Area Valutaria Ottimale - dipartimento di economia e diritto

Lezione 13
Teoria delle aree valutarie ottimali
Stefano Papa
Università di Roma Sapienza
[email protected]
Facoltà di Economia Sapienza
AVO e Shock asimmetrici
• Nell’unione monetaria si può attuare un’unica politica monetaria
che potrebbe non sufficiente nel garantire la risoluzione di shock
a carattere locale (paesi, regioni, periferia dell’UE).
• Se gli shock colpiscono simmetricamente tutti i paesi non è un
problema. Tuttavia questi shock possono provocare degli effetti
asimmetrici (differenti) in diversi paesi
problema.
• Se invece, gli shock colpiscono in modo asimmetrico alcuni
paesi e non altri, allora i costi dell’unione monetaria aumentano.
• Nota che in una UEM non si può utilizzare lo strumento del
tasso di cambio o la politica monetaria per rendere un paese più
competitivo, allora occorre intervenire su prezzi e salari.
• La teoria delle aree valutarie ottimali (AVO) mostra quali sono i
requisiti che deve avere un’area valutaria per rispondere in
maniera migliore agli shock asimmetrici.
AVO e Shock asimmetrici
• Per valutare un’area valutaria ottimale occorre vedere come
questa si comporta di fronte agli shock asimmetrici che
colpiscono un paese e l’altro no.
• Shock asimmetrici (paese A e B) da domanda e da offerta. In
caso di shock di domanda, a parità di tasso di cambio reale, si
crea un eccesso di offerta dei beni nazionali.
1. In un sistema di cambi flessibili, se i prezzi e salari sono
rigidi nel breve periodo, un deprezzamento del cambio
nominale, aumenta la competitività e le PC.
2. In un sistema di cambi fisso, allora necessario che W e P si
abbassino in fretta se si vuole aggiustare la competitività e
colmare l’effetto negativo di uno shock.
• Se i W, P fossero flessibili, avremmo un rapido aggiustamento
allo shock, come ad esempio, nella prossima figura che si passa
da A a B (invece di arrivare a C: sottoccupazione).
AVO e Shock asimmetrici
• La domanda aggregata dei beni nazionali in un economia aperta
si riduce man mano che il tasso di cambio reale si apprezza,
perchè a parità di tasso di cambio nominale (in UEM), i prezzi
interni sono maggiori di quelli esteri (più a buon mercato).
• L’offerta aggregata dei beni nazionali in un economia aperta
aumenta man mano che il tasso di cambio reale si apprezza,
perchè a parità di tasso di cambio nominale (in UEM), i prezzi
interni sono maggiori di quelli esteri e per il produttore è più
conveniente (in termini di profitto) produrre in ITA quando
alcuni costi di produzione dipendono dai prezzi esteri.
Shock asimmetrici: domanda
• Uno shock negativo di domanda in un’area monetaria dove il tasso di cambio è
fisso, se P o W non si aggiustano in fretta, si va in C dove la riduzione del reddito è
maggiore rispetto a B. Aumenta la disoccupazione; si devono ridurre W e P fino a
che non si arriva a B. Il tasso di cambio reale λ: definito come λ = eP/P*. Se cambio
è flessibile, il tasso di cambio nominale si aggiusta di va in B.
Shock simmetrici
• Stesso shock di domanda in due paesi simili che condividono la stessa
moneta e, di conseguenza, il tasso di cambio. Nessun problema. L’unione
monetaria aggiusta il tasso di cambio nominale nei confronti del resto del
mondo per aggiustare l’eccesso di offerta di beni nazionali. Un
deprezzamento del cambio nominale aumenta la competitività e le PC.
Shock asimmetrici: domanda
• Se due paesi appartengono ad un’unione monetaria, ma solo un paese è soggetto allo
shock mentre l’altro non lo è: big problem! Entrambi i paesi UEM hanno uno stesso
tasso di cambio nominale (e) nei confronti del resto del mondo, e fisso tra di loro.
Uno shock asimmetrico riduce la domanda di A e non B; i due paesi si ritrovano a
parità di tasso di cambio reale λ con un eccesso di produzione (A) e in equilibrio (B)
•
Asymmetric Shock
1. Country A unhappy
eccesso di produzione, disoccupazione.
2. Country B wants no change.
Shock asimmetrici: domanda
• Inizialmente, entrambi i paesi sono in equilibrio al tasso di
cambio reale λ0.
• Shock asimmetrico di domanda, comporta lo spostamento della
domanda in un paese A verso sinistra in ITA, ma non il paese B,
GER.
