Scheda Venere

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Repubblica Italiana
Regione Siciliana
Dipartimento dei Beni Culturali
e dell’Identita’ Siciliana
La “Afrodite” o Venere di Morgantina - Dea di Morgantina
La “Afrodite” o Venere di Morgantina fu trafugata nel sito archeologico nei pressi di
Aidone (En), tra il 1970 e il 1980, verosimilmente in località San Francesco Bisconti, area
contrassegnata dalla presenza di sacelli arcaici (piccole aree recintate e senza coperture, situate
intorno ad un altare) e da rinvenimenti di frammenti di statue in terracotta a grandezza naturale.
Agli inizi degli anni ’80 la statua, tranciata in tra parti, è stata venduta per 400.000 dollari
dal ricettatore ticinese Renzo Canavesi al londinese Robin Symes che nel 1986 la rivende al J. P.
Getty Museum per 10 milioni di dollari.
L’accordo siglato a Roma, il 25 Settembre 2007, tra il Ministero dei Beni Culturali,
l’Assessorato dei Beni Culturali della Sicilia e il J.P.Getty Museum ha concluso una lunga e
complessa vicenda giudiziaria e diplomatica. Il museo americano ha riconosciuto la fondatezza
dell’azione del Governo italiano e a seguito delle analisi petrografiche che hanno dimostrato che il
tufo in cui è intagliata la statua proviene dall’area del fiume Irminio. L’opera è alta m.2,20 e si
presenta con il corpo stante, panneggiato e con tracce di pigmenti rossi,blu e rosa. Per le parti nude
del corpo - viso e braccia - è stato utilizzato marmo bianco dell’isola di Paro. Per l’uso commisto di
materiali, la tecnica è la “pseudo-acrolitica“, già sperimentata in Magna Grecia e soprattutto in
Sicilia, anche per la realizzazione delle metope del tempio E di Selinunte (450 a.C.)
Il rendimento del corpo e del panneggio rivela profonde influenze dello “stile ricco” e
potrebbe essere stata scolpita in Sicilia da un artista attico della cerchia di Fidia. Essendo lavorata
da tutti i lati fu realizzata per essere esposta al centro di un ambiente, a tutt’oggi non identificato. Il
confronto più immediato con Venere è quello con un’Afrodite dell’Agorà di Atene (circa 410 a.C.)
e tuttavia, dopo l’identificazione della statua, da parte degli esperti del J. P. Getty Museum come
“Probably Afrodite” gli studiosi hanno riconosciuto in essa Demetra o Kore.
Campagne di scavo condotte negli anni ’80 dalla Soprintendenza archeologica di Agrigento,
allora competente per territorio, confermarono oltre che a Morgantina, la presenza di un’area sacra
in località Cozzo Matrice, nei pressi del lago di Pergusa ove le fonti storiche coeve localizzavano il
mitico rapimento di Kore da parte di Ades, dio degli Inferi.
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