ING. FRANCESCO DODARO SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DI COSENZA TERREMOTO IN ABRUZZO REPORT D’UNA SQUADRA DI VOLONTARI Indice 1. Il terremoto e le iniziative intraprese dall'Ordine di Cosenza 2. Si parte per l'Abruzzo 3. Sulmona 4. L'Aquila e il DICOMAC di Coppito 5. La fase di formazione al DICOMAC 6. La tendopoli di Coppito 7. La sede dell'Ordine de L'Aquila 8. Da Sulmona a San Gregorio 9. Il COM 5 di Rocca di Mezzo e il COC di Celano 10. Cambio di programma 11. Riunione di tecnici a Reiss Romoli 12. Il pomeriggio libero ma non troppo 13. Parte l’operazione espropri 14. Le operazioni a Camarda 15. Reiss Romoli e visita alla Zona Rossa 16. Rientro a Cosenza 17. Considerazioni sugli eventi sismici nella Provincia di Cosenza 18. Conclusioni pag. 1 pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 9 pag.10 pag.11 pag.12 pag.16 pag.21 pag.22 pag.25 pag.29 pag.31 pag.37 pag.52 pag.52 pag.54 Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 1 TERREMOTO IN ABRUZZO, NOTIZIE E CONSIDERAZIONI SUL TEMA 1. Il terremoto e le iniziative intraprese dall'Ordine di Cosenza Ore 3,32 di lunedì 6 aprile 2009, la terra continua a tremare in Abruzzo, ma questa volta la scossa è più violenta delle altre. Comunicato dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sul terremoto del 6 aprile 2009 ore 6:50 La Rete Sismica Nazionale dell’INGV ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 Aprile 2009 alle 3:32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica). La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4:37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale. Sul sito dell'INGV (alla voce Terremoti Recenti) vengono riportate tutte le informazioni sull'evento sismico e sul suo inquadramento nel contesto della sismicità precedente e della classificazione sismica del territorio. La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso. Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili. La zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l’attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata “Ovindoli-Piani di Pezza”. Si ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori. Roma 6 Aprile 2009 ore 6:30 Il Funzionario di turno Dr. Massimo Di Bona Nota sulla magnitudo: la magnitudo usata di routine per stimare la grandezza di un terremoto è la cosiddetta Magnitudo Richter o Magnitudo Locale (Ml), che viene calcolata sull'ampiezza massima della registrazione sismica di un sismografo standard (a corto periodo). Viceversa la Magnitudo Momento (Mw) viene elaborata attraverso un trattamento numerico dell'intero segnale sismico su tutte le frequenze evidenziate dalla registrazione. Per terremoti forti la Mw viene ritenuta una stima più accurata della severità dell'evento. Le prime immagini dei telegiornali mostrano una realtà terribile, crolli diffusi d'edifici, urla e grida d'aiuto da sotto le macerie. Il bilancio peggiora di ora in ora, molti edifici pubblici (Prefettura, Ospedale, Questura), proprio quelli più importanti, dal punto di vista della protezione civile e del coordinamento dei soccorsi, sono crollati o inagibili. Resto incollato al televisore, voglio capire di più. Conosco bene gli effetti che un terremoto può provocare in termini di danni a persone e a cose, ma ogni evento distruttivo ha le sue peculiarità. Sento in me il bisogno di fare qualcosa. Sono le nove, mi chiama un collega, è un esperto strutturista che conosco e apprezzo professionalmente: mi dice che è disponibile a partire per l'Abruzzo anche immediatamente. Dopo poco Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 2 un altro collega di Rossano, mio caro amico, mi propone la stessa cosa. Telefono a Carlo De Vuono: gli dico che è necessario che l'Ordine, attraverso il CNI, si attivi per fare subito qualcosa. Lui mi risponde che Peppe Zia, il suo collega del CNI – Consiglio nazionale Ingegneri, residente a L'Aquila ha dovuto lasciare l'abitazione insieme alla sua famiglia e che la situazione è drammatica. E' in partenza per Roma. Il CNI è stato convocato in seduta straordinaria e Carlo mi farà sapere appena avrà notizie più precise. Informo il Presidente Imbrogno e preparo, nella stessa mattinata, un’e-mail perché la Segreteria dell'Ordine degli Ingegneri di Cosenza la trasmetta immediatamente agli iscritti. Chiedo l'adesione di volontari per svolgere attività di supporto tecnico nelle zone terremotate. Più tardi, nella stessa giornata e poi nei giorni successivi, il CNI offre la sua collaborazione al Commissario Guido Bertolaso e ne stabilisce i modi d'attuazione. Riceviamo all'Ordine, attraverso una serie di circolari, istruzioni più precise dal CNI: si formeranno squadre di tre tecnici strutturisti, due di maggior esperienza e uno giovane che avrà modo di formarsi sul campo. La risposta dei Colleghi è immediata ed entusiastica: piovono adesioni da tutta la Provincia di Cosenza, attraverso le e-mail di Colleghi di tutte le età che allegano il curriculum delle loro attività professionali. Subito dopo Pasqua, in una riunione del Consiglio, sono presenti i Proff. M. Aristodemo e A. Vulcano, docenti della Facoltà d'Ingegneria dell'UNICAL. Il Prof. Vulcano, con una sua equipe, è già al lavoro nella zona di Teramo e fornisce importanti informazioni sul sisma e sulla logistica. Li informo dell'attività portata avanti dall'Ordine di Cosenza e chiedo ai due Docenti collaborazione per fornire ai nostri volontari le informazioni necessarie per operare in Abruzzo. Approfittiamo della riunione del 27 aprile, fissata in occasione dell'Assemblea di Bilancio, per convocare i volontari e stabiliamo per il pomeriggio del 30 aprile un seminario di formazione sulla compilazione delle schede per la verifica d'agibilità degli edifici. Il seminario sarà tenuto dagli Ingg. Fabio Mazza e Otranto, che stanno già operando col prof. Vulcano, tutti iscritti dell'Ordine di Cosenza, che ringrazio per l'impegno e la disponibilità dimostrata. Carlo De Vuono mi informa che da tutta Italia sono pervenute circa 1000 adesioni di volontari al CNI e che, per esigenze di logistica, la prima settimana, dal 4 all'11 maggio, saranno impegnati esclusivamente ingegneri degli Ordini limitrofi a L'Aquila. Il terremoto ha danneggiato molte strutture alberghiere, la Protezione Civile intenderebbe ospitare gli ingegneri volontari nelle tende già adoperate dai tecnici del Dipartimento ma, all'ultimo momento, tale soluzione non appare perseguibile. Lui stesso, in qualità di Tesoriere con altri suoi colleghi del CNI, sta attivamente ricercando strutture ricettive non danneggiate, in grado d'ospitare gli ingegneri volontari del CNI. Le strutture alberghiere, poste sulla costa adriatica abruzzese, sono già occupate dagli sfollati per il terremoto. Frattanto a Cosenza, con i consiglieri G. Amendola e A. Papaianni, selezioniamo i gruppi di professionisti, attraverso l’esame dei curricula e le disponibilità temporali che ciascuno di essi ha prospettato. 2. Si parte per l'Abruzzo Ricevo, nella tarda mattinata di venerdì 8 maggio, una nuova telefonata di Carlo De Vuono da Roma: il CNI ha deciso d'inviare una squadra da ogni Provincia. Mi chiede telefonicamente una terna di nomi pronta a partire domenica. Non c'è tempo per consultare i colleghi delle squadre, inoltre la logistica è tutta da definire. Decido di partire io stesso col mio gruppo, così Domenico Cava (detto Ninì) e il giovane Roberto Acri ricevono immediatamente una mia telefonata, si parte domenica mattina. Sabato pomeriggio la segretaria del CNI mi comunica che dovremo recarci a Sulmona. Partiamo verso le undici con la mia macchina. Il viaggio si svolge senza intoppi, di domenica non c'è molto traffico, niente mezzi pesanti. Incontriamo qualche intasamento solo nei pressi di Salerno. Bretella Avellino-Caserta, autostrada A1, svincolo a Caianello, conosce un po' la zona. Lasciamo l'autostrada e prendiamo la statale che sale verso Castel di Sangro, passiamo da Roccaraso e proseguiamo sulla statale. D'inverno in queste zone nevica parecchio, il fondo stradale e il calcestruzzo dei muri di controripa lo denunciano chiaramente. Man mano che si sale l'aria si fa più fresca, ma abbiamo con noi abbigliamento per ogni evenienza. Dopo il lungo rettifilo delle Cinquemiglia, la statale scende rapidamente di quota, ampi tornanti, pochi centri abitati, finalmente Sulmona. Ovviamente nessuno conosce l'agriturismo Parco tre monti, decidiamo, quindi, di telefonare al numero fornitoci dal CNI. Ci dicono che la struttura è nella zona Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 3 industriale di Sulmona. Arriviamo. Non si tratta di un agriturismo e non si chiama Parco tre monti ma Park Hotel ed è un albergo piuttosto grande. Il parcheggio e le strade adiacenti sono completamente ingombri di mezzi dei Carabinieri, non ho mai visto tante Land Rover, IVECO 4x4 e tanti altri veicoli, molti dei quali con dispositivi antisommossa, nello stesso posto. Certamente l'Arma dei Carabinieri ha selezionato questa struttura come base logistica d'appoggio per le operazioni nelle zone terremotate. Sulmona - Park Hotel – Mezzi dell’Arma dei Carabinieri in sosta davanti all’albergo Davanti all'ingresso sostano gruppi di giovani carabinieri, alcuni in borghese, altri in tenuta blu col giubbotto antiproiettile e gli anfibi. Un tale spiegamento d'uomini e di mezzi lascia intendere qualcosa di molto serio. C'è pure un discreto numero d'uomini della Polizia di Stato. L'albergo è pieno. La stanza è al quinto piano. L'albergo all'interno è diverso da come appare all'esterno. Ninì (deformazione professionale!) osserva che nel corridoio manca almeno una scala d'emergenza. L'arredamento della stanza è assai modesto, i tre lettini ingombrano quasi per intero la camera, l'armadio ha quattro stampelle di filo di ferro. In sostanza non c'è spazio per le valigie, ma c'è il bagno in camera ed è pulito. Mi consolo commentando con Ninì e Roberto che tale soluzione è certamente preferibile a quella di dormire in tenda. 3. Sulmona Decidiamo di andare al centro di Sulmona. Arriviamo nel tardo pomeriggio, ma è ancora giorno. Parcheggiamo in una traversa adiacente alla Villa comunale, la macchina è perpendicolare al marciapiede davanti ad una palazzina a due piani di color rosa. Non posso far a meno di guardare la facciata dell'edificio che presenta impercettibili lesioni alcune delle quali con la tipica giacitura diagonale da sisma. Il quartiere, dalla tipologia degli edifici, è stato costruito negli anni 20' del secolo scorso, l'architettura è tipica, facilmente riconoscibile. Percorriamo a piedi la Villa comunale, un bel rettangolo sistemato a verde, con viali ben definiti da cigli in pietra lavorata e fontane nella parte mediana, piena di gente che passeggia di domenica. Proprio sul lato corto, in direzione del Corso principale, hanno posto una tenda blu della Protezione civile dentro la quale sosta un gruppo di volontari di Sulmona. Proseguiamo sul Corso verso il Centro storico. Gli edifici sui lati presentano pochi danni, tranne alcuni con qualche lesione sulla facciata principale prospiciente il Corso. In alcuni e rari casi sono stati messi puntelli di legno per reggere le pensiline dei balconi e qualche transenna. La Città è pulita e ordinata, il centro storico è cinto da mura antiche, molte le Chiese alcune delle quali risalenti al 300'. Vicino a esse alcune tabelle, ben realizzate, riportano la pianta dell'edificio e la storia del monumento. Apprendiamo, Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 4 così, che l'Abruzzo come la Calabria, è una zona sismica assai conosciuta. In media ogni 100-150 anni i terremoti hanno distrutto parte delle Chiese che sono state poi ricostruite con aggiunte e modifiche di qualche elemento architettonico. Leggiamo con Ninì e Roberto che l'ultimo terremoto violento e distruttivo risale al 1915. Non possiamo fare a meno di confrontare la notizia di questo evento col terremoto del 1908 di Reggio e Messina. Sono quasi le 21,00 decidiamo di cenare e poi rientrare in albergo. L'aria è fresca, domani bisognerà raggiungere L'Aquila per le ore 10,00. 