Università Degli Studi Dell'Aquila Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell'Ambiente Facoltà di Psicologia Corso di Laurea in Psicologia Applicata, Clinica e della Salute Indirizzo in: Psicologia della Devianza e Sessuologia Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Relatore Prof. Emmanuele A. Jannini Studente Ilaria Lelli Matricola 212726 A.A. 2013/2014 I Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Indice INTRODUZIONE 1 CAPITOLO 1 L'ABUSO: DEFINIZIONE, FORME E CONSEGUENZE 2 1. Definizione 2 2. Gli indicatori del maltrattamento 6 3. Le forme 6 3.1. Abuso fisico 7 3.2. Abuso psicologico 8 3.3. Patologia delle cure 10 3.4. Abuso sessuale 11 3.4.1. Abuso sessuale intrafamiliare 13 3.4.2. Abuso sessuale extrafamiliare 16 3.5. Violenza nell’età adulta 17 4. Le conseguenze 18 4.1. Conseguenze sulla salute fisica 20 4.2. Conseguenze sulla salute psichica 21 4.3. Conseguenze sul bambino 23 CAPITOLO 2 ABUSO E DISFUNZIONI SESSUALI 27 1. Introduzione alle disfunzioni sessuali 27 2. Abuso e genesi delle disfunzioni sessuali 31 2.1. Desiderio sessuale ipoattivo 36 2.1.1. Definizione 36 2.1.2. Desiderio sessuale ipoattivo e abuso sessuale 37 2.2. Disturbi dell’eccitazione sessuale 39 2.2.1. Definizione 39 2.2.2. Disturbi dell’eccitazione sessuale e abuso sessuale 41 2.3. Disturbi dell’orgasmo 46 II Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 2.3.1. Definizione 46 2.3.2. Disturbi dell’orgasmo e abuso sessuale 47 3. Ipersessualità e Iposessualità 49 3.1. Introduzione 49 3.2. Ipersessualità, iposessualità e abuso sessuale 51 3.3. Ipersessualità e iposessualità maschile e CSA 51 3.4. Ipersessualità e iposessualità femminile e CSA 52 3.5. Emozioni, ipersessualità, iposessualità e CSA 53 4. La sessualizzazione traumatica 55 CAPITOLO 3 DISTURBI DA DOLORE COITALE 57 1. Definizione e classificazione 57 2. Dispareunia 59 2.1. Definizione e descrizione 59 2.2. Eziopatogenesi 63 2.3. Dispareunia e abuso sessuale 64 3. Vaginismo 71 3.1. Definizione e descrizione 71 3.2. Eziopatogenesi 74 3.3. Vaginismo e abuso sessuale 78 CONCLUSIONE 84 BIBLIOGRAFIA 88 III Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo INTRODUZIONE Questo lavoro di tesi si pone l'obiettivo di andare ad esaminare ed illustrare lo stretto e delicato rapporto esistente tra CSA (abuso sessuale infantile) e disfunzioni sessuali femminili. Nello specifico ci si è voluti soffermare su delle problematiche molto forti ed importanti per la donna, ovvero la Dispareunia e il Vaginismo. Per raggiungere questo obiettivo, si è prima preso in esame l'abuso, in tutte le sue forme e manifestazioni. Se ne è quindi data una definizione, si sono descritte le modalità attraverso le quali esso viene perpetrato nei confronti del minore, si sono indagate le conseguenze, psichiche e fisiche, che genera nella vittima, cercando di dare un quadro completo ed esaustivo della problematica individuale, ma anche sociale, che questo rappresenta. In un secondo momento, dopo aver inquadrato la tematica, si è passati alla descrizione delle conseguenze del CSA sulla sfera sessuale dell'abusato. Per far ciò si è ritenuto opportuno introdurre le Disfunzioni sessuali in generale, per poi passare all'analisi dei singoli disturbi in relazione all'esperienza traumatica dell'abuso. L'ultima parte del lavoro è dedicata al tema centrale dell'elaborato, ovvero alla relazione di causalità tra CSA e Disturbi da dolore coitale. A questo punto ci si è soffermati nello specifico sulla Dispareunia e sul Vaginismo, cercando di raccogliere quanti più dati possibili e teorie in grado di delucidare il motivo per il quale a seguito della violenza, la donna poi adulta vada incontro alle disfunzioni sessuali esaminate. È da premettere che, per quanto riguarda le definizioni delle diverse Disfunzioni sessuali, si è reso necessario far riferimento alla versione non aggiornata del DSM, in quanto la letteratura esaminata per raccogliere dati e ipotesi, faceva riferimento ad essa e non a quella più recente del DSM-V. 1 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo L'ABUSO: DEFINIZIONE, FORME E CONSEGUENZE 1. DEFINIZIONE Sin dalla sua etimologia (dal latino abusus, dal latino abuti, usare in male) si evidenzia nel termine abuso la connotazione negativa che tale termine viene ad assumere. La violenza, in tutte le sue forme, è un argomento molto delicato, difficile da affrontare e analizzare in quanto coinvolge l'individuo nella sua totalità e intimità, con impatto e conseguenze molto forti. Figura 1 - WHO: World Report on Violence and Health, 2002 [6] Nei secoli passati le società non erano attente né sensibili al tema del maltrattamento dell'infanzia, ma al contrario erano molto diffusi i sacrifici agli dei con bambini e neonati. In diverse civiltà, infatti, si praticava ed era fortemente accettata l'uccisione di bambini non voluti e di neonati con deformità fisiche. Catapultandoci nell'antica Roma e sfogliando il diritto romano, si può vedere come i genitori avessero pieno diritto di vita e di morte sui propri figli, come questi venissero considerati proprietà del pater familias, il quale poteva trattarli come meglio credeva, anche ricorrendo all'uso delle punizioni fisiche per garantire una giusta educazione e correggere le cattive inclinazioni. 2 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Solamente negli ultimi due secoli e principalmente a partire dal 1900, si è sviluppata la cultura dell'infanzia nei paesi industrializzati: iniziative per la difesa dei diritti infantili e per la protezione dell'infanzia nascono e si diffondono sempre più frequentemente a livello nazionale ed internazionale. Si può parlare di una vera e propria trasformazione culturale che ha portato a considerare l'abuso come manifestazione di un disagio emotivo che colpisce l'intera famiglia, l'abusato e l'abusante, richiedendo l'intervento di esperti provenienti da vari settori [1]. Nel nostro Paese gli studi sull'incidenza dell'abuso si sono sviluppati solamente di recente, mentre sfogliando la letteratura straniera possiamo notare come l'interesse a tale realtà sussista già da tempo. Un importante contributo ci arriva infatti dal lavoro svolto da Finkelhor [2] il quale, nel 1993, partendo dai dati di ben 21 ricerche epidemiologiche, ha studiato la diffusione del fenomeno in diversi stati. Da questa analisi si è evidenziata la natura internazionale del problema, anche se lo studio è stato condizionato dall'assenza di una definizione condivisa di abuso, elemento che ha potuto alterare o comunque influenzare i dati raccolti. Ad oggi, infatti, esistono diverse definizioni di abuso, ognuna delle quali evidenzia un aspetto piuttosto che un altro del fenomeno e ciò rende difficoltoso condurre studi comparativi nel settore. Nell'ambito clinico e del diritto è fondamentale chiarire e definire in maniera precisa cosa si intende per abuso, in quanto essi sono i settori che più di ogni altri se ne occupano. In ambito legislativo è fondamentale definire diritti e libertà individuali per riuscire a delineare un atto costituente reato e inquadrarlo in una normativa precisa. Nel contesto penale con il termine abuso ci si riferisce, quindi, ad ogni forma di maltrattamento psicologico e fisico perpetrato ai danni di un individuo [3]. Nel 1981 il IV Colloquio Criminologico di Strasburgo del Consiglio di Europa, ha definito la violenza ai danni dell'infanzia come “quell'insieme di atti e carenze che turbano gravemente il bambino attentando alla sua integrità corporea e al suo 3 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono: la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino.” “La violenza su di un bambino”, afferma Bru, “non è soltanto un'infanzia violata, ma qualcosa di molto più grave e complesso, i cui effetti si ripercuoteranno per tutto l'arco della sua vita. Una volta adulto, infatti, il soggetto abusato sarà, nella maggior parte dei casi, incapace di relazionarsi sessualmente ed affettivamente in maniera sana.” [4]. Riflettendo su queste ultime definizioni, si evidenziano con maggiore forza le molteplici sfaccettature dell'abuso, soprattutto le varie modalità con cui esso si presenta e la gravità dei segni psicofisici che lascia sul soggetto abusato. Tutto ciò ha suscitato nella società attuale forte attenzione e coinvolgimento verso tale fenomeno che non sembra affatto svanire, ma rimane sempre un problema attuale. Non solo figure professionali come psicologi, insegnanti, medici, operatori sociali, magistrati, avvocati, sono attivi per riconoscere, prevenire, intervenire in maniera tempestiva ed opportuna i casi di violenza, ma anche i mass media e l'opinione pubblica mostrano sempre più una maggiore attenzione e consapevolezza che si tramutano in attività finalizzate alla difesa e al rispetto dei diritti dell'infanzia. Non è possibile individuare ambienti sociali all'interno dei quali la violenza all'infanzia non sia presente, al contrario questa sembra manifestarsi in ogni classe e ambiente sociale, anche se lavori sul campo hanno evidenziato come la povertà e il vivere in zone povere e disagiate rappresentino un fattore di rischio. Spesso la violenza si verifica all'interno delle mura domestiche, agito dalle persone più vicine alla vittima, che dovrebbero volere solo il bene del bambino o dell'adulto. In questi casi è fondamentale fare un intervento rapido e che coinvolga l'intero nucleo familiare, in quanto il disagio e il dolore causato dall'abuso si ripercuotono sull'intero nucleo ed è centrale ricrearvi relazioni sane e funzionali. Altre volte la violenza avviene al di fuori delle mura domestiche e anche in questi casi è importantissimo rendere partecipi i familiari in quanto fonte di sostegno, aiuto e comprensione per il bambino, il quale ha bisogno di tutto l'aiuto e l'affetto possibile per affrontare e superare il trauma [5]. 4 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Il trauma che viene a vivere il minore, infatti, non è un disturbo che si presenta in un preciso momento senza ripetersi; è un disagio derivante da un abuso che, anche se solo fisico, è inevitabilmente anche emotivo e per questo si ripresenterà in mille occasioni: la violenza ha colpito l'affettività, l'emotività ed è per questo che le relazioni del bambino risulteranno alterate e intaccate negativamente, sarà un trauma continuativo. L'OMS definisce così l'abuso: “per abuso all'infanzia e maltrattamento debbono intendersi tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportino pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell'ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere.” L'abuso, cioè, è tutto ciò che non permette al bambino di crescere in maniera sana, libera come dovrebbe, è l'insieme di tutti quei comportamenti commissivi ed omissivi che vanno a ledere l'integrità psicofisica del minore, compromettendone l'intero sviluppo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel 2000 circa 57.000 bambini al di sotto dei 15 anni sono morti a causa di omicidi e che la fascia più a rischio è quella tra 0 e 4 anni [6], mentre per quanto riguarda le violenze non fatali, i dati che sono stati raccolti provengono da fonti diverse e non sono comparabili. Negli ultimi anni si sta assistendo a un incremento delle segnalazioni di minori a rischio, che vivono in condizioni di disagio e delle denunce contro adulti autori di violenze. Il Terzo Rapporto Governativo degli Stati Uniti (NIS-3 relativo al 1996), ad esempio, rileva un incremento del 18% rispetto al 1990: nel 53% dei casi si tratta di bambini di età inferiore ai 7 anni, vittima di trascuratezza fisica, psicologica e sanitaria di grave entità [7]. Questa crescita del fenomeno si sta verificando anche in Italia, ma i dati e le statistiche effettuate sono di difficile comparazione. Dai dati del Ministero dell'Interno, Direzione Centrale della Polizia Criminale, del 2008, è emerso che la percentuale più alta delle vittime ha subito un abuso sessuale, mentre in 5 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo percentuale minore, ma non per questo meno significativa, molti bambini hanno subito atti sessuali con un altro minore, corruzione di minorenne, prostituzione minorile e pornografia minorile. Bisogna sempre considerare che raccogliere dati ed elaborare statistiche in questo campo è un compito difficile, in quanto si tratta di una tematica estremamente delicata e molto spesso i casi di violenza rimangono nascosti e non denunciati per moltissimo tempo. 2. GLI INDICATORI DEL MALTRATTAMENTO La letteratura suggerisce una serie di indicatori che possono essere utilizzati per verificare ed accertarsi che si sia verificato un abuso, sia esso fisico, sessuale o psicologico [8]. Si tratta di criteri di tipo cognitivo, comportamentale, fisico ed emotivo che sono stati riscontrati in soggetti vittima di violenza, ma è sempre opportuno fare riferimento ad essi con molta cautela. Ovviamente più sono presenti sintomi corrispondenti agli indicatori di maltrattamento, più il sospetto di abuso cresce, ma essi non possono essere utilizzati come prova di avvenuta violenza, in quanto molti sintomi indicati come criteri, possono insorgere a seguito di altre situazioni più o meno problematiche vissute dal minore. Tra i vari indicatori possiamo trovare: conoscenze sessuali inadeguate per l'età, dettagli dell'abuso, deflorazione, irritazione del glande o del prepuzio, arrossamenti e infiammazioni aspecifiche localizzate, sentimenti di paura e depressione, disturbi del sonno e molti altri ancora [8]. 3. LE FORME L'abuso ai danni dell'infanzia non si presenta sempre allo stesso modo, attraverso una sola modalità, ma si possono individuare diverse forme tramite le quali la violenza viene agita. Le forme che più spesso vengono riscontrare sono: abuso fisico, abuso sessuale, abuso psicologico e patologia delle cure. 6 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Queste quattro diverse tipologie di violenza, anche se colpiscono la vittima in maniera diversa, destabilizzano pesantemente la personalità del bambino, con conseguenze a medio e lungo termine. Figura 2- Le forme dell'abuso [11] 3.1. ABUSO FISICO Una prima forma attraverso cui la violenza ai danni di un minore viene a presentarsi, è quella dell'abuso fisico. Con questa definizione si fa riferimento a tutti quei comportamenti messi in atto dai genitori, o dai tutori del bambino, che causano o rendono possibile la produzione di lesioni fisiche, o che mettono i bambini nelle condizioni di rischiarle. Il danno fisico può essere causato da aggressioni fisiche, maltrattamenti, punizioni corporali, avvelenamenti intenzionali, soffocamento e in casi estremi si può perfino giungere all'omicidio (se agito da un membro della famiglia ci troviamo di fronte a casi di infanticidio o figlicidio). Attraverso il lavoro sul campo, è stato possibile dagli esperti del settore, individuare e selezionare vari indicatori dell'abuso fisico riassunti nella tabella seguente. 7 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Indicatori fisici Indicatori fisici secondari Indicatori comportamentali Indicatori della famiglia Bruciature da sigaretta Segni procurati da schiaffi o calci Reattività esagerata del bambino, con improvvisi scatti d'ira Genitori con bassa stima di sé, con bisogno di rassicurazioni sulle loro capacità personali Ustioni Ospedalizzazioni frequenti o precedenti ricoveri oscuri del bambini Bambino passivo, sottomesso, scarsamente presente Genitori immaturi o molto giovani Lividi di forme particolari determinati da oggetti contundenti Segni di morsi Incapacità di fissare l'attenzione Abuso di alcool e droghe Abrasioni e lacerazioni Chiazze di calvizie Comportamento iperattivo Incapacità a chiedere aiuto e a confrontarsi per diffidenza Varie ferite cutanee Attaccamento indiscriminato a tutti gli estranei e resistenza a tornare a casa Atteggiamento aggressivo nei confronti degli insegnanti Lesioni alla mucosa orale da alimentazione forzata Infantilismo eccessivo Conflitti coniugali Fratture diffuse o lussazioni Adultizzazione precoce e assunzione di ruolo di genitore Genitori che fanno richieste inadeguate all'età del bambino Denutrizione Incapacità a giocare, nessuna manifestazione di gioia, nessuna curiosità Fiducia nella punizione come unico strumento educativo Emorragie Tabella per Aggressivitàe familiari e dell’abuso Resistenzafisico a portare il 1-Indicatori fisici, comportamentali [5] distacco del disturbi bambino dal medico cuoio capelluto dell'alimentazione 3.2. ABUSO PSICOLOGICO Per abuso psicologico (o abuso emozionale) si definisce una relazione emotiva inappropriata e dannosa, comprendente comportamenti attivi ed omissivi psicologicamente dannosi per il minore. 8 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Tali comportamenti vengono agiti autonomamente o collettivamente da persone che sono in posizione di potere rispetto al bambino, in modo da danneggiare, anche in maniera irreversibile, lo sviluppo affettivo, cognitivo, relazione e fisico del bambino [9]. Gli atti che si riconducono a tale forma di violenza sono moltissimi, tra questi possiamo ricordare: pressioni psicologiche, ricatti affettivi, indifferenza, rifiuto, denigrazione e svalutazione, allontanamento del bambino dal proprio contesto sociale, l'esposizione alla violenza domestica e alla conflittualità della coppia genitoriale [10]. Esso, quindi, comprende tutti quegli atteggiamenti messi in atto dall'adulto che possono danneggiare il minore: non solo ostilità e rifiuto, ma anche comportamenti del tutto opposti, come una eccessiva e limitante iperprotezione. Nel 1984 lo psicologo H.Gardner [11] descrisse un ulteriore tipologia di abuso psicologico: la Sindrome di alienazione genitoriale. Questa consisterebbe nel comportamento attraverso il quale un genitore fa di tutto per mettere in cattiva luce l'altro agli occhi del bambino. Si può dire che vengano messe in atto delle vere e proprie azioni denigratorie al termine delle quali il bambino si sentirà confuso, incapace di individuare un modello di identificazione, con possibili conseguenti difficoltà nel decifrare la realtà relazionale. Anche in questo caso sono stati individuati degli indicatori dell'abuso: Indicatori relativi al minore Indicatori relativi alla famiglia Ritardo nello sviluppo Incapacità del genitore a chiedere e ricevere aiuti. Personalità rigida e scarsa capacità di adattamento Incapacità di valutare il bisogno del bambino, di coglierlo come problema per il quale chiedere aiuto. Scarsa o eccessiva considerazione di sé Mancanza di stimolazioni Scarsa socievolezza Iperattività 9 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Adultizzazione precoce Reazioni nevrotiche: isterismo, ossessioni, fobie, ipocondria Ansietà simbiotica nelle separazioni Abitudini improprie e stereotipate (succhiare, mordere, dondolarsi) Bambino che non gioca e non ha fantasia Distruttività, crudeltà, comportamento di sfida Incubi Tabella 2- Indicatori relativi al minore e alla famiglia dell’abuso psicologico [5] 3.3. PATOLOGIA DELLE CURE La violenza all'infanzia si manifesta anche nel momento in cui le figure genitoriali o le persone legalmente responsabili del bambino, non si prendono cura in maniera opportuna di lui: i bisogni fisici e psichici non sono né riconosciuti, né rispettati, causando danno e sofferenza. La patologia delle cure comprende tre categorie cliniche: incuria, discuria, ipercura [11]. La prima si ha nel momento in cui le cure parentali vengono totalmente a mancare; la discuria, invece, si realizza quando le cure vengono date al bambino, ma non in maniera adeguata: l'età evolutiva ed i bisogni del piccolo non vengono affatto rispettati e non c'è costanza nell'accudirlo. L'ipercura, infine, comprende tutte quelle situazioni in cui le cure che vengono date al bambino sono eccessive. Così come nella Sindrome di Munchausen, a cui si è accennato nel paragrafo precedente, si possono verificare modalità di abuso ad essa simili. In questi casi parliamo di: Sindrome di Munchausen per procura: un genitore, generalmente la madre, sottopone il proprio figlio a continue visite mediche, accertamenti e 10 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo cure inopportune, per sintomi e/o malattie da lei inventati o indotti. Molto spesso ci troviamo di fronte a madri affette da gravi disturbi psichici, come, ad esempio, personalità paranoide o psicotica, che vanno ad instaurare con il proprio figlio un rapporto patogeno, spostando su di esso tutte le loro ansie e preoccupazioni patologiche. Medical shopping per procura: bambini che nei primi anni di vita hanno avuto gravi malattie, vengono portati spessissimo da medici per qualsiasi minimo disturbo e fastidio di salute. È un disturbo di natura ansiosa in quanto i/il genitore teme sempre per la salute del proprio figlio, in particolare c'è la paura che si possa ripresentare una grave patologia. Help seeker: i sintomi denunciati dal bambino o sono inventati o sono indotti dalla madre. Questi episodi non avvengono con una frequenza molto elevata e il genitore, confrontandosi con il medico, spesso riesce a comunicare le proprie ansie ed a accettare un aiuto specialistico di tipo psicoterapeutico. Chemical Abuse: la violenza viene effettuata somministrando al minore sostanze farmacologiche o chimiche per indurre una determinata patologia fino ad arrivare alla necessità di un ricovero ospedaliero. Sindrome da indennizzo per procura: in questi casi ci si trova di fronte ad un bambino che lamenta determinati disturbi e sintomi, denunciati anche dai genitori, in presenza della possibilità di ricevere un indennizzo di natura economica. I sintomi più lamentati sono mal di testa, vertigini, difficoltà di concentrazione e disturbi della memoria, ma possono variare in relazione alle conoscenze mediche. Il motivo che spinge a realizzare tale condotta è quello del risarcimento, infatti tutti i disturbi svaniscono nel momento in cui si è ricevuto l'indennizzo [11]. 