ETIOPIA Paesaggi, storia e religiosità dell’altopiano Le città imperiali, i superbi panorami e la spiritualità dell’Etiopia del Nord 14 giorni – in hotel I grandi scenari dell’altopiano abissino e la cultura copta che da due millenni permea la vita dei popoli del nord. L’itinerario, effettuato in fuoristrada, tocca tutte le località più suggestive lungo strade molto panoramiche che costeggiano le impressionanti montagne del Semien, profonde vallate punteggiate di villaggi, il lago Tana e infine le cascate del Nilo Azzurro. Dall’atmosfera religiosa dei fedeli che pregano nelle incredibili chiese monolitiche di Lalibela (Unesco), scavate nella roccia e sicuramente uno dei luoghi più affascinanti d’Africa, alla pace del lago Tana, coi monasteri riccamente decorati e custodi di antichissimi manoscritti. I castelli medievali di Gondar (Unesco), città imperiale ribattezzata la ‘Camelot d’Africa’; le impressionanti montagne del Parco Naturale del Semien (Unesco), con cime fino spettacolari che raggiungono i 4.000 mt, abitato da volpi rosse, babbuini gelada dal petto rosso e dove crescono le rarissime lobelie giganti. Axum (Unesco), capitale di una civiltà-impero che influenzò vasta parte dell’Africa, coi suoi famosi obelischi e la leggendaria Arca dell’Alleanza che si narra sia nascosta in una delle sue chiese. I resti di Yeha, antichissima civiltà risalente a 3000 anni fa, e la regione del Tigray, con innumerevoli chiese rupestri scavate in luoghi impensabili e nascoste alla vista. Infine gli affollati mercati frequentati dalle genti dell’altopiano che percorrono chilometri a piedi per vendere i loro semplici prodotti. Un paese africano diverso da tutti gli altri, con una lunga storia che si perde nella notte dei tempi e che reclama di diritto la discendenza millenaria della sua stirpe reale da Re Salomone e dalla Regina di Saba. I gruppi sono accompagnati da esperte guide locali parlanti italiano o dai nostri tour leader. PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenze 2016 / 2017 1° giorno / Roma – Addis Abeba Partenza da Roma Fiumicino alla sera per Addis Abeba, con il volo di linea diretto dell’Ethiopian Airlines per Addis Abeba. Pernottamento a bordo. (su richiesta e con supplemento è possibile prevedere il collegamento tra il proprio aeroporto e Roma Fiumicino). 2° giorno / Addis Abeba Arrivo al mattino, accoglienza da parte dello staff e trasferimento in città. Intera giornata dedicata alla visita della capitale dell’Etiopia. Sorta come piccolo agglomerato sull'altopiano, a 2.400 metri di altitudine, lungo le rotte carovaniere e successivamente ampliata da Menelik nel 1887, Addis Abeba, il "nuovo fiore", conta ora più di cinque milioni di abitanti e si fregia di essere la prestigiosa sede dell’Unione Africana, oltre che del più grande mercato all’aperto di tutta l'Africa. Prima una panoramica della capitale vista dalle colline di Entoto, ricoperte da una fitta boscaglia di eucalipti, appena alla periferia di Addis Abeba e che dall’alto dei loro 3.000 metri dominano la città. Si prosegue sugli ampi viali, lungo cui ammirare l’imponente e inaccessibile Palazzo di Menelik, chiuso alle visite, e la Piazza Meskel, da cui partì la rivoluzione di Menghistu. La Cattedrale di San Giorgio, dedicata al santo patrono d’Etiopia e voluta da Menelik per ricordare la vittoria di Adua nel 1896 del suo esercito sugli italiani, e l’imponente Cattedrale della Santissima Trinità, che ospita le spoglie dell’imperatore Hailé Selassié e della consorte. Trasferimento all’Intercontinental Addis Hotel (5*), per prendere possesso della camera e lasciarvi i bagagli. Pranzo in un ristorante locale e visita all’interessante Museo Nazionale che, tra i vari reperti, ospita lo scheletro di “Lucy”, l'Austrolopitecus Afarensis ritrovato nella valle dell’Awash nel 1974 che si ricollega all'inizio della storia dell'uomo e risale a tre milioni di anni fa (non di rado è la copia di Lucy, in quanto l’originale è spesso in “tournée mondiale”). Sempre nel pomeriggio, se rimane del tempo a disposizione, visita all’immenso mercato all’aperto, suddiviso in zone per tipologia di merci: dalle spezie ai tessuti, dai serramenti all’elettronica, tutto in un frenetico via vai di gente. (è possibile che per mancanza di tempo una visita slitti all’ultimo giorno). Cena in un ristorante e rientro in hotel per il pernottamento. 3° giorno / Addis Abeba – Sembete, il mercato della domenica – Dessié (ca. 370 km) Prima colazione e partenza al mattino, in fuoristrada, lungo l’arteria stradale principale che collega la capitale al nord del paese. Si costeggia il versante orientale dell’acrocoro abissino, con vette che sfiorano i 3.500 mt, attraversando numerosi villaggi sorti ai margini della strada. Il percorso, tra piccoli saliscendi e immerso in maestosi panorami, sfiora i 3.000 mt e superate le cittadine di Debre Birhan e Debre Sina ridiscende un dislivello di quasi 1.700 metri, coprendolo in poche decine di chilometri, fino a raggiungere la valle di Robit. Pranzo lungo la strada. Pochi chilometri ancora e sosta al villaggio di Sembete, dove ogni domenica si tiene il mercato settimanale. Qui si ritrovano Oromo e Amara, le etnie stanziali di questa regione dell’altopiano, e alcuni Afar semi-nomadi, per vendere e barattare le loro mercanzie. Il mercato si suddivide principalmente in due aree: la parte dove si vendono i prodotti agricoli e quella più caotica dedicata alla compravendita di animali, soprattutto cammelli, bovini e asini. Il mercato è all’aperto, in una piccola valle lambita da un corso d’acqua che la fa sembrare una piccola oasi, vivacizzata dai vestiti colorati delle donne e dagli sgargianti ombrelli che le stesse usano per ripararsi dal sole. Lasciato il mercato si riprende la strada ancora verso nord; pochi chilometri dopo aver superato Kombolcha, importante snodo commerciale e uno dei pochi varchi tra l’altopiano e la depressione dancala, si raggiunge la cittadina di Dessié (a 2.450 m.). Sistemazione al Time Hotel, in pulite e confortevoli camere con servizi privati. Cena e pernottamento. 