Emissione N° 274 DISCONFORME 8436028691432 4569876 CD 2010 Jazz DISCONFORME BAKER CHET COMPLETE MILAN SESSIONS Tutte le registrazioni di Baker a Milano del 1959 racchiuse in questo doppio cd! Questa pubblicazione raccoglie tutte le registrazioni in studio realizzate dal grande Chet Baker a Milano nel 1959. Queste registrazioni sono raccolte insieme per la prima volta in assoluto e vengono proposte nel loro ordine cronologico. Come bonus sono stati aggiunti dei brani registrati da Chet Baker per colonne sonore di film durante lo stesso periodo. Il rapporto tra Chet Baker e l’Italia è stato lungo e talvolta travagliato. La sua prima visita nel nostro Paese risale al 1955, durante un suo tour europeo. Fu durante quella tournée che pianista del suo quartetto, il talentuoso Dick Twardzik, morì tragicamente a Parigi a causa di una overdose di eroina. Baker ne fu devastato e dopo la morte di Twardzik - della quale si sentiva in parte responsabile - il trombettista cadde in una spirale autodistruttiva che durò per il resto della sua vita. In ogni caso Baker rimase in Europa per diversi mesi dopo la morte di Twardzik, suonando con molti musicisti europei. Le sue prime registrazioni in Italia risalgono a un concerto al Conservatorio Cherubini, a Firenze, il 24 Gennaio 1956 (accompagnato da Jean-Louis Chautemps al sax tenore, Francy Boland al piano, Eddie De Haas al basso, e Charles Saudrais alla batteria). Sono conservati anche tre brani registrati al Festival Internazionale del Jazz di Sanremo del 1956 con la stessa formazione. Baker tornò a New York verso la metà del 1956 e non tornò in Italia fino al 1959, anno in cui sono state realizzate le registrazioni qui raccolte. In realtà, come spiega Ezio Leoni nelle note di copertina originali, il viaggio di Chet a Milano era stato programmato per la registrazione di due album (uno con archi e orchestra, l'altra con un piccolo gruppo di musicisti italiani). Baker era già un tossicodipendente, quando il contratto fu firmato, e prima che potesse mettersi in viaggio fu arrestato negli Stati Uniti. Pertanto, le sedute furono rimandate e poco dopo le registrazioni Baker fu arrestato di nuovo, questa volta in Italia. Prima della sua incarcerazione Baker realizzò non solo i due album per i quali era venuto in Italia, ma registrò anche diversi brani per colonne sonore prigionia italiani ha fatto due album si aspettava da lui e registrato alcuni brani (qui inclusi come bonus) per colonne sonore con diverse formazioni dirette da Piero Umiliani. Come bonus brani registrati da Chet Baker per colonne sonore di film. COLEMAN ORNETTE REUNION 1990 Le registrazioni del 1990 di Ornette Coleman con Don Cherry, Charlie Haden e Billy Higgins mai pubblicate. Questa doppio cd propone performance dal vivo del quartetto originale di Ornette Coleman (con Don Cherry, Charlie Haden e Billy Higgins) mai pubblicata prima e realizzata a Reggio Emilia il 24 Aprile 1990. Nel 1959 Ornette Coleman pubblicò l’album “The Shape of Jazz to Come”, il suo primo Lp con il quartetto formato da Don Cherry alla tromba, Charlie Haden al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria. L'album fu per lo più ben accolto dalla critica, ma soprattutto rappresentò un momento cruciale nella genesi del jazz d'avanguardia. Il disco infrangeva i concetti tradizionali di armonia nel jazz e ne rivoluzionava i canoni tradizionali. La struttura armonica delle composizioni era labile e consentiva e Coleman e Don Cherry una libertà senza precedenti. I due solisti potevano sviluppare le loro linee melodiche potenzialmente in qualsiasi direzione indipendentemente da quello che poteva essere il fulcro tonale del brano. Lo stesso quartetto registrò un secondo album lo stesso anno, “Change of the Century”, e i quattro musicisti continuarono a collaborare insieme, ma non Doppio cd! Questo concerto inedito rappresenta un tesoro nascosto della discografia di Coleman, un tesoro che può essere finalmente scoperto. 