Lezione I - WebDiocesi

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Benvenuti!
Teologia morale familiare
Teologia della famiglia
Scuola di Formazione Teologica S. Pier Crisologo
Corso Istituzionale - 3° anno
Prof. Dott.sa Angelica Morini
Famiglie gioiose
 “Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta
nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle
cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da
un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel
cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di
sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di
questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio,
la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente,
misericordioso, rispettoso verso tutti e soprattutto,
paziente. (…) La famiglia che vive la gioia della fede la
comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del
mondo, è lievito per tutta la società. ”
 (Papa Francesco, Giornata della famiglia, 26 ottobre 2013)
Indice del corso:
1. Genesi e Trinitarietà
2. Santità e scritti paolini
3. Famiglia Chiesa-domestica
comunità salvante
4. La Morale della Tenerezza di Dio
5. Attualizzazioni
1. Genesi e Trinitarietà
 La nascita della Teologia
Familiare
 La creazione dell’uomo
(maschio e femmina)
 secondo la Genesi (cap. 1 e 2)
 La famiglia icona Trinitaria
La dizione “teologia della
famiglia” è piuttosto recente.
Fino alla prima metà del XX
sec. si usava quasi solo quella
di “teologia del matrimonio”
ma l’uno completa e illumina
l’altro.
(Carlo Rocchetta)
La famiglia cristiana è fondata
sul matrimonio, ma non è
riducibile ad esso. La famiglia
è anzitutto una realtà terrena.
Ma la famiglia si offre ai
credenti anche come
realtà di ordine
sacramentale: un
“luogo teologico” nel
quale si rivela in modo
speciale, il mistero
unico e ineffabile di
Dio-Trinità-Amore.
Le nozze di Cana (Gv. 2,1-12)
L’inizio della missione di Gesù nel
Vangelo di Giovanni
inizia dalla famiglia,
dalla nascita della famiglia:
dal matrimonio
 Prima riflessione:
. miracolo non “essenziale”
. ruolo significativo di Maria, donna
e mamma, che si accorge
. accompagnare gli sposi ad un
inizio sereno è lasciare un
messaggio: nelle piccole e grandi
cose non siete soli! L’amore va oltre
le strette necessità e dà di più
 Seconda riflessione (Evdokimov):
. nel “Non hanno più vino” si può vedere
l’inaridimento della castità di un tempo, in
quanto integrità dell’essere.
. di solito si serve prima il vino buono e poi
quello scadente, ma a Cana l’ordine viene
capovolto.
. il buon vino del fidanzamento è una
fuggevole promessa e presto si esaurisce:
“tu hai servato il vino buono fino ad ora”, è
l’ora di Cristo, un presente senza termine.
Più gli sposi si uniscono in Cristo e più la
loro vita si riempie del vino di Cana, diventa
miracolo, diventa Chiesa-Sposa.
. il Vangelo, a partire da Cana, fa
comprendere che non nella specie, ma in
Cristo l’uomo è eterno.
Torniamo al principio…
Ripartiamo dalla Genesi
E Dio disse: « Facciamo hā’ ādām a nostra immagine,
secondo la nostra somiglianza…
E Dio creò hā’ ādām a sua immagine, a immagine di Dio
lo creò, maschio e femmina li creò» (Gn 1,26-27)
In ebraico la parola Adamo-uomo è un termine collettivo.
La Genesi dice letteralmente così:
“Creiamo l’uomo, ha adam (al singolare) essi domineranno (al
plurale); e Dio creò l’uomo (singolare) e li creò uomo-maschile e
uomo-femminile” (e qui il plurale si riferisce al singolare,
l’uomo).
L’uomo sta al di sopra della distinzione maschile-femminile.
L’uomo è una “creatura speciale”
 siamo speciali perché simili a Dio
 tre le caratteristiche che ci
rendono simili a Dio : intelligenza,
libertà e amore.
