Indice
Voci
Paesaggio sonoro
1
Foto-musica
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Sonorizzazione
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Barry Truax
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Raymond Murray Schafer
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Luc Ferrari
12
Note
Fonti e autori delle voci
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Licenze della voce
Licenza
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Paesaggio sonoro
Paesaggio sonoro
Per paesaggio sonoro, traduzione dall'inglese soundscape, si intende, nelle parole del compositore canadese
Raymond Murray Schafer che coniò per primo l'espressione, "un qualsiasi campo di studio acustico [...], una
composizione musicale, un programma radio o un ambiente".
Così inteso, si riferisce innanzitutto all’ambiente acustico naturale, consistente nei suoni delle forze della natura e
degli animali, inclusi gli uomini. È il campo di studio del design acustico.
La teorizzazione del paesaggio sonoro è stata sviluppata dal World Soundscape Project, un progetto di ricerca
condotto negli anni Settanta da Schafer alla Simon Fraser University di Vancouver (Canada).
Elementi
Il paesaggio sonoro è composto da diversi elementi, come le toniche (keynote sounds), i segnali (sound signals) e le
impronte sonore (soundmarks).
Tonica: è un termine musicale riconducibile all’armonia tonale che indica sia la prima nota di una scala, sia una
funzione armonica di stasi. Nella terminologia elaborata dal World Soundscape Project sta ad indicare un suono che
potrebbe non essere sempre udito coscientemente, ma che "evidenzia il carattere delle persone che vivono in quel
luogo" (Schafer). Le toniche sono create ad esempio dalla natura: il vento, l’acqua, le foreste, gli uccelli, gli insetti,
gli animali. In molte aree urbane il traffico è diventato una tonica.
Segnali: sono suoni in primo piano, uditi coscientemente. Ad esempio: dispositivi d’allarme, campane, fischietti,
corni, sirene, ecc.
Impronte sonore: è un suono caratteristico di un’area. "Una volta che un’impronta sonora è stata identificata,
meriterebbe di essere protetta, perché le impronte sonore rendono unica la vita acustica di una comunità" (Schafer).
I paesaggi sonori sono spesso utilizzati in performance musicali.
Una soundscape composition è una composizione musicale elettroacustica che crea un ritratto sonoro di un
ambiente acustico. Tra i compositori che utilizzano paesaggi sonori, il pioniere della sintesi granulare in tempo reale
Barry Truax, Luc Ferrari, la cui Presque rien, numéro 1 (1970) è una delle prime soundscape composition, e
Riccardo Piacentini, ideatore della foto-musica con foto-suoni per sonorizzazioni ambientali.
Bibliografia
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1977 The Soundscape - Raymond Murray Schafer (ISBN 0-89281-455-1)
1977 The Tuning of the World - R. Murray Schafer (ISBN 0-8122-1109-X)
1977 Five village soundscapes (Music of the environment series) - A.R.C. Publications (ISBN 0-88985-005-4)
1978 Handbook for Acoustic Ecology - Barry Truax (ISBN 0-88985-011-9)
1985 Acoustic Communication : Second Edition - Barry Truax & World Soundscape Project (ISBN
1-56750-537-6
2002 Wild Soundscapes: Discovering the Voice of the Natural World - Bernard L. Krause (ISBN 0-89997-296-9)
- book & CD
2004 The Auditory Culture Reader (Sensory Formations) - Michael Bull (ISBN 1-85973-618-1)
2004 Ecologia della Musica - Saggi sul paesaggio sonoro - a cura di Antonello Colimberti (ISBN 88-7989-847-7)
2007 Creare paesaggi sonori - Luigi Agostini (ISBN 978-1-84799-911-5)
2008 Creating soundscapes - Luigi Agostini (ISBN 978-1-4092-0036-9)
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Paesaggio sonoro
Collegamenti esterni
A.I.P.S. - Archivio Italiano Paesaggi sonori [1]
Paesaggi sonori dal Sud Italia | Workshop in Ecologia del Suono "Taranto Sonora" [2]
Finisterrae's Cronotopo | a soundscape by Pierpaolo Leo & Urkuma [3]
Paesaggi sonori dall'Africa centrale [4] Accampamenti pigmei e ambienti della foresta pluviale
Forum fur KlangLandschaft [5] sostiene e collabora alla diffusione della cultura del paesaggio sonoro
Opus 3 [6] una performance di soundscape composition elettronica
Sounday Times [7] pubblicazione on-line sul sound design e il paesaggio sonoro
Mappa Sonora [8] Interfaccia multimediale su web che ospita suoni, rumori, musiche, testimonianze audio,
suggestioni sonore e altri elementi tipicamente acustici.
• Mappa della comunità di Parabiago [9] Mappa della Comunità e Mappa sonora di Parabiago (MI).
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Note
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http:/ / www. archivioitalianopaesaggisonori. it/
http:/ / sonorapuliae. altervista. org
http:/ / www. pierpaololeo. it/ mapping/ start. html
http:/ / www. pigmei. it/
[5]
[6]
[7]
[8]
[9]
http:/ / www. klanglandschaft. org/
http:/ / it. youtube. com/ watch?v=R7z6xlAXbzk
http:/ / www. sounday-times. com
http:/ / www. mappasonora. it
http:/ / www. comune. parabiago. mi. it/ ecomuseo/ ecomuseo/ percorsi/ it_mappa. html
Foto-musica
Con il termine foto-musica, abbreviazione diffusa di foto-musica con foto-suoni, si designa una particolare tecnica
musicale nata sul finire degli anni novanta, nella quale convergono esperienze di etnomusicologia, bruitismo, musica
concreta, musica ambient e, più in genere, musica elettroacustica.
