POLITECNICO DI MILANO PROGETTAZIONE DI UN CENTRO

POLITECNICO DI MILANO
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’
Corso di Laurea Magistrale
TS7 Progetto Tecnologico e Strutturale delle Costruzioni
PROGETTAZIONE
DI UN CENTRO DIREZIONALE E COMMERCIALE
CON ALBERGO
NEL LOTTO EX SUPER//FLUO A PORDENONE.
Relatore: Prof. Arch. Daniele Giovanni PAPI
Tesi di Laurea di
Jeronimo SANTUS
Matr. n. 725729
ANNO ACCADEMICO 2010 - 2011
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INDICE
ABSTRACT………………………………………………………………...….pag 4
1 INTRODUZIONE………………………………………………………….pag 5
2 PRESENTAZIONE AREA DI PROGETTO………………………….....pag 6
2.1 Linee guida……………………………………………………………....pag 7
2.2 Studio dei volumi………………………………………………………..pag 8
2.3 Masterplan……………………………………………………………....pag 11
3 STUDIO DEI RIFERIMENTI…………………………………………….pag 14
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
I supermercati seriamente sexy……………………………………...pag 14
Il tetto giardino…………………………………………………..….….pag 17
Le facciate…………………………………………………………..….pag 21
Le coperture morbide………………………………………………….pag 27
Il verde verticale……………………………………………………….pag 29
4 PROGETTO ARCHITETTONICO………………………………..…….pag 32
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
Progettare in 3D……………………………………………………..….pag 32
Il commerciale…………………………………………………….…….pag 33
Il ricettivo……………………………………………………………..….pag 40
Il direzionale…………………………………………………………….pag 42
Gli spazi aperti………………………………………………………….pag 44
5 CONCLUSIONE………………………………………………………….pag 46
6 BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………..pag 49
7 INDICE DELLE FIGURE……………………………………………..….pag 50
8 INDICE DELLE TAVOLE FORMATO A0…………………………..….pag 52
3
ABSTRACT
Il progetto di tesi riguarda la progettazione di un centro direzionale e
commerciale con albergo nel lotto ex Super//Fluo a Pordenone.
Il progetto prevede la riqualificazione dell’area industriale con l’inserimento
di funzioni commerciali, dirigenziali e ricettive.
Il tema principale è lo sviluppo di ambienti salutari psicologicamente e
fisicamente. Ho quindi deciso di scorporare i diversi servizi in differenti edifici
inseriti in un contesto reso il più possibile naturale tramite l’utilizzo del verde
in facciata e in copertura.
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1
INTRODUZIONE
Come ultima tappa del mio percorso universitario ho deciso di cimentarmi in
un progetto di Master Plan in un contesto produttivo industriale. In
particolare mi sono concentrato sulla possibile mistione di destinazioni d’uso
capaci di soddisfare i bisogni crescenti della città. Quindi il progetto prevede
la riqualificazione dell’area con l’inserimento di funzioni commerciali,
dirigenziali e ricettive.
Infatti dal mio punto di vista una corretta progettazione deve stare soprattutto
attenta agli obiettivi e alle funzioni che una zona deve avere ed è per questo
che l’aspetto del benessere ambientale prende un valore principale.
L’architettura deve sviluppare ambienti salutari psicologicamente e
fisicamente dove i vari aspetti che rendono i luoghi positivi vengano tutelati e
sviluppati. Ho quindi deciso di scorporare i diversi servizi in differenti edifici
collegati da passaggi coperti inseriti in un contesto reso il più possibile
naturale tramite l’utilizzo del verde e di uno specchio d’acqua.
Ho anche cercato di ammorbidire l’impatto visivo degli edifici stessi
prediligendo l’utilizzo di forme plastiche, di vetrate, e di rivestimenti naturali
come il tetto giardino e il verde verticale . In questo modo, oltre ad avere un
buon impatto visivo dal punto di vista estetico e a migliorare il benessere
ambientale si ha anche un risparmio energetico sia per il riscaldamento che
per il raffrescamento .
Il progetto architettonico è quindi di ampio respiro in quanto implica una
profonda trasformazione sia dei manufatti edilizi che delle destinazioni d’uso.
Questo lavoro mi ha molto stimolato sia per la vastità dell’aria che per la
complessità delle problematiche presenti.
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2 AREA DI PROGETTO
L’area di interesse ha superficie territoriale di 70.000 mq e si trova a
Pordenone lungo la provinciale Viale Treviso. Il lotto (Fig.2.1) di proprietà
della SUPER//FLUO appartiene, secondo l'attuale piano regolatore
(P.R.G.C), alla zona urbanistica D3, dove si prefigurano insediamenti di tipo
industriale e artigianale.
Tramite sopralluoghi e immagini fotografiche ho preso atto dello stato
attuale del lotto da riqualificare. In particolare si è rilevata l’esistenza di una
struttura a destinazione industriale che ricopre quasi la totalità della
superficie (Fig.2.1).
Fig.2.1 Vista zenitale dell’attuale stato del lotto d’interesse inserito nel contesto
periferico urbano.
Attualmente il lotto prevede un unico accesso (Fig.2.2) tramite cui si
possono raggiungere la zona di carico e scarico (Fig.2.3) e la zona degli
uffici.
Fig.2.2 Vista dell’unico accesso del lotto
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Fig.2.3 Vista della zona carico e scarico del fabbricato industriale.
2.1 Linee guida
Volendo sfruttare la possibile mistione di destinazioni d’uso capaci di
soddisfare i bisogni crescenti della città, ho pensato di creare una zona
estremamente dinamica, tramite la realizzazione di strutture aperte alla
collettività e all’intensificazione dei rapporti sinergici con le unità produttive
della zona.
Ho quindi deciso di raccogliere all’interno del lotto: un polo direzionale,
strutture commerciali polifunzionali e aree verdi. In particolare in termini di
superfici: 11.000 mq sono destinati al commerciale suddiviso in grande,
medio e piccolo, 880 mq destinati al ricettivo costituito dall’albergo e 1600
mq destinati ad uffici, L’intervento comprende anche la costruzione di 18.000
mq di parcheggi suddivisi in 11.000 per il commerciale 1.600 per il
direzionale e 600 per il ricettivo, e la creazione di una rotonda di ingresso
all’area di studio su viale Treviso. In totale la superficie coperta è di 13.000
mq pari a 20% della superficie totale.
Dopo aver analizzato l’area d’intervento, i primi spunti progettuali
prevedevano il riutilizzo della griglia strutturale e il mantenimento di alcuni
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shed (Fig.2.4) per mantenere una memoria storica dell’antecedente utilizzo
dell’area.
Fig.2.4 Forma della copertura e shed dell’attuale fabbricato.
Rispettando questa griglia strutturale, le attività commerciali sono state
localizzate nella parte Nord-Ovest, al centro è stata collocata la parte ricettiva
del progetto con il parco lo specchio d’acqua e un edificio con funzione di
ristoro che vuole diventare il fulcro dell’intera area. Nella parte Est distanziate
dall’attività commerciale sono state invece collocati gli uffici e l’hotel
(Fig.2.5).
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Vista da Nord-Est
Vista zona ricettiva
Vista da Sud-Est
Vista zenitale
Fig.2.5 Localizzazione delle diverse funzioni nell’area di progetto.
