Large Animals Review, Anno 8, n. 4, Agosto 2002 19 LA SOMMINISTRAZIONE DI BUSERELIN NEL PRIMO MESE DOPO IL PARTO NON MIGLIORA L’EFFICIENZA RIPRODUTTIVA DELLA BOVINA DA LATTE MASSIMILIANO BATTOCCHIO, MARIA CRISTINA VERONESI, ANTONIO MOLLO1, DANIELE VIGO2, MASSIMO FAUSTINI2, ANTONELLA COMIN3, FAUSTO CAIROLI Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica Veterinaria, Università di Milano 1 Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Università di Padova 2 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare, Università di Milano 3 Dipartimento di Scienze Alimentari, Sezione di Fisiologia Veterinaria e Nutrizione, Università di Udine Riassunto Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare l’efficacia della somministrazione singola o ripetuta di buserelin (GnRH analogo) nel primo mese post partum nel tentativo di migliorare le performances riproduttive della bovina da latte. In questa indagine la somministrazione di 20 µg di buserelin, sia singola a 14 d post partum che ripetuta a 14 e 24 d post partum, non ha statisticamente migliorato l’efficienza riproduttiva. Infatti sia la normale ripresa della ciclicità ovarica (frequenza e tempi di ripresa), sia gli intervalli parto-I FA e parto-concepimento, sia il tasso di concepimento ed il numero di FA/gravidanza non sono risultati migliori nelle bovine trattate rispetto alle bovine di controllo non trattate. In conclusione i risultati di questo studio sottolineano l’inutilità dell’impiego del GnRH nell’immediato post partum allo scopo di migliorare l’efficienza riproduttiva delle bovine da latte con parto e secondamento normali, clinicamente sane ed in buono stato di nutrizione. Summary One hundred and fifty multiparous Friesian cows, with normal parturition and expulsion of the fetal membranes, clinically healthy and in a good body condition, were divided randomly as follows: group A (n=50) 20 µg i.m. buserelin 14 days post partum; group B (n=50) 20 µg i.m. buserelin 14 and 24 days post partum; group C (n=50) no treatment. Milk samples were collected twice a week, from the first to the ninth week after parturition, for progesterone analysis by RIA. The resumption of ovarian activity was considered normal when a sequence of at least two or three consecutive values of P4 ≥ 200 pg/mL followed by one or two values of P4 <100 pg/mL was registered. The resumption of ovarian activity within day 63 post partum did not demonstrate any statistically significant differences (P>0.05) among the three groups. Likewise, the comparison among the interval from parturition to the first luteal phase in normally cycling cows were not significant (P>0.05). The overall conception rate, the calving to first service interval, the calving to conception interval and the number of services to achie ve pregnancy did not show any statistically significant differences (P>0.05). INTRODUZIONE La precoce ripresa della ciclicità ovarica dopo il parto è essenziale per mantenere entro limiti accettabili l’intervallo parto-concepimento e, conseguentemente, per garantire l’efficienza economica d’allevamento. È ormai noto che nella bovina da latte si assiste, immediatamente dopo il parto, ad un periodo in cui le richieste energetiche, finalizzate alla lattazione, non sono sufficientemente coperte dall’ingestione alimentare tanto da determinare una fase caratterizzata da un bilancio energetico negativo. L’aumento progressivo dell’ingestione alimentare permette il ritorno ad uno stato di neutralità o positività del bilancio energetico, favorendo, tra la quarta e la quattordicesima settimana dopo il parto, un aumento della secrezione pulsatile di LH, il raggiungimento del massimo diametro del follicolo dominante e l’incremento della biosintesi follicolare di estradiolo. Verosimilmente durante l’immediato post partum, nella fase di bilancio energetico negativo, si viene a determinare una situazione in cui la crescita del follicolo dominante dopo la deviazione è accompagnata