94° Stagione Concertistica 2015/2016 Venerdì 22 aprile 2016 Teatro Sperimentale, ore 21.00 QUARTETTO PROMETEO GIULIO ROVIGHI Violino ALDO CAMPAGNARI Violino MASSIMO PIVA Viola FRANCESCO DILLON Violoncello 60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426 PROGRAMMA SALVATORE SCIARRINO (Palermo, 1947) / DOMENICO SCARLATTI (Napoli, 1685 – Madrid, 1757) Da Alle fonti della stravaganza, 15 studi da Domenico Scarlatti -Studio in si bemolle maggiore, K 202 (Allegro) HENRY PURCELL (Londra, 1659 - 1695) Fantasia a 4 n. 7 in do minore, Z. 738 (1680 circa) SALVATORE SCIARRINO/DOMENICO SCARLATTI Da Alle fonti della stravaganza, 15 studi da Domenico Scarlatti - Studio in do maggiore, K 132 (Cantabile) FRANZ JOSEPH HAYDN (Rohrau, 1732 – Vienna, 1809) Quartetto in sol maggiore, op. 33 n. 5, HOB III: 41 1. Vivace assai 2. Largo cantabile 3. Scherzo - Trio 4. Finale. Allegretto *** SALVATORE SCIARRINO/DOMENICO SCARLATTI Da Alle fonti della stravaganza, 15 studi da Domenico Scarlatti - Studio in re minore, K 120 (Allegrissimo) LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn, 1770 – Vienna, 1827) Quartetto n. 14 in do diesis minore op. 131 1. Adagio ma non troppo e molto espressivo 2. Allegro molto vivace 3. Allegro moderato 4. Andante ma non troppo e molto cantabile 5. Presto 6. Adagio quasi un poco andante 7. Allegro Note al programma Salvatore Sciarrino-Domenico Scarlatti, da Alle fonti della stravaganza, 15 Studi da Domenico Scarlatti Genesi. Il compositore Salvatore Sciarrino ha realizzato per il Quartetto Prometeo alcune trascrizioni dalle Sonate di Domenico Scarlatti. Una prima raccolta di sei Sonate, Esercizi di tre stili, nasce nel 1999, edita da Ricordi nel 2000 e eseguita per la prima volta a Roma il 24 novembre dello stesso anno. Manoscritti e documenti a stampa sono conservati presso la Fondazione Paul Sacher di Basilea. Struttura. L’esercizio della stravaganza si compone di quindici Studi per quartetto d’archi tratti da Domenico Scarlatti, di cui saranno eseguiti l’Allegro, una trascrizione della Sonata in si bemolle maggiore, K. 202, il Cantabile, che viene dalla Sonata in do maggiore, K. 132 e l’Allegrissimo da quella in re minore, K. 120. L’Autore. «Domenico Scarlatti, un linguaggio a parte, stravagante e personale. La scrittura quartettistica, un versante centrale della tradizione, quello dei classici viennesi. Condurre qualsiasi musica antica dentro al moderno, vuol dire mettere in gioco una terza area di pensiero. Scarlatti, il classicismo, il mondo attuale: tre componenti in apparente discordanza vengono qui a combinarsi. Del resto siamo nell’epoca delle comunicazioni tra varie lontananze. […]. Vi sono artisti che infrangono decisamente il linguaggio del loro tempo, rischiando più degli altri. Quale la posta? Se stessi. Essi spiccano dal fondo della storia e formano una sorta di famiglia atipica, affiorano tra loro relazioni e affinità veramente sorprendenti, malgrado i secoli che a volte li separano. Nel novero metteremo appunto Domenico Scarlatti, un compositore che all’ascolto intelligente offre una messe di anticipazioni strane e non subito inquadrabili. Dopo aver compiuto i primi adattamenti, mi trovai sorpreso di fronte a curiosi oggetti sonori, quasi una musica popolare del futuro, non tanto rispetto all’epoca dell’autore, quanto alla nostra. La scelta dei pezzi anzitutto. Non dipende esclusivamente dalla dimestichezza col repertorio in questione (che pure non mi manca) piuttosto è mossa dall’invenzione. Spesso mi attraggono i pezzi più sconosciuti. Afferro alcune potenzialità intrinseche e cerco di dar loro corpo; bisogna intuire cosa questi brani possono diventare e non ciò che sono già. Senza vie di mezzo, o si fa centro o no». (Salvatore Sciarrino) Henry Purcell, Fantasia a 4 n. 7 in do minore, Z. 738 Genesi. Probabilmente composte tra giugno e agosto del 1680, le Fantasie per archi sono dedicate a quella formazione di viole che gli inglesi chiamavano “consorts of viols” e sono riunite in un volume autografo conservato al British Museum di Londra. Non saranno pubblicate che all’inizio del XX secolo. Struttura. Il brano si apre con due temi espressivi, uno al basso e uno al tenore che si uniscono in una sola linea con salti di decima e settima. Le sezioni in cui è diviso il brano sono cinque. Dopo un’introduzione Andante, il tema del secondo movimento, Vivace, si basa su crome veloci che si snodano e si inseguono. I suoi frammenti sono utilizzati in contrappunto, e in tempi diversi le voci si uniscono, producendo momenti di triadi e terze. Sembra quasi che le voci procedano omofonicamente. L’elegante polifonia del Lento interviene, e quasi si ferma per declamare le sue note