3.4. ABUSO SESSUALE Coinvolgere il minore in atti sessuali, sfruttare sessualmente un bambino, prostituzione infantile e pornografia, sono tutti casi di abuso sessuale. 11 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo L'articolo 609bis della Legge 66 del 15 Febbraio 1996 del Codice Penale, “Norme contro la violenza sessuale” stabilisce che: “Chiunque con la violenza o la minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali: 1) abusando delle condizioni d’inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto, 2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona. Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi”. Nel momento in cui la violenza sessuale è indirizzata verso un minore, si parla di pedofilia, la quale viene inclusa dalla psicopatologia nelle parafilie. L'abuso può essere agito tramite pratiche più o meno manifeste e si può dividere in: Abuso sessuale intrafamiliare; Abuso sessuale extrafamiliare; Abuso sessuale perifamiliare. Tale classificazione fa riferimento ai rapporti esistenti tra abusato e abusante: se quest'ultimo è un familiare si tratterà di un abuso intrafamiliare, se è un estraneo allora ci troveremo di fronte ad un abuso extrafamiliare, mentre se l'autore dell'abuso non è un parente della vittima, ma comunque vicino alla famiglia, si parlerà di abuso perifamiliare. Negli ultimi anni si è diffusa la pedopornografia on line, attraverso la quale filmati e immagini con protagonisti i minori vengono diffusi ancora più facilmente e rapidamente. Una differenziazione deve essere fatta per quanto riguarda le motivazioni alla base dell'abuso intra ed extrafamiliare: pedofilia ed incesto, infatti, muovono da bisogni e cause differenti e non sovrapponibili; pedofili e genitori incestuosi hanno profili di personalità e attitudini comportamentali diverse (Okami P. e Goldberg A., 1992) [12]. 12 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 3.4.1. ABUSO SESSUALE INTRAFAMILIARE Questa tipologia di abuso si caratterizza per le forti difficoltà di accertamento e trattamento. Comunemente definito come incesto, l'abuso intrafamiliare indica tutte le relazioni sessuali che si vengono ad avere tra bambino ed adulto aventi un grado di parentela, o che convivono. Pratiche oro-genitali, anali, masturbatorie, imposizione di atti voyeuristici ed esibizionistici, sono ulteriori forme di tale violenza. Il tabù dell'incesto è considerato universale e nel momento in cui si verifica viene giudicato come fatto del tutto eccezionale. In realtà, spulciando la letteratura, risalta subito agli occhi che nella realtà dei fatti l'incesto si verifica con una frequenza molto più elevata di quanto ci si aspetterebbe, sembra quasi essere un comportamento universale [13]. Analizzando i dati provenienti da ricerche crossculturali, infatti, si possono ricavare molteplici informazioni: in India la madre masturba regolarmente i propri figli, i quali dormono nel letto dei genitori fino all'adolescenza [14]; in Giappone le madri masturbano i figli per farli addormentare [15]; in Cina sono diffusissimi episodi incestuosi . In senso criminologico, l'incesto si configura, nella maggioranza dei casi, nel rapporto padre/figlia, mentre quello madre/figlio sembra essere più raro. “E' opinione comune che le relazioni tra fratello e sorella siano molto più diffuse, più frequenti anche dell'incesto padre/figlia, ma poiché hanno solitamente conseguenze sociali, comportamentali e psicologiche meno rilevanti appaiono nelle statistiche meno frequentemente delle altre”[16]. Le ricerche riguardo questa tipologia di abuso sono scarse e le poche presenti si sono focalizzate sulla relazione tra abusato e abusante, senza evidenziare le conseguenze di tale atti [17]. Nei casi di incesto spesso l'abusante è una figura sostitutiva del padre, come il patrigno o il nuovo compagno della madre e possono inoltre rintracciarsi alcune tappe che portano al verificarsi della violenza stessa: 13 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 1. Fase dell'adescamento: creazione delle condizioni necessarie per agire l'incesto (instaurazione con la vittima di un rapporto privilegiato); 2. Fase dell'interazione sessuale: coinvolgimento del bambino in attività via via sempre più sessuali, fino ad arrivare all'atto sessuale completo; 3. Fase del segreto: si costringe il minore a mantenere segreto tutto ciò che è successo, attraverso minacce di vario genere (violenza, affermare che se verrà fuori l'accaduto si perderà l'affetto dei genitori, creando nel piccolo sentimenti di vergogna e colpa); 4. Fase dello svelamento: l'incesto viene scoperto, ci sono reazioni diverse tra i membri della famiglia che possono arrivare al punto di non credere a ciò che viene raccontato dall'abusato. Per quanto riguarda le caratteristiche proprie all'atto perpetrato dall'abusante, si possono distinguere diversi tipi di azioni di violenza: Abusi manifesti; Abusi mascherati; Falsi positivi. Gli abusi manifesti, come lo sfruttamento sessuale e la pedopornografia, vengono attuati dai genitori, fratelli, sorelle, nonni, zii e conviventi, sia verso i bambini che verso le bambine. Si tratta cioè di comportamenti precisi e riconoscibili nell'immediato come abusi e violenze. Gli abusi mascherati fanno riferimento a pratiche genitali inconsuete, come ispezioni vaginali e anali ripetute e applicazione eccessiva di creme in tali zone. Proprio per la loro natura non così chiara e palese da diagnosticare, questa tipologia di abuso è quella maggiormente oggetto di denunce, ovviamente infondate, in casi di separazione coniugale. Altre volte i bambini vengono obbligati ad assistere all'attività sessuale dei genitori, su loro precisa richiesta. Per quanto riguarda infine i falsi positivi, in questi casi ci si trova di fronte ad abusi dichiarati, ma che nella realtà non si sono mai verificati. Si può trattare di convinzioni errate, deliranti che il figlio sia stato abusato, di un fraintendimento di ciò che ha raccontato il bambino, di un'accusa consapevole di un coniuge nei 14 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo confronti dell'altro in casi di separazione, di un effetto della sindrome di alienazione parentale, di una dichiarazione nata in una intervista suggestiva [18]. Alcuni teorizzano la possibilità che l'incesto possa tramandarsi di generazione in generazione all'interno della famiglia, in quanto il soggetto abusato, una volta diventato adulto, diverrebbe a sua volta abusante, creando così questa sorta di circolo vizioso [19]. Altri ancora affermano che la maggior parte delle vittime di tale violenza, non presentino danni psicologici gravi nell'età adulta [20 - 24]. Proprio per la natura discordante dei dati e la limitatezza di alcune ricerche fino ad oggi effettuate, sarebbe opportuno ed auspicabile che venissero svolti ulteriori studi per verificare i dati attualmente disponibili e eliminare dubbi e risultati contrastanti. Figura 3- The Prevalence of Exposure to Domestic Violences [25] 15 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 3.4.2. ABUSO SESSUALE EXTRAFAMILIARE Tale tipologia di violenza viene perpetrata indifferentemente verso i due sessi e viene attuato da persone che il minore conosce già o che hanno avvicinato la vittima ottenendo poi la sua fiducia. A volte può verificarsi in situazioni in cui c'è scarso controllo familiare e trascuratezza affettiva, che spingono il bambino a ricercare e accettare le attenzioni, anche pericolose, di soggetti estranei alla famiglia [11]. Indicatori di tipo fisico Indicatori di tipo comportamentale Contusioni, graffi, segni di morsi o altri lesioni ai seni, alle natiche, al basso addome o alle cosce Improvvisi cambiamenti di umore Difficoltà nella deambulazione o nella posizione seduta Comportamenti regressivi (es. enuresi) Biancheria intima strappata, macchiata, insanguinata Cambiamenti delle abitudini alimentari: perdita di appetito, capricci, oppure un'eccessiva attenzione all'alimentazione Tracce di liquido seminale sulla pelle o sugli indumenti Mancanza di fiducia nei familiari adulti o grande paura degli uomini Stati di gravidanza nelle adolescenti, in particolare quando l'identità resti imprecisa o segreta Disubbidienza, ricerca di attenzione, comportamento irrequieto o irragionevole e ridotta concentrazione Infezioni ricorrenti alle vie urinarie Gravi disturbi del sonno, con paure, con sogni carichi di emozioni e incubi Manifestazioni di natura psicosomatica, quali ricorrenti dolori addominali o cefalee Isolamento sociale: il bambino gioca da solo e si chiude nel suo mondo Contusioni, graffi ed altre ferite nell'area genitale e/o anale Inappropriate manifestazioni d'affetto tra padri e figlie, o madri e figli Prurito, infiammazione, perdite o emorragie non motivate nell'area genitale e/o anale Rifiuto a cambiarsi davanti ad altre persone Sensazioni dolorose alla minzione Bassa autostima Sintomi di infezioni trasmesse per via sessuale Bambino che allude all'attività sessuale con parole, giochi, disegni; accenna a gravi conflitti familiari, a “segreti familiari”, o a situazioni imbarazzanti o spiacevoli, ma che al contempo mostra timore verso ogni intervento esterno Presenza di liquido seminale nella vagina, nell'ano o sugli organi genitali esterni Bambino che si mostra eccessivamente attento alle problematiche sessuali e manifesta una 16 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo conoscenza precoce del comportamento sessuale degli adulti, oppure che si trova spesso impegnato con i coetanei in giochi sessuali impropri Una ragazzina che assume atteggiamenti sessualmente precoci (atteggiamenti seduttivi, accarezzamenti di parti intime, abiti sexy, assunzione di pose provocanti) Insistente richiesta di conoscenza delle pratiche contraccettive Affermazioni spontanee di aver subito molestie Tabella 3- Indicatori di tipo fisico e comportamentale dell’abuso sessuale extrafamiliare [5] 3.5. VIOLENZA NELL’ETÀ ADULTA Le vittime di tutte le varie forme di abuso fin qui descritte, non sono unicamente soggetti minorenni o bambini, ma anche persone adulte e principalmente appartenenti al sesso femminile. Consultando i dati dell'Eurostat si evince che almeno una donna europea su quattro ha subito violenza fisica e una su dieci violenza sessuale (ovviamente bisogna sempre tener conto del numero oscuro che per tali reati è sempre molto elevato). Tutte le vittime, indifferentemente dalla cultura di appartenenza, dichiarano di provare orrore per ciò che hanno subito (atti di violenza, uso di forza, violenza sessuale, abuso psicologico) da un adulto che, nella maggior parte dei casi, era di loro conoscenza. Una ricerca svolta in Italia nel 1998, su un campione di 431 soggetti (di cui 179 maschi e 252 femmine), ha evidenziato che ben il 36,1% delle vittime di violenza sessuale ha un'età compresa tra i 15 e i 17 anni, il 41,7% tra i 18 e i venti anni ed il 34,6% tra i 21 e i 25 anni [26]. Per quanto riguarda l'abusante, la letteratura e la ricerca sul campo lo individuano sempre tra persone vicine alla vittima, come il padre, il nonno, uno zio, un vicino di casa, o una qualsiasi persona nota all'abusato che ha sempre avuto modi e comportamenti molto affettuosi ed attenti [4]. Nel 2007 sono stati raccolti ed elaborati alcuni dati in un centro antiviolenza di Roma, dai quali è emerso che ben l'80% delle donne che si era rivolta al centro, 17 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo aveva subito violenza domestica, mentre il 20% aveva alle spalle una violenza sessuale agita da sconosciuti [3]. In questi casi di violenza la differenza di età tra abusato e abusante non è molta, spesso la vittima, che in precedenza ha subito minacce e violenza psicologica al fine di essere ridotta in una condizione di inferiorità e di vulnerabilità, cerca di ribellarsi, di opporsi e lo scontro fisico tra i due è inevitabile. Nelle vittime più giovani, invece, che spesso sono più remissive e addirittura possono mostrare dipendenza psicologica dall'autore della violenza, questo tipo di reazione viene a mancare, come nei casi di gaslighting, vera e propria manipolazione mentale [27]. Ma la violenza non colpisce unicamente il sesso femminile: anche gli uomini ne sono vittima, subiscono abusi e violenze, giungendo addirittura a casi di omicidio. I dati dell'Eures raccolti nel 2007 confermano questi fenomeni e indicano che dal 2005 sono incrementati del 28,8% [28]. 4. LE CONSEGUENZE La violenza, di qualsiasi forma essa sia, genera nella vittima conseguenze forti, di varia natura, lasciando un segno indelebile. Queste possono essere dirette o indirette, a breve/medio/lungo termine e possono riguardare la salute fisica, psicologica e/o sessuale dell'abusato. Le conseguenze dirette consistono in fratture, lesioni e danni fisici, gravidanze indesiderate; quelle indirette, invece, vengono scatenate dallo stress, mediate dal sistema immunitario e possono colpire ogni apparato e funzione. Purtroppo questi non sono gli unici modi attraverso i quali le conseguenze dell'abuso si vengono a manifestare nella vittima: i comportamenti a rischio messi in atto dall'abusato, infatti, generano ulteriori danni. Si smette di mangiare, si trascura la propria salute, non si effettuano i controlli e le visite mediche opportune, si inizia ad assumere una dose eccessiva di farmaci, si può intraprendere la strada della tossicodipendenza e/o si possono assumere alcolici 18 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo per cercare di alleviare le sofferenze e allontanare tutto ciò che riguarda l'accaduto (ricordi, immagini, pensieri) . Per quanto riguarda la violenza sessuale, i danni che si possono presentare nell'immediato sono le gravidanze indesiderate e le malattie sessualmente trasmissibili. Si stima che circa il 5% delle vittime di un abuso sessuale rimangano incinte, ma questo dato non è realistico in quanto è troppo elevata la percentuale di donne che non richiedono controlli dopo lo stupro e che, di conseguenza, non ricevono la contraccezione di emergenza . Il rischio di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile, dipende da diversi fattori: capacità infettante dello specifico microrganismo, recettività dell'individuo, utilizzo del preservativo, numero e modalità degli atti sessuali perpetrati, presenza o meno di eiaculazione al termine dell'atto, presenza di lesioni o infezioni nelle aree genitali, sono tutte elementi che favoriscono il contagio. I soggetti di età inferiore ai 25 anni con infezioni genitali, con storie di tossicodipendenza alle spalle o che al momento della violenza fanno uso di sostanze stupefacenti ed alcolisti, rischiano maggiormente di contrarre tali malattie. Riassumendo, c'è un maggiore rischio di infezione dopo: violenza sessuale che causa lesioni alla mucosa vaginale (in particolare nelle adolescenti, in quanto nelle prime fasi di sviluppo dell'epitelio vaginale, la mucosa stessa rappresenta una barriera poco efficace), violenza multipla, eiaculazione, violentatore tossicodipendente o sieropositivo o proveniente da Paesi ad alta prevalenza di infezione [29]. Dalla ricerca svolta dalla Psicologa forense Virginia Dods, si può riscontrare come generalmente le donne che hanno subito una violenza e che successivamente hanno instaurato una relazione stabile, sono soddisfatte della stessa: molte si sposano, anche se non sono pochi i casi in cui la coppia giunge alla decisione di non avere figli. Nelle coppie che al contrario hanno avuto figli, si è visto che la storia di abuso (CSA) ha influenzato ed influenza le capacità genitoriali della vittima [30] [31] [32]. In un ulteriore studio svolto da Arrington e collaboratori, emergeva come le vittime di CSA, spesso avessero una visione alterata della 19 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo sessualità e delle relazioni intime in generale [33]. Sarebbe molto interessante effettuare ricerche più approfondite sulla relazione sentimentale tra donne con CSA alle spalle e il partner in età adulta, poiché al momento non ne sono presenti molte in letteratura. Da ricordare è il lavoro pioneristico di Jehu nel 1988 [34]. Il supporto sociale e familiare ha senza dubbio un ruolo centrale per elaborare e superare il trauma [35]. Recentemente McMillen e collaboratori hanno studiato vari casi di violenza con vittime femminili che, al contrario di quanto ci si attendeva, hanno dichiarato di aver tratto addirittura dei vantaggi dalla loro esperienza (circa il 50% delle donne ha affermato ciò). I vantaggi riferiti possono essere fatti rientrare in quattro categorie: capacità di proteggere i propri figli dall'abuso, capacità di autoprotezione, un'aumentata cognizione del CSA e sviluppo di una personalità più forte. Il fatto di trarre dei benefici dalla violenza subita, può indicare la presenza di effettive ed efficaci strategie di coping, le quali permettono una maggiore facilità di integrazione nella propria vita personale di esperienze negative [36]. 4.1. CONSEGUENZE SULLA SALUTE FISICA I danni causati dalla violenza fisica, psicologica e sessuale sulla salute fisica della vittima, sono molteplici e di diversa entità. Emicranie, cefalee, difficoltà respiratorie, malattie cutanee, fratture, sindrome di irritabilità intestinale, disturbi gastroenterici cronici, patologia infiammatoria pelvica sono solo alcuni disturbi e patologie denunciate dalle vittime. Altre conseguenze sono: diarrea, stitichezza, nausea, sindrome del colon irritabile; mancanza di appetito, bulimia, vomito auto-indotto; dolori addominali, di stomaco, ulcere gastriche; infezioni urinarie e vaginali; malattie sessualmente trasmissibili; aids; sanguinamenti vaginali, dolori mestruali intensi; rapporti sessuali dolorosi, mancanza di desiderio sessuale; 20 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo fibromi, isterectomie; svenimenti, convulsioni; mal di schiena, dolori cronici alle spalle e al collo; dolori cronici; influenza e raffreddori; artrite, ipertensione [37]. Tra le conseguenze sulla salute e vita sessuale femminile riscontriamo: difficoltà a utilizzare la contraccezione; gravidanze indesiderate; interruzioni volontarie di gravidanza; aborti spontanei; infiammazioni pelviche; rapporti dolorosi e mancanza di desiderio sessuale; emorragie in gravidanza; per il bambino: baso peso alla nascita [38]. Figura 4 - Conseguenze più diffuse sulla salute fisica [29] 4.2. CONSEGUENZE SULLA SALUTE PSICHICA A partire dal 1980 si è iniziato a mostrare una maggiore attenzione per il significato del CSA e soprattutto per le conseguenze a lungo termine sul funzionamento psicologico della vittima [39]. Nel 1986 Browne e Finkelhor [40] condussero degli studi a tal riguardo: da essi emerse chiaramente come le vittime 21 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo di CSA portassero con sé serie difficoltà psicologiche. Già all'epoca vennero individuati disturbi come bassa autostima, ansia, depressione, e si evidenziò come i campioni selezionati per i vari studi comprendessero sempre soggetti principalmente femminili. Le prime ricerche svolte nel campo si ponevano l'obiettivo di individuare nello specifico le difficoltà psicologiche vissute dalla vittima di abuso, per poi passare all'analisi più dettagliata della correlazione tra abuso e data difficoltà. Difficile risultava individuare un campione rappresentativo, ma con il passare degli anni le ricerche sono aumentate, le denunce e la collaborazione delle vittime anche, ed è stato possibile ottenere dati più cospicui e attendibili. Per quanto riguarda la salute psicologica dell'abusato quindi, possiamo vedere che le conseguenze dirette della violenza riguardano disturbi d'ansia, di dissociazione o di numbing (rallentamento e intorpidimento delle reazioni) e nei casi più gravi disturbo post-traumatico da stress. A medio e lungo termine i soggetti tendono a sviluppare forme depressive, più o meno gravi, che possono sfociare, in situazioni estreme, anche nel suicidio. In generale le conseguenze sulla salute psichica sono: bassa autostima; paura, senso di vergogna e colpa; atti di autolesionismo; maggiori livelli di rabbia rispetto a chi non ha alle spalle storie di abuso; ansia e attacchi di panico; disturbi alimentari (bulimia 26,6%); somatizzazioni; disturbi compulsivi-ossessivi; abuso di farmaci, fumo e alcol (27-37%) e droghe; depressione e tendenza al suicidio; disturbo post-traumatico da stress; disfunzioni sessuali [41] 22 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Risvolti negativi si hanno anche sul piano delle relazioni e del sociale: l'attività lavorativa risulta compromessa, con elevati tassi di assenteismo, c'è ridotta capacità di gestire la vita familiare, si perdono le amicizie in quanto il soggetto tende a essere diffidente e a chiudersi in sé stesso [39]. 