POLITECNICO DI MILANO FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’ Corso di Laurea Magistrale TS7 Progetto Tecnologico e Strutturale delle Costruzioni PROGETTAZIONE DI UN CENTRO DIREZIONALE E COMMERCIALE CON ALBERGO NEL LOTTO EX SUPER//FLUO A PORDENONE. Relatore: Prof. Arch. Daniele Giovanni PAPI Tesi di Laurea di Jeronimo SANTUS Matr. n. 725729 ANNO ACCADEMICO 2010 - 2011 2 INDICE ABSTRACT………………………………………………………………...….pag 4 1 INTRODUZIONE………………………………………………………….pag 5 2 PRESENTAZIONE AREA DI PROGETTO………………………….....pag 6 2.1 Linee guida……………………………………………………………....pag 7 2.2 Studio dei volumi………………………………………………………..pag 8 2.3 Masterplan……………………………………………………………....pag 11 3 STUDIO DEI RIFERIMENTI…………………………………………….pag 14 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 I supermercati seriamente sexy……………………………………...pag 14 Il tetto giardino…………………………………………………..….….pag 17 Le facciate…………………………………………………………..….pag 21 Le coperture morbide………………………………………………….pag 27 Il verde verticale……………………………………………………….pag 29 4 PROGETTO ARCHITETTONICO………………………………..…….pag 32 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 Progettare in 3D……………………………………………………..….pag 32 Il commerciale…………………………………………………….…….pag 33 Il ricettivo……………………………………………………………..….pag 40 Il direzionale…………………………………………………………….pag 42 Gli spazi aperti………………………………………………………….pag 44 5 CONCLUSIONE………………………………………………………….pag 46 6 BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………..pag 49 7 INDICE DELLE FIGURE……………………………………………..….pag 50 8 INDICE DELLE TAVOLE FORMATO A0…………………………..….pag 52 3 ABSTRACT Il progetto di tesi riguarda la progettazione di un centro direzionale e commerciale con albergo nel lotto ex Super//Fluo a Pordenone. Il progetto prevede la riqualificazione dell’area industriale con l’inserimento di funzioni commerciali, dirigenziali e ricettive. Il tema principale è lo sviluppo di ambienti salutari psicologicamente e fisicamente. Ho quindi deciso di scorporare i diversi servizi in differenti edifici inseriti in un contesto reso il più possibile naturale tramite l’utilizzo del verde in facciata e in copertura. 4 1 INTRODUZIONE Come ultima tappa del mio percorso universitario ho deciso di cimentarmi in un progetto di Master Plan in un contesto produttivo industriale. In particolare mi sono concentrato sulla possibile mistione di destinazioni d’uso capaci di soddisfare i bisogni crescenti della città. Quindi il progetto prevede la riqualificazione dell’area con l’inserimento di funzioni commerciali, dirigenziali e ricettive. Infatti dal mio punto di vista una corretta progettazione deve stare soprattutto attenta agli obiettivi e alle funzioni che una zona deve avere ed è per questo che l’aspetto del benessere ambientale prende un valore principale. L’architettura deve sviluppare ambienti salutari psicologicamente e fisicamente dove i vari aspetti che rendono i luoghi positivi vengano tutelati e sviluppati. Ho quindi deciso di scorporare i diversi servizi in differenti edifici collegati da passaggi coperti inseriti in un contesto reso il più possibile naturale tramite l’utilizzo del verde e di uno specchio d’acqua. Ho anche cercato di ammorbidire l’impatto visivo degli edifici stessi prediligendo l’utilizzo di forme plastiche, di vetrate, e di rivestimenti naturali come il tetto giardino e il verde verticale . In questo modo, oltre ad avere un buon impatto visivo dal punto di vista estetico e a migliorare il benessere ambientale si ha anche un risparmio energetico sia per il riscaldamento che per il raffrescamento . Il progetto architettonico è quindi di ampio respiro in quanto implica una profonda trasformazione sia dei manufatti edilizi che delle destinazioni d’uso. Questo lavoro mi ha molto stimolato sia per la vastità dell’aria che per la complessità delle problematiche presenti. 5 2 AREA DI PROGETTO L’area di interesse ha superficie territoriale di 70.000 mq e si trova a Pordenone lungo la provinciale Viale Treviso. Il lotto (Fig.2.1) di proprietà della SUPER//FLUO appartiene, secondo l'attuale piano regolatore (P.R.G.C), alla zona urbanistica D3, dove si prefigurano insediamenti di tipo industriale e artigianale. Tramite sopralluoghi e immagini fotografiche ho preso atto dello stato attuale del lotto da riqualificare. In particolare si è rilevata l’esistenza di una struttura a destinazione industriale che ricopre quasi la totalità della superficie (Fig.2.1). Fig.2.1 Vista zenitale dell’attuale stato del lotto d’interesse inserito nel contesto periferico urbano. Attualmente il lotto prevede un unico accesso (Fig.2.2) tramite cui si possono raggiungere la zona di carico e scarico (Fig.2.3) e la zona degli uffici. Fig.2.2 Vista dell’unico accesso del lotto 6 Fig.2.3 Vista della zona carico e scarico del fabbricato industriale. 2.1 Linee guida Volendo sfruttare la possibile mistione di destinazioni d’uso capaci di soddisfare i bisogni crescenti della città, ho pensato di creare una zona estremamente dinamica, tramite la realizzazione di strutture aperte alla collettività e all’intensificazione dei rapporti sinergici con le unità produttive della zona. Ho quindi deciso di raccogliere all’interno del lotto: un polo direzionale, strutture commerciali polifunzionali e aree verdi. In particolare in termini di superfici: 11.000 mq sono destinati al commerciale suddiviso in grande, medio e piccolo, 880 mq destinati al ricettivo costituito dall’albergo e 1600 mq destinati ad uffici, L’intervento comprende anche la costruzione di 18.000 mq di parcheggi suddivisi in 11.000 per il commerciale 1.600 per il direzionale e 600 per il ricettivo, e la creazione di una rotonda di ingresso all’area di studio su viale Treviso. In totale la superficie coperta è di 13.000 mq pari a 20% della superficie totale. Dopo aver analizzato l’area d’intervento, i primi spunti progettuali prevedevano il riutilizzo della griglia strutturale e il mantenimento di alcuni 7 shed (Fig.2.4) per mantenere una memoria storica dell’antecedente utilizzo dell’area. Fig.2.4 Forma della copertura e shed dell’attuale fabbricato. Rispettando questa griglia strutturale, le attività commerciali sono state localizzate nella parte Nord-Ovest, al centro è stata collocata la parte ricettiva del progetto con il parco lo specchio d’acqua e un edificio con funzione di ristoro che vuole diventare il fulcro dell’intera area. Nella parte Est distanziate dall’attività commerciale sono state invece collocati gli uffici e l’hotel (Fig.2.5). 8 Vista da Nord-Est Vista zona ricettiva Vista da Sud-Est Vista zenitale Fig.2.5 Localizzazione delle diverse funzioni nell’area di progetto. 