Per i suoi forti presupposti poetico-filosofici, che dalla fenomenologia di Edmund Husserl vanno all'"anarchismo
metodologico" di Paul Feyerabend alla "post-Filosofia" di Richard Rorty, può essere considerata un vero e proprio
genere a sé stante di musica elettroacustica con importanti risvolti applicativi.
La foto-musica si caratterizza, infatti, per essere sempre composta in relazione al contesto per il quale è pensata. Gli
spazi architettonici e i loro contenuti, ivi inclusi i suoni che preventivamente li abitano, diventano i primi termini di
riferimento dai quali il "foto-compositore" non può prescindere e, anzi, trae le idee stesse e i materiali del suo lavoro.
Principio basilare della foto-musica è l'utilizzo – sul triplice piano sintattico, semantico e pragmatico – del
foto-suono, inteso come estratto musicalmente significativo del paesaggio sonoro. Ai foto-suoni possono essere
combinati sia suoni sintetici sia suoni di strumenti acustici, compresa la voce con le sue molteplici qualità narrative
e/o puramente fonematiche.
Dal punto di vista applicativo, la foto-musica è stata ed è particolarmente impiegata nel campo delle sonorizzazioni
museali, ma risulta talvolta utilizzata anche nel quadro di realizzazioni elettroacustiche extra-ambientali che tuttavia
partono sempre da un sostrato acustico ambientale.
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Foto-musica
Teoria
L'impianto teorico della foto-musica ruota intorno ad alcuni concetti-chiave che il suo ideatore, il compositore
italiano Riccardo Piacentini, riassume nelle quattro valenze "figurativa" (a), "applicativa" (b), "immersiva" (c),
"sintattica" (d).
a) La musica è, come già sosteneva il filosofo Friedrich Schelling, un'arte con forte valenza figurativa, più fisica
che metafisica, più rappresentativa che autorappresentativa.
b) A fianco della valenza figurativa, la foto-musica sottolinea la valenza applicativa, ossia le capacità funzionali
rispetto al luogo e alla situazione per cui la musica è specificamente concepita.
c) Il paesaggio sonoro che partecipa di un ambiente contribuendo in larga misura alla sua definizione costituisce un
primo livello acustico da cui è fondamentale non prescindere; a questo primo livello si rapporta e interagisce, con
spiccata valenza immersiva piuttosto che "giustappositiva" (prodotto, quindi, non addizione o giustapposizione), il
successivo livello propriamente musicale.
d) Quest'ultimo, articolandosi progressivamente da suono a foto-suono a foto-musica, seleziona e organizza gli
eventi acustici conferendo loro una progressiva valenza sintattica che connette relazionalmente i foto-suoni
ambientali a quelli deliberatamente "immersi", pensati per funzionare in termini di loro interna formalizzazione ma
anche, esternamente, sul piano dell'utilità e perfino del servizio sociale.
Il foto-suono organizzato
La metafora con l'universo fotografico deriva dalle prime compiute esperienze di foto-musica, legate all'VIII e IX
Biennale Internazionale di Fotografia di Torino (1999, 2001).
Come l'obiettivo della macchina fotografica cattura un'immagine, così il microfono del registratore cattura un suono.
Immagine e suono vengono qui assimilati, anche per l'analoga pluralità delle loro componenti. Un'immagine, infatti,
è sempre composita, così come un suono è sempre scomponibile in ulteriori unità. Più esattamente, si dovrebbe
parlare di immagini e suoni evitando le rispettive forme singolari. In questo senso, la fotografia sonora non può che
essere "impura", trascinando con sé il contesto paesaggistico per reintegrarlo in nuovi ambiti di significato.
Ritagliare un foto-suono, pur nella sua "incrostazione" paesaggistica, è già una modalità incipiente di
organizzazione, cui segue il porre in reciproca relazione più foto-suoni di durata e rilevanza anche
considerevolmente diverse. Per queste operazioni di tipo a) selettivo e b) combinatorio la foto-musica richiede una
approfondita conoscenza di più tecniche compositive, dove al contrappunto dei foto-suoni può alternarsi e mescolarsi
quello delle voci umane e dei suoni di strumenti elettronici oppure sintetici oppure acustici (tra cui i tradizionali
strumenti dell'orchestra sinfonica, ma anche di organici extra-classici, come nel caso di strumenti etnici o
appartenenti ad altri generi musicali), in un crescendo virtualmente infinito di possibilità e stratificazioni.
A questi elementi costitutivi la foto-musica aggiunge l'interferenza attiva con lo spazio architettonico, inteso nella
sua configurazione fisica e nei suoi contenuti, verso i quali il "foto-suono organizzato", similmente al "suono
organizzato" di Edgar Varèse, diviene a tutti gli effetti foto-musica proiettata nell'ambiente e per l'ambiente.
3
Foto-musica
Collazione, paratassi, sintassi
Nel saggio Spazi museali e "foto-suoni" (raccolto nella ricerca Nuovi linguaggi museali, a cura di HoldenArt e
Rive-Gauche Concerti, Torino 2005/2006, 1150 pagg. corredate di un elaborato ipertesto), Piacentini individua le tre
fasi progressive che dal foto-suono conducono alla foto-musica, aprendo, come risulta da altri suoi scritti, a una fase
ulteriore che qui designeremo come "oltre la sintassi".