• Se il tasso di cambio nominale è fisso (e), lo shock asimmetrico
genera un eccesso di produzione e se non si aggiustano P e W,
allora si riduce il Y, N in ITA.
1. Se la banca centrale intervenisse per aiutare l’ITA e svaluta il
tasso di cambio (e) fino a λ1 allora si crea un eccesso di
domanda in GER (inflazione).
• Se il cambio comune verso l’esterno dell’UE è flessibile, si
deprezza a causa dello shock avvenuto nel paese A. Non arriva a
λ1 ma λ2 ad un livello medio tra quello iniziale λ0 e quello di
intervento unilaterale.
Asymmetric Shock
1. Country A wants a depreciation.
2. Country B unhappy (eccesso di domanda: inflazione)
Asymmetric Shock
• Libera fluttuazione della moneta comune: nobody’s happy.
1. Country A in eccesso di offerta: disoccupazione
2. Country B in eccesso di domanda: inflazione
• 111
Asymmetric Shock
• Data la libera fluttuazione della moneta unica ancora ci sono degli squilibri. Il
problema si risolve nel tempo. Ma come?
Costi in presenza di shock asimmetrico
• Avvenuto l’aggiustamento del tasso di cambio comune λ2 nei
confronti del resto del mondo, che è corretto in media, ma i due
paesi si trovano ancora in squilibrio:
• Il paese A eccesso di offerta.
• Il paese B
eccesso di domanda.
• Come si riducono gli squilibri interni? Tramite i prezzi e i
salari in entrambi i paesi.
• Nel paese A, siccome i beni sono invenduti i P e W si devono
ridurre fino a che il tasso di cambio reale si deprezza
λ1
fino in B.
• Nel paese B, i P e W devono salire fino a che il tasso di cambio
reale si apprezza
λ0 fino in A.
Asymmetric Shock
• Libera fluttuazione della moneta unica: il problema si risolve nel
tempo: prices decline in country A
Asymmetric Shock
• Libera fluttuazione della moneta unica: il problema si risolve nel
tempo: prices decline in country A and rise in country B
Mobilità del lavoro internazionale
• Mobilità del lavoro potrebbe aiutare a risolvere gli squilibri
generati da shock asimmetrici nei due paesi.
• Se i fattori produttivi fossero mobili internazionalmente vi
sarebbe una migrazione di lavoro dall’ITALIA (A) in eccesso di
produzione verso GER (B) dove c’è un eccesso di domanda, in
modo tale da aggiustare in modo più rapido i prezzi dei beni e
dei fattori produttivi;
• Vi sarebbe uno spostamento della curva di offerta in ITA
verso sinistra e GER verso destra (aumento dell’offerta di
lavoro).
Criterion 1 (Mundell): Labour Mobility
• Nelle AVO, il lavoro si muove facilmente
attraverso i confini nazionali.
Criterion 1 (Mundell): Labour Mobility
• Nelle Aree Valutarie Ottimali (USA), il lavoro si muove
facilmente attraverso i confini nazionali dal paese A (Florida) al
paese B (California). Spostamento delle curve di offerte nei due
paesi.
Labour Mobility - Ricapitolando
• Purtroppo esistono differenze socio culturali, linguistiche, stati
sociali, diverse norme del lavoro che riducono la possibilità che
la mobilità del lavoro possa risolvere questi squilibri in UE.
• Ci possono impiegare anni, affinchè i lavoratori che erano
impiegati per lavori nel paese A possano spostarsi nel paese B
per svolgere altri lavori in maniera maggiormente specializzata.
• In UE cambi fissi, nei paesi soggetti a shock di domanda, non è
possibile deprezzare il cambio nominale, se prezzi e salari rigidi,
l’eccesso di produzione, aumenta la disoccupazione, si riducono
prezzi e salari nel lungo periodo.
• La BCE potrebbe variare il cambio garantendo gli interessi
collettivi, attraverso un deprezzamento del cambio nominale
rispetto alle altre valute e aumentare la competitività, ma questo
genera un eccesso di domanda potenzialmente inflazionistico in
GER e deflazionistico in ITA.
Un’altra soluzione: politica fiscale
• Altra soluzione: attuare una politica fiscale restrittiva in GER
(ridurre G o aumentare T) oppure espansiva in ITA.
• Questa politica prevede un coordinamento internazionale per
quanto riguarda le politiche fiscale nazionali non soggette
all’autorità sovranazionali (in UE non c’è un’unione politica che
sovraintenda la politica fiscale dell’UE).