4. L'Aquila e il DICOMAC di Coppito Siamo pronti a partire alle otto, dalle informazioni che ho assunto al bar dell'albergo, ci sono due strade per raggiungere L'Aquila: l'Autostrada più rapida ma più lunga (quasi 100 km), oppure la statale 17, assai più breve ma tormentata da curve e dal passaggio in numerosi centri abitati, con qualche deviazione per interruzione del percorso (70-80 km). SS 17 – Malepasso - Crollo di fabbricato di muratura con tetto rigido e pesante in c.a. SS 17 – Malepasso - Rovina del paramento murario della parete posteriore di una chiesetta Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 5 SS 17 – Via Porta Napoli - Fabbricato a bordo strada, lesioni da sisma sulle murature Decidiamo per l'Autostrada, vogliamo essere certi di arrivare per l'appuntamento delle 10,00 al DICOMAC di Coppito, presso la Caserma della Guardia di Finanza. Percorriamo l'Autostrada lungo la quale si muove traffico piuttosto eterogeneo, ma non possiamo far a meno di osservare i mezzi di numerosi corpi di forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco e di volontari tutti diretti verso il Capoluogo di Regione. Arriviamo al casello de L'Aquila: la coda di automezzi su più file è interminabile. E’ sereno, c'è un sole splendente e inizia a fare piuttosto caldo. Impieghiamo mezz'ora a uscire dall'autostrada e viaggiamo in direzione di Coppito. Alcune tabelle su campo rosso segnalano la direzione per il DICOMAC. Planimetria generale della Città de L’Aquila – in alto a sinistra il DICOMAC e Reiss Romoli di Coppito Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 6 Percorriamo una sorta di tangenziale e distinguiamo in fondo, sulla sinistra, la struttura dell'Ospedale San Raffaele. Il traffico è sostenuto, ma riusciamo a distinguere le tendopoli, enormi, con le tende di colore blu e la scritta bianca in stampatello “Protezione civile”. S’intravedono delle strutture danneggiate, mancano prevalentemente le murature di tompagno. Città de L’Aquila – Rovina dei tompagni al primo piano di edificio condominiale Città de L’Aquila – Crollo del foglio esterno di mattoni forati dei tompagni a cassa vuota Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 7 Città de L’Aquila – Edificio delle Poste Centrali, crollo della tamponatura di matton vetro Città de L’Aquila – Rovina dei tompagni di mattoni forati di un edificio commerciale e residenziale Coppito è posta a circa quattro chilometri da L'Aquila. La caserma della Guardia di Finanza è situata in una zona periferica, su un ampio vialone denominato per l'appunto Via Fiamme Gialle. La caserma, che ospita la Scuola sotto ufficiali, ispettori della Guardia di Finanza, è posta sulla sinistra del viale, è cintata da alti muri e presenta tre ampi accessi carrai dalla strada principale. Il primo, sulla sinistra per chi arriva, è caratterizzato da un andirivieni continuo di veicoli dei Vigili del fuoco, si tratta di mezzi d'ogni tipo, molte autoscale, gruppi elettrogeni e mezzi 4x4. Fermano il flusso delle auto sulla strada per consentire la manovra di un mezzo particolarmente ingombrante. E' chiaro che la Caserma costituisce la base logistica per i mezzi dei Vigili del fuoco giunti da tutt'Italia. Raggiungiamo il secondo ingresso della Caserma, quello principale e parcheggiamo di fronte. Gli ingressi sono presidiati, di fianco a quello carraio c'è un accesso pedonale, il personale di guardia ci indirizza verso l'ufficio, dove i nostri tre documenti sono raggruppati in un unico passi, giacché l'afflusso di personale di Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 8 servizio e di volontari da ogni parte è veramente enorme, specie di lunedì. Siamo in leggero anticipo rispetto all'appuntamento delle 10,00, attraversiamo l'enorme cortile rettangolare, quello che tutti abbiamo visto in televisione per i funerali di Stato con quelle fila sterminata di bare allineate. Sulla sinistra in fondo s’intravedono strutture a capannone alte con alcune motovedette in rimessaggio per la riparazione delle fiancate, di fronte a destra si scorge una specie di monumento con un piccolo elicottero dismesso della Guardia di Finanza. Attraversiamo il cortile sotto il sole che si fa di ora in ora più cocente, fa proprio caldo. Eppure di sera la temperatura era piuttosto fresca. Sono proprio le ampie escursioni termiche giornaliere a caratterizzare il clima di questa zona dell'Abruzzo. Non possiamo far a meno di pensare alle tendopoli che abbiamo intravisto arrivando dall'autostrada e alla condizione di quei poveri sventurati messi lì da più di un mese. Attraversato il cortile, arriviamo a una struttura a palco, realizzata con tubi innocenti e assi di legno, sullo sfondo un telone blu che fa da cortina. E' il palco che abbiamo visto tante volte in televisione, quello sul quale il presidente del Consiglio ha parlato nelle ore successive al terremoto, quello sul quale è stata celebrata la Messa dei Funerali di Stato per le vittime del Terremoto. Dietro il palco si colloca la struttura di un palasport. E' questa la sede del DICOMAC, che vuol dire in sigla Dipartimento di comando e controllo. Si tratta di una struttura del Governo che è attivata solo in caso di calamità nazionale e serve di supporto e d'affiancamento alle strutture di governo e coordinamento degli organi territoriali. Varchiamo la porta a vetri principale, l'aria è più respirabile, fa meno caldo, il palasport è climatizzato. L'area del campo di gioco presenta un contro pavimento, predisposto per l'occasione, a quadroni di laminato sul quale corrono, raggruppati, canaline e fasci di cavi d'ogni tipo. L'enorme copertura è una travatura reticolare spaziale di grossi tubolari d'acciaio che copre, oltre il campo di gioco di per sé assai ampio, anche le tre gradonate: due sui lati corti del rettangolo e la terza posta di fronte all'ingresso principale. Tale ingresso al palasport è presidiato da sotto ufficiali della Guardia di Finanza, che indirizzano i visitatori verso il settore di competenza. L'ampia area del campo da gioco è stata suddivisa, infatti, in ampi settori in ciascuno dei quali ferve l'attività. Entrando a destra ce n'è uno che desta subito la mia attenzione, quello dell'Esercito. Ci sarà almeno una cinquantina di militari, coordinati da ufficiali superiori, davanti ad altrettanti PC e tutte le pareti divisorie mobili sono attrezzate e tappezzate con la cartografia del territorio a varia scala. Poco più avanti sono collocati i tecnici del Dipartimento della protezione civile. Sono gli esperti di vulcanologia e di sismologia: i loro PC sono collegati con la rete sismografica dell'intero territorio nazionale. Da lì, in tempo reale, si possono avere notizie sull'attività sismica di tutto il territorio italiano e non solo. Procedendo in senso antiorario s’incontra il settore di coordinamento del Corpo dei Vigili del Fuoco. Particolarmente in movimento alcune persone con un giubbetto riportante la scritta “Ministero dei Beni Culturali”. Sono i tecnici del Ministero che aiutati anche da volontari e dai Vigili del Fuoco stanno compiendo la ricognizione delle opere monumentali, soprattutto delle Chiese, tutti edifici vincolati dalla Soprintendenza ai beni ambientali, architettonici, artistici e storici. Tra gli Ufficiali del Corpo dei Vigili del Fuoco incontro un volto noto. Si tratta dell'Ing. Paolo De Bastiani, un nostro collega di Cosenza, da anni Dirigente in servizio nel Corpo dei Vigili del Fuoco, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare in Calabria per la sua competenza nelle operazioni, particolarmente delicate e pericolose, di messa in sicurezza di un'enorme travata di ponte d'acciaio, in seguito ad un serio incidente sul lavoro occorso nelle operazioni di varo. L'Ing. De Bastiani coordina i Vigili del Fuoco impegnati nella ricognizione di edifici monumentali danneggiati dal sisma, di concerto con i tecnici e gli esperti del Ministero. Ci salutiamo cordialmente mentre riprende il suo lavoro con la solita professionalità. Proseguendo in senso antiorario i settori sono occupati da altri corpi di volontari d'ogni genere, fino a quello dei boy scout. Al piano superiore delle gradinate sono posti alcuni uffici fra i quali una delegazione dell'Agenzia del Territorio de L'Aquila, le cui strutture sono state pesantemente danneggiate dal sisma. Frattanto, il sotto ufficiale di servizio all'ingresso informa il gruppo d’ingegneri volontari, che sono ormai arrivati un po' da tutt'Italia, che la riunione di formazione è fissata per le 11,00 presso il cine-teatro. L'Ing. Picardi del CNI ci accoglie, fa l'appello dei presenti e li ringrazia. Fornisce poi, a ciascun gruppo, la sua destinazione per l'alloggio durante la settimana. La nostra squadra, insieme con alcune altre, dovrà recarsi a San Gregorio. Bisognerà, quindi, tornare a Sulmona, recuperare i bagagli e trasferirci a San Gregorio, sulla SS 17 km 45, vicinissimi a Onna proprio nella zona epicentrale. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 9 5. La fase di formazione al DICOMAC Il cine-teatro della Caserma della Guardia di Finanza è una bella struttura perfettamente tenuta come il palasport. L'ampia sala si riempie gradualmente ed è distribuita la monografia denominata “Manuale per la compilazione della scheda di 1° livello di rilevamento del danno, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell'emergenza post-sismica (AeDES)”. Si tratta della stessa pubblicazione sulle indagini speditive post sisma per la verifica dell'agibilità degli edifici che, in fotocopia, è stata distribuita ai tecnici volontari dell'Ordine di Cosenza e sulla quale abbiamo svolto il corso di preformazione tenuto dagli Ingg. Mazza e Otranto dell'UNICAL. Una collega del Dipartimento della Protezione Civile, attraverso delle slides, presenta gli argomenti fondamentali della monografia e fornisce delle informazioni dettagliate sull'evento sismico. Si sofferma particolarmente sulla compilazione delle schede di rilevamento speditivo degli edifici spiegando che tali schede, messe a punto dai ricercatori del Servizio sismico nazionale e dal Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti, sono il frutto dell'esperienza maturata nei terremoti dell'Irpinia, dell'Umbria e delle Marche. La scheda è composta di nove sezioni su tre pagine e una quarta contenente le note esplicative di compilazione: 1. Identificazione dell'edificio 2. Descrizione dell'edificio 3. Tipologia 4. Danni a elementi strutturali e provvedimenti di pronto intervento eseguiti 5. Danni a elementi non strutturali e provvedimenti di pronto intervento eseguiti 6. Pericolo esterno indotto da altre costruzioni e provvedimento di pronto intervento eseguiti 7. Terreno e fondazioni 8. Giudizio di agibilità 9. Altre osservazioni L'analisi generale dell'edificio deve essere completa, dagli interrati alla copertura e deve riguardare tutti i piani dell'edificio. Per edificio s’intende l'unità strutturale, spesso nel caso di centri storici occorre individuare l'unità strutturale all'interno di un aggregato complesso. Ciò non è sempre semplice, anche se la tipologia, la presenza di un giunto sismico, l'epoca di costruzione, la differente altezza dei piani, i materiali diversi, la geometria delle falde di copertura e altri indizi possono aiutare a definirla. L'analisi dell'edificio riguarda, quindi, una serie d’indicatori: le strutture verticali (prevalentemente di muratura o di c.a.), gli orizzontamenti (solai, volte etc.), le coperture (leggere, pesanti, spingenti o non spingenti), gli elementi non strutturali (tompagni, divisori o altro), il terreno di sedime e le fondazioni, i pericoli derivanti da edifici o strutture contigue. Sulla scorta di tali analisi si compila la matrice della Sezione 8, che sintetizza i rischi strutturali, non strutturali, esterni e geotecnici con l’attribuzione, in base alle indagini effettuate in sito, di tre possibili livelli di rischio: basso, medio e alto. L'esito di agibilità prevede i seguenti sei livelli di giudizio: A – Edificio agibile B – Edificio temporaneamente inagibile (tutto o in parte), ma agibile con provvedimenti di pronto intervento C – Edificio parzialmente inagibile D – Edificio temporaneamente inagibile ma da rivedere con approfondimento E – Edificio inagibile F – Edificio inagibile per rischio esterno. L'esito A di giudizio, di edificio agibile, non significa in assoluto che l'immobile non abbia subito danni, ma semplicemente che i danni riscontrati sono modesti. Anche se uno solo dei parametri di rischio considerati è alto, il giudizio non può che essere d'inagibilità. In alcuni limitati casi, quando cioè è possibile l'esecuzione di rapidi interventi di messa in sicurezza, è possibile formulare il giudizio B) d'agibilità condizionata a lavori di messa in sicurezza che consente, eseguiti tali interventi, di utilizzare l'immobile. Gli altri casi riguardano gli immobili parzialmente o totalmente inagibili. Il caso E) d'immobile inagibile per sue caratteristiche intrinseche e quello F) d'immobile inagibile per cause esterne sono quelli più ricorrenti nelle cosiddette “zone rosse”. Sono state eseguite, sino all’11.05.2009, oltre 30.000 verifiche d’agibilità di edifici, alcune delle quali Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 10 più volte effettuate sulla stessa struttura poiché le scosse sismiche non accennano a fermarsi e la situazione è in continua evoluzione. Tutte le verifiche sono inserite in un enorme data base presso la sede del coordinamento tecnico della Protezione civile nazionale ubicata nella Reiss Romoli di Coppito. I comuni rientranti fra quelli dichiarati terremotati sono ora quarantanove e sono stati suddivisi in sette aree denominate COM – Centro Operativo Misto con sede in altrettanti capoluoghi. Il COM coordina le attività di verifica nell'ambito dei COC – Centri Operativi Comunali ricadenti nelle aree territoriali di competenza. Suddivisione del territorio terremotato nei sette Centri Operativi Misti (COM) Sul tema della responsabilità professionale, oggetto delle principali domande, poste dopo l'esposizione ai Tecnici del Dipartimento della protezione civile, riporterò, per brevità, la definizione contenuta nella monografia di che trattasi, lasciando ogni ulteriore considerazione alla sensibilità e alla deontologia professionale del lettore attento: “La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e speditiva – vale a dire formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi limitati, in base alla semplice analisi visiva e alla raccolta di informazioni facilmente accessibili – volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti dal terremoto possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita umana”. Verso le 13,30 sempre nel Cine-teatro i tecnici sono invitati a registrarsi per l'accreditamento, i nostri dati anagrafici serviranno per organizzare il lavoro di coordinamento delle squadre sul territorio e per le assicurazioni nel periodo di volontariato. Siamo quindi informati che i DPI – Dispositivi di Protezione Individuale, forniti dal CNI, saranno disponibili presso la sede dell'Ordine degli Ingegneri de L'Aquila a partire dalle ore 15,00. Avute indicazioni sull'ubicazione della sede provinciale degli ingegneri, sono ormai passate le 14,00. Con la tenuta fornita dal CNI saremo riconoscibili e potremo aver accesso alla tendopoli per pranzare dovunque ci troveremo nei prossimi giorni, mentre a San Gregorio pernotteremo e consumeremo la cena e la prima colazione. 