2.2
Studio dei volumi
Il riadattamento di questa linea progettuale alle necessità di viabilità, di
utilizzo della superficie e di libertà progettuale ha causato l’abbandono
dell’utilizzo delle vecchie strutture industriali. In questo modo il progetto si è
liberato da diversi vincoli progettuali, permettendo sia una migliore
organizzazione del suolo, che una migliore ridistribuzione e controllo dei
volumi.
Le linee guida non sono state completamente stravolte, infatti molti aspetti
come il mantenimento delle strutture commerciali nella zona a Nord-Ovest
dell’area sono state mantenute, perché permettono di dividere il traffico
diretto ai supermercati, che necessita una maggiore facilità di collegamento
con la provinciale, rispetto a quello diretto agli uffici e alla zona ricettiva.
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Fig.2.6 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati
Inoltre si è cercato di mantenere l’effetto ombreggiante e la forma
geometrica degli shed con l’utilizzo di una membrana semi opaca che ha la
funzione di creare dei collegamenti protetti dalle intemperie fra le diverse
attività. Nella parte Sud viene sempre collocata l’attività direzionale e quella
ricettiva. Nelle fasi successive altri aspetti sono stati riutilizzati come la
presenza di uno specchio d’acqua e una maggiore frammentazione delle
attività commerciali per metterle in rilievo rispetto al blocco di commercio
“grande”.
Vista da Sud
Vista zenitale
Fig.2.7 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati
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2.3
Masterplan
Con il termine Masterplan si identificano quelle strategie finalizzate
all'ottenimento di un risultato atteso. In Italia quindi il Masterplan è uno
strumento di carattere volontario, non soggetto ad alcuna procedura di
adozione/approvazione, è una sorta di "Piano d’Azione": vi sono delineati gli
obiettivi da raggiungere, definite le competenze, le responsabilità e gli
strumenti che i singoli attori del processo decisionale debbono compiere.
Nei paesi anglofoni, invece, il Masterplan in campo urbanistico coincide con
quello che da noi è il concetto di Piano Regolatore Generale.
Dopo una fase di progettazione più libera e meno vincolata dai parametri
urbanistici, si è passati a un controllo maggiore dei volumi e soprattutto a un
miglioramento della viabilità e dei parcheggi entrambi ridisegnati in modo
più accurato. Non solo i percorsi stradali ma anche quelli pedonali son stati
oggetti di un lungo studio e sono state numerose le prove per raggiungere
una maggiore definizione.
Vista da Sud
Fig.2.8 Render planivolumetrici di studio
Vista zenitale
Da una iniziale separazione delle differenti destinazioni d’uso si è passati a
considerare la parte ricettiva come un cuneo che si inserisce nell’attività
commerciale in modo da unificare l’intero lotto. La parte direzionale non
viene più isolata dalla rete stradale raccordandosi all’hotel. L’acqua diventa
l’unico divisore ma anche un legante naturale fra le differenti funzioni. Il
parco così diventa “le trait d’union” dell’intero progetto.
11
Fig.2.9 Progetto planivolumetrico definitivo. Sopra: Vista da Sud; sotto : Vista da Nord-Est
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Fig.2.10 Fotoinserimento nel contesto. Vista aerea
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3
STUDIO DEI RIFERIMENTI
Arrivati a un buon compromesso fra gli spazi verdi gli spazi edificati, gli
spazi destinati ai parcheggi e alla viabilità le mie energie si sono rivolte ad un
lavoro di ricerca per trovare gli spunti e le ispirazioni necessarie alla
progettazione architettonica.
Con l’intento di creare un ambiente piacevole mi sono preoccupato di
cercare spunti e progetti che prevedono l’utilizzo di caratteristiche tecniche
come grandi vetrate, tetto giardino, verde verticale.
3.1
I supermercati seriamente sexy
Uno dei temi principali è stato quello di rendere meno alienanti le architetture
del commerciale dove normalmente la qualità architettonica dei fabbricati
non è una priorità da perseguire: molto spesso queste costruzioni sono state
considerate come spazi asettici e senza personalità, in pratica solo anonimi
contenitori di prodotti da vendere.
Un ottimo riferimento è stata l’importante catena di distribuzione Mpreis che
ha scelto di rendere i propri supermercati “attraenti”, vere opere di
architettura, moderne e suggestive. Gli interni sono colorati e curati nei
particolari e l’illuminazione assume un importanza fondamentale, il più
possibile naturale grazie a grandi superfici vetrate; in questo modo si evita
l'effetto freddo e alienante del neon. Accanto alle zone di vendita, sono
previste aree relax. A parte queste caratteristiche di fondo, hanno cercato di
non utilizzare uno stile standardizzato e riproducibile, tanto è vero che circa
30 architetti si sono alternati nella progettazione delle nuove filiali. Ormai in
Tirolo sono diventati dei punti di riferimento tanto che le persone pensano a
Mpreis quando vedono un'opera con tanto vetro ed elementi di legno, prima
ancora di vedere il cubo rosso che ne rappresenta il logo. Diventa ormai
naturale associare a questa rete di vendita l'idea di architetture creative e
stimolanti. Una rivista inglese ha coniato la definizione “i supermercati
seriamente sexy”, prontamente adottata dalla catena austriaca.
Un architetto in particolare Peter Lorenz mi ha colpito per il suo modo di
affrontare il tema dei supermercati. Il Super M di Telfs (Fig.3.1) ha un
prospetto molto particolare: la copertura curvilinea, come un nastro che si
svolge, scende a segnare il marcapiano tra piano terra e primo piano,
andando poi a chiudersi a terra (Fig.3.2) è stato un esempio fondamentale.
Le superfici verticali disegnate dal nastro sono interamente vetrate mentre
per proteggere le merci dal sole, il fronte sud è ombreggiato, in parte
dall’aggetto della copertura, in parte da una griglia integrata nella doppia
pelle di vetro.
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Fig.3.1 Vista frontale del supermercato Super M a Telfs
Fig.3.2 Vista della struttura curvilinea del supermercato Super M a Telfs
Sempre progettato da Lorenz il supermercato Mpreis di Niederndorf è stato
una forte ispirazione per la zona porticata del commerciale piccolo. Molto
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interessante è stato l’utilizzo dei tronchi, forniti da una segheria locale, che
sono stati usati per creare una cortina che separa la zona di vendita,
racchiusa da chiusure verticali trasparenti, dall’ambiente esterno. Questo
schermo ligneo, creato da elementi posizionati l’un l’altro a distanze
differenti, fornisce una protezione ai raggi solari e crea davanti all’ingresso
del supermercato uno spazio coperto molto suggestivo, con continui giochi
di luce.
Fig.3.3 Viste del supermercato Mpreis a Niederndorf
Dell’architetto austriaco un altro progetto molto interessante per come
sviluppa il tema della modularità e della ecosostenibilità è il shopping
Ener[gie]nger a Monaco (Fig.3.4), che fa ampio utilizzo di pannelli solari e di
altre soluzioni per il risparmio energetico.
16
Fig.3.4 Vista dello shopping Ener[gie]nger a Monaco con i relativi pannelli
solari in facciata e copertura
Dal punto di vista energetico è possibile creare strutture a bassa richiesta
energetica tramite l’utilizzo del tetto giardino, del verde verticale e di un uso
intelligente delle vetrate.
3.2
Il tetto giardino
Due progetti che sono stati molto importanti per come hanno trattato il tema
del benessere ambientale sono il Carosello Shopping Center a Carugate e il
centro commerciale Meydan di Istambul.
