I QUADERNI DI VIVIVERDE N°3 LA NATURA IN CUCINA Consigli, suggerimenti e curiosità per un’alimentazione più sana e naturale. Alcune semplici ricette per rinnovare con fantasia i “soliti piatti”. Marzo 2011 La Lumaca festeggia 3 anni di VIVIVERDE, la newsletter ambientale che drizza le antenne! www.lalumaca.org/viviverde I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina TIPI DIVERSI DI COTTURA Cottura al cartoccio. In apparenza sembra semplice: un foglio di alluminio come base e, sopra, l'alimento destinato a cuocervi dentro (pesce, pasta, riso, pollo, coniglio, ecc.), si avvolge il tutto nell'involucro, accartocciandolo per bene e via in forno per il tempo occorrente. In realtà gli accorgimenti da osservare perché il piatto riesca con successo sono diversi. La prima cosa da tener presente è di non posare direttamente il cartoccio sulla placca del forno, fidandosi della resistenza dell'alluminio che invece, sottoposto a un calore così diretto, può decidere di lasciarci con il cartoccio in mano e il cibo disperso sul fondo del forno. Occorre sempre posare l'involucro su un piatto da portata che possa andare in forno, e si possa perciò ritirare a cottura ultimata senza sottoporlo a choc termici. Si può cuocere la pasta, che ovviamente andrà prima cotta al dente, soprattutto se si tratta di formati "robusti" come rigatoni o penne; si scola, si condisce velocemente con condimenti crudi e poi via in forno bene avvolta nell'alluminio, per 10 minuti. Il riso (lo si può mettere a "crudo" assieme agli altri ingredienti) per 35 minuti in forno preriscaldato a 180°. I dolci, soprattutto quelli a base di frutta, che così cuociono senza disperdere nemmeno un briciolo del loro sapore di partenza, senza annacquarsi, anzi arricchendosi degli ingredienti che si aggiungono come uvetta, marmellata, nocciole tritate, ecc. Il pesce, che è il protagonista assoluto della cottura al cartoccio, perché solitamente non esige cotture prolungate (circa 20 minuti). La carne (circa 20 minuti). Quando la preparazione è già ricca di liquido per conto suo (tipo le pastasciutte) basta versarla direttamente sul foglio così com'è; ma se è una preparazione asciutta (come hamburger e petti di pollo) è consigliabile prima oliare l'alluminio per evitare la possibilità di attaccamento. Cottura al sale. Assolutamente priva di grassi, per realizzarla, si utilizza di solito l'apposito recipiente ovale di argilla, con coperchio, ma si può praticare benissimo in una comune casseruola, basta mettere uno spesso strato di sale grosso da cucina sul fondo, posarvi sopra la carne o il pollo, poi versare ancora altro sale che colmi gli spazi tra carne e lati della casseruola, e coprire bene anche sopra (in tutto non più di 2 kg. di sale grosso). Quando è passato il tempo di cottura basta rompere lo strato di sale per trovarvi dentro un fragrante arrosto cotto a puntino e assolutamente non salato. Cottura in sacchetto. Ecco un'altra proposta per cucinare in modo sano e senza grassi carne, pesce, verdura (tagliata a rondelle). Questi speciali sacchetti trasparenti (di un materiale rigorosamente approvato da un decreto ministeriale, che lo ha giudicato idoneo a venire a contatto con sostanze alimentari) venduti con gli opportuni legacci di chiusura, possono essere utilizzati sia in forno che direttamente sul fornello, posti all'interno di una capiente casseruola. Al forno, si scalda il forno a circa 220°; nel frattempo si infila nel sacchetto la carne o il pesce, con le verdure, si chiude con il legaccio e nella parte superiore del sacchetto si praticano 5/6 fori, si mette il tutto nella teglia e via in forno, avendo cura che il sacchetto non venga a contatto con le pareti o con le resistenze del forno. Il grado di cottura è facilmente controllabile attraverso la trasparenza del sacchetto. Quando si tratta di pollo, e non si vuol rinunciare al piacere "tutto estetico" della doratura, basta tagliare il sacchetto nella parte superiore, negli ultimi dieci minuti di cottura, per ottenere la coloritura. La carne con questo tipo di cottura rimane più tenera perché avviene a calore relativamente basso, giovando anche al sapore. In casseruola, con lo stesso tipo di sacchetto si può anche bollire, evitando così il disperdersi nell'acqua dei I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina preziosi valori alimentari: si chiude con il laccio, in modo non ermetico, e lo si colloca in una pentola piena a tre quarti di acqua in ebollizione (in questo caso non sono necessari i fori sul sacchetto). È consigliabile lasciar sporgere dalla pentola l'estremità del sacchetto (tenendola ferma con il coperchio) e ridurre leggermente la fiamma. Al termine della cottura lasciar riposare per qualche minuto