INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE MACCHINE ELETTRICHE ROTANTI Generalità Una macchina elettrica rotante è un convertitore di energia meccanica in elettrica (generatore) o, viceversa, di energia elettrica in meccanica (motore). Il fenomeno fisico che avviene all'interno della macchina è detto conversione elettromeccanica dell'energia. In qualunque verso avvenga la conversione, essa implica una perdita di potenza Pp: • nel funzionamento da generatore, la potenza elettrica generata Pe è inferiore a quella meccanica assorbita Pm: P =P −P • nel funzionamento da motore la potenza meccanica erogata Pm è inferiore a quella elettrica assorbita Pe: e m p P =P −P m e p La potenza meccanica entra nella macchina nei generatori (o esce dalla macchina nei motori) tramite un albero rotante. Essa vale semplicemente: Pm = Cω Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 1 dove C è la coppia all'asse e ω la velocità angolare della macchina. La potenza elettrica esce (o entra) tramite una linea elettrica e vale, secondo i casi: • P = VI (linea in corrente continua) • P = VI cos ϕ (linea in regime sinusoidale monofase) • P = 3VI cos ϕ (linea trifase) e e e Si definisce rendimento η il rapporto tra la potenza erogata e la potenza assorbita dal convertitore. Perciò: P P P −P η= = = 1− P P P e m m η= p m p m P P P −P = = 1− P P P m e e p e per un generatore p per un motore e Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 2 Aspetti costruttivi Tutte le macchine elettriche rotanti sono composte di una parte fissa (statore) ed una parte rotante (rotore), che nella maggior parte dei casi sta all'interno dello statore. Statore Lo statore è realizzato in materiale ferromagnetico e costituisce una parte del circuito magnetico di macchina; è laminato se è sede di flusso variabile e forma di cilindro cavo. Gli avvolgimenti di statore, i cui conduttori sono, in alternativa: a) alloggiati in cave longitudinali praticate sulla superficie interna del cilindro cavo; b) avvolti su nuclei polari sporgenti dalla superficie interna del cilindro cavo; forniscono una parte della forza magnetomotrice che produce il flusso nel circuito magnetico. Lo statore è sempre collegato meccanicamente alla carcassa di macchina, la quale porta anche le sedi per i cuscinetti di rotore e la morsettiera per il collegamento alla linea, oltre a vari dispositivi ausiliari. Rotore Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 3 Il rotore è un cilindro in materiale ferromagnetico, che completa il circuito magnetico, ed è laminato se è sede di flusso variabile. Gli avvolgimenti di rotore completano la forza magnetomotrice per il circuito magnetico di macchina e sono, in alternativa: a) alloggiati in cave longitudinali sulla superficie laterale del cilindro (rotore liscio); b) avvolti su nuclei polari sporgenti dalla superficie laterale (rotore a poli sporgenti o a poli salienti). Il rotore, che può essere ad asse verticale od orizzontale, è supportato da boccole e da cuscinetti reggispinta (a strisciamento, a rotolamento, oleodinamici, oleostatici al crescere delle dimensioni di macchina). Una delle due testate di rotore (o, più raramente, entrambe) prosegue con l'albero di macchina. Lo spazio tra statore e rotore (il cui spessore varia dai decimi di millimetro ad alcuni millimetri) è detto traferro. Perdite di potenza nella conversione elettromagnetica E' già stato evidenziato che la conversione elettromeccanica origina perdite. Esse sono essenzialmente di tre tipi: - perdite meccaniche (di ventilazione e nei cuscinetti); - perdite per effetto Joule negli avvolgimenti (perdite nel rame); - perdite per isteresi e correnti parassite nel circuito magnetico (perdite nel ferro). Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 4 Tutte queste perdite comportano un aumento della temperatura. Questa potenza dovuta alle perdite e trasformata in potenza termica, deve essere asportata per consentire alla macchina di funzionare a temperatura appropriata. Un sistema semplice è quello di calettare un ventilatore sull'albero, provvedimento efficace quando le condizioni di funzionamento comportano che il rotore sia quasi sempre in rotazione; altrimenti si provvede a ventilare separatamente tramite un elettroventilatore. Per macchine di grossa taglia è necessario praticare condotti di raffreddamento sia nello statore che nel rotore, nei quali si forza un flusso di gas (ventilazione forzata) ad alta velocità. Aspetti elettromagnetici lnduttore e indotto