Il primo disegnato dagli studi Dunnett Craven di Londra e One Works di
Venezia, ha come peculiarità la copertura di oltre 16.000 metri quadrati
ricoperta da un manto erboso. Tra l’erba settanta lucernari a tronco di cono
consentono l’illuminazione del centro commerciale. Un sistema di raccolta
delle acque meteoriche fa sì che l'acqua piovana venga recuperata ed
utilizzata per bagni, irrigazione e lavaggio di automobili.
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Fig.3.5 Foto tetto verde del Carosello Shopping Center a Carugate
Fig.3.6 Render del Carosello Shopping Center a Carugate
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Fig.3.7 Schema della ventilazione naturale
Il secondo progetto firmato FOA è stato realizzato in un anno e mezzo
secondo una tecnica strutturale mista con fondazioni e parti ipogee in
cemento armato ed edifici sopra la linea di terra realizzati con pilastri in
cemento armato che sorreggono strutture reticolari in acciaio. Le coperture
dei volumi commerciali del centro si rifanno alla tecnica costruttiva delle
cupole, ottenendo una luce d’interasse pari a 16 metri. Il tetto verde risulta
per mille metri quadrati come un prato raso, mentre nelle restanti parti è
stata piantata un’erba le cui lunghe foglie si orienteranno secondo le
direzioni dei venti. Dal punto di vista microclimatico le fontane nella grande
piazza mitigano in estate le alte temperature, aumentano l’umidità relativa,
mentre lo strato verde assorbe l’acqua meteorica e serve da coibente.
L’illuminazione naturale interna è garantita non solo dalle ampie vetrate,
molte delle quali raggiungono le dimensioni massime fabbricabili, ma anche
da svariati lucernari che sfondano il tetto verde, permettendo alla luce di
entrare direttamente nei volumi di vendita. All’interno la luce è amplificata
dalle controsoffittature in lamiera colorata di bianco che seguono le
inclinazioni delle cupole a sezione piramidale. Il complesso commerciale è
climatizzato grazie al maggiore impianto geotermico esistente in Turchia.
Basato su una rete di più di 200 pozzi che hanno una profondità variabile tra
i 15 e i 150 metri, permette di riscaldare d’inverno e rinfrescare in estate tutto
il complesso che conta, oltre a un ipermercato e al cinema Multiplex, più di
50 negozi retail e servizi di ristorazione.
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Fig.3.8 Centro commerciale Meydan a Istambul
Un altro progetto molto importante esempio di architettura bioclimatica, dove
la copertura verde diventa la caratteristica principale dell’edificio, è la
California Academy of Sciences a San Francisco di Renzo Piano.
Cuore del progetto è il particolare tetto: su di esso sono applicate più di
60.000 cellule fotovoltaiche per la generazione di energia pulita. La
vegetazione autoctona ricopre il tutto creando un tappeto erboso ideale per i
insetti ed uccelli del luogo. Caratteristiche importanti alle quali si aggiungono
anche altri aspetti fondamentali nella progettazione sostenibile: l’isolamento
termico, il recupero delle acque pluviali, l’illuminazione e il riscaldamento
passivi, il miglioramento della qualità dell’aria unitamente ad un’esigua
manutenzione.
Fig.3.9 sopra e sotto immagini della copertura disegnata da Renzo piano per il California
Academy of Sciences
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Da questi esempi si deducono i molteplici vantaggi del tetto verde.
Dal
punto di vista Ambientali, assorbendo il calore, i tetti verdi riducono l'utilizzo
degli apparecchi di raffreddamento degli edifici, oltre a filtrare l'aria inquinata,
eliminando le particelle in sospensione nell'aria e l'anidride carbonica. Inoltre
durante gli episodi di forti piogge, le città hanno spesso delle difficoltà ad
evacuare l’acqua e una superficie sufficiente di giardini sospesi aumenta
considerevolmente l’assorbimento dell’acqua pluviale, alleviando così la rete
fognaria. Questi tetti vegetali, sulla scala di una città, possono anche ridurre
l’effetto di isola termica, e ridurre sensibilmente la temperatura della città in
estate. Ci sono inoltre vantaggi di tipo economico ad esempio una semplice
diminuzione di 1°C della temperatura di superficie elimina il 5% della
richiesta di elettricità per la climatizzazione e il raffreddamento degli
ambienti. Inoltre tali coperture vegetalizzate hanno un ruolo isolante.
Secondo l'esperienza europea, i tetti verdi durano il doppio dei tetti ordinari e
possono anche servire a fini agricoli. La realizzazione risulta abbastanza
semplice nell'insieme, e la manutenzione dipende dal tipo di vegetazione
scelto. Dal punto di vista sociale i tetti verdi offrono un buon isolamento
acustico e un'oasi di verde. La tecnologia offre anche possibilità di
coltivazione in un contesto urbano che si potrebbe sfruttare per aiutare a
nutrire le famiglie dei centri urbani riducendo così il trasporto di verdure dalle
campagne verso i centri urbani.
Per quanto riguarda la composizione di tetto verde o vegetale si utilizzano
essenzialmente di quattro elementi. Partendo dal supporto del tetto,
troviamo: una membrana di tenuta stagna: bitume, gomma, poliolefina / TPO
/ FPO (cartuccia etilene propilene + polipropilene) o PVC. E’ poi presente
uno strato di drenaggio e di filtraggio: granulato di argilla espansa, sassi,
ghiaia, tavole di polistirolo alveolato e rigato. Sopra questo strato si trova un
substrato di crescita: muschio di sfagno, terriccio, terra nera, compost. Infine
si ha una strato vegetale in cui solitamente si privilegiano le piante indigene
più resistenti alle temperature esterne che si stabiliscano rapidamente per
coprire le superfici di suolo in modo da ridurne il prosciugamento dal sole e
dal vento. I coprisuolo infine hanno anche il vantaggio di lasciare poco
spazio per le erbacce e di ridurre la manutenzione.
3.3
Le facciate
Per quanto riguarda gli edifici dirigenziali il progetto che ha influenzato
maggiormente la geometria dei volumi e l’aspetto bioclimatico è il Centre for
Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario
Cucinella che ha vinto nel 2009 l’importantissimo premio Mipim Award.
La particolarità del progetto è una piega trasparente che disegna la facciata
dando origine a una forma dinamica in grado di trasformarsi dal giorno alla
notte in risposta alle diverse esigenze legate all’orientamento. Il complesso è
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interamente rivestito da una doppia pelle in vetro con motivi serigrafati che
evocano gli edifici storici della zona. Nell’intento di assurgere a modello di
architettura sostenibile, il progetto adotta varie strategie ambientali: un’ampia
apertura sul tetto convoglia la luce naturale a tutti i piani dell’edificio e
contemporaneamente produce un effetto camino che assicura un’efficace
ventilazione naturale. Il sistema di aperture è stato inoltre studiato per
ottimizzare l’irraggiamento solare e minimizzare l’uso di luce artificiale.
Il padiglione utilizza energia geotermica, rinfrescando e riscaldando la massa
dei solai per ottenere un effetto radiante sia in estate che in inverno.
Fig.3.10 Sezione del Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina
disegnato da Mario Cucinella
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Fig.3.11 Sopra e sotto immagini delle facciate del Centre for Sustainable Energy
Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario Cucinella
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Molto importante per lo studio delle facciate e dei volumi degli edifici
dirigenziali è il progetto del auditorium e centro congressi Kursaal di R.