il sacchetto prima di aprirlo. LO ZENZERO Lo zenzero fresco è una spezia vasodilatatrice dal sapore forte ed è uno degli ingredienti tipici della cucina asiatica. La parte commestibile di questa pianta tropicale non è propriamente la radice, ma il rizoma. Benché anche lo zenzero disidratato mantenga gran parte delle proprie proprietà terapeutiche, è meglio usare quello fresco. Quanto mangiarne: le quantità di zenzero fresco e disidratato usate normalmente in cucina sono sufficienti per avere effetti benefici. Basta 1 grammo di zenzero disidratato o un pezzetto di quello fresco o conservato per evitare il mal d'auto o di mare. Se consumato in eccesso può causare irritazione all'uretra: in questo caso riducetene la quantità. Cucina e consumo: il profumo e l'aroma dello zenzero danno un tocco piccante ai fritti, a molti piatti di pesce cinesi e ad altri piatti invernali per scaldarsi, come gli sformati, le torte e i punch di whisky caldi. Lo zenzero si associa bene ad alcuni frutti: melone, pere, banane e pesche. Ottimo anche con il gelato. Scelta e conservazione: avvolgete e conservate lo zenzero fresco nel frigorifero per impedire che si asciughi o si ammuffisca: si conserva per alcune settimane. Si conserva bene anche nel freezer. Per non disperdere l'aroma di quello disidratato acquistatene poco e conservatelo in contenitori ermetici (in luogo scuro e fresco). I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina LA SOIA Le varietà di fagioli di soia che si trovano in commercio sono principalmente tre: soia verde, soia gialla e soia rossa - detta "azuki". I fagioli di soia sono di sgradevole e di difficile digestione, unica eccezione sono gli azuki, una particolare varietà di colore rosso-ruggine, che si presta a essere consumata nello stesso modo dei fagioli. Per sfruttare appieno il valore nutritivo della soia, nel corso dei secoli, gli orientali l'hanno sottoposta a germogliazione, che non solo ne rende il contenuto nutritivo assimilabile dall'organismo, ma lo arricchisce. Dalla lavorazione della soia si ricavano molti prodotti: Il latte di soia: si produce mettendo a bagno i semi, frantumandoli e cuocendoli, la pasta così ottenuta viene pressata per estrarne il latte, che ha un lieve sapore di mandorla. Si trova in contenitori di cartone come quelli del latte di vacca e può essere utilizzato in sua sostituzione, soprattutto dalle persone intolleranti alle proteine del latte vaccino. Lo yogurt di soia: si trova già pronto presso i negozi specializzati e alcuni supermercati; lo si può ottenere facilmente anche in casa (basta aggiungere un cucchiaino da tè di yogurt per ogni mezzo litro di latte di soia, si mescola, si copre con un panno e si lascia riposare in un ambiente tiepido per 12 ore). La farina di soia: si ottiene dai semi di soia arrostiti e ridotti in polvere; ha un elevato contenuto di proteine (dal 40 al 50%) e di sali minerali; si può trovare in due versioni: intera o privata in parte dei suoi grassi; si può usare anche in associazione con la farina di grano e come addensante per le salse. I germogli di soia: sono la forma più gradevole per consumare l'intero seme della soia. Il processo di germogliazione rende facilmente assimilabili le sostanze presenti nel seme: in particolare si viene a formare la vitamina C e si produce un aumento del contenuto di minerali e di alcuni aminoacidi essenziali. I germogli di soia sono uno dei piatti più comuni in Cina, dove vengono consumati crudi in insalata oppure aggiunti - appena saltati in padella - a piatti cucinati. Il tofu: detto anche "formaggio di soia", si produce a partire dai semi di soia gialla lasciati a bagno per 12 ore, quindi ridotti in pasta e passati al setaccio. A seconda della stagionatura, il tofu fornisce dal 6 al 17% di proteine ed è una buona fonte di vitamine. Ha l'aspetto, la consistenza e, in parte, lo stesso utilizzo di un formaggio fresco, ma, a differenza dei prodotti a base di latte, possiede un basso contenuto di grassi ed è assolutamente privo di colesterolo. Le salse di soia: si trovano nei negozi specializzati e in alcuni supermercati e si utilizzano come condimento in sostituzione del sale, per insaporire primi piatti, pietanze, salse, per marinate di pesci e verdure. In commercio ne esistono diversi tipi: quelle più ricche di proprietà salutari e con un alto contenuto di proteine e sali minerali sono il tamari e il tamari shoyu, detto anche semplicemente shoyu. Il miso: viene prodotto in Giappone da oltre 2000 anni, si ottiene lasciando fermentare i fagioli di soia per un lungo periodo (a volte anche anni). Il miso ha l'aspetto di una pasta densa e scura con un sapore molto salato, intenso e aromatico, adatto a esaltare il gusto di altri