8436028694860 891203 CD 2010 Jazz come quartetto. Un loro nuovo album in quartetto fu pubblicato solo nel 1987 col titolo “All Languages”. Il concerto presentato qui, registrato trent'anni dopo il loro primo storico lavoro, ha rappresentato la reunion ufficiale del quartetto dal vivo ed ha avuto luogo quando tutti e quattro i membri era ormai diventati artisti di culto. Questo concerto inedito rappresenta un tesoro nascosto della discografia di Coleman, un tesoro che può essere finalmente scoperto. WILLIAMS BERNIE MOVING FORWARD INAKUSTIK 0707787909921 INAK 9099 CD CD 2010 Jazz Il chitarrista e cantante nativo di Puerto Rico Bernie Williams è un musicista di formazione classica che ha sviluppato il suo amore per la musica – affiancato da quello per il baseball (è stato per anni una stella dei NY Yankees) – ascoltando la salsa, il merengue e il rock degli anni Ottanta. Il suo secondo album “Moving Forward” abbraccia quelle prime influenze, ma propone anche una miscela unica di chitarra classica e jazz supportata da travolgenti ritmi latini. In questo suo nuovo lavoro Bernie Williams propone ed interpreta i suoi brani originali affiancato da un gruppo stellare formato da musicisti di fama mondiale come Dave Weckl (batteria), Mike Stern (chitarra), Scott Henderson (chitarra), Dave Koz (sax) e Giovanni Hidalgo (percussioni) solo per citarne alcuni. A questi straordinari musicisti si aggiungono come ospiti speciali Jon Secada e il leggendario Bruce Springsteen. Dopo aver avuto una straordinaria carriera come giocatore di baseball – sedici anni nei New York Yankees (1991 2006), quattro volte campione della World Series, un cinque volte All Star, quattro volte Gold Gloves – Bernie Williams ha deciso di dedicare la propria vita alla musica con risultati straordinari. Entertainment Weekly lo ha definito "un chitarrista e compositore incredibilmente raffinato", il Boston Herald ha paragonato il suo stile "a George Benson e Earl Klugh", il New York Times ha scritto che il suo modo di suonare "colpisce l'accordo perfetto", ma questi sono solo alcuni degli elogi che Williams ha ricevuto dalla critica statunitense. COLTRANE JOHN THE COMPLETE 1962 COPENHAGEN CONCERT DISCONFORME 8436028694839 891200 CD 2010 Jazz Questo doppio album propone nella sua interezza il raro concerto tenuto a Copenaghen nel 1962 dal quartetto di John Coltrane. Nel 1962, il quartetto John Coltrane con McCoy Tyner, Jimmy Garrison e Elvin Jones era ormai una solida e nota formazione. Per un certo periodo, nel 1961 e agli inizi del 1962, il quartetto si era evoluto in un quintetto con l'aggiunta di Eric Dolphy. Questo quintetto (con Reggie Workman al contrabbasso), aveva visitato l'Europa nel Novembre del 1961. Esattamente un anno dopo, il quartetto di Coltrane (senza Dolphy e con Jimmy Garrison al contrabbasso) ha iniziato un nuovo tour europeo. Fortunatamente diversi concerti di quel tour sono stati registrati dalle stazioni radio locali e dai fan più devoti. Sono dunque arrivate fino a noi le registrazioni dei concerti di Parigi (17 Novembre, due concerti), Stoccolma (19 Novembre, due concerti), Helsinki (20 Novembre), Copenaghen (22 Novembre), Graz (28 Novembre) e Milano (2 Dicembre). Parte di queste registrazioni sono state pubblicate, integralmente o parzialmente su LP e CD. Questa pubblicazione presenta nella sua interezza il doppio concerto di Copenaghen, apparso integralmente solo più di un decennio fa su un’altra pubblicazione da tempo fuori catalogo. Tra i numerosi momenti salienti di questo concerto, che presenta una qualità audio eccellente, troviamo una lunga versione di "Bye Bye Blackbird", un brano di rado registrato da Coltrane dopo la sua collaborazione con Miles Davis. Brani originali di Bernie Williams. Collaborazioni : Dave Weckl batteria, Mike Stern chitarra, Scott Henderson chitarra, Dave Koz sax e Giovanni Hidalgo - percussioni Una miscela unica di chitarra classica e jazz supportata da travolgenti ritmi latini. Il concerto completo di John Coltrene e il suo quartetto a Copenaghen del 1962. DOLPHY ERIC THE COMPLETE LAST RECORDINGS - IN HILVERSUM & PARIS 1964 DISCONFORME 8436028694846 891201 CD 2010 Jazz Questo doppio cd presenta le registrazioni complete effettuate da Eric Dolphy in Europa tra Maggio e Giugno del 1964, qui raccolte per la prima volta insieme. Queste registrazioni sono state realizzate poco dopo l’uscita di Dolphy dal gruppo di Charles Mingus. Era stato proprio Mingus a portare Dolphy in Europa, ma alla fine di Aprile il sassofonista aveva deciso lasciare il gruppo e tentare un’esperienza solista. Il 28 Maggio, a Parigi, si è esibito in due brani per una trasmissione radiofonica con un quartetto formato dal pianista americano Kenny Drew (che si era trasferito in Europa nel 1961) e i musicisti francesi Guy Pedersen al basso e Daniel Humair alla batteria. Per fortuna queste rare registrazioni sono stati conservate e sono state incluse qui come bonus. Sempre a Parigi, l’11 Giugno, Dolphy ha realizzato una sessione di registrazione con Donald Byrd alla tromba, Nathan Davis al sax, Jacques Dieval al piano, Jacques Hess al contrabbasso, Franco Manzecchi