4.3. CONSEGUENZE SUL BAMBINO L'abuso subito, ma anche assistito, durante l'infanzia e l'adolescenza, lascia delle tracce indelebili sulla vittima, compromettendone l'intero sviluppo e la personalità. Questo evento così fortemente negativo, non colpisce unicamente il minore, ma anche l'intera famiglia: il CSA intacca la capacità del bambino di sviluppare un attaccamento sicuro con le figure di accudimento, in quanto le figure genitoriali, invece di dare sostegno e affetto, mettono in atto comportamenti che tradiscono la fiducia del piccolo. Tutto ciò si manifesterà in una età successiva, già nell'adolescenza, nel momento in cui il soggetto, ad esempio, prediligerà relazioni saltuarie a relazioni stabili nel tempo [42]. Il trauma fa vivere al bambino sentimenti forti, malessere fisico, sentimenti di rabbia o rivalsa, ma anche confusione e, in alcuni casi, il minore si crea l'illusione di ottenere rassicurazioni a livello affettivo unicamente attraverso il legame e il rapporto con l'abusante. Problematico è il fatto che il bambino, mantenendo segreto l'accaduto, non può aprirsi e confidarsi (bisogna ricordare che spessissimo il minore viene minacciato di non dire nulla e di mantenere segrete queste “dimostrazioni di affetto e amore” nei suoi confronti), perciò si genera in lui molta confusione e non può mettere ordine dentro di sé, riconoscere ed etichettare i propri sentimenti, le proprie emozioni [5]. Figli che assistono ad atti di violenza domestica o che ne sono vittima, presentano diversi disturbi: possono avere problemi comportamentali e di salute (perdita di peso, disturbi dell'alimentazione e del sonno), mostrare difficoltà a scuola, non avere relazioni intime positive, cercare di fuggire di casa, fino ad arrivare a tentativi di suicidio. Nello specifico un bambino in età prescolare può manifestare: 23 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo disturbi somatici; disturbi del sonno e incubi; enuresi notturne; disturbi della condotta alimentare; lamentele per dolori fisici (cefalee, dolori addominali); marcata tendenza a sessualizzare; preoccupazioni insolite e paure immotivate; ansia; rifiuto nel mostrare il corpo nudo; timidezza eccessiva; paura di fallire; atteggiamento ritroso e silenzioso; esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo); comportamento poco comunicativo; ostilità ed aggressività verso gli altri bambini; difficoltà di apprendimento/difficoltà scolastiche; rabbia intensa; fobie; fughe; atti di autolesionismo; depressione/assenza della stima di sé; isolamento familiare e sociale. [11] A partire dai sei anni gli esiti psico-comportamentali della vittima possono essere: disturbi del sonno; disturbi delle condotte alimentari; lamentele per dolori fisici; preoccupazioni insolite e paure immotivate; rifiuto o compiacenza nel mostrare il corpo nudo anche in situazioni mediche, reattività al contatto fisico; esplosioni emotive improvvise; aggressività contro adulti e coetanei; 24 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo autolesionismo; interessi sessuali inappropriati all'età, masturbazione compulsiva, comportamenti sessuali promiscui; passività, inibizione del pensiero; depressione, isolamento; difficoltà scolastiche; oppositività, comportamenti provocatori; fughe; comportamenti immaturi, regressione a fasi evolutive precedenti; tentativi di suicidio; agorafobia [11]. A tutto ciò si aggiungono atti delinquenziali e abuso di sostanze durante l'età adolescenziale, relazioni instabili, disturbi di personalità, disfunzioni sessuali, prostituzione, fissazioni omosessuali durante l'adolescenza e l'età adulta. Sembra esserci una correlazione tra abuso sessuale ed epilessia: episodi di penetrazione vaginale, anale e di sesso orale sembrerebbero favorire l'insorgenza di attacchi pseudo-epilettici in bambini vittime di violenza. Il motivo alla base di questo legame non è ancora chiaro, ma appare evidente che la familiarità all'epilessia possa influenzare e complicare tali episodi convulsivi [43]. Dato rilevante è quello che indica che una percentuale non indifferente di vittime di incesto (dal 34 al 68%), hanno subito successivamente ulteriori violenze: ciò deriverebbe dal fatto che tali soggetti hanno paura di essere nuovamente vittime del trauma subito, per questo sono molto vulnerabili e tendono a sessualizzare tutte le relazioni che vanno ad instaurare [4]. 25 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Figura 5- Dati Rapporto Istat 2006 [29] L'essere stati abusati con la forza, in maniera ripetuta da un parente o da più persone avendo un'età inferiore agli 8 anni, sembra favorire l'instaurarsi di una ciclicità: la vittima, una volta adulto, diventerà essa stessa abusante (come spiega Stoller nella sua teoria dell'abusante abusato). La categoria più a rischio è quella maschile e ciò che porterebbe a tale ciclicità sarebbe il processo di identificazione attraverso il quale l'abusato, identificandosi con l'abusante, trova l'unica via per esorcizzare la ferita interiore [43]. Come afferma Ventimiglia “l'aver subito da parte delle figure di accudimento maltrattamenti fisici, abusi o violenze sessuali, l'aver vissuto rapporti anaffettivi e di deprivazione, assenze relazionali, stati d'abbandono, vuoti di identificazione significativa, comporta degli effetti e delle difficoltà nell'elaborazione dei vissuti di tali esperienze [44]. 26 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo ABUSO E DISFUNZIONI SESSUALI 1. INTRODUZIONE ALLE DISFUNZIONI SESSUALI Secondo Boccadoro e Carulli [45] “la sessualità umana non è solo dettata dall’istinto o da una stereotipia di condotte, come accade nell’animale, ma è influenzata da un lato dall’attività mentale superiore e dall’altro dalle caratteristiche sociali, culturali, educative e normative dei luoghi in cui i soggetti sviluppano e realizzano la loro personalità. La sfera sessuale richiede quindi un’analisi fondata sulla convergenza di varie linee di sviluppo, comprendenti l’affettività, le emozioni e le relazioni.”. La sessualità umana rappresenta un aspetto centrale nella vita di ogni individuo: in continua evoluzione, influenzata da fattori sociali, culturali e psicologici, è sempre più oggetto di studio di vari esperti, come psicologi, biologi, neurofisiologi ed endocrinologi. Con il termine sessualità non ci si riferisce unicamente a tutti quegli atti volti alla riproduzione, ma anche al viverla come ricerca e fonte di piacere: in particolare però, il termine va a evidenziare le componenti biologiche, psicologiche e culturali del comportamento sessuale umano, mentre si parla di attività sessuale per soffermarsi sulle specifiche pratiche sessuali. Quando si parla di risposta sessuale, si è soliti ridursi alla singola fase dell'eccitazione (lubrificazione nella donna ed erezione nell'uomo), ma in realtà questa si articola attraverso diverse fasi che vanno a caratterizzare ogni atto sessuale completo. Inoltre bisogna sempre ricordare che questa risposta umana, è un qualcosa di complesso, articolato, che comprende aspetti psicologici e biologici che si vanno ad influenzare reciprocamente. L'acronimo DEPOR (Desiderio, Eccitazione, Plateau, Orgasmo, Risoluzione) riassume tutte le fasi della risposta sessuale umana, le quali si susseguono una dopo l'altra, accompagnandosi a modificazioni sia fisiche che psichiche. 27 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Figura 6- Modello DEPOR [46] Queste cinque fasi vengono attraversate sia dall'uomo che dalla donna, con modificazioni fisiologiche specifiche che evidenziano come avvenga il passaggio da una fase all'altra. Nel momento in cui l'attività sessuale del soggetto rispetti il modello DEPOR, ci troviamo di fronte a una sessualità sana: le disfunzioni sessuali quindi, si presentano quando la risposta sessuale è alterata in una sua qualsiasi fase. Fare riferimento a tale modello è molto utile per capire e descrivere tutti i vari disordini che l'individuo può trovarsi ad affrontare. Il DSM si basa proprio su questo modello, elaborato da Master e Johnson nel 1987 [46], per raggruppare e descrivere i vari disordini sessuali, individuando così nella quinta versione del 2013 queste categorie: Disturbi del desiderio sessuale ipoattivo; Disturbo dell’eccitazione sessuale; Disturbi dell’orgasmo; Disturbo da dolore coitale (Dispareunia e Vaginismo). Aspetti centrali di qualsiasi disfunzione sessuale sono l'esordio, il contesto e l'eziologia, i quali vanno prontamente indagati nel momento in cui un soggetto richieda aiuto ad uno specialista. Per quanto riguarda l'esordio del disturbo, possiamo distinguere due tipologie: primario e secondario. Nel primo caso ci troviamo di fronte a un problema che è presente sin dall'inizio dell'attività sessuale, cioè c'è sempre stato; il disordine 28 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo secondario, invece, si presenta in un momento successivo, dopo un periodo di attività del tutto normale e soddisfacente. Quando si va ad indagare il contesto in cui il soggetto vede presentarsi la disfunzione, bisognerebbe capire se questa è di tipo situazionale o generalizzato. Nel momento in cui il deficit si presenta unicamente in presenza della partner o di una partner (può capitare che il soggetto abbia più rapporti con persone diverse), allora si tratterà di una disfunzione situazionale. Lo stesso varrà nel caso in cui il soggetto riscontri difficoltà solo nel rapporto con la/il compagna/o e non nella masturbazione. Se al contrario la disfunzione si presenta in maniera indiscriminata, a prescindere da partner e stimolazione, allora il problema sarà di tipo generalizzato. L'ultimo aspetto che l'esperto deve analizzare è rappresentato dai fattori eziologici. La cause del disturbo vissuto dal paziente possono essere di varia natura, ma non si deve mai fare una diagnosi esclusivista: non è mai un solo fattore a generare il disturbo, ma sono più concause che portano alla manifestazione ed al rafforzamento dello stesso con una eventuale causa predominante. Centrali sono l'anamnesi generale e sessuologica che permettono un inquadramento completo della storia e della realtà del paziente: abitudini e stili di vita, presenza di patologie, assunzione di particolari farmaci, il vivere date situazioni stressanti, sono tutti elementi di cui bisogna verificare la presenza in quanto tutti in grado di causare/favorire l'insorgenza di disordini di natura sessuale. Ulteriori strumenti diagnostici che devono essere utilizzati da specialisti, sono gli esami obiettivi (andrologico e ginecologico) attraverso i quali possono evidenziarsi patologie o problematiche specifiche dell'apparato genitale. 29 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Malattie croniche Cause biologiche Aspetti psicologici importanti Diabete Neuropatie Esperienze passate Sclerosi multipla Ipertensione Aspettative (di fallimento) Accidenti cardiovascolari Ischemie Attenzione Effetti collaterali dell'uso di Stati post-traumatici farmaci o del trattamento del Preoccupazioni e ruminazione diabete o dell'ipertensione Schizofrenia Depressione Uso di farmaci (antidepressivi) Alcol Ansia Depressione Dist. maniaco-depressivi Dolore Tabella 4- Fattori che possono causare o favorire l'insorgenza di disturbi sessuali [47] 30 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 2. ABUSO E GENESI DELLE DISFUNZIONI SESSUALI Le ricerche condotte negli anni hanno evidenziato come molteplici disordini psicologici, interpersonali, fisiologici, di salute si vengano a presentare maggiormente tra le vittime di abusi sessuali rispetto ai soggetti che non hanno subito forme di violenza. Un interesse forte e continuo si è manifestato soprattutto nei confronti delle vittime in età infantile, in quanto le conseguenze che tali eventi hanno sul loro sviluppo sono molteplici e potenzialmente devastanti. Gli studiosi, infatti, si sono soffermati sull'analisi dei danni che si vengono a creare a livello psicologico, relazionale e sullo sviluppo globale del soggetto, ma solo recentemente essi si sono iniziati ad indirizzare verso un altro ampio ambito di ricerca e studio: l'effetto negativo dell'abuso sulla sessualità. Questo aspetto è stato ignorato per moltissimo tempo per svariati motivi, ma rappresenta un nucleo fondamentale dell'individuo ed è centrale nello sviluppo dell'identità del soggetto stesso. Sono molte le ragioni per le quali i ricercatori non si sono mossi in tal senso, ma negli ultimi anni si sta cercando di recuperare il tempo ormai andato perduto e raccogliere più dati possibili. La sessualità, poiché rappresenta una tematica fortemente intima e considerata dal singolo totalmente privata, trova sempre molte riserve e difficoltà nel momento in cui si cerca di andarla ad approfondire: difficile è trovare un campione su cui condurre lo studio e raccogliere i dati, molte sono le resistenze che incontrano i soggetti che aderiscono alla ricerca e, volta per volta, devono accettare ed affrontare, difficile è poter utilizzare definizioni condivise e universalmente valide, così come ostico è rendere il più possibile chiaro e comprensibile la molteplicità di Test, Questionari e altri strumenti somministrati per la raccolta dei dati (molti devono essere tradotti e validati). In questo settore di ricerca, inoltre, non ci si limita unicamente ad affrontare tematiche e problematiche legate alla sessualità, al comportamento sessuale, alla psicopatologia del comportamento sessuale e all'intimità, ma si fa un ulteriore passo: tutto ciò viene affrontato in correlazione alle passate esperienze di abuso (sia esso fisico, psicologico, delle cure e sessuale). È comprensibile quindi, che le 31 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo persone che vengono contattate per andare a costituire quello che sarà il campione oggetto di studio, trovino ulteriori disagi e sofferenze da affrontare. Non è semplice accettare di collaborare ad un lavoro del genere: memorie, ricordi dolorosi, flashback, sensazioni, emozioni, pensieri riguardanti l'evento traumatico vengono richiamati alla mente, scatenando ulteriore sofferenza. Tutto ciò, quindi, può portare a rifiutare la collaborazione rendendo l'attività di ricerca più lenta, lunga nel tempo e difficoltosa. Altro elemento da considerare è proprio del campione: osservando la letteratura appare evidente come i dati che sono stati raccolti provengano in percentuale maggiore da un campione prettamente femminile, mentre i dati relativi al sesso maschile siano più scarseggianti. Tutt'oggi, infatti, i dati che si hanno e si ricercano riguardano principalmente donne vittime di abusi nell'infanzia, anche se tale orientamento sembra essere legato anche al fatto che il sesso femminile sia maggiormente vittima di qualsiasi forma di violenza, compresa quella sessuale [47]. Le conseguenze negative dell'abuso sull'individuo, come precedentemente descritto, sono diverse e la loro entità e gravità dipendono, non solo dalle capacità di coping e dalla personalità della vittima, ma anche dalle caratteristiche proprie della violenza. Dalle varie ricerche, infatti, si è visto come determinati fattori situazionali e contestuali possano causare conseguenze più forti e durature. Per quanto riguarda la vittima, importante risulta la modalità attraverso la quale essa elabora a livello cognitivo l'accaduto e come la affronta: è qui che le strategie di coping, le modalità di gestire lo stress si rivelano centrali. Importantissimo è anche il supporto delle persone significative e vicine alla vittima: avere solidarietà, aiuto, affetto, comprensione, aiuta molto l'abusato ad affrontare e gestire l'accaduto. Non si deve lasciare la vittima abbandonata a sé stessa, ma occorre starle accanto, soprattutto nel caso in cui sia un bambino o adolescente, per aiutarla a comprendere l'abuso, a rappresentarselo chiaramente anche a livello cognitivo, a etichettarlo nel modo appropriato, evitando così che ci siano incomprensioni, confusione, errori nella codifica di quanto subito e ulteriori danni. Tutto ciò perché il minore o adolescente abusato, il quale non è ancora 32 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo pienamente maturo, può provare grande confusione e disorientamento di fronte a tale vicenda; può non riuscire a dare il giusto significato a gesti ed eventi, giungendo così a convinzioni, giudizi errati; potrebbe arrivare a convincersi che l'abusante volesse veramente dimostrargli il suo amore e il suo affetto commettendo l'abuso; potrebbe perdere la fiducia negli altri e chiudersi in sé stesso, e altro ancora. La mancanza di supporto da parte della famiglia, la risposta non solidale di quest'ultima e delle persone vicine al minore, potrebbero amplificare i sentimenti di vergogna e tradimento, minando così il futuro funzionamento sessuale [48]. Questi sentimenti negativi possono essere ulteriormente provati nel momento in cui forze dell'ordine e operatori dei servizi sociali intervengono: il disagio e il timore del bambino possono essere ancora più forti. I danni dell'abuso si presentano in maniera più marcata e nociva, anche in relazione ad aspetti specifici della violenza. Le ricerche svolte fino ad ora hanno evidenziato infatti, come fattori quali l'uso della coercizione, il ricorso alla forza, l'avvenuta penetrazione durante il rapporto, il costringere la vittima a compiere/subire sesso orale, il conoscere la persona abusante (soprattutto nei casi in cui sia un genitore: la maggior parte delle relazioni interne alla famiglia si basano sull'affetto e sul contatto fisico. Quando tutto ciò si viene a mescolare con l'incesto, può nascere nel bambino confusione ed apprensione, portandolo in futuro a non saper distinguere tra contatto affettivo e contatto sessuale), l'abuso perpetrato da più di una persona (spesso in questi casi capita che il minore si senta responsabile dell'abuso: ritiene che sia stato proprio lui a permettere che avvenisse), l'età al momento dell'abuso, siano tutti responsabili della genesi di conseguenze più forti e negative nella vittima. A tal proposito, le ricerche condotte più recentemente hanno cominciato ad addentrarsi nello studio della sessualità delle vittime di abuso. Appare sempre più evidente la relazione esistente tra violenza e sviluppo nella vittima di disturbi nella sfera sessuale, di diversa gravità e natura, ma comunque fortemente invalidanti. Diverse ricerche hanno riportato l'esistenza di tale correlazione, soprattutto per quanto riguarda le donne in età adulta [49 - 53]. 33 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo I dati ottenuti dall'attività di ricerca, hanno mostrato come l'essere stati vittima di un abuso nell'infanzia incrementi la probabilità di sviluppare un disturbo sessuale: i dati epidemiologici, infatti, evidenziano una grande percentuale di disfunzioni presente tra le vittime e gli studi condotti confrontando donne e uomini abusati con donne e uomini non abusati, rafforzano la tesi di partenza. In accordo con queste linee di ricerca si colloca il lavoro svolto da Meston e Heiman nel 2000 [54], i quali suggeriscono nuovamente che le vittime di abuso sono spesso affette da disturbi riguardanti la sessualità e le relazioni intime in generale. La maggior parte dei soggetti costituenti il loro campione d'indagine, riporta problemi legati all'eccitazione, afferma di essere confusa riguardo il proprio orientamento sessuale e ammette di avere comportamenti promiscui. Altre problematiche riguardano la riduzione della soddisfazione sessuale, l'aumento delle disfunzioni sessuali e la tendenza a ricercare relazioni sessuali con più partner a breve termine. Gli autori hanno anche riscontrato che le problematiche sessuali sono più frequenti tra le vittime di incesto (padre-figlio), o di abusi in cui è avvenuta la penetrazione. Concordano con tutti questi risultati Merrill e collaboratori [55], i quali affermano che, quando un bambino esperisce elevati livelli di repulsione, paura e impotenza durante l'abuso, può essere successivamente condizionato ad associare il sesso con emozioni e ricordi puramente negativi. Queste emozioni negative possono generare in età adulta esperienze non sessuali, comprendenti reazioni fobiche all'intimità ed evitamento di tutto ciò che rimanda all'esperienza sessuale. Questi risvolti possono essere problematici per quanto riguarda le relazioni, specialmente in età adulta, quando la maggior parte degli individui inizia ad impegnarsi e a ricercare relazioni stabili e durature. La paura della sessualità può portare alla paura delle relazioni in generale, a casa del passato della vittima. Disturbi del desiderio, dell'eccitazione, dell'orgasmo, sono frequentissimi tra le vittime di abuso, ma accanto ad essi ritroviamo anche condotte a rischio, inappropriate e ugualmente pericolose per la salute del soggetto. Nel momento in cui ci si approccia a tali questioni, non è possibile dimenticare e non considerare il vissuto emotivo che le accompagna: a volte sono proprio le emozioni vissute e provate durante e dopo la violenza che innescano dati comportamenti, favorendo 34 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo l'instaurarsi di problematiche sessuali. A tal proposito va ricordato lo studio condotto da T.A. Lorenz e C.M. Meston, pubblicato nella versione definitiva nel 2012 [56]. Per comprendere la relazione tra abuso sessuale e disfunzioni sessuali, i ricercatori hanno investigato le differenze cognitive esistenti tra donne con e senza vissuti di CSA alle spalle. Lo strumento utilizzato per raccogliere i dati è stato il LIWC (Linguistic Inquiry Word Count), che ha permesso di analizzare le differenze linguistiche trai due gruppi oggetto di studio. Questi elementi sono stati esaminati in testi redatti dai soggetti riguardanti tematiche opposte: in una prima produzione scritta si richiedeva di trattare argomenti neutrali, di normale quotidianità; in una seconda, invece, si doveva trattare la propria sessualità e le proprie esperienze sessuali. Le differenze esistenti e ipotizzate sono subito venute alla luce, riguardando sia il linguaggio che il funzionamento puramente cognitivo. L'uso di pronomi, di aggettivi, ma anche di contenuti, è fortemente diverso tra donne CSA e donne che non hanno vissuto queste esperienze: le prime infatti, nei testi sulla sessualità, utilizzano maggiormente il pronome personale “Io” (l'uso di tale pronome può essere un indicatore di inflessibilità cognitiva e di inabilità ad assumere la prospettiva altrui. Può indicare anche un meccanismo difensivo, utilizzato per mantenere un maggiore controllo sulle proprie emozioni e reazioni verso la violenza subita), mantengono una maggiore distanza psicologica dai fatti, collegano spessissimo l'attività sessuale con la depressione e l'ansia, menzionano soprattutto emozioni negative ed ammettono di evitare l'intimità con il partner. Le seconde, invece, presentano un quadro totalmente opposto. Le differenze cognitive riscontrate tra il gruppo CSA e NCS, partendo dalla già diversa modalità di categorizzare gli stimoli sessuali (le prime categorizzano ed etichettano in maniera negativa, le seconde positiva), si estendono quindi anche nel linguaggio, sia per quanto riguarda l'uso di particelle linguistiche, sia nel dominio dei contenuti. È proprio la predominanza di emozioni e reazioni negative delle donne abusate, ad avvicinarle alle problematiche sessuali: non si riconoscono tutti quegli aspetti positivi e piacevoli della propria sessualità e del vivere tale aspetto della propria vita, ma si ricordano ed enfatizzano unicamente 35 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo quelli negativi. Intimità, soddisfazione, piacere, attività sessuale come atto d'amore, non vengono ricercati, ma sono totalmente evitati, portando le donne verso l'evitamento, l'anorgasmia, i disturbi dell'eccitazione e l'insoddisfazione sessuale. I ricercatori avrebbero individuato delle differenze tra uomini e donne in relazione allo sviluppo di disfunzioni sessuali in seguito ad esperienze di abuso. Rind e Tromovitch [57] hanno visto come siano più le donne ad accusare disturbi e problemi nella sfera sessuale in seguito ad un abuso, rispetto agli uomini. Questo, propongono gli studiosi, potrebbe dipendere dal fatto che maschi e femmine hanno alle spalle esperienze di abuso diverse: l'abuso verso una donna è più spesso accompagnato da coercizione, sono solitamente più giovani dei maschi quando subiscono questa violenza, e sono più spesso coinvolte in incesti. Anche l'autovalutazione delle conseguenze del CSA appare differente tra uomini e donne: queste ultime, per esempio, si vedono con una sessualità atipica (comportamento completamente libero, seduttivo e provocante), e descrivono la propria immagine di sé come disinibita. Gli uomini correlano maggiormente il proprio vissuto da abusato con l'immagine corporea, la quale viene vista negativamente, e con la soddisfazione sessuale (anche questa insoddisfacente). Nei paragrafi seguenti, verranno passati in rassegna ed esaminati i più frequenti disturbi sessuali in relazione all'esperienza dell'abuso sessuale infantile. 