Relazione Walking Italy del mese di luglio 2014 $t01Giorno2$p01

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Relazione Walking Italy del mese di luglio 2014
$t01Giorno2$p01
$t01Val d'Arbia: Lucignano d'Arbia e Monteroni d'Arbia$p01
$img=8112/100/80/s <b>Lucignano d'Arbia</b> e' una frazione del comune di Monteroni d'Arbia. Il borgo
medievale di Lucignano sorge su una collina situata nella valle bagnata dal fiume Arbia: per chi, venendo da
Siena, percorra la strada statale n. 2, il poggio appare sulla sinistra, circoscritto da un lato dall'Arbia e
dall'altro dalla strada medesima. La strada e' la Via Cassia: in questa zona, come in tante altre, il percorso
della statale Cassia coincide con quello dell'antica via Francigena, la piu' importante strada medievale che
collegava Roma con la Francia e l'Europa centrale. Sicuramente questo borgo, come pure la vicina
Monteroni, dovette la sua fortuna proprio alla presenza di tale strada, percorso di pellegrinaggio oltre che
mezzo di collegamento con il nord. Anticamente il vecchio tracciato passava proprio per l'interno del paese
attraversando le porte delle due torri. L’edificio piu' importante presente in paese e' la Pieve di S. Giovanni
Battista, d'impianto romanico e piu' volte rimaneggiata che ha, d’interesse particolare, la copertura alla
francese, messa in opera con archi in mattoni. $WK643 $p01
$img=8377/100/80/s <b>Monteroni d’Arbia</b> fino alla meta' del '200 era un modesto villaggio del
contado di Siena: il suo sviluppo fu legato all'espansione patrimoniale dello Spedale di Santa Maria della
Scala, che acquisto' terre intorno a Monteroni all’inizio del XIII secolo. L'edificio di maggior rilievo e' un
Mulino fortificato, costruito fra il 1322 e il 1324 dallo Spedale di Santa Maria della Scala per servire alla
grande fattoria fortificata poco distante, la Grancia di Cuna. Recentemente restaurato e recuperato, il
mulino si presenta come un'imponente struttura a torrione fatta di mattoni, con, alla base sul lato est, un
gioco di archi per l'uscita del l'acqua proveniente dalla gora posteriore. In paese si trova la Vecchia Pieve dei
SS. Giusto e Donato, oggi sostituita da una costruzione degli anni Settanta del XX secolo, che rivela la sua
antica origine nella romanica facciata a capanna; trasformata in sala per conferenze, all'interno non serba
tracce della precedente destinazione. Sono state spostate nella nuova chiesa una “Madonna col Bambino”,
oggetto di grande devozione da parte dei fedeli, inserita in un'elegante cornice neogotica a forma di
tempietto, opera di Dionisio Burbarini, pittore senese attivo tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento;
il “Martirio di Santa Caterina d'Alessandria”, opera coeva della precedente; e un “Crocifisso” d'alta qualita'
artistica, collegato all'elegante tradizione plastica senese del Quattrocento.$p01 Monteroni si trova proprio
sull’antico percorso della Via Francigena: lungo il tratto toscano meridionale di questa importante strada
medioevale erano situati luoghi di ristoro e di sosta (hospitia) ed anche di accoglienza a fini ospedalieri
(hospitales): gli alberghi erano concentrati soprattutto a Monteroni d'Arbia e presso la vicina Lucignano, gli
ospedali erano distribuiti un po' dovunque. $WK660 $p00
$t01Giorno 5$p01
$t03Val di Merse: Eremo di Montespecchio e Montepescini$p01
$img=14661/100/80/s L'<b>Eremo di Montespecchio</b>, il cui nome esatto e' Eremo di Santa Maria a
Montespecchio, ma che e' noto soprattutto con il toponimo di Conventaccio, si trova nel territorio
comunale di Murlo. Della sua costruzione si conosce la data esatta, 15 ottobre 1190, perche' esiste ancora il
documento originale. Dell'Eremo oggi restano solo i ruderi della chiesa, mentre del grande convento
s'intravedono solo sassi sparsi tra la vegetazione nella stretta vallata del Fosso del Conventaccio, affluente
del torrente Crevolone. La pietra utilizzata nella chiesa e' del tipo serpentino, colore scuro, alternato a