2.2 Studio dei volumi Il riadattamento di questa linea progettuale alle necessità di viabilità, di utilizzo della superficie e di libertà progettuale ha causato l’abbandono dell’utilizzo delle vecchie strutture industriali. In questo modo il progetto si è liberato da diversi vincoli progettuali, permettendo sia una migliore organizzazione del suolo, che una migliore ridistribuzione e controllo dei volumi. Le linee guida non sono state completamente stravolte, infatti molti aspetti come il mantenimento delle strutture commerciali nella zona a Nord-Ovest dell’area sono state mantenute, perché permettono di dividere il traffico diretto ai supermercati, che necessita una maggiore facilità di collegamento con la provinciale, rispetto a quello diretto agli uffici e alla zona ricettiva. 9 Fig.2.6 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati Inoltre si è cercato di mantenere l’effetto ombreggiante e la forma geometrica degli shed con l’utilizzo di una membrana semi opaca che ha la funzione di creare dei collegamenti protetti dalle intemperie fra le diverse attività. Nella parte Sud viene sempre collocata l’attività direzionale e quella ricettiva. Nelle fasi successive altri aspetti sono stati riutilizzati come la presenza di uno specchio d’acqua e una maggiore frammentazione delle attività commerciali per metterle in rilievo rispetto al blocco di commercio “grande”. Vista da Sud Vista zenitale Fig.2.7 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati 10 2.3 Masterplan Con il termine Masterplan si identificano quelle strategie finalizzate all'ottenimento di un risultato atteso. In Italia quindi il Masterplan è uno strumento di carattere volontario, non soggetto ad alcuna procedura di adozione/approvazione, è una sorta di "Piano d’Azione": vi sono delineati gli obiettivi da raggiungere, definite le competenze, le responsabilità e gli strumenti che i singoli attori del processo decisionale debbono compiere. Nei paesi anglofoni, invece, il Masterplan in campo urbanistico coincide con quello che da noi è il concetto di Piano Regolatore Generale. Dopo una fase di progettazione più libera e meno vincolata dai parametri urbanistici, si è passati a un controllo maggiore dei volumi e soprattutto a un miglioramento della viabilità e dei parcheggi entrambi ridisegnati in modo più accurato. Non solo i percorsi stradali ma anche quelli pedonali son stati oggetti di un lungo studio e sono state numerose le prove per raggiungere una maggiore definizione. Vista da Sud Fig.2.8 Render planivolumetrici di studio Vista zenitale Da una iniziale separazione delle differenti destinazioni d’uso si è passati a considerare la parte ricettiva come un cuneo che si inserisce nell’attività commerciale in modo da unificare l’intero lotto. La parte direzionale non viene più isolata dalla rete stradale raccordandosi all’hotel. L’acqua diventa l’unico divisore ma anche un legante naturale fra le differenti funzioni. Il parco così diventa “le trait d’union” dell’intero progetto. 11 Fig.2.9 Progetto planivolumetrico definitivo. Sopra: Vista da Sud; sotto : Vista da Nord-Est 12 Fig.2.10 Fotoinserimento nel contesto. Vista aerea 13 3 STUDIO DEI RIFERIMENTI Arrivati a un buon compromesso fra gli spazi verdi gli spazi edificati, gli spazi destinati ai parcheggi e alla viabilità le mie energie si sono rivolte ad un lavoro di ricerca per trovare gli spunti e le ispirazioni necessarie alla progettazione architettonica. Con l’intento di creare un ambiente piacevole mi sono preoccupato di cercare spunti e progetti che prevedono l’utilizzo di caratteristiche tecniche come grandi vetrate, tetto giardino, verde verticale. 3.1 I supermercati seriamente sexy Uno dei temi principali è stato quello di rendere meno alienanti le architetture del commerciale dove normalmente la qualità architettonica dei fabbricati non è una priorità da perseguire: molto spesso queste costruzioni sono state considerate come spazi asettici e senza personalità, in pratica solo anonimi contenitori di prodotti da vendere. Un ottimo riferimento è stata l’importante catena di distribuzione Mpreis che ha scelto di rendere i propri supermercati “attraenti”, vere opere di architettura, moderne e suggestive. Gli interni sono colorati e curati nei particolari e l’illuminazione assume un importanza fondamentale, il più possibile naturale grazie a grandi superfici vetrate; in questo modo si evita l'effetto freddo e alienante del neon. Accanto alle zone di vendita, sono previste aree relax. A parte queste caratteristiche di fondo, hanno cercato di non utilizzare uno stile standardizzato e riproducibile, tanto è vero che circa 30 architetti si sono alternati nella progettazione delle nuove filiali. Ormai in Tirolo sono diventati dei punti di riferimento tanto che le persone pensano a Mpreis quando vedono un'opera con tanto vetro ed elementi di legno, prima ancora di vedere il cubo rosso che ne rappresenta il logo. Diventa ormai naturale associare a questa rete di vendita l'idea di architetture creative e stimolanti. Una rivista inglese ha coniato la definizione “i supermercati seriamente sexy”, prontamente adottata dalla catena austriaca. Un architetto in particolare Peter Lorenz mi ha colpito per il suo modo di affrontare il tema dei supermercati. Il Super M di Telfs (Fig.3.1) ha un prospetto molto particolare: la copertura curvilinea, come un nastro che si svolge, scende a segnare il marcapiano tra piano terra e primo piano, andando poi a chiudersi a terra (Fig.3.2) è stato un esempio fondamentale. Le superfici verticali disegnate dal nastro sono interamente vetrate mentre per proteggere le merci dal sole, il fronte sud è ombreggiato, in parte dall’aggetto della copertura, in parte da una griglia integrata nella doppia pelle di vetro. 14 Fig.3.1 Vista frontale del supermercato Super M a Telfs Fig.3.2 Vista della struttura curvilinea del supermercato Super M a Telfs Sempre progettato da Lorenz il supermercato Mpreis di Niederndorf è stato una forte ispirazione per la zona porticata del commerciale piccolo. Molto 15 interessante è stato l’utilizzo dei tronchi, forniti da una segheria locale, che sono stati usati per creare una cortina che separa la zona di vendita, racchiusa da chiusure verticali trasparenti, dall’ambiente esterno. Questo schermo ligneo, creato da elementi posizionati l’un l’altro a distanze differenti, fornisce una protezione ai raggi solari e crea davanti all’ingresso del supermercato uno spazio coperto molto suggestivo, con continui giochi di luce. Fig.3.3 Viste del supermercato Mpreis a Niederndorf Dell’architetto austriaco un altro progetto molto interessante per come sviluppa il tema della modularità e della ecosostenibilità è il shopping Ener[gie]nger a Monaco (Fig.3.4), che fa ampio utilizzo di pannelli solari e di altre soluzioni per il risparmio energetico. 16 Fig.3.4 Vista dello shopping Ener[gie]nger a Monaco con i relativi pannelli solari in facciata e copertura Dal punto di vista energetico è possibile creare strutture a bassa richiesta energetica tramite l’utilizzo del tetto giardino, del verde verticale e di un uso intelligente delle vetrate. 