Il Ruolo dell`abuso nelle disfunzioni sessuali

Università Degli Studi Dell'Aquila
Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della
Vita e dell'Ambiente
Facoltà di Psicologia
Corso di Laurea in Psicologia Applicata, Clinica e della Salute
Indirizzo in:
Psicologia della Devianza e Sessuologia
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni
sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Relatore
Prof. Emmanuele A. Jannini
Studente
Ilaria Lelli
Matricola
212726
A.A. 2013/2014
I
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Indice
INTRODUZIONE
1
CAPITOLO 1
L'ABUSO: DEFINIZIONE, FORME E CONSEGUENZE
2
1. Definizione
2
2. Gli indicatori del maltrattamento
6
3. Le forme
6
3.1. Abuso fisico
7
3.2. Abuso psicologico
8
3.3. Patologia delle cure
10
3.4. Abuso sessuale
11
3.4.1. Abuso sessuale intrafamiliare
13
3.4.2. Abuso sessuale extrafamiliare
16
3.5. Violenza nell’età adulta
17
4. Le conseguenze
18
4.1. Conseguenze sulla salute fisica
20
4.2. Conseguenze sulla salute psichica
21
4.3. Conseguenze sul bambino
23
CAPITOLO 2
ABUSO E DISFUNZIONI SESSUALI
27
1. Introduzione alle disfunzioni sessuali
27
2. Abuso e genesi delle disfunzioni sessuali
31
2.1. Desiderio sessuale ipoattivo
36
2.1.1. Definizione
36
2.1.2. Desiderio sessuale ipoattivo e abuso sessuale
37
2.2. Disturbi dell’eccitazione sessuale
39
2.2.1. Definizione
39
2.2.2. Disturbi dell’eccitazione sessuale e abuso sessuale
41
2.3. Disturbi dell’orgasmo
46
II
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
2.3.1. Definizione
46
2.3.2. Disturbi dell’orgasmo e abuso sessuale
47
3. Ipersessualità e Iposessualità
49
3.1. Introduzione
49
3.2. Ipersessualità, iposessualità e abuso sessuale
51
3.3. Ipersessualità e iposessualità maschile e CSA
51
3.4. Ipersessualità e iposessualità femminile e CSA
52
3.5. Emozioni, ipersessualità, iposessualità e CSA
53
4. La sessualizzazione traumatica
55
CAPITOLO 3
DISTURBI DA DOLORE COITALE
57
1. Definizione e classificazione
57
2. Dispareunia
59
2.1. Definizione e descrizione
59
2.2. Eziopatogenesi
63
2.3. Dispareunia e abuso sessuale
64
3. Vaginismo
71
3.1. Definizione e descrizione
71
3.2. Eziopatogenesi
74
3.3. Vaginismo e abuso sessuale
78
CONCLUSIONE
84
BIBLIOGRAFIA
88
III
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
INTRODUZIONE
Questo lavoro di tesi si pone l'obiettivo di andare ad esaminare ed illustrare lo
stretto e delicato rapporto esistente tra CSA (abuso sessuale infantile) e
disfunzioni sessuali femminili.
Nello specifico ci si è voluti soffermare su delle problematiche molto forti ed
importanti per la donna, ovvero la Dispareunia e il Vaginismo.
Per raggiungere questo obiettivo, si è prima preso in esame l'abuso, in tutte le sue
forme e manifestazioni. Se ne è quindi data una definizione, si sono descritte le
modalità attraverso le quali esso viene perpetrato nei confronti del minore, si sono
indagate le conseguenze, psichiche e fisiche, che genera nella vittima, cercando di
dare un quadro completo ed esaustivo della problematica individuale, ma anche
sociale, che questo rappresenta.
In un secondo momento, dopo aver inquadrato la tematica, si è passati alla
descrizione delle conseguenze del CSA sulla sfera sessuale dell'abusato.
Per far ciò si è ritenuto opportuno introdurre le Disfunzioni sessuali in generale,
per poi passare all'analisi dei singoli disturbi in relazione all'esperienza traumatica
dell'abuso.
L'ultima parte del lavoro è dedicata al tema centrale dell'elaborato, ovvero alla
relazione di causalità tra CSA e Disturbi da dolore coitale.
A questo punto ci si è soffermati nello specifico sulla Dispareunia e sul
Vaginismo, cercando di raccogliere quanti più dati possibili e teorie in grado di
delucidare il motivo per il quale a seguito della violenza, la donna poi adulta vada
incontro alle disfunzioni sessuali esaminate.