Moneo. I due blocchi dai prospetti inclinati, inquadrano, tra di loro la baia,
come enormi cristalli traslucidi arenati sulla sabbia, che lasciano intravedere
il mare fra le maglie della città. Interessante è l'uso dei materiali, elemento
fondante del progetto. Il paradosso del Kursaal sta infatti nel concretizzarsi di
un contrasto, materico e architettonico. Pur essendo rivestiti in vetro, i cubi
del Kursaal mettono in scena uno spazio introverso, chiuso, monolitico.
Fig.3.12 Sopra e sotto immagini delle facciate del Auditorium Kursaal di R. Moneo a San
Sebastinan
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I riferimenti per l’hotel sono stati molto differenti sia per l’aspetto compositivo
che tipologico.
Dal punto di vista dei volumi e degli spazi è stato interessante lo studio del
edificio ex Ducati a Rimini di Mario Cuccinella. È stato molto interessante
come ha differenziato il piano terra tutto vetrato che risalta rispetto alla
massa compatta delle facciate dei piani successivi, che si sviluppano come
un quarto di cerchio e, da una parte, sono rivestite da una sorta di “pelle”
vegetale, in maniera da creare un fronte urbano compatto, mentre dall’altra
presentano una finitura lignea. L’involucro sarà realizzato con elementi
schermanti in vetro e trefoli in acciaio, fissati puntualmente alla struttura dei
ballatoi di accesso agli uffici, e sui quali cresceranno essenze rampicanti:
l’aspetto sarà di un giardino verticale, che rievoca l’immagine degli edifici
ricoperti di edera.
Fig.3.13 Immagini delle facciate del edificio ex Ducati a Rimini di M. Cucinella
L’altro progetto che ha creato le suggestioni per lo studio della facciata
dell’hotel è il Neiman Marcus a Boston firmato dall’architetto Elkus Manfredi.
Questo edificio si vuole differenziare dal resto dell’edificato presente nel
masterplan venendo a creare un trait d’union fra la parte commerciale più
curvilinea e schiacciata al terreno rispetto alla parte dirigenziale dell’area che
ha delle geometrie monolitiche e verticali. Progettato per apparire come un
abito su una donna, la facciata Neiman Marcus, è composto da pannelli di
acciaio inossidabile, ognuno con una curvatura unica. La facciata non è
certo quello che ci si aspetterebbe di fronte a un centro commerciale.
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L’architetto Elkus Manfredi in un intervista dice “Il negozio è stato
accuratamente progettato per apparire in movimento se considerato da un
punto di riposo”.
Fig.3.14 Immagini delle facciate del Shopping Centre Neiman Marcus
disegnate da Elkus Manfredi
a Boston
Per quanto riguarda i serramenti e le aperture della facciata plastica del hotel
il riferimento principale sono gli edifici di Frank Gehry come per esempio la
Dancing House a Praga. Le aperture non devono essere percepite, nella
volontà del progettista, come delle semplici forme su una superficie piana,
ma dare l'effetto della tridimensionalità, di qui l'idea di telai sporgenti come
cornici di quadri.
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Fig.3.15 Immagini delle facciate della Dancing House a Praga di F. Gerhy
3.4
Le coperture morbide
Per lo studio delle parti porticate del progetto è stato di forte impatto il
progetto per la bus stop BS plazt disegnata da F. Gehry. Questa copertura
pur essendo piena da una idea di leggerezza e permeabilità della luce fra le
vari parti che la compongono.
Fig.3.16 sopra e sotto Immagini delle della copertura del bus stop di Bs Platz disegnate
da F. Gerhy
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Inoltre sempre per lo studio delle coperture è stato molto utile visitare il sito
della Kalzip marchio leader sul mercato internazionale per la produzione di
sistemi di coperture metalliche e facciate con bordatura verticale in alluminio.
Kalzip è un sistema di copertura con bordatura verticale costituito da pannelli
profilati in alluminio prefabbricati impiegando tecniche all’avanguardia. Il
sistema di copertura Kalzip come si può vedere dalle immagini seguenti offre
innumerevoli possibilità di applicazione.
Fig.3.17 sopra e sotto esempi di possibili realizzazioni utilizzando il sistema Kalzip
28
3.5
Il verde verticale
L’utilizzo del verde verticale come del tetto giardino negli edifici del
masterplan è molto importanti per diversi aspetti.
I muri verdi che sono irrigati, proteggono i muri dei fabbricati dai raggi solari,
consentono di rinfrescare naturalmente i muri maestri (da –7° a—15°)
migliorando così il bilancio termico di un edificio, il consumo di energia può
dunque essere ridotto sia in estate che in inverno in modo significativo.
Offre caratteristiche di isolamento e di assorbimento acustico, grazie alla sua
densità ed alla sua struttura.
In questo modo migliora la qualità della vita recando una sensazione di
confort non soltanto con il suo aspetto visivo ma anche con la riduzione dei
rumori ambientali.
Essendo materiale vegetale in buona parte sempreverde, ha la capacità di
trattenere le polveri sottili presenti in atmosfera oltre a fornire un importante
assorbimento della CO2 grazie alla fotosintesi clorofilliana.
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E’ risaputo e scientificamente provato il valore terapeutico di vivere a
contatto con la natura ed in modo particolare con i vegetali e gli aromi. Gli
essudati delle piante hanno aspetto positivo sia sulla psiche sia sulla malattie
allergologiche.
Il verde verticale è composto da un substrato con grande capacità di
ritenzione dell’acqua.
Questo substrato è vegetale, quindi organico, che può assorbire fino a venti
volte il suo peso, ciò permette alle piante di resistere a elevate temperature,
alla siccità, venti caldi e all’eventuale interruzione dell’irrigazione nel limite di
48/72 ore secondo il tipo di piante utilizzate.
Il sistema di irrigazione integrato è composto da tubi con microsgocciolatori
anti-colmatura comunemente utilizzati per l’agricoltura, consentono un
particolare risparmio di acqua.
Questo sistema permette un rifornimento d’acqua anche con debole portata
ed assicura una ideale idratazione del substrato.
Una soluzione definita “irrigazione fertilizzante”, composta essenzialmente
d’acqua che può essere arricchita con oligoelementi o con dei prodotti
fitosanitari, filtra per gravità attraverso il substrato.
La soluzione è recuperata alla base del muro, convogliata verso una vasca di
raccolta, poi nuovamente distribuita nei muri.
Ciò comporta un notevole risparmio dell’acqua.
La funzione di riciclaggio consente inoltre di analizzare costantemente la sua
composizione tramite delle sonde e di regolare le dosi di prodotti fitosanitari.
Conoscere il consumo delle piante consente inoltre di anticipare i bisogni e
prevenire eventuali patologie.
A Rozzano il giardino verticale più grande d’Italia progettato da Francesco
Bollani. 44.000 piantine, 200 specie diverse per una superficie di 1.250 mq. Il
giardino ricopre la superficie esterna del centro commerciale Fiordaliso e
contribuisce al bilanciamento termico dell’edificio riparandolo dai raggi solari
diminuendo il consumo energetico, trattiene le polveri sottili e assorbe CO2,
riduce i rumori ambientali e può essere facilmente smontato e riutilizzato.