3.2 Il tetto giardino Due progetti che sono stati molto importanti per come hanno trattato il tema del benessere ambientale sono il Carosello Shopping Center a Carugate e il centro commerciale Meydan di Istambul. Il primo disegnato dagli studi Dunnett Craven di Londra e One Works di Venezia, ha come peculiarità la copertura di oltre 16.000 metri quadrati ricoperta da un manto erboso. Tra l’erba settanta lucernari a tronco di cono consentono l’illuminazione del centro commerciale. Un sistema di raccolta delle acque meteoriche fa sì che l'acqua piovana venga recuperata ed utilizzata per bagni, irrigazione e lavaggio di automobili. 17 Fig.3.5 Foto tetto verde del Carosello Shopping Center a Carugate Fig.3.6 Render del Carosello Shopping Center a Carugate 18 Fig.3.7 Schema della ventilazione naturale Il secondo progetto firmato FOA è stato realizzato in un anno e mezzo secondo una tecnica strutturale mista con fondazioni e parti ipogee in cemento armato ed edifici sopra la linea di terra realizzati con pilastri in cemento armato che sorreggono strutture reticolari in acciaio. Le coperture dei volumi commerciali del centro si rifanno alla tecnica costruttiva delle cupole, ottenendo una luce d’interasse pari a 16 metri. Il tetto verde risulta per mille metri quadrati come un prato raso, mentre nelle restanti parti è stata piantata un’erba le cui lunghe foglie si orienteranno secondo le direzioni dei venti. Dal punto di vista microclimatico le fontane nella grande piazza mitigano in estate le alte temperature, aumentano l’umidità relativa, mentre lo strato verde assorbe l’acqua meteorica e serve da coibente. L’illuminazione naturale interna è garantita non solo dalle ampie vetrate, molte delle quali raggiungono le dimensioni massime fabbricabili, ma anche da svariati lucernari che sfondano il tetto verde, permettendo alla luce di entrare direttamente nei volumi di vendita. All’interno la luce è amplificata dalle controsoffittature in lamiera colorata di bianco che seguono le inclinazioni delle cupole a sezione piramidale. Il complesso commerciale è climatizzato grazie al maggiore impianto geotermico esistente in Turchia. Basato su una rete di più di 200 pozzi che hanno una profondità variabile tra i 15 e i 150 metri, permette di riscaldare d’inverno e rinfrescare in estate tutto il complesso che conta, oltre a un ipermercato e al cinema Multiplex, più di 50 negozi retail e servizi di ristorazione. 19 Fig.3.8 Centro commerciale Meydan a Istambul Un altro progetto molto importante esempio di architettura bioclimatica, dove la copertura verde diventa la caratteristica principale dell’edificio, è la California Academy of Sciences a San Francisco di Renzo Piano. Cuore del progetto è il particolare tetto: su di esso sono applicate più di 60.000 cellule fotovoltaiche per la generazione di energia pulita. La vegetazione autoctona ricopre il tutto creando un tappeto erboso ideale per i insetti ed uccelli del luogo. Caratteristiche importanti alle quali si aggiungono anche altri aspetti fondamentali nella progettazione sostenibile: l’isolamento termico, il recupero delle acque pluviali, l’illuminazione e il riscaldamento passivi, il miglioramento della qualità dell’aria unitamente ad un’esigua manutenzione. Fig.3.9 sopra e sotto immagini della copertura disegnata da Renzo piano per il California Academy of Sciences 20 Da questi esempi si deducono i molteplici vantaggi del tetto verde. Dal punto di vista Ambientali, assorbendo il calore, i tetti verdi riducono l'utilizzo degli apparecchi di raffreddamento degli edifici, oltre a filtrare l'aria inquinata, eliminando le particelle in sospensione nell'aria e l'anidride carbonica. Inoltre durante gli episodi di forti piogge, le città hanno spesso delle difficoltà ad evacuare l’acqua e una superficie sufficiente di giardini sospesi aumenta considerevolmente l’assorbimento dell’acqua pluviale, alleviando così la rete fognaria. Questi tetti vegetali, sulla scala di una città, possono anche ridurre l’effetto di isola termica, e ridurre sensibilmente la temperatura della città in estate. Ci sono inoltre vantaggi di tipo economico ad esempio una semplice diminuzione di 1°C della temperatura di superficie elimina il 5% della richiesta di elettricità per la climatizzazione e il raffreddamento degli ambienti. Inoltre tali coperture vegetalizzate hanno un ruolo isolante. Secondo l'esperienza europea, i tetti verdi durano il doppio dei tetti ordinari e possono anche servire a fini agricoli. La realizzazione risulta abbastanza semplice nell'insieme, e la manutenzione dipende dal tipo di vegetazione scelto. Dal punto di vista sociale i tetti verdi offrono un buon isolamento acustico e un'oasi di verde. La tecnologia offre anche possibilità di coltivazione in un contesto urbano che si potrebbe sfruttare per aiutare a nutrire le famiglie dei centri urbani riducendo così il trasporto di verdure dalle campagne verso i centri urbani. Per quanto riguarda la composizione di tetto verde o vegetale si utilizzano essenzialmente di quattro elementi. Partendo dal supporto del tetto, troviamo: una membrana di tenuta stagna: bitume, gomma, poliolefina / TPO / FPO (cartuccia etilene propilene + polipropilene) o PVC. E’ poi presente uno strato di drenaggio e di filtraggio: granulato di argilla espansa, sassi, ghiaia, tavole di polistirolo alveolato e rigato. Sopra questo strato si trova un substrato di crescita: muschio di sfagno, terriccio, terra nera, compost. Infine si ha una strato vegetale in cui solitamente si privilegiano le piante indigene più resistenti alle temperature esterne che si stabiliscano rapidamente per coprire le superfici di suolo in modo da ridurne il prosciugamento dal sole e dal vento. I coprisuolo infine hanno anche il vantaggio di lasciare poco spazio per le erbacce e di ridurre la manutenzione. 3.3 Le facciate Per quanto riguarda gli edifici dirigenziali il progetto che ha influenzato maggiormente la geometria dei volumi e l’aspetto bioclimatico è il Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario Cucinella che ha vinto nel 2009 l’importantissimo premio Mipim Award. La particolarità del progetto è una piega trasparente che disegna la facciata dando origine a una forma dinamica in grado di trasformarsi dal giorno alla notte in risposta alle diverse esigenze legate all’orientamento. Il complesso è 21 interamente rivestito da una doppia pelle in vetro con motivi serigrafati che evocano gli edifici storici della zona. Nell’intento di assurgere a modello di architettura sostenibile, il progetto adotta varie strategie ambientali: un’ampia apertura sul tetto convoglia la luce naturale a tutti i piani dell’edificio e contemporaneamente produce un effetto camino che assicura un’efficace ventilazione naturale. Il sistema di aperture è stato inoltre studiato per ottimizzare l’irraggiamento solare e minimizzare l’uso di luce artificiale. Il padiglione utilizza energia geotermica, rinfrescando e riscaldando la massa dei solai per ottenere un effetto radiante sia in estate che in inverno. Fig.3.10 Sezione del Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario Cucinella 22 Fig.3.11 Sopra e sotto immagini delle facciate del Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario Cucinella 23 Molto importante per lo studio delle facciate e dei volumi degli edifici dirigenziali è il progetto del auditorium e centro congressi Kursaal di R. Moneo. I due blocchi dai prospetti inclinati, inquadrano, tra di loro la baia, come enormi cristalli traslucidi arenati sulla sabbia, che lasciano intravedere il mare fra le maglie della città. Interessante è l'uso dei materiali, elemento fondante del progetto. Il paradosso del Kursaal sta infatti nel concretizzarsi di un contrasto, materico e architettonico. Pur essendo rivestiti in vetro, i cubi del Kursaal mettono in scena uno spazio introverso, chiuso, monolitico. Fig.3.12 Sopra e sotto immagini delle facciate del Auditorium Kursaal di R. Moneo a San Sebastinan 24 I riferimenti per l’hotel sono stati molto differenti sia per l’aspetto compositivo che tipologico. Dal punto di vista dei volumi e degli spazi è stato interessante lo studio del edificio ex Ducati a Rimini di Mario Cuccinella. È stato molto interessante come ha differenziato il piano terra tutto vetrato che risalta rispetto alla massa compatta delle facciate dei piani successivi, che si sviluppano come un quarto di cerchio e, da una parte, sono rivestite da una sorta di “pelle” vegetale, in maniera da creare un fronte urbano compatto, mentre dall’altra presentano una finitura lignea. L’involucro sarà realizzato con elementi schermanti in vetro e trefoli in acciaio, fissati puntualmente alla struttura dei ballatoi di accesso agli uffici, e sui quali cresceranno essenze rampicanti: l’aspetto sarà di un giardino verticale, che rievoca l’immagine degli edifici ricoperti di edera. Fig.3.13 Immagini delle facciate del edificio ex Ducati a Rimini di M. Cucinella L’altro progetto che ha creato le suggestioni per lo studio della facciata dell’hotel è il Neiman Marcus a Boston firmato dall’architetto Elkus Manfredi. Questo edificio si vuole differenziare dal resto dell’edificato presente nel masterplan venendo a creare un trait d’union fra la parte commerciale più curvilinea e schiacciata al terreno rispetto alla parte dirigenziale dell’area che ha delle geometrie monolitiche e verticali. Progettato per apparire come un abito su una donna, la facciata Neiman Marcus, è composto da pannelli di acciaio inossidabile, ognuno con una curvatura unica. La facciata non è certo quello che ci si aspetterebbe di fronte a un centro commerciale. 25 L’architetto Elkus Manfredi in un intervista dice “Il negozio è stato accuratamente progettato per apparire in movimento se considerato da un punto di riposo”. Fig.3.14 Immagini delle facciate del Shopping Centre Neiman Marcus disegnate da Elkus Manfredi a Boston Per quanto riguarda i serramenti e le aperture della facciata plastica del hotel il riferimento principale sono gli edifici di Frank Gehry come per esempio la Dancing House a Praga. Le aperture non devono essere percepite, nella volontà del progettista, come delle semplici forme su una superficie piana, ma dare l'effetto della tridimensionalità, di qui l'idea di telai sporgenti come cornici di quadri. 26 Fig.3.15 Immagini delle facciate della Dancing House a Praga di F. Gerhy 3.4 Le coperture morbide Per lo studio delle parti porticate del progetto è stato di forte impatto il progetto per la bus stop BS plazt disegnata da F. Gehry. Questa copertura pur essendo piena da una idea di leggerezza e permeabilità della luce fra le vari parti che la compongono. Fig.3.16 sopra e sotto Immagini delle della copertura del bus stop di Bs Platz disegnate da F. Gerhy 27 Inoltre sempre per lo studio delle coperture è stato molto utile visitare il sito della Kalzip marchio leader sul mercato internazionale per la produzione di sistemi di coperture metalliche e facciate con bordatura verticale in alluminio. Kalzip è un sistema di copertura con bordatura verticale costituito da pannelli profilati in alluminio prefabbricati impiegando tecniche all’avanguardia. Il sistema di copertura Kalzip come si può vedere dalle immagini seguenti offre innumerevoli possibilità di applicazione. Fig.3.17 sopra e sotto esempi di possibili realizzazioni utilizzando il sistema Kalzip 28 3.5 Il verde verticale L’utilizzo del verde verticale come del tetto giardino negli edifici del masterplan è molto importanti per diversi aspetti. I muri verdi che sono irrigati, proteggono i muri dei fabbricati dai raggi solari, consentono di rinfrescare naturalmente i muri maestri (da –7° a—15°) migliorando così il bilancio termico di un edificio, il consumo di energia può dunque essere ridotto sia in estate che in inverno in modo significativo. Offre caratteristiche di isolamento e di assorbimento acustico, grazie alla sua densità ed alla sua struttura. In questo modo migliora la qualità della vita recando una sensazione di confort non soltanto con il suo aspetto visivo ma anche con la riduzione dei rumori ambientali. Essendo materiale vegetale in buona parte sempreverde, ha la capacità di trattenere le polveri sottili presenti in atmosfera oltre a fornire un importante assorbimento della CO2 grazie alla fotosintesi clorofilliana. 29 E’ risaputo e scientificamente provato il valore terapeutico di vivere a contatto con la natura ed in modo particolare con i vegetali e gli aromi. Gli essudati delle piante hanno aspetto positivo sia sulla psiche sia sulla malattie allergologiche. Il verde verticale è composto da un substrato con grande capacità di ritenzione dell’acqua. Questo substrato è vegetale, quindi organico, che può assorbire fino a venti volte il suo peso, ciò permette alle piante di resistere a elevate temperature, alla siccità, venti caldi e all’eventuale interruzione dell’irrigazione nel limite di 48/72 ore secondo il tipo di piante utilizzate. Il sistema di irrigazione integrato è composto da tubi con microsgocciolatori anti-colmatura comunemente utilizzati per l’agricoltura, consentono un particolare risparmio di acqua. Questo sistema permette un rifornimento d’acqua anche con debole portata ed assicura una ideale idratazione del substrato. Una soluzione definita “irrigazione fertilizzante”, composta essenzialmente d’acqua che può essere arricchita con oligoelementi o con dei prodotti fitosanitari, filtra per gravità attraverso il substrato. La soluzione è recuperata alla base del muro, convogliata verso una vasca di raccolta, poi nuovamente distribuita nei muri. Ciò comporta un notevole risparmio dell’acqua. La funzione di riciclaggio consente inoltre di analizzare costantemente la sua composizione tramite delle sonde e di regolare le dosi di prodotti fitosanitari. Conoscere il consumo delle piante consente inoltre di anticipare i bisogni e prevenire eventuali patologie. A Rozzano il giardino verticale più grande d’Italia progettato da Francesco Bollani. 44.000 piantine, 200 specie diverse per una superficie di 1.250 mq. Il giardino ricopre la superficie esterna del centro commerciale Fiordaliso e contribuisce al bilanciamento termico dell’edificio riparandolo dai raggi solari diminuendo il consumo energetico, trattiene le polveri sottili e assorbe CO2, riduce i rumori ambientali e può essere facilmente smontato e riutilizzato. 