I fallimenti del mercato, l`informazione

Organizzazione aziendale
Lezione 5 – I fallimenti del mercato– Cap. 2
Ing. Marco Greco
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Stanza 1S-28
Nota visite AGC
• Nonostante i termini siano scaduti potete
continuare a prenotarvi per le visite
guidate
• NON perdete questa opportunità, che sarà
funzionale per alcune successive lezioni
oggetto d’esame
Marco Greco
28/03/2012
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Il libero mercato funziona
perfettamente?
• Un libero mercato si muove in autonomia verso
l’efficienza paretiana o deve essere guidato con
interventi governativi?
• Il teorema fondamentale dell’economia del
benessere dimostra che, se ogni mercato è
perfettamente competitivo, l’equilibrio risultante sarà
Pareto efficiente.
• Questa affermazione evoca la “mano invisibile”.
• Ma allora il libero mercato funziona perfettamente?
Marco Greco
28/03/2012
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Nella realtà…
• E’ difficile osservare mercati perfettamente
competitivi, le imprese mirano ad
accaparrarsi nicchie di mercato in cui essere
monopolisti
• Il Governo interviene con l’antitrust per
aumentare la concorrenzialità
• D’altronde, le garanzie derivanti dalla
protezione della proprietà intellettuale
riducono, seppur temporaneamente, la
concorrenzialità, al fine di incentivare
l’innovazione
Marco Greco
28/03/2012
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I fallimenti del mercato
• Si usa il termine fallimento del mercato per indicare
tutte le circostanze in cui l’equilibrio di mercato non
corrisponde a un’efficiente allocazione delle risorse: i
mercati non raggiungono l’efficienza economica.
• Il fallimento del mercato sta ad indicare che le
distorsioni impediscono alla mano invisibile di allocare
efficientemente le risorse.
• Distorsione allocativa: il costo marginale della
produzione di un bene non equivale al beneficio
marginale derivante dal suo consumo, a differenza di
quanto accade in equilibrio competitivo
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Le cause delle distorsioni
•
•
•
•
•
•
•
Concorrenza insufficiente
Rendimenti crescenti di scala
Esternalità
Beni pubblici
Beni meritori
Carenza di informazioni
Mercati incompleti
Marco Greco
28/03/2012
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Concorrenza insufficiente
La possibilità di realizzare gli effetti della “mano
invisibile” è spesso compromessa dalla natura
oligopolistica dei mercati, o dalla presenza di forti
barriere all’entrata, o dalla sostanziale
disomogeneità dei prodotti dei potenziali
concorrenti.
• Es. Parchi di divertimenti in Italia
Marco Greco
28/03/2012
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Rendimenti crescenti di scala
• Un caso interessante è quello dei settori
caratterizzati da rendimenti di scala crescenti per
ogni livello produttivo.
• Una singola impresa è in grado di produrre il bene
e/o servizio in maniera più efficiente di qualsiasi
combinazione di due o più imprese, qualunque sia il
livello di output.
• Se la concorrenza non è né possibile, né
desiderabile si ha il monopolio naturale (Es. rete
gas).
• Nel monopolio naturale c’è convenienza al
monopolio sia per consumatori che per produttori.
Marco Greco
28/03/2012
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Il monopolio (non naturale)
• In generale, invece, il monopolio non è efficiente.
• In un settore monopolizzato da una sola grande
impresa, si ha una perdita secca di benessere
(costo sociale del monopolio), poiché la quantità di
equilibrio del monopolista è inferiore al livello
socialmente efficiente (il monopolista riduce la
produzione).
• Da qui l’esigenza della regolamentazione o della
gestione diretta dei monopoli da parte dello stato.
Marco Greco
28/03/2012
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Esternalità (1/2)
• Le esternalità sono effetti positivi o negativi che le azioni di
un agente economico hanno sul benessere di un altro
soggetto e che non sono regolati dal meccanismo dei
prezzi.
• Es. un’impresa può emettere sostanze nocive che
inquinano l’ambiente, e non pagare un costo, oppure
effettuare investimenti che creano nuovi posti di lavoro e
fanno aumentare il valore degli immobili circostanti (e i
proprietari ne beneficiano gratuitamente).
• Si tratta quindi di attività di consumo e produzione che non
hanno effetti solo sul benessere di chi le compie, ma
influenzano anche altri individui o imprese.
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Esternalità (2/2)
• Il consumo o la produzione di beni con esternalità produce dei
costi (o dei benefici) che non sono sopportati (pagati)
dall’agente che produce o consuma
• Es., chi fuma genera fastidio/danno che non è pagato da colui
che fuma, ma dalla collettività.
• Si ha inefficienza perché chi compie le azioni non tiene conto di
tutti i costi e i benefici associati alle proprie scelte.