Nella prima fase, denominata "collazione", si procede alla registrazione e archiviazione in apposito database dei
foto-suoni. L'archivio comprende, allo stato tecnologico attuale, cassette audio digitali (DAT), CD e DVD, dischi
rigidi. Le registrazioni sono effettuate sia tramite DAT recording, sia tramite hard disk recording, sia ancora tramite
la più recente tecnologia offerta dal solid recorder. È in genere necessaria un'attrezzatura di agile trasporto, atta a
catturare foto-suoni nelle situazioni più disparate e, talvolta, anche improvvisate, in quanto la poetica che sottende
alla foto-musica ha le sue più lontane radici nei reportage acustici della etnomusicologia e nelle tendenze
antimetafisiche della filosofia del '900.
Nella seconda fase, detta "paratassi" (dal greco parà = a fianco e taxis = posizione), il "foto-compositore" si incarica
della selezione dei materiali ai fini del loro specifico utilizzo in un dato ambiente e per una precisa funzionalità
artistica. Ciò avviene, da un lato, attraverso l'uso di un software multitracking e, dall'altro, attraverso la scrittura di
uno "scartafaccio" di appunti musicali. La fase paratattica punta in modo esplicito al fine che coinvolge gli spazi
architettonici, contenuti inclusi, e la foto-musica per essi concepita. I foto-suoni, in questo stadio, non sono ancora
musica, ma l'alchimia in progress e il "punto di fuga" già chiaramente prefigurati.
Terza fase è quella della "sintassi" (sün = insieme taxis = posizione). Qui, dopo la loro raccolta e successiva
selezione, i foto-suoni vengono trattati alla stregua dei suoni musicali della tradizione di cui rappresentano un'ampia
e significativa estensione, una sorta di finestra aperta a trecentosessanta gradi sul "mondo della vita", secondo
un'espressione cara a filosofi come Husserl, Wittgenstein e Dewey. Questa larga condivisione di suoni richiede
particolari strategie sintattiche, che vanno dalla foto-musica intesa come semplice texture che ricama il paesaggio
sonoro esistente (in questo somigliando alla musica ambient), al contrappunto tra texture, strumento o strumenti
acustici e paesaggio sonoro, alle più sofisticate interazioni tra texture diverse, variamente frammentate, a mo' di
campioni acustici che dialogano sia tra loro sia con l'ambiente circostante. In tutto questo la voce può svolgere un
ruolo determinante dei punti di vista figurativo-narrativo e timbrico-evocativo, come supporto diretto della memoria.
Oltre la sintassi
La foto-musica con foto-suoni parte e al tempo stesso approda al "mondo della vita" stabilendo un circolo di rimandi
che la proiettano molto al di là degli aspetti sintattici (si veda Poetica del foto-suono da Schelling alla post-Filosofia,
Curci, Milano 2007 e, in versione integrale, Torino 2007).
Questi, per le modalità stesse della loro origine, sono già intrisi di elementi semantici e pragmatici. Come afferma
Karl-Otto Apel proseguendo un'impostazione già avviata dal filosofo statunitense Charles Morris, la filosofia
analitica del '900 è passata dall'attenzione per la sintassi a quella per la semantica e, più recentemente, alla
pragmatica.
È stato osservato (ib., pagg. 21-22) che la foto-musica è riconducibile a questa tripartizione, ma suggerendo un
percorso a ritroso: dalla pragmatica (la collazione "sul campo") alla semantica (la paratassi che cerca valori e
significati), alla sintassi (che articola formalmente e con intenti etico-comunicativi).
In realtà, il percorso a ritroso della foto-musica tende a sfumare i suoi contorni di divisione e a configurarsi come una
sorta di "post-Musica" metodologicamente strutturata e anarchica al tempo stesso, nella quale i tre piani sintattico,
semantico e pragmatico sono compresenti e, se occorre, utilizzabili modularmente anziché linearmente (di qui la sua
parentela, seppure posta in chiave critica, con il postmodernismo). In ogni caso, nessuno di essi può essere obliterato
e messo da parte, in quanto vitale e strutturalmente portante.
4
Foto-musica
Antecedenti
Nella storia della musica occidentale, e in particolare in quella del '900 e contemporanea, ci sono diversi segnali che
anticipano la foto-musica. Questi si possono sintetizzare in sette situazioni-tipo, alle quali la foto-musica si riallaccia
e dalle quali si differenzia per il proprio originale contributo.
Le idealità della foto-musica, tuttavia, possono essere comprese solo se riferite anche ai presupposti antimetafisici di
alcuni dei massimi filosofi del '900. In altri termini, a fianco delle radici musicali vanno considerate, non meno
importanti, quelle poetico-filosofiche che testimoniano di un preciso atteggiamento nei confronti delle più recenti
concezioni estetiche dell'arte e della musica.
Le radici musicali
• Etnomusicologia. Una prima radice della foto-musica con foto-suoni si colloca tra '800 e '900, quando
l'invenzione del fonografo da parte di Thomas Edison e la rivoluzione apportata dalla etnomusicologia non solo
rivalutano in ambito musicale le tradizioni orali ma, in modo più o meno consapevole e certo non volontario,
anche i suoni ambientali, parte viva e integrante dei reperti fonici. Rispetto a questa prima origine, la foto-musica
incorpora ed estende sia l'attenzione per i repertori alternativi rispetto ai percorsi più battuti dalla musica
contemporanea, sia il decentramento verso ambiti acustici finora ritenuti marginali e musicalmente non
significativi.