30 Fig.3.18 Facciata verde del Firodaliso di Rozzano disegnata F. Bollani 31 4 4.1 PROGETTO ARCHITETTONICO Progettare in 3D La parte di progettazione architettonica si è sviluppata in due step molto legati fra loro. Il primo caratterizato da un disegno 3D dei volumi dimensionati e posizionate in modo corretto all’interno dell’area. Queste prime immagini sono servite per capire l’impatto dei differenti edifici dando il via alla seconda parte del lavoro dove grazie alle suggestioni dei riferimenti si è passati a un ridisegno tridimensionale delle diverse parti correggendo e modificando determinati aspetti a seconda delle diverse criticità che si riscontravano durante il lavoro. Il progetto si è quindi compiuto grazie alla costante revisione dei disegni tridimensionali che hanno permesso di avere un controllo maggiore dell’intero ambiente, perché non separando le piante dalle sezioni ma rappresentandole in un unico disegno gli edifici vengono visualizzati nelle viste tradizionali, ma soprattutto rispetto a un disegno in due dimensioni si riescono ad avere viste prospettiche come se ci si muovesse nello spazio virtuale. Questa metodologia oltre ad avere un impatto grafico molto forte ha permesso di avere una comprensione immediata per tutti i diversi “attori” del lavoro di tesi. Fig.4.01 Render di progetto vista da Ovest Questo metodo di lavoro anche se più faticoso perché il disegno 3D è più lungo e macchinoso rispetto a quello bidimensionale si è rivelato anche molto valido per la composizione geometrica dei singoli edifici mettendo in mostra i punti deboli in modo immediato. Questo mi ha permesso a mio 32 avviso di avere un omogeneità nel lavoro, dove alla parte commerciale progettata pensando a una realizzazione più prefabbricata a moduli si contrappone la parte direzionale creata da scomposizioni geometriche. Le trait d’union fra le due tipologie, cuore del cuneo d’acqua, è l’edificio del hotel che se dalla parte commerciale si sviluppa con forme sinuose come se fosse una gonna mossa dal vento, dalla lato che da sul direzionale assume una forma squadrata con tagli che sembrano aver generato gli stessi uffici ai quali viene raccordato da una tettoia a ragnatela che vuole creare nello spazio protetto fra gli edifici una piazza coperta. 4.2 Il commerciale I primi edifici sui quali ho incentrato l’attenzione sono quelli commerciali. Di grandissima importanza è stato lo studio dei supermercati della catena Mpreis come già detto in precedenza per il nuovo modo di approcciarsi alla tipologia commerciale cercando di creare spazi gradevoli sia per i clienti che per i lavoratori. Questo aspetto e l’utilizzo del verde nell’architettura sono i temi principali che hanno influenzato maggiormente la progettazione. L’edificio del commerciale con superficie coperta maggiore 5000 mq è particolarizzato dalla copertura curvilinea che partendo da terra disegna una copertura verde, morbida e calpestabile, che come un nastro che si svolge, esce dal terreno. Il disegno della sezione è stato cambiato diverse volte per dare la sensazione non di un edificio posizionato nel ambiente bensì che nasce dal terreno. Le superfici verticali disegnate dal nastro sono interamente vetrate per permettere un grande apporto di illuminazione naturale. Inoltre data la grande dimensione sono stati inseriti dei lucernari nel tetto che oltre ad apportare luce permettono all’aria di passare fungendo da camini. Fig.4.02 Prospetto laterale del commerciale “grande” 33 Questa ventilazione passante abbinata al tetto verde permette di avere un consumo energetico ridotto per mantenere un buon microclima per gli utilizzatori. Rispetto agli altri edifici si trova a -1m questo sia per rendere più morbida la salita sul tetto verde sia per creare continuità fra questa speciale copertura e quella frammentata del commerciale “piccolo”. Fig.4.03 Percorso ribassato fra le due tipologie di commerciale In questo modo si viene a formare un percorso protetto fra le due tipologie di edificio sempre a -1m delimitato da un lato dal fronte principale dell’edificio più grande e dall’altro dalle rampe scalinate e sedute che portano agli edifici minori. Gli edifici del commerciale con superficie coperta di circa 155 mq sono quelli con le dimensioni più contenute. In pianta sono rappresentati come dei quadrati 12,5 m x 12,5 m composti da moduli prefabbricati di 1,25 m per le parti chiuse e portanti mentre le parti vuote con dimensioni proporzionali alle pareti piene son in vetro per permettere di creare così diversi passaggi e una buona illuminazione. In questo modo ho ottenuto un effetto pieno vuoto che viene riproposto in copertura in modo da creare un passaggio della luce riflessa anche dal soffitto. 34 Fig.4.04 Render del commerciale piccolo Questo particolare sistema di copertura è composto da due moduli uno largo 1,25 che si sovrappone alle parti piene mentre l’altro di dimensione variabile è posto sopra le vetrate. Avendo forma uno concava e l’altra convessa si viene a creare uno spazio vetrato che permette l’ingresso della luce. Allo stesso modo viene studiato il percorso che collega i diversi edifici commerciale in modo da creare un percorso coperto parallelo a quello che divide il piccolo commerciale dal grande. Questa tettoia utilizzando i moduli della copertura del piccolo commerciale protegge i visitatori dalle intemperie impedendo di creare un percorso completamente chiuso e soffocante ma assumendo questa forma quasi scheletrica diventa un filtro permeabile alla luce che grazie al continuo accostamento di curve specchiate fra loro crea durante il giorno diversi giochi di luce e ombra. È stata seguita questa soluzione anche per un motivo pratico come creare degli spazi verdi coperti perché grazie all’areosità della copertura il manto erboso riesce a crescere normalmente. 35 Fig.4.05 Render del porticato Percorso coperto Questo percorso protetto forma uno sparti acque fra l’edificio del commerciale “grande” e un altro edifici del commerciale con superficie coperta di circa 312 mq. La particolarità di questo edificio che oltre a completare l’effetto collina verde dell’edificio ipogeo diviene l’apice del cuneo d’acqua dove è presente l’attività ricettiva e direzionale. La sua forma geometrica si contrappone alle rotondità del commerciale anticipando lo stile utilizzato per gli edifici degli uffici. La sua geometria è semplice di forma rettangolare, ma è il suo inserimento che lo particolarizza. Infatti diventa parte integrante di un piano inclinato ricoperto con manto erboso. Le aperture laterali son disegnate dal piano e dalla geometria del edificio e quindi assumono forme triangolari e allungate. Gli ingressi si trovano nelle vetrate dei lati più corti, quella che dà sull’hotel ha una forma trapezoidale perché segue l’andamento del piano inclinato mentre quella che si rivolge verso l’esterno dell’area ha una forma rettangolare sormontata da un setto che funziona da copertura e da terrazzo che crea, col piano inclinato verde, un particolare intersezione di volume dalle quali si sviluppano poi le altre aperture. 