CASO N°1 Maschio di 71 anni, fumatore. Operato di ernia del disco a 47 anni. Comparsa di dolori vertebrali lombari e dorsali. Sottoposto ad indagine radiografica, che evidenzia danno artrosico alla colonna vertebrale e versamento pleurico dx. progressivo aumento del versamento. Toracentesi con estrazione di 700 cc di liquido siero-ematico. Esame citologico su liquido pleurico: versamento ematico comprendente cellule neoplastiche mal conservate. Verosimile adenocarcinoma. Il risultato dell’indagine immuonoistochimica (CK +, Vimentina -, CEA +, EMA +, Leu M1 +, Calretinina -) è indicativo nel senso di una neoplasia di origine epiteliale Nei giorni successivi riscontro di addensamento polmonare al lobo inferiore dx. Esame di espettorato e broncoaspirato. Esame citologico di espettorato e broncoaspirato: materiale bronchiale contenente muco, cellule cilindriche bronchiali, macrofagi endoalveolari e numerosi granulociti. Riscontro di cellule pavimentoso metaplastiche. Non evidenzia di cellule neoplastiche. Esecuzione di FNB sull’addensamento polmonare. Esame citologico di materiale ottenuto mediante FNB di massa polmonare: presenza di cellule epiteliali neoplastiche. Reperto indicativo nel senso di adenocarcinoma periferico del polmone. PUNTI DA APPROFONDIRE 1. Individuare le cause di un versamento pleurico (senza specifico riferimento al caso in questione). 2. Identificare gli elementi distintivi tra versamento trasudatizio ed essudatizio. 3. Individuare le indicazioni dei vari tipi di esami citologici ( su escreato, broncoaspirato, broncolavaggio, liquido di toracentesi, FNB) in rapporto con i diversi tipi di neoplasie pleuro- polmonari. 4. Individuare il significato di indagine immunoistochimica sul versamento pleurico. 1) In condizioni normali il cavo pleurico non contiene più di 15 ml di liquido sieroso limpido scarsamente cellulato, che ha la funzione di lubrificare la superficie pleurica. La formazione del versamento pleurico è legata a: - aumento della pressione idrostatica (scompenso cardiaco dx) - aumento della permeabilità vascolare (polmonite) - riduzione della pressione oncotica (sindrome nefrosica, cirrosi) - aumento della pressione negativa intrapleurica (atelectasia) - riduzione del drenaggio linfatico(carcinosi mediastinica) E quindi i versamenti pleurici possono essere infiammatori: pleurite siero-fibrinosa, associato ad infiammazione del tessuto polmonare adiacente o vasculo-collageno patie; pleurite suppurativa (empiema) contenente pus, associata ad infezione suppurativa del parenchima polmonare adiacente; pleurite emorragica, associato a tumori. Cause non infiammatorie sono: idrotorace, con trasudato da scc dx, emotorace, da rottura aneurisma dell’aorta o traumi e chilo torace, da ostruzione neoplastica delle vie linfatiche normali o rottura del dotto toracico(pg 879 robbins). Sulla base dei dati, si escludono le ipotesi che danno versamento bilaterale (SCC, sdr nefrosica, ecc); tra quelle monolaterali, le più probabili sono le polmoniti (in questo caso c’è un addensamento polmonare lobare dx, ma mancano i segni di flogosi) e i tumori (MPM ma manca esposizione professionale, K squamoso per storia di fumo, ma è centrale e dà versamento pleurico più tardivamente, K periferico in cui l’interessamento pleurico è precoce). 2) Diagnosi differenziale tra essudato e trasudato Criterio Essudato Trasudato contenuto proteico > 30 g/l < 30 g/l rapporto tra proteine liquido > 0.5 pleurico/siero < 0.5 peso specifico > 1016 < 1016 LDH > 200 UI/l < 200 UI/l > 0.6 < 0.6 > 60 mg/dl < 60 mg/dl > 0.3 < 0.3 > 10/L < 10/L rappporto LDH pleurico/siero liquido Colesterolo rapporto colesterolo pleurico/siero Eritrociti liquido I criteri classici di distinzione (criteri di Light) si basano sul contenuto proteico e su quello di LDH, altri criteri sono stati aggiunti successivamente. 