prima di dirigersi verso la conclusione. Il movimento Veloce è l’elaborazione di un tema pieno di note ripetute, che alla viola vengono suonate sulla corda producendo un effetto importante. L’ultima parte, Trascinato (Drag), fluttua su ricche sospensioni accordali fino alla fine della composizione. Il Compositore. «È difficile descrivere l’impatto delle Fantasie di Purcell su di me quando le ho scoperte alla fine del 1980. La combinazione del contrappunto concentrato con un’armonica sensibilità seducente mi ha subito affascinato. La settima Fantasia, con la sua originalità mozzafiato e la sua profondità di sentimenti, è sempre stata la mia preferita. Le sue curve melodiche ossessionanti si combinano con dissonanze armoniche e colpi di scena la cui stranezza e tormento sfidano ogni descrizione». (George Benjamin) Franz Joseph Haydn, Quartetto op. 33 n. 5 Genesi. Composti a Eisenstadt nel dicembre 1781 e dedicati al granduca Pavel Petrovič, il debutto dei Quartetti op. 33 pare sia stato a Vienna, in casa della Gran Duchessa moglie del futuro imperatore russo Paolo II, da cui la definizione di Quartetti russi. Altro appellativo è Gli Scherzi, in riferimento al fatto che Haydn sostituisce il tradizionale Minuetto con uno Scherzo. Struttura. Il primo movimento, Vivace assai, apre la composizione con la sua linea di sette note che rincorre il tema, per poi sparire e riapparire all’improvviso. Poco prima della ripresa, la dinamica segna pp, ma solo per poco. Infatti, ecco il vigore delle declamazioni tornare per condurre alla fine il movimento tutto d’un fiato. Nel successivo Largo cantabile il violino canta un’aria toccante, monotematica. Le elaborazioni sono filigrana che lascia intravedere la traccia dell’idea semplice ma ricca di implicazioni. Solo in apparenza il pizzicato finale della coda si discosta dalla trama. Lo Scherzo è un allegro vivace, ricco di brevi giochi ritmici, sorprendenti e con poche ripetizioni. La somiglianza tra il Finale. Allegretto di questo Quartetto con quello K. 421 di Mozart non è una mera coincidenza. Facilità e buon umore in questo movimento, non innovativo come il resto del quartetto, ma che Haydn valorizza con piacevoli variazioni e contrasti. L’Autore. «Scrivevo ciò che mi sembrava buono, poi lo correggevo secondo le regole dell’armonia. Un paio di volte mi sono preso la libertà di offendere non l’orecchio, ma le regole dei trattati, e ho sottolineato quei passaggi con le parole: con licenza. La gente si metteva a gridare: ‘un errore!’, e cercava di provarmelo usando il trattato del Fux. Io chiedevo ai miei avversari se con il solo udito erano in grado di provarmi che c’era un errore, ed essi non potevano che rispondermi di no». (Franz Joseph Haydn) Ludwig van Beethoven, Quartetto n. 14 in do diesis minore op. 131 Genesi. Composto tra novembre 1825 e luglio 1826, questo Quartetto fa parte dell’ultima produzione di Beethoven (morirà nel marzo 1827). Dedicato al barone Joseph von Stutterheim e pubblicato da Schott a Magonza nel 1827, la prima esecuzione ha luogo a Vienna il 5 giugno 1828. Struttura. Sette i movimenti. L’Adagio ma non troppo e molto espressivo si apre con una fuga dall’umore cupo e una religiosità scandita dall’entrata progressiva delle voci, dalla più acuta alla più grave. L’Allegro molto vivace nasce dal tempo precedente. Comincia in pianissimo con un tema quasi da rondeau, seguito da una transizione che porta alla seconda idea. Il materiale viene ripreso, ma senza un vero e proprio sviluppo. L’estesa coda approfondisce il tema di transizione e l’Allegro di una forma-sonata tradizionale sembra svanire. Il terzo movimento, Allegro moderato, è un breve recitativo che anticipa il lungo movimento lento seguente. Punto focale, l’Andante ma non troppo e molto cantabile si compone di un tema e sei variazioni, molte delle quali riguardano più l’armonia che la melodia. Ogni variazione ha un tempo diverso: sotto un’apparente sconnessione, il disegno inventivo governa ogni cosa. La quinta variazione, ad esempio, dal ritmo sincopato, si fa misteriosa quando i primi accenni del materiale che costituirà la coda si fanno strada in forma di altra variante. Ma poi restituisce al movimento i temi principali, conducendolo alla stretta finale. Il Presto è ricco del fascino e dell’energia di uno Scherzo. Il finale piuttosto brusco annuncia il brevissimo movimento seguente, Adagio quasi un poco andante, che fa da interludio tra due movimenti veloci. Nell’Allegro dal burbero tema d’incipit, il riassunto finale. Segue un secondo tema più scuro e poi una terza melodia nasce a poco a poco, portando malinconia. Torna il tema della fuga. Lo sviluppo tematico è deciso, questa volta. La