• Bruitismo. Con il manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti e L'arte dei rumori di Luigi Russolo, nel
secondo decennio del '900 vengono esaltati i rumori (da cui "rumorismo" e, dal francese bruite = rumore,
"bruitismo"), considerati degni di capacità musicali non meno dei suoni della tradizione. Non a caso
l'"emancipazione della dissonanza" ad opera di Arnold Schoenberg e altri avviene nello stesso periodo storico, ed
è in questo senso che la foto-musica intende riprendere l'"emancipazione del rumore" accogliendone le infinite
sfumature presenti nel paesaggio sonoro e abilitandole al rango di foto-suoni potenzialmente musicali non meno
dei suoni della più blasonata tradizione sinfonica.
• Musique d'ameublement. La "musica da arredamento" o "da tappezzeria" di Eric Satie, promossa con spirito
polemico tra la fine degli anni dieci e gli anni venti, sposta l'attenzione, analogamente alla dualità suono-rumore
evidenziata dal bruitismo, su un'altra dualità tipica della nostra cultura del '900, quella di figura-sfondo, dove la
musica può atteggiarsi in entrambi i modi e, nella fattispecie, come attiva compartecipe di un contesto e senza
volontà di protagonismo. La foto-musica gioca sulla stessa dualità puntando però all'armonica fusione dei due
aspetti, il cui esito è dato dalla calibrazione del reciproco interferire.
• Musica concreta. Negli anni quaranta e cinquanta gli objects sonores di Pierre Schaeffer e i lavori "concreti" di
compositori come Henri Pousseur, Karlheinz Stockhausen, Bruno Maderna e Luciano Berio fissano su nastro
magnetico molti estratti acustici derivati dalla quotidianità e ne sperimentano, con risultati alterni, l'uso in chiave
musicale. Foto-suoni e objects sonores sono affini per il fatto di essere entrambi estratti del paesaggio sonoro o di
realtà acustiche di tipo rumoristico, ma la valenza del foto-suono è più ampia e anche meno astratta. In esso il
vincolo semantico e contestuale mantiene un peso specifico persistente e deliberatamente vincolante.
• Musica aneddotica. Luc Ferrari traduce, negli anni cinquanta e sessanta, i suoni ambientali in termini
narrativo-aneddotici, con registrazioni sperimentali effettuate in luoghi vissuti, riprodotte e ascoltate come se
fossero racconti. Il riferimento con la foto-musica è immediato, ma questa punta all'aspetto sintattico e procede
oltre lo stadio della pura evocazione narrativa, suggerendo più livelli interpretativi e comunicativi e, in sostanza,
un approccio semantico stratificato e complesso.
• Musica ambient. Negli anni settanta e ottanta Brian Eno con le sue Musiche per aeroporti e, slittando
gradualmente di genere, le successive forme di relaxing music, New Age, ecc. si relazionano esplicitamente
all'ambiente circostante, ma focalizzando il centro dell'interesse sul soggetto percipiente più che sullo spazio, che
invece nella foto-musica si configura come elemento vivo e dialogante all'interno del progetto musicale.
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Foto-musica
• Soundscape composition. Pressappoco negli stessi anni, ma con un affondo al Soundscape Project varato da
Raymond Murray Schafer negli anni sessanta, Barry Truax e altri compositori canadesi parte di una attivissima
equipe si adoperano per una trasposizione musicalmente creativa del concetto di "paesaggio sonoro", i cui primi
obiettivi consistevano nella denuncia scientificamente suffragata del crescente inquinamento acustico di cui la
nostra civiltà è al tempo stesso vittima e artefice. La foto-musica, a differenza della soundscape composition, non
vuole avere carattere di denuncia, seppure le scelte del foto-compositore possono all'occorrenza includere una
deliberata vis polemica (ma ciò è legato al rapporto che volta a volta egli vuole o gli viene richiesto di instaurare
con l'ambiente). Inoltre la sua natura fortemente sintattica l'avvicina alle tecniche compositive del contrappunto e
alla massima articolazione di tutti i parametri che partecipano delle nuove "immersioni" sonore.
Date queste radici, la foto-musica nega, tra i suoi antecedenti, la muzack e qualunque assemblato acustico ideato per
scopi principalmente commerciali e al di fuori delle idealità artistiche, mentre prende le relative distanze, pur
riconoscendone il debito, dalle sette situazioni-tipo su elencate. In breve, come sostiene il sociologo Marco Revelli
nella ricerca Nuovi spazi museali (ib., Parte I, pagg. 53-64), la foto-musica è un prodotto d'arte che si innesta
armonicamente nel contesto che la accoglie, evitando forme di invasiva prevaricazione e anche il facile "effetto
Disneyland" che antepone il coefficiente spettacolare a quello più proprio della cultura.
Presupposti poetico-filosofici
Si può tracciare un percorso di pensiero le cui tappe recenti sono individuabili con estrema chiarezza. A queste si
può ancora anteporre la concezione della musica avanzata da Friedrich Schelling quale arte figurativa connotata da
qualità "fisiche" più che "astratte", posizioni su cui l'idealismo romantico a venire si sarebbe espresso in modo ben
diverso, ma che in compenso sono state ampiamente riprese dai filosofi antimetafisici del '900.
• Seconda fenomenologia di Edmund Husserl. Particolarmente con la sua strenua battaglia contro l'"obiettivismo"
delle scienze e con il recupero del "mondo della vita" - inteso come "ritorno alle cose stesse", tale da rendere
problematiche le certezze del sapere tradizionale e dello stesso "senso comune" rivalutando i rapporti
intersoggettivi - il secondo Husserl si rivela un punto chiave nel percorso ideale della foto-musica. Il testo di
riferimento è La crisi delle scienze europee o la fenomenologia trascendentale (uscito postumo nel 1954).
