Fenomeni attuali di disagio Il binge drinking è l'assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve.[1] In questa definizione non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita né l'eventuale dipendenza alcolica: lo scopo principale di queste "abbuffate alcoliche" è l'ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo. Spesso si associa al compimento di un reato, a volte è assunto come moda giovanile. L'esatta consistenza dell'intossicazione, comunque, varia da paese a paese. Il punto critico può essere raggiunto dopo molte ore o anche diversi giorni di assunzione.[2] A causa degli effetti a lungo termine, il binge drinking è considerato uno dei più grandi problemi di salute al giorno d'oggi.[3] Socializzazione Disinibizione sessuale Regolazione emozioni negative Ricerca emozioni forti La criminalità verso animali è considerato con un comportamento predittivo della crudeltà fra uomini e costituisce un antecedente del disturbo antisociale di personalità. La dea Ana. E’un nuovo credo, il credo di una nuova filosofia, anzi, proprio di una nuova religione, quello della “Sacerdotessa” Ana. La sacerdotessa Ana, è la dea dell’Anoressia, regina dei disturbi del comportamento alimentare. Ana è un modello di identificazione al quale queste ragazze si ispirano per portare avanti la loro battaglia. Ana influisce su di loro con consigli per dimagrire, per arrivare al controllo e alla perfezione estrema, per bruciare le calorie in eccesso. Essendo Ana considerata come una sacerdotessa, nei blog pro ana si ritrova anche una nuova versione dei tradizionali dieci comandamenti, diciamo che si trova la riedizione secondo questo segreto mondo. Il termine anoressia, vorrebbe dire: senza appetito, senza desiderio. In realtà, però, è quasi impossibile trovare persone che siano prive di fame; non esistono persone più affamate, bisognose e avide delle persone anoressiche, le quali proprio perché hanno un disperato desiderio di tutto, rinunciano a tutto. Gli Emo. E’ una moda giovanile nella quale la componente musicale risulta essere fondamentale: il termine “emo” deriva, infatti, da emotional hardcore (o emocore), un filone musicale del post-punk nato nella città di Washington alla metà degli anni Ottanta. Il termine fu coniato dagli iniziatori del genere per indicare una svolta “ideologica” ed estetica dell’hardcore originario: il nuovo stile voleva, infatti, in primo luogo “emozionare” l’ascoltatore. Gli Emo, quindi, non mancano di propri punti di riferimento nel mondo della musica. Come in tutti i movimenti giovanili, alla musica si associa invariabilmente un look. Nel caso degli Emo, le scarpe sono generalmente le classiche Converse All Star, calzature che hanno fatto la storia del rock (erano quelle dei Ramones, degli AC/DC e di molti altri), ma gli Emo non disdegnano neppure le Vans e altri capi dell’abbigliamento tipici degli Skater (ovvero, coloro che utilizzano lo skateboard: più che un gioco, uno stile di vita). Le caratteristiche estetiche principali degli Emo, comunque, sono il tipico ciuffo asimmetrico che copre un occhio (i capelli sono generalmente tenuti lisci e scuri) e il trucco nero sugli occhi. Gli accessori più diffusi sono vari oggetti metallici pendenti a forma di teschio o cuore spezzato. Poiché gli Emo sono un fenomeno essenzialmente adolescenziale, i luoghi in cui li si può sicuramente incontrare sono le scuole, dove la loro presenza è sommamente discreta. È infatti una loro caratteristica quella di tenersi in disparte con aria depressa. L’Emo non è alla ricerca di un’autoaffermazione, né desidera rendere manifesta una rabbia generazionale: piuttosto esprime silenziosamente la propria estraneità alle tensioni dell’esistenza. Con lo sguardo triste, egli ci comunica tutta la sua profonda disperazione. Gli Emo sembrano dunque rappresentare l’ultima frontiera nel campo del nichilismo giovanile. Non “credono” in nulla, neppure nella loro stessa subcultura, semplicemente si lascia vivere con il pensiero costantemente rivolto alla morte, eventualmente per suicidio. Un atto che, comunque, il bravo Emo non commette in quanto, di per sé, troppo determinato: piuttosto, si lamenta per non avere la forza di suicidarsi. Lo spazio dove la cultura emo si esprime con maggiore evidenza è, ovviamente, Internet, in particolare nelle pagine personali di MySpace, dove chiunque può scrivere liberamente i propri interventi. Su Internet si trovano, infatti, i post degli Emo e i disegni emo, questi ultimi spesso cupamente autoironici. Ricordiamo, ad esempio, la divertente vignetta di un Emo Kid che, per corteggiare una ragazza, letteralmente le “dà il suo cuore”, nel senso che se lo strappa dal petto e lo porge all’amata ancora sanguinante.