termodinamica - Portale di Piero Lucarelli

TERMODINAMICA
Peccioli Stefano
Brogli Pietro
Trepiccione Giuseppe
Fagotti Massimiliano
Menichini Giulio
TERMODINAMICA
I principi, le formule, le conseguenze.
La Storia
Fin dall'antichità l'uomo ha sfruttato l'energia termica per
compiere lavoro. Erone d'Alessandria costruì a scopo
dimostrativo nel 100 a.C. l'eolipila ed un sistema di
apertura per le porte di un tempio. Solo nel Settecento
l'uomo inizia uno sfruttamento sistematico dell'energia
termica. Infatti con la Rivoluzione industriale e con il
passaggio dallo impiego di acqua e legno a quello di
carbone e ferro, si determinò lo sviluppo di una nuova
tecnologia in grado di sfruttare energia termica.
La Storia
. In questo ambito la pratica e l'intuizione
precedettero notevolmente la teoria e la sua
formalizzazione. La nascente industria
manifatturiera e mineraria determinò un aumento
nel consumo di carbone. L'estrazione del minerale
poneva però numerosi problemi, uno dei quali era
l'infiltrazione di acqua nelle miniere. Si pensò di
utilizzare il vapore al fine di produrre il vuoto
necessario a risucchiare acqua. Si resero necessari
gli studi di Torricelli e di Pascal che confermarono la
possibilità di costruire una macchina in grado di
sfruttare la pressione atmosferica.
La Storia
L'origine della termodinamica si fa risalire a
S. Carnot (1796-1832) che nel libro
Réflexions sur la puissance motrice du feu, e
in alcune note postume comunicate dal
fratello nel 1878 all’Académie des Sciences di
Parigi, espose il primo studio sui cicli
reversibili e dedusse il cosiddetto teorema di
Carnot, adombrando anche il principio di
conservazione dell’energia.
La Storia
I concetti di Carnot rimasero a lungo ignorati o non capiti:
W.Thomson ebbe grandi difficoltà per procurarsi, a Parigi,
una copia del volumetto di Carnot.; si può solo indicare
che E. Clapeyron, nel Journal del l'Ecole Polytechnique
(1834), applicò il teorema di Carnot per dedurne la
formula relativa alle condizioni di equilibrio tra le fasi
liquido e vapore. La questione dell'equivalenza fra lavoro e
calore venne studiata da R. Mayer nel 1840 e, con paziente
sperimentazione da J. Joule dal 1840 al 1845.
1° principio
Il primo principio della termodinamica è basato sulla
conservazione dell’energia, infatti esso afferma che:
se in una trasformazione fisico chimica scompare una certa
quantità d’energia, questa deve necessariamente
ricomparire sotto un’altra forma di energia e in quantità
equivalente a quella persa in precedenza.
Il principio di conservazione dell’energia meccanica cessa
di valore quando sono presenti forze non conservative.
Infine la non conservazione dell’energia meccanica può
essere messa in relazione con la creazione del calore
proprio a causa dell’avvento delle forze non conservative:
un esempio molto frequente è la forza d’attrito.
2° Principio
Il secondo principio della termodinamica afferma che il
calore non può passare da un corpo caldo a un corpo freddo
senza che, contemporaneamente, non si abbia la scomparsa
di qualche altra forma di energia.
Esso accetta come formula naturale il fatto che non si sia
mai riusciti a costruire un motore perpetuo di seconda
specie. Il secondo principio stabilisce che nessun motore
può trasformare completamente calore in lavoro, infatti una
parte di lavoro viene sempre dispersa.
Le notizie riguardanti la storia sono state tratte da
www.yahoo.com
Il primo e il secondo principio è stato tratto da UTED
p.s. (L’asinello è il simbolo del nostro gruppo).