4° giorno / Dessié – Bati, il mercato del lunedì – Woldya (circa 230 km) Al mattino, con una deviazione da Kombolcha, ci dirigiamo a est verso la Dancalia. Il paesaggio comincia a mutare: le vallate si aprono all’orizzonte, le cime sono sempre più isolate l’una dall’altra, si scende di altitudine e la pungente aria mattutina dell’altopiano sembra già un lontano ricordo. Dopo aver percorso circa 40 chilometri si raggiunge il villaggio di Bati (1.500 mt) dove ogni lunedì ha luogo un mercato, forse il più famoso di tutta l’Etiopia e certamente il secondo per grandezza dopo quello di Addis Abeba. Qui Oromo, Wollo e Afar danno vita a un frenetico commercio, spesso basato anche sul baratto di merci e animali: spezie, cereali, ortaggi, sementi, sale, utensili, nonché sarti e altri piccoli mestieri e l’immancabile bestiame. Tra odori e colori spiccano, come sempre, le donne, protagoniste assolute per la bellezza delle loro acconciature, tirate a lucido col burro o col grasso animale, e dei loro gioielli e monili tribali che ne identificano l’appartenenza al gruppo etnico. Pranzo a picnic e partenza verso nord, risalendo il margine orientale dell’altopiano, in parallelo alla depressione della Rift Valley. In queste valli terrazzate, solcate da piccoli fiumi, vivono i Wollo, in prevalenza cristiani. Di tanto in tanto si scorge qualche piccola chiesetta e la cassettina delle elemosine lungo la strada. Nel pomeriggio si raggiunge Woldya, al centro di una fertile valle a quasi 2.000 mt di altitudine. Sistemazione al Lal Hotel, immerso nel verde. Cena e pernottamento. 5° giorno / Woldya – la chiesa di Nakuto Leab – Lalibela (circa 170 km) Prima colazione e partenza al mattino ancora immersi in ampi panorami. Sosta lungo la strada per la visita alla piccola ma interessante chiesa rupestre di Nakuto Leab, ricavata nell’anfratto di una parete di roccia a strapiombo. Ultimo sovrano della dinastia Zaguè e nipote di Re Lalibela, il Negus Nakuto Leab fece erigere questa chiesa all’interno della grotta e la leggenda narra che qui il re si ritirò per un certo periodo conducendo una vita da eremita. Alcuni dipinti custoditi all’interno narrano la vita e le gesta del re. La chiesa ospita anche una preziosa e interessante collezione di croci antiche, manoscritti miniati e altre icone liturgiche e una piccola conca raccoglie le gocce d’acqua che, filtrando dalla volta in pietra, corre giù dalla chiesa più a monte di Ashetem Maryam e pertanto ritenuta benedetta e con proprietà curative. Si prosegue per Lalibela. Scoperta per la prima volta dagli europei nel 1520, Lalibela è rimasta sempre isolata a causa del difficile accesso che ne ha mantenuto intatta l'originalità e la bellezza. Secondo la tradizione locale, le celebri chiese monolitiche (Patrimonio UNESCO) sarebbero state costruite nell'arco di 23 anni da Re Lalibela, imperatore della dinastia Zaguè, prima del 1225, forse a opera di artigiani copti venuti dall'Egitto o da Gerusalemme. Sono evidenti le influenze bizantine e arabe nonché uno spiccato senso artistico che si riflette nei decori delle facciate delle chiese scavate nel tufo rossastro. Le chiese sono in tutto undici, ogni edificio è costituito da un unico grosso masso, la cui base è ancora unita alla roccia, isolato dal resto del terreno da una profonda e larga trincea. Scavato all'interno, il masso è stato lavorato esternamente in modo da assumere la forma di tetto, facciata e pareti ed è infine traforato per ottenere porte e finestre: opera finissima che presuppone un progetto assolutamente lucido e originale e denota un vivo senso dell'arte coadiuvato da una mano d'opera abilissima. All'interno alcune chiese sono decorate con bassorilievi ricavati direttamente nella roccia. La chiesa di Bet Giorgis, a forma di croce greca, presenta un tetto sostenuto all'interno da 4 colonne collegate da archi. Le undici chiese monolitiche si suddividono in due ‘blocchi’, distanti tra essi poche centinaia di metri: quello nord occidentale e quello sud orientale. Attraverso cunicoli e passaggi scavati nella roccia si potrà peregrinare da una chiesa all'altra per ammirare nel suo complesso questo monumento litico alla religiosità unico al mondo. All’arrivo sistemazione al Panoramic View Hotel, con una vista superba sulle valli circostanti. Pranzo e nel pomeriggio visita del primo dei due blocchi di chiese. Alla sera rientro in hotel. Cena e pernottamento. N.B. nelle chiese è obbligatorio entrare senza scarpe, vi consigliamo di portare un paio di calze aggiuntive da indossare solo per le visite all’interno. 