• Difficoltà che potrebbe essere eliminata attraverso delle
compensazioni o trasferimenti fiscali temporanei da paesi in
surplus a quelli in deficit nell’area valutaria (come negli USA).
• Tuttavia non esiste ancora un’identità politica comune che
coordini a livello comunitario le politiche fiscali nazionali (che
sono peraltro vincolate ai cicli elettorali dei singoli paesi).
Shock asimmetrici: offerta
• Shock di offerta: un aumento del P del petrolio riduce l’offerta
dell’UE, aumentano i costi marginali a parità di produzione.
• Shock asimmetrici di offerta: In Italia, a parità di tasso di
cambio nominale, eccesso di domanda
aumento dei prezzi,
riduce la competitività ed aumenta il tasso di cambio reale e
problemi per l’equilibrio esterno.
• Shock asimmetrici di offerta: In UK e Norvegia, a parità di
tasso di cambio nominale, eccesso di produzione, si riducono
prezzi, aumenta la competitività. Nuova asimmetria.
• Per questo motivo UK e Norvegia (produttrici di petrolio), non
sono entrate nella UEM non essendo soggette a shock di offerta
(diversamente dall’UE), ↑ mark up sui costi marginali,
(aumenta la competitività).
• Se cambi fissi, prezzi e salari rigidi nel breve, occorre svalutare
il cambio fluttuante verso l’esterno per migliorare la BP=0.
Shock simmetrici con effetti asimmetrici
• Ci sono shock simmetrici che possono colpire due paesi allo
stesso modo, ma hanno effetti asimmetrici.
• Ciò è dovuto a differenze socio culturali, diverse norme del
lavoro, differenze nei settori industriali, finanziari.
• Si pensi ad uno shock simmetrico, la BCE opera una politica
monetaria identica per tutti i paesi europei, ma gli effetti possono
non essere gli stessi per tutta l’area euro in quanto la struttura
finanziaria, sistema del credito e le dimensioni di imprese (PMI
potrebbero avere difficoltà all’eccesso al credito in periodi di
difficoltà) possono essere differenti tra paesi UE e dare effetti
asimmetrici all’interno dei paesi.
• L’importanza di uniformare i mercati del lavoro, del credito e
finanziario a livello UE.
Area Valutaria Ottimale (AVO) di Mundell
• Criteri di valutazione di un’area valutaria ottimale in presenza di
shock (domanda e offerta) asimmetrici.
1. Mobilità internazionale dei fattori produttivi (K, L); paesi
che hanno un’elevata mobilità costituiscono una AVO.
Spostamento della curva di offerta nei 2 paesi.
• Spostamento non settoriale, Nord/Sud come nel Teorema del
Pareggiamento del Prezzo dei Fattori, ma internazionale. Il
commercio internazionale eguaglia i prezzi relativi dei beni e dei
fattori (K e L).
Criterio 1 della Optimal Currency Area (AVO,
Mundell): Labour Mobility
• Nelle AVO, il lavoro si muove facilmente attraverso i confini
nazionali che non tra le frontiere internazionali.
• Obiezioni:
– Mobilità del lavoro è facile all'interno dei confini
nazionali (cultura, la lingua, la legislazione, il
benessere, ecc).
– In presenza delle differenti specializzazioni tra paesi, le
differenti competenze contano (ci vuole tempo per
apprendere certe competenze).
– Mobilità dei capitali: differente mobilità tra il capitale
finanziario e fisico.
– Non facile trasferire il capitale fisico rispetto al capitale
finanziario, se non ci sono controlli ai movimenti.
apertura al commercio e diversificazione dei prodotti
2. Paesi con un alto grado di apertura al commercio definita
come la proporzione di attività economica dedicata al
commercio internazionale o agli scambi rappresentano un’AVO.
• Un elevato grado di apertura al commercio tra paesi non crea
distinzione sull’origine della produzione dei beni, perché il
commercio internazionale eguaglia i prezzi relativi dei beni e
dei fattori (legge del prezzo unico, costi comparati e Teorema del
pareggiamento del prezzo dei fattori), indipendentemente dal
tasso di cambio (e), quindi diminuisce la probabilità degli shock
asimmetrici abbiamo effetti sul prezzo relativo dei beni nazionali
ed esteri.