blocchi di una pietra calcarea rosa di provenienza locale. L'Eremo ha custodito per diverso tempo un'opera
famosissima, la Madonna di Crevole, dipinto a tempera e oro su tavola (89 x 60 cm) di Duccio di
Buoninsegna, databile al 1283 - 1284 circa, oggi conservato nel Museo dell'Opera Metropolitana del Duomo
di Siena. $WK1271 $p01
$img=14680/100/80/s <b>Montepescini</b> e' una frazione del Comune di Murlo: vi s'incontrano la chiesa
dei Santi Pietro e Paolo, il castello e la fattoria. La chiesa risale all'XI secolo e gia' nei secoli successivi
godeva di grande importanza, tanto che alla fine del XIII secolo (anni 1283 - 1284) venne commissionata
un'opera da custodire in questa chiesa al grande pittore Duccio di Buoninsegna: si tratta di una Madonna
col Bambino, che sara' nota con il nome di Madonna di Crevole. Il dipinto sara' poi trasferito all'Eremo di
Montespecchio, quindi alla Pieve di Santa Cecilia a Crevole e, infine, nel Museo dell'Opera del Duomo di
Siena. Il castello, i cui resti si trovano a circa cinquecento metri di distanza dal paese, mostra ora i segni del
tempo e dell'abbandono, anche se s'intravede ancora la grandezza del tempo passato. Nella Fattoria,
situata nella parte piu' antica del paese, si producono vino e olio di ottima qualita': vi si trova anche un
Agriturismo. $WK1272 $p00
$t01Giorno 8$p01
$t03Colle a Iapoli$p01
$img=14696/100/80/s <b>Colle a Iapoli</b> e' una localita' situata sopra il paese di Pruno, il Alta Versilia,
posizionata lungo il sentiero Cai n. 122, che dal paese di Pruno stesso conduce al passo dell'Alpino, la' dove
s'incontra il sentiero 9, proveniente da Levigliani, che conduce a Foce di Mosceta. A Colle a Iapoli termina la
strada bianca proveniente da Pruno e qui si trova anche un piccolo piazzale dove arriva un teleferica per il
trasporto di materiali. Proprio sotto questa localita' si trova una cava abbandonata negli anni Sessanta del
XX secolo, dalla quale si estraeva il marmo cipollino. E' ancora possibile vedere i macchinari utilizzati, gli
strumenti e perfino i cavi di lizza. $WK1273 $p00
$t01Giorno 12$p01
$t03Lunigiana: Castello di Pontebosio, Licciana Nardi, Castello di Monti di Licciana Nardi, Castello di
Bastia$p01
$img=14723/100/80/s Nel Comune di Licciana Nardi, in Lunigiana, si trova il <b>castello di Pontebosio</b>,
il cui toponimo deriva dalla presenza di un antico ponte collegato alla famiglia dei Bosi, antichi signori del
castello della Verrucola di Fivizzano. Sorto in epoca medievale a difesa del ponte sul torrente Taverone, che
apriva l'accesso alla valle, il castello si presenta oggi come una residenza signorile, con quattro torri
quadrate agli angoli. Il castello e' stato sede di seminario, di una scuola professionale e di una scuola media:
attualmente e' disabitato e privo di una qualunque destinazione d'uso. Di proprieta' privata, non e'
visitabile. $WK1274 $p01
$img=14725/100/80/s <b>Licciana Nardi</b> e' un borgo della Lunigiana: il toponimo deriva dal nome
proprio di persona latino Licius e dal suffisso Nardi, assunto nel 1933 in onore di Anacarsi Nardi, patriota del
Risorgimento, e di suo zio Biagio Nardi, che fu tra i promotori dei moti di Modena del 1831, nativi di Apella,
frazione di Licciana. Sulla piazza del paese s'affaccia il castello, di proprieta' privata e non visitabile,
trasformato nel corso dei secoli in palazzo signorile, collegato con un passaggio sopraelevato al matroneo
della chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo. Nella piazza del paese si trova il monumento eretto nel 1910 in
memoria di Anacarsi Nardi, patriota nato nella frazione di Apella nel 1800 e fucilato con i Fratelli Bandiera
nel Vallone di Rovito, presso Cosenza, il 21 luglio 1844. Nel 1910 le sue spoglie, che riposavano nel Duomo
di Cosenza, furono traslate all'interno del monumento eretto in suo memoria. $WK987 $p01
$img=1242/100/80/s Il <b>castello di Monti di Licciana Nardi</b> si trova in Lunigiana, nel Comune di