3) 1. Su materiale di origine bronchiale:Espettorato a) Rappresenta la metodica di elezione sia nei programmi di prevenzione secondaria, sia nei pazienti sintomatici.La sensibilità è più elevata per le neoplasie centrali e varia in funzione del numero dei campioni esaminati: si consiglia come regola generale l'esame di 3-5 campioni prelevati in giorni successivi. E' opportuno utilizzare l'escreato del mattino ricco del secreto accumulatosi nell'albero bronchiale durante la notte. Il paziente deve essere istruito sul modo di effettuare una efficace espettorazione e reso edotto che saliva e catarro nasofaringeo non sono utili all'esame. Qualora la espettorazione risulti nulla o scarsa, può essere stimolata con aerosol riscaldato. E' da sottolineare la particolare utilità di un esame dell'espettorato raccolto poche ore dopo un esame broncoscopicoIl materiale, raccolto in recipiente idoneo (capsula Petri), può essere inviato al laboratorio fresco o prefissato con alcool a 95°. Il materiale fresco deve pervenire al laboratorio entro 2-4 ore dal prelievo e va esaminato per striscio ponendo particolare attenzione a scegliere accuratamente i frustoli più densi, specie se striati di sangue. Il materiale prefissato con alcool etilico 95° o con liquido di Saccomanno (alcool 50° più 2% di glicole polietilenico) non richiede un invio sollecito. Se si usa il liquido di Saccomanno, si possono raccogliere nello stesso contenitore gli escreati di giorni successivi. E' questa la metodica di elezione nello screening. Gli escreati già fissati in alcool 95 vanno tenuti nel fissativo per una notte e poi inclusi in paraffina e colorati con ematossilina-eosina. Si chiamano cito-inclusi. b) Materiali prelevati in corso di broncoscopia 1) Broncoaspirato. Nonostante il prelievo sia più mirato, la sensibilità non supera quella dell'escreato. Il materiale deve essere prefissato in alcool 50° oppure strisciato direttamente sui vetrini facendo seguire immediata fissazione; bronco aspirato: si pone in liquido fissativo con acido picrico, per una notte e il giorno successivo inclusione in paraffina e colorazione in ematossilina-eosina. 2) Liquido di lavaggio bronchiale. E' particolarmente consigliato dopo lo spazzolato bronchiale per raccogliere le cellule disperse nel lume bronchiale. Il liquido di lavaggio (soluzione salina) va inviato al laboratorio prefissato in alcool 95° o con il fissativo di Saccomanno, in quantità uguale al liquido da analizzare; 3) Spazzolato bronchiale ("brushing"). I preparati citologici possono essere allestiti direttamente da chi esegue l'esame; in questo caso è necessario che il materiale sia strisciato delicatamente ed il velo assai sottile e fissato immediatamente in alcool 95° o con fissativo di pellicola (spray in commercio). Lo spazzolato può essere indirizzato all’asciugatura all’aria per colorazione Giemsa. In alternativa la spazzola può essere posta in una provetta con alcool 50° curando di ruotarla energicamente nel liquido fissativo. La citologia esfoliativa ha un ‘attendibilità del 90-95%, i casi dubbi sono classificati di grado 3, quelli sicuri di grado 4 e quandi vi sono frustoli di carcinoma di grado 5. Altri tipi di risposta possono essere materiale non idoneo, atipie cellulari non specificate. In caso di quadro sospetto è consigliata la ripetizione dell’esame, i falsi negativipercancro sono quai casi in cui non si è verificato sfaldamento di cellule al momento del prelievo mentre i falsi positivi sono dovuti a cellule infiammatorie con nucleo globoso ed ipercromico. 