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Fig.3.18 Facciata verde del Firodaliso di Rozzano disegnata F. Bollani
31
4
4.1
PROGETTO ARCHITETTONICO
Progettare in 3D
La parte di progettazione architettonica si è sviluppata in due step molto
legati fra loro.
Il primo caratterizato da un disegno 3D dei volumi dimensionati e posizionate
in modo corretto all’interno dell’area. Queste prime immagini sono servite
per capire l’impatto dei differenti edifici dando il via alla seconda parte del
lavoro dove grazie alle suggestioni dei riferimenti si è passati a un ridisegno
tridimensionale delle diverse parti correggendo e modificando determinati
aspetti a seconda delle diverse criticità che si riscontravano durante il lavoro.
Il progetto si è quindi compiuto grazie alla costante revisione dei disegni
tridimensionali che hanno permesso di avere un controllo maggiore
dell’intero ambiente, perché non separando le piante dalle sezioni ma
rappresentandole in un unico disegno gli edifici vengono visualizzati nelle
viste tradizionali, ma soprattutto rispetto a un disegno in due dimensioni si
riescono ad avere viste prospettiche come se ci si muovesse nello spazio
virtuale. Questa metodologia oltre ad avere un impatto grafico molto forte ha
permesso di avere una comprensione immediata per tutti i diversi “attori” del
lavoro di tesi.
Fig.4.01 Render di progetto vista da Ovest
Questo metodo di lavoro anche se più faticoso perché il disegno 3D è più
lungo e macchinoso rispetto a quello bidimensionale si è rivelato anche
molto valido per la composizione geometrica dei singoli edifici mettendo in
mostra i punti deboli in modo immediato. Questo mi ha permesso a mio
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avviso di avere un omogeneità nel lavoro, dove alla parte commerciale
progettata pensando a una realizzazione più prefabbricata a moduli si
contrappone la parte direzionale creata da scomposizioni geometriche. Le
trait d’union fra le due tipologie, cuore del cuneo d’acqua, è l’edificio del
hotel che se dalla parte commerciale si sviluppa con forme sinuose come se
fosse una gonna mossa dal vento, dalla lato che da sul direzionale assume
una forma squadrata con tagli che sembrano aver generato gli stessi uffici ai
quali viene raccordato da una tettoia a ragnatela che vuole creare nello
spazio protetto fra gli edifici una piazza coperta.
4.2
Il commerciale
I primi edifici sui quali ho incentrato l’attenzione sono quelli commerciali. Di
grandissima importanza è stato lo studio dei supermercati della catena
Mpreis come già detto in precedenza per il nuovo modo di approcciarsi alla
tipologia commerciale cercando di creare spazi gradevoli sia per i clienti che
per i lavoratori. Questo aspetto e l’utilizzo del verde nell’architettura sono i
temi principali che hanno influenzato maggiormente la progettazione.
L’edificio del commerciale con superficie coperta maggiore 5000 mq è
particolarizzato dalla copertura curvilinea che partendo da terra disegna una
copertura verde, morbida e calpestabile, che come un nastro che si svolge,
esce dal terreno. Il disegno della sezione è stato cambiato diverse volte per
dare la sensazione non di un edificio posizionato nel ambiente bensì che
nasce dal terreno.
Le superfici verticali disegnate dal nastro sono interamente vetrate per
permettere un grande apporto di illuminazione naturale. Inoltre data la
grande dimensione sono stati inseriti dei lucernari nel tetto che oltre ad
apportare luce permettono all’aria di passare fungendo da camini.
Fig.4.02 Prospetto laterale del commerciale “grande”
33
Questa ventilazione passante abbinata al tetto verde permette di avere un
consumo energetico ridotto per mantenere un buon microclima per gli
utilizzatori. Rispetto agli altri edifici si trova a -1m questo sia per rendere più
morbida la salita sul tetto verde sia per creare continuità fra questa speciale
copertura e quella frammentata del commerciale “piccolo”.
Fig.4.03 Percorso ribassato fra le due tipologie di commerciale
In questo modo si viene a formare un percorso protetto fra le due tipologie
di edificio sempre a -1m delimitato da un lato dal fronte principale
dell’edificio più grande e dall’altro dalle rampe scalinate e sedute che
portano agli edifici minori.
Gli edifici del commerciale con superficie coperta di circa 155 mq sono
quelli con le dimensioni più contenute. In pianta sono rappresentati come
dei quadrati 12,5 m x 12,5 m composti da moduli prefabbricati di 1,25 m per
le parti chiuse e portanti mentre le parti vuote con dimensioni proporzionali
alle pareti piene son in vetro per permettere di creare così diversi passaggi e
una buona illuminazione. In questo modo ho ottenuto un effetto pieno vuoto
che viene riproposto in copertura in modo da creare un passaggio della luce
riflessa anche dal soffitto.
34
Fig.4.04 Render del commerciale piccolo
Questo particolare sistema di copertura è composto da due moduli uno
largo 1,25 che si sovrappone alle parti piene mentre l’altro di dimensione
variabile è posto sopra le vetrate. Avendo forma uno concava e l’altra
convessa si viene a creare uno spazio vetrato che permette l’ingresso della
luce.
Allo stesso modo viene studiato il percorso che collega i diversi edifici
commerciale in modo da creare un percorso coperto parallelo a quello che
divide il piccolo commerciale dal grande.
Questa tettoia utilizzando i moduli della copertura del piccolo commerciale
protegge i visitatori dalle intemperie impedendo di creare un percorso
completamente chiuso e soffocante ma assumendo questa forma quasi
scheletrica diventa un filtro permeabile alla luce che grazie al continuo
accostamento di curve specchiate fra loro crea durante il giorno diversi
giochi di luce e ombra. È stata seguita questa soluzione anche per un motivo
pratico come creare degli spazi verdi coperti perché grazie all’areosità della
copertura il manto erboso riesce a crescere normalmente.
35
Fig.4.05 Render del porticato Percorso coperto
Questo percorso protetto forma uno sparti acque fra l’edificio del
commerciale “grande” e un altro edifici del commerciale con superficie
coperta di circa 312 mq.
La particolarità di questo edificio che oltre a completare l’effetto collina verde
dell’edificio ipogeo diviene l’apice del cuneo d’acqua dove è presente
l’attività ricettiva e direzionale.
La sua forma geometrica si contrappone alle rotondità del commerciale
anticipando lo stile utilizzato per gli edifici degli uffici.
La sua geometria è semplice di forma rettangolare, ma è il suo inserimento
che lo particolarizza. Infatti diventa parte integrante di un piano inclinato
ricoperto con manto erboso. Le aperture laterali son disegnate dal piano e
dalla geometria del edificio e quindi assumono forme triangolari e allungate.
Gli ingressi si trovano nelle vetrate dei lati più corti, quella che dà sull’hotel
ha una forma trapezoidale perché segue l’andamento del piano inclinato
mentre quella che si rivolge verso l’esterno dell’area ha una forma
rettangolare sormontata da un setto che funziona da copertura e da terrazzo
che crea, col piano inclinato verde, un particolare intersezione di volume
dalle quali si sviluppano poi le altre aperture.