Licciana Nardi: come la maggior parte dei castelli della Lunigiana e' di proprieta' privata e non vi si puo'
accedere. Sorge a poca distanza dal paese di Monti, lungo la riva destra del torrente Taverone: la sua
esistenza e' provata dal 1275. Aveva funzione di controllo dell’importante via di comunicazione del
fondovalle, che metteva in collegamento i porti dei mari Ligure e Tirreno con la Pianura Padana, valicando il
Passo del Lagastrello. Dopo essere stato possesso della famiglia Malaspina, e' passato in mano di diversi
proprietari nel corso dei secoli fino a che non e' tornato nuovamente proprio ai marchesi Malaspina, che
ora lo usano come residenza estiva. Ha struttura rettangolare, con il possente mastio quadrato che svetta a
ovest, e gli altri angoli rinforzati da torri circolari di diverse dimensioni: nella piu' massiccia, a sud – est, si
apre la principale porta di accesso, che un tempo era dotata di ponte levatoio. $WK195 $p01
$img=1235/100/80/s Il <b>castello di Bastia di Licciana Nardi</b> si trova in Lunigiana, Comune di Licciana
Nardi, e domina la valle del torrente Taverone: posizionato al centro del paese, con la sua possente mole
appare sproporzionato rispetto al resto del borgo, assai piccolo. Il toponimo deriva dal francese bastir, che
significa costruire velocemente: infatti, sembra proprio che il castello sia stato costruito rapidamente nel
secolo XIII (all'epoca era noto come fortezza di Santa Caterina). Sovrasta il capoluogo di Licciana Nardi ed e'
posto in posizione strategica a controllo della strada che conduce al valico del Lagastrello. L'attuale
struttura risale al XV secolo ed ha forma quadrangolare, con torri cilindriche ai lati: il mastio ha pianta
circolare e presenta un sistema di beccatelli con mensole sporgenti. Proprieta' per molti secoli di un ramo
della nobile famiglia Malaspina, vide questa dinastia estinguersi nel 1781: tra i personaggi che
sopravvissero alla fine del feudo, merita di essere citata l'ultima marchesa, Anna, moglie di Giovanni, e
anch'essa Malaspina del ramo di Mulazzo (era, infatti, figlia del marchese Giovanni Cristoforo Malaspina).
Le cronache del tempo la ricordano come donna di non comune bellezza, vissuta alla corte di Parma e di
Parigi, dove arriva ad essere rivale di madame Pompadour nei favori del re Luigi XV: le sue doti sono state
cantate da numerosi poeti, tra i quali Vincenzo Monti. Il castello e' di proprieta' privata ed e' visitabile solo
su appuntamento. $WK988 $p00
$t01Giorno 15$p01
$t03Tereglio$p01
$img=14805/100/80/s <b>Tereglio</b>, frazione del Comune di Coreglia Antelminelli, e' situato sui pendii
dell'Appennino tosco - emiliano, nei pressi della Via Della Foce o Strada del Duca, antica strada che collega
la Valle del Serchio con l'Emilia, transitando dal Valico di Foce a Giovo. Proprio nei pressi del paese si trova
un grosso edificio, noto come La Dogana, che svolgeva proprio questa funzione. Il paese, arroccato su un
versante della Valle Fegana, e' ricordato per la prima volta in un documento dell'856: vi si conservano
ancora le antiche porte di accesso e due chiese. Nella chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta,
si trova un'opera d'arte d'inestimabile valore: il crocifisso dipinto di Berlinghiero Berlinghieri. $WK1281
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$t01Giorno 20$p01
$t03Lunigiana: castello di Malgrate, castello di Treschietto, Apella, Tavernelle, Crespiano$p01
$img=1231/80/100/s Il <b>castello di Malgrate</b> e' una delle piu' belle e meglio conservate fortezze di
tutta la Lunigiana: si trova nel Comune di Villafranca. Diversamente da quasi tutti gli altri maniere
lunigianesi, non e' di proprieta' privata, ma appartiene al Comune di Villafranca ed e' possibile visitarlo nei
mesi che vanno da giugno a settembre. Con la sua caratteristica torre cilindrica alta venticinque metri
