Lo studio del pianeta VENERE è sempre stato ostacolato dalla spessa cortina di nubi che lo copre e rende impossibile la vista della sua superficie. Gli antichi, vedendolo comparire nel cielo della sera, lo chiamavano Vespero o stella della sera e credevano che la sua apparizione mattutina fosse un altro corpo celeste, detto Lucifero o stella del mattino. Trovandosi più vicino alla Terra che al Sole, nel percorrere la sua orbita Venere si può trovare fra la Terra e il Sole, oppure dietro il Sole, o ancora a est o a ovest di esso: di conseguenza, presenta una serie di fasi. Le prime informazioni su Venere si sono avute con l’invio di sonde spaziali, tra le quali ricordiamo in particolare le sonde sovietiche VENERA, quelle americane MARINER, PIONEE e MAGELLANO. Venere ruota su se stessa con un moto retrogrado, cioè orario, perciò il suo asse di rotazione è capovolto rispetto a quello degli altri pianeti. L’atmosfera è composta quasi esclusivamente da diossido di carbonio, con tracce di acqua, ossido di carbonio e azoto, e ha uno spessore di 400-500 km. Le nubi riflettono e assorbono la maggior parte dei raggi solari incidenti; infatti solo l’1% di essi raggiunge la superficie del pianeta, da cui viene riflesso sotto forma di raggi infrarossi. Si crea quindi un gigantesco EFFETTO SERRA, che fa aumentare la temperatura(480°C) e la pressione (95 atmosfere) al suolo. Le caratteristiche di Venere sono quelle che avrebbe la Terra se la spostassimo più vicino al Sole: il calore farebbe evaporare l’acqua degli oceani, e il vapore acqueo provocherebbe un imponente effetto serra: la temperatura aumenterebbe ancora, fino alla totale evaporazione delle acque. Inoltre il vapore acqueo verrebbe scomposto in idrogeno e ossigeno: l’idrogeno si disperderebbe nello spazio, mentre l’ossigeno ossiderebbe le rocce. Il risultato sarebbe quindi un pianeta roccioso.