P O L L I C E E R D E Collana a cura di Eliana Ferioli Coordinamento editoriale: Silvana Franconeri Progetto grafico e impaginazione: “L’Erta” di P. Sirtori, Bobbio (PC) Revisione testi e aggiornamento a cura di Andrea Cattabriga Testi e immagini parzialmente tratti da: Piante grasse, riconoscimento e coltivazione, Giunti, 2001. Disegni: Archivio Giunti p. 10; ©Gabriele Pozzi pp. 13, 14, 21, 22, 24, 25, 28, 29, 30, 35, 38, 43, 44. Referenze fotografiche: tutte le immagini appartengono all’Archivio Giunti e all’Archivio Giunti/©Arc-en-Ciel, Verona a eccezione delle seguenti: ©Andrea Cattabriga pp. 6sx, 11, 31, 32, 38, 39, 48, 49dx, 50, 54, 58sx, 60, 64b, 65, 72sx, 74dx, 80c, 83b, 84, 85, 86, 91a, 99b, 101b, 107sx, 112, 113, 115sx, 117b, 118a. L’Editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte. www.giunti.it © 2011 Giunti Editore S.p.A. Via Bolognese, 165 - 50139 Firenze - Italia Via Dante, 4 - 20121 Milano - Italia ISBN 9788844041328 Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl Prima edizione digitale 2010 Piante grasse RICONOSCIMENTO E COLTIVAZIONE SOMMARIO Origini e caratteristiche 6 I luoghi d’origine 6 • Piante grasse o succulente? 10 Regole di coltivazione 12 La luce 12 • L’aria 12 • L’acqua 13 • La terra 16 Nutrizione e concimazione 17 • I contenitori 18 La pianta giusta al posto giusto 24 La propagazione 27 Riprodurre per via vegetativa 27 • Riprodurre per via sessuata 33 Parassiti e malattie 37 Il marciume del fusto e delle radici 37 • Le cocciniglie 37 Il ragnetto rosso 39 • Gli afidi e le formiche 40 Le anguillule 40 Stagione per stagione 41 Primavera 41 • Estate 42 • Autunno 44 • Inverno 44 Schede di coltivazione 45 Indirizzi utili 124 Indice delle succulente trattate 125 6 Origini e caratteristiche Le succulente, meglio conosciute come “piante grasse”, tra i vegetali costituiscono un mondo a parte, affascinante e appassionante. Le loro caratteristiche anomale derivano dall’essersi adattate a vivere in condizioni estreme. onoscere l’ambiente in cui le diverse specie succulente si sono sviluppate nel corso degli anni, permette di gestire la coltivazione, soddisfando in maniera corretta le eventuali esigenze in fatto di luce, acqua e temperatura. C I LUOGHI D’ORIGINE Si definiscono “succulente” le piante con organi vegetali ricchi di tessuto in grado di accumulare acqua. Grazie a questo adattamento, le succulente sono state in grado di colonizzare ambienti aridi, come le numerose regioni semidesertiche dei Tropici, caratterizzate dalla stagione invernale solitamente secca, oppure le “nicchie ecologiche” aride che si localizzano un po’ ovunque, dalle pietraie assolate degli Appennini, in cui vivono Sedum e Sempervivum, alla volta delle foreste umide tropicali, dove cactus e succulente epifite competono con orchidee e felci per conquistare le posizioni più assolate, sui rami più alti degli alberi. Invece, le succulente non sono diffuse nei vasti deserti sabbiosi come il Sahara, in cui le piogge sono un fenomeno raro e il continuo movimento delle dune impedisce l’attecchimento di vegetali perenni. Qui vivono solo erbe effimere, che germinano velocemente in occasione delle rare piogge, compiendo l’inteSOTTO, A SINISTRA: molte specie di piante succulente sono minacciate in natura. Il loro commercio è regolato da leggi internazionali che prevedono autorizzazioni specifiche per la vendita di esemplari raccolti in natura. Alcune succulente si sono naturalizzate nelle regioni italiane a clima più mite, come il fico d’India (SOTTO, A DESTRA), che in realtà è originario del Messico centrale. I luoghi d’origine 7 8 Origini e caratteristiche La classificazione binomia Molto spesso quando si parla di piante succulente non si ha la dimensione esatta di questo sterminato