• "Giochi linguistici" di Ludwig Wittgenstein. La locuzione sta a indicare quelle pratiche del linguaggio
antimetafisico e quotidiano che non sono imbrigliabili in rigide regolamentazioni e che, come i foto-suoni e e la
foto-musica, dipendono strettamente dal contesto e da un insieme di fattori fluidi che non possono essere dati una
volta per tutte.
• Primo esistenzialismo di Martin Heidegger. L'"essere gettato nel mondo" di cui parlava Essere e tempo già negli
anni venti, la "situazione emotiva" e la "cura" che contraddistinguono la condizione umana nel momento in cui si
scopre in mezzo alle cose e agli altri sono perfettamente in linea con la concezione applicativa e sociale della
foto-musica.
• Antiestetismo funzionale di Ananda Coomaraswamy, poi ripreso dal filosofo analista Nelson Goodman. Rifiuto
del "bello per il bello" e di una superficiale emozionalità comunicativa, come anche sosteneva il filosofo
fondatore della Scuola di Chicago John Dewey, e difesa delle forme simboliche dei mondi loro sottesi sono alla
base della visione prospettata dal critico d'arte Coomaraswamy così come dal filosofo Goodman, docente
all'Università di Harvard.
• Etica della comunicazione di Karl-Otto Apel. Dalla sintassi alla semantica alla pragmatica, Apel traccia i
lineamenti generali di un linguaggio che sia eticamente comunicativo, nel senso che si prefigge il superamento
delle barriere opposte dai pregiudizi culturali (sociali, economici, ecc.).
• Anarchismo metodologico e "conquista dell'abbondanza" di Paul Feyerabend. Da Contro il metodo (1970) a
Conquista dell'abbondanza (2004, post.), la brillante critica epistemologica del filosofo viennese docente per
molti anni all'Università di Berkeley è uno dei cardini del pluralismo di cui è espressione la foto-musica, dalla
molteplicità programmatica dei materiali acustici adottati a quella delle loro pratiche combinatorie, a quelle dei
6
Foto-musica
rimandi semantici stratificati, alle possibilità applicative, tante quante sono i contesti a cui può riferirsi.
• Post-Filosofia di Richard Rorty. Dalla post-Filosofia come pure dal postmodernismo la foto-musica accoglie la
volontà di dialogare, pone interrogativi prima che rispondere con certezze fondative, ascolta e dopo avere
lungamente ascoltato agisce.
Applicazioni
Si possono distinguere due principali tipi di applicazione della foto-musica con foto-suoni: a) ambientale e b)
extra-ambientale. L'attenzione al contesto e all'ambiente sonoro circostante è in realtà presente in entrambe le
tipologie, ma nella prima il paesaggio sonoro è fonte e insieme destinazione della composizione musicale, mentre
nella seconda rimane la fonte del paesaggio sonoro e dei conseguenti foto-suoni che tuttavia vengono destinati ad
altri contesti, per lo più mutevoli e non prevedibili. Il primo gruppo è quello che attiene alle sonorizzazioni museali
e, in senso più lato, a quelle "ambientali"; il secondo alle realizzazioni che muovono dal contesto per approdare al
"de-contesto".
Entrambe le tipologie applicative, e in particolare la prima, richiedono il lavoro articolato di una equipe che agisce
sui piani tecnico, musicale e organizzativo. Come si è già notato, gli aspetti pragmatici nella foto-musica non sono
scindibili da quelli sintattici e semantici, a partire dal concepimento dell'opera.
Tra gli interpreti musicali che hanno contribuito sin dal nascere alle realizzazioni dei progetti di foto-musica: il
soprano e performer Tiziana Scandaletti, la flautista Annamaria Morini, il trombonista Michele Lomuto, le voci
recitanti di Franca Nuti e Sandro Cappelletto, l'Orchestra Milano Classica diretta da Vittorio Parisi e Massimiliano
Caldi, il Coro Bajolese diretto da Amerigo Vigliermo, il baritono Mario Tento, l'Academia Montis Regalis di Torino,
la violoncellista americana Madeleine Shapiro, il Penderecki String Quartet dal Canada.
A fianco di questi, il gruppo di lavoro ha compreso diversi fonici e tecnici del suono (Roberto Maccagno, Flavio
Fornasier, Fabio Lombardo, Danilo Girardi, ecc.), esperti di fotografia e musicologia, architetti, attori e registi,
sociologi della comunicazione.
Sonorizzazioni museali
Allo stato attuale si può accedere, relativamente al primo gruppo applicativo, a diverse produzioni discografiche,
strumento e testimonianza di sonorizzazioni già avvenute o in atto. Tra queste:
• Musiche dell'aurora, sonorizzazione dell'VIII Biennale Internazionale di Fotografia L'occidente imperfetto
(Torino, Palazzo Bricherasio, 1999), in due parti: Musica prima (Shahar) e Musica seconda (Chorsu bimbo);
• Shahar, rimastering della prima parte di Musiche dell'aurora nella duplice versione per flauto basso solo e con
voce femminile e foto-suoni (Milano, Edizioni Curci, 1999);
• Arie condizionate, per la sonorizzazione della IX Biennale Internazionale di Fotografia Border stories (Torino,
Palazzo Bricherasio, 2001), in tre parti: Mano mobile clic, Aria di paragone, Raep on;
• Treni persi, per la sonorizzazione del Museo ferroviario di Bussoleno (2003), in tre parti: Treni persi, Un petit
train de plaisir (da Gioachino Rossini), Gioco-treni;
• Mina miniera mia, per la sonorizzazione delle Miniere di Traversella (2004), in due parti: Musica per le gallerie,
Musica per l'opificio;
• Musiche della Reggia di Venaria Reale, per la sonorizzazione della Reggia di Venaria Reale (2004), in sei parti:
La Cappella di Sant'Uberto: "Sonata in trio", La Torre dell'Orologio e la Corte d'onore, La Reggia di Diana e la
Stanza dei Telamòni, La Galleria di Diana: "Picander 2004", I Giardini reali, Il Belvedere Alfieri;
• Foto-suoni per le Universiadi, per la sonorizzazione del Palazzo delle Feste di Bardonecchia, in occasione della
XXIII Universiade invernale (2006), in cinque parti.