2. Materiale ottenuto per agoaspirazione: a) Aspirazione transtoracica con ago sottile (FNAB) da masse polmonari, possibilmente sotto guida TAC. La metodica da ottimi risultati in caso di neoplasie periferiche non altrimenti raggiungibili. Il materiale aspirato viene esaminato su striscio allestito all'atto del prelievo e immediatamente fissato e colorato con blu di toluidina. Le colorazioni che si effettuano non a fresco sono papanikolau ed ematossilina-eosina. Ciò che rimane nella siringa dopo esame estemporaneo, viene posto in provette con fondello di agar e viene aggiunto liquido lisante le emazie, dopo si segue il processo per cito-incluso. b) Liquido di versamento pleurico. Questa indagine serve per valutare l'eventuale diffusione del tumore alla pleura. La tipizzazione istologica è problematica poiché il liquido di versamento, ricco di proteine, è un terreno in cui le cellule modificano la loro morfologia. Al momento dell'estrazione è consigliabile aggiungere al liquido eparina o sostanze similari onde evitare la formazione di coaguli. Il liquido può essere esaminato su preparati allestiti per striscio del sedimento o mediante citocentrifugazione. E' consigliabile, ove possibile, allestire anche sezioni con la tecnica citoistologica del "cell block". Ove si adotti esclusivamente quest'ultima tecnica può essere omessa la eparinizzazione del liquido pleurico . Prelievo liquido con toracentesi (sopratutto per tumori con localizzazione periferica); aspettodel liquido può orientare (come in questo caso il liquido siero-ematico pone forte sospetto). Per averne la certezza il liquido viene prelevato, si riempie il bidoncino e lo si invia tutto in anatomia patologica. Si prelevano campioni, si centrifugano, si strisciano… e si fanno esami del caso (lo fa l’AP) osservazione al mo, IIC.. Poi è possibile dirottare parte del liquido al laboratorio per analisi fisico-chimiche e microbiologia. Nei giorni successivi addensamento polmonare dx lobo inferiore: esame di espettorato e broncoaspirato e dall’ esame citologico escono cellule metaplastiche non cellule neoplastiche. Può essere dovuto al fatto che il pz è anziano, fuma ed è possibile una metaplasia pavimentosa dell’ epitelio cilindrico ciliato. O potrebbero essere cellule che provengono dal tratto digestivo ma la presenza di macrofagi endoalveolari ci indica che l’esame è stato fatto bene. I macrofagi contengono pigmento antracotico che causano il caratteristico colore a questi macrofagi che si legano alle polveri pesanti. Se scompenso cardiaco sinistro i macrofagi avrebbero contenuto pigmento emosiderinico. Il fatto che non ci siano cellule neoplastiche orienta la mia diagnosi verso una neoplasia periferica. Tecniche di diagnostica citologica sono: escreato/espettorato, broncoaspirato, esame del versamento, FNAB (che ha indicazione per masse non altrimenti raggiungibili) broncolavaggio (si fa per stimolare la raccolta di cellule periferiche). Si può fare anche un prelievo transbronchiale se sospetto k centrale: indagine elettiva è la broncoscopia con prelievo. Discorso generale: se sospetto massa centrale faccio una broncoscopia con prelievo endoscopico per esame istologico, però si può scendere anche con endoscopio e li fare un prelievo per citologico; quest’ ultimo si fa soprattutto se c’è un pacchetto linfonodale.per tentare una sorta di stadiazione pre operatoria quando vedo linfonodi ingranditi alla TC. Nel microcitoma è tipico il pacchetto linfonodale mediastinico. 