sinossi e note di regia

annuncio pubblicitario
MDA PRODUZIONI DANZA / COMPAGNIA DELL’ARPA
in collaborazione con Fonderia '900 / TEATRI DI PIETRA
MNEMOSYNE
il ritorno di AFRODITE
- nuova produzione LUGLIO 2010
MNEMOSYNE
il ritorno di AFRODITE
- opera per Danza, Banda e Teatro da Aristotle, Platone e Euripide
drammaturgia Gatti/Tringali/Luna/Lama/Gangale/Cangiano
regia e coreografia Aurelio Gatti
musiche originali per archi M° Patrizio Marrone
musiche per banda M° Carmelo Capizzi
costumi Livia Fulvio
scene Petrokos Usaja
disegno luci Stefano Stacchini
assistente alla regia Filippa Ilardo
si ringrazia per il contributo poetico e cronistico Silvio Raffiotta
con
Gianna Beduschi, Paola Bellisari, Carlotta Bruni, Giuseppe Bersani
Annalisa D’Antonio, Gioia Guida, Rosa Merlino, Giorgio Napolitano
Elisa Di Dio, Raffaele Gangale, Pietro Pignatelli
e
Sebastiano Tringali, Ernesto Lama, Filippo Luna
e la partecipazione di
Benedetta Capanna nel ruolo di Afrodite
Elisa Turlà soprano
M° Antonio Pellegrino violino
Coro
attori e danzatori Teatro dei Territori
Banda "A.Giunta"- Calascibetta, diretta M° Carmelo Capizzi
Per la messa in scena
Il “ritorno della Venere di Morgantina ” ( previsto per il 2011) è stato il pretesto per creare una
messainscena fortemente caratterizzata dal dibattimento sull'identità culturale. Il passaggio al tema
della "memoria" è stato naturale: come elemento distintivo e parte fondante il genius loci di un
territorio, ma anche di un popolo , capace di esprimere il valore fondamentale per una terra antica
come la Sicilia: la memoria quale presupposto per la conoscenza e la consapevolezza delle proprie
origini, senso di appartenenza ad una terra e alla sua storia.
La Venere di Morgantina, tanto attesa quanto dibattuta, è l'occasione per affrontare, con i tempi
della messa in scena, il tema culturale più urgente e comune a tutto il Meridione del nostro Paese :
il rischio di perdita della identità storica e artistica del Mediterraneo.
Quindi si è immaginata una trama in cui il dibattimento sull'imminente ritorno della Venere si
trasforma in una rappresentazione dell' umanità variegata, ora grottesca ora d'operetta, comunque
partigiana, che esprime posizioni e proposizioni contrastanti, dimentica della natura dell'oggetto e
dell'intimo senso dell'evento.... .
E mentre si discute sul come, il quando e il dove sistemare l'importante reperto, giunge, lei, la
Venere. E sicuramente recherà argomenti e fatti dimenticati, sensi e significati offuscati da una
cultura sempre più estranea ae marginale all'uomo.
Come nella tradizione tragica, il deus ex machina costituisce l'intervento chiarificatore, il significato
a prescindere la logica della soluzione . La Venere , come dirà l'Archeologo personaggio della
nostra messainscena, è solo una statua di pietra perchè Afrodite abita non le pietre per lei forgiate
ma solo quelle che sono amate, volute e pregate..... La storia della Venere è la storia della sua terra e
questa corrisponde ad una esperienza, unica e originale.
per una Memoria e dei Luoghi e dell'Arte
Mnemosyne, nella mitologia dell'antica Grecia è la personificazione della Memoria, è figlia di
Urano e di Gaia, appartiene al gruppo delle Titanidi. La leggenda dice che da nove notti di unione
con Zeus, nacquero le nove Muse, che non sono soltanto le cantatrici divine, ma presiedono al
Pensiero, sotto tutte le sue forme: eloquenza, persuasione, saggezza, storia, matematica, astronomia.
Galimberti ci informa che: "la memoria è la capacità di un organismo vivente di conservare tracce
della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri… ." Si
potrebbe azzardare che la Memoria sia lo strumento attraverso cui il pensiero si estende lungo tutta
la dialettica del tempo: passato, presente, futuro; che essa rappresenti l'estensione e la sua immortale
presenza; la memoria infatti ci riporta ad altri concetti filosofici e fisici: il tempo, lo spazio e quindi
il divenire.
Aristotele nel "De memoria" sostiene: "La memoria non è dunque né sensazione, né concetto, ma
un certo possesso o affezione di queste ultime, quando interviene il tempo.. Cosicché quelli che
percepiscono il tempo sono gli unici, fra gli animali, a ricordare, e ciò per mezzo di cui ricordando è
ciò per mezzo di cui essi percepiscono (il tempo)". Parlare della memoria ci riporta all'origine del
pensiero occidentale ovvero alla filosofia greca. Platone è il primo filosofo a dare una rilevanza
filosofica alla memoria .
La memoria è un concetto complesso che si insinua nel cuore del divenire; essa è il filo conduttore
tra il passato e il presente; la memoria evoca il tempo, il divenire, il movimento, il molteplice quale
altro lato dell'essere.