6° giorno / Lalibela, “Gerusalemme d’Africa” – escursione alla chiesa rupestre di Yemrehanna Kristos Al mattino escursione nei dintorni di Lalibela. Le chiese fuori dal centro abitato, raggiungibili solo in macchina e spesso con un ultimo tratto a piedi, differiscono da quelle di Lalibela per stile architettonico e periodo. Interessante e insolita è la chiesa di Yemrehanna Kristos, costruita in un anfratto di roccia con la facciata esterna composta da strati sovrapposti di legno e pietra, che le conferiscono un piacevole effetto cromatico. Sulla strada di ritorno, lungo queste impervie piste di montagna, si ha modo di apprezzare come il giungere a Lalibela abbia proprio il sapore della Conquista in Terrasanta ... e non è un caso, forse, che il Re Lalibela abbia voluto ricreare proprio qui, tra queste ostiche montagne, che accompagnano il lento e maestoso incedere del fiume Takazzé nelle profonde valli, i luoghi santi della tradizione cristiana, per permettere ai suoi poveri sudditi un più agevole pellegrinaggio in Terrasanta appunto: riappaiono così in terra d'Africa dei biblici luoghi omonimi come Bethlehem, il Pretorio di Pilato, il fiume Giordano. Pranzo e nel pomeriggio si concludono le visite di Lalibela col secondo gruppo di chiese monolitiche. Spesso si incorre in cerimonie religiose: sono momenti unici, assolutamente autentici e originali da vivere assieme a un popolo estremamente ospitale, per respirare e cercare di capire questa profonda religiosità che permea il quotidiano e traspare in ogni espressione della cultura etiope dell’altopiano. Nel tardo pomeriggio, se vi sarà ancora del tempo a disposizione, si assisterà alla cerimonia del caffè in una casa tradizionale. Cena e pernottamento in hotel. 7° giorno / Lalibela – Bahar Dar (circa 320 km) Dopo colazione partenza per una lunga giornata di trasferimento, ma sempre viaggiando attraverso paesaggi pastorali. Lungo il tragitto si susseguono ampie vallate e pendii scoscesi, campi coltivati e piccole macchie, capanne isolate o adunate in piccoli nuclei. Poi ovunque, anche nelle lande più isolate, il piacevole incontro con la gente in cammino; è come se un moto perpetuo ne regolasse la vita quotidiana. La strada che conduce a Bahar Dar fu costruita dai cinesi una trentina d’anni fa. Si sviluppa a una quota tra i 2.500 e i 3.000 metri, ora è quasi interamente asfaltata (anche se il processo di degrado è rapidissimo) e sfiora i piccoli villaggi serpeggiando nelle profonde vallate. Ci saranno bellissime soste panoramiche, cariche di magica maestosità e talvolta, pur credendo di esser soli, come per incanto appaiono dal nulla bambini e adulti colmi di sorrisi e comprensibile curiosità. Pranzo a pic-nic lungo la strada e arrivo a Bahar Dar nel tardo pomeriggio. Sistemazione in camere con servizi privati al Blu Nile Resort, un hotel posizionato sulle sponde del Lago Tana. Cena e pernottamento in hotel. 8° giorno / Bahar Dar – Lago Tana – cascate del Nilo (75 km, di cui 14 in battello) Posizionata all’estremità meridionale del lago Tana, Bahar Dar è una cittadina piacevole, dal clima mite quasi tutto l’anno, coi suoi lunghi viali alberati e una vita sempre in fermento. Scuole, università e intensi commerci ne fanno una delle città più importanti d’Etiopia. In mattinata si effettua una escursione in battello sul lago Tana (circa 40 minuti di navigazione) per visitare alcuni interessanti monasteri (Ura Kidane, Asua Mariam) che si celano tra la fitta vegetazione delle sponde del lago, sulla penisola di Zege, dove hanno trovato rifugio e sepoltura i monaci e dove vi si conservano ancora pitture e manoscritti risalenti al Medio Evo. Gli affreschi che adornano le pareti illustrano scene del Nuovo Testamento e della vita dei santi locali, con uno stile primitivo dai colori intensi ed estremamente suggestivi. I monaci saranno orgogliosi di mostrare alcuni dei loro tesori: icone e manoscritti medievali, le stupende croci che vengono impugnate durante le processioni, corone, bastoni e paramenti sacri, tra cui i colorati e drappeggiati ombrelli. Posto a 1.860 metri di altezza, a forma di cuore, il lago Tana è di natura vulcanica: le rocce che lo circondano e formano le sue isole fanno ipotizzare che esso si sia formato in seguito a uno sbarramento dovuto a potenti eruzioni. Non tutti i monasteri sono visitabili dalle donne; addirittura neppure gli animali di sesso femminile possono mettere piede su certe isole. Ritorno a Bahar Dar e pranzo. (Per motivi legati al meteo o alla disponibilità del battello il programma potrebbe prevedere l’escursione sul Lago Tana al pomeriggio e le cascate del Nilo al mattino) Al pomeriggio partenza per un’escursione alle cascate del Nilo Azzurro. La cascata di Tississat, che in amarico significa “acqua fumante”, è stata descritta dai viaggiatori come una tra le più belle del mondo: il Nilo Azzurro, che scorre tranquillo tra rive distanti forse 250 metri e rivestite di splendida vegetazione, si allarga fino a formare un fronte di quasi 500 metri e, dividendosi in quattro bracci principali tra le rocce lavorate e rivestite di muschi, erbe e alberi, precipita con un salto di circa 50 metri in una stretta e pittoresca gola. L'acqua si polverizza con alto fragore in nebbia, visibile da lontano e che ha dato il nome alla cascata (facciamo presente che a causa delle nuova diga a monte del lago Tana, il livello del lago a volte è basso e quindi le cascate potrebbero risultare quasi in secca). Si mettono così a nudo uno strato di basalto e più sotto uno strato di tufo con ossidiana. Per raggiungere le cascate è necessario effettuare una camminata di circa mezz’ora, molto interessante in quanto si incontra gente del posto che si reca a piedi, sempre carica di fardelli, nei villaggi circostanti e attraversando l’antico ponte di pietra in stile portoghese, costruito nel XVII secolo per volere di re Fasiladas. Ritorno a Bahar Dar. Cena al ristorante e pernottamento in hotel. 