3. Paesi con un’elevata diversificazione dei prodotti, dei settori
e stesse preferenze e gusti (struttura della domanda simile) sono
un AVO e indipendenti da modifiche del “e”. Strutture della
specializzate della produzione sono soggette a shock.
trasferimenti fiscali e preferenze omogenee
4. Paesi che effettuano trasferimenti fiscali tra le aree dell’area
valutaria. Ad esempio, gli USA sono un’AVO. Il paese B, non
colpito dallo shock asimmetrico, potrebbe prestare fondi
attraverso dei trasferimenti fiscali al paese A colpito dalla
recessione. Esistono all’interno dei paesi a livello regionale,
ma non a livello UE, non essendoci un’identità politica.
5. Paesi che condividano il modo su come coordinarsi nel
fronteggiare gli shock asimmetrici sono un’AVO. Questo
implica preferenze omogenee (bassa inflazione è preferita alla
disoccupazione?) e condizioni politiche per farlo. Uno shock
genera effetti redistributivi, alcuni gruppi di potere staranno
peggio altri meglio. L’importanza politica del gruppo conta,
quindi la risposta può essere diversa.
Destino comune e solidarietà
6. Gli shock asimmetrici creano dei disaccordi e malcontenti
all’interno di alcuni paesi e in altri no (conflitti nazionali).
• I paesi non colpiti dagli shock dovrebbero essere solidari con
gli altri.
• Questo presuppone che vi siano istituzioni che governino la
politica (integrazione politica) in modo tale da superare
eventuali disaccordi economici e politici.
• Se ci si riesce questa area è un’AVO.
• Se esiste un desiderio di un destino comune e solidarietà
reciproca tra pesi differenti, tali da mettere a tacere le visioni
nazionalistiche interne, allora si crea un’AVO.
L’Europa è un’AVO?
• Un indice sintetico di AVO, misura la frequenza degli shock e quanto
spesso è stato usato il tasso di cambio per assorbirne gli effetti. Di
quanto i seguenti paesi avrebbe dovuto variare il tasso di cambio
rispetto al marco tedesco per fronteggiare gli shock asimmetrici? In
alto, i paesi con indice peggiore; più costoso rinunciare alla valuta.
L’Europa è un’AVO?
• Un indice tanto più grande tanto più frequenti sono stati gli shock
asimmetrici e quanto più attivamente avrebbe dovuto essere usato il
tasso di cambio. I paesi in alto, non hanno partecipato al UEM.
Shock simmetrici con effetti asimmetrici
• Effetti asimmetrici della politica monetaria. Gli effetti di un aumento di 1%
del tasso di interesse sul GDP (PIL) e Prezzi.
• Possibili spiegazioni: distribuzione del credito nei paesi, relazione tra banche
e imprese e il peso relativo delle PMI a cui negato il credito in periodi di
crisi.
AVO: Labour Mobility (1)
• Il criterio mobilità del lavoro può essere di aiuto in caso di shock
asimmetrico quando il tasso di cambio non può essere
aggiustato.
• La mobilità del L in risposta agli incentivi economici deve
tenere conto di diversi aspetti:
• i costi del movimento,
• Il rischio di diventare disoccupati,
• le opportunità di carriera a lungo termine,
• Le prospettive familiari,
• l’ammissibilità allo stato sociale,
• la tassazione del reddito da lavoro e dei risparmi
• La mobilità del L in risposta agli incentivi non economici:
• le differenze culturali/linguistiche,
• l’attaccamento nazionale.
• Legami familiari.
AVO: Labour Mobility (2)
• La migrazione internazionale in
termini di percentuale di
popolazione locale che è nata
all’estero.
• Numero di persone che vivono
in Canada ma non sono nate in
Canada (extra UE) e quelli nati
in UE.
• Vi è più immigrazione verso
USA e Canada rispetto all’UE.
• Un confronto internazionale
suggerisce che la mobilità del
lavoro è bassa in Europa:
across countries
AVO: Labour Mobility (2)
• Migrazioni interne tra
regioni all’interno dei loro
paesi.
• Gli europei si muovono
circa la metà rispetto ai
cittadini USA e Giappone.
• An international
comparison suggests that
labour mobility is low in
Europe:
– even within countries.
AVO: Labour Mobility (3)
• La bassa mobilità del lavoro in UE implica che il peso degli
shock, soprattutto nei paesi a bassa competitività, si poggia sul
tasso di disoccupazione.
• A US-EU comparison.