da crescenti quantità di estradiolo in grado di inibire la pulsatilità di GnRH e, conseguentemente, di LH. La ridotta pulsatilità di LH interfe- 20 La somministrazione di buserelin nel primo mese dopo il parto non migliora l’efficienza riproduttiva della bovina da latte rirebbe negativamente sulla progressiva crescita del follicolo, impedendo il raggiungimento delle dimensioni e della sintesi di estradiolo tipiche del follicolo preovulatorio. L’ovulazione verrebbe quindi a mancare a causa dell’assenza di un picco di estradiolo e del conseguente picco di GnRH/LH. L’azione inibitoria di basse concentrazioni di estradiolo sulla secrezione di GnRH ipotalamico sarebbe quindi il fulcro della condizione anovulatoria post partum1. Il GnRH è un decapeptide prodotto dai neuroni ipotalamici e secreto nei capillari del sistema portale ipofisario. Nell’ipofisi il GnRH si lega a specifici recettori e, attraverso una serie di reazioni a cascata, induce il rilascio di FSH e di LH2. La secrezione di GnRH stimola moderatamente lo sviluppo follicolare attraverso l’azione dell’FSH ed induce l’ovulazione e la formazione del corpo luteo mediante l’azione dell’LH3. Partendo dal presupposto che il GnRH è in grado di indurre significativi aumenti di LH plasmatico nella bovina4 e che la precoce ripresa di una normale attività ovarica dopo il parto può essere limitata da una ipofunzionalità ipotalamica o ipofisaria e conseguentemente da un mancato rilascio di gonadotropine5, è stato ipotizzato che sia l’ovulazione sia la precoce ripresa dell’attività ovarica possano essere indotte dalla somministrazione di GnRH. Sulla base di questa ipotesi e in considerazione della correlazione positiva tra il numero di cicli estrali che precedono l’inseminazione ed il tasso di concepimento6 e del fatto che la ripresa della ciclicità ovarica, l’intervallo partoprima inseminazione ed il tasso di concepimento per intervento fecondativo sono influenzabili dal trattamento con GnRH, gli ultimi vent’anni sono stati caratterizzati dalla diffusione dell’impiego del GnRH o dei suoi analoghi, nei primi 40 giorni dopo il parto, allo scopo di migliorare l’efficienza riproduttiva delle bovine da latte. Tuttavia, nonostante l’abbondante letteratura sull’uso del GnRH ed analoghi nell’immediato post partum per il miglioramento dell’efficienza riproduttiva, i diversi autori riferiscono risultati alquanto contrastanti tanto da non aver ancora del tutto chiarito nemmeno la reale opportunità del trattamento. Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare l’efficacia della somministrazione singola o ripetuta di buserelin (GnRH analogo) nel primo mese post partum nel tentativo di migliorare le performances riproduttive della bovina da latte. MATERIALI E METODI Lo studio è stato condotto in un allevamento di bovine di razza Frisona a stabulazione semilibera con cuccette di riposo, situato nella pianura padana. Le bovine erano alimentate con una razione composta da fieno, insilato di mais e concentrati, integrata con vitamine e minerali (21,6 kg SS/capo/die, 16,5% proteine). La produzione lattea media giornaliera era di 27 kg al 3,6% in grassi e 3,2% in proteine. Fra gli oltre 400 capi in lattazione sono state selezionate 150 bovine di età compresa tra 3 e 8 anni, con parto eutocico e secondamento normale, clinicamente sane ed in buono stato di nutrizione (grado 3 del BCS). I soggetti sono stati suddivisi in tre gruppi con la tecnica dell’ingresso progressivo e, in assenza di rilievi clinici sulle condizioni delle ovaie, sottoposti ai seguenti trattamenti: Gruppo A (n=50) 20 µg di buserelin (Receptal®, Hoechst Roussel Vet Srl, Milano) i.m. 14 giorni dopo il parto; Gruppo B (n=50) 20 µg di buserelin i.m. 14 e 24 giorni dopo il parto; Gruppo C (n=50) nessun trattamento. Le bovine sono state sottoposte a visita clinica settimanale dalla quinta settimana post partum fino alla fecondazione strumentale e per la diagnosi di gravidanza. I parametri presi in considerazione