9° giorno / Bahar Dar – Gondar (circa 170 km) Prima colazione e partenza per Gondar lungo una bella strada che si snoda tra i villaggi, attraverso un paesaggio ondulato dominato da un imponente torrione vulcanico e i resti del primo castello costruito nella regione dai regnanti etiopi. La città imperiale di Gondar è situata su una piatta dorsale che da una corona di elevate montagne scende verso sud, in vista dell’ampissimo specchio del lago Tana. Fu sede degli Imperatori d’Etiopia nei sec. XVII-XVIII, di quell’epoca conserva lo splendore delle pittoresche rovine dei celebri castelli imperiali (Patrimonio UNESCO) e alcune delle sue quarantaquattro antiche chiese che ne fanno una delle città più interessanti del paese, tanto da essersi meritata l’appellativo di ‘Camelot d’Africa’. Il grande “castello di Fasiladàs”, con quattro torri angolari rotonde e un torrione quadrato, la cui elegante facciata ricorda vagamente le costruzioni del nostro Rinascimento, è a due piani con slanciati portali e finestre; a fianco c’è lo slanciato “Castello di Iasù I°” o della Sella, a pianta rettangolare con torri su tre angoli. Separato dal complesso ci sono i suggestivi ‘bagni di re Fasiladas’, una stupenda costruzione in stile medievale, immersa in una verde parco circondato da alberi secolari e collocata all’interno di una grande piscina rettangolare (ora spesso asciutta) e come unico accesso un pontile di pietra che ci ricorda un castello europeo circondato dal fossato e col suo ponte levatoio. Pranzo in un ristorante. Nel pomeriggio proseguono le visite con la chiesa di Debre Berhàn Selassiè, in cima a una collina (2239 mt) tra una bella vegetazione, costruita durante il regno di Iasù il Grande, ricchissima di pitture e resa universalmente celebre dallo stupefacente e suggestivo soffitto “a serafini”. Tutto il monte, al tempo degli imperatori, doveva essere fittamente abitato, come testimoniano i muretti e le rovine coperti dalla vegetazione. Alla sera sistemazione al Goha Hotel (o altro similare 3*), cena e pernottamento. 10° giorno / Gondar – montagne del Semien (circa 120 km) Colazione e partenza verso nord, attraverso i paesaggi forse più belli e spettacolari del paese. Si percorre la strada costruita dagli italiani negli anni ’30, un vero capolavoro di ingegneria. Si raggiungono le montagne del Semien, selvaggia e imponente serie di picchi con cime che superano i 4000 metri di altezza (il monte Ras Dashan coi suoi 4.534 mt è la 4° montagna d’Africa). Soste panoramiche permetteranno di apprezzare appieno i meravigliosi scenari che ci circondano. All’altezza di Debark si devia dalla strada principale imboccando la diramazione che conduce al Parco Nazionale del Semien, area naturalistica che si sviluppa a un’altezza media di 3.200 metri e dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO al fine di proteggere alcune specie rare ed endemiche. Pranzo lungo la strada, cena e pernottamento in hotel in una semplice struttura all’interno del parco o, in alternativa, in un semplice hotel a Debark. 11° giorno / Parco Nazionale del Semien – Axum (circa 270 km) Al mattino presto colazione e visita del Parco Nazionale del Semien. Accompagnati da un ranger locale, si effettua una breve escursione a piedi nel parco dove vivono alcuni animali endemici. Non difficile da avvistare sono i babbuini Gelada – o ‘scimmia leone’, per via della folta criniera – mentre il più blasonato ma raro a vedersi è il cane del Semien, un canide selvatico affine al lupo che si cerca di proteggere dall’estinzione. Altrettanto raro è lo stambecco abissino (Walia Ibex) che vive solo in Etiopia e di cui ne sono stimati circa 500 esemplari. Tra gli uccelli merita di esser citato il gibeto, non raro da ammirare mentre si libra possente in volo. Non meno interessante è la flora endemica del parco, sviluppatasi al riparo di canyon e alti pinnacoli di roccia che rendono quest’area unica nel suo genere, che si diversifica dai pascoli di alta quota, con foreste e piante di tipo alpino. Pranzo lungo la strada. La strada panoramica, a un certo punto, scende vertiginosamente fino a 900 mt (con quasi 1000 mt di dislivello) nella valle del fiume Takazzè, per attraversarne il corso d’acqua e poi risalire nuovamente sull’altopiano. Il fiume segna il confine naturale tra la regione del Tigray e la regione Amhara. Tagliando in mezzo a verdi valli coltivate, circondati da panorami mozzafiato, in serata si raggiunge Axum, nell’estremo nord del Paese. Sistemazione allo Yared Zema Hotel, cena e pernottamento. (N.B. Si fa presente che la strada che collega Debark con Axum è in manutenzione. Lo stato di avanzamento dei lavori di questa imponente opera di rifacimento e di allargamento è in continuo evolversi ma è impossibile far previsioni sia sul termine sia sulle condizioni di viabilità che troveremo di volta in volta al nostro passaggio. Tempi e durate delle visite odierne nel Parco del Semien saranno in funzione della distanza tra l’hotel e l’ingresso del Parco.) 