domina la valle del torrente Bagnone e la strada diretta verso i passi appenninici. Con la divisione, avvenuta
nel 1221, della nobile famiglia Malaspina in Malaspina dello Spino Secco e Malaspina dello Spino Fiorito,
Malgrate tocco' a quest'ultimo ramo: furono i Malaspina ad ingrandirlo costruendo la torre cilindrica e
l'edificio a pianta rettangolare. Il dominio della potente famiglia termino' nel 1615, anno in cui Malgrate fu
ceduta al governatore spagnolo di Pontremoli: nel 1641 il castello fu ceduto a sua volta ai Marchesi Ariberti
di Cremona, che nel 1642 costruirono la cappella dedicata a San Celso. Oggi il castello si presenta come
classica fortezza medioevale, con merlatura guelfa, con la porta d'accesso contraddistinta da un arco a
sesto acuto, con il ponte in pietra che costituisce l'antico ponte levatoio, e con l'intero complesso dominato
dalla possente torre cilindrica. $WK986 $p01
$img=1247/80/100/s I suggestivi ruderi del <b>castello di Treschietto</b> si trovano nel Comune di
Bagnone, in Lunigiana: questo maniero ha costituito un'importante roccaforte a strapiombo su una vallata,
attraversabile solo tramite due piccoli ponti con arco a tutto sesto in pietra arenaria. Al castello si accedeva
solo tramite mulattiere: il paese e' circondato dal torrente Acquetta ad ovest, dal Bagnone a sud e dal
Tanagorda a nord - est e, fino alla costruzione della strada che lo collega a Bagnone, anno 1950, e' stato
praticamente inaccessibile. L’agglomerato urbano si divide in cinque nuclei: Castello, nella parte piu' alta
(444 m. s.l.m.) , Chiesa, Querceto, Palestro e Valle. Il castello di Treschietto fu dominio dei marchesi
Malaspina dello Spino Fiorito: nel 1698 il marchese Ferdinando, ultimo della dinastia, vendette il suo feudo
al granduca Cosimo III. I ruderi del castello sono accessibili dal lato nord – est e consistono nei resti della
cinta muraria, di forma quadrilatera, sovrastati dalla torre circolare, oggi mozzata da un fulmine, ma un
tempo coronata da merlatura: poco lontano dai ruderi nel 1969 e' stata rinvenuta una statua – stele
femminile, tipica della Lunigiana, oggi nota come la Venere di Pietra di Treschietto. Treschietto e' famosa
anche per la sua cipolla, dalla caratteristiche uniche: forma appiattita, colore rosso rubino all'esterno e
bianco con striature rosse nella parte interna, carnosa e ricca d'acqua, con aroma marcato e la dolcezza del
gusto poco pungente e gradevole anche ai palati piu' delicati. Dal 2004 e' stata dichiarata dalla Regione
Toscana come varieta' locale autoctona. $WK983 $p01
$img=14735/100/80/s <b>Apella</b> si trova alle pendici dell'Appennino: e' una frazione del Comune di
Licciana Nardi, in Alta Lunigiana, situata in prossimita' del confine con la regione Emilia - Romagna,
circondato da boschi sterminati. Il paese, d'origine medioevale e recentemente restaurato in modo
esemplare, ha dato i natali all’eroe del Risorgimento al quale Licciana deve il suo nome: Anacarsi Nardi,
fucilato in Calabria nel 1844 con i fratelli Bandiera. Inoltre e' nato ad Apella anche Biagio Nardi, dittatore di
Modena nella rivolta popolare del 1831, zio di Anacarsi. Nella casa natia dei Nardi si trovano testimonianze
su due eroi risorgimentali. A breve distanza dal borgo si trova il Centro Visite del Parco Nazionale
dell'Appennino tosco - emiliano: e' situato in un antico monastero dal quale svetta un'alta torre. Tutto il
complesso e' oggi sede di un fiorente Agriturismo, il quale offre il soggiorno in camere situate anche
all'interno del paese stesso. $WK1275 $p01
$img=14756/100/80/s <b>Tavernelle</b> e' una frazione del Comune di Licciana Nardi: e' posizionata
lungo la strada che dalla Lunigiana conduce in Emilia attraverso il Passo del Lagastrello. Su questo valico, un
tempo noto come Passo di Linari, perche' si trovava la grande Abbazia di Linari, i cui ruderi sono ancora
visibili a breve distanza dal valico stesso, passava l'importante strada detta "Via di Linari" o "Via del Sale".