ripresa e poi una potente coda che chiude in grandezza. Il Compositore. «Nelle ultime opere, Beethoven più volte ha piegato alla sua libertà individuale la rigidezza modulare delle variazioni. Quelle dell’Opus 131 mantengono la struttura classica e, allo stesso tempo, la superano. Anzitutto la varietà delle articolazioni impiegate, il grado di caratterizzazione di ogni variazione sono eccezionalmente alti. A qualcuno parrà una contraddizione, eppure Beethoven ha ottenuto questa gran varietà partendo da un’economia di mezzi veramente capillare. Egli mostra capacità immaginaria organica, spalanca un modo, qualcosa di più e diverso che semplice capacità combinatoria. Inoltre il compositore riesce a passare da una variazione all’altra senza che ce ne accorgiamo. Levitiamo in una continuità che ammalia». (Salvatore Sciarrino) Anna Cepollaro 2 aprile 2016 QUARTETTO PROMETEO «…E’ possibile toccare la perfezione? Da quello che ultimamente il panorama concertistico ci offre sembrerebbe proprio di no... Il Quartetto Prometeo sembra invece nato per rovesciare ogni assunto; così è stato al concerto della 59° Settimana Musicale Senese dove il Quartetto si è esibito in una performance memorabile suscitando l’approvazione entusiastica dei numerosissimi presenti… il Quartetto Prometeo ha dimostrato la sua grandezza, ma anche l’adamantina coerenza del proprio pensiero…» Alberto Corrado, “Vinile.com” Vincitore della 50° edizione del Prague Spring International Music Competition nel 1998, il Quartetto Prometeo è stato insignito anche del Premio Speciale Bärenreiter per la migliore esecuzione fedele al testo originale del Quartetto K 590 di Mozart, del Premio Città di Praga come migliore quartetto e del Premio Pro Harmonia Mundi. Nel 1998 il Quartetto Prometeo è stato eletto complesso residente della Britten Pears Academy di Aldeburgh e nel 1999 ha ricevuto il premio Thomas Infeld dalla Internationale Sommer Akademie Prag-Wien-Budapest per le “straordinarie capacità interpretative di una composizione del repertorio cameristico per archi” ed è risultato secondo al Concours International de Quatuors di Bordeaux. Nel 2000 è stato nuovamente insignito del Premio Speciale Bärenreiter al Concorso ARD di Monaco. Nel 2012 riceve il Leone d’Argento alla Biennale Musica di Venezia. Ospite al Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein, Wigmore Hall, Aldeburgh Festival, Prague Spring Festival, Mecklenburg Festival, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Società del Quartetto di Milano, Accademia Chigiana di Siena, Musica Insieme di Bologna, Accademia Filarmonica Romana (di cui è stato Quartetto Residente), Settimane Musicali di Stresa, Società Veneziana dei Concerti, GOG di Genova, Associazione Scarlatti di Napoli, Amici della Musica di Firenze, Festival Sinopoli di Taormina e in molte altre sale prestigiose. Collabora con musicisti quali Mario Brunello, David Geringas, Veronika Hagen, Alexander Lonquich, Enrico Pace, Stefano Scodanibbio, Quartetto Belcea. Particolarmente intenso il rapporto artistico con Salvatore Sciarrino che ha dedicato al Prometeo gli Esercizi di tre stili e il nuovo Quartetto n. 8 per archi commissionato dalla Società del Quartetto di Milano, Aldeburgh Festival, Ultima Festival di Oslo e dal MaerzMusik Festival di Berlino e recentemente registrato per Kairos in un CD monografico. Prosegue la collaborazione con Ivan Fedele di cui il Prometeo nel 2011 ha interpretato Morolòja commissionato dall’Accademia Filarmonica Romana. Dopo l'integrale dei Quartetti di Schumann per Amadeus, le ultime uscite discografiche sono: per Kairos un CD monografico dedicato a Salvatore Sciarrino (premiato con 5 Diapason), per Brilliant un CD monografico dedicato a Hugo Wolf, per ECM un disco monografico dedicato a Stefano Scodanibbio, per LimenMusic opere di Schubert e Beethoven nonché un CD monografico dedicato a Ivan Fedele. Nell’autunno 2015 esce il primo disco per la SONY CLASSICS dal titolo Arcana. *** ABBONAMENTI: Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2015/2016 degli Amici della Musica BIGLIETTI INTERI: € 22.00 RIDOTTI: € 13.50 (Riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani da 19 a 26 anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore) RIDOTTI EXTRA: € 4.00 (Gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni) Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse nel giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili. BIGLIETTERIA: Tel. 071 52525 – Fax 071 52622 [email protected] PER INFO: Società Amici della Musica “Guido Michelli” Via degli Aranci, 2 Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 16.30) [email protected] www.amicimusica.an.it