2.1. DESIDERIO SESSUALE IPOATTIVO 2.1.1. DEFINIZIONE Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (DDSI) è un disturbo sentinella, che ci da tantissime informazioni sul paziente e sulle sue condizioni di salute. È inserito nel DSM tra i disturbi della sessualità e può essere diagnostico nel momento in cui vengono soddisfatti i vari criteri indicati dal manuale. Tale disturbo si caratterizza per la mancanza o carenza di fantasie, desideri riguardanti la sessualità da almeno 6 mesi, provocando disagio e sofferenza 36 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo psichica al soggetto. Aspetti centrali, quindi, per affermare che il soggetto presenti tale disturbo, sono il riscontro del sintomo e la percezione dello stesso come fonte di sofferenza (una riduzione della libido, infatti, non è sempre vissuta come un qualcosa di problematico ed inoltre non si possono stabilire dei parametri prestabiliti e validi per tutti in base ai quali definire quando si presenti la patologia). Uomini e donne vivono il DDSI in maniera differente: i primi percepiscono e vivono il disturbo in maniera più negativa rispetto alle donne, in quanto lo considerano come una perdita di virilità, confondendolo troppo spesso con un altro disturbo della sessualità, cioè quello che riguarda la fase eccitatoria della risposta sessuale. Le donne presentano in percentuale maggiore tale disturbo (45%, ma si può arrivare anche al 60% andando avanti con l'età) [58], il quale risulta essere correlato fortemente con immagine di sé, umore e ansia. Dagli studi emerge che le donne con DDSI hanno un basso livello di autostima, una personalità fragile e instabilità emotiva. Quando si fa una diagnosi di tale problematica, bisogna sempre considerare l'età di insorgenza (permanente o acquisito), il contesto (generalizzato o situazionale) e i fattori eziologici. Tra le cause di tale disturbo, riscontriamo l'aver subito violenza nell'infanzia. 2.1.2. DESIDERIO SESSUALE IPOATTIVO E ABUSO SESSUALE Lo studio condotto da B. Sarwer e J.A. Durlak [59] su un campione di 359 donne sposate, con alle spalle una storia di abuso infantile, ha evidenziato come fino al 51% delle stesse presenti una disfunzione sessuale. Nello specifico ben il 68% soddisfa i criteri del DSM per il DDSI. Risultati simili sono stati ottenuti dagli studi svolti da altri ricercatori, come Elliot e Briere [60], Wincze e Carey [61], Bartoi e Kinder [62], Kinzl e collaboratori [53]. Un dato molto importante emerso dalle ricerche svolte da Westerlund [63], è quello che indica come ben il 53% delle vittime di abuso del suo campione, riporti sentimenti di colpa in relazione al desiderio sessuale. Le donne, infatti, riferivano 37 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo in tutti i loro resoconti di provare questa emozione, a differenza delle donne non vittima di abuso: ciò le portava ad evitare l'intimità, a sfuggire da desideri e fantasie, non facendo altro che favorire l'instaurarsi del disturbo del desiderio, aggravando la loro già compromessa salute psicofisica. Un altro approccio per individuare la relazione tra abuso e DDSI, può essere quello che va ad analizzare le emozioni, in questo caso specifico il dolore. Il dolore è un'emozione complessa, forte, che indica danno, lesione, trauma (come nel caso del CSA), ma è fondamentale per la sopravvivenza, in quanto adattiva come tutte le altre emozioni vissute dall'essere umano. Proprio per la sua stessa natura però, tale emozione viene evitata dall'uomo, in quanto fonte di sofferenza, ma evitarla in maniera cronica è mal adattivo (non contribuisce alla sopravvivenza individuale), in quanto allontana il soggetto dalle sue emozioni primarie. Il dolore legato all'esperienza traumatica, può essere molto forte e può ripresentarsi con estrema facilità nel momento in cui l'individuo vive situazioni di intimità col partner: tutto ciò può portarlo a non provare più desiderio sessuale per il compagno ed a non voler più l'intimità con lui [64]. Anche in altri dati presenti in letteratura, si evidenzia come le vittime di CSA abbiano spesso flashback, associazioni e memorie collegate ad aspetti specifici della violenza, che vanno a riflettersi sulla loro risposta psicologica alla sessualità. Si può così giungere alla paura dell'intimità e dell'attività sessuale, con conseguente calo del desiderio e attuazione di strategie di evitamento [65]. Gli studiosi Malt e Holman [66], in un loro lavoro, affermano che “il calo del desiderio sessuale è una lamentela comune tra le vittime di incesto” e alcuni ricercatori come Schloredt e Heiman [67], Wenninger e Heiman [68], hanno cercato di individuare una spiegazione a tutto ciò. In particolare hanno visto come l'etichettare e il categorizzare gli stimoli e le esperienze sessuali in maniera negativa, porti le donne con CSA alle spalle a esperire senso di colpa, rimorso, disgusto, derivanti dal trauma subito: tutto ciò le porta a non considerarsi più sotto l'aspetto della sessualità, eliminando la possibilità di viverla pienamente (lo sviluppo del DDSI sarebbe quindi una conseguenza di tutti questi processi cognitivi). 38 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 2.2. DISTURBI DELL’ECCITAZIONE SESSUALE 2.2.1. DEFINIZIONE La seconda fase della risposta sessuale umana corrisponde all'eccitazione, comprendente eventi che si generano a livello cerebrale (come la percezione di particolari profumi o il ricordo di passate esperienze sessualmente piacevoli) e/o a livello periferico (stimolazione zone erogene). La condizione che ne deriva è prettamente soggettiva, ma si può riscontrare anche a livello oggettivo in quanto corrisponde all'erezione maschile e alla lubrificazione vaginale nella donna. La stimolazione e il tempo necessario affinché si raggiunga questa fase della risposta sessuale, sono elementi del tutto soggettivi, condizionati da una molteplicità di fattori legati all'emotività e al fisico stesso non solo positivi, ma anche negativi. L'eccitazione, oltre all'erezione e alla lubrificazione, comprende altre manifestazioni somatiche peculiari e, se la stimolazione tra i partner continua, si genera in loro il desiderio di raggiungere la soddisfazione sessuale e quindi di avere un rapporto completo. Eccitazione ♂ Eccitazione ♀ Erezione del pene Erezione dei capezzoli Rossore cutaneo Rossore cutaneo Aumento pressione arteriosa Retrazione delle grandi labbra Pulsazione dell'asta Turgore delle piccole labbra Erezione dei capezzoli Erezione clitoridea Modifica della barriera vaginale Tabella 5- Modifiche fisiche nella fase dell'eccitazione sessuale nell'uomo e nella donna [69] Così come per la fase del desiderio, anche la fase dell'eccitazione può risultare compromessa, venendosi a manifestare disturbi specifici sia nell'uomo che nelle donna: nel primo caso ci troviamo di fronte a un disturbo dell'erezione (DE), nel secondo si tratta di ipolubrificazione. 39 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Entrambi i disturbi hanno un impatto molto forte sul soggetto, il quale vede minata la propria sessualità, ma anche la propria identità sessuale. Per quanto riguarda la DE, esso risulta essere il sintomo maggiormente studiato dai sessuologi e da altri specialisti, e nel 1993 è stata definita come “l'incapacità persistente a raggiungere e/o mantenere un'erezione sufficiente per avere un rapporto sessuale soddisfacente” (Consensus Conference National Institutes of Health). La donna che presenta il disturbo dell'eccitazione, mostra una ricorrente e persistente incapacità di raggiungere e/o mantenere, per l'intera durata del rapporto, una adeguata lubrificazione e tumescenza propria della fase eccitatoria femminile. Basson e collaboratori [70] hanno rielaborato la definizione di tale problematica sessuale, individuando e specificando diverse forme del disturbo dell'eccitazione femminile. Il clinico quindi, seguendo le linee guida indicate dai ricercatori, dovrebbe fare una diagnosi distinguendo tra: Disturbo soggettivo dell'eccitazione sessuale: ciò che viene a mancare sono le sensazioni mentali dell'eccitazione derivanti dalla stimolazione; Disturbo genitale dell'eccitazione sessuale: congestione vulvare e/o lubrificazione vaginale minima o insufficiente per il rapporto; Disturbo misto, soggettivo e genitale, dell'eccitazione sessuale: risulta dalla combinazione dei precedenti disturbi (mancano sia le sensazioni che le risposte fisiologiche); Disturbo dell'eccitazione sessuale persistente: la risposta fisiologica all'eccitazione è presente, ma viene giudicata dal soggetto come intrusiva e non è assolutamente ricercata, ma anzi viene evitata. Assente è il desiderio sessuale. Età di esordio, contesto in cui si manifesta e cause, sono sempre fattori centrali che devono essere indagati dal clinico, in quanto centrali per comprendere al meglio la patologia e la condizione vissuta dal paziente stesso. 40 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 2.2.2. DISTURBI DELL’ECCITAZIONE SESSUALE E ABUSO SESSUALE I dati presenti in letteratura che correlano l'abuso sessuale ed i disturbi dell'eccitazione sono numerosi, anche se le ricerche si sono sempre maggiormente rivolte a un campione femminile. Uno studio molto interessante è quello condotto da A.H. Rellini e C.M. Meston [71], il cui oggetto di studio è proprio il rapporto tra CSA e eccitazione sessuale. Per comprendere al meglio tale legame, gli studiosi si sono posti l'obiettivo di determinare la relazione esistente tra gli schemi sessuali personali, influenze negative e eccitazione sessuale in donne con CSA alle spalle. Per valutare l'eccitazione del soggetto, sono stati utilizzati dei questionari appositamente strutturati per valutare tale aspetto della risposta sessuale umana. Per quanto riguarda invece le risposte fisiologiche, queste sono state raccolte in laboratorio durante l'esposizione a stimoli sessuali e la misurazione è stata effettuata tramite la pletismografia (strumento che consente di valutare la vasocongestione delle pareti vaginali). Oltre al gruppo con CSA alle spalle, il campione oggetto di studio comprendeva anche un gruppo di controllo, costituito da donne che non avevano subito violenza. Dai dati ottenuti è emerso che le donne abusate hanno una risposta negativa agli stimoli sessuali, così come gli schemi mentali a tal riguardo, e presentano forti difficoltà a raggiungere l'eccitazione. Per spiegare ciò, gli studiosi sono ricorsi all'approccio cognitivo, per il quale gli schemi mentali delle donne CSA sono centrali per lo sviluppo di quadri psicopatologici. Studi empirici precedentemente svolti mostrano l'esistenza di un legame tra schemi disfunzionali e disfunzioni sessuali, e ciò si ripresenta anche in questo studio: le donne del campione che hanno subito un abuso sessuale, hanno mostrato di avere una maggiore quantità di schemi mentali negativi rispetto alle donne non abusate. Questi schemi riguardavano non solo la sessualità, i rapporti sessuali e gli stimoli sessuali, ma anche loro stesse: ciò va a creare un circolo vizioso per il quale gli schemi disfunzionali creano nel soggetto un forte stato ansioso che allontana la possibilità di rispondere positivamente agli stimoli 41 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo sessuali, con conseguente disturbo dell'eccitazione. Tutto ciò, tengono a precisare i ricercatori, è sempre rafforzato dal trauma che è stato vissuto, il quale influenza in maniera negativa la percezione che le vittime hanno in generale del sesso. In accordo con questi risultati, c'è un ampio corpo di ricerca che sottolinea come le donne CSA tendano a codificare e categorizzare all'interno di schemi negativi le esperienze sessuali. Tutto ciò le conduce verso una maggiore predisposizione verso sentimenti di colpa e di disgusto durante l'eccitazione sessuale: da qui può insinuarsi il pericolo di sviluppare un disturbo specifico e duraturo nel tempo [6768]. Altre ricerche si sono soffermate sull'analisi dei pensieri e delle emozioni di soggetti vittima di abuso, in relazione alle disfunzioni sessuali. Anche questa volta si è visto come senso di colpa, rabbia e pensieri negativi siano comuni e diffusi tra le vittime: nello studio condotto da Westerlund [63] ben il 56% dei soggetti affermava di provare senso di colpa rispetto alla propria eccitazione sessuale. L'esperienza dell'abuso avrebbe quindi condizionato fortemente le vittime sul piano emotivo, rendendole incapaci di provare emozioni positive anche nell'intimità con il partner: la negatività avrebbe la meglio incrementando il disturbo non solo del desiderio, ma anche dell'eccitazione. Le donne CSA tendono ad attribuire meno significati positivi al comportamento sessuale, lo considerano strumentale piuttosto che intimo, tendendo a non essere coinvolte nell'attività sessuale con il partner in maniera totale e libera. In questo modo si rende impossibile l'ottenimento di tutte quelle modificazioni fisiologiche tipiche dell'eccitazione [67, 72]. Altro fattore importante che compromette la risposta sessuale femminile, è il senso di appartenenza della donna al proprio corpo. I clinici, partendo dalla loro esperienza, hanno suggerito che le donne abusate possano non avere un senso di appartenenza al loro corpo, non riconoscendo gli stimoli che ricevono e le rispettive risposte. Questo avverrebbe anche per gli stimoli sessuali: le risposte fisiche alle stimolazioni non verrebbero riconosciute come tali, nemmeno come appartenenti al proprio corpo e, quindi, sarebbero vissute negativamente. In questi casi ci si troverebbe di fronte a un disturbo dell'eccitazione sessuale persistente, cosi come è stato definito da Basson [73]. 42 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Dallo studio svolto da Courtois [74], emerge chiaramente come le vittime di incesto non riescano a rilassarsi e ad essere entusiaste riguardo l'attività sessuale. Ben l'80% dei soggetti, infatti, evitano la sessualità o si astengono totalmente: tutto ciò, soprattutto l'incapacità di vivere un rapporto in piena rilassatezza, impedisce totalmente all'individuo di rispondere positivamente alla stimolazione sessuale, inibendo la fase dell'eccitazione. Anche dagli studi di Kinzl e dei suoi collaboratori [53], di Meiselman [21], Tsai, Feldman-Summers and Edgar [24], Maltz and Holman [66], Jehu [34] è emerso che la violenza sessuale causi nelle vittime disturbi sessuali e nello specifico disturbi dell'eccitazione. L'essere umano è in grado di elaborare infinite risposte agli stimoli che quotidianamente riceve, e tra queste si può individuare una specifica risposta di repulsione quale è il disgusto. Questa si prova in diverse situazioni e nei più svariati contesti (verso idee, comportamenti, sapori, odori), ed è emerso che ognuno di noi può farne esperienza anche in ambito sessuale. È esattamente quello che viene vissuto da molte donne con CSA alle loro spalle: l'eccitazione viene sempre collegata e vissuta con questa sensazione, danneggiando i rapporti e i momenti di intimità col partner. Questi soggetti, da un iniziale disturbo dell'eccitazione, potrebbero arrivare a manifestare altre problematiche come anorgasmia, vaginismo e insoddisfazione sessuale [67]. Gli studi riguardanti la correlazione tra CSA e DE non sono numerosi, ma piuttosto scarseggianti. Nel 1996 però, McCartey [75] con i suoi collaboratori si soffermò sulle conseguenze dell'abuso su soggetti maschili ottenendo risultati molto interessanti. Dalla ricerca svolta, infatti, emerse che le vittime avevano probabilità maggiori rispetto al gruppo di controllo di andare incontro a disfunzioni sessuali e che presentavano in alte percentuali DE. Questa problematica emergeva sia per i danni a livello psicologico presentati dai soggetti, sia dal fatto che essi, proprio perché vittime di esperienze traumatiche, hanno uno stato di salute compromesso (bisogna ricordare che l'erezione è un processo complesso, in cui entrano in gioco fattori psicologici, vascolari, metabolici, endocrini, nervosi, iatrogeni, e ogni minimo squilibrio o alterazione del normale e sano funzionamento dell'organismo può compromettere tale processo). Nella review redatta dalla Psicologa Alessandra Rellini nel 2007 [76], è stato 43 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo proposto un modello teorico per comprendere più nel dettaglio le disfunzioni sessuali nelle vittime di CSA. Questo prevede l'integrazione e l'adattamento di due ben noti modelli utilizzati in sessuologia per studiare la risposta sessuale umana: il modello di elaborazione delle informazioni (IPM) e il modello del doppio comando per l'eccitazione sessuale (DCM). Il primo modello, afferma che gli stimoli sessuali sono prima processati a livello inconscio e, attraverso l'attivazione del sistema attentivo e di altri processi cognitivi, essi spingono la persona verso la fase di eccitamento sessuale. Il modello DCM, invece, si interessa principalmente della risposta agli stimoli sessuali basata su un'automatica e non volontaria capacità dell'individuo. Tale modello concepisce l'esperienza soggettiva e psicologica dell'eccitazione sessuale come la somma di tutte le risposte positive e negative agi stimoli sessuali. IPM e DCM non si escludono l'un l'altro, ma si completano reciprocamente ed il modello descritto dalla Rellini [76] ne è un esempio. Rispetto ai precedenti modelli, quello descritto nella review ha un vantaggio: essendo più recente può includere le conoscenze derivate da studi svolti sulla specifica risposta sessuale femminile. In particolare il modello fa una distinzione tra tutti quei circuiti che si occupano delle risposte sessuali fisiologiche e quelli che si prendono cura dell'esperienza soggettiva; ciò consente di distinguere tra problematiche psicologiche e fisiologiche. Attraverso l'uso di tale modello si riesce a spiegare anche il motivo per cui soggetti CSA presentano problematiche quali l'iper e l'ipo-sessualità; vengono incluse le memorie sessuali implicite ed esplicite che possono spiegare l'interazione tra la risposta sessuale automatica e i fattori contestuali. Quando una donna è esposta a stimoli sessuali, questi vengono elaborati a due livelli: un primo livello (O1) ed un secondo (O2). Il primo è un processo automatico e veloce che avviene a un livello percettivo di base, parzialmente o completamente al di fuori della coscienza e non è volontario. I processi di primo ordine si possono paragonare alla risposta di trasalimento ad un forte rumore: questi influenzano le risposte fisiologiche, affettive e cognitive attraverso l'attivazione della memoria implicita sessuale. In accordo con il modello IPM, quando gli stimoli si confrontano con le memorie sessuali implicite, questi 44 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo vengono percepiti come pertinenti la sessualità e processati per attivare la risposta sessuale fisiologica. Il modello presentato propone che le memorie implicite sessuali possano impattare la risposta sessuale attivando anche le risposte affettive e cognitive. Questa ipotesi è supportata dagli studi di Lang che mostrano come si inneschi la risposta emotiva durante il primo processo. Per capire meglio questo punto, basti pensare a una donna che ha appreso che la masturbazione è vergognosa perché da piccola è stata punita poiché si masturbava. Questa donna può non pensare che masturbarsi sia vergognoso, ma questo ricordo implicito si può risvegliare nella sua mente mentre si sta masturbando. In questo esempio la memoria sessuale è attivata dall'atto della masturbazione e dalle associazioni cognitive e affettive. Le memorie implicite sessuali hanno la capacità sia di eccitare che di inibire l'attivazione delle risposte fisiologica, cognitiva, affettiva e sessuale. La somma di tutte le eccitazioni e inibizioni della risposta determina l'esperienza finale. Il processo di secondo ordine comprende livelli di funzionamento più elevati che sono volontari, lenti e che avvengono con piena coscienza. I processi di primo livello influenzano quelli di secondo: per esempio la risposta cognitiva attivata inizialmente da stimoli sessuali, viene rielaborata al secondo livello. Ora l'elaborazione è più complessa in quanto fattori quali contesto, stato d'animo attuale del soggetto, cultura, valori personali, norme sociali e la visione della propria sessualità, divengono parte dell'elaborazione che porta alla risposta sessuale. Similarmente al primo processo, le risposte cognitive, affettive e fisiologiche di secondo livello, possono eccitare o inibire la risposta sessuale fisiologica e soggettiva. Questa ulteriore somma dei fattori inibenti e stimolanti collabora a creare la risposta finale. Bisogna però considerare il fatto che la risposta che deriva dal secondo livello di elaborazione, può differire dalla risposta avuta al primo livello. Per esempio una donna che associa i genitali maschili all'ansia, può non provare tale emozione nel momento in cui il proprio partner si eccita e lei percepisce che la fonte della sua eccitazione è lei stessa. Sulla base di questo modello, è ragionevole aspettarsi che le vittime di abusi 45 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo sessuali, possano aver imparato ad associare automaticamente stimoli sessuali con la paura (ricordi sessuali impliciti). Questa associazione attiva la risposta di stress che inibisce l'attivazione sessuale in quanto la risposta da stress mette in atto una risposta antagonista a quella sessuale. Inoltre, i sopravvissuti CSA possono sperimentare una più debole associazione automatica tra effetti positivi e stimoli sessuali e una forte associazione tra stimoli negativi e sessuali. Queste associazioni possono lavorare in parallelo tra loro per inibire l'eccitazione sessuale personale. 