APPARATI DI AMPERE

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APPARATI DI AMPERE
Anno di costruzione: 1819
Dimensioni: altezza totale 42 cm, diametro apparecchio 21 cm, altezza filo metallico 31 cm.
Supporto: piedistallo a forma di parallelepipedo interamente in legno e asta cilindrica in
ottone. Larghezza piedistallo 19,5 cm, profondità piedistallo 29,5 cm.
Descrizione visiva: Lo strumento è costituito da un filo metallico piegato a creare diverse
spire. Il diametro di una spira è interamente percorso da un altro filo metallico a forma
elicoidale, entrambi sostenuti da una parte piegata a formare sagome quadrate.
L’apparecchio è collegato al supporto attraverso delle sferette di materiale diverso rispetto al
filo.
Funzionamento e utilizzo: l’apparato di Ampere serve a sostenere la posizione mobile di
circuiti di varia forma percorsi da corrente affinché su di essi si possa osservare l’azione dei
magneti. Risulta così possibile verificare con esperienze di carattere qualitativo la validità del
principio di equivalenza di Ampère.Con questo apparato è possibile anche osservare l’azione
elettrodinamica tra due correnti.
Un po’ di storia: ideato da Andrè Marie Ampère. La teoria dell'elettromagnetismo è stata
sviluppata a partire dal XIX e nasce dall'osservazione di una correlazione tra i fenomeni
dell'elettricità e del magnetismo.
I primi studi quantitativi sui fenomeni magnetostatici si possono far risalire alla fine
del Settecento - inizio dell'Ottocento ad opera dei francesi Biot e Savart e, successivamente,
di Ampère. Una prima correlazione tra elettricità e magnetismo fu ipotizzata dal
fisico danese Hans Christian Ørsted, il quale osservò che un filo percorso da corrente elettrica
generava attorno a sé un campo magnetico. La formulazione matematica della forza
esercitata da un campo magnetico sulla corrente elettrica è infine dovuta a André-Marie
Ampère, che tramite l'esperimento di Ampère scoprì la sorgente del campo magnetostatico
sono cariche in moto, ovvero una corrente elettrica. Infine James Clerk Maxwell, unificando in
modo organico i due fenomeni, formulò le omonime equazioni (equazioni di Maxwell).
ed ora… questo apparato è sostituito da bobine o solenoidi.
References:
Wikipedia
Politecnico di Milano
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