36
Fig.4.06 Render edificio ipogeo
L’ edificio commerciale situato a nord dell’area ha superficie coperta di circa
900 mq. In pianta ha una forma geometrica semplice, la particolarità sta nella
copertura dove è stato sviluppato il tema della copertura del commerciale
“piccolo”. Utilizzando un sistema prefabbricato composto da solidi
geometrici molto arrotondati grazie alla contrapposizione fra le diverse curve
si vengono a formare i lucernari che permettono un abbondante
illuminazione dell’interno tramite luce riflessa. Inoltre la facciata a nord viene
influenzata dalla stessa copertura che scende creando le due aperture
vetrate.
Fig.4.07 Vista dell’area da Nord.
37
Sul lato opposto è stata inserita una vetrata, che dirige la vista verso il
centro del progetto, protetta da una tettoia sagomata che si sviluppa della
stessa copertura.
Fig.4.08 Render edificio commerciale con parete trattata con verde naturale.
Le due restanti pareti vengono trattate a verde verticale che offre
caratteristiche di isolamento e di assorbimento acustico, grazie alla sua
densità ed alla sua struttura.
In questo modo migliora la qualità della vita recando una sensazione di
comfort non soltanto con il suo aspetto visivo ma anche con la riduzione dei
rumori ambientali. Questo aspetto è molto importante perché è l’edificio
situato più vicino alla provinciale di viale Treviso e inoltre trattiene le polveri
sottili e assorbe CO2.
Specchiato rispetto a quest’ultimo edificio quindi situato a Sud dell’area si
trova l’ultimo edificio commerciale che ha una superficie di circa 3500 mq.
Rispetto agli altri edifici presenta una pianta arrotondata sui due lati lunghi
questo è dovuto al disegno della particolare copertura che composta
sempre da medesimi blocchi prefabbricati inclinati verticalmente in modo da
creare uno sfalsamento fra i diversi blocchi che permette così la creazione di
spiragli dai quali riesce ad entrare la luce. Questa soluzione proposta in
modo differente rispetto alle altre dove l’accostamento di due blocchi
sagomati in modo differente permetteva l’illuminazione dell’interno, si è
rivelata altrettanto funzionale soprattutto considerando la grande superficie
in pianta dell’edificio e quindi la difficoltà di riuscire ad avere un adeguato
apporto luminoso naturale.
38
Fig.4.09 Particolare copertura sfalzata edificio commerciale
L’utilizzo per la tipologia del commerciale di coperture prefabbricate, che
permettono un notevole abbassamento dei costi, non è stato inteso come un
limite alla progettazione anzi è stato un modo per cercare di esplorare
differenti soluzioni cercando di ottenere risultati dal punto di vista funzionale
ed estetico appaganti. Inoltre i pacchetti prefabbricati hanno degli standard
tecnici elevati visto che ogni pezzo che li compone viene valutato secondo
diversi aspetti e permette una realizzazione molto rapida e semplice.
39
4.3
Il ricettivo
L’edificio al fulcro del progetto è sicuramente l’hotel con una superficie
coperta di circa 900 mq.
Fig.4.10 Immagine facciata curva albergo
Differentemente dagli edifici commerciali si denota immediatamente come lo
studio delle forme per questo volume sia stato più laborioso. Infatti la
facciata che da sul commerciale è composta da un basamento di vetro dove
sono situate la reception e il servizio di ristorazione. Sopra si posa una una
facciata morbida e arrotondata che si specchia sull’acqua come una perla.
Fig.4.11 Rapporto albergo uffici e copertura a ragnatela
La particolarità son le piante che formano i due piani dove vengono situate le
camere che hanno forme differenti per dare alla facciata un effetto di
40
continuo movimento a seconda se il punto di osservazione cambia. Questo
viene accentuato anche dal fatto di come viene tagliata in modo da ricordare
il movimento delle onde. Le finestre vengono trattate incorniciandole in
cornici aggettanti questo per ovviare alla difficoltà di inserire un serramento
su pareti curve non solo sul piano orizzontale ma anche verticale. Dove c’è
la presenza dei balconi questa soluzione non viene utilizzata rendendo
ancora più particolare questo fronte. La facciata opposta cioè quella che si
rivolge verso l’ Ovest dell’area di intervento assume delle caratteristiche
completamente opposte rispetto alla precedente. Infatti le geometrie
plastiche vengono sostituite da tagli netti che sembrando dare vita agli edifici
del direzionale. La facciata lineare presenta, oltre un taglio nel piano terra,
due rientranze nei 2 piani superiori create dai volumi stessi degli uffici.
Fig.4.12 Facciata con tagli dell’albergo
Questi tagli risultano molto interessanti perché oltre ad evitare un forte
contrasto fra le due destinazioni d’uso permette di movimentare la facciata e
i percorsi che portano alle camere che hanno una parete vertata che alterna
vetrate verticali e inclinate. Per proteggerla dalla radiazione solare viene
utilizzato un sistema di brie-soleil che intensifica la presenza delle lamelle
protettive con l’aumentare dei piani.
41
Fig.4.13 Vista copertura area uffici
4.4
Il direzionale
Dal tetto dell’hotel parte una ragnatela d’acciaio e vetro che serve per creare
un percorso coperto che arriva fino al cuore della zona direzionale. Molto
particolare è stato lo studio di questa copertura che doveva servire da
legante ulteriore fra le due zone. Le forme riprese son quelle degli edifici
commerciali con un susseguirsi di zone concave e convesse.
Per accentuare l’effetto di cuneo questa copertura come allo stesso modo è
stata disegnato il bacino d’acqua si restringe verso la zona centrale venendo
invece a creare una piazza coperta fra gli edifici degli uffici.
Quest’ultimi sono caratterizzati da una forma fortemente geometrica, ad una
prima occhiata rapida sembrano dei parallelepipedi ma in realtà la loro
geometria è molto più complessa infatti ogni piano se pur con pianta
quadrata ha dimensioni e posizionamento differente e persino le pareli
laterali non sono inclinate.
42
Fig.4.14 Vista da Est dell’area in primo piano uffici con griglia per rampicanti e copertura
a ragnatela
Per accentuare questi movimenti sono stati ricoperti sulle pareti esterne alla
piazza da una griglia metallica ortogonale dove poter far crescere della
vegetazione per proteggere dalle radiazioni le vetrate che avvolgono gli
edifici come un nastro a spirale.
Fig.4.15 Vista aerea da Nord Est
43
Sul tetto è presente un’ampia apertura che convoglia la luce naturale a tutti i
piani dell’edificio e contemporaneamente produce un effetto camino che
assicura un’efficace ventilazione naturale. Questo soluzione è stata utilizzata
per diminuire il consumo energetico dell’illuminazione e del rinfrescamento.
I quattro edifici che compongono la zona direzionale hanno una geometria
simile e sono disposti sempre per accentuare l’effetto di cuneo nella zona
commerciale.
4.5
Gli spazi aperti
Fig.4.15 Vista zenitale area d’intervento
Gli spazi all’aperto sono funzionali al progetto oltre a seguire gli standard
urbanistici.
Infatti la zona dei parcheggi molto vasta a ridosso della provinciale serve ad
allontanare gli edifici da un percorso così trafficato e allo stesso tempo
permettono di parcheggiare il mezzo di trasporto appena si entra nell’area.