6. La tendopoli di Coppito Decidiamo di recarci a pranzo. Lungo la strada, poco dopo aver lasciato il DICOMAC, troviamo la tendopoli di Coppito. Parcheggiamo all'esterno sulla strada pubblica, vicino alla nostra macchina quella Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 11 di due giovani colleghi aquilani che si recano a pranzare nella tendopoli. Facciamo subito conoscenza e loro stessi si adoperano a far da tramite con il personale militare all'ingresso del campo, per farci accedere a consumare il pranzo. La temperatura al sole supera i trenta gradi, le tende sono poste su gradoni del terreno più in basso, la cucina da campo è ubicata su un ripiano più in alto rispetto all'ingresso. Il servizio mensa è gestito da un gruppo di volontari delle Marche e la cucina è semplice ma gradevole. Sotto la tenda fa ancora più caldo rispetto all'esterno, gli odori della cucina col caldo mi evocano lontani ricordi della mensa universitaria. I tavoli, provvisti di panche di seduta, sono disposti su due lati della tenda, lasciando nella parte mediana un corridoio di passaggio e due varchi più stretti sui lati, in aderenza alla tenda stessa. Ci mettiamo in fila, non c'è molta gente, l'ora è tarda: pasta asciutta, pollo, insalata, una mela e acqua minerale. Ci sistemiamo in cinque, io Ninì e Roberto e i due colleghi aquilani, allo stesso tavolo, dove una persona anziana ci fa prontamente posto spostandosi da un lato. Si rende conto dai nostri discorsi che siamo tecnici volontari, ci guarda compiaciuto, ma non dice nulla, consuma il pasto in silenzio con grande dignità e, appena finito, si alza dicendo semplicemente buongiorno. Durante il pranzo apprendiamo altre notizie dai colleghi aquilani. Sono entrambi sposati. Il primo ha dovuto abbandonare la casa e lo studio con la famiglia e vive nelle tende. Il secondo avrebbe la casa agibile, ma non lo studio, purtroppo la moglie è rimasta così traumatizzata dall'evento sismico che non vuol più rientrare tra le mura domestiche. Riferiscono entrambi che un po' tutti gli ingegneri aquilani stanno vivendo una situazione a dir poco allucinante. L'opinione pubblica e certa stampa sembrano concordi nel ritenere loro responsabili di tutto il disastro, del perché le case non abbiano retto al sisma. Raccontano, inoltre, di non poter eseguire verifiche sugli immobili dal momento la Protezione civile preferisce affidare tale compito a tecnici esterni, provenienti da altre province d'Italia. Devo aver letto qualcosa del genere, nei giorni scorsi, sul portale del CNI da Roma, ma cerco di trovare qualche argomento di conforto anche perché pare che la situazione, almeno per loro, si stia pian piano modificando. Completiamo il pranzo, ci salutiamo cordialmente e cerchiamo col navigatore la sede dell'Ordine de L'Aquila. 7. La sede dell'Ordine de L'Aquila Raggiungiamo la sede dell'Ordine poco dopo le 15,00. Molti altre squadre di colleghi sono pazientemente in fila cercando l'ombra. La sede dell'Ordine è posta nella zona industriale, è un edificio nuovissimo, parte delle strutture sono d'acciaio e cristallo, ma la tamponatura della parte in c.a. presenta vistose lesioni diagonali che certamente interessano anche gli ambienti interni. L’Aquila - Edificio della sede dell’Ordine degli Ingegneri con i tompagni lesionati Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 12 Certamente gli ingegneri non ci fanno una bella figura ma, per magra consolazione, anche l'Associazione degli industriali aquilani non gode di miglior salute. I tompagni del loro nuovo edificio sono caduti al suolo e sono ancora là nella corte recintata. L’Aquila - Sede dell’Assindustria – crollo delle murature di tompagno L'abbigliamento, fornito ai volontari dal CNI, consiste in pantaloni e giubbotto di tela grigia con inserti azzurri, uno smanicato dello stesso colore più pesante, un elmetto giallo, un paio di scarpe antinfortunistiche basse, un paio di guanti. Con pazienza, districandoci tra le L e le XL, pian piano riusciamo a piccoli gruppi a completare le operazioni. Sono passate le 16,30 e dobbiamo ancora tornare a Sulmona per trasferirci poi a San Gregorio, a circa quindici chilometri da L'Aquila. 8. Da Sulmona a San Gregorio Rifacciamo l'autostrada a ritroso verso Sulmona e, recuperati i bagagli, poco dopo siamo nuovamente in viaggio per San Gregorio. La struttura prescelta per il nostro soggiorno dovrebbe essere un agriturismo sulla SS 17, ma la vicinanza che ricaviamo dalla carta stradale tra San Gregorio con l'abitato di Onna, completamente raso al suolo dal terremoto, non ci lascia del tutto tranquilli. Lo pensiamo un po' tutti, ma nessuno di noi dice niente. Ninì Cava ed io ci conosciamo da troppo tempo e certe volte uno sguardo conta più di cento parole. Gli dico semplicemente, mentre guido, di telefonare all'agriturismo per confermare il nostro arrivo nella serata. Non ho voglia di rifare ancora l'autostrada, per cui decidiamo di seguire le indicazioni del navigatore che ci indica la SS 17 come il percorso più breve. La statale si percorre bene, c'è ancora luce, l'aria condizionata della macchina e il verde del paesaggio ci ritemprano. Ninì e Roberto sono curiosi di vedere cosa ha combinato il terremoto e viaggiare sulla statale può essere utile a fornire qualche risposta. Più ci avviciniamo alla nostra meta, più le costruzioni che ci appaiono lungo la strada presentano danni gravi. Ninì e Roberto scattano diverse fotografie ma alcune porzioni di edifici crollate mi costringono a fermarmi, scendiamo dall'auto per esaminare più da vicino i danni. I fabbricati sono transennati perché inagibili e i danni sono ingenti. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 13 SS 17 – Da Sulmona a San Gregorio – crolli di porzioni di un fabbricato in muratura di pietrame a bordo strada SS 17 – Da Sulmona a San Gregorio – Crolli parziali di fabbricato a bordo strada Lungo la SS 17 si trovano alcune chiesette, collocate un po' a caso, quasi sempre isolate e non inserite in contesti abitati. Alcune di esse appaiono integre come se fossero appena state costruite, altre Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 14 presentano danni importanti ai paramenti murari. SS 17 – Da Sulmona a San Gregorio – Parziale crollo del paramento murario di una chiesetta Ragionando e commentando arriviamo a San Gregorio che è una piccola frazione a monte della statale, la distanza da Onna è pochissima e i fabbricati lo dimostrano chiaramente dalla lettura dei danni e dei quadri fessurativi. SS 17 – San Gregorio – Danni ai fabbricati con profonde lesioni passanti da sisma Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 15 SS 17 – San Gregorio – Danni ai fabbricati con profonde lesioni passanti e fuori piombo delle murature SS 17 – San Gregorio – Crollo di una porzione di fabbricato di muratura nei pressi della Statale Telefonicamente ci informano da Reiss Romoli che l'indomani, per le ore 8,15, dovremo essere al COM 5 di Rocca di Mezzo. L'agriturismo San Gregorio non è precisamente nel nucleo abitato, ma è posto leggermente più a sud a ridosso della statale. Un ampio piazzale consente la sosta degli autoveicoli e la struttura si presenta ordinata e pulita. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 16 SS 17 – San Gregorio – Piazzale e parcheggio dell’alloggio turistico omonimo, sullo sfondo il Monte Velino E' un edificio di cemento armato recentemente ristrutturato. Presenta un piano parzialmente interrato a livello del piazzale e tre piani fuori terra. I pilastri sono per lo più a sezione quadrata di dimensioni buone, le luci delle travi sono piuttosto piccole e la forma in pianta regolare. Non ci sono danni sugli elementi strutturali, né sui tompagni se non qualche traccia lievissima. Le stanze sono piuttosto piccole, ma sono pulite e hanno il bagno in camera con i rivestimenti e i sanitari nuovi e perfettamente funzionanti. La cosa ci conforta non poco e più rasserenate sono le nostre famiglie, a Cosenza, alle quali possiamo fornire telefonicamente notizie rassicuranti. Ninì ed io siamo alloggiati al secondo piano, Roberto, più giovane, dividerà una stanza al terzo piano con i colleghi della Provincia BAT ( BarlettaAndria e Trani). A cena facciamo conoscenza con gli ingegneri delle altre squadre: Perugia, Savona, Taranto, Latina, Lecce, Barletta-Andria e Trani sono le città di provenienza. S’impiega poco a far la conoscenza dei colleghi e scambiare con loro le prime impressioni ed esperienze. La prima sera si cena al seminterrato. La cucina è buona, il gestore di poche parole. A cena conosciamo anche il coordinatore degli ingegneri volontari della settimana, si tratta di Giuseppe Gorgoglione, per gli amici Pino, Presidente della neonata Provincia di BAT. Restiamo un po' a chiacchierare dopo cena, ma occorre andare a letto perché martedì ci aspetta il COM 5 di Rocca di Mezzo. Appena andati a letto, mentre ascolto con Ninì le ultime notizie di una TV locale sul terremoto, il terremoto si fa sentire veramente dandoci un’agitata ai letti dove c’eravamo appena adagiati. Per fortuna niente di serio, ma era diverso tempo che non avvertivo il terremoto e San Gregorio me l’ha ricordato. 9. Il COM 5 di Rocca di Mezzo e il COC di Celano Mi alzo di buon mattino, come d'altra parte faccio tutto l'anno e mi preparo. Decido di non indossare i pantaloni che mi vanno troppo lunghi, ma propendo per i miei jeans, indosso le scarpe antinfortunistiche, e sopra la camicia uno dei miei maglioncini di lana sottile. Lo smanicato azzurro e grigio è gradevole ed ha il vantaggio d'avere molte tasche dove riporre quell'infinità di cose che ci portiamo dietro e che non Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 17 sto a descrivere. Anche il telefono cellulare che suona spesso in questi giorni e sul quale ricevo chiamate da coordinatori di vari ambiti, che mi comunicano notizie, indicazioni e nuove destinazioni, ha trovato una buona collocazione nel taschino superiore dello smanicato, protetto dalla chiusura in velcro. Rocca di Mezzo dista da San Gregorio circa 25 Km, si trova in montagna, a circa 1400 m s.l.m. SS 17 – Vista dell’altopiano del Velino-Sirente, con Rocca di Mezzo, in alto la stazione sciistica di Campo Felice Ho lasciato ieri sera la macchina parcheggiata sul piazzale con il muso rivolto a nord e la trovo ricoperta di brina e col parabrezza non dico ghiacciato, ma ci siamo andati vicino. Credo che di notte la temperatura sia scesa intorno ai 3-4°C. Partiamo alle 7,30. Si arriva, deviando per superare l'interruzione che troviamo sulla strada provinciale e dopo un'interminabile serie di tornanti, a Rocca di Cambio, proprio a valle della stazione sciistica di Campo Felice. La strada diventa pianeggiante, si apre lo splendido altopiano del Velino-Sirente e si arriva, quindi, a Rocca di Mezzo. La località si presenta piuttosto silenziosa e poco trafficata. Raggiungiamo il Municipio per l'orario stabilito, ma prima di noi sono arrivati solo i Vigili del Fuoco. Il COM 5 è allocato al piano terra, a destra entrando nel Municipio, le donne delle pulizie si scusano ma stanno completando il loro lavoro. Arrivano i tecnici del Comune e poco dopo il responsabile del COM 5; l'Ufficio Tecnico è pieno di tecnici e di volontari. La nostra destinazione è il COC di Celano, ma non siamo soli, con noi i colleghi di Latina e due altri Ingegneri di Celano che ci fanno da guida. Celano non rientra fra i comuni terremotati, ma dai cittadini piovono sul Comune richieste di verifiche degli immobili. Celano è un paesone di circa 11.000 abitanti, è posto più a sud a circa 20 km da Rocca di Mezzo. Arriviamo in Piazza, presso la sede del Municipio, parcheggiamo dove possiamo, sono quasi le 11,00, ma ancora non stiamo lavorando. La mia macchina e quella dell'Ing. Zaccheo di Latina sono fuori dalle apposite strisce, ma non intralciano in alcun modo la circolazione. Pensiamo di salir su all'Ufficio tecnico, prendere le informazioni necessarie e iniziare le verifiche degli immobili. Ma le cose non vanno esattamente così. A Celano, in verità, non si aspettavano l'arrivo di tanti ingegneri per le verifiche post sismiche, e la cosa noi interessa neanche alla