mondo vegetale ed erroneamente si pensa quasi unicamente al cactus. In realtà questa molteplicità di vegetali comprende almeno una cinquantina di famiglie che raggruppano circa 10.000 specie. È doveroso quindi fare un po’ di ordine e cercare di capire quali siano le sottili differenziazioni che permettono di classificarle e riconoscerle. Vediamo innanzitutto il perché dei loro nomi scientifici, latini e spesso molto complessi, che rendono difficile l’identificazione della pianta al lettore che non ne conosca la dicitura accademica. Pur senza entrare in approfondimenti particolari, ci sembra importante spiegare i motivi che hanno determinato l’attuale classificazione delle piante, il perché dei nomi latini e perché questa stessa nomenclatura sia binomia. Proviamo solo a pensare alla sterminata vastità di vegetali presenti sulla faccia della Terra e a quanti fra loro si assomigliano. Da queste considerazioni si arriva a capire qua- le importanza ha avuto e ha l’opera di classificazione delle specie. Il tutto lo si deve allo studio e alle ricerche di un botanico svedese: Carl Von Linné, meglio conosciuto con il nome di Linneo. Egli nacque nel 1707 e per più di cinquant’anni si dedicò alla classificazione botanica. Cosa fece? Introdusse il binomio, cioè quelle due parole in latino che identificano ogni pianta. Scelse la lingua latina per due ovvie ragioni: primo perché veniva già impiegata dalla scienza e secondo perché era in un certo qual modo una lingua conosciuta in tutto il mondo occidentale. Nell’antichità le piante venivano chiamate con nomi comuni che ne descrivevano le sembianze o l’utilizzo, ma col progredire della conoscenza si rese necessario ordinare l’enorme quantità di soggetti che andavano via via scoprendosi. Ecco allora l’importanza dell’opera di Linneo che definì il concetto di specie, l’unità tassonomica fondamentale che comprende organismi simili e in grado di riprodursi, dando una progenie feconda. Le specie tra loro somiglianti furono poi raccolte in geAnche le numerose forme di succulente, così come tutte le specie vegetali e animali, vengono identificate secondo la classificazione binomia latina del Linneo. I luoghi d’origine neri, per cui ogni organismo poteva essere identificato semplicemente dal suo binomio, di genere e specie. Proseguendo nella scala gerarchica, i generi sono a loro volta raccolti in famiglie, identificate con la desinenza -aceae. Successivamente gruppi di famiglie vengono raggruppati in ordini, gli ordini in classi e così via. Talvolta le differenze che distinguono i vari raggruppamenti non sono così nette, per cui è invalso l’uso di usare ulteriori suddivisioni, come le sottofamiglie, le tribù o le sottotribù; tuttavia si tratta di considerazioni accademiche che sfuggono all’interesse del comune amatore di piante, che può limitarsi all’uso del classico “binomio” costituito da genere e specie, quando si trovi nella necessità di identificare una determinata pianta. La classificazione binomiale vale ancora oggi, per cui i botanici che scoprono nuove specie e intendono dar loro un nome devono attenersi alla regola del binomio unitamente a una diagnosi, cioè a una descrizione completa delle parti e delle caratteristiche del vegetale fatta in latino. ro ciclo vitale nel giro di poche settimane per poi morire, lasciando i loro semi a perpetuare la specie. L’assenza di succulente potrebbe essere dovuta all’origine relativamente recente di questi deserti, che ospitavano foreste lussureggianti poche migliaia di anni fa. In effetti le succulente sono invece tipiche di deserti antichi, anche se in epoca storica molte specie d’interesse economico sono state diffuse ovunque, come il fico d’India e le Aloe. Ma entriamo più in dettaglio sulle zone