 Ma l’immagine trinitaria
In queste tre caratteristiche,
nella creazione dell’uomo
possiamo vedere un primo
va ancora oltre. Ne
accenno trinitario:
scopriamo ora il livello
il Padre Creatore, Onnisciente e
superiore, quello del
Onnipotente
rapporto, della
il Figlio, che sceglie di Incarnarsi e di
donarsi all’umanità
lo Spirito Santo , l’Amore perfetto di
Dio.
relazione tra l’uomo
e la donna.
Nel pensiero di Dio, un essere umano, preso
isolato e considerato in sé solo, non è
completamente uomo.
La nascita di Eva porta all’esistenza ciò che
stava in fermento nell’interno dell’essere.
Adamo era già prima Adamo-Eva:
“Questa si chiamerà Isha donna, perché fu presa
da Ihs uomo”.
(Pavel Evdokimov, Sacramento dell’amore)
Bellissima la spiegazione che ci offre il Talmud:
“La donna è uscita dalla costola dell’uomo,
non dai suoi piedi perché debba essere
pestata, né dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale..
un po’ più in basso del braccio per essere
protetta e dal lato del cuore per essere
amata”.
“Dio creò l’uomo a sua immagine, a
immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li
creò” (Gn 1,27).
L’immagine di Dio è proprio nella reciprocità della loro esistenza relazionale e nel
riconoscimento reciproco.
E’ il ribaltamento del mito dell’androgino di Aristofane (Platone Simposio):
uno che diventa due ma due che diventano uno.
non è
La coppia maschile – femminile rappresenta l’umanità compiuta.
L’uomo è primariamente un ESSERE RELAZIONALE.
Gn 2 spiega la creazione della donna proprio in risposta alla solitudine di Adamo:
“Non è bene che l’uomo sia solo (..)
Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie,
e i due saranno una carne sola” (Gn2,18. 24)
 “L’uomo - di qualsiasi età e civiltà - è messo di fronte alla
soluzione di un eterno problema: il problema di come superare
la solitudine e raggiungere l’unione.
È lo stesso
problema dell’uomo primitivo che viveva nelle caverne, del
nomade che si occupava del proprio gregge, del contadino
egiziano [...] dell’impiegato moderno.
È un problema che
nasce da un unico terreno: la situazione umana, le condizioni
dell’esistenza umana.”
(E. Fromm, L’arte di
amare)
E’ fin dal principio
che l’essere umano è un essere coniugale
La venuta di Eva realizza il grande mito
della “consostanzialità coniugale dell’uomo e della donna”,
cioè dell’essere una sola carne.
Il matrimonio è un “uscire da” per “andare verso”
La caduta descritta nella Genesi sconvolge
quest’ordine
Gesù si richiama al progetto originario quando risponde alla questione sul divorzio
Mc 10,1-12 «Per la durezza del vostro cuore Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio
e di ripudiare la propria moglie. Ma dall'inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina;
per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne.
Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gesù riporta il matrimonio al “principio”, quale
dono di grazia che l’umanità ha ricevuto dal Creatore
e proclama su di esso la novità della sua salvezza e l’inizio
di un rinnovato incontro uomo-donna in grado di
sconfiggere le degenerazioni del peccato e ricondurre il
matrimonio alla sua bellezza originaria.
In Oriente il matrimonio è così definito: l’unità di due persone in un solo
essere, una sola sostanza! L’io coniugale non sopprime le persone, ma è
secondo l’immagine della Trinità: l’unità delle Tre Persone in una sola
natura forma un solo soggetto: Dio, Uno e Trino insieme, così anche
l’unione coniugale.
L’uomo coniugale costituisce l’immagine del Dio Trino.
“La comunione d’amore che l’uomo e la donna
vivono nel dono sincero di sé è un’immagine della
comunione d’amore che è in Dio, per la quale le Tre
Persone si amano nell’intimo mistero dell’unica
vita divina” (MD 7).
