I bronzi di provenienza friulana nella collezione paletnologica del

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Daniele Girelli - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia
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I bronzi di provenienza friulana nella collezione paletnologica del Museo
di Antropologia dell'Università di Padova
Nel 1958, alla morte del Triestino Raffaello Battaglia, l'Istituto di
Antropologia dell'Università di Padova vantava una collezione
paletnologica di alcune migliaia di pezzi, indicata poi nella storia
degli studi come “Collezione Battaglia” (fig. 1). Recenti ricerche
storiche e d'archivio (2013) hanno chiarito la genesi di questa
raccolta, esito di apporti diversi, a partire dalle collezioni dei
gabinetti ottocenteschi dell’Ateneo, cui si sommarono le
acquisizioni di quanti precedettero il Battaglia nell'insegnamento
della disciplina antropologica, come Giovanni Canestrini ed Enrico
Fig. 1. Bronzi friulani in esposizione nel Museo
patavino (cartone n. 6414 "Epoca del Bronzo").
Tedeschi: una menzione particolare meritano le migliaia di manufatti pre-protostorici della collezione
privata dell'antiquario triestino Eugenio Neumann, ottenuti dall’Istituto nel 1925. All’attività del Battaglia,
direttore dell’Istituto dal 1931 e docente di Antropologia dal 1940, si devono sia i materiali degli scavi da
lui condotti nelle regioni del Nord-Est negli anni ’20 e ’30 in grotte (Pocala), castellieri (Montursino) e
stazioni palafitticole (Molina di Ledro), sia il riassetto dell'apparato espositivo del “Museo di Antropologia
ed Etnologia” dell’Ateneo patavino secondo il modello, adottato già al Museo Pigorini e ripreso nel Museo
delle Origini
del Rellini, di
concentrare
collezioni
etnografiche e paletnologiche
in un'unica realtà espositiva.
Dagli ultimi riscontri inventariali
(2011-2012)
risulta
che
i
manufatti metallici dal Friuli
ammontano a 206 unità, riferite
a 24 diverse località delle attuali
province di Pordenone, Udine e
Gorizia (fig. 2): 150 pezzi sono di
età protostorica, 27 di epoca
romana e 29 sono riferibili al
periodo longobardo. Per le fasi
Fig. 2. Provenienza e cronologia dei bronzi friulani della “Collezione Battaglia”.
più antiche, le presenze si
concentrano nel settore sudorientale della regione, tra la bassa pianura (soprattutto l'entroterra
aquileiese) e l’Isontino; le restanti attestazioni sono connesse alle valli del Tagliamento, del Natisone, del
Livenza e del Cormor e alla fascia delle risorgive, alcuni, cioè, dei percorsi considerati nevralgici per il
territorio regionale poiché garantivano il collegamento del Friuli protostorico ad ovest con l’ambito
peninsulare, attraverso il mondo padano-veneto, ad est con il bacino danubiano-carpatico, a nord con
l’Oltralpe. Il lotto di bronzi protostorici è composto
per lo più da oggetti di ornamento personale (fibule,
spilloni, anelli e pendenti), seguiti da armi (asce e
cuspidi di lancia o freccia) e da diverse tipologie di
utensili (rasoi, coltelli, aghi, punteruoli, martelli): i
manufatti, spesso integri, appaiono in genere in buone
condizioni di conservazione, e tra loro si contano
reperti rari, se non unici, nel panorama regionale,
Fig. 3. Simpulum di tipo etrusco-padano da Fogliano con terminazione
a protome di cigno e decorazione a rilievo sul fusto (VI-V sec.).
come i sei bronzetti di offerenti del tipo Marzabotto dal Castelliere di Redipuglia o il simpulum detto
proveniente da Fogliano, riferibili ad attività di tipo cultuale (fig. 3). Gli oggetti coprono un lasso di tempo
estremamente ampio, dal passaggio dall’Eneolitico all’antica età del bronzo fino ai secoli a ridosso della
romanizzazione, con alcune consistenti
lacune, in particolare nel Bronzo Medio
(periodo nel quale in generale i bronzi in
regione
non
abbondano).
I
maggiori
addensamenti si registrano nella tarda età
del bronzo (Bronzo Recente e soprattutto
Finale), nella fase più avanzata del I Ferro,
tra il VII ed il VI sec., definita talora nella
bibliografia
regionale
come
“Ferro
evoluto”, nella seconda età del ferro, tra la
fine del VI ed il V secolo a.C. (“Ferro
maturo”), e nel tardo La Tène (figg. 4-5).
Fig. 4. Fibule dal Friuli nella “Collezione Battaglia”: nn. 1-2, a navicella con
bottoni laterali da Fiumicello (VII sec.); n. 3, a placca bilobata dal “Castelliere
di Redipuglia” (VII-VI sec.); n. 4, con staffa a scudo beotico da Aquileia (VII-VI
sec.); nn. 5-8, tipo Grottazzolina (VI sec.), e n. 9, tipo Certosa (V sec.), detta
da “San Giorgio al Natisone”.
Fig. 5. Asce protostoriche dal Friuli: n. 1, Monastero, ascia piatta (Eneolitico tardo); n. 2, San Pietro al Natisone, ascia vicina al tipo
Griesheim (BA avanzato); n. 3, Cervignano, tipo Freudenberg/Dellach (BzD/HaA1/BR); n. 4, San Pietro al Natisone, ascia a cannone di
ascendenza danubiano-carpatica (frühe-ältere Urnenfelderzeit/BR); n. 5, Aquileia, ascia ad alette tipo Ponte San Giovanni (BF 2); n. 6,
San Pietro al Natisone, ascia a cannone decorata da costolatura ad Y (Ha B1-2/BF 2-3); n. 7, Tavagnacco, ascia tipo Solagna (VI-V sec.).
Bibliografia essenziale di riferimento:
GIRELLI D., La “collezione Raffaello Battaglia” dell'Università di Padova: i manufatti metallici di epoca protostorica provenienti
dal Friuli Venezia Giulia, tesi di laurea, Università degli Studi di Udine, a.a. 2005-2006 (inedita).
Raffaello Battaglia e la Collezione paletnologica dell'Università di Padova. I. Nuovi contributi alla conoscenza della preistoria
del Carso, a cura di P. CÀSSOLA GUIDA – E. MONTAGNARI KOKELJ, “Fonti e Studi per la Storia della Venezia Giulia”, s. II,
vol. XXI, 1, Trieste 2014.
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