UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TERAMO FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA CORSO DI LAUREA IN TUTELA E BENESSERE ANIMALE Corso di FISICA MEDICA Docente: Chiucchi Riccardo A.A. 2015 /2016 mail:[email protected] Medicina Veterinaria: CFU 5 (corso integrato con Statistica e Informatica : CFU 5) Tutela e benessere animale: CFU 5 Durata del corso: 35 ore Secondo principio della termodinamica Il secondo principio della termodinamica stabilisce delle limitazioni alle trasformazioni di energia. Ci sono molte formulazioni equivalenti di questo principio. Le più importanti sono: 1) Kelvin-Planck: è impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato preveda che tutto il calore assorbito da una sorgente sia interamente trasformato in lavoro. 2) Clausius: è impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo. Macchine termiche Una macchina termica è un dispositivo che ciclicamente assorbe calore da una sorgente calda convertendolo una parte in lavoro e cede la parte restante di calore ad una sorgente fredda (in genere l’ambiente esterno). Rendimento di una macchina termica Una grandezza fisica importante nella studio delle macchine termiche è il rendimento L Q ass Q ass Q Q ced dato da: 1 ass dove L è il lavoro compiuto dalla macchina termica, Qass il calore assorbito in un ciclo e Qced rappresenta il calore ceduto in un ciclo. Macchina di Carnot La macchina di Carnot, è una macchina ciclica che viene utilizzata per calcolare il massimo rendimento possibile per una macchina che lavori tra due sorgenti a temperatura T1 e T2. Ad ogni ciclo effettua quattro trasformazioni reversibili, due isoterme e due adiabatiche. La macchina di Carnot è ideale in quanto vengono trascurate tutte le dispersioni di energia dovute agli attriti. • Q1=calore assorbito durante l’espansione isoterma AB; • Q2rappresenta il calore ceduto durante la compressione isoterma CD; Ciclo di Carnot Il ciclo della macchina di Carnot effettua le quattro trasformazioni riportando il sistema nello stato iniziale (trasformazione ciclica). La variazione di energia interna ΔU è quindi nulla. Applicando il primo principio della termodinamica si ha: ΔU=Q-L=0 da cui Q=L dove Q rappresenta il calore scambiato ad ogni ciclo. Rendimento del ciclo di Carnot VB Qass =Q1 =Q AB =L AB =nRT1ln >0 VA Q BC 0 (espansione adiabatica) Qced =Q2 =QCD Q DA 0 LCD VD nRT2ln VC 0 Applicando l’espressione dell’adiabatica TVγ-1 cost tra i punti B e C e tra A e D, si ottiene: T1VB 1 T2 VC 1 ; T1VA 1 T2 VD 1 dividendo amo i membri e semplificando si ha: VB VA 1 VC VD 1 VB VA VC VD Sostituendo quest’ultima espressione nell’equazione del lavoro L, ottenuta precedentemente, si ottiene: L VB nRT1ln VA VC nRT2ln VD L VB nR(T1 -T2 )ln VA VB nRT1ln VA VB nRT2ln = VA Andando sostituire l’espressione del lavoro L e del calore assorbito Qass, il rendimento è dato da: L VB nR(T1 -T2 )ln VA L = Qass T2 1 T1 VB ; Qass =nRT1ln VA VB nR(T1 -T2 )ln VA VB nRT1ln VA (T1 -T2 ) T1 T2 1 T1 Da quest’ultima espressione, si nota che il rendimento della macchina termica di Carnot dipende solo dalle temperature delle due sorgenti di calore T1 e T2 e che aumenta al crescere della differenza di queste due temperature. Per ottenere un rendimento massimo (pari ad uno), la temperatura T2 dovrebbe essere pari a 0K ma ciò è impossibile quindi il rendimento di una macchina termica di Carnot è sempre inferiore ad uno. Dalle considerazioni fatte precedentemente possiamo concludere che tutte le macchine reali, che effettuano cicli reversibili, hanno un rendimento (efficienza) minore rispetto alla macchina di Carnot perché hanno una dispersione di energia dovuta agli attriti.