36 Fig.4.06 Render edificio ipogeo L’ edificio commerciale situato a nord dell’area ha superficie coperta di circa 900 mq. In pianta ha una forma geometrica semplice, la particolarità sta nella copertura dove è stato sviluppato il tema della copertura del commerciale “piccolo”. Utilizzando un sistema prefabbricato composto da solidi geometrici molto arrotondati grazie alla contrapposizione fra le diverse curve si vengono a formare i lucernari che permettono un abbondante illuminazione dell’interno tramite luce riflessa. Inoltre la facciata a nord viene influenzata dalla stessa copertura che scende creando le due aperture vetrate. Fig.4.07 Vista dell’area da Nord. 37 Sul lato opposto è stata inserita una vetrata, che dirige la vista verso il centro del progetto, protetta da una tettoia sagomata che si sviluppa della stessa copertura. Fig.4.08 Render edificio commerciale con parete trattata con verde naturale. Le due restanti pareti vengono trattate a verde verticale che offre caratteristiche di isolamento e di assorbimento acustico, grazie alla sua densità ed alla sua struttura. In questo modo migliora la qualità della vita recando una sensazione di comfort non soltanto con il suo aspetto visivo ma anche con la riduzione dei rumori ambientali. Questo aspetto è molto importante perché è l’edificio situato più vicino alla provinciale di viale Treviso e inoltre trattiene le polveri sottili e assorbe CO2. Specchiato rispetto a quest’ultimo edificio quindi situato a Sud dell’area si trova l’ultimo edificio commerciale che ha una superficie di circa 3500 mq. Rispetto agli altri edifici presenta una pianta arrotondata sui due lati lunghi questo è dovuto al disegno della particolare copertura che composta sempre da medesimi blocchi prefabbricati inclinati verticalmente in modo da creare uno sfalsamento fra i diversi blocchi che permette così la creazione di spiragli dai quali riesce ad entrare la luce. Questa soluzione proposta in modo differente rispetto alle altre dove l’accostamento di due blocchi sagomati in modo differente permetteva l’illuminazione dell’interno, si è rivelata altrettanto funzionale soprattutto considerando la grande superficie in pianta dell’edificio e quindi la difficoltà di riuscire ad avere un adeguato apporto luminoso naturale. 38 Fig.4.09 Particolare copertura sfalzata edificio commerciale L’utilizzo per la tipologia del commerciale di coperture prefabbricate, che permettono un notevole abbassamento dei costi, non è stato inteso come un limite alla progettazione anzi è stato un modo per cercare di esplorare differenti soluzioni cercando di ottenere risultati dal punto di vista funzionale ed estetico appaganti. Inoltre i pacchetti prefabbricati hanno degli standard tecnici elevati visto che ogni pezzo che li compone viene valutato secondo diversi aspetti e permette una realizzazione molto rapida e semplice. 39 4.3 Il ricettivo L’edificio al fulcro del progetto è sicuramente l’hotel con una superficie coperta di circa 900 mq. Fig.4.10 Immagine facciata curva albergo Differentemente dagli edifici commerciali si denota immediatamente come lo studio delle forme per questo volume sia stato più laborioso. Infatti la facciata che da sul commerciale è composta da un basamento di vetro dove sono situate la reception e il servizio di ristorazione. Sopra si posa una una facciata morbida e arrotondata che si specchia sull’acqua come una perla. Fig.4.11 Rapporto albergo uffici e copertura a ragnatela La particolarità son le piante che formano i due piani dove vengono situate le camere che hanno forme differenti per dare alla facciata un effetto di 40 continuo movimento a seconda se il punto di osservazione cambia. Questo viene accentuato anche dal fatto di come viene tagliata in modo da ricordare il movimento delle onde. Le finestre vengono trattate incorniciandole in cornici aggettanti questo per ovviare alla difficoltà di inserire un serramento su pareti curve non solo sul piano orizzontale ma anche verticale. Dove c’è la presenza dei balconi questa soluzione non viene utilizzata rendendo ancora più particolare questo fronte. La facciata opposta cioè quella che si rivolge verso l’ Ovest dell’area di intervento assume delle caratteristiche completamente opposte rispetto alla precedente. Infatti le geometrie plastiche vengono sostituite da tagli netti che sembrando dare vita agli edifici del direzionale. La facciata lineare presenta, oltre un taglio nel piano terra, due rientranze nei 2 piani superiori create dai volumi stessi degli uffici. Fig.4.12 Facciata con tagli dell’albergo Questi tagli risultano molto interessanti perché oltre ad evitare un forte contrasto fra le due destinazioni d’uso permette di movimentare la facciata e i percorsi che portano alle camere che hanno una parete vertata che alterna vetrate verticali e inclinate. Per proteggerla dalla radiazione solare viene utilizzato un sistema di brie-soleil che intensifica la presenza delle lamelle protettive con l’aumentare dei piani. 41 Fig.4.13 Vista copertura area uffici 4.4 Il direzionale Dal tetto dell’hotel parte una ragnatela d’acciaio e vetro che serve per creare un percorso coperto che arriva fino al cuore della zona direzionale. Molto particolare è stato lo studio di questa copertura che doveva servire da legante ulteriore fra le due zone. Le forme riprese son quelle degli edifici commerciali con un susseguirsi di zone concave e convesse. Per accentuare l’effetto di cuneo questa copertura come allo stesso modo è stata disegnato il bacino d’acqua si restringe verso la zona centrale venendo invece a creare una piazza coperta fra gli edifici degli uffici. Quest’ultimi sono caratterizzati da una forma fortemente geometrica, ad una prima occhiata rapida sembrano dei parallelepipedi ma in realtà la loro geometria è molto più complessa infatti ogni piano se pur con pianta quadrata ha dimensioni e posizionamento differente e persino le pareli laterali non sono inclinate. 42 Fig.4.14 Vista da Est dell’area in primo piano uffici con griglia per rampicanti e copertura a ragnatela Per accentuare questi movimenti sono stati ricoperti sulle pareti esterne alla piazza da una griglia metallica ortogonale dove poter far crescere della vegetazione per proteggere dalle radiazioni le vetrate che avvolgono gli edifici come un nastro a spirale. Fig.4.15 Vista aerea da Nord Est 43 Sul tetto è presente un’ampia apertura che convoglia la luce naturale a tutti i piani dell’edificio e contemporaneamente produce un effetto camino che assicura un’efficace ventilazione naturale. Questo soluzione è stata utilizzata per diminuire il consumo energetico dell’illuminazione e del rinfrescamento. I quattro edifici che compongono la zona direzionale hanno una geometria simile e sono disposti sempre per accentuare l’effetto di cuneo nella zona commerciale. 