L’inserimento degli edifici è stato studiato anche per rendere semplici le
operazioni di rifornimento separando i percorsi che portano alla zona
dirigenziale rispetto a quella commerciale grazie a 3 ingressi e relativi
parcheggi. Data la grande dinamicità del progetto gli spazi pedonali
44
diventano principalmente dei percorsi che permettono di raggiungere in
modo semplice i diversi volumi mentre non si è deciso di creare delle grandi
piazze ma trattare principalmente il terreno con la vegetazione per
aumentare l’assorbimento delle riflessioni luminose e il benessere
spicologico, in modo da rendere anche l’ambiente esterno il più vivibile
possibile. Per questo è stato inserito uno specchio d’acqua che oltre a
rendere l’immagine del cuneo che irrompe nella zona commerciale portando
con se l’hotel e gli uffici ha la funzione separatore fra le diverse zone.
Considerando che intorno all’area ci sono degli stabilimenti industriali
l’acqua oltre al fattore estetico serve per allontanare gli edifici dalle eventuali
fonti di rumore creando una barriera naturale anche dal punto di vista di
eventuali intrusioni.
In questo modo la zona degli uffici e dell’hotel rimane protetta e separata dal
resto del progetto cercando di non fare mischiare i differenti flussi di persone
che utilizzano l’area.
Gli stessi percorsi sull’acqua sono stati disegnati prendendo ispirazione dai
crop circles per creare delle piccole piazze o luoghi di sosta soprattutto per i
periodi più caldi dove i visitatori possono avere sollievo dall’evaporazione
dell’acqua che contribuisce a creare un microclima più favorevole e una
sensazione minore di calore.
In questo modo l’obiettivo del masterplan oltre alla progettazione dei volumi
delle differenti funzioni vuole essere quello di creare ambienti indoor e
outdoor il più vivibili possibile grazie all’uso del verde sia in verticale che
orizzontale, la presenza di acqua l’utilizzo dell’illuminazione naturale
controllata da schermature e i percorsi coperti che permettono l’utilizzo
dell’area anche in condizioni poco favorevoli dal punto di vista
meteorologico.
45
5
CONCLUSIONE
Questo lavoro oltre ad essere il capitolo conclusivo della mia esperienza
accademica è stato molto importante dal punto di vista personale perché mi
ha permesso di sviluppare uno stile particolare che segue alcuni principi di
architettura studiati negli ultimi anni. Infatti dal mio punto di vista una corretta
progettazione deve stare soprattutto attenta agli obiettivi e alle funzioni che
una zona deve avere ed è per questo che l’aspetto del benessere
ambientale prende un valore principale. L’architettura deve sviluppare
ambienti salutari psicologicamente e fisicamente dove i vari aspetti che
rendono i luoghi positivi vengano tutelati e sviluppati. Questa situazione non
sempre viene rispettata a causa di diverse logiche progettuali, come per
esempio quella economica dello sfruttamento intensivo del suolo, che a
lungo termine possono rivelare le proprie criticità presentando problemi che
poi spesso dovranno essere risolti, con ulteriori spese.
Sotto l’aspetto progettuale è stato istruttivo sviluppare il tema del
commerciale, dove purtroppo non avevo mai fatto in precedenza esperienza
ne al lavoro ne in università, che assume caratteri molto importanti
soprattutto nella nostra società dove i diversi aspetti che riguardano il
marketing di un prodotto stabiliscono al di la delle caratteristiche stesse il
successo o meno e questo viene poi anche associato alle architetture che
possono diventare come i prodotti stessi vincenti anche sotto l’aspetto del
ritorno economico dovuto sia a fattori di grande afflusso di persone che
tecnologico.
Il fatto che un museo senza considerare le esposizioni presenti sia un
richiamo per tantissimi turisti, come può accadere a Bilbao, o che
determinati supermercati abbiano degli standard tecnologici e dove sia per i
lavoratori che per i clienti le sensazioni siano meno alienati, ha influssi non
soltanto sui proprietari stessi ma su tutta la comunità che può usufruire di
queste particolarità. Purtroppo questi aspetti vengono spesso meno, come
avviene per i progetti nel sud-est asiatico dove la grandezza o “bigness”
(come la chiama Rem Koolhaas che rompe col repertorio classico
dell’architettura, dove non esistono più questioni di composizione, di scala
metrica, di proporzioni, di dettaglio) rompe col contesto, è incapace di
stabilire relazioni con la città classica, ma nella sua quantità e complessità
dei servizi che offre, è essa stessa urbana. “La bigness non ha più bisogno
della città; rappresenta la città; si appropria della città; o ancora meglio, è la
città”.
Essa determina l’annullamento dell’identità, propone spazi in cui tutto è
possibile e in cui accadono cose, perde il rapporto con il contesto e che
come dice Nikos Angelos Salìngaros, urbanista e teorico dell’architettura di
origini greche e professore di matematica all’università del Texas, che ha
individuato nel gigantismo il primo dei fattori disumanizzanti. “Nemmeno
46
facendosi venire il torcicollo si possono apprezzare forma e dimensioni di un
grattacielo con mezzi naturali, c’è bisogno come minimo di un elicottero”. E
aggiunge: “Invece di pensare a una città per gli uomini, si è ideata una città
che rispecchiasse il concetto di progresso scientifico. Se oggi le nostre città
sono devastate dalle automobili, dal traffico, dall’inquinamento, se non
corrispondono a reali esigenze sociali e produttive, cosa immediatamente
visibile nel fenomeno del pendolarismo che riduce la città a un luogo di
servizi che si abbandona la sera e in cui si ritorna alla mattina, se le città non
si integrano all’ambiente naturale e sono sempre più ostili alle fasce deboli,
come bambini e anziani, se si esaltano le costruzioni in verticale, se i nuovi
manufatti architettonici possono essere collocati indifferentemente a Dubai
come a San Francisco o a Londra, se dalla città viene voglia di scappare
anziché trovarvi spazi per il proprio benessere e la propria emancipazione...
se accade tutto questo la responsabilità è nella megalomania e nell’intento di
pensare ad una città che disdegna l’individuo, che celebra il potere e osanna
la tecnologia. Un’urbanistica che distrugge gli elementi di piccola scala e
che tratta i bisogni umani come merce non potrà mai rispettare l’ambiente e
sottoporrà sempre l’uomo alle esigenze della macchina. L’architettura deve
rispettare le culture locali, deve porre al centro della sua concezione l’identità
del luogo, la tradizione, la storia dell’uomo con i suoi bisogni e i suoi
costumi, e non creare uno stile universale”.
Inoltre Ole Bouman, direttore dell’istituto olandese di architettura, rimprovera
all’architettura di aver contribuito in modo inequivocabile alla crisi,
“costruendo senza tenere conto di criteri concreti come l'accessibilità, l'utilità
sociale, il consumo energetico e la gestione futura degli edifici”.
Non è più tempo di fossilizzarsi sul contrasto tra modernità e tradizione, una
battaglia ormai vecchia di più di un secolo. Invece di accanirsi sul concetto
di innovazione, gli architetti dovrebbero dedicarsi al bene comune,
soddisfacendo le reali necessità sociali.
L’architettura deve contribuire al miglioramento della salute, della coesione
sociale al sistema economico, grazie a un corretto utilizzo delle energie.