di origine delle piante grasse. Sono estremamente interessanti alcuni generi dell’America centrale e del Messico che, per adattarsi e cercare la luce nel fitto delle foreste, crescono e si sviluppano su altri alberi come epifite (vivono cioè su un’altra pianta, senza però essere parassite). Epiphyllum, Hylocereus e Rhipsalis sono alcuni fra i generi più significativi. Non sono mai piante molto carnose, non dovendo sopportare periodi di grande siccità, e sono perlopiù prive di spine. Altre specie di piante grasse di notevoli dimensioni le troviamo in Madagascar, dove Euphorbia, Pachypodium e Didierea arborescenti la fanno da regine; invece nell’area dell’Oceania si trovano pochi esempi di succulente, tra cui le Hoya, epifite delle foreste umide della Malesia, e la rara Brighamia, la palma delle Hawaii appartenente alla stessa famiglia delle campanule. In Europa sono diffuse parecchie specie di Sedum e Sempervivum che colonizzano pietraie, anfratti rocciosi e pareti calcaree aride. Tra le piante dei generi più maestosi, il più famoso è certamente il saguaro (Carnegiea gigantea) soggetto di film, cartoni animati e “pianta simbolo” dell’Arizona. I territori dell’America centro-meridionale (Arizona, Cali- • • • • 9 Origini e caratteristiche 10 fornia e Messico settentrionale) costituiscono gli ambienti ideali per la diffusione di questa specie. La succulenta di maggiore dimensioni è anche uno degli alberi più grandi che popolano la terra: il baobab (Adansonia digitata). Pianta sacra a molte etnie africane, è utilizzata come fonte di alimento. Del suo fusto spugnoso, ricco d’acqua si nutrono saltuariamente gli elefanti durante le siccità prolungate. • PIANTE GRASSE O SUCCULENTE? Nel linguaggio comune si usa definire piante “grasse” praticamente tutti i vegetali carnosi e rigonfi nel fusto o nelle foglie. Sarebbe invece più corretto l’uso del termine “succulente”, dato che la loro caratteristica è quella di possedere al loro interno un “tessuto succulento”, ossia una carnosità soffice e spugnosa satura d’acqua che produce un tipico rigonfiamento nella pianta. Solitamente il rigonfiamento del vegetale è a carico delle parti aeree, cioè del fusto e delle foglie. Esistono tuttavia alcuni casi di succulenza a carico delle radici, oltre che di varianti intermedie con succulenza distribuita contemporaneamente nelle foglie, nel fusto e nelle radici. Nell’ambito della succulenza del fusto, o caulinare (da caule, cioè «fusto») esistono inoltre varianti nella forma, che può essere globosa, cilindrica, scanalata, appiattita e così via. Caratteristiche principali Queste piante rappresentano davvero un mondo a parte: per le caratteristiche, per la resistenza, per il comportamento vegetativo, per le fioriture e altre molteplici e differenziate particolarità. Vediamo di seguito alcune delle caratteristiche più salienti delle specie succulente. Sono piante dotate di organi in grado di trattenere una notevole quantità di liquido per mezzo di tessuti spugnosi. Questi tessuti vanno a costituire dei veri e propri serbatoi capaci di trattenere e rilasciare liquido in funzione del fabbisogno del soggetto. La funzione di serbatoio può essere svolta dal fusto, dalle foglie o dalle radici: da qui deriva una ulteriore classificazione in succulente caulinari, fogliari o radicali; nel caso in cui fusto e radici si fondano per fungere da serbatorio unico si parla di succulenta caudiciforme. • DA SINISTRA A DESTRA, alcune delle forme più comuni nelle piante grasse: a colonna, a rosetta, prostrata. A seconda della specie i fusti a colonna presentano costolature più o meno fitte ed evidenti. Fine dell'anteprima Ti è piaciuta? Acquista l'ebook completo oppure guarda la scheda di dettaglio dell'ebook su UltimaBooks.it