Liceo LeoMajor Pordenone Dimostrazioni Le Dimostrazioni Matematiche dobbiamo riempire le righe tra la prima e l’ultima: utilizziamo la definizione di numero dispari per x e Una proposizione matematica é una qualunque frase per x2 : (che, ovviamente, riguarda la matematica) di cui sia possibile dire se vera o falsa. Ad esempio: Proposizione: Tutti i triangoli sonon rettangoli É una proposizione , ovviamente falsa se x é dispari allora x2 é dispari I numeri interi possono essere pari o dispari É una proposizione vera. Dimostrazione: Suppongo x dispari Aggiungere tre ad entrambi i membri dell’equazione x = 2a + 1, a ∈ Z Non é una proposizione perché non é possibile dire se sia vera o falsa. Tra tutte le proposizioni, quelle che sono vere e si può verificare che sono vere sono dette teoremi. quindi x2 = 2b + 1, b ∈ Z Dimostrare un teorema significa provare che esso é vero mediante un ragionamento logico. quindi x2 é dispari La maggior parte dei teoremi che dimostreremo sono nella forma P =⇒ Q. Nota he abbiamo usato due numeri a e b inPassiamo in rassegna le principali tecniche di diteri,perché saranno generalmente diversi. Dobbimostrazione a nostra disposizione. amo ora passare dalla prima all’ultima proposizione: Dimostrazioni Dirette Proposizione: La prima tecnica che analizzeremo é quella della dimostrazione diretta: Dobbiamo dimostrare la proposizione: se P allora Q . Lo schema risolutivo della dimostrazione diretta é molto semplice: se x é dispari allora x2 é dispari Dimostrazione: Suppongo x dispari x = 2a + 1, a ∈ Z x2 = (2a + 1)2 = 4a2 + 4a + 1 pongo 4a2 + 4a = 2b, con b ∈ Z Proposizione: se P allora Q quindi x2 = 2b + 1, b ∈ Z Dimostrazione: suppongo P .. . quindi x2 é dispari quindi Q Alcune definizioni Diamo un esempio di tale tipologia di dimostrazione: Prima di proseguire con altri esercizi ecco alcune definizioni che potranno esservi utili nelle prossime dimostrazioni: Def. 1: un intero x é pari se x=2a per qualche a ∈ Z. Def. 2: un intero x é dispari se x=2a+1 per qualche a∈Z Def. 3: Dati due interi, a e b, a si dice divisore di b, oppure b multiplo di a, se: b = k · a, per qualche k ∈ Z. Il simbolo utilizzato per esprimere questa relazione tra i due numeri interi a e b si indica con a|b (ad es. 5|20) Proposizione: se x é dispari allora x2 é dispari Dimostrazione: Suppongo x dispari .. . quindi x2 é dispari 1 Dimostrazioni Liceo LeoMajor Pordenone Dimostrazioni per contrapposizione Def. 4: Dati due interi, a e b, a si dice congruente b modulo n (oppure congruo b modulo n), con n ∈ N e si scrive a ≡ b (mod n) se n|(a−b), ovvero se il resto della divisione per n di a e b é identico. Ad es. 5 e 9 sono congruenti modulo 2, ossia 5 ≡ 9 (mod 2), infatti 2|(5 − 9), ed anche il resto della divisione per 2 é per entrambi 1. La dimostrazione per contrapposizione considera che l’implicazione P =⇒ Q é vera anche quando é falsa la Q e da ciò si ricava falsa anche la P. Notate che il simbolo che rappresenta la negazione di P é ¬P . Quindi si procederà come segue: Esercizi Ecco alcuni esercizi da risolvere mediante la tecnica della dimostrazione diretta: 1. se k = 4a allora k = 1 + (−1)n (2n − 1) 2. se a|b allora a2 |b2 Proposizione: se P allora Q, cioè 3. se 7|4a allora 7|a Soluzione: 7 é divisore di 4a, quindi 4a = b · 7, con b intero. Quindi: se ¬Q allora ¬P Dimostrazione: suppongo ¬Q .. . 