• Gli effetti esterni sono dei fallimenti su cui si interviene con
multe, pedaggi, etc.
• E’ un fallimento perché il prezzo non tiene conto delle
esternalità.
Marco Greco
28/03/2012
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Beni pubblici (1/5)
Esempi: difesa, strade, illuminazione stradale,
abbattimento dell’inquinamento, vigili del fuoco
• Questi beni non possono ovviamente essere
prodotti e allocati in mercati competitivi.
• Non sono scambiati in transazioni di mercato.
• Si ipotizza che il sistema privato non ne
garantisca una produzione sufficiente sul piano
sociale (non sul piano economico).
• C’è quindi un intervento politico: interviene il
settore pubblico.
Marco Greco
28/03/2012
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Beni pubblici (2/5)
I beni pubblici puri hanno due caratteristiche:
• non è possibile razionarne il consumo (cioè
non è possibile escludere nessuno dalla
fruizione di questo bene)
• non è desiderabile razionarne il consumo
(cioè razionarne il consumo non è
efficiente).
Marco Greco
28/03/2012
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Beni pubblici (3/5)
• La prima proprietà si riferisce a impossibilità
sociali o tecnologiche.
– es. la difesa nazionale, l’illuminazione stradale, da cui è
impossibile escludere un particolare individuo.
• Per questo tipo di beni nessuno è disponibile a
pagare volontariamente, perché tutti sono convinti
che beneficeranno della spesa altrui (free riding).
E’ per questo che la produzione di beni pubblici
non può che essere finanziata dallo stato.
Marco Greco
28/03/2012
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Beni pubblici (4/5)
• La seconda proprietà (non desiderabilità del
razionamento) è tipica di quei beni e servizi per cui il
costo marginale dell’unità aggiuntiva consumata è nullo,
ovvero il consumo di ogni individuo non interferisce con
quello degli altri.
• E’ importante distinguere tra il costo marginale di
produzione e il costo marginale della fruizione: avere più
vigili del fuoco costa di più, ma quando nasce un nuovo
bambino/a, anche lui/lei usufruisce della difesa fornita da
quelli esistenti senza alcun costo aggiuntivo.
Marco Greco
28/03/2012
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Beni pubblici (5/5)
• Il costo marginale di consumo di un bene pubblico è nullo,
quindi non si può definirne il prezzo. Il prezzo ottimo sarebbe
infatti pari al costo marginale.
• Ne segue che i beni o servizi la cui offerta abbia un costo
marginale pari a zero dovrebbero essere forniti gratuitamente, e
le entrate necessarie dovrebbero essere ottenute in qualche
altro modo.
• Il caso dei beni pubblici è quindi un fallimento del mercato.
• Sono rari i casi di beni che godono contemporaneamente delle
due proprietà.
• Il caso più frequente è quello di beni che possiedono, in misura
variabile, l’una o l’altra: si parla in questo caso di beni pubblici
misti.
Marco Greco
28/03/2012
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Beni meritori (1/2)
• Beni con grande significato sociale (salute,
istruzione…), di cui il mercato potrebbe produrre
una quantità insufficiente, causandone un
consumo inferiore rispetto a quello desiderabile
• Lo stato interviene costringendo gli individui a
usar tali beni (detti meritori), (Es. scuola
dell’obbligo)
Marco Greco
28/03/2012
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Beni meritori (2/2)
• E’ un tipo di intervento che accetta che un gruppo di
individui imponga la propria volontà e le proprie
preferenze a un altro gruppo
• Risente anche del mutamento dei costumi e delle
condizioni sociali (es. fumo)
• Un caso in cui l’introduzione dei beni meritori è
giustificata riguarda le decisioni che gli individui non
sono in grado di prendere da soli, come ad es. per
quanto riguarda l’istruzione obbligatoria.
Marco Greco
28/03/2012
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Carenza di informazioni
• L’informazione è un bene e si ritiene che il mercato
lasciato a se stesso non ne produca abbastanza.
• La quantità di informazioni su alcuni prodotti può, in
qualche caso, essere giudicata insufficiente.
• Rientrano in questa categoria le informazioni fornite dalle
banche ai propri clienti, le informazioni sulle medicine,
sulla composizione degli alimenti, etc.
• Si interviene con normative, ossia vengono emanate
regolamentazioni sul “diritto all’informazione” dei
consumatori (es. istruzioni sulle medicine, obbligatorietà
della composizione sull’etichetta di vari prodotti, norme
sulla trasparenza delle condizioni applicate dalle banche,
etc.).
Marco Greco
28/03/2012
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Mercati incompleti (1/2)
• Mercati completi = un insieme di mercati, uno per
ogni merce disponibile in una qualunque data futura
e per ogni possibile stato del mondo.
