Come in una canzone - Associazione Italiana Formatori

Febbraio2017,annoXI–N.2
Come in una canzone
di Felicia D’Anna1
Chissà, chissà, domani
su che cosa metteremo le mani
se si potrà contare ancora le onde del mare
e alzare la testa
non essere cosi seria,
rimani...
così inizia una splendida canzone di Dalla, composta nel 1980 per ricordare come
una storia d’amore, divisa da un muro - quello di Berlino - non mette limite
all'immaginazione e alla voglia di futuro di due ragazzi che si amano mettendo le ali
al proprio amore!
Un’immagine bellissima di futuro che mi torna in mente spesso quando mi piace
pensare a situazioni gradevoli e generatrici di bellezza.
È quello che mi succede quando mi chiedo del futuro di AIF!
È possibile pensare ad una associazione che guardi in alto, che investa nella voglia
di futuro, come i due amanti del pezzo di Dalla, che urli la sua storia importante alle
nuove generazioni di formatori e la ricordi a tutti coloro che come me hanno qualche
anno in più?
È possibile pensare ad una associazione come spazio per costruire alleanze,
abbattere muri e impegnarsi in relazioni intelligenti, forti, inclusive e accoglienti?
È possibile immaginare l'AIF come un puzzle, tessere diverse ma assolutamente
indispensabili per creare un quadro unico?
Certo che è possibile! Anzi è doveroso entrare in quest'ottica e accogliere l'idea del
fare e lavorare insieme con spirito di servizio per costruire una realtà che rappresenti
una comunità di PERSONE, desiderose di investire nel proprio futuro, nella propria
professione sempre più mutevole e meno definibile!
1
Formatrice con esperienza pluriennale, consulente dell'area formazione per il Centro Servizi al
Volontariato di Basilicata dove si occupa di progettazione formativa e sociale. Impegnata come
Volontaria nella Libera Università delle Donne, in Filef Basilicata e Movimento per l'infanzia.
[email protected]
È il coraggio di chi decide di diventare leggero per ..."nuotare su una stella", di chi
abbandona la logica delle radici in assoluto e di chi si appropria della leggerezza
come sottrazione di peso per accogliere una sfida importante che riguarda ognuno di
noi.
La sfida “dell’imprevedibilità delle cose" legata alla mutevolezza dei contesti, alla
rapidità dei tempi, alle diversità e differenze di un mondo che sta cambiando pelle già
da tempo e che ci "impone" occhi diversi per guardare al nostro essere formatori.
La sfida di chi guarda con amore ciò che gli succede attorno...senza amore questo
sole è un cappello di ghiaccio...è una catena di ferro, senza amore!
È solo con tale consapevolezza che progettiamo il nostro futuro di professionisti e
dunque la grande comunità che ci rappresenta e che rappresentiamo...è questa AIF,
come la speranza dei due giovani ragazzi. E se è una femmina, si chiamerà Futura!
Svuotare per riempire come in una massima zen. Imparare a disimparare per
rimettere in ordine i nostri pensieri, saperi, competenze e progetti. Partire dal caos
per scombinare le nostre "certezze" e accogliere con la paura del coraggio il nostro
futuro... come in una canzone!
Aspettare la luce, costruire la luce senza avere paura... come in una canzone!
[email protected]