Le mestruazioni abbondanti di definiscono di norma come • menorragia: perdita mestruale regolare per data, ma abbondante per quantità > 80 ml per ciclo; • metrorragia: sanguinamento anomalo ed abbondante nel corso del ciclo; • meno-metrorragia: associa le due precedenti; • ipermenorrea: perdita mestruale di durata superiore ai 7 giorni; • polimenorrea: mestruazioni che si ripetono <21 giorni; • iperpolimenorrea: associa le due precedenti; • stillicidio intermestruale: sanguinamento anomalo scarso nel corso del ciclo. Oggi si tende a dare una nuova e più semplice definizione in quanto: • La semplice percezione della quantità del flusso da parte delle donne non è “precisa”. • Circa il 15% delle donne con cicli caratterizzati da perdite ematiche lievi/moderate riferisce flussi mestruali abbondanti. • Solo il 5% delle donne con cicli meno-metrorragici riferisce perdite lievi/moderate. • Meno del 50% delle donne che riferisce flussi mestruali abbondanti ha una perdita maggiore di 80 ml. • e quindi presumibilmente una definizione più ampia, quale “Flussi Mestruali Abbondanti” (FMA), potrebbe meglio cogliere anche alcuni aspetti soggettivi del fenomeno.” Ogni anno il 5 % delle donne in età tra i 20 ed i 39 anni si rivolge al proprio ginecologo per flussi mestruali abbondanti. L’incidenza è del 30%, che in età perimenopausale raggiunge il 70% Il 20-60% dei consulti specialistici ginecologici e il 25% degli interventi chirurgici maggiori, indipendentemente dall’età, riguardano questo problema. Le possibili cause sono: In pre-peri-menopausa (ovvero negli anni che precedono la menopausa e nelle sue immediate vicinanze) Cause disfunzionali 50-70% Polipi, miomi, iperplasia, adenomiosi 30-50% Carcinoma 1% In post-menopausa Atrofia 60-70% Polipi, miomi, iperplasia, adenomiosi 20-40% Carcinoma 10% La diagnosi si fa con • ESAMI EMATOCHIMICI: Emocromo, ferritina, test di gravidanza, TSH, prove di coagulazione, funzione epatica, tampone cervicale • ECOGRAFIA: Ecografia transvaginale, sonoisterografia (ecografia con introduzione di un liquido all’interno dell’utero per evidenziare le neoformazioni endouterine • ISTEROSCOPIA: consiste nell’entrare all’interno dell’utero con una piccola ottica per vedere e contemporaneamente trattare le eventuali patologie presenti. La prima linea di trattamento è la terapia medica. Se è accettabile per la donna sia la terapia ormonale che quella non ormonale, bisogna prendere in considerazione i diversi trattamenti disponibili nel seguente ordine: 1. Spirale a rilascio di levonorgestrel (Mirena) 2. Acido tranexamico oppure FANS oppure contraccettivi orali combinati (pillola) 3. Norethisterone oppure progestinici a lunga durata d’azione. Se il trattamento ormonale non è accettabile, ad esempio perché la donna desidera una gravidanza o ha controindicazioni reali all’uso della terapia ormonale o la rifiuta, bisogna prendere in considerazione l’acido tranexamico oppure i FANS. A proposito della diagnosi e terapia, le raccomandazioni di RCOG (Royal College of Obstetricians and Gynaecologists) e ACOG (American College of Obstetricians and Gynaecologists) prevedono che: • i test endocrini non sono necessari di routine (tranne se segni clinici) • ac. tranexamico e mefenamico sono efficaci • il raschiamento non è terapeutico • i contraccettivi orali combinati sono efficaci • Mirena è efficace • l’uso di progestinici a lunga durata d’azione provoca amenorrea e quindi può essere preso in considerazione • il progestinico nella seconda metà del ciclo (che è la terapia più frequentemente prescritta dai ginecologi italiani) non è un trattamento efficace. La seconda linea di trattamento è la terapia chirurgica, che può prevedere: • Un’isteroscopia operativa (con asportazione di eventuali polipi o miomi) • Un’ablazione endometriale (che consiste nella asportazione o distruzione termica dell’endometrio, compreso il suo strato più profondo, così che non possa più riformarsi • Un’isterectomia (asportazione dell’utero). La polipectomia isteroscopica ha un’efficacia inferiore al 50 % in termini di scomparsa dei flussi mestruali abbondanti, mentre la miomectomia ha un’efficacia superiore, a patto che venga effettuata in maniera completa: infatti la sua efficacia va dal 70% al 95% a cinque anni. L’efficacia dell’ablazione endometriale va invece dal 85% al 95% circa, con possibilità di comparsa di amenorrea nel 30%-60% dei casi, ma con aumento della possibilità di fallimento con il passare degli anni, specialmente nelle donne portatrici di miomi o di adenomiosi. Una percentuale di donne variabile dal 6% al 20% è costretta a ricorrere ad un secondo intervento. Tuttavia tutti gli interventi di isteroscopia operativa (polipectomia, miomectomia, ablazione endometriale) hanno il vantaggio di poter essere effettuati in regime ambulatoriale o di Day Hospital, senza necessità di ricorso all’anestesia generale, ma solo, a volte, ad una sedazione. L’isterectomia è certamente la terapia più efficace, ma dovrebbe essere evitata, cercando di utilizzare prima tutti gli altri rimedi efficaci. Qualora nessun metodo risulti efficace, si dovrebbe fare ogni sforzo per rendere l’intervento meno invasivo sia dal punto di vista psicologico che fisico, utilizzando la via vaginale o quella laparoscopica e conservando (tranne casi particolari) il collo dell’utero (cosiddetta isterectomia subtotale o parziale o sopracervicale), in modo da migliorare nettamente l’accettabilità dell’intervento da parte della paziente, la durata della degenza e il recupero postoperatorio.