Da un punto di vista magnetico, le due parti che costituiscono la macchina (statore e rotore) sono chiamate a svolgere due funzioni diverse. In una di esse (chiamata induttore) gli avvolgimenti sono alimentati per produrre il flusso di eccitazione; nell’altra (chiamata indotto) è generata la tensione elettrica voluta (funzionamento come generatore) o è fatta circolare una corrente (che può essere fornita da una rete di alimentazione elettrica esterna alla macchina o prodotta inducendo f.e.m. in avvolgimenti Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 5 chiusi), in modo da sviluppare le azioni elettrodinamiche che consentono il funzionamento da motore. In generale è indifferente quale delle due parti della macchina svolge le funzioni di induttore (e reciprocamente di indotto) e la scelta avviene in base al criterio di rendere meno complesse le configurazioni circuitali, di ridurre le perdite di tipo elettrico o meccanico e ad altre considerazioni di carattere pratico. In particolare, per le tipologie di macchine più comuni, che saranno esaminate in seguito, la scelta di quale parte della macchina svolga le funzioni di induttore o di indotto è ormai consolidata. In alcuni tipi di macchine é creata nel traferro una distribuzione di induzione magnetica che ha direzione radiale e intensità variabile sinusoidalmente lungo la circonferenza. Il vettore che rappresenta, punto per punto, tale induzione magnetica al traferro si sposta con velocità costante lungo la circonferenza. Tale fenomeno si può descrivere dicendo che la sinusoide (od onda) che rappresenta il vettore B in ogni punto, ruota con velocità angolare ω. Tale onda rotante si può ottenere producendo un campo magnetico sinusoidale nello spazio, ma costante nel tempo, solidale con il rotore: in questo caso il movimento dell'onda avviene facendo ruotare meccanicamente il rotore. In alternativa, collegando i conduttori presenti nelle cave (di statore o di rotore) in modo da formare tre avvolgimenti posti a 120° geometrici tra loro e alimentandoli con un sistema trifase di correnti, si ottiene in ogni punto del traferro un campo magnetico rotante. Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 6 Induttore con magneti permanenti In alcuni tipi di macchina rotante può essere richiesto all'induttore un flusso di induzione costante; in questo caso tale flusso può essere prodotto mediante l'impiego di magneti permanenti, con modalità che dipendono dal tipo di macchina considerato. " I materiali adatti a tale uso sono i materiali magnetici duri. Materiali con campo coercitivo ed induzione residua elevati occupano, com'è noto, volumi più ridotti, ma sono in generale più costosi; pertanto la scelta del tipo di materiale dipenderà dalle prestazioni che saranno richieste alla macchina. Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 7 In generale l'impiego di magneti permanenti consente da un lato minori ingombri (in particolare una riduzione del diametro esterno) e dall’altro rendimenti più elevati, grazie all'assenza di perdite per effetto Joule nel circuito di eccitazione. La macchina risulta inoltre più semplice, mancando l'avvolgimento di eccitazione ed il relativo circuito di alimentazione. L'aspetto negativo consiste nel fatto che, essendo ovviamente il flusso di induzione costante e non regolabile, si perde la possibilità di controllare le prestazioni della macchina agendo sul flusso stesso (o, in altri termini, sulla corrente negli avvolgimenti di eccitazione). Come ultima osservazione, i magneti (che potranno essere disposti nello statore o nel rotore, secondo il tipo di macchina considerato), devono essere disposti in modo adatto alle loro caratteristiche. Ad esempio, per magneti con basso campo coercitivo, quali le leghe magnetiche dure (tipo Alnico o ferro-cromo), é usata una disposizione di tipo circonferenziale, come mostrato in figura (a e b, rispettivamente per lo statore ed il rotore). Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 8 In questo caso l'elevata dimensione longitudinale del magnete è richiesta perché siano necessari elevati valori di f.m.m. per la sua smagnetizzazione. Altre disposizioni dei magneti, quali quelle mostrate nella figura successiva, tipiche di un rotore, sono usate per materiali come le ferriti dure, utilizzate per il loro modesto costo; in questo caso l'asse magnetico del magnete ha direzione radiale. Appunti di Elettrotecnica del prof. Mariangela Usai del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 9