• E’ chiaro che un sistema di mercati così esteso non
esiste e di conseguenza il teorema fondamentale
dell’economia del benessere non può valere
(ipotizza che qualunque bene possa essere
scambiato).
• Si parla di mercati incompleti quando, pur essendo
il costo di produzione di un bene o servizio inferiore
alla disponibilità a pagare dei consumatori, il
mercato non riesce a fornire il bene stesso in misura
adeguata.
Marco Greco
28/03/2012
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Mercati incompleti (2/2)
• L’esistenza di mercati incompleti dipende da
svariati fattori.
• Uno di questi consiste nell’esistenza dei costi di
transazione, che si aggiungono ai normali costi di
produzione e distribuzione e possono divenire un
ostacolo alla produzione o al consumo.
• Può capitare che transazioni mutuamente
vantaggiose non abbiano luogo, causando una
produzione/consumo
inferiore
a
quella
socialmente efficiente.
Marco Greco
28/03/2012
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Conclusioni
• Non esistono argomenti risolutivi che permettano di scegliere in
assoluto tra il mercato (“mano invisibile”) e lo stato (“mano
pubblica”) come strumento preferenziale per l’allocazione delle
risorse.
• Diverse opinioni e teorie su quali siano i settori in cui si
giustifichi l’intervento pubblico o in cui esso sia più efficiente di
quello privato. Ci sono due punti di vista:
– il primo punto sostiene che talvolta il libero mercato può mostrare
qualche fragilità, ma questo non compromette il suo efficiente
funzionamento;
– il secondo considera così rilevanti i fallimenti del mercato da rendere
necessario un rilevante intervento del governo.
Marco Greco
28/03/2012
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Organizzazione aziendale
Lezione 5 – Informazione, organizzazione e
mercato– Cap. 3
Ing. Marco Greco
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Stanza 1S-28
L’informazione nella teoria
tradizionale
•
•
•
•
•
Mercato dei beni;
Mercato del lavoro;
Mercato del credito;
Mercato assicurativo;
...;
L’informazione nella teoria
tradizionale: mercato dei beni
• Il consumatore conosce perfettamente la qualità dei beni
e il prezzo praticato da ciascun venditore. Inoltre, il
prodotto è omogeneo. In assenza di costi di trasporto, il
produttore non può né alzare né abbassare il prezzo
(ossia fissare un prezzo diverso da quello di equilibrio): il
prezzo lo fa il mercato, il singolo (venditore o
compratore) non ha potere di mercato (i soggetti sono
price-taker).
• La flessibilità del prezzo porta in equilibrio il mercato.
L’informazione nella teoria
tradizionale: mercato del lavoro
• L’imprenditore non può pagare un salario diverso da quello di
equilibrio: il salario lo fa il mercato, il singolo (venditore o
compratore) non ha potere di mercato (i soggetti sono pricetaker)
• Il datore di lavoro conosce perfettamente la qualità dei
lavoratori che sta assumendo e il salario a cui si offre
ciascun lavoratore.
• Inoltre, il lavoro è omogeneo. In presenza di disoccupazione,
lavoratori di eguale abilità si offriranno ad un salario più
basso, e l’impresa li assumerà, riducendo così la
disoccupazione.
• La flessibilità del salario porta in equilibrio il mercato
L’informazione nella teoria
tradizionale: mercato del credito
• Tutti i beneficiari dei prestiti sono uguali, e i prestatori
hanno perfetta conoscenza delle loro qualità.
• Anche qui, il tasso di interesse viene determinato sul
mercato e la sua flessibilità porta in equilibrio il mercato
(i soggetti sono price-taker)
L’informazione nella teoria
tradizionale: mercato assicurativo
• I soggetti sono ancora uguali, e le imprese hanno
perfetta informazione sulla rischiosità di ciascuno.
• Un solo prezzo (i soggetti sono price-taker)
Queste ipotesi sono realistiche?
Cosa accade alla teoria economica
se non assumiamo più informazione
completa e simmetrica?