È per questo che in questo progetto ho cercato sempre di trovare soluzioni
che prediligono la dimensione umana, l’illuminazione e la ventilazione
naturale, l’utilizzo del verde in architettura, l’utilizzo di strutture prefabbricate,
caratteristiche che non hanno bisogno di particolari tecnologie ma che
permettono una buona qualità della vita senza la necessità di consumi
energetici e costi esagerati. Quindi riassumendo il percorso che mi ha
portato a questo progetto è stato, dopo una fase di ricerca e studio dell’area,
uno studio dei volumi e infine un esercizio di composizione fra le forme con
lo scopo di dare alla modularità un aspetto vario e movimentato. Lo sviluppo
del progetto è stato permesso grazie all’utilizzo del disegno 3D, questo
particolare modo di procedere l’ho ereditato dall’attività lavorativa che svolgo
al di fuori dell’università, e della relativa renderizzazione che ha fatto in modo
47
di visualizzare in modo molto semplice i rapporti fra le forme dei vari volumi,
sperimentare soluzioni nuove, ricercare un linguaggio per la trasformazione
di un’area industriale in un luogo di lavoro dove differenti funzioni vengono a
convivere nella stessa area cercando di risolvere le criticità presenti.
48
6
BIBLIOGRAFIA
Germano Celant Bilbao a Genova. La cultura cambia la citta’ edizioni Skira.
Francesco del Co Frank O. Gerhy. Tutte le opere edizioni Electa
Casabella 666, aprile/april 1999 Rafael Moneo. Centro Culturale Kursaal/Cultural Centre
Kursaal",
sito ufficiale di Mario Cucinella: www.mcarchitects.it
sito ufficiale di Peter Lorenz: www.peterlorenz.at/
sito ufficiale dello studio One works: www.one-works.com
sito ufficiale dello studio Foreign Office Architects : www.f-o-a.net
sito ufficiale di Renzo Piano : www.renzopiano.com
sito ufficiale dello studio Elkus Manfredi Architects: www.elkus-manfredi.com
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www.cronacamilano.it/cronaca/3011-giardino-verticale-rozzano-e-il-piu-grande-ditalia-ede-sopra-al-fiordaliso-aperto-a-tutti.html
sito ufficiale dell’azienda Kalzip: www.kalzip.com
sito ufficiale dello studio Kempe Thill: www.atelierkhempethill.com
Rem Koolhaas JUNKSPACE edizioni Quodlibet
Rem Koolhaas Delirius New York edizioni Electa
Nikos Salingaros No alle Archistar libreria editrice fiorentina
articolo di Beatrice Manzoni (consulente centro ASK – università Bocconi - ): Bigness,
Junkspace e spazi museali contemporanei: “fanculo il contesto” o “è la città?”.
Germano Celant Bilbao a Genova. La cultura cambia la citta’ edizioni Skira.
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7
INDICE DELLE FIGURE
Fig.2.1 Vista zenitale dell’attuale stato del lotto d’interesse inserito nel contesto periferico urbano.
Pag. 6
Fig.2.2 Vista dell’unico accesso del lotto
Pag. 6
Fig.2.3 Vista della zona carico e scarico del fabbricato industriale.
Pag. 7
Fig.2.4 Forma della copertura e shed dell’attuale fabbricato.
Pag. 8
Fig.2.5 Localizzazione delle diverse funzioni nell’area di progetto.
Pag. 9
Fig.2.6 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati
Pag. 10
Fig.2.7 Primi studi sulla viabilità dell’area e sulla disposizione dei differenti edificati
Pag. 10
Fig.2.8 Render planivolumetrici di studio
Pag. 11
Fig.2.9 Progetto planivolumetrico definitivo. Sopra: Vista da Sud; sotto : Vista da Nord-Est
Pag. 12
Fig.2.10 Fotoinserimento nel contesto. Vista aerea
Pag. 13
Fig.3.1 Vista frontale del supermercato Super M a Telfs
Pag. 15
Fig.3.2 Vista della struttura curvilinea del supermercato Super M a Telfs
Pag. 15
Fig.3.3 Viste del supermercato Mpreis a Niederndorf
Pag. 16
Fig.3.4 Vista dello shopping Ener[gie]nger a Monaco con i relativi pannelli
solari in facciata e copertura
Pag. 17
Fig.3.5 Foto tetto verde del Carosello Shopping Center a Carugate
Pag. 18
Fig.3.6 Render del Carosello Shopping Center a Carugate
Pag. 18
Fig.3.7 Schema della ventilazione naturale
Pag. 19
Fig.3.8 Centro commerciale Meydan a Istambul
Pag. 20
Fig.3.9 sopra e sotto immagini della copertura disegnata da Renzo piano per il California
Academy of Sciences
Pag. 20
Fig.3.10 Sezione del Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo in Cina
disegnato da Mario Cucinella
Pag. 22
Fig.3.11 Sopra e sotto immagini delle facciate del Centre for Sustainable Energy
Technologies di Ningbo in Cina disegnato da Mario Cucinella
Pag. 23
50
Fig.3.12 Sopra e sotto immagini delle facciate del Auditorium Kursaal di R. Moneo a San
Sebastinan
Pag. 24
Fig.3.13 Immagini delle facciate del edificio ex Ducati a Rimini di M. Cucinella
Pag. 25
Fig.3.14 Immagini delle facciate del Shopping Centre Neiman Marcus
disegnate da Elkus Manfredi
a Boston
Pag. 26
Fig.3.15 Immagini delle facciate della Dancing House a Praga di F. Gerhy
Pag. 27
Fig.3.16 sopra e sotto Immagini delle della copertura del bus stop di Bs Platz disegnate
da F. Gerhy
Pag. 27
Fig.3.17 sopra e sotto esempi di possibili realizzazioni utilizzando il sistema Kalzip
Pag. 28
Fig.3.18 Facciata verde del Firodaliso di Rozzano disegnata F. Bollani
Pag. 31
Fig.4.01 Render di progetto vista da Ovest
Pag. 32
Fig.4.02 Prospetto laterale del commerciale “grande”
Pag. 33
Fig.4.03 Percorso ribassato fra le due tipologie di commerciale
Pag. 34
Fig.4.04 Render del commerciale piccolo
Pag. 35
Fig.4.05 Render del porticato Percorso coperto
Pag. 36
Fig.4.06 Render edificio ipogeo
Pag. 37
Fig.4.07 Vista dell’area da Nord.
Pag. 37
Fig.4.08 Render edificio commerciale con parete trattata con verde naturale.
Pag. 38
Fig.4.09 Particolare copertura sfalzata edificio commerciale
Pag. 39
Fig.4.10 Immagine facciata curva albergo
Pag. 40
Fig.4.11 Rapporto albergo uffici e copertura a ragnatela
Pag. 40
Fig.4.12 Facciata con tagli dell’albergo
Pag. 41
Fig.4.13 Vista copertura area uffici
Pag. 42
Fig.4.14 Vista da Est dell’area in primo piano uffici con griglia per rampicanti e copertura
a ragnatela
Pag. 43
Fig.4.15 Vista aerea da Nord Est
Pag. 43
Fig.4.15 Vista zenitale area d’intervento
Pag. 44
51
7
INDICE DELLE TAVOLE FORMATO A0
TAV. 1 STATO DI FATTO E PLANIVOLUMETRICO scala 1:1000 e scala 1:2000
TAV. 2 COPERTURE E PIANO TERRA scala 1:500
TAV. 3 COMMERCIALE DA 155 mq E DA 312 mq scala 1:100
TAV. 4 COMMERCIALE DA 3.500 mq E DA 900 mq scala 1:200
TAV. 5 COMMERCIALE DA 5.000 mq scala 1:200
TAV. 6 ALBERGO scala 1:100 e 1:200
TAV. 7 UFFICI scala 1:100
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