4.5 Gli spazi aperti Fig.4.15 Vista zenitale area d’intervento Gli spazi all’aperto sono funzionali al progetto oltre a seguire gli standard urbanistici. Infatti la zona dei parcheggi molto vasta a ridosso della provinciale serve ad allontanare gli edifici da un percorso così trafficato e allo stesso tempo permettono di parcheggiare il mezzo di trasporto appena si entra nell’area. L’inserimento degli edifici è stato studiato anche per rendere semplici le operazioni di rifornimento separando i percorsi che portano alla zona dirigenziale rispetto a quella commerciale grazie a 3 ingressi e relativi parcheggi. Data la grande dinamicità del progetto gli spazi pedonali 44 diventano principalmente dei percorsi che permettono di raggiungere in modo semplice i diversi volumi mentre non si è deciso di creare delle grandi piazze ma trattare principalmente il terreno con la vegetazione per aumentare l’assorbimento delle riflessioni luminose e il benessere spicologico, in modo da rendere anche l’ambiente esterno il più vivibile possibile. Per questo è stato inserito uno specchio d’acqua che oltre a rendere l’immagine del cuneo che irrompe nella zona commerciale portando con se l’hotel e gli uffici ha la funzione separatore fra le diverse zone. Considerando che intorno all’area ci sono degli stabilimenti industriali l’acqua oltre al fattore estetico serve per allontanare gli edifici dalle eventuali fonti di rumore creando una barriera naturale anche dal punto di vista di eventuali intrusioni. In questo modo la zona degli uffici e dell’hotel rimane protetta e separata dal resto del progetto cercando di non fare mischiare i differenti flussi di persone che utilizzano l’area. Gli stessi percorsi sull’acqua sono stati disegnati prendendo ispirazione dai crop circles per creare delle piccole piazze o luoghi di sosta soprattutto per i periodi più caldi dove i visitatori possono avere sollievo dall’evaporazione dell’acqua che contribuisce a creare un microclima più favorevole e una sensazione minore di calore. In questo modo l’obiettivo del masterplan oltre alla progettazione dei volumi delle differenti funzioni vuole essere quello di creare ambienti indoor e outdoor il più vivibili possibile grazie all’uso del verde sia in verticale che orizzontale, la presenza di acqua l’utilizzo dell’illuminazione naturale controllata da schermature e i percorsi coperti che permettono l’utilizzo dell’area anche in condizioni poco favorevoli dal punto di vista meteorologico. 45 5 CONCLUSIONE Questo lavoro oltre ad essere il capitolo conclusivo della mia esperienza accademica è stato molto importante dal punto di vista personale perché mi ha permesso di sviluppare uno stile particolare che segue alcuni principi di architettura studiati negli ultimi anni. Infatti dal mio punto di vista una corretta progettazione deve stare soprattutto attenta agli obiettivi e alle funzioni che una zona deve avere ed è per questo che l’aspetto del benessere ambientale prende un valore principale. L’architettura deve sviluppare ambienti salutari psicologicamente e fisicamente dove i vari aspetti che rendono i luoghi positivi vengano tutelati e sviluppati. Questa situazione non sempre viene rispettata a causa di diverse logiche progettuali, come per esempio quella economica dello sfruttamento intensivo del suolo, che a lungo termine possono rivelare le proprie criticità presentando problemi che poi spesso dovranno essere risolti, con ulteriori spese. Sotto l’aspetto progettuale è stato istruttivo sviluppare il tema del commerciale, dove purtroppo non avevo mai fatto in precedenza esperienza ne al lavoro ne in università, che assume caratteri molto importanti soprattutto nella nostra società dove i diversi aspetti che riguardano il marketing di un prodotto stabiliscono al di la delle caratteristiche stesse il successo o meno e questo viene poi anche associato alle architetture che possono diventare come i prodotti stessi vincenti anche sotto l’aspetto del ritorno economico dovuto sia a fattori di grande afflusso di persone che tecnologico. Il fatto che un museo senza considerare le esposizioni presenti sia un richiamo per tantissimi turisti, come può accadere a Bilbao, o che determinati supermercati abbiano degli standard tecnologici e dove sia per i lavoratori che per i clienti le sensazioni siano meno alienati, ha influssi non soltanto sui proprietari stessi ma su tutta la comunità che può usufruire di queste particolarità. Purtroppo questi aspetti vengono spesso meno, come avviene per i progetti nel sud-est asiatico dove la grandezza o “bigness” (come la chiama Rem Koolhaas che rompe col repertorio classico dell’architettura, dove non esistono più questioni di composizione, di scala metrica, di proporzioni, di dettaglio) rompe col contesto, è incapace di stabilire relazioni con la città classica, ma nella sua quantità e complessità dei servizi che offre, è essa stessa urbana. “La bigness non ha più bisogno della città; rappresenta la città; si appropria della città; o ancora meglio, è la città”. Essa determina l’annullamento dell’identità, propone spazi in cui tutto è possibile e in cui accadono cose, perde il rapporto con il contesto e che come dice Nikos Angelos Salìngaros, urbanista e teorico dell’architettura di origini greche e professore di matematica all’università del Texas, che ha individuato nel gigantismo il primo dei fattori disumanizzanti. “Nemmeno 46 facendosi venire il torcicollo si possono apprezzare forma e dimensioni di un grattacielo con mezzi naturali, c’è bisogno come minimo di un elicottero”. E aggiunge: “Invece di pensare a una città per gli uomini, si è ideata una città che rispecchiasse il concetto di progresso scientifico. Se oggi le nostre città sono devastate dalle automobili, dal traffico, dall’inquinamento, se non corrispondono a reali esigenze sociali e produttive, cosa immediatamente visibile nel fenomeno del pendolarismo che riduce la città a un luogo di servizi che si abbandona la sera e in cui si ritorna alla mattina, se le città non si integrano all’ambiente naturale e sono sempre più ostili alle fasce deboli, come bambini e anziani, se si esaltano le costruzioni in verticale, se i nuovi manufatti architettonici possono essere collocati indifferentemente a Dubai come a San Francisco o a Londra, se dalla città viene voglia di scappare anziché trovarvi spazi per il proprio benessere e la propria emancipazione... se accade tutto questo la responsabilità è nella megalomania e nell’intento di pensare ad una città che disdegna l’individuo, che celebra il potere e osanna la tecnologia. Un’urbanistica che distrugge gli elementi di piccola scala e che tratta i bisogni umani come merce non potrà mai rispettare l’ambiente e sottoporrà sempre l’uomo alle esigenze della macchina. L’architettura deve rispettare le culture locali, deve porre al centro della sua concezione l’identità del luogo, la tradizione, la storia dell’uomo con