4) INDAGINI IMMUNOISTOCHIMICHE Le indagini immunoistochimiche nella diagnostica del carcinoma polmonare sono utili per dimostrare il fenotipo neuroendocrino nel carcinoma indifferenziato a piccole cellule (microcitoma) mediante l'impiego di anticorpi che riconoscono marcatori neuroendocrini (NSE, cromogranina, sinaptofisina, CD57). Gli stessi anticorpi possono essere utilizzati, nel caso del carcinoma non-microcitoma, per evidenziare la presenza di aree o focolai di differenziazione neuroendocrina, di possibile significato prognostico e terapeutico. Le indagini immunoistochimiche sono altresì utili per la diagnosi differenziale, in particolare su prelievi bioptici di dimensioni limitate, tra mesotelioma pleurico di tipo epiteliale ed adenocarcinoma polmonare, mediante l'impiego di anticorpi (AMAD-2) che riconoscono antigeni associati al mesotelioma, di regola non espressi dall'adenocarcinoma polmonare o da altri adenocarcinomi metastatici alla pleura. Tutte le indagini sono volte a distinguere tra tumore epiteliale e mesenchimale. Nei tumori epiteliali ci sono le cheratine; alcune reagiscono per epitelio, altre per epitelio neuroendocrino ma difficilmente si riesce a fare diagnosi. Mesenchimale si fa invece DD tra k e mesotelioma in cui la Calretina è +. La d.d. tra adenok e mpm risulta a favore del secondo se: positivo per colorazioni per i muco-polisaccaridi acidi, inibita da una precedente digestione con jaluronidasi, negatività per CEA, LeuM1, B72.3, forte positività per le citocheratine con rinforzo della colorazione in sede perinucleare, presenza alla microscopia elettronica di microvilli e tono filamenti ma assenza di cilia e corpi lamellari. Ma se trovo Vimentina + e Calretinina + posso anche pensare che sia anche un k a cellule chiare del rene perché anche lui ha queste due positività.( Ci sono alcuni tumori che esprimono un marker specifico, per esempio bHCG per il corionk, PSA per il K prostata, TGB per k tiroide e recettori per estrogeni per k mammella ed endometrio). Con la batteria di marker fatta normalmente non si distingue tra tumore primitivo o mts, Ma ci sono alcuni marker che possono essere chiesti per capire. Intervento di toracotomia e di lobectomia inferiore dx. Esame macroscopico: lobo polmonare comprendente nodo a margini sfumati, diametro 4 cm affiorante alla pleura. Non apparenti rapporti con bronchi grandi/medi. Esame istologico: adenocarcinoma bronchiolo-alveolare del polmone infiltrante la pleura viscerale. Moncone bronchiale indenne da neoplasia. Sette linfonodi ilari antracotici con iperplasia reattiva di tessuto linforeticolare. STADIAZIONE: pT4 N0 Mx PUNTI DA APPROFONDIRE 1. Definire i rapporti tra istotipo e localizzazione della neoplasia polmonare con conseguenti possibili complicazioni. 2. Identificare vari aspetti del carcinoma “periferico” del polmone e discutere le possibili diagnosi differenziali in rapporto allo specifico quadro macroscopico. 1) I carcinomi a localizzazione centrale comprendono: carcinoma squamoso e carcinoma a piccole cellule; soprattutto per lo squamoso le complicazioni conseguenti alla localizzazione centrale comprendono fenomeni ostruttivi a carico del bronco ( broncopolmonite ostruttiva e atelectasia) che si presentano alla diagnosi nel 50% dei casi. Un ostruzione parziale del bronco può altresì causare un enfisema localizzato di notevole entità mentre l’ostruzione totale è causa di atelectasia; l’alterato drenaggio delle vie aeree è causa frequente di bronchite severa, purulenta o ulcerativa, o di bronchiectasia. Il k squamoso si presenta come cancro ascesso con estesa necrosi centrale e colliquazione. ci può essere anche processo infiammatorio senza infezione: polmonite lipidica, con accumulo di lipidi cellulari all’interno del citoplasma delle cellule schiumose, cosa piuttosto frequente che tra l’altro è un terreno ideale per sovra infezione batterica. Atelectasia dorsale è legata al versamento (atelectasia da compressione). I carcinomi a localizzazione periferica comprendono: adenocarcinoma, la variante bronchiolo-alveolare il carcinoma a grandi cellule. L’estensione del tumore alla pleura può comportare la comparsa di versamento fino all’infiltrazione della parete toracica con infiltrazione