2.3. DISTURBI DELL’ORGASMO 2.3.1. DEFINIZIONE L'orgasmo, insieme di reazioni neuro-muscolari involontarie, è una risposta di breve durata che si presenta al culmine dell'eccitazione sessuale e che viene vissuta dal soggetto come estremamente piacevole. Penultima fase della risposta sessuale umana, l'orgasmo può, come del resto tutte le altre fasi, essere compromesso: ancora una volta si può andare incontro a disturbo specifico, quale è l'anorgasmia. L'anorgasmia si definisce come la “persistente o ricorrente difficoltà a raggiungere l'orgasmo, nonostante un adeguato stimolo ed eccitamento” (DSM). Questa problematica può essere primitiva, secondaria o casuale: è primitiva nel momento in cui il soggetto non ha mai raggiunto l'orgasmo; secondaria quando viene meno la capacità di raggiungere il piacere orgasmico; casuale, quando si presenta in maniera del tutto occasionale. Come tutti i disturbi della sessualità, anche per l'anorgasmia è centrale andare a verificare caratteristiche, tempo d'insorgenza ed eziologia, tutti elementi fondamentali per quello che sarà poi l'approccio terapeutico. Nell'uomo il disturbo dell'orgasmo si può presentare anche se la capacità eiaculatoria è mantenuta, ma rispetto alle donne è una patologia meno frequente. Il sesso femminile, infatti, deve apprendere la risposta orgasmica e non sempre ci 46 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo si riesce. Per molte donne la capacità di provare l'orgasmo è segno di maturità, mentre l'incapacità nel raggiungerlo viene considerata come inadeguatezza. Quando si tratta l'argomento “orgasmo”, non è sempre facile valutarlo e riconoscere i reali soggetti che soffrono di anorgasmia, in quanto è un tema delicatissimo: può far sentire fortemente a disagio, deboli, incapaci; l'uomo può mettere in dubbio la sua “potenza” e la sua virilità, le donne possono provare sentimenti di inadeguatezza, di deprivazione, fino ad arrivare a sentimenti depressivi. Per quanto riguarda la popolazione femminile inoltre, bisogna considerare anche che per moltissime un rapporto sessuale è soddisfacente anche nel momento in cui non raggiungono il massimo picco di piacere: la fase di plateau può soddisfarle pienamente. Altre ancora non vivono la propria anorgasmia in maniera negativa, non la considerano una disfunzione, ritenendo soddisfacenti tutti gli altri atti proprio del comportamento sessuale (carezze, abbracci, procurare piacere al partner). 2.3.2. DISTURBI DELL’ORGASMO E ABUSO SESSUALE Le cause di tale disturbo sono ovviamente molteplici, da quelle biologiche (ad esempio alterazioni nel normale funzionamento endocrino), a quelle psicologiche e relazionali, ma non ci si deve mai limitare a una diagnosi esclusivista. Nei disturbi dell'orgasmo le componenti psicologiche e relazionali giocano un ruolo centrale e influenzano l'insorgenza degli stessi. Dalle ricerche svolte con lo scopo di analizzare e conoscere le conseguenze sulla vittima dell'abuso, è emerso che una grande percentuale di donne abusate presenta disturbi legati alla capacità di raggiungere l'orgasmo: l'esperienza traumatica rende difficile riuscire a vivere pienamente il rapporto con il partner, acquistare fiducia nell'altro e il desiderio di abbandonarsi pienamente alle sensazioni che si provano in quei momenti. Ciò viene confermato dai lavori di J. F. Kinzl e W. Biebel [53], i quali aggiungono anche un altro fattore: l'educazione sessuale ricevuta. Svolgendo il loro lavoro di ricerca, essi hanno riscontrato spesso come le donne anorgasmiche avessero alle spalle una famiglia definibile disfunzionale. Nell'ambito della psicopatologia sessuale bisogna sempre considerare la famiglia d'origine del 47 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo paziente, in quanto questa può influire o aver influenzato lo sviluppo della problematica specifica. Per quanto riguarda l'anorgasmia, il ruolo della famiglia si comprende se si va a considerare l'educazione sessuale che i genitori (o le figure genitoriali) hanno impartito ai propri figli: un'educazione inappropriata, rigida, che descrive la sessualità come qualcosa di vergognoso e impudico, influenza e intacca negativamente lo sviluppo psico-sessuale del soggetto. Egli, una volta adulto, potrà vivere la propria sessualità in maniera conflittuale, proverà emozioni e sensazioni contrastanti che favoriranno l'insorgenza di disfunzioni, tra le quali l'anorgasmia. L'importante ruolo della famiglia, inoltre, si evidenzia maggiormente riflettendo sulla relazione di attaccamento: un attaccamento sicuro è l'unico che garantisce e permette lo sviluppo sano e completo del bambino, il quale imparerà ad avere fiducia nelle figure di riferimento, a stabilire relazioni intime e durature. Tutto ciò è centrale nel momento in cui il soggetto cerca e instaura relazioni stabili in età adulta: una cattiva relazione con i genitori, il mancato sviluppo di un attaccamento sicuro, possono compromettere la sua capacità di avere fiducia nel/nella partner, andando a inficiare negativamente anche la sessualità. Analizzando i dati ottenuti dalla ricerca di Kinzl e dei suoi collaboratori [53], emerge che ben il 27,8% del campione presenta anorgasmia, e la percentuale sale fino al 42,3% nei casi in cui le vittime abbiano subito più volte la violenza; risultati concordanti sono stati ottenuti dal lavoro di D. B. Sarwer e J. A. Durlak [59], in cui il 18% delle donne abusate mostrava disturbi dell'orgasmo. Tutto ciò viene evidenziato anche nelle ricerche di Kirschner e Rappaport [77], Westerlund [63], Katz e Tirone [78], Rellini e Meston [76], nelle quali le emozioni negative, l'ansia, il disgusto e il senso di colpa, sembrano favorire lo sviluppo di problematiche riguardanti la fase orgasmica della risposta sessuale. In un altro studio presente in letteratura, emerge la presenza di inibizione dell'orgasmo in donne con CSA alle spalle. Tra le caratteristiche proprie dell'evento traumatico, però, nei casi di queste vittime si riscontra l'uso della forza e della coercizione per compiere l'abuso sessuale comprendente la penetrazione, elementi che aggravano ancor più la già difficilissima situazione che queste devono affrontare [59]. 48 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo L'ansia, accompagnata da sensazioni di preoccupazione o paura, è stata ritrovata spesso e in maniera più o meno intensa in moltissime donne abusate sessualmente. Tale stato ansioso, che può dominare in maniera devastante la vita della donna, può impedire di rilassarsi, di intraprendere l'attività sessuale con il partner, rendendo la donna incapace di godere pienamente dell'esperienza e dell'orgasmo [79]. Allo stesso modo può agire anche il senso di colpa, inficiando le relazioni e i momenti di intimità. A rendere difficoltoso il raggiungimento del piacere orgasmico, collaborano i numerosi flashback, le associazioni e le memorie riguardanti l'evento traumatico che si riaffacciano durante i rapporti: non è difficile capire come tutto ciò comprometta l'attività sessuale, sia nelle risposte psicologiche che fisiologiche [70, 80]. 3. IPERSESSUALITÀ E IPOSESSUALITÀ 3.1. DEFINIZIONE Tra le possibili reazioni che una persona vittima di abuso può manifestare, trovano spazio anche due condotte tra loro opposte: l'iposessualità e l'ipersessualità. Anche questa volta le conseguenze del trauma sfociano nell'ambito della sessualità, portando il soggetto a intraprendere strade diverse. Il termine iposessualità, riportato in numerosi articoli, è preferibile sostituirlo, descrivendo tale problematica come Disturbo da avversione (o evitamento) sessuale, che si va ad opporre alla Dipendenza sessuale. Entrambi questi comportamenti sono presentati da vittime di violenza, siano esse donne che uomini. La dipendenza sessuale comprende tutte quelle condizioni psicopatologiche in cui sono presenti pensieri e fantasie sessuali intrusivi, che si associano all'incapacità da parte del soggetto di controllare e regolare il proprio comportamento sessuale. Il soggetto che è dipendente dal sesso, lo ricerca e utilizza per ottenere cambiamenti umorali (sollievo dall'ansia e raggiungimento di uno stato di 49 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo benessere), o per soddisfare bisogni non prettamente sessuali (come potere, sicurezza, intimità). Con il passare del tempo questi pensieri e comportamenti di ricerca si fanno sempre più ricorrenti e insistenti, dando vita a un vero e proprio circolo vizioso tipico delle condotte ossessivo-compulsive. Il sesso, così, diviene una componente pervasiva nella vita dell'individuo e, nonostante promettano a sé stessi e alle persone che hanno vicino di riuscire a controllare il loro comportamento, non ci riescono. Le conseguenze di tutto ciò sono molto gravi e impattano su ogni aspetto della vita dell'individuo: sono infatti di natura fisica (malattia sessualmente trasmissibili, malattie legate allo stress, disturbi del sonno), economica (spese legate alle attività sessuali), emotive (bassa autostima, depressione, ansia), cognitive (vigilanza, acuità mentale sono compromesse, emergono deficit cognitivi), sociali (si trascura la famiglia o il partner, si sessualizzano le relazioni) ed anche legali. Tutto ciò viene negato dal dipendente sessuale rendendo ancora più difficile l'intervento e il trattamento terapeutico [81]. Sul lato opposto si colloca il Disturbo da avversione sessuale, il quale si caratterizza per il fatto che il soggetto sia totalmente inibito nella prima fase della risposte sessuale, quella del desiderio. Le persone colpite da tale disturbo dichiarano di provare una persistente e ricorrente avversione nei confronti della sessualità, mettendo in atto qualsiasi strategia pur di evitare l'intimità con il partner e il contatto sessuale con esso. Si può parlare di una vera e propria risposta di tipo fobico a qualsiasi stimolo e stimolazione di natura sessuale: sensazioni, pensieri, sentimenti riguardanti la sessualità scatenano nell'individuo un senso di panico con conseguente repulsione verso tutto ciò. L'impatto che tale quadro patologico ha sulla vita del paziente è indubbiamente fortemente invasivo, provocando grandi difficoltà, disagio e sofferenza. 3.2. IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ E ABUSO SESSUALE Tra le cause scatenanti queste patologie, la letteratura annovera l'abuso sessuale con numerosi riscontri in un ampio numero di ricerche effettuate nel corso degli anni. 50 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Sono molte le ricerche che documentano l'associazione tra CSA e una eccessiva (non rientrante nella normalità) condotta sessuale negli adolescenti e i principi di un disturbo di avversione [82]. In particolare gli studi condotti da Bartholow [83], Chesney, Folkman e Chambers [84], hanno mostrato come un comportamento sessuale incontrollato e iperattivo, sia maggiormente frequente tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili. In accordo con questi dati si collocano anche ulteriori lavori nei quali si descrive come i ragazzi adolescenti erotizzino le esperienze di CSA subite e, successivamente, mostrino questi comportamenti in maniera incontrollata [85]. Lavori successivi a quelli condotti da Courtois [74] e Brunngraber [86], mostrano una maggiore incidenza del disturbo da dipendenza e avversione sessuale nelle vittime di abuso: Gorcey [87], Jehu [34], Beitchman [88], Di Lillo e Long [89] descrivono come le vittime, anche se non arrivando ancora a quadri psicopatologici, mostrino la tendenza a ricercare relazioni brevi, occasionali, anche con più partner, abbiano una attività masturbatoria giudicabile come eccessiva, o al contrario come siano spaventati e provino disgusto per la sessualità e abbiano difficoltà nella masturbazione reciproca con il compagno. 3.3. IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ MASCHILE E CSA Sono molte le ricerche che documentano l'associazione tra CSA e una eccessiva (non rientrante nella normalità) condotta sessuale negli adolescenti e i principi di un disturbo di avversione [82]. In particolare gli studi condotti da Bartholow [83], Chesney, Folkman e Chambers [84], hanno mostrato come un comportamento sessuale incontrollato e iperattivo, sia maggiormente frequente tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili. In accordo con questi dati si collocano anche ulteriori lavori nei quali si descrive come i ragazzi adolescenti erotizzino le esperienze di CSA subite e, successivamente, mostrino questi comportamenti in maniera incontrollata [85]. In un lavoro di ricerca svolto nel 1996 da McCartey [75], tali soggetti non riuscirono a controllarsi nemmeno durante lo svolgimento dei test e degli esami a 51 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo cui furono sottoposti per raccogliere i dati: molti, infatti, ricorsero a un'attività masturbatoria compulsiva per soddisfare il loro bisogno e placare i pensieri ossessivi. 3.4. IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ FEMMINILE E CSA Già nei lavori svolti da Courtois [74] si evidenziava come le vittime di incesti fossero incapaci di rilassarsi ed entusiasmarsi rispetto all'attività sessuale: questi si astenevano o evitavano in ogni modo la sessualità, o in casi del tutto opposti, presentavano un compulsivo desiderio sessuale. Qualche anno dopo Brunngraber [86] riscontrò come per le vittime di abusi l'attività sessuale divenisse un qualcosa di spaventoso, portando le donne ad evitare qualsiasi tipo di relazione con un uomo. Nella review redatta dalla Psicologa Alessandra Rellini [76], ci si è soffermati sull'analisi dell'ipersessualità, comprendendo nella sua definizione anche i comportamenti sessuali impulsivi, agiti anche con sconosciuti, condotti in condizioni di rischio e senza l'utilizzo di protezioni come il profilattico. Una definizione più ampia quindi, che ha mostrato uno scenario molto vasto. La dottoressa, svolgendo il suo lavoro di ricerca, ha potuto constatare come spesso le condotte ipo ed iper-sessuali possano addirittura coesistere, presentarsi nello stesso soggetto alternandosi tra loro: dopo un periodo di totale iperattività e promiscuità, l'individuo può manifestare la condotta opposta, mostrando forte avversione per la sessualità. Concordano con questo ultimo dato, i risultati di una ricerca svolta nel 1999 [80], nella quale le donne costituenti il campione hanno descritto la loro vita sessuale: analizzando i resoconti personali è emerso che moltissime donne che in età adulta provavano una forte avversione per la sessualità, durante l'adolescenza avevano avuto una condotta del tutto liberale e promiscua. Per quanto riguarda il disturbo da avversione sessuale possiamo individuare numerosi modi tramite i quali le donne evitano l'intimità: non andare a letto prima che il partner si sia addormentato, indossare una biancheria non molto sexy, 52 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo dormire sul divano o in un'altra stanza, crearsi (o addirittura inventarsi) mille impegni per non avere tempo da dedicare al proprio partner, sono tutte tattiche adottate da moltissime donne. 3.5. EMOZIONI, IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ E CSA Le emozioni negative che i soggetti con CSA alle spalle vivono al momento della violenza e che vengono poi utilizzate per categorizzare e memorizzare l'accaduto, si rispecchiano poi sulla sessualità in generale, portando ulteriori conseguenze negative: possono scaturire reazioni fobiche verso l'intimità e le condotte sessuali, portando grande sofferenza nel soggetto ormai adulto, il quale vorrebbe una relazione stabile e magari una famiglia [55]. In un modello teorico presentato da Leonard e Follette dell'Università del Nevada, si cerca di spiegare la causa dei disturbi sessuali presentati dalle vittime di abuso, compresi quelli trattati in questo paragrafo. Secondo gli studiosi la patologia psicosessuale sarebbe il risultato dell'utilizzo di strategie di coping: in particolare si tratterebbe di evitamento. Tramite un processo di condizionamento classico i soggetti acquisirebbero la paura e il comportamento di evitamento, il quale sarebbe successivamente rafforzato e mantenuto attraverso il condizionamento operante [90]. Il ruolo delle emozioni nella nostra vita è indubbiamente centrale, svolgono una funzione adattiva permettendoci di adattarci all'ambiente nel quale siamo immersi, anche se molte di esse vengono da noi connotate come emozioni negative, in quanto fonte di disagio e dolore. Precedentemente è già stata descritta l'influenza della sfera emotiva sulla sessualità, ma rispetto al disturbo da avversione sessuale è bene e opportuno riprendere tale indirizzo. In modo particolare occorre soffermarsi su una emozione in particolare, che può aiutare a spiegare il disturbo da avversione sessuale: il dolore. Questa è un'emozione che l'uomo cerca sempre di evitare, dalla quale sfugge, proprio perché motivo di sofferenza; in realtà essa è centrale per la nostra sopravvivenza in quanto ci permette di riconoscere un danno, una lesione subita e di metterci al 53 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo riparo (di ricercare cure, o semplicemente di riposarci). In ambito sessuale il dolore può generarsi a seguito di un evento traumatico, come il subire un abuso. Da molti dati presenti in letteratura emerge come le vittime di CSA creino un forte legame tra sesso e dolore, come il pensare al primo li porti inevitabilmente a quella emozione che ognuno di noi fugge ogni volta che ne ha la possibilità. Questo potrebbe essere un meccanismo adattivo, un tentativo di difendersi da un qualcosa che ha creato una grande ferita nella vittima, ma è un'arma a doppio taglio: da una parte infatti, allontana le emozioni e sensazioni negative, dall'altra crea ulteriori disagi e sofferenze. Associare il dolore alla sessualità porta l'individuo a fuggire da quest'ultima, quindi a non ricercare l'intimità con il partner, a sfuggire tutte quelle situazioni in cui la vicinanza all'altro gli riporta alla mente tutte le sensazioni, emozioni provate al momento dell'abuso: ecco che il desiderio viene meno, l'intimità evitata e percepita come pericolosa, e si instaura un comportamento che condurrà sempre più verso lo sviluppo del disturbo vero e proprio [91]. Ci sono molti casi di soggetti abusati nell'infanzia che non presentano comportamenti inquadrabili nella psicopatologia sessuale, ma che comunque si distanziano dalla normale condotta. Si è riscontrato infatti un comportamento sessuale molto liberale, una maggiore attività masturbatoria, più fantasie erotiche, fino ad arrivare a una frequentissima erotizzazione delle relazioni [11]. È stato anche riscontrato che le donne con CSA tendano a fare una autovalutazione delle conseguenze dalla quale esse appaiono come disinibite, con comportamenti totalmente liberi, seduttivi e provocanti, alla ricerca di relazioni brevi e con partner sempre diversi. Al contrario, le autovalutazioni fatte dal sesso maschile indicano non tanto questo modo “spregiudicato” di vivere la sessualità, quanto l'impatto negativo che la violenza subita ha avuto sulla loro immagine di sé e sulla soddisfazione sessuale [92]. 