per la valutazione dell’efficienza riproduttiva sono stati: - intervallo parto-I fase luteinica; - intervallo parto-I FA; - intervallo parto-concepimento; - tasso di concepimento; - numero di FA/gravidanza. Modalità e tempi della ripresa dell’attività ciclica ovarica sono stati monitorati, mediante l’andamento del progesterone (P4) con un campionamento di latte delle mungiture serali del lunedì e del giovedì, dalla prima alla nona settimana dopo il parto. La determinazione delle concentrazioni di P4 nel siero di latte è stata eseguita con metodo R I A 7 con CV intersaggio di 8,9% per valori alti e di 18,6% per valori bassi, ed intrasaggio di 7,6% e 16,3% rispettivamente per valori alti e bassi. Sulla base dell’attività luteinica, le bovine erano considerate ciclanti quando veniva registrata una sequenza di 23 valori di P4 ≥200 pg/mL seguiti da 1-2 valori di P4 <100 pg/mL8. I dati relativi alla frequenza della normale ripresa dell’attività ovarica ed al tasso di concepimento delle bovine dei tre gruppi sono stati confrontati con il test del χ2; quelli relativi agli intervalli parto-I fase luteinica, parto-I FA e parto-concepimento, ed al numero di FA/gravidanza sono stati sottoposti ad analisi della varianza (ANOVA). RISULTATI I dati relativi alle 80 bovine (53,3%) con ripresa normale dell’attività ovarica, valutata sull’andamento del P4, entro la nona settimana dopo il parto ed i rispettivi tempi di comparsa della prima fase luteinica sono riportati in Tabella 1. Sia il test del χ2 che l’analisi della varianza, applicati alle frequenze ed ai tempi della ripresa normale dell’attività ovarica, fornendo rispettivamente valori di χ 2=3,91 e F=0,148, hanno rilevato differenze statisticamente non significative nei tre gruppi (P>0,05). Tra le 70 bovine (46,7%) che non hanno avuto una regolare ripresa dell’attività ovarica, a prescindere dal gruppo di appartenenza, 22 hanno presentato valori di P4 <100 pg/mL per tutte le nove settimane di osservazione. Trentasette soggetti presentavano valori di P4 ≥200 pg/mL che, una volta raggiunti, perduravano fino a 63 giorni post partum. I restanti 11 soggetti, dopo una prima fase luteinica regolare, erano caratterizzati dalla persistenza di valori di P4 ≥200 pg/mL (n=5) o <100 pg/mL (n=6) per il restante periodo di osservazione. Large Animals Review, Anno 8, n. 4, Agosto 2002 21 Tabella 1 Frequenze e tempi di comparsa della I fase luteinica delle bovine ciclanti con trattamento singolo (gruppo A), con trattamento ripetuto (gruppo B) e senza trattamento (gruppo C) GRUPPO BOVINE CON NORMALE CICLICITÀ n (%) INIZIO I FASE LUTEINICA d (media ± DS) A (n=50) 29 (58) 28,2±1,8 B (n=50) 21 (42) 26,4±1,7 C (n=50) 30 (60) 28,6±1,8 Tabella 2 Indici riproduttivi delle bovine con trattamento singolo (gruppo A), con trattamento ripetuto (gruppo B) e senza trattamento (gruppo C) GRUPPO BOVINE GRAVIDE n (%) PARTO I FA d (media ± DS) PARTO CONCEPIMENTO d (media ± DS) FA/ GRAVIDANZA n (media ± DS) A (n=50) 42 (84) 67,9±3,2 166,2±17,2 3,5±0,3 B (n=50) 42 (84) 71,4±2,9 170,7±13,9 3,6±0,4 C (n=50) 46 (92) 65,4±2,3 158,1±15,6 3,5±0,4 In Tabella 2 sono riportati i dati relativi al tasso di concepimento, agli intervalli parto-I FA e parto-concepimento, ed al numero di FA/gravidanza delle bovine dei tre gruppi. I valori forniti dal test del χ2, sul confronto dei tassi di concepimento (χ2=1,85), e dall’analisi della varianza, relativi alle comparazioni degli intervalli parto-I FA (F=0,629) e parto-concepimento (F=0,17) ed al numero di FA/gravidanza (F=0,043), non hanno mostrato differenze statisticamente significative tra i tre gruppi (P>0,05). DISCUSSIONE Se da una parte è stato ampiamente dimostrato che la somministrazione di GnRH è in grado di indurre la ripresa dell’attività ovarica, attraverso la liberazione di LH ipof i s a r i o 4, 9, la reale efficacia della somministrazione di GnRH nell’immediato post partum per il miglioramento delle performances riproduttive della bovina da latte non è ancora