delle coste. Altre possibili complicanze sono rappresentate dall’invasione delle radici C8, T1 e T2 del plesso brachiale da parte di adenocarcinomi, a volte anche molto piccoli, a localizzazione apicale(tumore e sindrome di Pancoast dolori particolarmente violenti al collo alla spalla all’arto superiore nel territorio di distribuzione dell’ulnare e amiotrofia della mano) in questi casi può insorgere anche la sindrome di Horner (miosi, ptosi, enoftalmo ed anidrosi omolaterali); se il tumore apicale ha una localizzazione postero-laterale o anteriore prevalgono disturbi legati all’invasione del nervo frenico e vasi succlavi. Per i k centrali è frequente la diffusione per contiguità al pericardio che causa la comparsa di versamento di solito siero-ematico. I k a piccole cellule tende ad interessare a manicotto i grossi vasi soprattutto la vena cava superiore con ostacolo al suo riempimento e comparsa di sindrome della vena cava superiore. Se l’ostruzione avviene al di sopra dello sbocco della azigos il sangue refluisce nella succlavia, nelle mammarie interne e nelle toraciche laterali da qui raggiunge le intercostali e la azigos (shunt cava sup-cava sup). Se l’ostruzione è al di sotto dello sbocco della azigos si avrà inversione di circolo nella azigos e il sangue attraverso le vene lombari raggiungerà la cava inf (shunt cava sup-cava inf attraverso collaterali profonde). Ostruzione in corrispondenza dello sbocco della azigos il sangue raggiunge la cava inf attraverso i circoli collaterali della toracica laterali, dell’epigastrica e delle intercostali (shunt cava sup-cava inf attraverso collaterali superficiali). I sintomi sono edema a mantellina del volto e del collo, turgore giugulare e reticolo sup di compenso, cianosi. 2) I quadri macroscopici prevalenti dei k periferici del polmone sono: coin lesion e addensamento parenchimale. La coin lesion è una neoformazione rotondeggiante di solito inferiore ai 3 cm e circondata da parenchima polmonare sano. I k periferici si presentano spesso con questo quadro ma altre malattie possono avere tale aspetto: si distinguono patologie infiammatorie e non infiammatorie. Tra le prime abbiamo le malattie granulomatose tra cui il Wegener e la sarcoidosi, il granuloma tubercolare, la polmonite rotonda( esito cicatriziale di focolaio bronco-pneumonico) i focolai broncopolmonitici, il tubercoloma e il micetoma. Tra le cause non infiammatorie si distinguono neoplasie benigne come l’amartocondroma e l’emangioma e maligne come il carcinoide i tumori primitivi del polmone e le localizzazioni metastatiche( mammella, rene, sarcomi, esofago alto, tratto terminale del retto, melanomi e k tiroide). L’addensamento parenchimale invece fa porre d.d. tra polmoniti lobari e adenok soprattutto nella variante bronchiolo alveolare. . Decorso post-operatorio favorevole. Buona ripresa con condizioni discrete per circa 2 anni, poi progressivo scadimento. Comparsa di cefalee ingravescenti. Reperto clinico di ipertensione endocranica. Alla RMN riscontro di nodosità intracerebrali di verosimile natura metastatica. Progressivo peggioramento, coma e morte. RISCONTRO AUTOPTICO ESAME ESTERNO E FENOMENI POST-MORTALI Condizioni generali gravemente scadute. Scarse macchie ipostatiche di II grado al dorso. Rigidità presente, in parte risolta. APPARATO TEGUMENTARIO Cicatrice chirurgica toracotomia. Scarsissimo pannicolo adiposo sottocutaneo. SISTEMA NERVOSO CENTRALE Modesta arteriosclerosi del circolo di Willis. Circonvoluzioni cerebrali appianate e solchi ristretti. Riscontro di 3 nodosità: al lobo frontale dx (1 cm), al lobo temporale sx (2 cm) e al lobo occipitale di sx (2 cm). Quest’ultima presenta un’ampia emorragia centrale. Deviazione del setto pellucido ed erniazione sottofalcica del giro del cingolo sx. Esame