i suoi bisogni e i suoi costumi, e non creare uno stile universale”. Inoltre Ole Bouman, direttore dell’istituto olandese di architettura, rimprovera all’architettura di aver contribuito in modo inequivocabile alla crisi, “costruendo senza tenere conto di criteri concreti come l'accessibilità, l'utilità sociale, il consumo energetico e la gestione futura degli edifici”. Non è più tempo di fossilizzarsi sul contrasto tra modernità e tradizione, una battaglia ormai vecchia di più di un secolo. Invece di accanirsi sul concetto di innovazione, gli architetti dovrebbero dedicarsi al bene comune, soddisfacendo le reali necessità sociali. L’architettura deve contribuire al miglioramento della salute, della coesione sociale al sistema economico, grazie a un corretto utilizzo delle energie. È per questo che in questo progetto ho cercato sempre di trovare soluzioni che prediligono la dimensione umana, l’illuminazione e la ventilazione naturale, l’utilizzo del verde in architettura, l’utilizzo di strutture prefabbricate, caratteristiche che non hanno bisogno di particolari tecnologie ma che permettono una buona qualità della vita senza la necessità di consumi energetici e costi esagerati. Quindi riassumendo il percorso che mi ha portato a questo progetto è stato, dopo una fase di ricerca e studio dell’area, uno studio dei volumi e infine un esercizio di composizione fra le forme con lo scopo di dare alla modularità un aspetto vario e movimentato. Lo sviluppo del progetto è stato permesso grazie all’utilizzo del disegno 3D, questo particolare modo di procedere l’ho ereditato dall’attività lavorativa che svolgo al di fuori dell’università, e della relativa renderizzazione che ha fatto in modo 47 di visualizzare in modo molto semplice i rapporti fra le forme dei vari volumi, sperimentare soluzioni nuove, ricercare un linguaggio per la trasformazione di un’area industriale in un luogo di lavoro dove differenti funzioni vengono a convivere nella stessa area cercando di risolvere le criticità presenti. 48 6 BIBLIOGRAFIA Germano Celant Bilbao a Genova. La cultura cambia la citta’ edizioni Skira. Francesco del Co Frank O. Gerhy. Tutte le opere edizioni Electa Casabella 666, aprile/april 1999 Rafael Moneo. Centro Culturale Kursaal/Cultural Centre Kursaal", sito ufficiale di Mario Cucinella: www.mcarchitects.it sito ufficiale di Peter Lorenz: www.peterlorenz.at/ sito ufficiale dello studio One works: www.one-works.com sito ufficiale dello studio Foreign Office Architects : www.f-o-a.net sito ufficiale di Renzo Piano : www.renzopiano.com sito ufficiale dello studio Elkus Manfredi Architects: www.elkus-manfredi.com sito di Cronaca Milano articolo sul giardino verticalile di Rozzano: www.cronacamilano.it/cronaca/3011-giardino-verticale-rozzano-e-il-piu-grande-ditalia-ede-sopra-al-fiordaliso-aperto-a-tutti.html sito ufficiale dell’azienda Kalzip: www.kalzip.com sito ufficiale dello studio Kempe Thill: www.atelierkhempethill.com Rem Koolhaas JUNKSPACE edizioni Quodlibet Rem Koolhaas Delirius New York edizioni Electa Nikos Salingaros No alle Archistar libreria editrice fiorentina articolo di Beatrice Manzoni (consulente centro ASK – università Bocconi - ): Bigness, Junkspace e spazi museali contemporanei: “fanculo il contesto” o “è la città?”. Germano Celant Bilbao a Genova. La cultura cambia la citta’ edizioni Skira. 49 7 INDICE DELLE FIGURE Fig.2.1 Vista zenitale dell’attuale stato del lotto d’interesse inserito nel contesto periferico urbano. Pag. 6 Fig.2.2 Vista dell’unico accesso del lotto Pag. 6 Fig.2.3 Vista della zona carico e scarico del fabbricato industriale. Pag. 7 Fig.2.4 Forma della copertura e shed dell’attuale fabbricato. Pag. 8 Fig.2.5 Localizzazione delle diverse funzioni nell’area di progetto. Pag. 9 Fig.2.6 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati Pag. 10 Fig.2.7 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati Pag. 10 Fig.2.8 Render planivolumetrici di studio Pag. 11 Fig.2.9 Progetto planivolumetrico definitivo. Sopra: Vista da Sud; sotto : Vista da Nord-Est Pag. 12 Fig.2.10 Fotoinserimento nel contesto. Vista aerea Pag. 13 Fig.3.1 Vista frontale del supermercato Super M a Telfs Pag. 15 Fig.3.2 Vista della struttura curvilinea del supermercato Super M a Telfs Pag. 15 Fig.3.3 Viste del supermercato Mpreis a Niederndorf Pag. 16 Fig.3.4 Vista dello shopping Ener[gie]nger a Monaco con i relativi pannelli solari in facciata e copertura Pag. 17 Fig.3.5 Foto tetto verde del Carosello Shopping Center a Carugate Pag. 18 Fig.3.6 Render del Carosello Shopping Center a Carugate Pag. 18 Fig.3.7 Schema della ventilazione naturale Pag. 19 Fig.3.8 Centro commerciale Meydan a Istambul Pag. 20 Fig.3.9 sopra e sotto immagini della copertura disegnata da Renzo piano per il California Academy of Sciences Pag. 20 Fig.3.10 Sezione del Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario Cucinella Pag. 22 Fig.3.11 Sopra e sotto immagini delle facciate del Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario Cucinella Pag. 23 50 Fig.3.12 Sopra e sotto immagini delle facciate del Auditorium Kursaal di R. Moneo a San Sebastinan Pag. 24 Fig.3.13 Immagini delle facciate del edificio ex Ducati a Rimini di M. Cucinella Pag. 25 Fig.3.14 Immagini delle facciate del Shopping Centre Neiman Marcus disegnate da Elkus Manfredi a Boston Pag. 26 Fig.3.15 Immagini delle facciate della Dancing House a Praga di F. Gerhy Pag. 27 Fig.3.16 sopra e sotto Immagini delle della copertura del bus stop di Bs Platz disegnate da F. Gerhy Pag. 27 Fig.3.17 sopra e sotto esempi di possibili realizzazioni utilizzando il sistema Kalzip Pag. 28 Fig.3.18 Facciata verde del Firodaliso di Rozzano disegnata F. Bollani Pag. 31 Fig.4.01 Render di progetto vista da Ovest Pag. 32 Fig.4.02 Prospetto laterale del commerciale “grande” Pag. 33 Fig.4.03 Percorso ribassato fra le due tipologie di commerciale Pag. 34 Fig.4.04 Render del commerciale piccolo Pag. 35 Fig.4.05 Render del porticato Percorso coperto Pag. 36 Fig.4.06 Render edificio ipogeo Pag. 37 Fig.4.07 Vista dell’area da Nord. Pag. 37 Fig.4.08 Render edificio commerciale con parete trattata con verde naturale. Pag. 38 Fig.4.09 Particolare copertura sfalzata edificio commerciale Pag. 39 Fig.4.10 Immagine facciata curva albergo Pag. 40 Fig.4.11 Rapporto albergo uffici e copertura a ragnatela Pag. 40 Fig.4.12 Facciata con tagli dell’albergo Pag. 41 Fig.4.13 Vista copertura area uffici Pag. 42 Fig.4.14 Vista da Est dell’area in primo piano uffici con griglia per rampicanti e copertura a ragnatela Pag. 43 Fig.4.15 Vista aerea da Nord Est Pag. 43 Fig.4.15 Vista zenitale area d’intervento Pag. 44 51 7 INDICE DELLE TAVOLE FORMATO A0 TAV. 1 STATO DI FATTO E PLANIVOLUMETRICO scala 1:1000 e scala 1:2000 TAV. 2 COPERTURE E PIANO TERRA scala 1:500 TAV. 3 COMMERCIALE DA 155 mq E DA 312 mq scala 1:100 TAV. 4 COMMERCIALE DA 3.500 mq E DA 900 mq scala 1:200 TAV. 5 COMMERCIALE DA 5.000 mq scala 1:200 TAV. 6 ALBERGO scala 1:100 e 1:200 TAV. 7 UFFICI scala 1:100 52