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Foto-musica
Realizzazioni extra-ambientali
A questo gruppo appartengono lavori di musica elettroacustica che utilizzano foto-suoni per fini non di
sonorizzazione né di installazione. La riconoscibilità semantica del contesto acustico di origine e le sue combinazioni
con elementi "altri" desunti dalla tradizione così come da ulteriori contesti conferisce a queste realizzazioni uno
spiccato carattere postmoderno che può spaziare da un'ironia sottile e divertita all'umana tragedia.
È quest'ultimo il caso di Sine nomine per soprano, voce recitante, orchestra d'archi e foto-suoni, scritto per la
Giornata della Memoria (Milano, Palazzina Liberty, e Genova, Teatro Carlo Felice, gennaio 2001) sui testi di Sandro
Cappelletto intessuti di citazioni da Sant'Agostino e San Giovanni Damasceno e sui foto-suoni registrati da
Piacentini nella storica Risiera di San Sabba a Trieste; oppure di Et amoris: tango pour Bruno per soprano, archi e
foto-suoni, scritto per le Olimpiadi della Cultura di Torino 2006, su testi di Paul Verlaine, materiali musicali criptati
da Bruno Maderna e foto-suoni registrati in Argentina e Uruguay, alcuni dei quali con le voci delle madri dei
"desaparecidos" registrate direttamente in Plaza de Mayo a Buenos Aires.
Più lievi, per la loro persistente carica ironica, composizioni come Jazz motetus VI (Cricket play), scritto per il
pianista americano Paul Hoffmann sulle "voci" dei grilli del Maryland mixate con quelle di mille bambini di Pechino
e con suoni di antichi strumenti cinesi (2002); XXIV per la flautista Annamaria Morini e il violinista Enzo Porta, per
una maratona concertistica dedicata alla Divina Commedia di Dante, su testo dal Canto XXIV del Paradiso letto da
un bambino con sottofondo organizzato di cascate del Niagara (Rovigo, 2004); The Brown Cage per il soprano
Tiziana Scandaletti e la violoncellista Madeleine Shapiro, con foto-suoni radiofonici su modulazioni di frequenza e
onde medie e con materiali postmodali di John Cage e Earle Brown (New York, 2007); Jardins sur la pluie,
composto intrecciando citazioni in codice dai Jardins sous la pluie di Claude Debussy con foto-suoni di pioggia e
temporali registrati in Singapore (Torino, 2007; Albuquerque, 2008); An Mozart per il Penderecki String Quartet di
Toronto, con foto-suoni registrati per le strade di Graz e a Vienna nel Castello di Schönbrunn (Toronto, 2008);
Foto-suoni delle nuove scienze per il Bata Shoe Museum di Toronto e il Convegno La Galassia Marconi di Bologna,
dove i foto-suoni sono ottenuti facendo rotolare una biglia di vetro lungo la cordiera del pianoforte (2009).
Scritti
Gli scritti che riguardano la foto-musica con foto-suoni sono essenzialmente di sette tipi, a loro volta divisi in due
gruppi:
a) fonti bibliografiche inerenti 1) tesi di laurea universitarie, 2) testi ad uso dei Conservatori e delle Università
straniere, 3) pubblicazioni storico-musicologiche, 4) note di presentazione su booklet di CD e depliant, 5) recensioni
e opinioni scritte;
b) cui si aggiungono 6) testi poetici e letterari per lavori di foto-musica, 7) testi con le linee drammaturgiche per
lavori di foto-musica.
Scritti sulla foto-musica
I primi cinque tipi su esposti corrispondono a una articolata serie di testi, alcuni dei quali reperibili anche su internet,
tra cui due tesi di laurea (Il recupero del concetto di sacro nella musica d'oggi, a cura di Mario Tento, DAMS,
Torino, a.a. 2000-2001; Musica contestuale. Centralità del rapporto con l'ambiente nel processo creativo del
compositore, a cura di Victor Andrini, IULM, Milano, a.a. 2004-2005); studi e saggi di Riccardo Piacentini (Musica
contestuale, NC, Roma, 2001; Foto-musiche per l'ambiente, Curci, Milano, 2003; Spazi museali e foto-suoni,
Torino, 2005; Sintesi per tecniche di composizione, Alessandria, 2006; Foto-musica for Berkeley and Stanford,
Università della California di Berkeley e Università di Stanford, 2006; Poetica del foto-suono da Schelling alla
post-Filosofia, Curci, Milano 2007 e, in vers. completa, Torino 2007); contributi musicologici, pubblicazioni,
recensioni e opinioni scritte a firma di Sandro Cappelletto, Azio Corghi, Coleen Johnston, Michele Gioiosa,
Alessandro Mastropietro, Tiziana Scandaletti e numerosi altri (si veda in particolare il Giornale della Musica,
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Foto-musica
Torino, novembre 2001 e The Record, Toronto, settembre 2003); diffuse note esplicative dai booklet dei CD con
foto-musica (di cui si segnalano Musica per una Reggia di Attilio Piovano, Torino, 2004; Interviste e biografie dei
compositori, in La voce contemporanea in Italia - vol. 1, a cura di Stefano Leoni, Milano, 2005; oltre alle autoanalisi
di chi ha confezionato le musiche).