12° giorno / Axum – Adua – Yeha – Adigrat (circa 130 km) Al mattino visita di Axum, fondata qualche secolo prima di Cristo e vecchia capitale di uno dei più potenti imperi del mondo antico. Le colossali steli e le rovine dei palazzi (Patrimonio UNESCO) danno un’idea di quello che fu questo reame. Nella chiesa di Maryam Tsion, costruita per volere di Re Fasilidas intorno al 1650, è conservata, secondo la tradizione cui ogni etiope si sente indissolubilmente legato, la mitica "Arca dell'Alleanza", contenente le originali “Tavole della Legge” consegnate da Yahweh a Mosè sul Monte Sinai, poi rubata dal Tempio di Gerusalemme da Menelik, primo imperatore d'Etiopia, figlio della Regina di Saba e di Re Salomone. L’ingresso alla cappella contenente le sacre tavole è inibito a chiunque, solo il prete-custode può accedervi e nessun altro, una interdizione che alimenta fede e mistero. Lì vicino il Parco delle Steli, tra cui svetta quella che l’Italia restituì nel 2005 (alta 23 mt) prelevata su ordine di Mussolini per essere innalzata a Roma nel Circo Massimo, mentre la più grande stele mai costruita (33 mt) giace infranta in quattro imponenti pezzi. Ovunque ad Axum ci sono testimonianze che fanno rivivere parzialmente le glorie di un antico passato; anche la religiosità è un dogma per gli abitanti dell’altopiano, la forma della croce appare un po’ ovunque, sui monili, sui decori delle abitazioni, sulle vesti e persino molte donne si tatuano la croce in fronte o sulle tempie. Pranzo in un ristorante. Circa 20 km a est da Axum si trova Adua, località di grande importanza storica per il popolo etiope e italiano. Proprio le magnifiche montagne che la circondano fecero da scenario alla cruenta battaglia che nel 1896 vide fronteggiarsi l’esercito del Negus Menelik II con le nostre truppe coloniali. La sonora sconfitta italiana (circa la metà delle truppe cadde in battaglia) consacrò questo luogo e consegnò il decisivo evento alla storia per aver evitato all’Etiopia la colonizzazione europea, che, diversamente nel resto dell’Africa, avanzava inarrestabile. Più avanti sosta a Yeha, piccolo villaggio sovrastato da una roccia dalla forma di testa felina e costruito sui resti di un monumento dalle mura ciclopiche. Qui si erge l'unico tempio pagano ben conservato del periodo pre-axumita con iscrizioni in sabeo, l'alfabeto usato dai popoli della penisola arabica ed eretto probabilmente nel 700 a.C.. Non lontano dal tempio un monastero ortodosso dei primi del XX sec. dedicato ad Abba Aftse, uno dei nove santimissionari giunti in Etiopia dalla Siria per diffondere il Cristianesimo, ma che la tradizione vuole sia stato eretto sulle rovine di un tempio antichissimo fondato proprio dallo stesso santo. La strada procede tra paesaggi di montagna e verdissime vallate, siamo nel cuore del Tigray, a un’altitudine di circa 2.100 mt. Arrivo ad Adigrat nel pomeriggio e sistemazione nei caratteristici bungalows di pietra dell’Agoro Lodge, da cui si gode una notevole vista sul paesaggio circostante. Cena e pernottamento. 13° giorno / Adigrat – Makallè (circa 120 km) – Addis Abeba – partenza Dopo colazione partenza per Makallé. Il Tigray, assieme alle montagne del Semien e all’altopiano del Bale (nel sud), offre i paesaggi montani tra i più belli dell’Africa Orientale. Enormi e spaziose valli semidesertiche si susseguono l’un l’altra, ognuna impreziosita da isolati pinnacoli e formazioni monolitiche che ricordano vagamente la più famosa e cinematografica “Monument Valley” americana. In questo contesto sono quasi 120 le chiese rupestri che tra il IV e il XV secolo vennero scavate nella roccia. In antichità la loro invisibilità a occhio nudo e il difficile accesso erano voluti nel tentativo di celare questi luoghi sacri e i suoi tesori alle incursioni delle orde musulmane che dal Mar Rosso cercavano di penetrare all’interno, razziando villaggi e cercando di imporre l’Islam. Per loro fortuna, le genti etiopi riuscirono per secoli ad arginare l’avanzata mussulmana preservando così quella che ancora oggi è l’unica grande enclave “cristiana” del Corno d’Africa. Lungo la strada per Makallé, nei pressi del villaggio Wukro, si visiteranno un paio di chiese di facile accesso e tra le più interessanti del Tigray. Arrivo a Makallé e pranzo al ristorante. Trasferimento in aeroporto e volo di linea per Addis Abeba. Accoglienza all’arrivo e in funzione dell’orario, se vi sarà tempo, si effettuerà un breve giro per gli ultimi acquisti lungo le vie del centro dove si trovano delle belle gallerie d’arte o dei bei negozi di artigianato in cui acquistare interessanti oggetti, prevalentemente in legno e di uso comune presso le differenti tribù del Sud, come poggiatesta, vasi, pestelli, ciotole, contenitori vari o anche monili e croci copte in argento delle popolazioni dell’altopiano. Alcune camere in day-use (una camera ogni quattro persone) a disposizione fino alle ore 18h30 per sciacquarsi e cambiarsi. Cena in un ristorante caratteristico, con musiche tradizionali e balli folkloristici di tutta l’Etiopia. Trasferimento in aeroporto e imbarco sul volo diretto per l'Italia. Notte a bordo. (N.B. Si ricorda che l’orario dei voli domestici può subire variazioni e senza preavviso da parte della compagnia aerea) 14° giorno / arrivo in Italia Arrivo a Roma Fiumicino al mattino presto (su richiesta e con supplemento è possibile prevedere il collegamento tra Roma Fiumicino e il proprio aeroporto). Estensione al Parco Awash e Harar 13° giorno / Adigrat – Makallè (circa 120 km) – Addis Abeba Dopo colazione partenza per Makallé. Il Tigray… “Monument Valley” americana. In questo contesto sono quasi 120 le chiese rupestri … nei pressi del villaggio Wukro, si visiteranno un paio di chiese …. Arrivo a Makallé e pranzo al ristorante. Trasferimento in aeroporto e volo di linea per Addis Abeba... breve giro per gli ultimi acquisti... Cena in un ristorante caratteristico, con musiche tradizionali e balli folkloristici di tutta l’Etiopia. Rientro in hotel e pernottamento. 