54 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 4. LA SESSUALIZZAZIONE TRAUMATICA “La vittima di abuso ne esce deformata psichicamente; la sessualizzazione traumatica è il risultato più evidente, il più caratteristico dell’esperienza di abuso e, quindi, il più facilmente riconoscibile” (Dott.ssa M. Cheli) La sessualizzazione traumatica “si riferisce al processo tramite il quale la sessualità del bambino è sagomata in modo evolutivamente inappropriato e disfunzionale a livello interpersonale, come conseguenza specifica dell'abuso sessuale” [93]. Questo può verificarsi nel momento in cui il bambino è coinvolto in attività sessuali non appropriate al suo livello di sviluppo, portando la giovanissima vittima a intraprendere un percorso di sviluppo in cui ci sono sia un'alterazione a livello cognitivo e emotivo, sia la distorsione del concetto di sé e del mondo che lo circonda. Egli, inoltre, apprende che il comportamento sessuale è una strategia per manipolare gli altri per riuscire a soddisfare i propri bisogni, tramite lo scambio affettivo, di attenzioni e regali che riceve in cambio delle sue prestazioni sessuali. Sessualità e morale gli vengono trasmessi prettamente sotto una connotazione negativa, così come per quanto riguarda la visione di sé del bambino. Tra i vari effetti della sessualizzazione traumatica, sono stati osservati l'avversione per la sessualità, flashback riguardanti l'abuso, difficoltà con l'eccitazione e l'orgasmo, vaginismo, visioni negative per la sessualità e il proprio corpo. In modo particolare i bambini sembrano mostrare una conoscenza che non è evolutivamente appropriata alla loro età: questi intraprendono rapporti sessuali e/o contatti oro-genitali con i coetanei in età scolare, sono confusi rispetto alla propria identità sessuale. Miragoli [94], rielaborando la definizione data da Finkelhor e Browne [2] della sessualizzazione precoce, la definisce come “un iper-eccitbilità e un'attività sessuale impropria e ripetitiva, comportamenti sessualizzati promiscui e tentativi di aggressione sessuale nei confronti degli altri”. Riassumendo, tra i sintomi caratteristici della sessualizzazione precoce ritroviamo: 55 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo conoscenze sessuali inadeguate rispetto all'età del soggetto; avance sessuali verso i coetanei e gli adulti (in questo ultimo caso è presente la paura del contatto); giochi in cui sono inseriti elementi che rimandano alla sessualità in maniera esplicita; forti preoccupazioni riguardo i propri genitali; masturbazione compulsiva. È fondamentale ricordare che l'abusante utilizza il sesso come dimostrazione d'amore, provocando nella vittima forte confusione: essa impara a confondere l'affetto con il sesso, a evitare punizioni attraverso la disponibilità sessuale, a modulare l'ansia tramite l'attività sessuale stessa, anche se tutto ciò viene poi vissuto con sentimenti di vergogna e isolamento [95]. I comportamenti sessualizzati vengono ritenuti come gli unici indicatori di abuso, ed è proprio per questo che uno strumento importantissimo per fare diagnosi in tal senso è il CSBI (Child Sexual Behavior Inventory, elaborato da Friedrich nel 1997), questionario somministrato alle persone che si prendono cura del minore e che riguarda le condotte di quest'ultimo: dalla sua analisi è possibile verificare su è stato subito o meno l'abuso sessuale. È quindi ben documentata la relazione tra CSA e Disfunzioni sessuali, anche se sarebbe molto importante ed utile incentivare la ricerca nel campo della sessualità maschile, poiché i dati attualmente a disposizione sono veramente pochi. Al contrario c'è moltissimo interesse per le problematiche femminili, con studi ben strutturati e ricchi di spunti di riflessione. 56 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo DISTURBI DA DOLORE COITALE 1. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE I Disturbi da dolore coitale si caratterizzano per una componente del tutto peculiare e specifica di tali disfunzioni: il dolore. Il dolore si potrebbe definire come uno strumento fondamentale del nostro organismo, in quanto ci fornisce informazioni riguardanti il nostro stato di benessere/malessere: esso svolge quindi una funzione centrale per la nostra esistenza, in quanto campanello d'allarme che ci rende consapevoli di un problema più o meno grave. L'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'IASP (International Association for the Study of the Pain, 1986) definiscono il dolore come “un'esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno”. Esso non si può definire come una semplice sensazione provata dall'individuo: il dolore, infatti, comprende reazioni di evitamento, resoconti verbali e il vissuto proprio del soggetto. Il dolore non viene percepito nello stesso modo e nella stessa intensità da tutti noi, ma possiamo vedere che la soglia del dolore cambia da individuo a individuo. Nel momento in cui un soggetto riceve uno stimolo doloroso, avrà una sua propria reazione al dolore, legata sia alla soglia del dolore, sia alle esperienze pregresse: queste rappresentano la base da cui ognuno di noi ha appreso il significato dalla parola “dolore” con tutte le emozioni che l'hanno accompagnate. Nel momento in cui il dolore viene esperito nel campo della sessualità, esso va a generare quadri psicopatologici ben chiari, ma allo stesso tempo complessi. L'esperienza dolorosa che la donna si trova ad affrontare può avere cause diversissime e portare a molteplici conseguenze, sia fisiche che psichiche. Le esperienze passate, infatti, possono ad esempio causare l'evitamento di rapporti e 57 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo stimoli sessuali. La sessualità femminile e più nello specifico i disturbi ad essa legata, sono stati negati per lungo tempo: mentre lo studio e l'attenzione verso la sessualità maschile crescevano, ciò non accadeva per il mondo femminile. Si può così evidenziare un grande ritardo, anche scientifico ovviamente, nell'indagine di queste tematiche, le quali sono iniziate ad emergere a partire dagli anni in cui uscì la prima pillola anticoncezionale. Gli studi presenti in letteratura riguardanti le disfunzioni sessuali femminili non sono moltissimi e stanno crescendo proprio in questi ultimi anni: si ha un'altra visione della sessualità della donna, non la si considera più come “finalizzata” unicamente alla riproduzione, ma le si riconosce il suo diritto a viverla pienamente. È proprio grazie al riconoscimento della sessualità femminile che ci si è iniziati ad interessare non solo del suo normale funzionamento, ma anche dei disturbi ad essa associati. In merito al dolore coitale, quindi, possiamo distinguere due quadri psicopatologici: la Dispareunia e il Vaginismo. Questi possono essere causati da molteplici cause e in questo capitolo si cercherà di individuare e riconoscere la possibile influenza dell'abuso sessuale subito nell'infanzia nella loro genesi. Persistente o ricorrente dolore genitale durante i tentativi di DISPAREUNIA penetrazione o durante la completa penetrazione vaginale nel rapporto sessuale Persistente o ricorrente difficoltà della donna ad accettare la penetrazione vaginale del pene, di un dito o di un oggetto nonostante VAGINISMO l’espresso desiderio della donna di farlo. Ci sono spesso un evitamento fobico o una paura anticipatoria del dolore. Anomalie anatomiche o altre anomalie fisiche devono essere escluse o trattate Tabella 6 - Classificazione dei "Sexual Pain Disorders" [119] 58 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 2. DISPAREUNIA 2.1. DEFINIZIONE E DESCRIZIONE La Dispareunia è il disturbo caratterizzato dal persistente o ricorrente dolore genitale che si viene a presentare durante i tentativi di penetrazione/penetrazione completa vaginale nel rapporto sessuale [96 - 97]. Il rapporto sessuale non è l'unica causa del disturbo, infatti la Dispareunia è una disfunzione sessuale con una eziologia multifattoriale e multisistemica [98 - 100]: fattori psicosessuali e biologici infatti, interagiscono tra loro in maniera altamente variabile, influenzando la predisposizione, l'insorgenza e il mantenimento del disturbo. Nel momento in cui una donna richiede un consulto specialistico indicando sintomi che indirizzano la diagnosi verso la Dispareunia, è importante prestare moltissima attenzione a diversi aspetti della persona: apparato muscolare, sistema endocrino, sistema immunitario, apparato vascolare, apparato neurologico, apparato riproduttivo e l'insieme di tutti i fattori iatrogeni, devono essere analizzati con cura, in quanto tutti possibili fattori influenzanti e scatenanti la sintomatologia. Non bisogna poi dimenticare il fatto che le cause del disturbo possono non rimanere stabili e costanti nel tempo, e che si possono verificare situazioni in cui tali fattori possono andare incontro a modiche, influenzando poi anche la gravità del quadro patologico [101 - 103]. Per molto tempo si è pensato che la Dispareunia superficiale (quella riguardante la parte più esterna del canale vaginale) fosse dovuta a cause psicologiche, mentre solo per la Dispareunia profonda si riconoscevano cause mediche. Questa distinzione però, non è stata ritenuta più valida ed esaustiva, in quanto il quadro psicopatologico si presenta in maniera sempre più complessa e variegata. Per ogni caso è importante riuscire a ricostruire la storia del dolore, la zona che interessa, la tipologia, la severità, da quanto tempo si manifesta e tutti gli aspetti associati. Non bisogna mai dimenticare l'aspetto psicologico, centrale ma non visibile a un'analisi superficiale. 59 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Il dolore coitale, se vissuto più volte, può portare all'instaurarsi di un circolo vizioso: l'esperienza negativa alle spalle, si risveglia nel momento in cui il soggetto si approccia nuovamente ad un rapporto. L'anticipazione del dolore vissuto in precedenza può influenzare negativamente la donna che, rivivendo mentalmente quelle sensazioni, può vivere la sessualità con grande ansia, creando involontariamente i presupposti per un ulteriore vissuto doloroso [104]. Figura 7- Circolo vizioso del dolore sessuale [104] La definizione e l'eziologia della Dispareunia hanno nel corso del tempo provocato confusione, dubbi e opinioni contrastanti tra loro. Essendo un disturbo molto complesso, gli esperti ne hanno via via evidenziato aspetti diversi, andando a privilegiare cause fisiche o psichiche. Importanti sono stai i lavori di Lamont nel 1980 che ha cercato di studiare le cause della patologia, il contributo di Sarazin e Seymour [105] i quali affermarono che la Dispareunia non sia un disturbo, ma un semplice sintomo e la ricerca svolta dalla Binik [106] che concepisce la Dispereunia non più come “disfunzione sessuale”, ma come “disturbo da dolore” [107]. Fino alla quarta edizione del DSM, la Dispareunia era inclusa tra le Disfunzioni Sessuali ed era descritta tramite i seguenti criteri: 60 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo A. Ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale in un maschio o in una femmina. B. L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali. C. L'anomalia non è causata esclusivamente da vaginismo o da mancanza di lubrificazione, non è meglio attribuibile ad un altro disturbo in Asse I (tranne un'altra Disfunzione Sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale. Specifiche Tipo Permanente Vs Tipo Acquisito Tipo Generalizzato Vs Tipo Situazionale Dovuto a Fattori Psicologici Vs Dovuto a Fattori Combinati Riquadro 1- Criteri Diagnostici della Dispareunia – DSM IV TR (2001) [108] Con la pubblicazione del DSM-V, questo quadro psicopatologico è stato rivisto e la sua diagnosi verrà inclusa nel Disturbo da penetrazione genito-pelvica da dolore e penetrazione [109]. Da una riflessione sui criteri del DSM si possono notare degli elementi importanti da prendere in esame nel momento in cui ci si approccia a una paziente che probabilmente soffre di questo disturbo. Nonostante questi criteri siano ormai superati, rimane sempre centrale porre attenzione sui seguenti aspetti: tempo d'insorgenza (quando si è presentato il disturbo? Bisogna capire se esso è primario o acquisito), contesto in cui si manifesta (si presenta in modo generalizzato o situazionale?), possibili cause e disagio provato dalla paziente. Circa il 10-15% delle donne in età fertile soffre di questo problema, mentre dal 3 al 33% delle donne in menopausa vivono diversi livelli di dispareunia [98, 110]. Precedentemente nella trattazione si è accennato al fatto che per molto tempo si sono distinte una Dispareunia superficiale e una profonda, ora invece si possono 61 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo distinguere tre tipi di disturbo facendo riferimento alla sede del dolore: superficiale mediovaginale profonda. Queste diverse tipologie però, nella pratica clinica non si riscontrano così distinte, ma sono intrecciate tra loro, presentandosi come associate, soprattutto in quei casi in cui il disturbo è cronico. Mappa del dolore Intensità del dolore Cadenza del dolore Sede introiatale Valutato mediante scala analogica da 0 a 10 Prima della penetrazione Solo durante coito Sede mediovaginale laterale Diario dolore All'inizio della penetrazione Durante e dopo il coito Uretralgici o cistiti Durante la penetrazione Fino a due/tre giorni dopo il coito Secchezza vaginale Sede mediovaginale anteriore del Sede introiatale e mediovaginale posteriore A penetrazione completa Sede vaginale profonda Dopo rapporto sessuale Durata del dolore Sintomi associati il Urinari Intolleranza alla frizione sui vestiti, stimolazioni manuali durante il petting, intolleranza all'uso dei tamponi vaginali il Disturbi vulvari, comparsa dei sintomi della dispareunia durante la visita ginecologica Tabella 7- Semeiologia della dispareunia (Plaut M., Graziottin A., Heaton J.,2004) [120] 62 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 2.2. EZIOPATOGENESI Per quanto riguarda le cause della Dispareunia, esse sono molteplici e si possono distinguere in cause biologiche e psicosessuali (anche se non bisogna mai dimenticare che in questo ambito non si devono mai fare diagnosi esclusiviste). Infezioni, infiammazioni, squilibri ormonali, cause muscolari, neurologiche e iatrogene, sono tutti possibili fattori che possono portare all'insorgenza del disturbo. Dagli studi presenti in letteratura si evidenzia con una frequenza sempre maggiore, come vestiboliti vulvari, vaginiti, cistiti, atrofie e distrofie vulvovaginali, ipertono del pavimento pelvico, neuropatie, siano state riconosciute tra le cause scatenanti la Dispareunia [111 - 112]. Per quanto riguarda invece le cosiddette cause psicsessuali, si è visto come sia presente forte comorbidità con altri disturbi della sfera sessuale (esempio il vaginismo), oppure con disturbi di natura affettiva, depressione, ansia, per giungere al catastrofismo [113]. Figura 8- Eziologia della Dispareunia [120] 63 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Gli studi e le ricerche svolte in merito a tale disturbo sessuale sono piuttosto recenti, si sono sviluppate con forte ritardo rispetto alle disfunzioni maschili e per questo non sono disponibili moltissimi dati riguardanti l'eziologia, soprattutto sotto il profilo psicologico. 2.3. DISPAREUNIA E ABUSO SESSUALE Scopo di questo lavoro di tesi è quello di andare a verificare la presenza di un legame tra abuso e disturbi da dolore coitale, e la letteratura ha fornito dei dati che, seppure limitati, sono utili e fonte di spunto per riflessioni e ulteriori future indagini. La letteratura mostra dati contrastanti riguardo al contributo dei fattori psicologici alla dispareunia, ma in tutti i lavori se ne riconosce l'importanza [110]. Alcune donne affette da tale disturbo riportano paura e disgusto in risposta all'atto sessuale [114] (importante è qui ricordare come risposte affettive quali la paura, possono mediare la risposta psicologica al dolore, portando il soggetto a concentrarsi maggiormente su di esso, percependolo come più forte). Questa paura può essere legata a due fattori: l'anticipazione del dolore sulla base di passate esperienze o ad atteggiamenti negativi verso la sessualità [115]. Le evidenze supportano queste ipotesi: donne con Dispareunia affermano di avere sentimenti negativi verso la sessualità, di provare meno piacere sessuale, più sentimenti di depressione verso la sessualità insieme ad atteggiamenti negativi [116]. Tutto ciò è riscontrabile negli schemi sessuali di tali donne, i quali risultano spesso essere influenzati da esperienze passate di abusi sessuali [117]. Diversi studi infatti, hanno evidenziato la presenza di storie di abuso sessuale in donne con Dispareunia: anche abusi subiti durante l'infanzia e l'adolescenza avrebbero quindi la capacità di favorire l'insorgenza di tale quadro psicopatologico in età adulta [118 - 120]. 64 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Characteristics of the Sexual Disorder Woman without CSA (n = 158) SingleIncident Victims (n = 18) Multiple-Incident Victims (n = 26) Sexual Pain Disorders (n = 24) 18 (l1.4%) 2 (ll.l%) 4 (15.4%) Tabella 8- Sexual Disorders Among Women with Single, with Multiple, and Without Histories of Childhood Sexual Abuse Johann F., Kinz L., Traweger C., Biebl W., 1995 [53] Una volta riscontrata la presenza di questo legame tra abuso e Dispareunia, è interessare andare a vedere il motivo per il quale tele connessione si viene a creare e a mantenere stabile nel tempo. Per far ciò bisogna tener presente sia la complessità della psiche umana, con tutte le sue componenti cognitive, emotive e percettive, sia la natura composita del disturbo stesso. L'equilibrio psichico dell'individuo sempre e inevitabilmente va a influenzare l'attività sessuale dello stesso, quindi attraverso un'analisi delle sue dinamiche si può cercare di comprendere il meccanismo che porta dall'esperienza di CSA alla manifestazione del disturbo da dolore coitale. Tra i diversi fattori psicologici che interferiscono con l'attività sessuale, ce ne sono diversi che lo fanno in maniera negativa, andando a creare diverse situazioni di disagio e di patologia. Questi, infatti, vengono ad avere un'azione inibente la sessualità, in quanto la vanno a connotare unicamente sotto una accezione negativa. È indubbio che le esperienze passate influenzino il nostro presente e le scelte che effettueremo nel futuro, ma questo è valido sia per vissuti positivi che negativi. Le emozioni associate a tali eventi, infatti, vengono ricordate in maniera vivida e sono esse, principalmente, a influenzare il nostro comportamento futuro. Il ricordo quindi di esperienze dolorose, negative, che hanno causato sofferenza come i casi di violenza sessuale, facilitano l'insorgenza di disturbi nella sfera sessuale. Ciò è ancora più evidente se si fa riferimento a donne che hanno sviluppato il disturbo in maniera cronica: esperienze traumatiche che hanno causato lesioni fisiche 65 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo nell'apparato genitale, è comprensibile che portino il soggetto a vivere i successivi rapporti sessuali accompagnati da dolore, ma nel momento in cui il disturbo si cronicizza ci possono essere cause più profonde delle sole lesioni fisiologiche. Per quanto riguarda la Dispareunia tutto ciò viene a realizzarsi facilmente: le donne che ne sono colpite tendono a non prendere l'iniziativa sessuale, a essere più tese, a vivere ansia prima che l'atto sia intrapreso, a focalizzare la propria attenzione sul minimo dolore, percependolo maggiormente. Queste non sono libere nel vivere la propria sessualità, ma la vivono spessissimo con forti livelli di ansia [119]. La Dispareunia si può presentare in comorbidità con altri disturbi della sfera sessuale, quali il disturbo del desiderio e dell'eccitazione. Questa compresenza di quadri sintomatologici, può essere dovuta all'esperienza di abuso subita: il trauma può portare la donna verso un declino del desiderio e, conseguentemente, a un disturbo dell'eccitazione. Nel momento in cui la donna non entra nella fase di eccitazione della risposta sessuale, viene a mancare un elemento centrale: la lubrificazione vaginale. Un coito con scarsa o nulla lubrificazione, inevitabilmente causerà dolore alla donna (ma anche al partner), ed ecco che molte donne denunciano i sintomi tipici della dispareunia [121]. Sempre legata al problema della lubrificazione, risulta essere l'aspettativa del dolore. In alcuni studi è emerso che donne che in passato hanno subito violenze, e che quindi hanno un ricordo doloroso e traumatico del rapporto sessuale, hanno rafforzato molto il binomio sesso-dolore. In questo modo tale schema mentale va a influenzare i