Asimmetria informativa
Asimmetria informativa quando “l’informazione
completa è presente su un lato del mercato (ad
esempio l’offerta), mentre l’informazione incompleta
caratterizza l’altro lato (ad esempio la domanda)”,
ovvero quando “alcuni soggetti dispongono di
informazione che altri soggetti non hanno”
Es. durante l’orale il docente non sa se lo studente
ha studiato a menadito tutto il programma o ha
trascurato qualche paragrafo…
Marco Greco
28/03/2012
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Contratti e asimmetria
informativa
• Un contratto è un accordo volontario tra
almeno due persone
• Stabilisce le modalità secondo cui deve
realizzarsi una certa transazione
economica:
– le azioni che ciascuna parte deve
intraprendere, il comportamento che ciascuno
può aspettarsi dagli altri ed i pagamenti che
devono essere effettuati
Marco Greco
28/03/2012
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Contratti e asimmetria
informativa
• Un contratto è completo se stabilisce i
comportamenti delle parti in ogni possibile
circostanza, bisogna quindi:
– prevedere e descrivere tutte le contingenze che
potrebbero emergere nello svolgimento della
relazione contrattuale;
– definire le azioni efficienti ed i compensi per ciascuna
contingenza;
– assicurare che i termini del contratto vengano eseguiti
… i contratti sono quindi per lo più incompleti,
soprattutto a causa della razionalità limitata e delle
asimmetrie informative
Marco Greco
28/03/2012
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Il mercato delle automobili usate e
il mercato assicurativo
• Un mercato è trasparente se tutti gli operatori sono
perfettamente informati sulla qualità dei beni scambiati
ed il loro prezzo
• Il mercato delle automobili usate può essere definito
trasparente?
– Il valore di una vettura dipende da tante variabili misurabili
e verificabili, ma anche da tante altre sconosciute (Es.
incidenti subiti) o troppo costose da verificare
• Il mercato delle assicurazioni?
– Il premio dipende dalla probabilità di accadimento di un
evento (Es. incidente), ma l’assicurazione potrebbe
aumentare tale probabilità (Es. sono assicurato, guido con
minor prudenza) e l’assicuratore non può conoscere il
comportamento dell’assicurato
Marco Greco
28/03/2012
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Fallimento del mercato come conseguenza
dell’asimmetria informativa
• L’asimmetria informativa produce:
– inefficienza, spreco di risorse rispetto alla
situazione di perfetta informazione;
– meccanismi che permettono al mercato di fornire
le informazioni rilevanti (Es. se vengo truffato su
ebay, agisco sulla reputazione del venditore)
• Il vantaggio informativo condiziona la
definizione delle caratteristiche del contratto
tra il principale (colui che propone il
contratto) e l’agente (colui che lo può
accettare o rifiutare)
Marco Greco
28/03/2012
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Fallimento del mercato come conseguenza
dell’asimmetria informativa
• Se le parti avessero interessi in comune,
le asimmetrie informative potrebbero
cessare, perché tutti le condividerebbero
• Viceversa, chi sa di più, conserva le
informazioni e cerca di sfruttarle per
avvantaggiarsi
Marco Greco
28/03/2012
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Fallimento del mercato come conseguenza
dell’asimmetria informativa
• Effetti delle asimmetrie informative:
– l’equilibrio di mercato può non esistere e la sua esistenza
dipende in modo cruciale dalla tipologia degli operatori presenti
nel mercato stesso (Es % onesti vs % disonesti)
– se l’equilibrio esiste esso risulta comunque inefficiente rispetto
a quello teoricamente possibile sotto l’ipotesi di piena
informazione a causa dell’esternalità negativa causata dai
«disonesti»
– l’inefficienza degli equilibri implica l’esistenza di costi, anche
nel caso in cui il mercato riesca a trasmettere l’informazione
rilevante (costi aggiuntivi sostenuti dagli onesti per farsi
riconoscere)
– a parte il caso estremo di equilibri privi di scambi, un frequente
effetto dell’asimmetria informativa è l’esistenza di equilibri con
razionamento, che sono caratterizzati dalla sottoutilizzazione
delle risorse disponibili (gli scambi reali risultano inferiori a quelli
potenziali)
Marco Greco
28/03/2012
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La selezione avversa
• Conseguenza di un’asimmetria informativa pre-contrattuale
o “pre-transazione”
• Una delle due parti è più informata dell’altra a riguardo del
bene da scambiare
• La paura di acquistare un bene del quale non si può capire
del tutto la qualità può ridurne il valore per il potenziale
acquirente, e ostacolarne quindi la vendita
• I venditori con beni di alta qualità potrebbero non trovare più
conveniente vendere, mentre quelli di bassa qualità
potrebbero sostenere i prezzi bassi, con il risultato che ci
troveremmo sempre e solo con beni di bassa qualità
(appunto, una «selezione avversa»)!!!
Marco Greco
28/03/2012
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La selezione avversa
• Es. mercato assicurativo
• Le entrate (premio) precedono le uscite
(indennità)!
• A quanto fissare il premio?
• Non tutti i casi sono uguali, occorre capire qual è
davvero il caso che ho davanti
• …ma le informazioni sono spesso private, quindi
si potrebbe puntare ad un premio «medio»
• I soggetti a basso rischio potrebbero però ritenere
di pagare un premio troppo alto, non
sottoscrivendo la polizza, e lasciando soltanto
quelli ad alto rischio…
Marco Greco
28/03/2012
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