tutrice del traffico che è fermamente intenzionata a multare le nostre macchine. Abbiamo lasciato Roberto giù a impedire che ciò avvenga, ma lei è inflessibile, non vuol sentir ragioni. Deve intervenire il Comandante dei VV.UU. per chiarire la nostra presenza al Comune e munirci di un passi per parcheggiare con maggior facilità e senza perdere troppo tempo. Veniamo, quindi, ricevuti dal Commissario Prefettizio, il quale ci ringrazia e ci informa che, nonostante la Protezione Civile non ritenga che Celano possa considerarsi fra i comuni terremotati sono state inoltrate circa 1.100 Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 18 richieste di sopralluogo. Si affida alla nostra professionalità e ci raccomanda, però, prima di richiedere il transennamento di qualche via pubblica, di informarlo preventivamente. Siamo accompagnati per i sopralluoghi dal Geom. Tonino Paris, un omone di quasi un metro e novanta, ma pacifico e assai paziente. Le verifiche saranno eseguite su Via dell'Aquila una delle strade principali di Celano, a poche centinaia di metri dalla Piazza del Municipio. Mentre ci spostiamo, il Geom. Paris utilizza il cellulare per informare i proprietari che, data l'ora, non si aspettavano più d'essere convocati per i sopralluoghi. Riusciamo così a effettuare due verifiche d’agibilità. La prima abitazione non presenta danni, sono passati anche i Vigili del Fuoco qualche giorno prima di noi, giudizio A – edificio agibile. Fabbricato di Celano giudicato agibile Il secondo edificio, a più livelli, è abitato solo a un piano. Il fabbricato presenta delle catene e ha subito un intervento di riparazione dei solai dopo il terremoto del 1915. Poche e lievi lesioni, il pericolo, semmai, può derivare dal distacco degli stangoni di travertino dei balconi che sono separati dal supporto e possono cadere sulla strada sottostante. Fabbricato giudicato B, agibile con prescrizioni di pronto intervento. Celano – Fabbricato agibile con prescrizione: rimuovere o fissare gli stangoni di travertino dei balconi Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 19 Sono le 14,00, decidiamo di fare pausa pranzo. Il Geom. Paris telefona alla tendopoli di Celano per informarli del nostro inaspettato arrivo. Fa molto caldo. Ci spostiamo a valle dell'abitato, nella zona degli impianti sportivi, dove è stata allestita la tendopoli. Dentro un'area destinata agli impianti sportivi, sotto una struttura a tendone di un campo polifunzionale, s’intravedono alcuni letti e dei tavoli. In pratica nel campo ci sono solo un paio di famiglie di sfollati, con numerosi figli che scorazzano per il campo. Ci accolgono bene e decidono di sistemare due tavolini da bar per far posto alla nostra squadra e quella di Latina, che nel frattempo ci ha raggiunto, all'ombra degli alberi. Ci scambiamo rapidamente le nostre impressioni. Siamo del parere che Celano sia piuttosto lontana dall'area dell'epicentro e che il terremoto abbia prodotto effetti piuttosto limitati, anche se qualche fabbricato, già piuttosto compromesso, può averne in qualche misura risentito. Campo di Celano – Pausa pranzo – Gli Ingg. Dodaro, Acri e la squadra di Latina Riprendiamo alle 15,30 le verifiche accompagnati sempre dal Geom. Paris, che continua col suo cellulare a fissare appuntamenti anche per l'indomani. Eseguiamo altri due sopralluoghi. Il primo è un fabbricato a due livelli, con piano seminterrato e soffitta. Non è abitato. Presenta qualche traccia di danno, ma osserviamo che almeno il 50% della superficie dei solai a voltine, scarica su di una parete di spina di circa 15 cm di spessore. Tale parete da una parte è interrotta dalla porta di accesso ai vani e dall'altra presenta una lesione di distacco dalla parete perimetrale ortogonale. Una nuova scossa di terremoto potrebbe, quindi, rendere labile l'appoggio dei solai e farli rovinare su quelli sottostanti con effetto domino. Il tetto di copertura ha orditura di legno, è leggero e non spingente. Tuttavia le murature di quinta sono distaccate ai cantonali e la loro caduta potrebbe compromettere la sicurezza del fabbricato limitrofo. Decidiamo per il giudizio E) di non agibilità del fabbricato, prescrivendo il provvedimento di puntellamento del muro di spina e le catene di cucitura per la copertura. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 20 Celano – Lesione nella muratura di pietrame dello spessore di circa 1 cm a piano terra L'ultimo sopralluogo della giornata riguarda un fabbricato isolato, in pratica un rudere in abbandono. Il proprietario ci aspetta sul marciapiede di fronte, all'ombra. Ninì ed io ci guardiamo, ma manteniamo un certo aplomb, Roberto tace e ci guarda aspettando le nostre reazioni. Con voce tranquilla, ma ferma dico all’interessato che dovremo visitare tutti gli ambienti, incluso l'interrato. Attraversiamo la strada, l’uomo che ci precede ha in mano un mazzo di quelle chiavi antiche, da 20 cm di lunghezza. La scala in pietra che porta all'interrato è ricoperta da ciuffi d'erbacce. Ninì, serafico, gli chiede da quanto tempo non sia adoperata la cantina e il proprietario risponde: “Dall'anno scorso!” e nel frattempo armeggia con le chiavi, mentre la porta continua a rimanere saldamente serrata. Di fianco alcune tavole chiudono il passaggio a un corridoio sotterraneo a volta, sotto il ripiano d'accesso al piano rialzato. Anche passando da lì, si può accedere ai locali interrati. Mi sistemo il casco e gli dico di fare strada. Erbacce, ragnatele e quant'altro, ma non facciamo una piega. Visitiamo e fotografiamo almeno uno dei due ambienti interrati, l'altro ambiente rimane inaccessibile. La visita prosegue al piano superiore. E' tutto in evidentissimo stato d'abbandono: bottiglie sparse sul pavimento, mobili sgangherati, fuliggine sui muri della cucina. La casa è chiusa da diversi anni. L'accesso al piano superiore avviene da una scala interna in pietra, incastrata fra i muri d'ambito. I gradini sono lesionati sul lato destro e distaccati dalla muratura. Il proprietario affronta rapidamente la rampa. Decido di salire solo io lungo il lato destro e dico a Ninì e Roberto di non seguirmi. Ninì ha capito l'antifona, sta fotografando le lesioni della scala con molta cura negli interstizi, dove si sono formate le ragnatele. Al piano di sopra è posta una camera in abbandono, con soffitto a volta e teste di padiglione tutte lesionate e pericolanti. Le chiavi non aprono e non è possibile accedere agli altri ambienti del piano superiore. Visitiamo, quindi, i due magazzini posti al piano terra, ingombri ma utilizzati correntemente. Compilare la scheda riguardante questo fabbricato non è facile e ci porta via diverso tempo. Il giudizio è certamente E) edificio non agibile, ma per quadri fessurativi e di dissesto dovuti alla vetustà, all'abbandono e, solo marginalmente, al terremoto. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 21 Celano – Fabbricato in abbandono giudicato inagibile per danni pregressi e da transennare Al Comune ci chiedono di lasciare le schede di rilevamento compilate. Ninì si oppone fermamente, le disposizioni impartite al DICOMAC sono di lasciare le schede riassuntive e quelle di pronto intervento al COC; le schede del rilievo e le copie di quelle riassuntive e di pronto intervento vanno, invece, riportate al COM 5, che provvederà alla successiva trasmissione alla Reiss Romoli. Sono ormai le 18,30 dobbiamo rientrare a San Gregorio e percorrere circa 50 Km di strada provinciale. Arriviamo che sono quasi le 20,00 - Ci proponiamo per l'indomani di passare da Rocca di Mezzo per lasciare le schede al COM 5, prima di recarci nuovamente a Celano e continuare nei sopralluoghi. 10. Cambio di programma Saliamo tutti in camera, non siamo abituati a stare al sole tutta la giornata, specie dopo la lunga stagione invernale di quest'anno in Calabria. I nostri volti sono arrossati dal sole, almeno il mio e quello di Ninì che ha la carnagione più chiara e i capelli biondi, pardon, ormai grigi come i miei. Roberto, in verità, di capelli ne ha pochi ma, come i giovani d'oggi, si è completamente rasato e col sole si è già abbronzato come un calabrese verace. Facciamo la doccia, ci cambiamo e scendiamo giù per la cena. Non più nel seminterrato, ma al piano rialzato dove la sala ristorante è più moderna, accogliente, con l'arredamento e il tovagliato nuovo, segno che il gestore vuole fare bella figura. Prima e dopo cena scambiamo con i colleghi delle altre squadre notizie e impressioni sulla giornata appena trascorsa. Scopro così che gli ingegneri volontari del CNI non fanno solo verifiche speditive per l'agibilità post sismica, ma altre cose. Un gruppo, ad esempio, si occupa dell'allacciamento del gas ai fabbricati dichiarati agibili. In altri termini il gestore del servizio di rete gas, prima di eseguire di nuovo l'allaccio, ha necessità che sia confermata la condizione d'agibilità dell'edificio e di verificare la tenuta delle tubazioni. Ecco un buon lavoro di certificazione per gli ingegneri volontari. Esiste pure un gruppo d'ingegneri denominato GTS – Gruppo Tecnico di Supporto. L'ingegnere del GTS accompagna una squadra di Vigili del fuoco e un tecnico comunale per l'effettuazione degli interventi di messa in sicurezza e puntellamento degli edifici pericolanti e di demolizione delle situazioni a rischio crollo. Lavoro interessante, vero? I miei capelli grigi e quelli di Ninì e la non più verde chioma del mio amico ing. Giuseppe Tarantino di Lecce sono certamente responsabili di ciò che di lì a poca sta per verificarsi. Sono quasi le 22,00 quando Pino Gorgoglione, l’ingegnere coordinatore, arriva a cena. Si siede e inizia a cenare, poi si alza e si aggira fra i tavoli soffermandosi a discutere con me, Ninì e Roberto, poi a quello vicino dell’Ing. Tarantino con la squadra di Lecce e, successivamente, a quello dei Colleghi di Savona: “Domani non farete più verifiche sismiche, ma venite con me a Reiss Romoli per gli espropri!”. Dopo cena Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 22 approfondiamo un po' l'argomento, l'ing. Tarantino ha notizie più dettagliate. Occorre costruire alcuni villaggi per insediare gli sfollati attualmente alloggiati nelle tendopoli. Ho una certa esperienza d'espropri e so che i proprietari non sempre sono d'accordo, commentiamo la cosa con Ninì e Roberto che, stavolta, è piuttosto preoccupato. Gli spieghiamo a grandi linee cosa sono gli stati di consistenza dei beni da espropriare e i verbali d'immissione in possesso, ma nutriamo qualche perplessità non tanto sugli aspetti tecnici o procedurali dell’operazione, ma sull'atteggiamento ostativo che potrebbero assumere alcuni proprietari dei terreni espropriati. La cosa comunque è piuttosto interessante quanto inaspettata e, a ben pensarci bene, è la prima volta che si procede con operazioni di questa natura e portata per sistemare i senza tetto. La stagione invernale arriva presto qui in Abruzzo, già a fine settembre comincerà seriamente a fare freddo, come si starà allora nelle tendopoli? Domani ne sapremo di più sulla faccenda espropri e andremo alla Reiss Romoli di cui tutti parlano ma, a esser sincero, non ho ancora bene capito cosa sia. 11. Riunione di tecnici a Reiss Romoli La Reiss Romoli è una struttura realizzata alcuni anni fa dalla SIP (Società italiana per l’esercizio telefonico), dotata di reception, foresteria, sale convegni e altre strutture, con funzione di centro di formazione per il personale tecnico dell’azienda dei telefoni. La struttura, che ha sede a Coppito, in Via Giovanni Falcone, si presenta recintata e comprende ampi spazi all’aperto e alcuni parcheggi interni. Reiss Romoli – Vista dal terrazzo sul parcheggio e verso L’Aquila Dopo il terremoto, il complesso ha subito qualche danno al pesante rivestimento in pietra del paramento murario, specie in corrispondenza delle casse ascensori, la cui struttura in cemento armato era stata occultata, come del resto tutte le strutture del complesso, con uno spesso rivestimento in pietrame irregolare e malta. Il sisma ha provocato il distacco e il crollo del rivestimento in alcune zone, specie dalle strutture più alte ma, a parte questi limitati danni, la Reiss Romoli è perfettamente agibile ed è adesso adoperata dall’Università de L’Aquila per lo svolgimento delle sedute di laurea e in parte anche dalla Protezione Civile. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 23 Reiss Romoli – Crollo del pesante rivestimento di pietrame e malta della cassa ascensore con struttura in c.a. In un’ala, infatti, hanno sede gli uffici del Dipartimento e quelli dove sono raccolte tutte le schede di verifiche d’agibilità eseguite nei vari centri operativi misti e comunali. A Reiss Romoli tali schede sono raccolte, controllate e inserite nell’enorme data base che viene quotidianamente e continuamente aggiornato da numerosi giovani, attraverso diecine di PC collocati in una sala della struttura. L’appuntamento è fissato per le 9,00. Siamo puntualissimi e rimaniamo in attesa, al piano superiore, a curiosare. Le scale esterne e i percorsi d’accesso sono impegnati da comitive d’intervenuti alle sedute di laurea. I gruppi con in testa i giovanotti laureandi, in giacca scura e cravatta, oppure le signorine laureande, con abiti colorati primaverili e tacchi a spillo, sono invariabilmente formati da numerosi intervenuti, rigorosamente provvisti di fasci di fiori augurali, telecamere e macchine fotografiche digitali e intersecano l’andirivieni di tecnici che recano, invece, pile di schede di verifiche d’agibilità di fabbricati terremotati. Passa il tempo e man mano la nostra saletta si riempie di convocati, saremo ormai poco più di venti. Si discute tra noi delle attività d’espropriazione, delle difficoltà che solleveranno i proprietari dei terreni espropriati e delle loro possibili reazioni. Finalmente, verso le 11,00, si svolge la riunione con uno dei responsabili del Dipartimento, l’Arch. Fabrizio Bramerini. Egli ci informa che è intenzione del Governo e del Dipartimento, per la prima volta in Italia, dopo un evento sismico come quello de L’Aquila, di realizzare, in pochi mesi, non campi di prefabbricati, com’è già avvenuto per l’Irpinia o peggio per il Belice (le cui piccole costruzioni, messe in fila, raggiungerebbero da l’Aquila l’Adriatico), ma dei nuovi villaggi residenziali con delle case vere. Si tratta cioè di realizzare venti nuovi insediamenti nelle zone terremotate, su altrettanti siti già ben individuati e studiati dal punto di vista idrogeologico, sismico e insediativo. Oltre cento geologi e sismologhi si sono occupati degli studi preliminari, mentre gli urbanisti stanno eseguendo le variazioni Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 24 agli strumenti di pianificazione vigenti nei comuni interessati dai nuovi insediamenti. C’è notevole attenzione dell’opinione pubblica per l’iniziativa, che accompagna l’enorme sforzo organizzativo e progettuale dispiegato, per mettere a punto tutto quanto è necessario per insediare circa 13.000 sfollati, ora collocati nelle tendopoli, prima del sopraggiungere dell’inverno. Il terreno dei venti siti, già individuati e studiati, sarà spianato e regolarizzato, saranno poi eseguite delle fondazioni su piastroni di calcestruzzo armato e posizionati gli isolatori sismici. In seguito saranno realizzati gli alloggi, con fabbricati di legno e acciaio, di altezza non superiore ai tre piani. Ci saranno appartamenti più piccoli per nuclei fino a tre persone, mentre ci saranno appartamenti di 100 mq o poco più per le famiglie più numerose. Terminata la fase di ricostruzione e/o di riparazione post sismica, i villaggi realizzati saranno destinati ad altre funzioni: casa dello studente, ostelli della gioventù o altre funzioni residenziali. Occorre, pertanto, procedere agli espropri delle venti aree individuate e per tale attività il Commissario Bertolaso ha attivato alcune procedure straordinarie. Ha disposto il Decreto d’esproprio e la pubblicazione, per due giorni, su due quotidiani di tiratura nazionale e sull’albo pretorio dei comuni interessati dagli insediamenti. Gli stati di consistenza e i verbali d’immissione in possesso saranno redatti da due tecnici dell’Agenzia del territorio: uno dell’Agenzia de L’Aquila, l’altro proveniente da altra Provincia. Ci saranno pure due testimoni che interverranno alle operazioni, indispensabili quando il proprietario sia assente oppure quando, pur partecipando alle operazioni, non intenda firmare il verbale d’esproprio. In rappresentanza dell’Ufficio del Commissario saranno designati venti tecnici che saranno all’uopo incaricati con apposito decreto. E così io, Ninì, il giovane Roberto, l’ing. Tarantino e la sua squadra di Lecce e altri tecnici volontari, dopo qualche domanda di chiarimento e osservazioni di carattere procedurale, soprattutto in materia d’indennizzo, siamo stati promossi, sul campo a “.…. rappresentare la Struttura Commissariale ai fini dell’espletamento delle procedure relative alla redazione dello stato di consistenza e all’immissione in possesso delle aree di cui al Decreto del Commissario Delegato n. 6 dell’11 maggio 2009. Firmato Guido Bertolaso”. L’appuntamento è fissato per le ore 7,30 del giorno successivo, su Via Fiamme Gialle, presso ultima porta della Caserma della Guardia di Finanza, sede del DICOMAC. 12. Il pomeriggio libero ma non troppo Attendiamo ancora, dopo la riunione, il Decreto di nomina, ma ci dicono che sarà pronto per l’indomani. Decidiamo di andare a pranzo nella tendopoli dell’area industriale, vicino alla sede dell’Ordine Provinciale de L’Aquila. L’Aquila – Vista della tendopoli nella Zona Industriale Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 25 Il campo appare smisurato, un viale centrale bitumato divide in due l’accampamento, una distesa interminabile di tende blu sotto il sole sempre più implacabile. L’Aquila – Viale della tendopoli nella Zona Industriale Poche le formalità all’ingresso, la nostra tenuta ci consente di accedere alla zona della mensa. Il campo è gestito dalla Marina Militare con ordine ed efficacia. L’Aquila – Gli Ingg. Acri, Cava e Dodaro nella mensa della tendopoli gestita dalla Marina Militare Le tende sono raffrescate da condotti fatti di tubo corrugato beige. All’interno il clima è accettabile e la cucina è gestita un sott’ufficiale che, con ordini secchi e perentori, dirige un certo numero di addetti. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 26 L’Aquila – Interno della mensa della tendopoli posta nella Zona Industriale La fila scorre veloce e c’è una discreta scelta di pietanze. La tenda attigua è piena di tavoli a otto posti, ci sistemiamo con Ninì, Roberto e i nostri nuovi amici della squadra di Lecce allo stesso tavolo. Gli altri tavoli ospitano la gente del campo e numeroso altro personale di vari corpi di volontari giunti da tutt’Italia. Numerosi sono i militari dell’esercito in mimetica. Funziona tutto abbastanza bene, anche l’impianto di climatizzazione, considerato il numero di persone sotto il tendone chiaro e la temperatura esterna di almeno trenta gradi. Solo le forchette di plastica bianca non superano l’esame degli ingegneri che, implacabili, dopo la prova “arrosto” le giudicano di spessore inadeguato in rapporto alle tensioni di flessione, taglio e torsione, nella sezione concava di raccordo, all’attacco dei rebbi col manico di plastica. Forse sembrerà strano ai non addetti ai lavori, ma quasi tutte le forchette si sono rotte proprio nella stessa sezione. A pranzo commentiamo il lavoro che ci aspetta nei prossimi giorni e siamo curiosi di conoscere le località degli insediamenti che dovremo espropriare. Ci fermiamo complessivamente un’ora nella tendopoli, poi depositiamo il vassoio all’uscita della tenda, dove alcuni militari fanno separare la plastica dai residui organici. Il supermercato vicino ospita anche un grosso centro commerciale; decidiamo di prendere un caffè e ci rechiamo alla toilette pulita, sanificata periodicamente e con i lavabi provvisti d’acqua corrente per sciacquarci il viso. Sono questi i pochi posti dove potersi fermare e risolvere certi problemi in un territorio terremotato. Il parcheggio è letteralmente pieno di auto, la gente all’interno fa la fila specie al supermercato. Ninì ha bisogno di ricaricare il cellulare, qualcuno delle lamette per radersi. Con l’ing. Tarantino leggiamo sul Corriere della Sera, che riporta il Decreto Bertolaso, i siti interessati ai nuovi insediamenti e, per alcuni di essi, non possiamo far a meno di commentare l’enorme frazionamento delle particelle. Valutiamo che per certe zone, con più di centocinquanta particelle, ci vorranno almeno quattro o cinque giornate di lavoro per completare le procedure d’esproprio. Ne approfitto per telefonare a casa e aver notizia della mia famiglia. Mia cognata da Cosenza mi sollecita, se ho tempo, a fare un sopralluogo a casa di suo cugino, residente da circa vent’anni a L’Aquila con la sua famiglia. Le dico di farmi chiamarmi sul cellulare, perché ho il pomeriggio libero e sto rientrando a San Gregorio. Chiamerò “Mario” l’uomo che mi telefona poco dopo insieme alla moglie. Li prego di prelevarmi presso l’alloggio di San Gregorio. Mi verranno a prendere per le 18,00Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 27 Avrei bisogno di riposare ma, arrivato a San Gregorio, passo almeno un’ora al telefono per risolvere una serie di questione di lavoro e non, lasciate in sospeso a Cosenza. Mi resta appena il tempo di lavarmi e cambiare la camicia. Arrivano Mario e la moglie che indugiano all’imbocco del piazzale. Noto che la loro auto ha una gomma quasi a terra. Mi avvicino e facciamo conoscenza. M’informo sull’ubicazione della loro casa che è posta proprio al centro de L’Aquila. Chiedo se la zona sia o meno accessibile alle auto e loro mi dicono che si può arrivare sul posto, anche se non si è residenti. Sistemata la gomma, decido di seguirli con la mia auto, voglio evitare che tornino indietro per accompagnarmi. La coppia ha circa cinquant’anni, hanno entrambi uno sguardo particolare: un misto, difficile da descrivere, di persone spaventate, consapevoli e nello stesso tempo rassegnate, ma logorate fisicamente e psicologicamente dai disagi e dalla loro situazione di terremotati. Viene con me Roberto, Ninì è già all’Aquila e abbiamo appuntamento alla Stazione. La casa di Mario è nei pressi della Stazione ferroviaria che non ha riportato danni e funziona regolarmente. Sul piazzale esterno alla stazione, proprio di fronte, osserviamo le macerie di due fabbricati gravemente danneggiati e demoliti per problemi di pubblica incolumità. L’Aquila – Piazzale della Stazione, fabbricato demolito perché pericolante si notano a sinistra le mura della Città e la “zona rossa” Mario e la moglie hanno acquistato solo da pochi mesi l’appartamento che occupano al secondo piano. Visitiamo il fabbricato, con struttura di muratura di mattoni pieni, che ha riportato solo lievi danni al piano terra che mostra chiaramente la direzione dell’impulso del sisma del 6 aprile, da monte verso valle, con lesioni di trazione sub orizzontale sulla parete trasversale dalla parte di monte e una lesione di schiacciamento, con lieve espulsione di materiale, sulla parte di valle. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 28 L’Aquila – Fabbricato nei pressi della Stazione con lievi danni alle murature di mattoni pieni La signora è ancora terrorizzata e, sebbene alcuni tecnici dei Vigili del fuoco abbiano già compiuto un primo sopralluogo (mi par di capire con giudizio di agibilità condizionata all’esecuzione d’alcuni lavori), ha paura a rientrare in casa e la coppia continua, ormai da quaranta giorni a dormire in una carrozza letto delle Ferrovie, insieme con altri sfollati, sul binario morto della Stazione. L’Aquila – Le carrozze letto delle Ferrovie sono impiegate dagli sfollati e presidiate dai volontari dei Carabinieri Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 29 Delle due figlie una studia in una sede universitaria dell’Italia settentrionale, l’altra liceale, per proseguire con maggior regolarità gli studi e non soffrire i disagi che stanno patendo i genitori, si è trasferita da alcuni parenti a Cosenza. E’ difficile trovare le parole più giuste per confortare Mario e sua moglie. Gli domando dove abitassero prima di trasferirsi nella nuova casa e mi rispondono che l’altra casa è in pratica crollata sotto il sisma. Osservo che, nonostante la situazione di estremo disagio che stanno vivendo, il trasferimento nella nuova casa, probabilmente, ha salvato loro la vita e che il loro fabbricato, nonostante abbia riportato qualche danno, ha retto egregiamente al terremoto. Ciò è dovuto principalmente alla qualità dei materiali impiegati nella costruzione, alla regolarità strutturale a sani criteri di progettazione degli anni ’30 del secolo scorso. Li salutiamo con affetto e l’auspicio di rivederci presto in una Città ricostruita e rientriamo a San Gregorio. A cena l’ing. Gorgoglione riferisce dei suoi problemi di coordinatore: ci sono ingegneri che si lamentano di essere stati inviati a verificare fabbricati con lesioni capillari, in concreto indenni, mentre la loro esperienza tecnica e professionale dovrebbe essere spesa in contesti assai più complessi e compromessi. Abbiamo avuto modo con Ninì e Roberto di discutere con un tecnico che la pensava così, al quale ho spiegato il mio punto di vista sulla questione con un esempio. Una squadra è chiamata a verificare un fabbricato vetusto, abbandonato, con numerosi danni pregressi dovuti all’incuria e all’abbandono, per il quale il proprietario ha sollecitato il Comune a eseguire il sopralluogo tecnico. Il COC non può sottrarsi all’adempimento e deve mandare sul posto una squadra di tecnici. A questo punto sta ai tecnici scrupolosi documentare con precisione la situazione di fatto, indicando i danni riscontrati e definendone compiutamente le cause, in misura solo marginale attribuibile al sisma. Se la scheda del rilievo è ben fatta ed esaustiva, lo Stato non dovrà risarcire, con i soldi dei contribuenti, il proprietario furbo che cerca di approfittare della situazione per far passare un rudere in abbandono per un fabbricato danneggiato dal terremotato. Se la riguardiamo da questo punto di vista, tale attività è certamente più delicata e meritoria, se confrontata con quella di tecnici chiamati, invece, a giudicare un fabbricato con evidenti lesioni e dissesti che pure uno studente alle prime armi giudicherebbe inagibile a colpo