successivi approcci alla sessualità: la donna che si aspetta che da quel dato rapporto esperisca dolore, si pone in uno stato negativo di ansia, che non permette un'idonea lubrificazione vaginale. In un quadro del genere ci si può aspettare lo sviluppo di Dispareunia [122]. Tutti questi dati sono stati spunto per ulteriori studi i quali hanno voluto ampliare le conoscenze disponibili riguardo alla lubrificazione in donne con CSA alle spalle. Due studi in particolare hanno visto che donne affette da Dispareunia hanno una 66 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo lubrificazione comparabile a quella di donne che non vivono il dolore coitale. Ciò appariva evidente nel momento in cui si sottoponeva il campione alla vista di filmati erotici [123 - 124]. Uno stato di eccitazione nella norma veniva raggiunto anche tramite la masturbazione [125], così gli studiosi ipotizzarono che i sintomi tipici del disturbo fossero dovuti a un ulteriore fattore. Essi, così, indagarono ulteriormente e videro che l'incapacità di avere una risposta sessuale nella norma, compariva unicamente nel momento in cui la donna intraprendeva un rapporto con il partner: in questo contesto ci sarebbe una vera e propria inibizione che renderebbe impossibile il presentarsi della lubrificazione, ma che porterebbe al manifestarsi della Dispareunia [122]. Altro elemento comune a molte donne con disturbo da dolore coitale, è quello della paura della penetrazione. Questo, presente anche in altri disturbi della sfera sessuale come il vaginismo, è stato riscontrato da diversi studiosi della Dispareunia. La paura nei confronti della penetrazione vaginale porta, non solo a uno stato emotivo ansioso, ma anche a delle modificazioni fisiologiche specifiche. Gli studiosi a tal proposito hanno visto che le donne che provano tale emozione, presentano una forte contrazione e tensione a livello della muscolatura perivaginale: ciò non consente una facile penetrazione con conseguente vissuto doloroso [126]. Sarwer e Durlak [59] hanno svolto uno studio su un campione di ben 359 donne sposate, in terapia sessuale di coppia. Portando avanti il loro lavoro di ricerca, essi hanno riscontrato che ben il 13% del loro campione riportava disturbi da dolore coitale. Partendo da questo interessante dato, gli studiosi hanno cercato di analizzare le dinamiche dell'abuso per individuare la presenza di elementi che potrebbero maggiormente favore l'insorgenza del disturbo. Tale lavoro non si è rivelato ovviamente di semplice esecuzione, in quanto i fattori da prendere in considerazione erano molteplici e bisognava sempre considerare le differenze individuali. Ciò che più facilmente risaltava agli occhi era che se l'abuso era stato perpetrato con violenza e forza, se era stato agito da persone familiari e/o 67 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo conosciute dalla vittima, se la violenza era stata subita più volte, i danni che ne conseguivano erano di maggiore gravità (ad esempio la Dispareunia si presentava più spesso e tendeva a divenire cronica). Importante è anche il lavoro svolto da Walker e collaboratori nel 1992 [127], su un campione di donne seguite per laparoscopia diagnostica (una metà era seguita per dolore pelvico e l'altra metà per motivi di infertilità). Lavorando a questa ricerca il gruppo di studiosi vide che le donne con alle spalle un caso di CSA grave (incesto, stupro, contatto orale con l'abusatore, accarezzamenti ripetuti), erano più soggette a presentare i sintomi del dolore cronico. Anche un altro studio evidenziò tale risultato, aggiungendo un altro fattore: la violenza agita da più individui causava danni gravi nella vittima, compresi i sintomi propri della Dispareunia [128]. In successivi lavori viene sottolineato il ruolo del dolore nella genesi e nel mantenimento del quadro psicopatologico in esame. Durante l'età adulta l'atto sessuale può riportare alla coscienza ricordi riguardanti il dolore fisico che si è provato durante il CSA. Se il sesso viene associato al dolore fisico, un adulto con CSA alle spalle può adottare uno schema disadattivo basato sulla paura del sesso [91, 129]. Evitare il dolore emotivo associato con l'abuso passato può anche contribuire a problemi con tatto e problemi di eccitazione: si ritorna così all'ipotizzato legame tra scarsa eccitazione, mancanza di lubrificazione e insorgenza della Dispareunia [130 - 131]. Uno studio svolto nel 2008 da un gruppo cospicuo di ricercatori, ha evidenziato che le donne abusate sessualmente da piccole, presentavano più frequentemente problemi di salute che vanno ad interferire con la sfera sessuale. Queste, inoltre, sono più a rischio per le disfunzioni sessuali, soprattutto quelle specifiche del dolore e della soddisfazione [132]. Una considerazione più generale è stata riscontrata in un numero cospicuo di ricerche, le quali hanno sottolineato un aspetto proprio riferito dalle vittime di abuso: le donne abusate hanno spesso flashback dell'evento traumatico durante i rapporti sessuali con il proprio partner e ciò potrebbe andare a influenzare negativamente la loro risposta sessuale. Ecco che potrebbe insorgere il disturbo da 68 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo dolore coitale [72]. Precedentemente si è parlato del ruolo della paura nella genesi della psicopatologia presa in esame, ma si può ipotizzare anche il ruolo svolto dal sentimento di colpa che molte vittime provano. Moltissimi soggetti con CSA alle spalle riferiscono di provare sentimenti di colpa rispetto all'accaduto, come se ciò che gli fosse successo sia stato da essi stessi causato. Nel momento in cui il soggetto si approccia alla sessualità provando colpa, si pone in uno stato che sfavorisce il rapporto stesso: sentendosi in colpa egli vivrà negativamente il suo stesso stato di desiderio e soprattutto di eccitazione. Nel caso della donna il vivere male l'eccitazione sessuale, porta a una scarsa o assente lubrificazione vaginale che può causare dolore durante il coito e, a lungo andare, Dispareunia [67] [68]. Se gli studi riguardanti il Disturbo da dolore coitale femminile non sono così numerosi, lo sono ancora meno nel momento in cui ci si approccia ad essi riguardo il sesso maschile. Spulciando i vari articoli presenti in letteratura, non si sono trovati dati cospicui a tal riguardo, soprattutto poi se ci si concentrava sull'esistenza del possibile legame tra CSA e disturbo. Articolo interessantissimo e ben strutturato in merito a ciò, è quello scritto da Loeb, Williams e collaboratori [133]. In questo scritto, essi hanno analizzato il rapporto tra abuso sessuale nell'infanzia e sviluppo di disturbi nella sfera sessuale in età adulta. Nel far ciò, si sono soffermati in maniera attenta e precisa su entrambi i sessi: la review, infatti, si può ritenere composta da due parti distinte in cui si analizzano le ricerche precedenti e in cui si propongono nuove ipotesi, prima per il mondo femminile, poi per quello maschile. Le conseguenze dannose del CSA sull'uomo sono molteplici e di svariata natura: abuso di droghe e di alcol, difficoltà sessuali e problematiche relazionali, disturbi dissociativi, sentimenti di vergogna e disorientamento riguardo il proprio orientamento sessuale [134 - 136]. Riguardo alla sfera sessuale gli studiosi evidenziarono come moltissimi uomini abusati da piccoli presentassero, una volta raggiunta la maggiore età, disturbi quali: impotenza, masturbazione compulsiva, comportamenti sessuali inappropriati, linguaggio volgare, comportamenti 69 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo promiscui, disturbo del desiderio e problematiche riguardanti l'eiaculazione (precoce o ritardata) [75]. Alcuni dei soggetti facenti parte il gruppo sperimentale dei vari studi, affermarono di aver provato e/o di provare dolore durante i rapporti sessuali. Ciò porterebbe a ipotizzare l'esistenza di Dispareunia anche all'interno del sesso maschile e ciò sembra proprio trovare diverse conferme [85, 137]. Le possibili cause dell'insorgenza della Dispareunia maschile in seguito all'abuso non sono state analizzate in maniera approfondita, ma gli autori suggeriscono, a ragione, che sia centrale soffermarsi in ulteriori lavori di ricerca sulla componente psicologica: le dinamiche psichiche che si vengono a creare in tali soggetti, sicuramente avranno un ruolo importante nella predisposizione, genesi e mantenimento del disturbo. La ricerca in letteratura ha mostrato che sono relativamente pochi gli studi e i conseguenti dati scientifici riguardo al legame tra CSA e Dispareunia. Tale binomio sembra però essere presente in moltissimi casi di violenza, anche se ogni vicenda è a sé stante e diversa da tutte le altre. Sarebbe interessante svolgere ricerche più approfondite in merito a tale argomento, in quanto centrale per la salute psico-sessuale delle donne. Sono moltissimi gli elementi da prendere in considerazione e da esaminare, ma una volta acquisita una conoscenza maggiore sarà anche possibile intervenire con progetti terapeutici sempre più specifici ed efficaci per restituire una sessualità vivibile pienamente. 70 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 3. VAGINISMO 3.1. DEFINIZIONE E DESCRIZIONE Il vaginismo si può considerare come una risposta condizionata, derivante dall'associazione tra attività sessuale, dolore e paura. È un problema grave per molte donne, che causa non solo dolore fisico, ma anche psicologico. La dottoressa Graziottin definisce il vaginismo come “un disturbo sessuale caratterizzato da paura e angoscia della penetrazione, associate a variabile fobia del rapporto e a una contrazione muscolare riflessa, e quindi involontaria, dei muscoli che circondano la vagina” [138]. “Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina che interferisce con la penetrazione” - American Psychiatric Association, 2000 “Persistente o ricorrente difficoltà della donna ad accettare la penetrazione vaginale del pene, di un dito o di un oggetto, nonostante l'espresso desiderio della donne di farlo. Ci sono spesso un evitamento fobico e una paura anticipatoria del dolore. Anomalie anatomiche o altre anomalie fisiche devono essere escluse o trattate” - Basson e al., 2000 “Spasmo involontario ricorrente o persistente della muscolatura del terzo vaginale inferiore, che interferisce con la penetrazione vaginale, associato o meno a un variabile grado di fobia della penetrazione” - Basson e al., 2004 Riquadro 2- Differenti definizioni di Vaginismo [40, 69, 108] Da questa definizione si evince chiaramente come nella genesi del disturbo generalmente non vengano considerate cause fisiche, e come siano ritenute preminenti le cause psicologiche: il dolore generalmente deriva dalla tentata penetrazione dell'orifizio vaginale che però risulta serrato. Sarebbe così la paura delle penetrazione stessa a causare il vaginismo. In letteratura si possono ritrovare diverse definizioni di questo quadro 71 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo psicopatologico, ma in tutte si possono riscontrare la paura della penetrazione e la contrazione muscolare, elementi che la distinguono fortemente dall'altro disturbo da dolore coitale quale è la Dispareunia. Questi due quadri sintomatologici si differenziano tra loro per un elemento centrale: la penetrazione. Nella Dispareunia, infatti, la penetrazione anche se non completa si verifica, mentre nel Vaginismo questa non si ottiene mai. Si possono distinguere diversi livelli di gravità con cui si manifesta il disturbo, i quali sono collegati a tre fattori principali: gravità della fobia (lieve, media, severa); intensità dello spasmo muscolare (che si valuta su una scala a quattro livelli); eventuale presenza e gravità di fattori psicosessuali (personali o di coppia) che favoriscono la genesi e il mantenimento del disturbo. Gradi Descrizione semeiologica I Spasmo dell'elevatore dell'ano, che scompare con la rassicurazione II Spasmo dell'elevatore, che persiste durante la visita ginecologica III Spasmo dell'elevatore e sollevamento delle natiche al solo tentativo di visita ginecologica IV Spasmo dell'elevatore, inarcamento dorsale, adduzione delle cosce, difesa e retrazione XO Rifiuta la visita Fobia della penetrazione: lieve, moderata, grave Tabella 9 - Valutazione gravità del vaginismo (Lamont JA, 1978) [69, 120] Il Vaginismo è la causa principale dei cosiddetti matrimoni bianchi, ovvero i matrimoni non consumati e ciò fa intuire la complessità e importanza dell'approccio specialistico a tale problematica [126]. Il DSM nella sua ormai vecchia edizione IV-TR indicava i seguenti criteri diagnostici per tale disturbo: 72 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo A. Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina, che interferisce col rapporto sessuale. B. L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali. C. L'anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo in Asse I (per es., Disturbo di somatizzazione) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale. Specifiche Tipo Permanente Vs Tipo Acquisito Tipo Generalizzato Vs Tipo Situazionale Dovuto a Fattori Psicologici Vs Dovuto a Fattori Combinati Riquadro 3- Criteri Diagnostici del Vaginismo (DSM IV TR, 2001) [108] Il vaginismo primario viene diagnosticato nei casi in cui la donna non ha mai vissuto una penetrazione vaginale, mentre quello secondario, o acquisito, nel momento in cui il disturbo si presenta dopo un periodo più o meno lungo di normale attività sessuale. La gravità dei sintomi può portare ad una inibizione sessuale e lo spasmo può avvenire in vari momenti: durante il tentativo di penetrazione, al momento dei preliminari e quando si immagina che da li a poco avvenga un rapporto. Ci sono casi di donne che però dichiarano di mantenere un'attività sessuale soddisfacente: queste, infatti, anche se non sperimentano la penetrazione vaginale, riescono a raggiungere l'orgasmo e a godere della sessualità (ad esempio tramite la masturbazione) [139]. Per quanto riguarda la prevalenza di tale disturbo, non ci sono dati epidemiologici precisi, ma ci si rifà ai dati relativi alle casistiche cliniche. Da esse risulta che circa il 16% dei soggetti seguiti soffre di Vaginismo. Ciò fa pensare che sia un quadro psicopatologico molto diffuso, secondo solo all'anorgasmia [140]. 73 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo 3.2. EZIOPATOGENESI Il Vaginismo si caratterizza per una contrazione del muscolo detto “elevatore dell'ano” (o pubococcigeo). L'attività di tale muscolo è sotto il controllo sia volontario che involontario, ma sono poche le donne che ne sono consapevoli. Questa sua caratteristica permette alla donna di contrarlo e rilasciarlo in vari momenti della giornata (come ad esempio durante la minzione), ed anche durante il coito: la donna può, infatti, rilassarlo per permette la penetrazione, o contrarlo ritmicamente durante la stessa per aumentare il piacere suo e del partner. Nelle vaginistiche ciò non avviene: il muscolo pubococcigeo è iperattivo, contratto eccessivamente e non risulta controllabile tramite la volontà individuale. È proprio per questo che questi soggetti dichiarano di avere un vero e proprio muro a livello dell'introito vaginale, il quale non rende possibile la penetrazione. Alla base di questa iperattività muscolare e alla paura della penetrazione, si ritrovano cause differenti, che vanno dalla sfera biologica a quella psicologica e relazionale [138]. Dati statistici affermano che ben nel 90% dei casi il Vaginismo è riconducibile a fattori psicologici, come l'ansia, e che solo nel restante 10% si possano riscontrare cause biologiche (vaginismus-center 2012). In merito alle cause biologiche del quadro psicopatologico in esame, si è visto che per molti anni queste non sono state prese in esame con la giusta attenzione, in quanto ci si focalizzava maggiormente sulla componente psicologica. Graziottin afferma che “l'aspetto biologico critico del Vaginismo, critico perché più trascurato, è l'eccessiva attività del muscolo elevatore dell'ano.” Questa eccessiva attività può dipendere da fattori diversi: da uno stato di allarme generale in cui versa il soggetto in conseguenza a una propria fobia, da cause neurologiche riguardanti il muscolo stesso (come ad esempio nei casi di neurodistonia muscolare), o infine da dolore genitale, anale o vescicale vissuto dal soggetto sin dalla pubertà [126, 141 - 142]. Oltre a questo stato di iperattività muscolare, si è riscontrato in alcune pazienti che l'impossibilità ad avere rapporti era dovuta a fattori anatomici: imene rigido e fibroso, agenesia vaginale (condizione medica nella quale la vagina non si è sviluppata completamente), possono portare all'insorgenza del Vaginismo a 74 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo seguito del dolore provato tutte le volte che la donna si è approcciata ad un rapporto sessuale [141]. Altre cause biologiche che possono portare all'insorgenza del disturbo sono: la vestibulite vulvare, l'infiammazione del pavimento pelvico, cisti e infezioni (come la candida, le vaginiti). In tutti questi casi il ricorso a cure e interventi medici, può risolvere la causa fisica e liberare il soggetto dal disturbo stesso. Cause fisiche Eccessiva rigidità dell'imene Resti imenali dolorosi Endometriosi Atrofia senile della vagina Tumori pelvici Vestibulite vulvare Cisti Agenesia vaginale Malattie infiammatorie Tabella 10- Tabella riassuntiva delle cause fisiche del Vaginismo [120] Per quanto riguarda le cause inerenti la sfera psichica, esse possono essere ricondotte a molteplici fattori personali, legati all'ambiente d'origine e alla coppia stessa. La letteratura illustra moltissimi casi di donne che, cresciute in ambienti e famiglie molto religiose, hanno ricevuto un'educazione rigida e ricchissima di tabù, soprattutto in ambito sessuale. Ciò, legato anche a una sopravvalutazione della verginità, ha favorito l'insorgenza del Vaginismo. In tali ambienti familiari, infatti, troppo spesso ci si trova di fronte a convinzioni del tipo: il sesso prima del matrimonio non è solo proibito, ma anche sbagliato; le donne che amano fare sesso sono delle poco di buono e via dicendo. Molte donne vaginismiche hanno raccontato di provare grande timore nei confronti di tappe proprie della vita di ogni donna: deflorazione, gravidanza e 75 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo parto suscitavano in loro paura, sfociando nella psicopatologia. Spesso tale paura si è visto essere collegata non a esperienze dirette, personali, ma a racconti di terze persone: racconti di amiche o della madre stessa riguardo il primo rapporto, il dolore vissuto e la perdita di sangue seguita, possono condizionare l'individuo che non ha avuto ancora modo di vivere la propria sessualità, portandolo a sviluppare fobie e paure. Il ruolo delle figure genitoriali non è riscontrabile solo nel caso di una educazione rigida, ma anche nel momento in cui questi non sono in grado di dare un'educazione adeguata in merito alla sessualità. Può capitare, infatti, che i genitori, anche per ignoranza, non siano capaci di riconoscere il momento giusto per educare la propria figlia alla sessualità: dare determinate informazioni a un soggetto non maturo, non pronto per maneggiarle, può portare in lui confusione e paura per un mondo che ancora gli è lontano. In questi casi poi, le informazioni vengono date spesso in maniera distorta e anche volgare, non chiara e senza la terminologia adeguata, creando sentimenti di disagio e vergogna nel soggetto in via di sviluppo. Rimanendo attenti al periodo della pubertà e dell'adolescenza, ci si deve soffermare anche sull'importanza delle mestruazioni e soprattutto su come queste vengono vissute dalla ragazza. Alcune vaginismiche affermano di avere ricordi negativi in merito a ciò, di ricordare forti dolori, sentimenti di vergogna e commenti negativi. Ciò può portare a vivere negativamente quell'aspetto di sé, arrivando nei casi più gravi alla negazione della sessualità. Ulteriori fattori legati alla sfera psichica che possono contribuire all'insorgenza del quadro psicopatologico in esame, sono: conoscenza o testimonianza di stupri (in televisione, su libri, giornali, quotidiani), bassa autostima e ansia sociale, legata anche a episodi in cui si è stati presi ripetutamente in giro Nel suo testo “Il dolore segreto” Graziottin [120] sottolinea un aspetto molto importante da prendere in considerazione nel momento in cui ci si rapporta con una donna vaginismica: l'attaccamento con la madre. Effettivamente molte di queste pazienti presentano un attaccamento fortissimo con la propria madre, se non con entrambi i genitori. Questo legame così forte le porta a considerarsi non 76 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo come future partner o spose, ma bensì unicamente come figlie. In questo modo la propria sessualità viene negata e il quadro si complica nel momento in cui la donna si sposa ed il marito presenta lo stesso tipo di attaccamento nei confronti dei propri genitori. In uno scenario del genere entrambi i coniugi rifiutano di vivere la propria sessualità, si mantengono a distanza, vivendo in una situazione che la dottoressa definisce come “sospesa” e che li mantiene nel loro stato di bambini-adolescenti. Ciò, se inizialmente ha portato al manifestarsi del disturbo sessuale, non fa altro che rafforzare lo stesso nel corso del tempo. Non bisogna poi dimenticare la coppia: spesso la “causa” del disturbo sessuale risiede proprio nelle dinamiche che si vengono a creare all'interno della coppia stessa. I conflitti irrisolti, ad esempio, rappresentano un elemento di rischio e predisponente il disturbo sessuale: questi, infatti, possono portare a un graduale rifiuto del partner, che aggravandosi sempre più, porta alla totale negazione della sessualità nella coppia [143]. Oltre questi conflitti, causati a volte anche da mancanza di dialogo, confronto e complicità, la letteratura fornisce interessanti dati i quali mostrano come il denunciato Vaginismo di lei, mascheri una disfunzione di lui. “Spesso la coppia condivide una simmetrica paura rispetto alla penetrazione: lei ha paura di essere penetrata e lui ha paura inconsciamente di penetrare.” Si stima inoltre, che ben il 32% delle donne vaginismiche abbia un partner affetto da disfunzioni sessuali: disturbi del desiderio, disturbi dell'erezione, eiaculazione precoce, sono quelli che più spesso si riscontrano in queste coppie [120]. 