Rilievo a parte merita la già citata ricerca curata da HoldenArt e Rive-Gauche Concerti Nuovi linguaggi museali, in
due parti, l'una dedicata agli aspetti narrativi e l'altra alle sonorizzazioni (Torino, 2005/6). Di quest'ultima parte - che
comprende per l'aspetto cartaceo oltre settecento pagine di ricerche statistiche, interviste e saggi a firma di Arianna
Astolfi, Sandro Cappelletto, Franco Fabbri, Ennio Morricone, Carlo Luigi Ostorero, Riccardo Piacentini, Marco
Revelli, Tiziana Scandaletti, Attilio Piovano, cui si aggiungono Victor Andrini, Cynthia Burzi, Flavio Fornasier,
Luca Mortarotti, - esiste anche una versione elettronica consultabile via WEB sotto forma di "Schedone" e
contenente un esteso glossario dei termini in uso nella foto-musica e, più in genere, nel campo delle sonorizzazioni.
Scritti per lavori di foto-musica
Il fotografo e scrittore francese Nadar, al secolo Gargard-Félix Tournachon, lo storico della musica e drammaturgo
italiano Sandro Cappelletto, lo stesso Riccardo Piacentini hanno realizzato un numero considerevole di testi poetici e
letterari e, in qualche caso, le sole linee drammaturgiche essenziali preesistenti alla stesura sintattico-musicale.
Significativa, sotto quest'ultimo profilo, la drammaturgia che Sandro Cappelletto ha concepito per Mina miniera mia,
sonorizzazione delle Miniere di Traversella (2004), sulle registrazioni di foto-suoni effettuate in loco dalla stesso
compositore. Tali registrazioni sono consistite in oltre tre ore di interviste a cinque ex-minatori ottuagenari unite a
suoni contestuali "catturati" durante e fuori le interviste. Sui materiali narrativi offerti dagli ex-minatori è stato così
costruito l'intreccio drammaturgico, cui hanno anche contribuito, per scelta successiva del compositore, due brevi
testi su melodie popolari originali della Valchiusella.
Altri casi quelli dei testi per Musiche dell'aurora (Nadar, 1999), Arie condizionate e Treni persi (Cappelletto, 2001 e
2003), Musiche della Reggia di Venaria Reale (scritti occasionali del '700, integrati da altri originali di Piacentini,
2004). Qui i "libretti" sono tutti riconducibili a testi scritti o adattati per la specifica situazione, capaci inoltre di una
propria autonoma valenza artistica.
Da Quand j'etais photograph di Nadar sono tratte le rivisitazioni testuali di Musica prima (Shahar), prima parte di
Musiche dell'aurora, e le parole sparse bisbigliate dal piccolo Leonardo di Musica seconda (Chorsu bimbo).
Da testi originali scritti appositamente da Cappelletto sono invece derivate la prima e terza parte di Arie condizionate
(Mano mobile clic e Raep on), così come i primi tre numeri di Treni persi, che l'autore dei testi chiama Cantata per
voce viaggiante e voce che ha viaggiato.
Una commistione tragicomica è la miscellanea postmoderna di Musiche della Reggia di Venaria Reale, dove
architetti e consiglieri sabaudi del Sei e Settecento, con citazioni di lettere da Michelangelo Garove e Filippo Juvarra,
suggeriscono le parole cantate e recitate da personaggi immaginari, come il "cicerone acustico" che racconta i suoni
delle varie stanze del palazzo e il redivivo Picander (nome d'arte di Christian Friedrich Henrici, già librettista di
Bach), accorso alla Reggia in compagnia di una improbabile "putta" veneziana fuggita di soppiatto dal coro
femminile di Vivaldi.
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Foto-musica
Collegamenti esterni
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Pagina ufficiale della foto-musica con foto-suoni [1]
Dizionario dei termini per le sonorizzazioni [2]
Testi per foto-musica [3]
Musica contestuale. Centralità del rapporto con l'ambiente (IULM, a.a. 2004-2005) [4]
World Soundscape Project [5]
IX Biennale Internazionale di Fotografia di Torino [6]
Sonorizzazione del Museo ferroviario di Bussoleno [7]
Reggia di Venaria Reale [8]
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
[7]
http:/ / www. rivegaucheconcerti. org/ specialefotomusicaconfotosuoni. html
http:/ / www. rivegaucheconcerti. org/ Schedone/ Thesaurus. htm
http:/ / www. rivegaucheconcerti/ Testi%20per%20la%20foto-musica%20con%20foto-suoni. pdf
http:/ / www. rivegaucheconcerti. org/ Victor%20Andrini_Musica%20contestuale. pdf
http:/ / www. sfu. ca/ ~truax/ wsp. html
http:/ / www. arte2000. net/ FIF/ biennali/ 2001/ 2001. htm
http:/ / www. provincia. torino. it/ archeologia_cm/ filmati/ cultura/ treni. htm
[8] http:/ / www. reggiavenariareale. it
Sonorizzazione
• Sonorizzazione - processo di aggiunta delle colonne sonore ai programmi
• Sonorizzazione - in fonologia, trasformazione di un fono da sordo a sonoro
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Barry Truax
Barry Truax
Barry Truax (Chatman, Ontario, 1947) è un compositore canadese.