alla batteria e Jacky Bambou alle percussioni. A quella sessione ha fatto seguito un’altra realizzata a Hilversum, in Olanda, con il pianista Misha Mengelberg, il bassista Jacques Schols e il batterista Han Bennink. La sessione è stata registrata il 2 Giugno 1964 e un pubblico selezionato di appassionati di musica era presente in studio come se fosse una sorta di concerto privato. Lo stesso gruppo si era esibito in radio il giorno prima a Poort Van Kleef, Eindhoven, dove è stata registrata un'altra versione del classico di Thelonious Monk, "Epistrophy", anch’essa aggiunta come bonus. Dolphy è morto il 29 Giugno 1964 solo nove giorni dopo aver compiuto 36 anni, queste registrazioni rappresentano dunque le ultime testimonianze di uno dei più grandi artisti della storia del jazz. EVANS BILL LIVE IN KOBLENZ 1979 Questo doppio cd presenta una performance dal vivo dell’ultimo trio di Bill Evans (con Marc Johnson al contrabbasso e Joe LaBarbera alla batteria) mai pubblicata prima e registrata a Koblenz, Germania, il 9 Dicembre 1979. All’inizio di quello stesso anno, l'amato fratello di Bill Evans, Harry, si era suicidato. Il pianista ne fu sconvolto e iniziò un percorso autodistruttivo che lo avrebbe portato fino alla morte. Consumato dal dolore, dall’alcol e dalle droghe, Evans tuttavia decise di intraprendere un lungo tour internazionale nel corso 1979. Per la sua performance a Koblenz, Evans propose il suo repertorio tipico di quel periodo, che includeva sia standards che alcune delle sue composizioni originali. Registrato da uno degli spettatori, questo concerto non è sicuramente impeccabile per quanto riguarda la qualità del suono, ma ci offre la possibilità di ascoltare una performance straordinaria realizzata in uno dei momenti più intensi e travagliati nella carriera di Bill Evans. DISCONFORME 8436028694853 891202 CD 2010 Jazz Per la prima volta tutte insieme le registrazioni di Eric Dolphy in Europa tra Maggio e Giugno del 1964. Doppio cd! La performance dal vivo dell’ultimo trio di Bill Evans mai pubblicata prima e registrata a Koblenz, Germania, il 9 Dicembre 1979. Collaborazioni Marc Johnson Joe LaBarbera Doppio : contrabbasso e batteria cd! BRUBECK DAVE LIVE IN PORTLAND 1959 DISCONFORME 8436028694877 891204 CD 2010 Jazz Questo concerto inedito del classico Dave Brubeck Quartet (con Paul Desmond, Gene Wright e Joe Morello) è stato registrato in uno dei momenti cruciali della carriera del gruppo, poco prima della registrazione degli album fare degli album “Gone With the Wind” e “Time Out” (uno degli album jazz più venduto di tutti i tempi). Nel 1959, il Dave Brubeck Quartet era attivo da quasi un decennio e la sua popolarità era alta tra il pubblico del jazz (il bassista e il batterista erano cambiato un paio di volte fino all’arrivo di Joe Morello nel 1956 e Eugene Wright nel 1958). Avevano cominciato a suonare nei college, e lentamente si erano fatti strada nelle sale da concerto e nei festival jazz. Brubeck è stato descritto sulla copertina della rivista Time nel 1954. Alla fine degli anni Cinquanta il Dave Brubeck Quartet aveva già pubblicato molti album di successo, tra cui “Brubeck Time”, “Jazz Red Hot and Cool”, “Jazz Impressions of the USA”, “Jazz Goes to Junior College”, “Newport ’58” (il gruppo era diventato un’attrattiva costante del Newport Jazz Festival) e “Jazz Impressions of Eurasia”. Il concerto qui proposto è stato registrato a Portland, Oregon, in una data imprecisata nel mese di Aprile 1959. Il concerto è stato realizzato subito prima o subito dopo la registrazione di “Gone with the Wind” (album che ha ricevuto cinque stelle dalla rivista DownBeat) e pochi mesi prima della registrazione di “Time Out”, e ci offre quindi il quartetto in uno dei momenti migliori e di più alta creatività del suo percorso artistico. BAROVERO FABIO SWEET LIMBO FELMAY 0885016703325 FY 7033 CD 2010 Elettronica I suoni stratificati e ibridi che aprono Anatomia, traccia d’esordio di Sweet Limbo, sono esemplificativi di uno dei numerosi filoni in cui si esplica l’arte di FABIO BAROVERO. Il nuovo lavoro, che segue in parte il solco tracciato dal precedente Preghiere (2003), inciso con lo pseudonimo di Vero, si modella tra contemporaneità, rumorismo, elettroacustica e ambient delle origini. È musica naturalmente incline a trasmigrare in colonne sonore per il cinema, il teatro, la danza, le installazioni video e fotografiche, e alcune composizioni qui riunite sono appunto il frutto di commissioni. Si tratta di un ambito che BAROVERO ha molto frequentato negli ultimi anni (soundtracks per il Teatro dell’Elfo, Assemblea Teatro, Valter Malosti, Paola Bianchi, Davide Ferrario, Patrice Leconte, Stefano Mordini), sentendosene attratto e insieme comprendendo di essere versato al mestiere di pittore di scenografie sonore. I brani che compongono Sweet Limbo si caratterizzano per un’indiscutibile unità d’insieme, per quanto nati in periodi successivi e scopi differenti. Il già citato Anatomia si avvale del campionamento del kyl-kobyz di Raushan Orazbaeva oltre che di una scheggia pianistica di Ravel, elementi che si intrecciano alla chitarra di Lorenzo Corti e all’arco di contrabbasso di Federico Marchesano. L’appendice Anatomia 2 è invece contraddistinta dal violino di Davide Rossi e da una struttura “a perdere” che procede inesorabile verso il dissolvimento finale. Requiem In Samba è invece parte della colonna sonora del “motion” di Alex Majoli e il titolo, per ammissione dello stesso BAROVERO, intende trasmettere «la sensazione di procedere verso la morte ineluttabile, sì, ma almeno gioiosamente. Piangere e ridere nello stesso tempo». In Fantasmi è un’arpa a essere stata campionata per essere intersecata con il suono della fisarmonica, mentre per Mutazione è ancora la chitarra di Corti a interpretare il ruolo della protagonista. Il noise di Off Brodway (la musica della mostra fotografica omonima per la Magnum Photos a New York, replicata alla biennale di fotografia di Arles e al Museo di immagine e suono di San Paolo in Brasile, a Mosca, e al PAC di Un concerto inedito di Dave Brubeck! Milano) è stato editato innumerevoli volte per meglio adattarsi alle diverse superfici delle gallerie d’arte e nel presente album è stato remixato da Gionata Bettini. Contrabbassi e violini sono il nucleo portante di La Pietà, tema malinconico, suggestivo e increspato dalle incursioni digitali. La chiusura di un album destinato a raccogliere più di un entusiasmo è affidata alla title-track Sweet Limbo: l’eco lontana di un disco di Afel Bocoum si sposa alla perfezione alle iterazioni di un pianoforte scordato. CASTRIGNANO' ANTONIO MARA LA FATIA FELMAY 0885016817022 FY 8170 CD 2010 World Music Presentato ufficialmente in occasione del Festival La Notte della Taranta 2010, Mara la fatìa (Amara la fatica), è il titolo del nuovo lavoro discografico di Antonio CASTRIGNANÒ. Autore della colonna sonora del film Nuovomondo (Leone d'Argento al Festival del Cinema di Venezia 2006) di Emanuele Crialese e candidato ai Nastri d'Argento e Ciak d'Oro 2007, Antonio CASTRIGNANÒ rappresenta oggi una delle realtà musicali più consolidate del movimento di riproposta della cultura musicale e orale del Salento partito circa una ventina di anni fa. Capace di coniugare con grande naturalezza la tradizione sonora della sua terra con i più svariati linguaggi musicali, CASTRIGNANÒ riproduce suoni ed atmosfere in un intreccio tra antico e presente che arriva ad esprimere momenti di autentica poesia quando non di pura esplosione ritmica. Amara la fatica, recita il titolo di questo pregevole ed accurato lavoro in cui una sull’altra si inanellano atmosfere che rimandano a un mondo contadino antico, costruito sul lavoro, sulla fatica e sulle privazioni. Un mondo ricreato con amore e di grande intensità sonora, che torna a vivere fra queste strofe e ritornelli nei cui arrangiamenti poetici e ricchi di sfumature costante è l’attenzione a non tradire l’ispirazione di matrice popolare, anche quando si tratta di nuove composizioni. Ninnananne, danze infuocate e serenate struggenti: CASTRIGNANÒ ci propone un universo vivace, a tratti notturno e lievemente malinconico, immerso nei suoni arcaici della sua terra, uno spaccato di vita quotidiana dal quale emergono sogni, amori, speranze ma anche le fatiche di gente abituata a “cantare la terra”. CASTRIGNANÒ ha all’attivo collaborazioni con gruppi storici come Canzoniere Terra d'Otranto, Canzoniere Grecanico Salentino e Aramirè e, in qualità di voce e tamburo dell'Ensemble Notte della Taranta, ha condiviso la scena con artisti come Stewart Copeland, Mauro Pagani, Trilok Gurtu, Negramaro, Vinicio Capossela, Franco Battiato, Carmen Consoli, Caparezza, Ambrogio Sparagna, Giovanna Marini, esibendosi su palchi e in festival di grande prestigio di tutto il mondo. CORSI ARMANDO ALMA FELMAY DIST. 0885016000622 OHR 006 CD 2010 World Music «Questo mio nuovo progetto, credo di poter dire, molto ambizioso e coraggioso, vuole essere una personale rivisitazione della musica popolare portoghese, da sempre il mio "sogno nel cassetto". In questo lavoro, coadiuvato da