14° giorno / Addis Abeba – Parco Awash (circa 220 km) Al mattino partenza verso sud-est. Dagli oltre 2300 metri di Addis Abeba si scende di altitudine, la temperatura si alza rapidamente e il fresco dell’altopiano cede al caldo della piana. Si imbocca la grande arteria che collega la capitale col porto franco di Djibouti, seguendo quasi parallelamente l’alto corso del fiume Awash, che scorre per circa 1200 km prima di raggiungere e terminare la corsa nell’endoreico lago Abbé, che segna il confine con Djibouti. La presenza del fiume Awash mitiga il clima e il paesaggio di quest’area semidesertica, la sua importanza per l’ecosistema è fondamentale. Una vasta area protetta è stata dichiarata Parco Nazionale nel 1996 per la salvaguardia degli animali e del loro habitat. Il parco si estende a un’altitudine media di 800 metri; il confine meridionale è segnato dal fiume, che poi lo attraversa in direzione nord fino a perdersi nella depressione dancala, senza mai raggiungere il mare. Il sistema di valli del basso corso del fiume Awash, invece, sono Patrimonio UNESCO per via dei ritrovamenti paleontologici di enorme valore per l’Umanità. E’ nelle valli dell’Awash, proprio nella terra dei fieri Afar, che venne rinvenuto lo scheletro di Lucy. Sistemazione in un semplice lodge all’interno del parco o in un semplice hotel presso la cittadina di Awash. Dopo pranzo visita del parco, con possibilità di avvistare orici, kudu, gazzelle, facoceri, iene e babbuini. Se vi sarà tempo si visiteranno anche le piccole cascate che il fiume Awash forma prima di immettersi in un canyon. Il parco è da sempre il pascolo dei pastori nomadi Kereyu ma negli ultimi anni si sono spinti all’interno dei suoi confini anche i pastori Afar con i loro armenti, creando a volte delle dispute sulle rivendicazioni dei pascoli. La disputa dell’acqua è un argomento che accompagna l’uomo sin dai tempi di Lucy! Il fiume Awash, costeggiato da una vegetazione arborea perlopiù di tamarindi, mimose e acacie, mitiga un territorio ibrido tra deserto e altopiano dove la presenza dell’acqua, anche grazie a piccoli laghi o semplici oasi, ha addolcito la durezza del clima favorendo la vegetazione che – sebbene non cresca in maniera prorompente – consente comunque ai nomadi di potersi stanziare sia coltivando sia pascolando. Rientro al lodge, cena e pernottamento. 15° giorno / Parco Awash – Harar (circa 300 km) Lasciato il Parco Awash si prosegue per Harar. La strada inizialmente corre parallela all’unica linea ferroviaria dell’Etiopia (da Addis Abeba a Djibouti), addentrandosi sempre di più nel territorio degli Oromo e lasciandosi alle spalle i piccoli insediamenti Afar. Lentamente ma progressivamente la pista inizia a inerpicarsi sull’altopiano riguadagnando altitudine; ci ritroviamo nuovamente in un paesaggio collinare, tra villaggi di capanne a pianta quadrata e tetto conico in paglia degli Oromo, passando da verdi vallate coltivate e qua e là floride mucche al pascolo. Lungo questo tratto si godono degli scorci mozzafiato tra i più belli d’Etiopia. Man mano che ci si avvicina ad Harar le colture tradizionali lasciano il posto alle redditizie piantagioni di chat (detto anche qat), una pianta dalle proprietà stimolanti utilizzata mediante masticazione delle foglie tenere, a cui buona parte della popolazione maschile dedica le ore pomeridiane. Pranzo e pomeriggio dedicato alle visite di Harar. L’antica città di Harar, dichiarata nel 2004 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un atollo musulmano nella cristianità dell’altopiano. Harar porta con sé le influenze della cosmopolita cultura costiera del Corno d’Africa e ci conduce, nella cerchia delle antiche mura e attraverso il suo labirinto di vicoli e piazzette, in tempi lontani. Posta sulla sommità di un monte, a 1.880 metri di altezza, trasuda di un’architettura islamica unica nel suo genere in Etiopia e, con le sue piccole e candide moschee (più di 80, N.d.R.), viene considerata la quarta città santa dell’Islam. Fondata secondo alcune fonti prima dell’anno mille, ha da sempre rappresentato un’enclave islamica nell’acrocoro cristiano e fu da qui che alcuni sultani, in costante contatto culturale e commerciale con la Penisola Arabica, tentarono invano di conquistare e convertire all’Islam i popoli dell’altopiano. L’apice dello splendore venne raggiunto nel sec. XVI, un’epoca di fiorenti commerci per la città e durante la quale vennero erette le possenti mura di cinta. L’ingresso alla città era consentito solo agli islamici e fu per questo motivo che della bellezza di Harar non se ne seppe nulla per secoli, fin quando l’esploratore inglese Burton, nel 1854, riuscì a ottenere il permesso di soggiornarvi e di visitarla per dieci giorni. In città domina il bianco e tra i suoi minuscoli cortili e il dedalo di stradine si celano due case storiche: la residenza di Ras Makonnen, divenuto governatore della città quando Menelik II la strappò definitivamente al protettorato egiziano, e l’abitazione del poeta Arthur Rimbaud, restaurata grazie all’intervento di un’associazione culturale francese e oggi casa-museo. Un’attrazione serale della città è “l’uomo delle iene” che, sebbene negli anni si sia consolidato come spettacolo a beneficio dei turisti, in realtà è un rituale le cui origini vanno ricercate nei secoli addietro. In un piazzale esterno, antistante la porta settentrionale di accesso della città, col favore delle tenebre e rischiarati dalla luce delle torce, c’è un uomo che distribuisce a decine di iene tutti gli avanzi di carne ch’è riuscito a rimediare in giornata. Non impressiona tanto che la iena si avvicini di molto all’uomo quanto la confidenza con cui esse prendono il cibo quasi dalle labbra dell’uomo stesso. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento. 16° giorno / Harar e i suoi dintorni (la Valle delle Meraviglie e la Riserva di Babile) Colazione e al mattino escursione nei dintorni di Harar. Circa trenta chilometri a sud, superato il villaggio di Babile, si trova la valle di Dakhata, ribattezzata dagli italiani la “valle delle Meraviglie” per via del suo giardino di rocce, modellate dagli agenti atmosferici in forme bizzarre. Non lontano la Riserva di Babile che, sebbene ridimensionata a causa di un indiscriminato disboscamento, è l’habitat più settentrionale per gli elefanti del Corno ‘Africa. La boscaglia della riserva da riparo anche ai leoni etiopi, caratteristici per la criniera nera e difficilissimi da avvistare, e altre specie sia predatorie che erbivore. Rientro in città e dopo pranzo si concludono le visite di Harar. Oggi la popolazione è mista, oltre agli Hararì che conservano ancora in parte la loro lingua e la loro cultura convivono insieme Amhara, Tigrini, Oromo e Somali. Molto interessanti i loro mercati, spesso a ridosso delle antiche porte, che tra decine di bancarelle fittamente accostate avvolgono i sensi in un crogiolo di colori e odori. La città è anche famosa per la produzione della più pregiata qualità di caffè di tutta l’Etiopia. In serata rientro in hotel, cena e pernottamento. 17° giorno / Harar – Dire Dawa – Addis Abeba – partenza (circa 60 km) Prima colazione e partenza per Dire Dawa, la seconda città del paese per numero di abitanti. Sorta agli inizi del XX sec. come stazione lungo la linea ferroviaria Addis Abeba-Djibouti, Dire Dawa non ha nulla di interessante da offrire se non la netta contrapposizione della sua inelegante modernità alla raffinata bellezza senza tempo di Harar. Divenuta ben presto un importante centro finanziario, commerciale e industriale, la città ostenta un carattere multietnico e cosmopolita. Si effettuerà un breve giro conoscitivo, dopodiché pranzo in un ristorante e trasferimento in aeroporto in tempo per il volo per Addis Abeba. Accoglienza all’arrivo e trasferimento privato all’Intercontinental Hotel dove sarà disponibile una camera fino alle ore 18h30 per sciacquarsi e cambiarsi. Cena libera e dopo cena trasferimento in aeroporto. Imbarco sul volo diretto per l'Italia, pernottamento a bordo. (N.B. Si ricorda che l’orario dei voli domestici può subire variazioni e senza preavviso da parte della compagnia aerea) 18° giorno / arrivo in Italia Arrivo a Roma Fiumicino al mattino presto (su richiesta e con supplemento è possibile prevedere il collegamento tra Roma Fiumicino e il proprio aeroporto). Informazioni utili: Trasporti – Si utilizzano vetture fuoristrada, tipo Toyota Land Cruiser o similari (modelli dal 2008 in poi), con massimo 4 passeggeri + autista per auto. Minibus o bus previsti solo in Addis Abeba. Organizzazione – Staff etiope, guida di lingua italiana fino a 7 partecipanti. Accompagnatore italiano e autista/guida parlante inglese a partire da 8 partecipanti. Pasti e pernottamenti – A mezzogiorno si effettuano soste per il pranzo a pic-nic o in ristoranti locali. Cene in hotel o al ristorante. Acqua minerale sempre a disposizione sia ai pasti sia durante i trasferimenti. Hotel 5* ad Addis Abeba e 3* in tutte le altre località, comunque tra i migliori disponibili e sempre in camere con servizi privati. Clima – Sull’altopiano etiope il clima è temperato e secco, soleggiato con notevole escursione termica tra giorno e notte (anche 20°) dovuto all’altitudine. In inverno le medie sono di 20°-25° di giorno e 6°-10° di minima, ma nei passi di montagna più alti anche di giorno la temperatura può essere fresca. Nei mesi autunnali e primaverili, le temperature diurne oscillano attorno ai 25°-30° e quelle notturne da 10° a 15°. Disposizioni sanitarie – Per l’ingresso in Etiopia non è richiesta alcuna vaccinazione obbligatoria se si proviene direttamente dall’Europa. Rischio malaria basso poiché l’itinerario si svolge quasi tutto sopra i 2.000 metri, eccetto la tappa Lalibela-Bahar Dar e il lago Tana (1.800 mt). Si consiglia di informarsi presso l’Ufficio d’Igiene. Formalità burocratiche – Necessario il visto d’ingresso, ottenibile direttamente all’arrivo in aeroporto ad Addis Abeba ($ 50 o il corrispettivo in Euro). Il passaporto deve avere una validità residua di almeno 6 mesi e almeno due pagine libere. Grado di difficoltà – Viaggio di spiccato interesse storico-culturale, architettonico, paesaggistico e anche etnografico. Nel complesso molto facile e adatto a tutti, su strade in discrete condizioni e con una sola tappa lunga ma attraverso scenari maestosi. Facciamo presente che per un