FENOTIPO DI STAMINALITA` E RECETTORI MUSCARINICI NEL

FENOTIPO DI STAMINALITA’ E RECETTORI MUSCARINICI NEL TUMORE DELLA
VESCICA
Cinzia Fabbiano*, Giovanni Palleschi**, Antonio Luigi Pastore**, Antonella Calogero*, Luca
Pacini*, Donatella Ponti*, Paola Ruggeri*, Vincenzo Petrozza***, Antonio Carbone**.
* DIPARTIMENTO DI SCIENZE E BIOTECNOLOGIE MEDICO CHIRURGICHE, SAPIENZA
UNIVERSITA' DI ROMA, FACOLTA' DI FARMACIA E MEDICINA, **SAPIENZA
UNIVERSITA' DI ROMA, FACOLTA' DI FARMACIA E MEDICINA, UNITA' OPERATIVA
COMPLESSA DI UROLOGIA, ***SAPIENZA UNIVERSITA' DI ROMA, FACOLTA' DI
FARMACIA E MEDICINA, UNITA' OPERATIVA DI ANATOMIA PATOLOGICA
Scopo del lavoro
Allestimento e stabilizzazione di colture primarie di cellule uroteliali neoplastiche ed analisi di
tessuto neoplastico uroteliale a basso e alto grado conservato in paraffina per indagare l'eterogeneità
cellulare del tumore rispetto alla multipotenza, la proliferazione, la chemiosensività e le potenzialità
di agonisti muscarinici a scopo antineoplastico.
Materiali e metodi
Il tessuto uroteliale neoplastico (biopsie di pazienti sottoposti a resezione vescicale endoscopica) è
stato dissociato meccanicamente e messo in coltura DMEM (Dulbecco Modified Eagle's Medium)
al 10% di siero. La natura epiteliale delle cellule è stata confermata con analisi di
citodifferenziamento (immunofluorescenza) valutando le citocheratine 7, 13 e 20. E’ stato
effettuato un test di chemiosensibilità con Arecaidina sulle cellule in coltura mediante MTS assay.
Risultati
L’allestimento di colture primarie di tumore uroteliale a cellule transizionali è stato ottenuto in 7
biopsie su 30. Sono stati valutati markers di staminalità come CD-133 ed OCT-4 sia come trascritto
che come proteina con forte espressione di OCT-4 nel tumore ad alto grado, scarsa nel basso grado.
La positività di CD-133 è risultata evidente nel tumore ad alto grado ma inferiore rispetto ad OCT4.
Questo fenotipo cellulare è verosimilmente responsabile dell’autorinnovamento e mantenimento
delle cellule neoplastiche. E’ risultata una maggiore espressione di p53 rispetto a PTEN.
L’Arecaidina ha indotto inibizione della sopravvivenza cellulare a 48 h dalla somministrazione.
Discussione
Una p53 mutata produce una proteina più stabile e meno degradabile per cui l’identificazione della
p53 nucleare in immunofluorescenza appare correlata a mutazioni di p53, mentre l’espressione di
PTEN è stata correlata ad una stadiazione sfavorevole del tumore vescicale, ipotizzando che una sua
ridotta espressione svolga un ruolo chiave nella tumorigenesi e progressione del tumore vescicale.
La selettiva attivazione dei recettori M2 induce una inibizione della sopravvivenza cellulare e del
rate di proliferazione in maniera tempo e dose dipendente; ciò può essere dovuto alla capacità di
modulare alcuni markers del ciclo cellulare; l’arecaidina favorisce una riduzione dell’espressione di
PCNA (Proliferating Cell Nuclear Antigen) ed un aumento di P53 e P27. In base a questi dati,
abbiamo pensato di utilizzare l’Arecaidina sulle linee cellulari uroteliali da noi isolate.
L’immunoistochimica ha evidenziato M2 nei vari tipi di tessuto ed un effettivo incremento
dell’espressione nei campioni di carcinoma uroteliale di alto grado. L’ analisi dell’espressione
genica attraverso PCR Real Time sui medesimi tessuti in paraffina per i seguenti geni: OCT-4, CD133 e M2 ha confermato i risultati ottenuti con l’immunoistochimica, riscontrando per tutti i geni
analizzati un’aumentata espressione nel carcinoma uroteliale ad alto grado.
Conclusioni
I risultati possono rappresentare le basi per future investigazioni sull’effetto dell’Arecaidina sul
tumore uroteliale