stata del tutto sancita, anche a causa dell’impossibilità di comparare risultati ottenuti da indagini caratterizzate da disegni sperimentali diversi10. In passato diversi gruppi di ricercatori hanno ritenuto utile il trattamento con GnRH per stimolare la ripresa della ciclicità ovarica dopo il parto, per l’induzione dell’ovulazione e per la prevenzione delle disfunzioni ovariche4, 9, 11, 12, 13. Maffeo et al.14 riportano come la somministrazione di buserelin nelle prime settimane dopo il parto sia in grado di anticipare la comparsa del primo estro manifesto, di ridurre l’intervallo parto-concepimento, senza però modificare l’indice di gravidanza. Archbald et al. 15 sostengono l’utilità del GnRH per il ripristino dell’attività ovarica dopo il parto, avendo registrato un intervallo parto-concepimento significativamente più lungo ed un numero maggiore di interventi fecondativi per gravidanza nelle bovine non trattate. Tuttavia Thatcher et al. 2 contestano la mancanza di prove a dimostrazione del chiaro effetto migliorativo sull’efficienza riproduttiva della somministrazione preventiva di GnRH nell’immediato post partum. Altri autori ritengono il trattamento inefficace16, 17 o addirittura inopportuno18. È stato ipotizzato che l’efficacia terapeutica del GnRH possa dipendere anche da fattori diversi rispetto alla sola sensibilità ipotalamo-ipofisaria. Infatti Risco et al. 19, in base ai risultati di un programma di trattamento con GnRH e PGF2α, sono dell’opinione che la stimolazione dell’attività luteinica post partum non sia efficace in bovine con un BCS uguale o inferiore a 2,7. Foote e Riek20 sostengono che la somministrazione di GnRH nell’immediato post partum, in bovine con anomala involuzione uterina, promuove un rapido ripristino della normale funzione riproduttiva con miglioramento significativo dell’intervallo parto-I FA, parto-concepimento e del tasso di concepimento a 105 giorni post partum, ma non modifica in maniera significativa le performances riproduttive di bovine con involuzione normale. Al contrario, Etherington et al. 21 sottolineano che la somministrazione di GnRH nell’immediato post partum sembrerebbe addirittura incrementare l’incidenza di piometra e di anestria prolungata. Thatcher et al. 2 ipotizzano che la risposta al trattamento con GnRH sarebbe influenzata anche dallo stato fisiologico al momento del trattamento, da fattori ambientali e ma nageriali, da patologie o disfunzioni riproduttive e dal tempo intercorso tra il parto ed il trattamento. Gli stessi autori suggeriscono che i risultati contrastanti riferiti dalle numerose indagini effettuate negli ultimi vent’anni potrebbero dipendere dalle potenzialità del GnRH di indurre effetti diversi a seconda delle diverse condizioni degli ani- 22 La somministrazione di buserelin nel primo mese dopo il parto non migliora l’efficienza riproduttiva della bovina da latte mali al momento del trattamento. Di conseguenza, il trattamento effettuato dopo il parto, indiscriminatamente su tutti i soggetti, non porterebbe ad un palese miglioramento dell’efficienza riproduttiva d’allevamento. Alla stessa conclusione sono giunti Beckett e Lean10 in uno studio eseguito per valutare, mediante meta-analisi, gli effetti della somministrazione di GnRH nel post partum. Gli autori affermano come l’estrema eterogeneità degli animali trattati nelle diverse indagini conduca ad una elevata variabilità di risposta al trattamento, anche se, tutto sommato, non sembra evidenziabile un chiaro effetto benefico della somministrazione post partum di GnRH sull’efficienza riproduttiva. Anche nella nostra indagine la somministrazione di 20 µg di buserelin, sia singola a 14 d post partum che ripetuta a 14 e 24 d post partum, non ha statisticamente migliorato l’efficienza riproduttiva. Infatti sia la normale ripresa della ciclicità ovarica (frequenza e tempi di ripresa), sia gli intervalli parto-I FA e parto-concepimento, sia il tasso di concepimento ed il numero di FA/gravidanza