2 · 2a = b · 7 bdeve essere pari, dovendo il suo prodotto con 7 essere uguale ad un numero pari. Quindi: 2 · 2a = 2 · c · 7 ossia quindi ¬P 2a = c · 7 Anche in questo caso c deve essere pari, e quindi: 2 · 2a = 2 · d · 7 con Vediamo un’applicazione della tecnica: Proposizione Supponi x ∈ Z. Se x2 − 6x+ 5 é pari, allora x é dispari. Procediamo con la prova per contrapposizione, prima partendo dalla tesi negata, ossia che x sia pari, e derivando da ciò che la negazione della tesi, ossia x2 − 6x + 5 é dispari: d∈Z semplificando ulteriormente si ha: a=d·7 e quindi 7|a . 4. Il numero 100 · · · 01, con 3n − 1 zeri, n intero positivo, non é primo Proposizione: se x2 − 6x + 5 é pari, Alcune dimostrazioni richiedono l’analisi di più casi, come nell’esempio sotto riportato: siano x, y ∈ R. Se x2 + 5y = y 2 + 5x, allora x = y oppure x + y = 5. Infatti, riscrivendo l’ipotesi: x2 − y 2 = 5(x − y), quindi (x − y)(x + y) = 5(x − y), osservo che, se: • x = y, allora x é dispari. Dimostrazione: Suppondo x pari .. . quindi x2 − 6x + 5 é dispari 0 = 0, verificato e quindi corretto • x 6= y allora posso dividere per (x − y) e risulta: x+y =5 Dobbiamo adesso completare i passaggi logici che portano dalla prima proposizione all’ultima: 5. Se n ∈ Z allora n2 + 3n + 4 é pari. 2 Liceo LeoMajor Pordenone Dimostrazioni assumendo P vero e Q falso per concludere, ancora una volta, C ∧ ¬C, cioé un assurdo. Dimostrazione: Suppondo x pari x = 2a, per a ∈ Z Proposizione: se P =⇒ Q Quindi x2 − 6x + 5 = 4a2 − 12a + 5 = 2 Dimostrazione: suppongo P e ¬Q .. . 2 = 4a − 12 + 4 + 1 = 2(2a − 6a + 2) + 1 Quindi x2 − 6x + 5 = 2b + 1, quindi C ∧ ¬C con b, intero, uguale a 2a2 − 6a + 2 diamo un esempio per entrambe le tipologie: Esempio 1: Ci sono infiniti numero primi. Dimostrazione: Supponiamo che i numeri primi siano finiti. Allora essi sono: p1 , p2 , p3 , . . . , pn . Esercizi Adesso consideriamo il numero a = (p1 p2 p3 · · · pn )+ 1. Supponi x, y ∈ R. Se y 3 +yx2 ≤ x3 +xy 2 , allora 1 dato dal prodotto di tutti i numeri primi piú 1. y≤x Ora, a, non essendo primo per l’ipotesi da noi scelta, ha almeno un divisore tra i numeri primi, chiami2. Supponi x, y ∈ Z. Se 5 ∤ xy allora 5 ∤ x e 5 ∤ y amolo pk ; si ha, quindi, a = c · pk , e quindi: NOTA: in questo caso la tesi richiede che due affermazioni valgano contemporanemente: c · pk = (p1 p2 p3 · · · pk−1 pk pk+1 . . . n) + 1 quindi x2 − 6x + 5 é dispari 5∤x ∧ Divido entrambi i membri per pk , ottenendo: 5∤y 1 c = (p1 p2 p3 · · · pk−1 pk+1 . . . n) + La negazione di tale proposizione é che: 5|x oppk pure 5|y, cioé può valere solo una delle due affermazioni negate. Nella dimostrazione si dovrá quindi: procedere, quindi, per casi: caso 1, 5|x, caso 2, 1 c − (p1 p2 p3 · · · pk−1 pk+1 . . . n) = 5|y. pk 3. Supponi n ∈ Z+ . Se n (mod 4) é 2 o 3, allora Il termine a sinistra dell’uguale é un intero, il termine a destra é razionale, sicuramente non é un inn non é un quadrato perfetto. tero. Siamo giunti quindi ad un assurdo, per cui il nostro punto di partenza deve essere falso: esistono Dimostrazioni per assurdo finiti numeri primi. Quindi abbiamo dimostrato che esistono infiniti numeri primi. La dimostrazione per assurdo può darsi in due modi: Esempio 2: se a, b ∈ Z e a ≥ 2, allora a ∤ b oppure √ per dimostrare una semplice proposizione (as es. 2 a ∤ (b + 1). é irrazionale) parto negando la proposizione P e Dimostrazione: Supponiamo vera la tesi e neghiconcludo che vale contemporaneamente una propo- amo l’ipotesi, cioé supponiamo che esistano a, b ∈ Z, sizione C ed il suo opposto, ossia un assurdo: . con a ≥ 2 per i quali non é vero che a ∤ b oppure a ∤ (b + 1). Dobbiamo porre particolare attenzione alla negazione della tesi: essa riguarda due propoProposizione: P sizioni, almeno una delle quali deve essere vera. Il suo contrario é, allora che nè una nè l’altra siano Dimostrazione: suppongo ¬P vere: deve essere a | b e a | (b + 1). Adesso partiamo .. . con la dimostrazione: a | b e a | (b + 1) significa che b = ac e b + 1 = ad, con c, d ∈ Z. Sottraggo le due quindi C ∧ ¬C equazioni: ad − ac = 1, cosı́ a(d − c) = 1; sia a sia 1 < 2; d − c devono essere positivi, quindi: a = (d−c) se la dimostrazione richiede una proposizione con- siamo arrivati alla conclusione che a < 2, ma anche dizionale, del tipo se P =⇒ Q, allora si parte a ≥ 2 (per ipotesi). Assurdo. 3 Dimostrazioni Liceo LeoMajor Pordenone Dimostrazione per induzione = k 2 + 2(k + 1) − 1 = k 2 + 2k + 1 = (k + 1)2 . Abbiamo quindi dimostrato che Sk =⇒ S(k+1) e L’induzione matematica consente di dimostrare che quindi la proposizione iniziale é dimostrata. una serie di proposizioni P1 , P2 , P3 , . . . Pn , . . . sono tutte vere. Per comprendere la tecnica si fa spesso uso dell’immagine del domino: ogni proposizione Esercizi rappresenta una pedina del domino. Si parte di1. Dato n ∈ N, si ha che 1 + 2 + 3 + 4 + · · · + n = mostrando che la prima proposizione (cioè la prima n2 + n pedina) é vera (cioé la pedina é fatta cadere); si 2 passa a dimostrare che, essendo vera una qualunque 2. Dato n ∈ N, 1·3+2·4+3·5+4·6+n(n+2) = proposizione Pk , da ciò segue che anche la propox(n + 1)(2n + 7) sizione successiva P(k+1) é vera (nell’esempio del 6 domino: la pedina Sk cadendo, fa cedere la ped3. Dato n ∈ N, si ha che 6|(n3 − n). ina successiva S(k+1) . La conclusione é che tutte le proposizioni risultano vere (cioé tutte le pedine cadranno). Ripasso (veloce...) di geometria Punti notevoli di un triangolo Circocentro: punto di intersezione degli assi. Centro della circonferenza circoscritta. Incentro: punto di intersezione delle bisettrici. Centro della circonferenza inscritta. Baricentro: punto di intersezione delle mediane. Il baricentro divide ogni mediana in due parti, delle quali quella che contiene il vertice, é il doppio dell’altra. Vediamo un esempio di dimostrazione: Ortocentro: punto di intersezione delle alEsempio 1: La somma dei primi n numeri dispari: tezze. 1 + 3 + 5 + · · · + (2n − 1) = n2 Dimostrazione: Partiamo dalla verifica che la proposizione da dimostrare vale per n = 1, per il quale si deriva 1 = 12 , che é vero. Assumiamo vera la proposizione Sk , cioé: 1 + 3 + Poligoni inscrivibili e circoscrivibili in 5 + · · · + (2k − 1) = k 2 . A questo punto dobbiamo una circonferenza dimostrare che la proposizione S(k+1) é vera, cioé: Un quadrilatero é inscrivibile in una circonferenza se i suoi angoli opposti sono supplementari 1 + 3 + 5 + · · · + (2(k + 1) − 1) = (k + 1)2 Si ha che: Un quadrilatero é circoscrivibile ad una circonferenza se la somma dei due lati opposti é congruente alla somma degli altri due. 1 + 3 + 5 + · · · + (2(k + 1) − 1) = = 1 + 3 + 5 + · · · + (2k − 1) + (2(k + 1) − 1) = per l’ipotesi induttiva, la prima parte della somma Poligoni regolari Un poligono é regolare k2 é pari a k 2 , cioé: se ha lati ed angoli uguali. Ogni poligono regolare é inscrivibile e circoscrivibile 1 + 3 + 5 + · · · + (2k − 1) +2(k+1)−1 = 4 Liceo LeoMajor Pordenone Dimostrazioni Circonferenza Febbraio 2008 • Ogni angolo alla circonferenza é congruente Sia AB una corda di una circonferenza e P un punto alla metà dell’angolo al centro che insiste sullo interno ad AB tale che AP = 2PB. Sia DE la corda stesso arco passante per P e perpendicolare ad AB. Dimostrare che il punto medio