La memoria ha quindi duplici contenuti a seconda che il soggetto in questione sia la dimensione
particolare o la dimensione sovrapersonale. Si distingue tra una memoria personale e una memoria
sociale: "che rappresenta uno dei modi fondamentali di affrontare i problemi del tempo e della
storia, in rapporto a cui la memoria si trova ora indietro ed ora più innanzi". Schelling riflette sul
fatto che nell'uomo: " il principio sovramondano non è libero nella sua purezza originaria, ma legato
a un altro principio inferiore. Quest'altro principio è esso stesso il risultato di un divenire e quindi
per sua natura nesciente e oscuro; esso oscura necessariamente anche quello più altro, col quale si
trova unito. In quest'ultimo giace il ricordo di tutte le cose.
"La memoria, quest'arte di saper trattare col tempo è infatti - per Maria Zambrano- un elemento
decisivo, perché coinvolge la modalità stessa della conoscenza e rappresenta il necessario elemento
mediatore, e di riscatto, tra vivere e pensare".
La memoria ci riporta a noi stessi, anche se essa necessariamente si accompagna al processo
inverso, ovvero allo smantellamento delle nostre vecchie identità: nel bisogno di dimenticare si cela
il bisogno di cambiamento.
"Questo è l'essenziale e interminabile lavoro della memoria nella sua funzione vitale per il pensiero
e la conoscenza: vedere di nuovo. (...)Tornare e vedere esseri e cose afferrati sempre a metà
dall'intelletto, violentemente catturati dalla percezione, o lasciati passare senza reagire e precipitati
tutti negli inferi dove giace e geme quanto è stato visto solo a metà, sottratto violentemente al suo
ambiente; ciò che è stato appena intravisto, 'a malapena vissuto', che non ha avuto tempo per essere
del tutto vivo… La 'ricerca del tempo perduto', in cui consiste la memoria riscattante, non è
l'attardarsi nostalgico nelle immagini del passato, nell'impossibile ricerca di far rivivere l''ora di
'allora', ma l'accordare alla vita vissuta quello che non le fu concesso: più tempo per poter
permanere; il tempo di una rinascita, di una nascita in altro modo, questa volta nel campo della
visione. La memoria riscatta non dal tempo ma dalla potenza negatrice del tempo, offrendo a ciò
che è caduto fuori dalla vista _ che si è lasciato sfuggire nella fugacità del tempo, che per
distrazione o fretta di andare abbiamo lasciato ai margini della strada e che solo rifacendo il
percorso possiamo davvero vedere _ un 'essere', ossia stabilità e permanenza, capacità di resistere
all'impeto della corrente"
La memoria e il suo rovescio: il "vuoto", il superamento del divenire, sono uno strumento del Sé nel
quale si manifesta il cammino interiore; i ricordi ci indicano le dinamiche su cui dobbiamo lavorare,
ma ci rimandano anche ai momenti positivi, alla percezione di essere nella vita, di essere la vita,
percezione che dobbiamo preservare nei momenti bui, cupi.
Spesso senza nessun motivo apparente ci arrivano ricordi , altre volte un sentire antico che ci
permette di percepire la vibrazione di "essere semplicemente vivi" e di "essere eterni". In questi
momenti è difficile distinguere il passato dal presente e dal futuro. In questi momenti la memoria
non ci rimanda a momenti frantumati della nostra vita. In questi momenti il vuoto dei mistici, il
presente assoluto, lo spirito, la sacralità non hanno altro luogo che il nostro essere. In questi
momenti non possiamo non vedere dietro alla memoria una mano ferma e sicura che ci porta là
dove dobbiamo stare, là dove l'unica cosa che non c'era ancora è la nostra presenza.
Un omaggio a Severino e al suo pensiero seducente: "La "memoria" non conserva i barlumi del
passato, ma lo mostra intatto, nel suo essere ciò che da sempre e per sempre esso è. L'apparire del
risultato non è l'apparire del tempo, ma del sopraggiungere degli eterni".
Durata 75 minuti c.a
Debutto :
29 luglio Teatro Antico Morgantina
repliche
30 luglio Teatro Antico Morgantina
31 luglio Teatro Antico Palazzolo Acreide
1 agosto Teatro Antico Eraclea Minoa
2 agosto Teatro Antico Segesta
SCHEDA TECNICA
La Compagnia è composta da
n.11 danzatori
n. 8 cantanti/ attori
n. 6 attori
n. 2 musicisti
Banda da 24 elementi
per l'allestimento luci/audio
− Palcoscenico/Spazio scenico minimo:
mt 12x10 con 2 ingressi frontali (scaletta o passarelle per ingresso e uscita della
banda) e 1 ingresso dal fondo per gli artisti;
− Camerini/Spogliatoi per 50 Artisti con sedie e tavoli;
− Carico elettrico minimo 40 Kw allaccio vicino al Palco;
− Montaggio 7 ore / Smontaggio 3 ore;
La Compagnia è autonoma per l'allestimento luci/audio
Produzione:
MDA PRODUZIONI DANZA
Mimo Danza Alternativa
sede legale.: via Flaminia 110 / Castelnuovo di Porto RM
P.I 01184731006 / C.F. 03331490585
ASSOCIAZIONE CULTURALE L’ARPA
Via Pietro d’Aragona, 100
94010 Calascibetta (EN)
P.I. 00550150866 / C.F. 91006740863
ufficio/segreteria : 0635452444 / [email protected]
via Cardinale Agliardi 10 – Roma 00165
ufficio stampa: Lavinia D'Agostino: 3478457574
Scarica