amici e amiche musicisti e dal mio fidato produttore Raffaele Abbate, si è voluto dare un taglio differente e originale rispetto al Fado tradizionale, nelle sonorità e nelle atmosfere con l'apporto ad esempio di armonie vocali e strumentali diversificate e con l'innesto assolutamente inedito delle percussioni e dei fiati. Alma, titolo di questo mio ultimo lavoro, dal portoghese "Anima", definisce appieno intenti e ispirazioni, quale messaggio universale di rispetto e riguardo alla Musica, in quanto unico veicolo di comunicazione e di trasmissione tra le genti. Buon Ascolto. Armando Corsi Nel 1947 Nasce a Genova Armando Corsi, “la chitarra che sorride” come gli addetti ai lavori definiscono questo musicista riservato ed apparentemente introverso. Quarant'anni anni di musica che iniziano nelle vecchie osterie di Genova dove gli anziani si radunavano la domenica tra ballate dialettali e brani classici; che passano attraverso l'America Latina con le grandi compagnie di crociera e tanta attenzione per musicisti come J. Gilberto, A.C. Jobim, A. Piazzolla e giunge a collaborazioni che, partendo da Paco De Lucia, Eric Marienthal Anna Oxa,ecc.. ed arriva fino ad Ivano Fossati con il quale divide quattro anni di tournèe. Il 1995 è un anno molto importante per Armando Corsi perchè nasce il suo primo progetto da solista: Itinerari è un percorso musicale di ampio respiro fra i suoni e le culture del mondo dove Corsi si esprime come compositore, arrangiatore, produttore e naturalmente musicista. Nel gennaio 2002 esce il compact disc Duende per l'etichetta Officinae Artist in collaborazione con Beppe Quirici ed Elio Rivagli. Risale all'anno 2006 Buena suerte album che si avvale di ospiti quali Bruno Lauzi, Mario Arcari, Fabio Vernizzi, Marco Fadda. In questo disco Armando si ispira alla musica latina. Nel 2008 l'uscita dell'album live La via dell'amore al fianco del grande e indimenticabile musicista e compositore Beppe Quirici. Oggi Alma, una rivisitazione in chiave personale e originale del Fado, canto popolare portoghese. In veste qui decisamente inedita e straordinaria. GAI SABER ANGELS PASTRES MIRACLES FELMAY 0885016817428 FY 8174 CD Angels Pastrel Miracles è una raccolta di canti scelti fra i «Novés Occitani», canti tradizionali che venivano eseguiti e rappresentati, soprattutto in Provenza, nel periodo natalizio e di cui si hanno tracce anche nel territorio occitano d’Italia. In queste canzoni popolari, spesso racconti affascinanti tratti dai Vangeli apocrifi e riproposti fin dal medioevo durante la veglia di Natale, si ritrova la semplicità del mondo dei poveri nel ricreare il mistero della Natalità e la loro grande fiducia nella divina Provvidenza che protegge, consola e aiuta gli oppressi. L’interpretazione dei GAI SABER dei Novés Occitani fa riferimento alle molteplici influenze della musica popolare di ieri e di oggi, da sempre attenta al mescolarsi delle genti e delle loro culture. I GAI SABER sono un gruppo che nasce nell’area linguistico-culturale occitana, ovvero in quelle valli piemontesi in cui si parla l’antica lingua d’Oc. Il nome deriva da un’ antica sfida poetica fra letterati del XIV secolo. I testi e la musica si ispirano quindi alla ricchissima tradizione orale ed ai ritmi delle danze occitane. Fin dal 1992 l’obiettivo del gruppo è stato l’unione della tradizione della musica da danza occitana e dei brani dei trovatori medioevali con le sonorità della musica di oggi. A fianco dei tipici strumenti tradizionali (ghironda, organetto, cornamusa flauti e quant’altro i GAI SABER inseriscono strumenti moderni e soprattutto timbri elettronici, mentre l’arrangiamento fa riferimento ai 2010 World Music diversi aspetti della musica contemporanea. Negli anni il gruppo ha partecipato a numerose rassegne e festival in Italia e all'estero (Strictly Mundial a Marsiglia, Tsjochfestival in Olanda, Les Suds a Arles in Francia, Ariano Folk Festival, Rotte Mediterranee al Forte di Exilles (Torino), Mescolanze a Rovereto, ...) MAMUD BAND OPPOSITE PEOPLE FELMAY 0885016817121 FY 8171 CD 2010 World Music MAMUD BAND è un ensemble nato all’inizio degli anni ’90 da un’idea del percussionista Lorenzo Gasperoni. In 20 anni di attività la Band ha attraversato vari stili musicali trovando infine la propria naturale dimensione nell’Afrobeat, genere creato dalla fusione di funk, soul, highlife e tradizione africana. Questo coinvolgente stile musicale è animato da una sezione fiati ipnotica e incisiva, dove il sound moderno di basso, chitarra e batteria si combina con i tamburi tradizionali. Il