È specializzato nell'implementazione in tempo reale della sintesi granulare di suoni campionati, e nei paesaggi sonori
(soundscape). Nel 1986 ha sviluppato l'utilizzo della sintesi granulare in tempo reale, è stato il primo a utilizzare un
campionamento come fonte di una composizione granulare in Wings of Nike (1987), ed è stato il primo compositore
a esplorare il range tra la sintesi granulare sincrona e asincrona in Riverrun (1986).
Truax insegna musica elettronica, computer music e comunicazione acustica alla Simon Fraser University di
Vancouver. È stato uno dei membri del World Soundscape Project. Tra i suoi studenti vi è stato John Oswald.
Composizioni
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The Blind Man (1979)
Riverrun (1986, Wergo WER 2017-50)
Wings of Nike (1987, Cambridge Street Records CSR CD-9401 e Perspectives of New Music CD PNM 28)
Tongues of Angels (1988, Centrediscs CMC CD-4793)
Beauty and the Beast (1989, Cambridge Street Records CSR-CD 9601)
• Pacific (1990, Cambridge Street Records CSR CD-9101)
• Pacific Fanfare (1996)
• Wings of Fire per violoncellista femmina e due colonne digitali, inclusa la poesia di Joy Kirstin "Wings of Fire"
recitata da Ellie Epp (1996)
• Androgyne, Mon Amour per suonatore maschio di doppio basso amplificato e due colonne digitali, compreso il
testo dall'omonimo libro di Tennessee Williams recitato da Douglas Huffman (1997)
Collegamenti esterni
• Barry Truax: Electroacoustic Composer & Acoustic Communication Researcher [1]
Note
[1] http:/ / www. sfu. ca/ ~truax/ index. html
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Raymond Murray Schafer
Raymond Murray Schafer
Raymond Murray Schafer (Sarnia, Ontario, 18 luglio 1933) è un compositore, scrittore e ambientalista canadese.
Raymond Murray Schafer è particolarmente noto sia per il World Soundscape Project, da lui ideato negli anni
Sessanta per promuovere una nuova ecologia del suono, sensibile ai crescenti problemi dell'inquinamento acustico,
sia per il testo The Tuning of the World (1977), tradotto in Italiano con il titolo Il paesaggio sonoro.
Personalità eclettica tra le più interessanti della musica contemporanea nordamericana, Schafer ha studiato al Royal
Conservatory di Londra e all'Università di Toronto. Per molti anni ha insegnato alla Simon Fraser University di
Vancouver, dove ha varato il World Soundscape Project. Nel 1987 è stato insignito del premio Glenn Gould e nel
2005 del Walter Carsen Prize, attribuitogli dal Canada Council for the Arts.
Luc Ferrari
Luc Ferrari (Parigi, 5 febbraio 1929 – Arezzo, 22 agosto 2005) è stato un compositore francese.
Ferrari è nato a Parigi e ha studiato pianoforte con Alfred Cortot, analisi musicale con Olivier Messiaen e
composizione con Arthur Honegger. I suoi primi lavori sono liberamente atonali.
Nel 1954 Ferrari va negli Stati Uniti dove incontra Edgard Varèse, del quale aveva sentito alla radio Déserts, opera
che lo aveva notevolmente impressionato. Fu infatti questa composizione ad ispirare Ferrari nell'uso del nastro
magnetico per le proprie musiche.
Nel 1958 fonda con Pierre Schaeffer e François-Bernard Mâche il Groupe des Recherche Musicales. Ha insegnato
presso svariate istituzioni in tutto il mondo, lavorando anche per il cinema, il teatro, la radio.
Nei primi anni Sessanta Ferrari inizia a lavorare sul suo Hétérozygote, un pezzo per nastro magnetico. L'uso di suoni
ambientali è finalizzato a suggerire una drammatizzazione narrativa. L'impiego di registrazioni ambientali divenne
tratto distintivo del linguaggio musicale di Ferrari. In quegli anni teorizza la musica aneddotica: ponendo le sue
radici nella musica concreta, Ferrari mette in risalto l'aspetto aneddotico e narrativo dei suoni registrati.
Una delle composizioni di Ferrari, Presque rien No. 1 "Le Lever du jour au bord de la mer" (1970) è considerato un
classico del suo genere. Per questo lavoro Ferrari registra una giornata di suoni ambientali su una spiaggia jugoslava,
da cui trae un pezzo di ventuno minuti. È stato visto come un'affermazione del pensiero di John Cage, secondo il
quale la musica è sempre attorno a noi, e se solo ci fermiamo ad ascoltarla possiamo capirlo.
Ferrari ha continuato a scrivere musica strumentale oltre a quella per nastro magnetico. Ha realizzato numerosi
documentari su compositori contemporanei, inclusi Olivier Messiaen e Karlheinz Stockhausen.
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Fonti e autori delle voci
Fonti e autori delle voci
Paesaggio sonoro Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42818605 Autori:: Avesan, Brownout, Brunogff, Crisarco, Dodeca, Druz, Leila2, Luigiagostini, Tappoz, Ticket
2010081310004741, 15 Modifiche anonime
Foto-musica Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=38182270 Autori:: Anassibia, Formica rufa, Jobbe7, Leila2, No2
Sonorizzazione Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41379139 Autori:: Pequod76, PersOnLine
Barry Truax Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=21142960 Autori:: Anassibia, AnjaManix, Ary29, Dodeca, Leila2, Qbert88
Raymond Murray Schafer Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32521642 Autori:: Alec, Anassibia, Ary29, Dodeca, Ipsedixit, Sarrus, 2 Modifiche anonime
Luc Ferrari Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=37976538 Autori:: AttoRenato, Ipsedixit, Witzland, 1 Modifiche anonime
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Fonti, licenze e autori delle immagini
Licenza
Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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