Nella Genesi è chiaro che
la definitiva creazione dell’uomo
consiste nella creazione dell’unità dei due esseri
(Giovanni Paolo II, Catechesi sull’amore umano)
Dunque
identità e differenza.
La persona umana possiede una QUALITÀ COMUNIONALE: ogni essere
umano è una persona comunionale: ontologicamente aperta alla
comunione con il suo Creatore.
La comunione tra uomo e donna, come espressione primordiale di
ogni possibile comunione tra uomini, realizza l’imago Trinitatis
l’immagine trinitaria, quando si fonda nell’amore del Bene divino,
che è amore di carità.
(Angelo Scola, Mistero nuziale)
L’esperienza della contingenza porta al ritrovamento di
sé nella scoperta dell’altro: “Questa è carne della mia
carne e osso delle mie ossa”(Gn 2,23).
La reciprocità sessuale spalanca l’uomo al dono
sincero di sé che gli consente di ritrovarsi. (GS 24).
 Giovanni Paolo II (Lettera alle donne) usa il concetto di
“Unidualità”
con esso rileva l’importanza dell’altro per l’io
in consonanza con la rivelazione
di un Dio Trinità di persone, uguali e differenti,
in comunione di carità fra loro.
Nell’unità dei due si manifesta la natura nuziale dell’uomo:
nell’identità e per la differenza essi possono donarsi l’uno
all’altro nel matrimonio.
Dire che l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio
vuol dire anche che l’uomo è chiamato ad esistere per gli
altri, a diventare un dono
natura sponsale
nel matrimonio
nella scelta
verginale
Se l’amore tra l’uomo e la donna, nell’esperienza umana,
costituisce la forma paradigmatica dell’amore, essa però non
si esaurisce nel rapporto uomo-donna
L’altro infatti, luogo dell’ineliminabile differenza, non è mai solo
maschio o femmina, egli impersona al contempo, altri status; può
essere anche madre, padre, fratello, sorella , amico…
L’imago Dei non si esaurisce nella reciprocità e nella uni-dualità:
naturalmente
essa si esplica nella differenza sessuata in quanto relazionalità che si
apre ad un terzo da sé
che fa uscire i due dalla sfera duale-soggettiva dando vita
ad una comunione nuova,
la famiglia,
dove la relazione io-tu diventa pienamente “noi”.
Una “trinità” naturale
“Dio è papà,
più ancora,
è mamma!”
(Papa Giovanni Paolo I)
Se Dio ci ha creati a Sua immagine e
somiglianza come relazionalità di
amore e aperti all’amore, queste
sono le categorie che meglio
esprimono ciò che possiamo capire di
Dio e di noi stessi
Rembrandt “Il ritorno del figliol prodigo”
1668
Padre
Figlio
Genitorialità
Spirito Santo
Maschile -femminile
Scambio d’amore
(Cristo incarnato pienezza dell’umanità)
Paternità -maternità
Filiazione
Amorevolezza
“Se vedi la carità vedi la Trinità” (S. Agostino)
“Se vedi la famiglia, vedi la Trinità”
Grazie per l’attenzione!
Speriamo di rivederci lunedì prossimo
Breve bibliografia
 Omelia di Papa Francesco durante la Giornata della famiglia, in piazza
San Pietro, il 26 ottobre 2013
 Paul Evdokimov, Sacramento dell’amore Ed. CENS
 Angelo Scola, Il mistero nuziale 1. Uomo e donna Ed. Pul Pursia
 Carlo Rocchetta, Teologia della famiglia –Fondamenti e prospettive
EDB
 Interventi magisteriali di Giovanni Paolo II:
 - Familiaris Consortio (1981)
 - Catechesi del mercoledì sull’amore umano (1980-1984)
 - Mulieris dignitatem (1988)
 - Redemptoris custos (1989)
 - Lettera alla Famiglie (1994).
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