istologico: metastasi da adenocarcinoma. APPARATO CARDIOVASCOLARE Cuore gr. 300. Versamento pericardio, 300 cc circa, ad impronta emorragica. Presenza di micronodulia biancastra sul pericardio parietale a dx. Modesta coronarosclerosi diffusa. Esame istologico: metastasi pericardiche di adenocarcinoma. APPARATO RESPIRATORIO Versamento pleurico dx di 600-700 cc ad impronta emorragica. Due noduli del diametro di 4-5 mm sulla pleura parietale. Iperinsufflazione del polmone residuo dx ed aree di atelettasia nelle parti dorsali. Area di consistenza aumentata, a margini sfumati, diametro cm 4 x 3, al lobo inferiore sx. Esame istologico: nodi di adenocarcinoma. Focolai peritumorali di broncopolmonite. PUNTO DA APPROFONDIRE Discutere i possibili rapporti fra neoplasie polmonari e broncopolmoniti. Le broncopolmoniti sono più frequenti in relazione a k a localizzazione centrale in quanto la crescita endobronchiale della neoplasia provoca un ostacolo al corretto drenaggio delle secrezioni bronchiali che possono sovra infettarsi. All’esordio acuto possono presentarsi con: tosse, espettorazione, febbre elevata, dolore, crisi di dispnea o dispnea da sforzo. I sintomi possono recedere dopo alcuni giorni oppure dopo una settimana di terapia antibiotica, per poi manifestarsi di nuovo, a distanza più o meno breve dal primo episodio acuto. Molto sospetti, per una neoplasia, sono gli episodi di broncopolmonite ricorrente, nella stessa sede, o di prolungata risoluzione di un episodio broncopneumonico, nonostante la terapia medica. Il solo sospetto di una etiologia neoplastica di questi sintomi deve indurre il medico a praticare la radiografia del torace e la fibrobroncoscopia. APPARATO GASTROENTERICO Diverticoli multipli del sigma. PUNTO DA APPROFONDIRE Nella storia clinica non sono segnalati disturbi intestinali: valutare il rapporto fra malattia diverticolare del colon e sintomatologia. La presenza di diverticoli all’ esame autoptico non stupisce perché è molto comune e se non sintomatico non ce ne si accorge. Sono diverticoli falsi. Diventano sintomatici se diverticolite: infezione del materiale che ristagna nei diverticoli dove entra, avviene il riassorbimento H2O e non escono più. In molti casi la presenza dei diverticoli non evoca sintomi mentre bisogna parlare di malattia diverticolare a seguito della quale il paziente presenta numerosi e diversi sintomi. In molti casi (circa il 25% dei casi) si verifica l’insorgenza dell’infiammazione del diverticolo ed in questi casi si parla di diverticolite. Quando gli episodi di diverticolite diventano frequenti si parla di malattia diverticolare. I sintomi della diverticolite e della malattia diverticolare sono rappresentati da dolore addominale, localizzato soprattutto ai quadranti sinistri, febbre, disturbi del transito fecale con stipsi e diarrea a volte associata a perdite di sangue e muco, febbre. Le complicanze della malattie diverticolare sono gravi e temibili e sono rappresentate dalla perforazione del diverticolo, con conseguente peritonite, la stenosi serrata del colon fino alla occlusione intestinale, la fistolizzazione in organi adiacenti, la formazione di ascessi localizzati. FEGATO E VIE BILIARI Fegato di gr 1700, di consistenza diminuita e di colorito giallastro, untuoso al taglio. Presenza di due nodi biancastri duri sottoglissoniani, diametro cm 0,5 e 1. Esame istologico: steatosi epatica diffusa. Angiomi cavernosi in parte sclerotici. PUNTI DA APPROFONDIRE 1. Definire che cos’è un angioma, identificarne i vari istotipi. 