nuovo lavoro discografico di Mamud Band Opposite People è un intenso omaggio a Fela Kuti, grande musicista, intellettuale e politico nigeriano. Sono stati scelti 11 brani dal suo immenso repertorio, per esplorare nuovi territori dell’Afrobeat. Immortali canzoni come Colonial Mentality, Egbe Mi O, Zombie, No Agreement sono state arrangiate dal gruppo creando un irresistibile mix sonoro dove le percussioni africane, cubane e brasiliane si amalgamano in moderni groove Funk, Dub, Reggae e Latin. Il CD vanta la partecipazione speciale del cantante reggae Bunna, fondatore dello storico gruppo Africa Unite. L'attuale formazione è composta da 9 musicisti: una sezione fiati di forte impatto, arricchita dalla presenza di musicisti cubani e costituita da tromba, sax contralto e sax baritono, chitarra, piano elettrico e una sezione ritmica affidata a basso e batteria, cuore pulsante della band. La sezione percussioni è composta da due set, che riuniscono con i loro tamburi e i loro groove, i diversi stili provenienti da Africa, Cuba e Brasile. MAMUD ha già all’attivo due CD: il più volte premiato La Vendetta di Grog, con cui il gruppo viene selezionato nel 1996 a rappresentare l’Italia alla Biennale Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e il secondo Amore Pirata, prodotto e edito nel 1998 dal quotidiano "Il Manifesto", con la prestigiosa collaborazione del leggendario trombettista afroamericano Lester Bowie. MARAGHI ENSEMBLE ANWAR FELMAY 0885016817220 FY 8172 In questo CD L’ENSEMBLE MARÂGHÎ propone un viaggio musicale tra spazio e tempo che inizia a Samarcanda con le composizioni del grande musicista, compositore e musicologo ‘Abd ul-Qadir Marâghî e, seguendo le sue tracce, giunge sino a Costantinopoli e alla tradizione musicale ottomana. Le singole tappe di questo viaggio musicale danno il titolo al lavoro: Anwâr (in arabo «luci, splendori, illuminazioni»). Avviciniamoci a questi splendori: ‘Abd ul-Qadir Marâghî nacque a Maragheh, nell’attuale Azerbaijan iraniano, verso il 1360, e scomparve ad Herat, attuale Afghanistan, nel 1435. Da tipico artista sulla “Via della Seta”, fu attivo presso i principali centri culturali dell’epoca, quali Tabriz, Baghdad, Samarcanda ed Herat. Soprattutto egli fu amato e stimato dall’imperatore Timûr, ( Tamerlano) che lo volle sempre con sé a Samarcanda. È da notare come molto raramente le sue composizioni siano state incise. In particolare, per lo sviluppo della musica classica ottomana fu fondamentale l’arrivo di Abdülaziz, il più giovane dei figli di Marâghî, che nel 1422 portò in dono al Sultano Murad II il trattato del padre intitolato Maqasid al-Alhân (I significati delle Melodie), con una carovana che da Herat raggiunse Bursa, allora la sede della corte. La tradizione che ne CD 2010 World Music nacque, fu l’esempio “sonante” della sua interculturalità: essa, infatti, è considerata come la sintesi tra la tradizione bizantina e le tradizioni persiano/araba e timuride. Un tratto caratteristico della tradizione musicale ottomana fu la sua costante e profonda interrelazione con il sufismo (tasawwuf) e con la sua peculiare pratica spirituale detta samâ‘ (“audizione, ascolto, concerto spirituale”), così che i centri sufi, soprattutto dell’ordine mevlevî (“dervisci rotanti”), furono sempre considerati come dei veri e propri Conservatori e vi era un’interazione profonda e continua tra i due ambienti, quello sacro e quello secolare, quello dei dervisci e quello della corte. L’ENSEMBLE MARÂGHÎ nasce nel 2008 all’altro capo della “Via della Seta”, Venezia. Il nucleo dell’Ensemble è un Trio composto dal percussionista Francesco Clera, che ha studiato tamburo a calice zarb (o tombak) con Jâmshîd Shemirânî, con i suoi due figli Bijân e Keyvân così come con Behnam Samâni. Giovanni Tufano ha studiato ‘ûd con il libanese Gazi Makhoul e percussioni con Michael Metzler, con la famiglia Shemirânî e con Behnâm Samânî. Giovanni De Zorzi da anni studia con il M.o Kudsi Erguner ed è allo stesso tempo dottore di ricerca in Etnomusicologia e docente di flauto ney al Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza. PRABHU SAASHWATHI VEDIC MANTRAS FELMAY 0885016301620 FY 3016 CD 2010 World Music Questo album aiuta a scoprire il vero «Se» attraverso la musica per l'anima. Molti diversi tipi di musica influenza i nostri stati d'animo; ma i canti /mantra aiutano a sollevare l'anima e ad ottenere un'illuminazione spirituale. Mentre è un fatto ormai comunemente accettato che la musica sia terapeutica, Saashwathi crede che la spiritualità possa portare