AVO: Labour Mobility (3)
USA
Europe
0.01
0.01
0.005
0.005
0
0
-0.005
-0.005
-0.01
-0.01
-0.015
-0.015
-0.02
-0.02
-0.025
-0.025
-0.03
-0.03
0
2
Employment
4
6
8
Unemp.Rate
10
12
14
Participation
16
18
20
Migration
0
2
Employment
4
6
8
Unemp.Rate
10
12
14
Participation
16
18
20
Migration
AVO: Openness
• La maggior parte dei paesi dell'Unione europea sono molto aperti al commercio
internazionale. La % misura la proporzione della produzione nazionale (PIL) che
viene esportata. Il criterio McKinnon è ampiamente soddisfatto.
Austria
Belgium
Finland
France
Germany
Greece
Ireland
Italy
Luxembourg
Netherlands
Portugal
Spain
52.3
87.2
35.4
27.2
39.9
25.5
72.6
27.9
133.3
66.4
36.2
29.5
Cyprus
Czech Republic
Estonia
Hungary
Latvia
Lithuania
Malta
Poland
Slovak Republic
Slovenia
EU-25
48.3
76.0
92.0
70.1
55.0
56.9
81.8
40.9
83.6
63.1
10.7
Denmark
Sweden
UK
42.8
43.9
27.9
Bulgaria
Croatia
Romania
Turkey
65.9
54.4
39.3
36.5
US
Japan
13.8
13.5
AVO: Diversification
•Indice di diversità della
produzione indica la
differenza tra la struttura
produttiva e commerciale di
ciascun paese rispetto alla
Germania.
•La maggior parte dei paesi
dell'UE hanno una struttura
produttiva diversificata
(domina il commercio intrasettoriale).
•Il criterio Kenen è
sostanzialmente soddisfatto
e ben spiega quali paesi
hanno aderito all'area
dell'euro (Norvegia non ha
aderito).
AVO: Transfers
• L'Unione europea non soddisfa il criterio dei
trasferimenti fiscali.
• La quota dei trasferimenti fiscali è bassa e pari ad una
quota di spesa bilancio dell'UE dell'1,27% del PIL dell'UE.
• Bilancio interamente utilizzato per l'amministrazione,
PAC, politica regionale e fondi strutturali.
AVO: Homogeneity of Preferences
• Poco si sa di questo criterio
• Paesi con preferenze differenti, anti
inflazione, anti disoccupazione.
AVO: Commonality of Destiny
• Poco si sa di questo criterio
• I sondaggi non rilevano profonda opposizione alle
istituzioni dell'UE.
AVO: Commonality of Destiny
EU25
SI
SK
HU
IT
ES
EL
BE
PL
CZ
DE
CY
LU
LV
PT
MT
LT
EE
FR
NL
IE
DK
SE
AT
FI
UK
0%
20%
40%
For
A gainst
60%
Don't know
80%
100%
Overall
• EU è un AVO? Il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto.
L’UE è un’optimal currency area?
History Never Ends: The Endogeneity
dei Criteri AVO
• Vivere in una unione monetaria può aiutare a
soddisfare i criteri di OCA nel corso del tempo.
• Gli Stati Uniti sarebbero stati un AVO senza
una moneta comune?
• L'esistenza dell'euro cambierà le cose?
EMU and Labour Markets
• La mobilità non può cambiare molto, ma i salari potrebbero
diventare meno viscosi.
• Due punti di vista:
• Il circolo virtuoso: i mercati del lavoro rispondono alla
maggiore concorrenza, diventando più flessibili, come negli
Stati Uniti.
• Visione alternativa: i mercati del lavoro rispondono alla
maggiore concorrenza, aumentando le misure di protezione
che aumentano la viscosità (più welfare UE).
Una maggiore integrazione?
• Le evidenze empiriche mettono in evidenza un
forte aumento del commercio delle unioni
monetarie: le stime variano da 50 per cento al
100 per cento (raddoppio del commercio).
Will Diversification Grow or Decline?
• Argomento 1: commercio intra-settoriale
crescerà.
• Argomento 2: specializzazione aumenta.
• Nessuna conclusione definitiva finora.
Are the Other Criteria Endogenous?
• Trasferimenti: attualmente alcun supporto politico
per più tasse per trasferimenti fiscali.
• Omogeneità delle preferenze: si presume che cambi
presto.
• Comunanza di destino: si presume che cambi
presto.
In the End
• L'unione monetaria non è solo questione di
economia.
• I criteri di AVO non inviano un segnale chiaro:
• Sicuramente l'UE non è una perfetta AVO
• Un'unione monetaria può funzionare ma
sorgeranno i costi:
• Nel mercati del lavoro e la disoccupazione
• Tensioni politiche in presenza di shock
asimmetrici profonde (vedi, il problema della
Grecia).