Tavernelle si e' sviluppato e cresciuto su questa via: lo stesso toponimo deriva dalla presenza nel borgo di
numerose taverne che servivano a rifocillare i viandanti che si apprestavano ad affrontare l'ardua salita
verso il crinale dell'Appennino. Assai ben conservato, vi si possono ammirare portali e finestre incorniciate
nell’arenaria. $WK1276 $p01
$img=14759/100/80/s <b>Crespiano</b>, frazione di Comano, Alta Lunigiana, e' nota per la bella Pieve di
Santa Maria Assunta, che sorge isolata nel fondovalle del torrente Taverone. Il paese trae il toponimo dal
nome gentilizio romano “Crispus”: si trova situato alle pendici del monte Linari. La Pieve vanta antiche
origini: e' citata per la prima volta nel secolo XI, ma sicuramente la costruzione originaria e' antecedente.
Un tempo la parte superiore della pieve aveva forma di terrazzo: nell'Ottocento vi era cresciuto un frassino,
la quale cosa aveva provocato infiltrazioni d’acqua. Allora l'albero fu abbattuto e il tetto ricoperto a tegole.
La chiesa custodisce al suo interno un fonte battesimale ad immersione del X secolo, una lapide funeraria di
marmo bianco e un altare sopra il quale e' posta una croce scolpita in marmo. $WK1277 $p00
$t01Giorno25$p01
$t03Lunigiana: Castello di Comano, Camporaghena, Castello di Terrarossa$p01
$img=14765/100/80/s Il <b>castello di Comano</b> si trova in Alta Lunigiana: della struttura originaria
restano solo la torre cilindrica del XIII secolo e la cortina muraria del 1400. La struttura e' dominata, cosi'
come l'intera vallata, da una svettante torre circolare posta nel punto piu' elevato del colle, circondata da
un grande cinta muraria di forma trapezoidale. Lungo le mura s'innalzano torri di fiancheggiamento e
un'unica porta di accesso rivolta a monte. La sommita' della torre e' priva di merlatura, ma vi si possono
notare tuttora i beccatelli in pietra che sostenevano l'apparato difensivo a sporgere, che era in legno.
L'ingresso all'interno della torre avveniva originariamente attraverso un piano rialzato costituito da
strutture lignee retrattili. $WK1278 $p01
$img=14785/100/80/s Situato ai piedi dell'Appennino, tra il Passo del Cerreto e il Passo del Lagastrello,
<b>Camporaghena</b> e' un piccolo borgo rurale di montagna caratterizzato da abitazioni con bei portali,
stipiti, finestre in pietra serena. Vi si trova la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, del XII secolo, sul cui sagrato il 4
luglio del 1944, Don Lino Baldini, parroco del paese, fu trucidato dai tedeschi per non aver voluto tradire il
suo popolo. Dal 2010 Camporaghena fa ufficialmente parte del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano. Caratteristica del paese sono i facion, volti umani in pietra che si trovano agli angoli delle
abitazioni e la cui funzione dovrebbe essere quelle di salvaguardare gli abitanti dalla mala sorte. Il paese ha
dato il nome al gruppo montuoso dei Groppi di Camporaghena, che unisce il Monte Alto (1.904 m) alla
Punta Buffanaro (1.878 m). $WK1279 $p01
$img=14795/100/80/s Il <b>castello di Terrarossa</b> si trova in Lunigiana, nel Comune di Licciana Nardi,
anche se e' posizionato a breve distanza da Aulla: si affaccia proprio sulla Strada Statale 62 della Cisa, che
qui coincide con la famosa Via Francigena. A Terrarossa, l’antica Rubra bizantina, sorge questo maniero che
e' uno dei piu' imponenti eretti dai Malaspina: di pianta quadrata, e' contornato da quattro bastioni
angolari. Fabrizio Malaspina prima di ottenere il possedimento di Terrarossa ha in feudo Pontebosio, il cui
castello presenta un analogo schema planimetrico quadrangolare. Il castello occupa una superficie di circa
1.250 metri quadrati ed e' composto da quarantatre vani. $WK1280
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