d’occhio. Penso d’averlo convinto, è tardi possiamo andare a letto. Il terremoto, tuttavia, ci ricorda ancora di essere vicini all’epicentro con un paio di scosse fra mezzanotte e le due. 13. Parte l’operazione espropri E’ giovedì e ci alziamo di buona ora, alle 7,00 siamo già in auto, pronti a partire per il DICOMAC. Arriviamo poco dopo le 7,30, davanti al terzo e ultimo cancello della Caserma di Via Fiamme Gialle c’è un ingorgo di auto in cerca di parcheggio e di persone in attesa di disposizioni. Sono più di duecento tra tecnici, volontari e forze dell’ordine gli uomini in attesa di disposizioni e coordinamento. Poco prima delle 8,00 inizia la riunione che si svolge fuori dalla Caserma, nel giardinetto adiacente ai parcheggi. Siamo tutti in attesa, per il Dipartimento della Protezione Civile arriva il Prof. Mauro Dolce, sale sul ripiano dietro una panchina e inizia a parlare ai presenti. Li ringrazia e spiega con voce tranquilla la sequenza di operazioni che saranno intraprese per la realizzazione dei venti insediamenti. Ricorda che le procedure straordinarie adottate per gli espropri non sono operazioni di requisizione dei terreni, ma atti necessari per fronteggiare l’emergenza post sismica e dare agli sfollati, specie a quelli allocati nelle tendopoli, una casa prima dell’inverno. Segue un breve intervento del Prefetto de L’Aquila il quale sottolinea l’importanza che tutte le operazioni siano eseguite nel rispetto della dignità dei cittadini espropriati già provati dai disagi del sisma e che la presenza, nelle squadre operative, degli uomini dell’Arma dei Carabinieri o della Polizia di Stato non serve solo a garantire l’ordine pubblico, ma a dimostrare che tali operazioni sono fatte dallo Stato nell’interesse dei cittadini abruzzesi. In seguito il Coordinatore dell’Agenzia del Territorio, con l’ausilio di un megafono, inizia a chiamare in sequenza i componenti delle venti squadre per gli espropri. Dal folto gruppo degli adunati, raggruppati nel giardinetto, si staccano man mano i designati, formando le squadre che occupano posto sul perimetro esterno, una di seguito all’altra, in senso antiorario. Squadra n. 16, la mia: Casciani Lucio (Agenzia de L’Aquila), Triggiani Alberto (Agenzia di Roma), ing. Dodaro Francesco in Rappresentanza della Struttura Commissariale ……. ci disponiamo, come le altre precedenti squadre, sui marciapiedi dietro la bassa siepe Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 30 di ligustro, mentre le telecamere della televisione riprendono le operazioni in corso. Conosco così Lucio Casciani, laureato in architettura in servizio presso l’Agenzia del territorio de L’Aquila, abitava in condominio al Centro con la moglie avvocato e i figli. Dopo il terremoto è alloggiato in un albergo sulla costa adriatica e fa il pendolare. Alberto Triggiani, geometra, vive a Roma dove lavora presso l’Agenzia occupandosi, prevalentemente, di cartografia. Dopo poco, mentre Lucio Casciani si reca all’interno del DICOMAC per la consegna della documentazione, ci raggiungono due militari dell’Arma dei Carabinieri, il brigadiere capo Loreto Micaloni della Stazione di Sassa e un giovane carabiniere alla guida di una Subaru. Ci raggiunge Casciani con due faldoni del materiale: l’esproprio riguarda l’insediamento da realizzare a Camarda, piccolo centro posto sotto il Gran Sasso, a circa quattro chilometri da Assergi. Camarda – Vista del Gran Sasso e di campo Imperatore ancora innevato I testimoni sono due giovani volontari provenienti da Capua. Sono invitato a salire sull’auto dei Carabinieri che ci guidano alla volta di Camarda. Percorriamo l’autostrada verso il Gran Sasso ancora innevato in alto verso Campo Imperatore, usciamo al casello di Assergi, poi si prosegue verso sud-ovest, sulla strada regionale n. 17, verso Camarda. Ci fermiamo proprio sotto l’abitato che sorge ai piedi della montagna. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 31 Camarda – Vista dalla SS 17 del Centro Urbano, si osservano in alto murature diroccate Decidiamo di entrare nel bar di fronte allo slargo dove abbiamo fermato le macchine. Chiediamo di usare un tavolino e, mentre con Lucio e Alberto, utilizzando l’elenco delle circa 150 particelle indicate sul Decreto del Commissario, ne individuano la posizione sul foglio di mappa, eseguendone la spunta a matita, con un evidenziatore arancione e l’ausilio delle ortofoto, mi premuro di tracciare sul catastale il perimetro dell’esproprio. Si tratta di una superficie compresa fra i cinque e i sei ettari. La zona, una collina digradante verso sud, è praticamente simmetrica rispetto all’abitato di Camarda, quasi alla stessa quota di circa 800 m s.l.m., se si assume la S.R. 17 come asse di simmetria. L’accesso all’area è difficoltoso, lasciamo l’auto di Lucio al parcheggio e proseguiamo con la Subaru dei Carabinieri e il fuoristrada giallo dei volontari di Capua. L’area individuata per l’insediamento è accessibile dal fronte sud-est: lasciamo la SR 17, attraversiamo un ponticello sul torrente che fiancheggia sulla sinistra la strada, in corrispondenza della tendopoli di Camarda. Imbocchiamo, quindi, una pista stretta, in salita e dal fondo sconnesso. Trazione integrale e marce ridotte: arriviamo in cima alla salita curvando tra gli alberi sulla sinistra e discendendo fino a uno slargo in pianura. 14. Le operazioni a Camarda Sono passate le 10,30, orientata la mappa, compiamo a piedi una ricognizione generale dell’area complessivamente perimetrata sulla carta per individuarne sul terreno gli esatti confini. Nella porzione collocata più in alto, chiusa da una recinzione metallica, è posta una proprietà più grande delle altre, con un serbatoio. Si tratta dell’impianto di un vecchio acquedotto della ex-Casmez, ormai gestito da altra Società, la cui condotta distributrice è stata posata proprio sull’asse mediano dell’area da espropriare. Si riconosce ancora sul terreno la pista, adoperata per interrare le tubazioni, che costituisce un utile Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 32 riferimento per il lavoro da svolgere e anche l’unica via d’accesso alle particelle da espropriare sui suoi due lati. Camarda – Dietro la recinzione e gli alberi il serbatoio della ex-Casmez Camarda – Pista adoperata per interrare le tubazioni dell’acquedotto in asse al terreno da espropriare Il cofano anteriore dell’auto dei Carabinieri, parcheggiata all’ombra sotto una quercia, è stato trasformato in tavolo di lavoro, sul quale è stato disteso il foglio di mappa e sistemato il voluminoso pacco di schede delle visure catastali. Il nostro arrivo non è certo passato inosservato, numerosi proprietari interessati, informati anche dagli Amministratori comunali, si erano presentati sul posto alle 8,00 del mattino. Tale orario era in realtà previsto per l’avvio delle operazioni generali al DICOMAC di Coppito, mentre le attività in sito si sarebbero protratte per tre giorni fino il sabato. Con qualche piccola utilitaria, ma anche a piedi, cominciano ad arrivare gruppi di proprietari. Le proprietà sono enormemente frazionate, come succede dappertutto nel Centro e nel Sud d’Italia: da un appezzamento un po’ più esteso, nel passaggio di due generazioni, sono state frazionate anche sei o più particelle, tante quanti sono i figli. Alcune particelle misurano solo qualche decina di metri quadrati e sul posto si presentano come strisce di terreno larghe appena qualche metro. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 33 Le schede delle visure riportano lunghi elenchi di proprietari, fratelli, sorelle e qualche usufruttuario. Pochi degli espropriati conoscono con esattezza gli identificativi catastali, solo alcuni di loro sono in grado d’individuare sul foglio di mappa le loro proprietà. Si procede così, leggendo adagio i nomi riportati sulle schede di visura, per settori, fino a quando qualcuno riconosce il suo cognome o quello di un suo parente proprietario o comproprietario. Mi rendo utile, per snellire le operazioni, a individuare con gli aventi titolo la o le particelle interessate all’esproprio e gli identificativi catastali, mentre i funzionari dell’Agenzia del Territorio compiono, alla presenza degli intervenuti, il sopralluogo sul terreno, descrivendo con precisione le coltivazioni in atto, il numero e la tipologia degli alberi, la presenza o meno di frutti pendenti, le recinzioni ed eventuali manufatti o annessi agricoli ivi presenti. Le operazioni proseguono con serenità, non ci sono proteste, la gente ha capito che il nuovo insediamento risolverà il loro problema di sfollati nelle tende e collaborano alle operazioni fornendo informazioni e diffondendo presso altri cittadini interessati la notizia delle operazioni espropriative in atto. Tutti i proprietari convenuti firmano gli stati di consistenza e i verbali d’immissione in possesso, favorendo la cessione bonaria allo Stato dei beni espropriati. Un signore più anziano arriva sul posto accompagnato dal figlio. Possiede un piccolo campo di circa 300 mq coltivato e recintato con paletti di legno alti circa un metro e filo di ferro spinato. Si rivolge ai Carabinieri per chiedere se può portar via i paletti e il filo spinato, il Brigadiere capo non sa come rispondere e dice di chiedere all’ingegnere. Non siamo qui a rapinare il suolo alla povera gente, penso, ma non voglio certamente creare problemi di legittimità. Rispondo allora così: lasci i suoi paletti e il filo spinato di recinzione, in modo che i tecnici dell’Agenzia possano descriverli e fotografarli, in tal modo la recinzione le sarà pagata con gli espropri. Poi, quando arriveranno le pale meccaniche per spianare il terreno, lei chieda all’addetto di portar via la recinzione e vedrà che non faranno obiezioni, anzi agevolerà il loro lavoro. Il Comandante Micaloni è soddisfatto della risposta e il signore espropriato ancora di più. Un altro contadino chiede se può tagliare gli alberi. Gli rispondo che, se li lascia, saranno inseriti nello stato di consistenza, fotografati e pagati nell’esproprio. Nelle operazioni di sbancamento, poi, lei farà presente che ha bisogno di tagliare un po’ di legna per l’inverno e nessuno gliela negherà. I Carabinieri assistono alle operazioni, forniscono con cortesia informazioni ai cittadini intervenuti e assolvono con professionalità il loro compito. Il Comandante Micaloni sa come trattare con le persone, usa argomenti e toni diversi secondo i casi. Non mi sfugge, inoltre, il servizio di tutela dell’incolumità della mia persona che esercita non perdendomi mai di vista, con discrezione, grande rispetto dei ruoli e vigilanza continua. Mi rendo conto che queste sono le disposizioni che deve aver ricevuto dai suoi superiori nella riunione tenutasi poco prima della nostra partenza dalla Caserma di Coppito. Verso le 13,00 uno dei due volontari di Capua sta male: ha un colorito giallo che non mi piace, vomita in continuazione e ha la diarrea. L’altro ha la febbre. Al loro campo stanno tutti male. Mi chiedono di poter andar via. Li prego di mandare a Camarda due loro sostituti, per continuare le operazioni, il pomeriggio alle 15,00. Sospendiamo per il tempo strettamente necessario per recarci a pranzare. Alle 15,30 arrivano due nuovi testi sempre volontari di Capua. Uno di essi è una giovane laureata in psicologia, l’altro è un giovanotto che è alla guida dello stesso fuoristrada giallo della mattina. La ragazza ha ancora i postumi e qualche disturbo per una forma di gastroenterite che ha colpito un po’ tutti nel loro campo. Penso che la gestione dell’igiene, delle reti idriche, della fognatura ma soprattutto della cucina siano i punti deboli di quella tendopoli e chissà di quante altre di cui si sente parlare in giro. Riprendiamo a lavorare. Sono presenti altri proprietari che, individuano le particelle e le relative schede di visura, partecipano al sopralluogo e firmano il verbale d’esproprio. Proseguiamo fina alle 19,00, poi rientriamo a Coppito, fissandoci appuntamento per l’indomani alle ore 8,30 con Lucio Casciani al DICOMAC, mentre con tutti gli altri direttamente a Camarda per le 9,00. Arrivo a San Gregorio verso le 20,00. Sono già rientratati quasi tutti gli ingegneri volontari. Rivedo anche Ninì Cava, impegnato negli espropri di Pianola e Roberto Acri completamente immedesimato nel suo ruolo di “Rappresentante del Commissario” per il nuovo insediamento a Monticchio. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 34 Carta rappresentante il COM 4 di Pianola Le aree che ci hanno assegnato sono tra le più frazionate e richiederanno ancora parecchio lavoro. Sembra però che a Camarda ci sia una presenza più viva e partecipata di proprietari espropriati, ma ciò non determina difficoltà o resistenze nelle operazioni, anzi si tratta di persone provate dall’esperienza terribile del terremoto che cedono il loro piccolo podere, non senza rimpianti, ma con grande consapevolezza e dignità. L’Ing. Tarantino ha invece espropriato suoli nella zona di Paganica. Si tratta di un numero più limitato di particelle, ma di maggior pregio e consistenza. In qualche caso gli espropri hanno riguardato anche qualche attività artigianale. Parlo con Ninì e Roberto dei problemi di salute nelle tendopoli e Ninì mi racconta della tendopoli di Monticchio che ha avuto modo di visitare. La tendopoli di Monticchio è a pochi chilometri da San Gregorio. E’ stata realizzata dai volontari della Regione Lombardia. Il terreno è stato spianato e livellato, i viali all’interno imbrecciati, le tende perfettamente allineate, il campo è recintato e presidiato sugli accessi carrai e pedonali giorno e notte. Ancora: gruppi elettrogeni, aria condizionata, servizi sanitari e farmacia da campo fornitissima, tanto da suscitare qualche gelosia da parte di quelle locali. Infine, ciliegina sulla torta, attrezzature per stampare un quotidiano tutti i giorni. Non possiamo far a meno di chiederci se la Regione Calabria abbia allestito una sua tendopoli e fino a che punto l’organizzazione possa reggere il confronto con quella della Lombardia. Siamo tutti piuttosto stanchi, la prolungata esposizione al sole ci sta cuocendo il viso a fuoco lento. Quando torneremo a Cosenza, in famiglia, vedendoci penseranno più a un soggiorno in settimana bianca che a una settimana di volontariato in Abruzzo. L’indomani, venerdì, riprendono le operazioni sul posto, questa volta il brigadiere capo Loreto Micaloni è accompagnato dal brigadiere Enrico Giangirolamo che è alla guida della Subaru dei Carabinieri. I testimoni, guarda il caso, sono del campo di Monticchio, di cui mi ha parlato la sera precedente Ninì. Uno di loro è un ufficiale dei Carabinieri in pensione, Romolo Gavarini. Dell’altro volontario non ricordo il nome, ma è un esperto di ornitologia e botanica e lo dimostra pienamente sul campo. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 35 Camarda – Romolo Gavarini e il Collega dei volontari della Lombardia in tuta gialla Alberto Triggiani ha portato con sé una collega dell’Agenzia di Roma, Daniela Fois. Il cielo è coperto e minaccia pioggia. Andiamo sul posto con la sola macchina dei Carabinieri che deve fare perciò due viaggi. Risistemiamo sul cofano il nostro ufficio improvvisato e organizziamo il lavoro cercando di eliminare i tempi morti. Mi rendo utile cercando, sulla scorta delle indicazioni fornitemi dai proprietari, le particelle sul foglio di mappa e seleziono le schede delle visure che passo a Daniela, la quale inizia a compilare i dati generali. I verbali precompilati finiscono poi in mano a Lucio e ad Alberto per il sopralluogo con gli stessi proprietari. Camarda – Lucio Casciani, Alberto Triggiani e un proprietario di ritorno dal sopralluogo Si è sparsa la voce, attorno alla macchina c’è sempre un capannello di gente per tutta la mattinata. Nel primo pomeriggio inizia a piovere. E’ un problema, ma il comandante Micaloni lo risolve con una semplice telefonata. Dopo circa un quarto d’ora arriva sul posto un fuoristrada, da cui sono scaricati un tavolino Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 36 da bar, quattro sedie e un telo di iuta impermeabile verde che è rapidamente fissato agli alberi circostanti, formando un sufficiente riparo per continuare a lavorare. Camarda – Fois, Casciani, Triggiani tecnici dell’Agenzia del Territorio e i Carabinieri Micaloni e Giangirolamo Chiudiamo le operazioni della giornata alle 18,00. In due giorni abbiamo completato con i proprietari circa metà del lavoro, ottenendo la loro firma di cessione bonaria dei terreni espropriati. Di ritorno a Coppito, i tre tecnici dell’Agenzia trasmettono una nota per la rettifica di alcuni errori riscontrati tra il Decreto e gli atti catastali. Sarà necessario, per qualche particella, emanare un Decreto di rettifica e completare le operazioni espropriative in una fase successiva. Diverse squadre hanno completato il lavoro in due giorni e l’indomani daranno man forte a quelle che non hanno ancora finito. Alle 9,00 di sabato, oltre alla nostra squadra, che continua a lavorare con i proprietari presenti, arrivano, una dopo l’altra tre equipe. Predispongo il lavoro formando tre gruppi con le schede di particelle limitrofe per le quali, non essendo presenti i proprietari, si procederà alla compilazione d’ufficio dei verbali e al sopralluogo con i testimoni. Il lavoro prosegue celermente per tutta la mattina. Verso le 14,00 il nostro compito è finalmente terminato. Andiamo a pranzare ad Assergi. Vengono con noi anche l’Ing. Ivano Ferrari di Lodi e l’Arch. Angelo Cavanna di Novara, volontari della Protezione Civile, e due altri tecnici dell’Agenzia del Territorio: uno de L’Aquila l’altro di Teramo. Quest’ultimo è un personaggio veramente singolare di quelli che non si dimenticano: di statura superiore alla media, capelli e barba lunghi e poco curati, colore della pelle rossiccio, occhi grandi e azzurri. L’aspetto può forse preoccupare un tantino chi non lo conosce, ma i suoi colleghi aquilani, Lucio ed Enrico, seduti al mio fianco, mi spiegano che è una persona unica di grande sensibilità e bontà d’animo. Dopo qualche bicchiere che regge bene, non disdegna di esporre il suo pensiero ad alta voce, tanto che riesco a seguire perfettamente i suoi ragionamenti dalla parte opposta della tavolata. E’ un vetero comunista anzi, a voler essere precisi, un anarchico, che espone teorie e ragionamenti che mi riportano indietro al 1968/69, anni della contestazione, quando da giovane liceale, ascoltavo pressappoco gli stessi discorsi e le stesse teorie esposte nel corso delle interminabili assemblee e nei collettivi studenteschi. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 37 Mi raggiunge telefonicamente Ninì che mi fissa appuntamento per le 16,30 alla Reiss Romoli dove ci attende l’ing. Gorgoglione. Ho ancora il tempo di scambiare qualche battuta con Romolo Gavarini, che con la sua corporatura imponente e il suo vocione baritonale doveva mettere veramente in soggezione, quando era in servizio nell’Arma. Mi comunica qualche informazione sulla Protezione civile della Lombardia e mi dice di aver partecipato personalmente a diverse missioni: terremoto del Friuli, dell’Irpinia, dell’Umbria e delle Marche e le alluvioni del Po. L’organizzazione è frutto dell’esperienza maturata nel tempo, dei mezzi che la Regione mette a disposizione, nonché dell’aggiornamento e della formazione dei volontari, che è effettuata con cadenza periodica. E’ tardi, saluto tutti e ricevo manifestazioni di stima e affetto specie dai membri della squadra che ha operato per tre giorni a Camarda. 15. Reiss Romoli e visita alla Zona Rossa Arrivo alla Reiss Romoli in perfetto orario. Trovo Ninì che mi aspettava, poi sopraggiunge anche Roberto e via via anche gli altri ingegneri impegnati nelle operazioni espropriative. Poco dopo riceviamo, quasi contemporaneamente, lo stesso SMS: “Grazie per il tuo lavoro e per aver contribuito alla localizzazione degli insediamenti per L’Aquila. Fabrizio Bramerini”. L’ing. Gorgoglione è riuscito ad ottenere che il gruppo d’ingegneri volontari, alloggiati a San Gregorio, possa, accompagnato dai Vigili del Fuoco e da alcuni Tecnici del Dipartimento, visitare le “zone rosse” de L’Aquila. Coppito – Reiss Romoli – Gruppi d’Ingegneri volontari coordinati dal CNI Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 38 Siamo in attesa di muoverci quando, preceduta da un boato, una scossa di terremoto ci fa sobbalzare. Le zone rosse sono quelle aree, maggiormente colpite dal sisma del 6 aprile, dove l’entità dei danni, i crolli e le situazioni di pericolo hanno determinato lo sgombero generalizzato, la delimitazione delle aree di pericolo e il presidio continuo delle forze dell’ordine. Ci muoviamo dopo le cinque e ci dirigiamo verso L’Aquila, in Via Dante. Si tratta di un nuovo quartiere, composto di sette palazzine, disposte a pettine rispetto a Via Dante che si sviluppa in salita. Il tecnico del Dipartimento della protezione civile che ci accompagna è un giovane sismologo. Proprio dove abbiamo lasciato la macchina, nel piazzale in basso, ci spiega, passa la faglia, che s’immerge obliquamente sotto la Città de L’Aquila fino alla profondità di circa nove chilometri. Le scosse erano iniziate verso ottobre del 2008 ed erano state messe diverse apparecchiature, in particolare sismografi e accelerometri, in tutto il territorio. L’obiettivo era di misurare gli accelerogrammi e ottenere dati sull’attività sismica che si andava sviluppando. La notte del 6 aprile, una prima scossa, intorno alla mezzanotte, ha fortunatamente allertato gli aquilani che si sono riversati in strada. Dopo questo primo evento, molti non erano rientrati in casa, altri lo avevano fatto ma erano rimasti vestiti o comunque piuttosto vigili. Quando alle 3,32 la terra ha tremato ancora, con maggior violenza, in molti sono riusciti ad allontanarsi rapidamente mettendosi in salvo. In Via Dante una palazzina di tre piani, con sottostante porticato e garage al pian terreno, posta più vicina alla faglia è stata investita dall’impulso sismico, intenso e violento. Si stima che nel giro di due o tre secondi, quest’impulso abbia agito come una mannaia sui pilastri del piano terra, tranciandoli di netto. L’Aquila – Palazzina del complesso edilizio di Via Dante, posta vicino alla faglia e sottoposta a sequestro giudiziario Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 39 L’Aquila – Palazzina di Via Dante, crisi dei pilastri del piano terra e cedimento dei piani sovrastanti I sovrastanti tre piani sono quindi scesi di quota, schiacciando il piano dei garage. Le porte basculanti, deformate, sono state espulse verso l’esterno e le auto parcheggiate all’interno sono rimaste schiacciate (piano soffice). L’Aquila – Palazzina di Via Dante, crisi dei pilastri del piano terra e resti della porta basculante del garage Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 40 L’Aquila – Palazzina di Via Dante, si osservano le porte dei garage del piano terra collassato L’Aquila – Palazzina di Via Dante, crolli dei parapetti dei terrazzi su di un’auto nel cortile Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 41 Le fotografie sono inequivocabili e drammatiche nello stesso tempo. L’Aquila – Palazzina di Via Dante, crisi dei pilastri del piano terra con cedimento della parte sovrastante L’Aquila - Palazzina di Via Dante, cedimento dei pilastri del piano terra vista laterale Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 42 L’Aquila – Palazzina di Via Dante, crisi dei pilastri del piano terra, particolari delle armature L’Aquila – Palazzina di Via Dante, crisi dei pilastri del piano terra particolari delle armature I cedimenti delle strutture intelaiate, specialmente dei pilastri, non sono dovuti a impasti di calcestruzzo eseguiti con sabbia di mare, nessuno sarebbe così pazzo da trasportare, dal litorale adriatico a L’Aquila, tale materiale, il trasporto, infatti, inciderebbe in misura esagerata sui costi. Ma Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 43 non solo. Se si fosse trattato di sabbia di mare nell’impasto del calcestruzzo, le armature sarebbero corrose dai sali presenti sui granuli, invece in nessuna delle fotografie appaiono ferri d’armatura interessati a fenomeni corrosivi, anzi tutt’altro. Circa la progettazione e l’esecuzione, le altre palazzine, con danni via via minori, all’aumentare della distanza dalla faglia, dimostrano che, sostanzialmente, l’esecuzione appare nella media. L’Aquila- Palazzina di Via Dante, crisi dei pilastri del piano terra traslazione e cedimento dell’edificio sovrastante L’Aquila- Palazzina di Via Dante, vista da monte Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 44 L’Aquila- Altra palazzina del complesso edilizio di Via Dante, più distante dalla faglia L’Aquila- Complesso edilizio di Via Dante, altra palazzina più distante dalla faglia le strutture hanno retto I danni si devono, quindi, all’energia liberata dal sisma e all’impulso iniziale, con un picco altissimo, seguito poi da un accelerogramma con valori di circa 0,62-0,64 g. Per avere un ordine di grandezza basti pensare che la Provincia de L’Aquila ricadeva nella zona sismica di 2° categoria. Con le nuove normative del gennaio 2008 che, dopo alcune proroghe, entreranno in vigore il 1° luglio 2009, le Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 45 accelerazioni sismiche previste per le 1° categorie sono di 0,35 g. L’acceleregramma del terremoto de L’Aquila, disponibile sul sito del Servizio sismico nazionale, se fosse adoperato per ordinarie progettazioni, anche in zone di prima categoria, darebbe luogo a seri problemi di verifica strutturale. La visita prosegue raggiungendo la parte più alta di Via Dante, dove un elegante complesso edilizio presenta degli esili pilastri a sezione circolare sul perimetro più esterno, con pilastri circolari più tozzi, posti dietro sul telaio più interno. L’Aquila- Altro complesso edilizio in Via Dante, in cima alla strada e più distante dalla faglia I pilastri esterni, assai poco rigidi, sotto sisma hanno avuto un comportamento quasi pendolare, trasferendo i taglianti di piano sui retrostanti elementi più rigidi. L’Aquila- Altro complesso edilizio su Via Dante, comportamento pendolare dei pilastri circolari snelli Gli effetti sono quelli della foto riportata nella copertina del notiziario on-line Duepiù2.it della Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 46 Fondazione Mediterranea dell’Ingegneria dell’Ordine di Cosenza. Dissestati i pilastri di sezione maggiore, l’energia si è