non sono risultati migliori nelle bovine trattate rispetto alle bovine di controllo non trattate. Secondo quanto riportato da Diskin et al. 22, la somministrazione di GnRH dopo la selezione di un follicolo dominante causa l’ovulazione ed induce l’emergenza di una nuova onda follicolare dopo 1-2 giorni, mentre la somministrazione di GnRH prima della selezione follicolare non ha effetto sulla progressione dell’esistente onda follicolare. La nostra scelta di ricorrere alla doppia somministrazione di GnRH si basa quindi, oltre che su riferimenti bibliografici23, 24, sul presupposto che, in assenza di un follicolo dominante, il trattamento a 14 giorni possa essere in grado di interferire sulla temporizzazione delle onde follicolari così da indurre la comparsa di un follicolo dominante al momento della successiva somministrazione 10 giorni più tardi. È da sottolineare che nel presente studio sono state utilizzate esclusivamente bovine con parto eutocico e secondamento normale, clinicamente sane ed in buono stato di nutrizione; ciò potrebbe ulteriormente suffragare il dubbio dell’effetto migliorativo del GnRH sull’efficienza riproduttiva in bovine “normali” e riaprirebbe la discussione sull’opportunità del trattamento a tappeto negli allevamenti. Il controllo bisettimanale del progesterone nel siero di latte per nove settimane dopo il parto ci ha permesso di verificare, accanto alle bovine con normale ripresa della ciclicità ovarica (53,3%), diversi pattern di mancata o irregolare ripresa. È stato infatti possibile individuare soggetti (14,7%) in cui i livelli di P4 restavano costantemente inferiori a 200 pg/mL, situazione correlata al rilievo clinico di ovaie acicliche (n=6) o di cisti follicolari (n=18). I soggetti (24,7%) con concentrazioni di P4 costantemente superiori alla soglia di 200 pg/mL erano caratterizzati dalla presenza di un corpo luteo persistente (n=29) o di cisti luteiniche (n=8). Nelle restanti bovine (7,3%), la fase luteinica normale era seguita dal perdurare o di alte concentrazioni di P4 o di valori estremamente ridotti. Se la presenza di un corpo luteo persistente dopo una fase luteinica normale può essere ascrivibile all’instaurarsi di patologie uterine, non è altrettanto semplice spiegare il ritorno ad uno stato di ovaie acicliche dopo una fase luteinica normale, salvo ipotizzare che il GnRH sia stato in grado di indurre una fase luteinica, ma non la ciclicità ovarica. È tuttavia probabile che il trattamento con GnRH ad uno stadio non conosciuto della follicologenesi possa sortire risultati molto variabili. Infatti, secondo quanto riportato da Macmillan e Thatcher25, la sua somministrazione induce un picco di LH simil-ovulatorio, i cui effetti dipendono dallo stadio di sviluppo follicolare, con la possibilità che venga evocato uno stimolo insufficiente a produrre un’onda follicolare, l’atresia dei follicoli cavitari, l’ovulazione e/o la luteinizzazione. Quest’ultima eventualità, inoltre, qualora si verificasse troppo precocemente rispetto all’eliminazione dei batteri presenti in utero, potrebbe indurre uno stato flogistico e, di conseguenza, la persistenza del corpo luteo. In conclusione i risultati di questo studio sottolineano l’inutilità dell’impiego del GnRH nell’immediato post partum allo scopo di migliorare l’efficienza riproduttiva delle bovine da latte con parto e secondamento normali, clinicamente sane ed in buono stato di nutrizione. Parole chiave Bovina da latte, buserelin, post partum, fertilità. Key words Dairy cows, buserelin, post partum, fertility. Abbreviazioni LH: ormone luteinizzante GnRH: ormone liberante le gonadotropine FSH: ormone follicolostimolante SS: sostanza secca BCS: body condition score P4: progesterone CV: coefficiente di variazione PGF2 : prostaglandine F2 alfa FA: fecondazione artificiale RIA: radioimmunoanalisi d: giorni DS: deviazione standard Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 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