enzimi amilolitici (batterici) vengono utilizzati anche per la produzione di ciclodestrine. 1. -amilasi e pullulanasi oligosaccaridi non ramificati 2. Ciclomaltodestrina glucanotransferasi taglio degli oligosaccaridi lineari per ottenere oligosaccaridi di 8 unità. Questo enzima è estremamente termostabile (fino a 100°C) e possiede anche un’attività -amilasica e questo consente la produzione di ciclodestrine senza l’aggiunta delle alfaamilasi per la liquefazione preliminare. A causa della struttura elicoidale di questi oligosaccaridi, le due estremità di ciascuna molecola sono molto vicine e di conseguenza possono facilmente unirsi a formare la struttura caratteristica delle ciclodestrine. Il prodotto finale è una miscela di -, - e -ciclodestrine a 6, 7 o 8 residui di glucosio, rispettivamente con legami -1,4. Le ciclodestrine hanno una struttura conica in cui i gruppi ossidrilici sono localizzati sulla superficie, mentre l’interno è apolare e può facilmente formare complessi con molecole idrofobiche . Es. 1. Rimozione dell’amaro dai succhi di agrumi 2. Protezione dei lipidi dall’ossidazione 3. Rimozione del colesterolo dalle uova Incapsulamento di principi aromatici