piatti. Può essere aggiunto a verdure saltate, zuppe e minestre; è particolarmente utile a tutti coloro che seguono una dieta ricca di zuccheri e prodotti I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina di origine animale. Il miso infatti, è un buon alcalinizzante, riequilibra cioè un eccesso di acidità nel sangue, dovuta ad un alto consumo di zuccheri e purine. Le proteine di soia: chiamate comunemente "bistecche" o "spezzatino di soia", sono ottenute dai residui della lavorazione dell'olio di soia. Pur essendo una buona fonte di proteine, rischiano di contenere residui delle sostanze chimiche utilizzate per la loro produzione. L'olio di soia: è ottenuto dai semi con l'impiego del calore e di sostanze chimiche che lo rendono, dal punto di vista nutritivo, nettamente inferiore all'olio extra vergine d'oliva. La soia rossa o azuki rossi: si presta ad essere cucinata come i fagioli e i ceci. Come tutti i legumi, i fagioli di soia si conservano in luogo asciutto e al riparo dalla luce, in modo da evitare lo sviluppo di muffe. Data la loro elevata percentuale di grassi, se mal conservati possono irrancidire facilmente. Vanno consumati al massimo nell'anno del raccolto - meglio se entro cinque mesi - oltre questo periodo, perdono alcune delle loro proprietà nutritive e richiedono tempi di cottura più lunghi. Alcuni consigli: • Mettete qualche fettina di zenzero fresco in una tazzina con tamari o shoyu e con l'intingolo ottenuto condite riso bianco e pesce. • Il miso può essere un ottimo sostituto del dado. • Aggiunta nella misura del 15%, la farina di soia rende morbido il pane e lo arrichisce di proteine. COME SI CUCINANO GLI AZUKI Preparazione (proporzioni): • 2 tazze di azuki • 1/2 cucchiaino di sale Cottura con pentola a pressione: mettete nella pentola a pressione gli azuki e due tazze e mezzo d'acqua, chiudete e cuocete a fuoco vivo fino a che la pentola va in pressione, abbassate il fuoco e continuate la cottura per un'ora. Fate quindi fuoriuscire il vapore, aprite la pentola e aggiungete mezzo cucchiaino di sale; richiudete la pentola e, una volta raggiunta la pressione, cuocete per altri dieci minuti. Cottura con pentola normale: utilizzate una tazza d'acqua in più rispetto alla cottura in pentola a pressione; quando inizia a bollire coprite, abbassate il fuoco al minimo e cuocete per due ore, salando verso la fine. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina SPAGHETTI AI PORRI E SALSA DI SOIA Ingredienti per 4 persone: • 400 gr. di spaghetti • 1 kg. di porri • 6 cucchiai di olio extra vergine d'oliva • 2 cucchiai di tamari • sale q.b. Preparazione: pulite i porri, levando la parte verde e tagliateli a rondelle alte almeno 1 cm. Fateli saltare per qualche minuto in una padella dal fondo largo con l'olio (su fuoco alto), rimestando in continuazione per evitare che si brucino. Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolate, condite con i porri, aggiungete il tamari, regolate di sale e servite. DIVERSI TIPI DI OLIO OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA L'olio extra vergine d'oliva viene ricavato dalla spremitura a freddo delle olive; assume diversi nomi, secondo la qualità: • Olio d'oliva extra vergine: olio vergine di gusto definito "assolutamente perfetto". L'acidità non supera l'1%. È l'olio migliore in assoluto; • Olio d'oliva vergine: olio vergine di gusto definito "perfetto". L'acidità non deve superare il 2%; • Olio d'oliva vergine corrente: olio vergine di gusto "buono". L'acidità non deve superare il 3,3%; • Olio d'oliva vergine lampante: olio vergine di gusto "imperfetto". L'acidità supera il 3,3%. È un olio non commestibile; • Olio d'oliva raffinato: olio ottenuto dalla raffinazione di olii vergini, incluso il lampante. Ciononostante, è commestibile. L'acidità non supera lo 0,5%; • Olio di oliva: olio ottenuto miscelando l'olio d'oliva raffinato e olii d'oliva vergini, diversi dal lampante. L'acidità non supera l'1,5%; • Olio di sansa d'oliva: olio ottenuto mediante trattamento al solvente e raffinazione del residuo della prima pressione delle olive, detto "sansa", miscelato con olii vergini, diversi dall'olio lampante. L'acidità non supera l'1,5%. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina OLIO DI SEMI Ricchi di acidi grassi essenziali, vitamine, sali minerali, oligoelementi. Gli olii di semi spremuti a freddo possono essere una ricca fonte di principi medicamentosi. Basta saperli scegliere. Quando parliamo d'olio e pensiamo alle sue caratteristiche, è più che normale che, nella nostra mente facciano capolino due pensieri fondamentali: l'olio "buono" è quello d'oliva, l'olio "così così" è quello di semi. Di quest'ultimo ne riconosciamo subito la provenienza guardando semplicemente le etichette sulle bottiglie: olio di semi di mais, di girasole, d'arachide, di semi vari, di sesamo, di cartamo, di mandorle, di noci, d'albicocca, di germe di grano, di nocciola, di soia, di vinacciolo, d'avocado. Raramente ci si sofferma su alcuni aspetti fondamentali che riguardano la loro origine e il modo di produrli: l'olio d'oliva è estratto dalla polpa del frutto, gli olii di semi invece, derivano dalla parte oleaginosa dei semi e dei frutti. I contenuti nutrizionali che certi olii posseggono (se trattati in una certa maniera e consumati in modo corretto e regolare) possono portare benefici alla nostra salute. Infatti, negli olii ricavati dai semi per spremitura a freddo, sono contenute alte percentuali (tra il 50% e il 70%) d'acidi grassi essenziali, sostanze di cui il nostro organismo ha bisogno, ma che non riesce a produrre da solo. Queste sostanze non sono contenute neanche nel migliore degli olii extra vergine d'oliva, perché il prodotto di partenza non li contiene. L'impiego migliore è "quello a crudo": per condire insalate, carni già cotte, per preparare marinate di carne o di pesce o per insaporire legumi lessi. E' importante sapere che ne occorrono piccolissime quantità, circa uno o due cucchiaini al giorno e che possono essere mescolati fra loro. Olio di germe di grano: E' un olio da utilizzare solo a "crudo" per condire insalate e piccoli legumi. Ha un aspetto delicato e un caratteristico sapore di farina, due o tre cucchiaini da tè al giorno sono sufficienti a soddisfare le esigenze del nostro organismo. Olio di germe di mais: L'olio ricavato per spremitura a freddo dal germe del seme di mais, contiene fino al 57% di acidi grassi essenziali, a spiccata attività ipocolesterolemizzante e ipoglicemizzante. E' uno dei pochi olii che sopporta temperature elevate, è stabile fino a 170° e può essere quindi impiegato per fritture leggere. Olio di girasole: Dai semi decorticati del girasole si ricava un olio di elevato valore alimentare, contiene un'alta percentuale di acidi grassi polinsaturi e fino al 27% di vitamina E, è una fonte preziosa di calcio, potassio e vitamine del gruppo B (queste sono caratteristiche dell'olio spremuto a freddo). Ha un delicato sapore di cereali, ottimo per condire insalate, arrosti e verdure lesse. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina Olio di soia: L'olio si ricava dai semi della soia gialla che ne forniscono fino al 20% del loro peso; il prodotto è ricco di acidi grassi essenziali, sali minerali, oligoelementi, lecitina, vitamine A ed E. Il suo impiego migliore è a "crudo", per condire insalate, legumi cotti a vapore e per preparare marinate di carne. Olio di mandorle: La mandorla dolce, ricca di olio, proteine, glucidi, sali minerali, vitamina A e vitamine del gruppo B, è un alimento ad alto valore nutritivo. Di sapore dolce, profuma insalate di lattuga, ottimo per condire il cavolo cappuccio. Olio di noce: La noce ha sempre un ruolo importante nell'alimentazione. Il suo olio contiene: glucidi, protidi, sali minerali, vitamine A, B e PP. Si usa soltanto a "crudo" per condire insalate d'invidia, legumi lessi e formaggi di gusto deciso. Ha un sapore molto aromatico. Olio di nocciola: Il seme, consumato come tale, è molto nutriente e più digeribile di quello di noce. Per spremitura si ottiene un olio di sapore gradevole, contiene il 35% di vitamina E e circa il 70% di acidi grassi monoinsaturi. Si usa a "crudo" per insaporire insalate di valerianella e creme di funghi, si usa anche nella preparazione di torte. Olio di vinaccioli: Si ricava dai residui della vinificazione dopo un leggero processo di decolorazione e raffinazione del mosto. E' ricco di acido linoleico e vitamina E. Ottimo per preparare marinate di pesce e sui formaggi freschi. Olio di sesamo: Contiene quantità elevate di lecitina, utile per l'equilibrio delle funzioni cerebrali e nervose. Privo di odore e con un sapore simile a quello della nocciola tostata. Perfetto per marinare il pesce e per condire a "crudo" insalate di verdura. Olio di albicocca: Ricavato dal seme contenuto nel nocciolo, è un olio commestibile con discreto contenuto in acidi grassi essenziali. Profumo leggero, sapore delicato, indicato per la preparazione di dolci (può sostituire un terzo della quantità di burro o margarina indicate nelle varie ricette). Olio di avocado: La polpa del frutto è ricca in lipidi, vitamina A e vitamine del gruppo B, dal seme si ricava un olio alimentare, impiegato anche in cosmesi per la preparazione di creme per pelli delicate. Condimento aromatico per le marinate di pesce crudo e per insalate di polpa di granchio. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina I SEGRETI DI UNA BUONA FRITTURA L'olio extra vergine d'oliva è, dal punto di vista dietetico, l'olio migliore per le cotture, compresa la frittura, poiché resiste senza alterarsi alla temperatura di 200°C. Si trovano in commercio olii extra vergini d'oliva di prezzo abbastanza accessibile, adatti alle fritture, in genere si scelgono olii dal sapore delicato. • I cibi da friggere, puliti e lavati, vanno immersi nell'olio bollente prima però che questo abbia raggiunto il cosiddetto "punto di fumo" (quando inizia a fumare). Per controllare se la temperatura è sufficientemente alta, s'intinge nell'olio un pezzo dell'alimento da friggere, quando l'olio sfrigola è il momento giusto; • Prima di essere messi in padella, gli alimenti devono essere perfettamente asciutti: l'acqua accelera il processo di degrado dell'olio perché si combina con alcuni suoi grassi, alterandone la qualità; • Polpette o verdure affettate devono avere, più o meno, le stesse dimensioni o uguale spessore, affinché i tempi di cottura siano gli stessi; • Gli alimenti facili a rompersi (pomodori, melanzane, zucchine) prima di essere fritti devono essere passati nella pastella per evitare che, rompendosi, assorbano troppo olio; • Finocchi e carciofi vanno sbollentati e asciugati con cura prima di essere fritti; • Crocchette e pesci possono essere, prima, passati nella pastella o impanati (questo procedimento serve a tenerli compatti durante la cottura e ad arricchirne il gusto); • L'olio della frittura non va mai riutilizzato: l'alta temperatura cui è stato sottoposto ne modifica la struttura e diminuisce la resistenza all'irrancidimento. I GERMOGLI I semi germogliati sono ricchi di vitamine, enzimi e sali minerali. Facili da preparare, si prestano ad arricchire insalate, primi piatti e dessert. Basta acquistare le sementi in erboristeria o nei negozi d'alimenti naturali e con semplici avvertenze potrete vedere crescere le pianticelle nel giro di pochi giorni. • Mettere una manciata di semi in un colino e sciacquarli accuratamente sotto il getto d'acqua fredda. • Disporli sul fondo di un barattolo di vetro o di porcellana molto capiente e coprirli d'acqua. • Chiudere il barattolo con una garza o un tovagliolo di carta e fermarlo con un elastico. • Mettere il barattolo al buio (i semi cominceranno a germogliare nel giro di poche ore). • Cambiare l'acqua del barattolo una o due volte al giorno, i semi saranno pronti entro pochi giorni. • Prima di consumarli, esporli alla luce per qualche ora per farli arricchire di clorofilla. NOTA BENE: usare solo semi provenienti da agricoltura biologica. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina Come conservare i germogli: • riporli in contenitori di vetro o in sacchetti di carta e tenerli in frigorifero (nel cassetto delle verdure); • scottarli in acqua e aceto e poi conservarli in un barattolo di vetro a chiusura ermetica (coperti d'aceto di mele); • surgelarli dopo averli scottati in acqua bollente e scolati con cura. • prima di utilizzare i germogli bisogna lavarli sotto l'acqua corrente ed eliminare le bucce dei semi, quindi scolarli bene. Ci sono molti cereali e legumi adatti alla germinazione, ma per alcuni non è consigliabile. Quelli di soia, ad esempio, richiedono numerose cure durante i primi giorni di germinazione, quindi è meglio acquistarli già pronti. Inoltre, i semi germogliati di alcuni vegetali come pomodoro e patata contengono sostanze tossiche. INSALATA DI POMODORI E GERME DI GRANO • • • • • • • • 600 gr. di pomodori a fette 100 gr. di germe di grano 50 gr. di semi di lino dorati e pestati 100 ml. di yogurt naturale magro 3 cucchiai di aceto di riso 120 ml. di latte scremato 3 cucchiai di erbe fresche (basilico, prezzemolo, origano, ecc.) 1 cucchiaino di miele (a piacimento) Preparazione: disponete le fette di pomodoro in un'insalatiera, unite gli altri ingredienti e mescolate con cura. Assaggiate e aggiungete il miele (se volete). Servite subito. LO YOGURT Lo yogurt è una coagulazione del latte che avviene grazie all'azione di particolari fermenti presenti nell'ambiente: il Lactobacillus bulgaricus e lo Streptococcus thermophilus. I fermenti operano profonde modifiche nella composizione del latte, che può essere di vacca, pecora o capra, trasformandolo in un alimento d'altissimo valore nutritivo. Esistono oggi diversi tipi di yogurt, che si differenziano principalmente per il contenuto di grassi: • yogurt intero, con un contenuto minimo di grassi del 3,5%; • yogurt scremato, che contiene da 1,5 a 1,8% di grassi; • yogurt magro, che ha un contenuto massimo di grassi dello 0,3%. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina ZUPPA DI VERDURA ALLO YOGURT Ingredienti (per 4 persone): • • • • • • • • • • 4 carote 2 cipolle 4 patate 1 porro 2 spicchi d'aglio 1/2 l. di latte 4 vasetti di yogurt 4 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva crostini di pane (per accompagnare) sale q.b. Preparazione: raschiate le carote, pelate le cipolle e l'aglio e pulite il porro. Tritate finemente le verdure e le carote e mettetele a stufare con l'olio in una pentola coperta, cui avrete aggiunto due cucchiaiate d'acqua. Tagliate le patate a pezzetti e aggiungetele alla preparazione insieme con il latte. Salate e cuocete a fuoco dolcissimo, senza far bollire, fino a quando le patate non diventano morbide. Poco prima di portare in tavola aggiungete lo yogurt e mescolate con cura, avendo l'accortezza di non fare assolutamente bollire la minestra. Servite accompagnando con crostini di pane. DOLCE ALLO YOGURT Ingredienti: • 1 vasetto di yogurt naturale 3 bicchieri di farina 1 bicchiere di zucchero • 3 cucchiai d'olio • 2 uova • 1 bustina di lievito • • sale q.b. • profumo (usate un'aroma a vostro piacimento) Preparazione: mescolate bene la farina e il lievito. Versatevi a fontana le uova, lo zucchero, lo yogurt, l'olio, il sale e il profumo. Lavorate bene l'insieme per ottenere una pasta omogenea. Versatela in uno stampo imburrato e fatela cuocere a fuoco medio per circa 35/40 minuti. Questo dolce è ottimo per poterlo riempire (tagliandolo a strati) con creme. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina IL TE' Il tè nero La tostatura rende le foglie di questo tipo di tè di colore scuro. Il processo di tostatura modifica sia il gusto sia le caratteristiche originali. Il sapore, sebbene deciso e forte, è privo del retrogusto, peculiarità del tè verde. Il tè nero è particolarmente adatto alla prima colazione. Il tè verde Il tè verde proviene dalla stessa pianta del tè nero: la differenza sta nella fermentazione. Il tè verde, infatti, viene fatto essiccare subito dopo la raccolta e questo provoca la parziale perdita di alcune sostanze, che evaporano. In particolare certi tipi di enzimi che causano la colorazione scura delle foglie di tè nero. Invece le foglie di tè verde vengono riscaldate (normalmente per mezzo del vapore) e girate e questo gli conferisce la caratteristica forma a palline (tè verde Gunpowder). Secondo il tradizionale metodo cinese, le foglie vengono lasciate fermentare solo leggermente, mentre la lavorazione giapponese non lo prevede. Il tè verde è risultato alle analisi ricco di vitamina C e numerosi minerali, come il Calcio, il Magnesio, lo Zinco ed il Potassio. Il tè semifermentato E' un tipo di tè che viene lavorato in maniera particolare, ma non va considerato come una semplice categoria di mezzo tra le due sopra menzionate. Questa famiglia vanta dei tè molto nobili, dalla provenienza pregiata, soprattutto per l'accuratissima lavorazione che è giunta, perfezionandosi negli anni, a degli altissimi livelli. La preparazione del te' Attenzione al tipo di acqua che si utilizza: non deve essere troppo ferrosa, né altamente alcalina. Oltre ad alterare il sapore, questi fattori fanno perdere al tè il suo apporto nutritivo. Si consiglia l'uso di un'acqua oligo-minerale. La temperatura dell'acqua deve oscillare tra i 70° per i tè verdi ed i 90° per i tè neri. Usare una teiera di porcellana o di terracotta (o di ghisa come i giapponesi!). La dose consigliata è di 2-3 grammi per tazza. Le foglie di tè devono rimanere in fusione per almeno 4 minuti. Il tè, per essere apprezzato al meglio, non gradirebbe alcuna aggiunta, tuttavia è concesso l'uso di zucchero o latte. Le foglioline del tè dovrebbero essere conservate in recipienti di latta chiusi, al riparo della luce e da fonti di calore. (per gentile concessione della ditta NONSOLOTE' di Rubano - Padova) I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina ALCUNE RICETTE CON LE ERBE DI CAMPO Crema di ortiche e cipolla Ingredienti: • • • • • • • • • • • 500 gr. di foglie di ortica fresca una cipolla un ciuffetto di basilico un rametto di timo un chiodo di garofano una grossa patata un cucchiaino di sale 1 dl. di olio 4 noci di burro crostini di pane 4 cucchiai di parmigiano grattugiato Con le mani protette, prendere 1/2 Kg. di foglie di ortica giovani e tritarle. Intanto in una casseruola alta mettere a rosolare nell'olio la cipolla tagliata a rondelle fini. Quando la cipolla è imbiondita, aggiungere l'ortica tritata e continuare la cottura per 10 minuti circa, sempre mescolando. A questo punto l'ortica avrà perso tutti i suoi peli urticanti e sarà diventata morbida e vellutata. Aggiungere ora la patata tagliata a pezzetti e tutti gli altri ingredienti vegetali, un litro d'acqua e il sale. Dopo una cottura di circa mezz'ora, passare tutto al passaverdura e far ribollire per 10 minuti, dopo aver aggiunto il burro. Servire con crostini di pane e parmigiano grattugiato. Gnocchetti alle ortiche Ingredienti: • • • • • • • • • • 100 gr. di ortica lessata 150 gr. di ricotta di pecora 100 gr. di pangrattato 100 gr. di parmigiano grattugiato 150 gr. di farina sale peperoncino noce moscata 3 uova intere latte q.b. Si monda e si lessa l'ortica. Quando e' cotta si strizza e si trita molto fine. All'ortica si aggiungono tutti gli altri ingredienti e latte quanto basta per un impasto lavorabile, morbido e non colloso. Si fanno dei gnocchetti che si cuociono in acqua salata e si condiscono con olio extra vergine d'oliva, salvia e pecorino grattugiato. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina Zuppa di borragine Ingredienti: • • • • • manciate di foglie tenere di borragine 5 uova intere un cucchiaio di parmigiano sale e pepe orzo penato Cuocere nel brodo vegetale l'orzo penato. All'ultimo minuto di cottura si aggiungono a piacere dei cubetti di frittata di borragine. Si serve la zuppa con crostini di pane integrale. Per la frittata, si prendono le foglie di borragine lavate e tritate amalgamandole con le uova intere, il parmigiano, il sale ed il pepe a piacere, e si cuoce il tutto in padella prima da un lato e poi dall'altro. Quando la frittata è fredda si taglia a cubetti. Frittata di Primavera Ingredienti: • una manciata di tarassaco | una manciata di rosolaccio • una manciata di margheritina (con i fiori) | una manciata di borragine | una pianticella di aglio | 4 uova acqua gassata | sale e pepe Si lavano, si tritano grossolanamente le erbe e si cuociono in padella in poco olio. Quindi si uniscono 4 uova intere sbattute con un dito di acqua gasata, sale e pepe. La frittata si mangia calda con insalata di ruchetta. Insalata di campo fiorita Ingredienti: • • • • • • • • • • 50 gr. di foglie tenere di malva 50 gr. di crescione 50 gr. di foglie giovani di tarassaco 30 gr. di acetosa 30 gr. di borragine 20 gr. di foglie tenere di margheritina 5 gr. di fiori di malva 5 gr. di petali di fiori di margheritina 5 gr. di petali di rosa selvatica olio, succo di limone o aceto e sale q.b. Si tagliano le erbe finemente e, poste nell'insalatiera, si condiscono e si mescolano. Sulla superficie dell'insalata si disporranno le tre qualità di fiori (tutti alimentari) che daranno all'insalata un aspetto e un profumo nuovi. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina Budino al sambuco Ingredienti: • • • • • 500 gr. di ricotta 4 uova 50 gr. di miele 3 cucchiai di latte 100 gr. di marmellata di sambuco Si amalgama mescolando bene la ricotta con i quattro tuorli, il miele, il latte e la marmellata di sambuco. Quando il tutto è ben omogeneo si uniscono 4 albumi montati a neve e si riempie uno stampo imburrato. Si cuoce a bagnomaria nel forno per 20 minuti a 200 °C. Si toglie dal forno, si lascia intiepidire e si sforna. Sciroppo di sambuco Ingredienti: • 2 Kg. di bacche ben mature e nere • 700 gr. di zucchero per ogni Kg. di succo Lavare le bacche come si presentano nella loro inflorescenza, scolarle e separarle. Metterle in una pentola, schiacciandone col mestolo una parte sul fondo, per evitare che si brucino. Portare ad ebollizione a fuoco moderato, e quando inizia la bollitura mescolare spesso fino a quando le bacche non siano aperte. Togliere la pentola dal fuoco, passare il tutto al setaccio aiutandosi con un cucchiaio per ottenere la maggiore quantità di polpa e succo. Pesare il succo ottenuto e aggiungere 700 gr. di zucchero per ogni Kg. di succo. Rimettere al fuoco e far bollire piano mescolando fino a quando il liquido sarà diventato sciropposo. Imbottigliare subito sotto vuoto tappando bene. Ottimo da aggiungere a gelato, creme, ricotta e sulle torte di mele. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina PIANTE AROMATICHE Quando, nei secoli passati, il sale da cucina era una merce preziosa, le erbe aromatiche e le spezie avevano un grande ruolo nel campo gastronomico e non solo. Oggi che il sale è a disposizione in grande abbondanza, i sapori dati dalle erbe aromatiche e dalle spezie sono stati emarginati nell'alimentazione quotidiana. Sicuramente tutto ciò è un grave errore alimentare perché le erbe aromatiche fresche, oltre a procurare un piacere olfattivo, apportano principi nutritivi, vitamine e minerali utili nella digestione e nel metabolismo cellulare. Le erbe aromatiche si chiamano così perché emanano aromi gradevoli e contengono olii essenziali che possono svolgere la loro massima azione di stimolazione olfattiva quando le erbe sono fresche. Ogni erba, fiore o radice si abbina felicemente ad una serie di ingredienti dei quali esalta e completa il sapore. Importante è seguire rigorosamente la stagionalità, utilizzarle