viaggio in Etiopia è sempre necessario lo spirito di adattamento, poiché il sistema ricettivo turistico non è paragonabile agli standard europei sebbene sia migliore di molti altri paesi africani. E’ richiesta maggiore flessibilità soprattutto in alta stagione e nei periodi delle feste copte (soprattutto il Timkat). Tutti gli alberghi fuori dalla capitale sono comunque buoni, tenendo conto del Paese in cui ci si trova, anche se la loro funzionalità non è sempre all'altezza delle aspettative. Si fa presente che le strutture utilizzate sono comunque tra le migliori nelle varie località. Possibili black-out di energia elettrica e di acqua corrente da tenere sempre in conto. Anche l’alimentazione è discreta, sebbene abbastanza varia. QUOTAZIONE PER PERSONA con partenza da Roma: € 2.850 base 11-14 partecipanti, con nostro accompagnatore dall’Italia € 2.960 base 8-10 partecipanti, con nostro accompagnatore dall’Italia € 2.780 base 6-7 partecipanti, con guida locale in italiano Da aggiungere: - (a) supplemento alta stagione aerea - (*) supplemento alta stagione locale - partenza da altre città - supplemento singola - tasse aeree, security e fuel surcharge - copertura assicurativa di viaggio (assistenza sanitaria, rimborso spese mediche, bagaglio, infortuni, “rischio zero”) incluse spese amministrative - costo individuale gestione pratica € 280 € 220 su richiesta € 400 € 370 € 82 € 80 Facoltative: - assicurazione annullamento viaggio facoltativa comprensiva dell’assicurazione integrativa medico/bagaglio 4,5 % - assicurazione integrativa facoltativa medico/bagaglio (per aumentare da € 15.000 a € 55.000 il rimborso delle spese mediche in loco e da € 750 a € 1.500 il rimborso bagaglio) € 45 Per le prenotazioni effettuate almeno 90 giorni prima della partenza, confermate dietro versamento dell’acconto di viaggio, verrà accordata, senza costi aggiuntivi, la polizza contro le penalità di annullamento viaggio e la polizza integrativa per alzare i massimali di rimborso per spese medico/bagaglio Date di partenza: 1) da venerdì 11 a giovedì 24 Novembre 2016 2) (a) da lunedì 26 Dicembre a domenica 8 Gennaio 2016 (alta stagione aerea, voli diurni con prima notte ad Addis Abeba – no mercati) 3) (*) da venerdì 13 a giovedì 26 Gennaio 2017 (in occasione del Timkat, l'Epifania Copta) 4) da venerdì 3 a giovedì 16 Marzo 2017 5) da venerdì 7 a giovedì 20 Aprile 2017 Le quotazioni includono: i voli di linea internazionali e locali in classe economica, accoglienza e trasferimenti privati aeroporto/hotel e viceversa, tutti i pernottamenti in hotel in camere con servizi privati, pensione completa durante tutto il viaggio, acqua minerale ai pasti e 1 litro di acqua minerale per persona al giorno durante i trasferimenti, trasporto con vetture fuoristrada per tutto l’itinerario fuori Addis Abeba e in minibus nella capitale, guida locale parlante italiano fino a 7 partecipanti e accompagnatore dall’Italia a partire da 8 partecipanti, gli ingressi ai musei, ai siti archeologici e i monasteri, visite ed escursioni come specificato sul programma, dossier culturale/informativo sul Paese. Le quotazioni non includono: le bevande extra ai pasti e fuori i pasti, eventuali tasse governative in uscita dal paese, il visto d‘ingresso (ottenibile in aeroporto dietro pagamento di U$D 50 o il corrispettivo in Euro), mance ed extra, le spese personali, le polizze contro le penalità di annullamento viaggio e per l’aumento dei massimali di rimborso spese mediche / bagaglio (facoltative), tutto quanto non espressamente specificato. NOTE IMPORTANTI • La quotazione è calcolata col valore del rapporto di cambio USD / Euro = 0,87 in vigore nel mese di Giugno 2016. In caso di oscillazioni del cambio, di +/- il 3% a 20 giorni dalla data di partenza, sarà effettuato un adeguamento valutario. • Per ragioni tecnico-organizzative – in fase di prenotazione o in corso di viaggio – l’itinerario potrebbe subire delle modifiche, per esempio in funzione degli operativi aerei dei voli locali che possono cambiare senza preavviso e persino pochi giorni prima della partenza. Anche in funzione delle disponibilità degli hotel e delle festività nelle varie località il circuito potrebbe essere modificato o effettuato in senso inverso. In caso ciò avvenga si cercherà di mantenere invariate quanto più possibile le visite e le escursioni programmate. • Le tariffe aeree prevedono classi di prenotazione dedicate, soggette a disponibilità limitata di posti. Al momento della prenotazione, in caso di non confermabilità della tariffa aerea preventivata, verrà comunicato l’eventuale supplemento. • Molte compagnie aeree prevedono oramai l’emissione immediata del biglietto. In tal caso verrà riferita questa informazione contestualmente alla conferma del viaggio, per poi procedere all’emissione, e l’acconto potrebbe includere l'intero importo del biglietto, che non sarà rimborsabile, e le penali del viaggio in questione derogheranno da quelle pubblicate sul catalogo e sul sito. • L'importo delle tasse aeree dipende dal rapporto di cambio del USD e del costo del petrolio, stabilito dalle compagnie aeree. Il valore esatto viene definito all’atto dell’emissione dei biglietti aerei. Milano, 04.07.2016 n.1 Organizzazione tecnica: I Viaggi di Maurizio Levi Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italia) Tel 0039 02 34934528 – Fax 0039 02 34934595 E-Mail: [email protected] // Web site: www.viaggilevi.com