77 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Cause psicologiche Traumi precedenti, abuso fisico/sessuale, malattie insorte durante l'infanzia Informazioni sessuali inadeguate Educazione familiare molto rigida e/o religiosa Paura del proprio corpo e del suo funzionamento Terrore della penetrazione (in quanto sconosciuta o per paura di provare dolore) Atteggiamenti di ipercontrollo Incapacità di rilassarsi Reazione secondaria alla dispareunia Paura e/ rifiuto della gravidanza Disfunzione sessuale maschile Omofobia interiorizzata Tabella 11- Tabella riassuntiva cause psicologiche del Vaginismo [138] 3.3. VAGINISMO E ABUSO SESSUALE Dopo aver passato in rassegna i molteplici fattori eziologici del Vaginismo, è il momento di andare ad approfondire la parte centrale di questo elaborato: la relazione causale esistente tra abuso e Vaginismo. A differenza del legame tra violenza e Dispareunia in merito al quale c'è maggiore confusione e disaccordo, nel momento in cui si parla di Vaginismo e CSA sembra esserci maggiore convinzione nel riconoscere un nesso causale. In letteratura, infatti, sono presenti numerosi dati che lo confermano, ma ciò si evidenzia anche nella pratica clinica. Moltissime donne con alle spalle vissuti di CSA soffrono del disturbo in esame, anche se la violenza è stata solo tentata [143 - 144]. La letteratura supporta ampiamente la teoria secondo la quale l'abuso sessuale influenza negativamente la sessualità femminile. Le vittime di CSA hanno spesso associazioni, flashback e ricordi collegati ad aspetti specifici dell'abuso e ciò si va 78 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo a riflettere sia sulla risposta sessuale psicologica che fisiologica. Tutto ciò si ripercuote poi sull'intimità e sull'attività sessuale dell'individuo, le quali vengono vissute con sentimenti negativi, vengono evitate fino a giungere ai casi di disturbi della sessualità quali il Vaginismo [80]. Nel 1995 due studiosi, Sawer e Durlark [65], portando avanti uno studio sugli effetti del CSA sulle vittime, hanno riscontrato la presenza di Vaginismo in moltissime donne e così hanno cercato di fare un'analisi più approfondita per verificare se ci fossero aspetti propri dell'abuso, causa di conseguenze più pesanti per l'abusato. L'aspetto che più di ogni altro venne alla luce, è stato quello riguardante la penetrazione: gli studiosi videro che in tutti quei casi in cui l'abusante attuò una penetrazione vaginale utilizzando la forza e la violenza, la vittima aveva maggiori problematiche legate al dolore coitale e soprattutto presentava Vaginismo. Lavoro di ricerca altrettanto interessante ed importante svolto da questi studiosi, è quello svolto nel 1996, su un campione di donne in psicoterapia con il proprio partner. L'obiettivo dello studio, nato per approfondire ulteriormente i dati ottenuti dalla ricerca precedente, era quello di esaminare la relazione presente tra CSA e disfunzioni sessuali in età adulta, per poi valutare la relazione tra specifici elementi dell'abuso e l'attuale disfunzione presentata. Il campione era costituito da 359 donne di cui ben il 51% presentava disfunzioni sessuali. Analizzando tali problematiche, gli studiosi videro che nel 13% dei casi si trattava di disturbi da dolore coitale, cioè Dispareunia e Vaginismo. Approfondendo l'analisi essi si accorsero che erano individuabili alcuni elementi favorenti l'insorgenza di tale patologia: l'uso della forza, l'abuso perpetrato con violenza, l'essere stati abusati da più soggetti, essere abusati da un familiare o da una persona conosciuta, erano tutti fattori che causano conseguenze più gravi nella vittima. Da tutti questi contributi scientifici, risulta evidente un legame tra CSA e Vaginismo. Interessante è vedere come questo si venga ad instaurare nella donna e come si mantenga stabile nel tempo. 79 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Si è detto precedentemente che il Vaginismo è associato alla fobia/paura del coito, quindi si può prendere in esame questo aspetto per collegare il disturbo all'abuso. Per fobia, infatti, si intende “la paura angosciosa destata da una determinata situazione, dalla vista di un oggetto o da una semplice rappresentazione mentale, che pur essendo riconosciuta come irragionevole non può essere dominata e obbliga a un comportamento inteso, di solito, a evitare o a mascherare la situazione paventata” (enciclopedia Treccani). Le donne vittime di abusi potrebbero quindi presentare una forte associazione tra paura e penetrazione, derivante proprio dal trauma subito. L'esperienza vissuta ha segnato in maniera forte la loro psiche e la loro componente emotiva, andando a ledere di conseguenza la sfera sessuale. Nel momento in cui queste donne cercano di approcciarsi alla sessualità, spesso rivivono dei flashback, riprovano quelle sensazioni ed emozioni che tempo prima le hanno segnate duramente. Nel momento in cui il rapporto sessuale penetrativo viene associato al trauma e al dolore, le donne possono provare forte paura e cercare di evitare quindi il contatto con il partner. La contrazione involontaria della muscolatura pubococcigea, sarebbe una risposta involontaria dell'organismo di fronte a una situazione che viene percepita e vissuta come pericolosa. Seguendo tale ragionamento viene spontaneo fare un ulteriore passo avanti, passando dalla paura alla riflessione sul dolore e sul suo evitamento. Il dolore è un'emozione e in quanto tale è tendenzialmente strumentale per l'individuo, in quanto gli permette di adattarsi al proprio ambiente e di sopravvivere. Questa emozione, però, è intrinsecamente connotata da aspetti e sensazioni negative, in quanto indica al soggetto che si è subito un danno, una lesione o un trauma (come l'abuso per l'appunto). Proprio per queste sue caratteristiche, il dolore e le sensazioni ad esso associato, sono evitate dall'uomo, almeno tutte le volte che ciò gli risulta possibile. Evitare le esperienze spiacevoli che causano dolore, sembrerebbe utile e privo di conseguenze negative, ma in realtà non lo è affatto. Evitare il dolore in maniera cronica, infatti, non permette l'adattamento individuale e allontana le persone dalle proprie emozioni primarie. A ciò si 80 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo aggiunge il fatto che, in seguito all'emozione dolorosa, l'esperienza ad essa legata viene inglobata in schemi negativi: se si pensa al caso di un abuso, la donna che ha provato paura e forte dolore, può etichettare negativamente la sessualità nella sua globalità. Una volta raggiunta l'età adulta questo forte condizionamento ed etichettamento, la porteranno a vivere con forte paura le situazioni di intimità con un eventuale partner: il trauma subito, nei casi più gravi, porta all'instaurarsi di una fobia vera e propria per la penetrazione, con conseguente Vaginismo. Quindi la paura, il dolore e la paura di rivivere quel dolore, portano verso il quadro psicopatologico presentato dalla paziente [145]. Figura 9- Il circuito del dolore sessuale nel Vaginismo [138] Già molti anni prima, ben nel 1986, un lavoro di ricerca aveva evidenziato come le donne con storie di CSA alle spalle vivano negativamente la propria sessualità. Brunngraber, occupandosi di soggetti vittima di incesti, vide che essi presentavano conseguenze forti a lungo termine e che, una volta adulte, le donne percepivano e vivevano la sessualità come qualcosa di spaventoso, evitando in qualunque modo una relazione intima [86]. Questo contributo va a sostenere il circuito della paura che si instaura nelle vaginistiche: vivere la sessualità come spaventosa non fa altro che portare maggiore paura e angoscia nella donna, la quale si vede rafforzare il disturbo sessuale presentato. 81 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Nello stesso anno in cui lavora Brunngraber, si ritrova un altro studio interessante, quello di Gorcey e dei suoi collaboratori [87]. Questi studiarono donne che avevano subito un abuso, avendo un gruppo di controllo costituito da donne non abusate. Analizzando i dati ottenuti dalla ricerca, essi videro che, innanzitutto ben l'85% delle donne con CSA presentavano disfunzioni sessuali, e che approfondendo l'analisi, si potevano riscontrare difficoltà e disturbi specifici. L'11% dei soggetti riportava flashback dell'abuso durante l'attività sessuale, un altro 11% non si impegnava mai per intraprendere un rapporto con il partner e ben il 43% dichiarava di avere paura del sesso [87]. In letteratura sono presenti altri contributi che portano alla luce l'esistenza di una fobia alla base del Vaginismo, o che evidenziano come questo disturbo sia maggiormente frequente in donne che hanno subito violenza sessuale rispetto a quelle che non hanno subito questo forte trauma. Importante nel mantenimento del disturbo è anche l'ansia: le donne vaginismiche infatti, vivono paura per la penetrazione accompagnata da alti livelli di ansia. Questo stato psichico mette l'individuo in uno stato di elevata tensione che va a provocare, o a rafforzare, l'iperattività dei muscoli pubococcigei, creando una vera e propria barriera per la penetrazione [146]. Sempre in merito alle emozioni e sensazioni vissute dalle vittime di CSA, alcune delle ricerche che hanno evidenziato come le donne abusate tendano a categorizzare all'interno di schemi negativi le esperienze sessuali, hanno dimostrato come in questi casi ci sia una maggiore predisposizione a esperire anche sentimenti di colpa, rimorso e disgusto durante la fase di eccitazione [145]. E' solo recentemente che il disgusto è stato investigato in merito al Vaginismo (e anche alla Dispareunia). Da alcuni studi svolti a tal merito, è emerso che le donne affette da Vaginismo mostrano una propensione particolare nel provare disgusto: queste, nel momento in cui sono sottoposte ad un compito di associazione implicita, esibiscono automaticamente risposte in cui è ben presente l'associazione tra sesso e disgusto [147 - 148]. Sulla base di questo crescente corpo di ricerca, de Jong e collaboratori hanno sostenuto che una forte sensibilità al disgusto può essere associata alla rottura della risposta di eccitazione della normale risposta 82 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo sessuale umana. Quindi, se le attività sessuali favoriscono l'insorgere del disgusto, ciò favorirà un vissuto ansioso che verrà esperito di fronte a stimoli e attività sessuali [149]. Tale tipologia di risposta in relazione alla sessualità, può essere appresa a causa dell'evento traumatico di cui si è stati vittima: l'abuso subito può essere etichettato come qualcosa di riprovevole, di disgustoso appunto e, soprattutto se subito nell'infanzia o nell'adolescenza, può condizionare negativamente l'individuo sotto la sfera sessuale. Quando la vittima ormai adulta si troverà in situazioni di intimità con il proprio partner, potrebbe rivivere quel senso di disgusto (in particolar modo se i flashback sono ancora vivi e frequenti), con conseguente stato di ansia e paura per quel rapporto sessuale che si sta per intraprendere. Se la paura raggiunge i livelli tipici di una fobia, ci si potrebbe facilmente trovare di fronte a un quadro di Vaginismo [150]. Rispetto alle ricerche riguardanti il nesso tra CSA e Dispareunia, i dati a disposizione sul Vaginismo come conseguenza di un abuso sono maggiori, ma scarseggiano le teorie che vanno a spiegare il motivo di questo nesso di causalità. Anche questa volta, quindi, si auspica una maggiore ricerca in merito a tale tematica, per comprendere al meglio le dinamiche che si vengono a creare e rafforzare. È necessaria una conoscenza più approfondita riguardo la sessualità femminile e soprattutto riguardo le disfunzioni che la possono colpire. Ad oggi questa non si può ritenere del tutto sufficiente per un approccio specialistico adeguato alle esigenze specifiche delle pazienti. 83 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo CONCLUSIONE In conclusione possiamo affermare che ci sia un legame tra CSA e Dispareunia e Vaginismo, ma che il suo instaurarsi non è un processo automatico e “istantaneo”: bisogna, infatti, sempre considerare la soggettività individuale e le differenze che esistono in merito ad essa. Ogni vittima di abuso vive l'esperienza traumatica in modo diverso e, allo stesso modo, reagirà a essa in base al proprio essere, al proprio vissuto e al contesto in cui si viene a trovare. Per quanto riguarda il ruolo del CSA nella genesi delle varie Disfunzioni sessuali, sembra che esso sia molto importante sia come causa che come concausa. Dall'analisi svolta è emerso che la maggior parte dei soggetti abusati, una volta raggiunta l'età adulta o comunque il momento dei primi rapporti, presentano in percentuale maggiore rispetto ai non abusati disfunzioni sessuali e, più in generale, problematiche con la sessualità. Non è stato semplice riuscire a trovare una bibliografia cospicua in merito al nesso di causalità tra CSA e Disturbi da dolore coitale. Questa difficoltà può essere dovuta a vari fattori: per prima cosa il ritardo scientifico con il quale ci si è iniziati ad approcciare alle tematiche sessuali femminili; in secondo luogo bisogna ricordare che la tematica è molto delicata e per questo non sono molte le donne disposte a parlarne apertamente e a partecipare a delle ricerche. L'abuso è sicuramente un evento sconvolgente e fortemente traumatico per chi lo subisce e le modalità con il quale esso viene perpetrato vanno a influenzare la gravità delle conseguenze per la vittima. La sfera della sessualità viene anche essa colpita e danneggiata, fino a permettere e favorire l'insorgenza di quadri psicopatologici più o meno gravi. Si è visto come tutte le fasi della risposta sessuale umana possano essere compromesse e come il soggetto possa sviluppare disturbi specifici: disturbo del desiderio, dell'eccitazione e dell'orgasmo sono infatti frequentissimi in soggetti abusati. In merito al comportamento sessuale che questi individui vengono ad 84 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo assumere, emerge che anche questo può indirizzarsi verso un'ipersessualità o, al contrario, verso comportamenti di avversione ed evitamento. Tutto ciò, ovviamente, è sempre legato al modo in cui il soggetto vive l'accaduto e al sostegno che riceve. Nei bambini in particolare si può manifestare una sessualizzazione traumatica, per la quale il minore mostra comportamenti ed atteggiamenti atipici per la sua età. In questi casi è importantissimo prendere consapevolezza e coscienza dell'accaduto per cercare di aiutare nel miglior modo possibile il minore, aiutandolo a affrontare la vicenda, senza lasciarlo solo con il proprio trauma. Concentrandoci poi sui disturbi specifici da dolore coitale, si è vista la presenza forte di queste problematiche in donne con storie di CSA alle spalle. La letteratura ha mostrato parecchi dati a conferma del legame presente tra CSA e Dispareunia e Vaginismo, anche se sono auspicabili ulteriori studi sull'argomento. Interessante è stato trovare un lavoro che racchiudesse in sé stesso l'analisi del disturbo da dolore coitale in entrambi i sessi: le ricerche sulla Dispareunia maschile sono risultati scarsi, ma in realtà questa è una problematica esistente e soprattutto individuabile nei casi di violenza infantile. Per quanto riguarda la Dispareunia, quindi, si è visto come moltissime donne in seguito all'abuso abbiano sviluppato questa disfunzione, vivendola con grande e ulteriore disagio e sofferenza. Il passaggio dall'abuso al disturbo specifico può essere dovuto a varie dinamiche psichiche, le quali devono essere riconosciute e portate alla luce per poter poi iniziare un lavoro psicoterapeutico adeguato. Queste donne sono risultate più sensibili al dolore, lo percepiscono maggiormente, vivono la sessualità con molta ansia e ciò non le aiuta affatto a rilassarsi; hanno paura di rivivere quel dolore vissuto al momento dell'abuso e tutto questo le porta a veder sfumare la possibilità di raggiungere l'eccitazione, con conseguente assenza di lubrificazione. Il quadro si aggrava ulteriormente se sono presenti altri disturbi della sfera sessuale: se in comorbidità ci sono il disturbo del desiderio e dell'eccitazione, è facilmente intuibile come diventi problematico e doloroso vivere la propria sessualità per una donna che soffre di Dispareunia. 85 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo Un dato che ha colpito è stato quello riguardo la possibilità di avere una risposta sessuale nella norma, non con un rapporto con il partner, ma tramite la masturbazione. Si è visto infatti, che le donne che componevano il campione esaminato, riuscivano ad eccitarsi e ad ottenere una normale lubrificazione, sia durante l'esposizione a filmati erotici, sia tramite la masturbazione. Ciò ha portato a sottolineare l'influenza della componente relazione per l'instaurarsi del disturbo. È indubbio che alcune caratteristiche proprio della violenza influenzino le conseguenze per la vittima: violenza, forza, lesioni causate dalla penetrazione, abusatore familiare, abuso agito da più soggetti, sono tutti elementi che si riscontrano nei resoconti di donne con Dispareunia. Oltre al dolore, altro elemento importante da non sottovalutare, è il senso di colpa che molte vittime di CSA provano: queste troppo spesso si sentono colpevoli dell'accaduto, come se la violenza l'avessero resa loro stesse possibile. Il sentimento di colpa porterà l'individuo a vivere negativamente la propria sessualità e il proprio desiderio, compromettendo il rapporto: la colpa non permetterà di raggiungere una buona eccitazione, ci sarà così una scarsa lubrificazione che potrebbe causare dolore al momento dell'atto penetrativo. Per quanto riguarda il Vaginismo, invece, si è visto come questo sia legato alla forte paura per la penetrazione, fino ad arrivare nei casi più gravi a una vera e propria fobia. In questi casi il CSA ha lasciato un segno permanente e profondo nella donna, la quale è sommersa da una paura incontrollabile. Questa porta a una iperattività del muscolo elevatore dell'ano e di tutti quei muscoli pelvici che portano a una vera e propria serratura della vagina. La paura e l'ansia che queste donne vivono, le pone sempre in un grande stato di tensione che non gli consente di rilassarsi. È proprio l'incapacità di lasciarsi andare che determina la problematica sessuale. Le vaginismiche raccontano di sentire come un muro all'altezza dell'introito vaginale, il quale è indistruttibile. Negli ultimi anni si è indagato anche il ruolo del disgusto nella genesi del Vaginismo. Dalle ricerche è emerso come le pazienti affette da tale disfunzione e con alle spalle storie di abuso, provassero forte disgusto di fronte a stimoli 86 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo sessuali. Il trauma potrebbe aver lasciato un ricordo così negativo e “disgustoso” che la vittima è arrivata ad etichettare in quel modo tutto ciò che riguardi il sesso. Da un'analisi globale delle ricerche presenti in letteratura, si è visto come la componente psicologica sia centrale nel favorire l'insorgenza delle Disfunzioni sessuali nelle vittime di abuso: le emozioni, gli affetti, le percezioni, i ricordi, i flashback, gli schemi mentali, le etichette create, l'aiuto ricevuto sono tutti elementi importantissimi che impattano sulla salute sessuale dell'individuo. Tutto questo mondo invisibile dall'esterno, ma ben presente e influente sul singolo, viene a giocare un ruolo molto importante per lo sviluppo e il mantenimento delle problematiche esaminate. Sarebbe auspicabile che nel futuro ci sia un incremento degli studi in merito alla sessualità femminile in generale e nello specifico riguardo alle conseguenze che il CSA ha sulla stessa. Solo approfondendo tale tematica, si potranno avere conoscenze maggiori e adeguate, per dare risposte concrete a chi richiede aiuto e per intraprendere percorsi terapeutici opportuni e mirati. 87 Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA, Dispareunia e Vaginismo BIBLIOGRAFIA [1] http://www.aerf.it/sito/Psicologia-psicoterapia-e-counselling/Abuso-emaltrattamento-nell-infanzia.html [2] Finkelhor, D., Browne, A. (1993). The Traumatic Impact of Child Sexual Abuse: A Conceptualization. American Journal of Orthopsychiatry, 55, pp. 530–541. [3] Ameruoso, E. (2012). La manifestazione sintomatologica a breve e a lungo termine della violenza sessuale e psicologica: l’abuso. www.giuristi&diritto.it [4] Bru, N. (1997). Labus sexuel sur un enfant: le pire des crimes. Cahiers de Sesxologie Clinique, 23, pp. 135:8-10 [5] Campanili, A. (1993). Maltrattamento all'infanzia. Roma: La Nuova Italia Scientifica. 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