2. Identificare il significato clinico dell’angioma epatico. ANGIOMA CAVERNOSO Unico o più frequentemente multiplo. Possono essere considerati come tumori benigni o amartomi. Sono di pochi mm o al max di 1-2 cm, il colore è rosso scuro o bluastro e spesso affiorano alla superficie del viscere; alla sezione sembrano costituite da un tessuto spugnoso contenete abbondante quantità di sangue, asportato il quale scompare anche il colorito rosso. Istologicamente le cavità contenenti sangue sono tappezzate da endotelio, il quale poggia su setti fibrosi comprendenti fibre elastiche e rare cellule muscolari liscie. Di solito non hanno importanza clinica ma in occasione di traumi dell’addome o di biopsie percutanee con ago possono rompersi con emorragie intraperitoneali anche gravi o addirittura letali. TUMORI DEI VASI Emangiomi Sono tumori caratterizzati da un aumento del n di vasi normali o anomali, sono di solito circoscritti ma in alcuni casi interessano estese porzioni del corpo (angiomatosi). La maggior parte sono superficiali soprattutto della testa e del collo ma possono occorrere anche negli organi interni (in particolare fegato). Riconosciamo: 1) emangioma capillare: formato da vasi che somigliano a capillari con il lume ristretto, a parete sottile, rivestiti da endotelio relativamente piatto; sedi usuali cute, sottocute, mucosa di cavità orale e labbra ma possono anche manifestarsi in fegato, milza e rene. 2) Emangioma cavernoso: presenza di ampi canali vascolari dilatati, di solito + grandi, meno circoscritti e + profondi. Più pericolosi sono quelli localizzati nell’encefalo. La malattia diVon Hippel Lindau è caratterizzata da angiomi cavernosi nel cervelletto, tronco encefalo e a livello del fondo oculare insieme a lesioni angiomatose o a t cistici in pancreas e fegato o ad altri t viscerali. 3) Granuloma piogenico: classificato come forma polipoide di angioma capillare. Si presentano come noduli esofitici, rossastri, localizzati sulla cute, sulla mucosa orale, spesso ulcerati. 1/3 della lesioni si sviluppano dopo un trauma e si accrescono rapidamente fino al max 1-2 cm. Micro: proliferazione di capillari con edema abbondante, infiltrato flogistico acuto e cronico e abbondante tessuto di granulazione. Linfangiomi Rappresentano il corrispettivo linfatico degli angiomi dei vasi sanguigni. 1) Linfangioma semplice: formato da piccoli canali linfatici, localizzato nel sottocute di testa, collo e ascelle. Rare le altre sedi. Micro: spazi linfatici rivestiti da endotelio, differenziati dai capillari sanguigni solo x assenza globuli rossi. 2) Linfangioma cavernoso (igroma cistico): costituito da spazi linfatici cavernosi, tipico dei bambini, localizzato a collo, ascella e raramente peritoneo. Micro: spazi cistici molto dilatati, rivestiti da cell endoteliali e scarso connettivo. Tumore glomico Benigno, molto doloroso; origina da cellule muscolari lisce modificate di un corpo gnomico (recettore neuromioarterioso sensibile alle variazioni di T che regola il flusso ematico capillare). Sede: parti distali delle dita soprattutto letto ungueale. Ectasie vascolari Lesioni caratterizzate da vasi preformati dilatati. Teleangectasia indica una lesione costituita da un aggregato di capillari, venule e arteriole dilatati con formazione di piccole lesioni rossastre su cute e mucose. Ricordiamo: nevus flammeus, teleangectasia aracniforme, telangectasia emorragica ereditaria. Angiomatosi bacillare Malattia opportunistica degli immunodepressi che causa la proliferazione non neoplastica di piccoli vasi della cute, dell’osso, dell’encefalo e di altri organi. Causata da Bartonella. PANCREAS Nulla da segnalare. MILZA E EMIDOLLO OSSEO Milza di gr 280 con polpa rossa diffluente. Midollo osseo senza evidenti alterazioni patologiche. Esame istologico: midollo ipocellulare con particolare riduzione degli elementi della serie rossa. Riscontro di piccoli gruppi di cellule epiteliali (metastasi da adenocarcinoma). APPARATO UROPOIETICO Reni di gr 160, senza evidenti alterazioni patologiche. Vescica: nulla da segnalare. APPARATO GENITALE Prostata lievemente ingrandita. APPARATO ENDOCRINO Ipofisi e tiroide: nulla da segnalare. Surreni: nodo biancastro, diametro 2 cm, nella ghiandola surrenale dx. Esame istologico: metastasi da adenocarcinoma. PUNTI DA APPROFONDIRE 1. Valutare la frequenza delle metastasi in varie sedi del carcinoma polmonare. 