LA NAZIONE MARTEDÌ 17 FEBBRAIO 2009 . CAMPIONATO DI GIORNALISMO 13 •• SCUOLA MEDIA «Fossombroni» RIGUTINO Emozioni: musica, moda e sentimenti Dietro il look «emo», cupo e aggressivo, si nascondono ragazzi dolci e sensibili L MONDO GIOVANILE è sempre stato caratterizzato da mode e tendenze legate al modo di essere, all’abbigliamento, ai gusti musicali. Tali mode sono sempre esistite, ma nel corso del tempo hanno subito dei cambiamenti. Già dagli anni ‘70 comunque esistono dark e punk, e proprio dal movimento punk ha avuto origine lo stile emo: uno stile controverso e di difficile definizione, che sembra avere la sua matrice musicale nella musica punk, ma che oggi sta diventando sempre più un’ondata culturale originale in rapida diffusione tra gli adolescenti. Uno stile che sta suscitando l’interesse dei giornali e che scatena dibattiti su Internet. introverso. Attualmente, sia i ragazzi che le ragazze si distinguono per un particolare abbigliamento: indossano maglie e pantaloni neri, minigonne a quadretti con teschi disegnati, t-shirt aderenti, cinture con borchie colorate, scarpe da skater o scarpe nere Converse o Vans; si riconoscono anche grazie ad un piercing al labbro e alla lunga frangia asimmetrica che copre gli occhi, lo specchio dell’anima, quasi a volersi nascondere o negare. I UN PO’ DI STORIA. Dal punto di vista musicale con il termine emo nella metà degli anni ’80 veniva definito un sottogenere della musica hardcore punk, con particolare riferimento alla scena musicale di Washington DC. Negli anni successivi fu coniato il termine emo-core (emotional core) per sottolineare la volontà delle band di emozionare l’ascoltatore durante MUSICA Così Giulia Monti interpreta una band nel suo disegno le proprie esibizioni live e i concerti. L’emo contemporaneo è qualcosa di ancora diverso: una musica caratterizzata da suoni corposi e forti, da melodie dolci e da testi spesso un po’ tristi. Ma non c’è solo la musica nell’universo emo. La parola chiave per entrare in questo mondo è forse «emozionalità». “Emo è un modo di essere, di pensare, di vivere... E’ sentimento e solitudine, è un sogno, ma anche un incubo, la lacrima che ti porta al passato, ma anche ad un futuro migliore; un periodo buio che serve a crescere e maturare” così parlano di sé su Internet questi adolescenti dolci, sensibili e forse un po’ malinconici. L’emo infatti è uno stile cupo e E’ FACILE CRITICARE questi ragazzi basandosi solo sull’apparenza talvolta un po’ «sopra le righe» o su alcuni atteggiamenti obiettivamente poco condivisibili. Ma l’apparenza non è tutto. Come facciamo a giudicare chi non conosciamo nemmeno, senza magari chiederci il perché di alcune scelte o di alcuni comportamenti? Per dare un giudizio non dobbiamo limitarci a ciò che appare fuori, ma dobbiamo guardare dentro, e potremmo scoprire ragazzi sensibili e un po’ complicati, alle prese, come tutti noi, con il difficile compito di crescere! INTERVISTA LA PSICOLOGA ELISA BIONDINI ESPLORA IL MONDO DI ADOLESCENTI E REALTA’ GIOVANILI «E’ nel gruppo che crescono i ragazzi» DURANTE L’ADOLESCENZA è frequente sentire il bisogno di far parte di un gruppo di coetanei, per condividere passioni e stati d’animo con ragazzi che ci assomigliano nel look, nei gusti, negli interessi musicali, nel modo di vedere la vita. Abbiamo incontrato la psicologa Elisa Biondini e lei ci ha spiegato che «nell’adolescenza ci sono due grosse forze che spingono un ragazzo a diventare grande, una lo porta a ‘essere uguale a’, l’altra a ‘differenziasi da’. Far parte di un gruppo giovanile ha quindi una doppia funzione: da un lato rende un ragazzo simile ai suoi amici, e ciò lo fa stare bene e lo rassicura perché sa che gli altri la pensano come lui, si vestono e si comportano allo stesso modo; dall’altro, far parte di quel gruppo porta l’adolescente a differenziarsi dai genitori o da ciò che la società si aspetta da lui. Per diventare adulto un ragazzo deve fare delle scelte, mettere in discussione dei modelli, mettersi alla prova per cercare la propria strada e per trovare la propria identità. E trovare la propria identità è un processo lento, difficile, ma anche molto stimolante». CI SIAMO CHIESTI anche perché alcuni ragazzi, proprio nell’adolescenza, manifestino degli atteggiamenti pericolosi verso se stessi, quali possono essere il rifiuto del cibo o, come abbiamo appreso approfondendo il fenomeno emo, il procurarsi volontariamente delle ferite sulle braccia. La dottoressa Biondini ci ha aiutato a capire che sono gesti che non vanno imitati ma nemmeno giudicati perché nascondono una grande sofferenza: spesso sono richieste d’aiuto di ragazzi in difficoltà che non sanno come affrontare un dolore o una situazione di disagio. AUTORITRATTO «Noi: un gruppo di preadolescenti» LA REDAZIONE DELLA II A... STUDENTI Nicholas Baldini, Giacomo Bemoccoli, Veronica Brini, Alessia Cardeti, Marco Colonna, Nico Loreti, Sara Marcaccio- ni, Giulia Monti, Francesca Moretti, Donald Myzeqari, Veronica Polvani, Erika Porta, Chiara Rosadini, Denise Sacchini, Veronica Tenti, INSEGNANTE Serena Dal Belin Peruffo PRESIDE Laura Giannini I GIOVANI Trascinati dal linguaggio della musica CHE SIA PUNK, rock, pop o di qualsiasi altro genere, la musica accompagna la vita di noi giovani da mattina a sera, in ogni modo, attraverso I-pod, stereo, radio, cellulare, mp3. Quando ci mettiamo le cuffie ci isoliamo dal resto del mondo e siamo liberi di fantasticare e riflettere, senza essere disturbati da nessuno. La musica infatti ci permette di entrare in una dimensione tutta nostra e speciale: tutto ciò che c’è fuori non conta più niente per quanto breve possa essere quel momento. E’ UN LINGUAGGIO emozionale ed universale che rispecchia lo stato d’animo di chi l’ascolta: a chi non è successo di piangere sulle note di una musica triste, in una giornata particolarmente malinconica, o di provare un brivido quando una canzone ci fa ricordare un momento felice ed emozionante? Ma la musica è anche una valvola di sfogo, grazie alla quale ci possiamo scaricare dal nervosismo e dalla tensione giornaliera urlando a squarciagola o alzando lo stereo a tutto volume, per poi caricarci di «energia pulita». Accade però molto spesso che a persone diverse piacciano generi musicali differenti e ciò porta a criticare i gusti degli altri. Questa «lotta musicale» coinvolge da sempre due mondi così diversi, ma anche così vicini: il mondo degli adulti e quello dei giovani. Scontrarsi però non serve a niente, così come giudicare a priori brutta la musica degli altri: basterebbero un po’ di attenzione e buona volontà, la voglia di ascoltare e di capire.