Q di AP é l’ortocentro di ADE. • Angoli alla circonferenza che insistono sullo stesso arco sono congruenti Sia H il punto in cui la retta EQ interseca AD; si deve dimostrare che l’angolo AĤE é retto. • Archi congruenti sottendono corde congruenti Tracciamo il segmento BE. Il triangolo BQE é • Corde congruenti hanno stessa distanza dal cen- isoscele perché l’altezza EP é anche mediana; infatti P, piede dell’altezza EP, é punto medio di BQ in tro 1 quanto P Q = 1 AP = P B. EP é pertanto anche 2 Teorema di Talete bisettrice dell’angolo B ÊQ, ossia i due angoli P ÊQ, P ÊB sono congruenti. Poi, sono congruenti gli Se un fascio di rette parallele é tagliato da due angoli DÊB, DÂB perché angoli alla circonferenza trasversali che insistono sullo stesso arco; segue che sono 1. a segmenti congruenti su una trasversale cor- congruenti gli angoli P ÊQ, DÂP . I triangoli AHQ, rispondono segmenti congruenti sull’altra EPQ hanno dunque gli angoli in A e in E congruenti; ancora, sono congruenti i rispettivi angoli con 2. alla somma di due segmenti su una trasversale vertice in Q, perché opposti al vertice. I triangoli corrisponde la somma di due segmenti sull’altra AHQ, EPQ sono pertanto simili, ed in particolare 3. a segmenti non congruenti su una trasver- sono congruenti gli angoli con vertici in P e H. sale corrispondono segmenti non congruenti Poiché l’angolo E P̂ Q é retto per costruzione, é retto anche l’angolo AĤE come si voleva dimostrare. sull’altra I poligoni E b • in ogni poligono ciascun lato é minore della somma degli altri • La somma degli angoli interni di un poligono convesso é congruente a tanti angoli piatti quanti sono i suoi lati meno due. • poligoni sono congruenti se hanno lati ed angoli ordinatamente uguali b P B b b Q b Primo teorema di Euclide b D b A H b In ogni triangolo rettangolo ciascun cateto é medio proporzionale tra l’ipotenusa e la sua proiezione sull’ipotenusa Secondo teorema di Euclide Febbraio 2007 In ogni triangolo rettangolo l’altezza relativa all’ipotenusa é media proporzionale tra i due seg- É data una circonferenza di diametro AB e centro O. Sia C un punto sulla circonferenza (diverso da A menti in cui essa divide l’ipotenusa e da B), e si tracci la retta r parallela ad AC per O. Sia D l’intersezione di r con la circonferenza dalla Dimostrazioni Geometriche parte opposta di C rispetto ad AB. a. Dimostrare che DO é bisettrice di C D̂B. 5 Dimostrazioni Liceo LeoMajor Pordenone b. Dimostrare che il triangolo CDB é simile al triangolo AOD a. se E ÂD = 90◦ allora BC é parallelo a AD b. se E ÂD = F ÂB = 90◦ allora ABCD é un parallelogramma a. Abbiamo AĈD = C D̂O, perché alterni interni rispetto alle parallele AC e DO; inoltre AĈD =AB̂D dato che insistono sullo stesso arco di circonferenza. b c. se ABCD é un parallelogramma allora E ÂD = F ÂB = 90◦ C Le presenti dispense, ad uso interno degli allievi del liceo Leo-Major, rappresentano l’adattamento e la traduzione di alcune pagine del libro The book of proof, di Richard Hammack, della Viriginia Commonwelath University, liberamente scaricabile in internet. A b O b D b b B Il triangolo ODB é isoscele, quindi i due angoli OB̂D e OD̂B sono congruenti. Quindi OD̂B=C D̂O e quindi DO é bisettrice. b. Lasciamo a voi la dimostrazione, tenendo presente il seguente grafico: b C A b O b D b b B Febbraio 2006 Sia ABCD un quadrilatero; chiamiamo E l’intersezione (distinta da A) tra le circonferenze di diametri AB e AC ed F l’intersezione (sempre distinta da A) tra le circonferenze di diametri AC e AD. Dimostrare che: 6