ad un rilascio catartico delle emozioni e delle negatività, con il risultato scaricare tanti pesi ottenendo così la purificazione della mente e dell'anima. Scegliendo specifici inni e preghiere fra i testi Hindu e mettendoli in musica Saashwathi ha dato all'ascoltatore un facile accesso a potenti mantra e sloka (versetti sacri) senza per questo diminuirne la loro intrinseca spiritualità ma anzi aumentandone la loro influenza grazie ad affascinanti melodie. I Mantra connettono l'individuo con il divino. Nella filosofia Hindu i mantra, essendo vibrazioni sonore sacre, sono composte di sillabe sacre rappresentative e contenenti al loro interno un grande potere o energia spirituale, che può risvegliare il proprio vero Se. Cantare i Mantra nel modo appropriato genera un'energia spirituale che facilita la liberazione dell'anima verso stati più elevati portandola alla liberazione finale ed all'unione con il Divino. Il continuo canto dei Mantra purifica la coscienza e la mente, promuove l'armonia a tutti i livelli ed aiuta a dissolvere il Karma nello stesso modo in cui il continuo camminare sui semi alla fine li frantuma. Saashwathi è una giovane musicista e compositrice discepola del grande maestro di Violino Shri. Lalgudi G. Jayaraman. Nei suoi studi sotto la sua guida per oltre dieci anni Saawhwathi ha approfondito la consocenza dela musica carnatica e la sua capacità di creare emozionanti recital. Ha inziato la cariera come cantante ma la sua grande passione e dedizione alla musica le hanno fatto registrare album in giovane età. Pensa che comporre / creare musica dia la possibilità di esprimere la propria anima interiore in modi infiniti. Nella sua esperienza Saashwathi ha verifiacto che la recitazione regolare dei mantra ha effetti profondi sul proprio Sè. Laureata in Psicologia ha prodotto musica terapeutica per rilassamento. GAMELAN OF CENTRAL JAVA TRANCE GAMELAN IN BALI FELMAY 0885016816926 FY 8169 CD 2010 World Music Frutto di registrazioni sul campo effettuate nel 1994 da John Noise Manis, Trance Gamelan In Bali presenta un aspetto particolare della cultura indonesiana. L'isola di Bali è celebre per i suoi oltre ventimila templi e anche per le innumerevoli cerimonie a essi collegate. Un insieme di eventi che dà al visitatore l'impressione di una festa a ciclo continuo. Una festa caratterizzata da esibizioni di costumi sfavillanti e di oggetti darte, da danze e altri eventi collaterali, e accompagnata dalle musiche per gamelan, colonna sonora insostituibile di ogni forma cerimoniale. E' dall'inizio del Novecento che lo stile legato alle orchestre gamelan subisce una forte scossa. Le percussioni tendono a divenire più aggressive e potenti, così come le ornamentazioni melodiche, mentre l'architettura dei brani si complica. La nascita del kebyar (fiorire o prendere fuoco) si accompagna non a caso alla fine del feudalesimo e, nello stesso tempo, alla fine del patrocinio esclusivo dei gamelan da parte di principi e signori. E' l'intera comunità a farsi carico del mantenimento dell'orchestra, il che contribuisce anche a un mutamento di percezione significativo: la musica perde parte dei connotati di classicità per assumere quelli di arte folklorica. Le tre registrazioni qui presentate esemplificano al meglio il processo appena descritto: per un verso la tradizionale secolare mantiene inalterato il suo influsso, per un altro le sonorità a tratti quasi esplosive testimoniano le modificazioni occorse. Nella prima, relativa a una cerimonia svoltasi nei pressi di Ubud, possiamo ascoltare anche il vociare della congregazione riunita nel tempio, dove accadono nello stesso momento diversi eventi e diversi gamelan suonano contemporaneamente. E' un crogiolo di esperienze sonore, un brulicare di sensazioni uditive che insieme creano un'atmosfera densa e ipnotica. La seconda documenta i preparativi per un rituale dell'etnia Aga, insediata nel villaggio di Tenganan. Essa si apre con i suoni prodotti da alcuni bambini che sperimentano gli strumenti del gamelan, prima di essere ricondotti all'ordine da un adulto. Subito dopo i musicisti deputati iniziano a suonare e poco alla volta la struttura del brano prende forma per poi raggiungere nel finale tratti frenetici e parossistici. L'ultimo documento restituisce un'esibizione di danza Barong tenutasi al conservatorio di Bali. Si tratta di una forma coreutica improntata a restituire rilevanza alle forze positive (Barong, il re degli spiriti benigni), opposte a quelle negative (Rangda, il signore del caos). Il suono del suling, il flauto