subito dopo la raccolta, evitare le cotture prolungate che spesso ne riducono l'aroma e aumentano la concentrazione di eventuali sostanze tossiche. Le erbe essiccate si conservano bene in contenitori a chiusura ermetica, in luoghi freschi e protetti dalla luce del sole; alcune erbe fresche, come il basilico, il prezzemolo e l'erba cipollina possono essere anche surgelate. BASILICO Ocimum basilicum Di origine africana e indiana, il basilico si è acclimatato in Europa da secoli; è largamente coltivato in tutte le parti del globo a temperatura invernale mite; viene usato per aromatizzare insalate, minestre e carni. ERBA CIPOLLINA Allium schoenoprasum L'erba cipollina europea è l'unica cipolla che cresce spontanea sia nel vecchio che nel nuovo mondo. E' più gracile e bassa della cipolla d'inverno; presenta, alla fioritura, delle graziose ombrelle globose di fiori rosa o porporini. Le sue foglie aghiformi ricrescono dopo il taglio. Ha uno stelo sottile e cavo e viene molto usata per aromatizzare formaggi, brodi, zuppe, omelette. MAGGIORANA Origanum majorana (Majorana hortensis) La maggiorana è originaria del Medio Oriente e fin dai tempi più antichi era coltivata per i fiori. Nei paesi caldi è perenne e si può usare sia fresca che essiccata; il suo aroma assomiglia a quello del timo, ma di questo è più dolce e odorosa. La maggiorana è molto importante in cucina in quanto trova numerosi impieghi in tutte le gastronomie europee. MELISSA Melissa officinalis La melissa, il cui nome ricorda il miele, è infatti, una delle migliori piante mellifere. Cresce a ciuffi nei giardini o nelle loro vicinanze. Ha fiori piuttosto piccoli , bianchi poi rosati. La pianta giovane emana un gradevole profumo di limone; in seguito, emana odore di cimice che scompare con l'essiccamento; la pianta essiccata, dopo un anno, non conserverà più il suo aroma di limone. I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina ORIGANO Origanum vulgare L'origano, allo stato spontaneo, è pianta di montagna da cui il nome scientifico dal greco oros, montagna, e da ganos, splendore. L'origano è usato per aromatizzare la pizza alla napoletana e per insaporire piatti regionali. PREZZEMOLO Petroselinum crispum Dall'epoca romana non vi è orto in Europa, escludendo l'estremo Nord, dove non sia coltivata questa eccellente pianta aromatica, che verosimilmente è originaria del Mediterraneo orientale. Le foglie fresche contengono ferro, calcio, fosforo ed un tasso elevato di vitamina A e C. Il prezzemolo è un fattore importante di equilibrio nutritivo: infatti, 5 gr. di prezzemolo forniscono la quantità quotidiana necessaria di vitamina A e 30 gr. quella di vitamina C. ROSMARINO Rosmarinus officinalis La parola deriva dal latino "rosmarinus" rugiada di mare. E' un cespuglio che cresce spontaneo su terreni rocciosi e calcarei lungo le coste del Mediterraneo e il suo profumo ricorda quello delle pinete nelle giornate calde. E' tra le erbe aromatiche più comuni, specie per gli arrosti, e viene usato sia nella cucina italiana che in quella francese, spagnola e greca. Se dosato opportunamente è ottimo non solo con la carne alla griglia ed arrosto, ma anche con il pesce e con tutti i piatti di carne aromatizzati con aglio, vino e aceto. SALVIA Salvia officinalis Tutte le specie di salvia sono estremamente aromatiche e la officinalis è importante anche dal punto di vista culinario. E' efficace, si dice, per curare stati di malinconia e calmare le crisi di asma. Il suo profumo intenso e il suo gusto sono invitanti, però non bisogna abusarne, perché la salvia contiene le stesse sostanze tossiche dell'assenzio, ed è perciò controindicata ai temperamenti sanguigni e ipertesi. TIMO Thimus vulgaris Il timo è una pianta originaria del Mediterraneo occidentale; è presente sulle colline aride molto soleggiate delle nostre regioni marine, dove i suoi ciuffi legnosi spandono nell'aria il loro aroma penetrante. Un infuso di timo è un salutare e gradevole succedaneo del tè o del caffè; le sue foglioline sono usate in cucina per aromatizzare il pesce e le verdure delle ricette delle regioni mediterranee. I Quaderni di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde Fonti utilizzate per il Quaderno • Erba sacra – Il tè www.erbasacra.com • Natura e Benessere www.naturaebenessere.it • Biofattorie didattiche AIAB www.aiab.it/nuovosito/biofattorie/ • Le erbe dei Griggi Montù www.leerbedeigriggimontu.it • Cucina Kataweb www.kwcucina.kataweb.it • Le erbe in cucina www.erbe.it/ N. 3 – La natura in cucina I Quaderni del CEA S. CRISTOFORO - N°3 di VIVIVERDE – www.lalumaca.org/viviverde NOTE: LA3NATURA IN in CUCINA N. – La natura cucina I Quaderni di Viviverde www.lalumaca.org/viviverde Progetto grafico e testi