dissipata al livello superiore, attraverso la rottura dei tompagni che presentano le classiche lesioni a X da sisma. Anche questo complesso edilizio è stato sgomberato. L’Aquila- Altro complesso edilizio su Via Dante, si osserva la rottura dei tompagni del primo piano residenziale Poi visitiamo alcuni quartieri dislocati a monte di Via Antica Arischia e nelle traverse contermini. Si tratta d’insediamenti piuttosto recenti, con una densità edilizia abbastanza spinta, sebbene le altezze dei fabbricati, nel complesso, siano mediamente modeste. L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, danneggiamenti diffusi specie dei tompagni Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 47 I danni agli edifici riguardano prevalentemente il piano terra, dove i taglianti sismici sono più intensi. L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, danneggiamenti e crolli dei tompagni del piano terra L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, danneggiamenti diffusi e crolli dei tompagni Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 48 L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, danneggiamenti diffusi dei tompagni nelle maglie dei telai L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, crisi dei pilastri, crollo e punzonamento della pensilina Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 49 I punti deboli risiedono nei nodi strutturali. Il passo delle staffe è sovente inadeguato, il confinamento del calcestruzzo insufficiente, nessuna gerarchia fra le resistenze fra travi e pilastri nei telai. La crisi interviene prima nei pilastri e determina pesanti fuori piombo o addirittura il cedimento strutturale. L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, crollo del piano terra e crisi dei telai sovrastanti L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, crollo di edificio in muratura e c.a. Il calcestruzzo appare di colore piuttosto chiaro, non si distingue, almeno dall’analisi a vista, un assortimento granulometrico degli inerti. Le rotture nei nodi mostrano, tra le armature travi-pilastro, i resti d’alcuni elementi di qualche decimetro cubo di una sorta di maltone. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 50 L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, particolare delle armature dei pilastri e del calcestruzzo L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, danneggiamenti dei telai in c.a. e dei tompagni di laterizio In un caso vi è stato il cedimento di alcune opere di sostegno per un garage interrato, in conseguenza del quale il piano sovrastante è stato risucchiato dalla voragine con conseguenze disastrose. Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 51 L’Aquila- Edificio nella zona di Via Antica Arischia, cedimento del muro del garage e sprofondamento del piano sovrastante Dovremmo proseguire visitando la facoltà d’Ingegneria dell’Università de L’Aquila ubicata a Poggio di Roio. La fila di autovetture si sgrana agli incroci per cui, perso il contatto con il resto del gruppo, raggiungiamo comunque la meta, ma da soli. La facoltà d’Ingegneria è stata costruita su di un colle a circa 950 m s.l.m. in una splendida pineta che dista da L’Aquila una diecina di chilometri. Pur non comprendendo la scelta di delocalizzare la Facoltà in una posizione certamente amena ma lontana dal Centro e dai servizi, con immaginabili problemi di neve e d’accessibilità nella stagione invernale, non possiamo far a meno di osservare con un certo interesse il complesso universitario che il sisma ha danneggiato in corrispondenza di qualche elemento non strutturale. Poggio di Roio – L’Aquila – Facoltà d’Ingegneria, s’intravede il crollo delle murature di tompagno di laterizio Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 52 16. Rientro a Cosenza La nostra destinazione per il giorno successivo è Ocre, ma la sera a cena l’ing. Gorgoglione ci informa che il COC è chiuso di domenica e che, in pratica, avremmo la giornata libera. A questo punto decidiamo, di comune accordo, che è più opportuno rientrare a Cosenza, giacché il lunedì arriveranno le nuove squadre di tecnici volontari. L’indomani alle 8,00 siamo pronti per ritornare a casa, così come fanno pure le altre squadre alloggiate a San Gregorio, ma non prima d’aver fatto la tradizionale foto di gruppo. San Gregorio – Gruppo d’Ingegneri volontari provenienti da diverse Province d’Italia 17. Considerazioni sugli eventi sismici nella Provincia di Cosenza Non posso far a meno di confrontare la situazione de L’Aquila con quella di Cosenza. Da L’Aquila a Sulmona c’è in pratica la stessa distanza esistente fra Rogliano e Tarsia. Il territorio aquilano è contornato da catene montuose, quelle del Sirente e della Marsica a ovest e quelle del Gran Sasso e della Maiella a est, nel mezzo è collocato il bacino del fiume Aterno. A est il territorio cosentino è delimitato dal massiccio della Sila, a ovest dall’Appennino, nel mezzo è posto il bacino del fiume Crati. Il territorio aquilano era classificato come zona sismica di seconda categoria, come quello cosentino, prima delle modifiche intervenute con l’OPCM 3274/2003, dunque le costruzioni sono state mediamente realizzate sulla scorta dei medesimi riferimenti normativi. L’attività sismica del terremoto de L’Aquila è indotta da una faglia, denominata “Ovindoli-Piani di Pezza”, che si è attivata nel terremoto del 1703, i cui limiti settentrionali sono associati nei cataloghi sismici al terremoto del 1349. Per inquadrare la situazione del rischio sismico in Calabria e nel Cosentino, compio una breve ricerca in internet, soffermandomi sul sito della Protezione Civile della Provincia di Cosenza, dal quale traggo le seguenti notizie: Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 53 Eventi sismici - Storia sismica della Calabria negli ultimi secoli Se interpretiamo gli eventi sismici come bruschi ed improvvisi movimenti che interessano grandi masse rocciose, possiamo immaginare che i periodi di quiete corrispondano alle fasi in cui gli sforzi si accumulano elasticamente nelle profondità della crosta calabra, man mano che questa viene lentamente spinta dalle forze tettoniche, e che i grandi terremoti si generino ai confini tra i diversi blocchi quando questi, vincendo la forza d’attrito, compiono improvvisamente un altro piccolo passo verso la Grecia. Gli eventi sismici che si sono succeduti, si sono alternati tra la Calabria settentrionale e quella meridionale; i terremoti del 1638-1659 colpirono la valle del Crati, del Savuto, il Marchesato e la stretta di Catanzaro, quelli del 1783 l'intera regione a sud di Lamezia, per tornare a nord tra il 1832 e il 1836, e infine a sud tra il 1905 e il 1908. In questi periodi l'attività sismica è sempre stata confinata nelle regioni meridionali, indicando che la stretta di Catanzaro, analogamente alla linea CetraroRossano, corrisponde probabilmente ad una grande fascia di svincolo tettonico che permetta alle due porzioni, meridionale e settentrionale, di avanzare indipendentemente l'una dall'altra. Terremoti tra il 1638 e il 1659 Il primo grande evento sismico di cui si ha notizia certa e dettagliata, risale al 27 marzo 1638 e devastò le valli del Savuto e del Crati e le coste del golfo di Lamezia. Le rovine si estesero da Bisignano fino a S. Cristina d’Aspromonte, seppellendo oltre 12.000 persone. Il 9 agosto dello stesso anno, un secondo terremoto di intensità circa uguale, anche se fortunatamente meno funesto (circa 700 vittime), sconvolse le campagne del Marchesato, causando la rovina di tutti i paesi della Presila tra Mesoraca e Crosia, arrivando a colpire la stessa Crotone. Poco più di vent’anni dopo, un terzo terremoto disastroso percorse la Stretta di Catanzaro tra il Tirreno e lo Ionio. Terremoti del 1783 Al terremoto del 1659, seguì un periodo di quiete durato 114 anni, ma il 5 febbraio 1783 la violenza del terremoto si scatenò nuovamente sulla Calabria meridionale: in poco meno di due mesi si contarono una scossa di XI, una di X e due di IX grado, oltre a migliaia di scosse minori, che colpirono la regione da Reggio Calabria fino a Lamezia, causando la morte di trentamila delle duecentomila persone che a quel tempo la popolavano. Fu la più grande catastrofe sismica che la storia del Mediterraneo ricordi negli ultimi secoli, forse eguagliata solo dal terremoto irpino-lucano del 1456 e dal terremoto di Reggio e Messina del 1908. Terremoti tra il 1832 e il 1836 Dopo 49 anni di tranquillità (dall'evento sismico del 1783), l'attività sismica riprese con rinnovata energia in Calabria settentrionale, colpendo il Marchesato con una scossa di X grado l'8 marzo del 1832, la città di Cosenza con una scossa di XI grado il 12 ottobre 1835 e la costa Rossanese il 10 aprile 1836 con una scossa del X grado. Ulteriori scosse di minore energia, anche se notevolmente distruttive, data l'alta densità abitativa dell'area, interessarono la Valle del Crati fino quasi alla fine del secolo. Terremoti tra il 1905 e il 1908 Un altro relativo periodo di tranquillità, interrotto solo da alcuni eventi minori per energia, se non per effetto sulla popolazione, durò per circa 69 anni, fino al terremoto del 1905 (di XI grado) che colpì la Stretta di Catanzaro, estendendosi fino a Cosenza ed a Rosarno, seguito da quello di Ferruzzano nel 1907 (IX grado) e infine dalla ben nota catastrofe di Reggio e Messina nel 1908. Dopo queste ultime grandi scosse inizia un nuovo lungo periodo di relativa quiete che dura sostanzialmente fino ai giorni nostri, interrotto solamente da alcuni eventi sismici di media energia (1947 nel Golfo di Squillace e 1980 nel comprensorio di Cosenza). Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 54 Adesso il quadro regionale e locale è veramente completo. Le analogie con l’Abruzzo sono evidentissime e bisogna affrontare seriamente il discorso anche in Calabria. I terremoti più distruttivi e pericolosi per i centri abitati hanno un tempo di ritorno di circa cento anni. A sommesso parere dello scrivente le misure da adottare potrebbero essere le seguenti: Le prime misure di prevenzione risiedono nella pianificazione urbana, nei nuovi PSC - Piani Strutturali Comunali che devono essere predisposti con particolare cura, con l’ausilio di sismologhi, sulla scorta dei dati della micro zonazione sismica, evitando di realizzare nuovi insediamenti nelle zone di faglia e incentivando il trasferimento degli abitati posti nelle zone di maggior rischio. E’ noto, infatti, che le accelerazioni sismiche sono soggette a pericolose amplificazioni locali dipendenti dalla geologia del sito. Utilizzare le mappe di vulnerabilità sismica, già da qualche tempo predisposte per gli abitati calabresi, e procedere a misure di miglioramento sismico del patrimonio edilizio esistente dove ciò sia possibile e al trasferimento delle famiglie residenti nei fabbricati a rischio, per i quali la situazione strutturale non consente l’esecuzione di tali interventi. Introdurre, per gli edifici esistenti, il “Libretto d’uso e manutenzione”, come si fa per le automobili, in modo tale che ciascun fabbricato sia ristudiato sulla scorta degli atti del progetto originario e delle trasformazioni intervenute nel corso degli anni. Saranno eseguite, quindi, verifiche periodiche sugli elementi strutturali per accertarne il loro stato di conservazione ed efficienza dei materiali nel tempo e lo stesso dovrà essere fatto per la dotazione tecnica degli impianti. Diffondere la cultura della prevenzione dai terremoti, attraverso l’informazione e la formazione della popolazione, specialmente dei giovani nelle Scuole. Il terremoto è un fenomeno naturale che va conosciuto, approfondito e per il quale è necessario assumere particolari comportamenti e precauzioni. Sviluppare e potenziare le strutture organizzative della Protezione Civile, a tutti i livelli, oltre che con il personale dello Stato e degli Enti Locali, anche attraverso il volontariato che costituisce, come dimostra l’esperienza abruzzese, un’inesauribile risorsa per fronteggiare le emergenze. 18. Conclusioni Non è facile trarre conclusioni da tale esperienza. Questa settimana in Abruzzo mi ha cambiato, sono diventato più taciturno e preoccupato. Tornando in macchina, Roberto mi ha esternato la sua gratitudine verso l’Ordine degli Ingegneri per l’esperienza che ha potuto vivere in Abruzzo, assai formativa dal punto di vista umano e professionale. Ninì ed io pensiamo di dover tornare in quei luoghi, forse a settembre, per continuare a fare qualcosa per quelle popolazioni così duramente provate. Non ho scritto questo rapporto sull’esperienza in Abruzzo nei giorni immediatamente successivi al mio rientro a Cosenza, non perché non ne avessi voglia, ma per riflettere meglio sulla cosa. La realtà del terremoto dell’Abruzzo che conosciamo attraverso la televisione è solo uno dei possibili punti di vista, la verità è assai più complessa e variegata. I danni prodotti dal sisma sono veramente ingenti e distribuiti su di un’area piuttosto estesa e occorreranno diversi anni e notevoli risorse economiche per porvi adeguato rimedio. Cosenza, 20 giugno 2009 Ing. Francesco Dodaro Report Terremoto Abruzzo – Ing. Francesco Dodaro – Segretario Consiglio Ordine Provinciale Ingegneri COSENZA – Pag 55