di bambù, è il tratto caratterizzante della contesa. GAMELAN OF CENTRAL JAVA XIV - RITUAL SOUNDS OF SEKATEN FELMAY Il quattordicesimo volume dedicato alla musica gamelan dell'area centrale dell'isola di Giava si riallaccia a quanto presentato nel numero due della serie (Ceremonial Music). I brani, registrati a Surakarta e a Yogyakarta, richiamano un'importante festa religiosa islamica (denominata appunto Sekaten), che occupa un'intera settimana allo scopo di celebrare la nascita e la morte del profeta Maometto. Durante tale ricorrenza i gamelan (autorizzati a produrre unicamente il genere di musica qui presentato) sono suonati in modo continuativo per tutta la giornata. Si tratta di una cerimonia popolare a tutti gli effetti, ma le orchestre gamelan riescono a coprire i brusii e i movimenti della folla. Una originale caratteristica dei gamelan impiegati nei rituali sekaten consiste, proprio per la necessità di dover suonare forte, nelle dimensioni dei gong, dei saron (xilofoni in bronzo), e del tamburo bedung, che sono quasi doppie rispetto al normale (e lo stesso vale per le bacchette e i martelli). La scala utilizzata dal gamelan sekati deve sempre essere quella costituita di sette note e denominata pelog. Le prime due incisioni offrono una differente versione di uno dei più antichi e rinomati 0885016816827 FY 8168 CD 2010 World Music gendings giavanesi, il Rangkung. L'esecuzione del kraton di Yogyakarta è lunga il doppio di quella di Surakarta e ciò permette di compiere degli interessanti paragoni, anche se la struttura del brano è ovviamente la stessa. L'inizio soffuso e delicato viene poco alla volta punteggiato e scosso dai rintocchi del bedung sino ad arrivare al climax finale, in un crescendo che è insieme fisico e spirituale. Il terzo brano presentato nel disco ha caratteri particolari, per l'impiego delle voci, di un ridotto numero di strumenti e di tamburi a cornice di origine araba denominati terbang o rebana. Le melodie vocali, ondeggianti e fascinose, ci permettono di avvicinare e almeno in parte comprendere il senso del sincretismo che secoli addietro avvicinò il sufismo che assegnava alla musica il potere di condurre l'uomo verso Dio alle molteplici pratiche religiose di Giava. Chi apprezza la musica orientale non potrà dunque non ammirare l'afflato mistico che emana dalle sonorità qui raccolte, e non potrà fare a meno di porsi all'ascolto con un atteggiamento rispettosamente meditativo. JAYARAMAN G LALGUDI SUBLIME STRINGS FELMAY 0885016816124 FY 8161 CD 2010 World Music Sublime Strings il nuovo, importante, capitolo dedicato ad approfondire l’arte di uno dei maggiori esponenti della musica classica dell’India del Sud. Lalgudi G Jayaraman (nato nel 1930) è un discendente in linea diretta della famosa scuola che fa capo al grande compositore e maestro spirituale Thyagaraja. In questo album LALGUDI mostra tutta la sua maestria e poetica nella presentazione di una forma musicale quasi estinta nella musica Carnatica (altro nome per la musica del Sud India) il Ragam Thaanam Pallavi (abbreviato in RTP), una forma autonoma basata sull'improvvisazione e sulla creatività del musicista. La prima parte, ragam, consiste in un'elaborata esposizione del Raga, la base di tuta la musica indiana. Si tratta di musica allo stato puro, in cui l'ascoltatore si immergere per scoprire a poco a poco le peculiarità del raga presentato, le sue caratteristiche melodiche e emozionali. Segue il thanam (estensione), che amplia l'improvvisazione melodica del raga con un tempo più rapido e marcato. Completa il RPT la terza parte con l'esecuzione di una o più brevi composizioni (Pallavi) che forniscono la base per l'improvvisazione tematica. Quersta prima traccia è seguita dallo Swara Raga Malika una scintillante esposizione di tre raga in successione. Il primo è Kedaram, raga bello e maestoso che crea una vibrante atmosfera musicale reso qui in modo magistrale da LALGUDI. Segue Malayamarutham, un'accattivante raga del mattino. Lo stato d'animo nebbioso, misterioso delle prime luci dell'alba è reso magistralmente. Conclude la triade raga Brindavanasaranga. Un'aria evocativa, molto sentimentale. La capacità di LALGUDI di trasformarsi da Lalgudi il Maestro in Lalgudi il Mago è evidente in questa splendida esecuzione. Grazie dell’attenzione e cordiali saluti da EGEA Records & Distribution. Silvia Valderrama Ufficio Stampa - EGEA Music C.so Mazzini, 12 - 12037 SALUZZO (CN) Tel. +39 0175 217323 Fax. +39 0175 475154 E-Mail: [email protected] Skype: silvia valderrama http://www.egeamusic.com