2. Valutare la frequenza con cui le varie neoplasie danno metastasi cerebrali. 1. Le metastasi a distanza assumono un forte significato prognostico negativo. Esse possono precedere qualunque altro segno clinico del tumore e, quando si manifestano, la malattia è sempre grave e scarsamente suscettibile di cura. Le metastasi da tumore polmonare possono aversi praticamente ovunque; tuttavia, le localizzazioni più frequenti sono: linfonodi: i linfonodi ilari sono la prima stazione interessata per i k centrali mentre i periferici possono saltare questa stazione e diffondere subito ai linfonodi paratracheali e intertracheobronchiali. Quando si ha diffusione al linfonodo sovraclaveare all’inserzione dello scaleno (sopratt adenok) l’estensione è considerata extraregionale e quindi c’è assoluta controindicazione all’intervento. fegato 33%: sottoforma di emboli neoplastici attraverso l’arteria epatica. Presenza di necrosi centrale che determina nella localizzazioni sotto glissoniane la formazione di un infossamento definito ombelicatura. Per compressione delle vie biliari causano ittero. surreni 20-30 %, sia per via ematica che per via linfatica retrograda, tipica la MTS al surrene dx da adenok e k a piccole cellule. ossa 15-20 % Il dolore localizzato e l'impotenza funzionale in questo caso si manifestano precocemente, sede prevalentemente locale (costa, sterno, vertebre) ma anche a distanza (bacino). Diagnosi con BOM + IIC. encefalo 18%, talvolta primo segno clinico soprattutto per adenok e k a piccole cellule. reni 10 %, per via arteriosa. Polmone, sia omo che controlateralmente per diffusione attraverso il bronco. 2. Le metastasi sono i tumori più frequenti del SNC e la metastatizzazione avviene per 3 vie: - contiguità: diffusione da tumori vicini come t. ipofisari, K del rinofaringe e cordomi del clivus. - via meningea: carcinomatosi meningea; - via ematogena: da k polmone (44%), mammella (10%), colon (6 %), rene (7%), melanomi (3%) e tiroide. Alcuni tumori più rari come il corio carcinoma hanno uno spiccato tropismo per le MTS cerebrali. Macro le MTS intraparenchimali formano masse nettamente demarcate spesso situate alla giunzione tra sostanza grigia e sostanza bianca , di solito circondate da una zona di edema. La carcinomatosi meningea, con noduli tumorali che disseminano la superficie encefalica midollare e delle radici nervose intramurali, è una complicanza associata in particolare a microcitoma, all’adenok e al k mammario. CONSEGUENZE DEI TUMORI DEL SNC: 1. Effetti locali: azione irritante comprimente o destruente Conseguenza…..disturbi visivi e uditivi, crisi epilettiche e deficit posturali. 2. Effetti generali: lesioni occupanti spazio con formazione di ernie e idrocefalo EPICRISI CAUSA INIZIALE: adenocarcinoma del polmone variante bronchiolo alveolare del lobo inferiore del polmone destro operato chirurgicamente CAUSA INTERMEDIA: ripresa di malattia con metastasi poli distrettuali in particolare a livello cerebrale con ipertensione endocranica CAUSA FINALE: emorragia di una delle metastasi con conseguente peggioramento acuto dell’ipertensione endocranica ed erniazione sottofalcica del giro del cingolo sinistro ALTRI STATI MORBOSI RILEVANTI: - diverticolosi del colon; - angiomi epatici; - artrosi della colonna; - arteriosclerosi del circolo di Willis - steatosi epatica diffusa compatibile con cachessia neoplastica - modesta coronarosclerosi diffusa.