È da premettere che, per quanto riguarda le definizioni delle diverse Disfunzioni
sessuali, si è reso necessario far riferimento alla versione non aggiornata del
DSM, in quanto la letteratura esaminata per raccogliere dati e ipotesi, faceva
riferimento ad essa e non a quella più recente del DSM-V.
1
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
L'ABUSO: DEFINIZIONE, FORME E
CONSEGUENZE
1. DEFINIZIONE
Sin dalla sua etimologia (dal latino abusus, dal latino abuti, usare in male) si
evidenzia nel termine abuso la connotazione negativa che tale termine viene ad
assumere.
La violenza, in tutte le sue forme, è un argomento molto delicato, difficile da
affrontare e analizzare in quanto coinvolge l'individuo nella sua totalità e intimità,
con impatto e conseguenze molto forti.
Figura 1 - WHO: World Report on Violence and Health, 2002 [6]
Nei secoli passati le società non erano attente né sensibili al tema del
maltrattamento dell'infanzia, ma al contrario erano molto diffusi i sacrifici agli dei
con bambini e neonati. In diverse civiltà, infatti, si praticava ed era fortemente
accettata l'uccisione di bambini non voluti e di neonati con deformità fisiche.
Catapultandoci nell'antica Roma e sfogliando il diritto romano, si può vedere
come i genitori avessero pieno diritto di vita e di morte sui propri figli, come
questi venissero considerati proprietà del pater familias, il quale poteva trattarli
come meglio credeva, anche ricorrendo all'uso delle punizioni fisiche per
garantire una giusta educazione e correggere le cattive inclinazioni.
2
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Solamente negli ultimi due secoli e principalmente a partire dal 1900, si è
sviluppata la cultura dell'infanzia nei paesi industrializzati: iniziative per la difesa
dei diritti infantili e per la protezione dell'infanzia nascono e si diffondono sempre
più frequentemente a livello nazionale ed internazionale. Si può parlare di una
vera e propria trasformazione culturale che ha portato a considerare l'abuso come
manifestazione di un disagio emotivo che colpisce l'intera famiglia, l'abusato e
l'abusante, richiedendo l'intervento di esperti provenienti da vari settori [1].
Nel nostro Paese gli studi sull'incidenza dell'abuso si sono sviluppati solamente di
recente, mentre sfogliando la letteratura straniera possiamo notare come l'interesse
a tale realtà sussista già da tempo. Un importante contributo ci arriva infatti dal
lavoro svolto da Finkelhor [2] il quale, nel 1993, partendo dai dati di ben 21
ricerche epidemiologiche, ha studiato la diffusione del fenomeno in diversi stati.
Da questa analisi si è evidenziata la natura internazionale del problema, anche se
lo studio è stato condizionato dall'assenza di una definizione condivisa di abuso,
elemento che ha potuto alterare o comunque influenzare i dati raccolti.
Ad oggi, infatti, esistono diverse definizioni di abuso, ognuna delle quali
evidenzia un aspetto piuttosto che un altro del fenomeno e ciò rende difficoltoso
condurre studi comparativi nel settore.
Nell'ambito clinico e del diritto è fondamentale chiarire e definire in maniera
precisa cosa si intende per abuso, in quanto essi sono i settori che più di ogni altri
se ne occupano.
In ambito legislativo è fondamentale definire diritti e libertà individuali per
riuscire a delineare un atto costituente reato e inquadrarlo in una normativa
precisa. Nel contesto penale con il termine abuso ci si riferisce, quindi, ad ogni
forma di maltrattamento psicologico e fisico perpetrato ai danni di un individuo
[3].
Nel 1981 il IV Colloquio Criminologico di Strasburgo del Consiglio di Europa, ha
definito la violenza ai danni dell'infanzia come “quell'insieme di atti e carenze che
turbano gravemente il bambino attentando alla sua integrità corporea e al suo
3
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono: la
trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un
familiare o di altri che hanno cura del bambino.”
“La violenza su di un bambino”, afferma Bru, “non è soltanto un'infanzia violata,
ma qualcosa di molto più grave e complesso, i cui effetti si ripercuoteranno per
tutto l'arco della sua vita. Una volta adulto, infatti, il soggetto abusato sarà, nella
maggior parte dei casi, incapace di relazionarsi sessualmente ed affettivamente in
maniera sana.” [4].
Riflettendo su queste ultime definizioni, si evidenziano con maggiore forza le
molteplici sfaccettature dell'abuso, soprattutto le varie modalità con cui esso si
presenta e la gravità dei segni psicofisici che lascia sul soggetto abusato. Tutto ciò
ha suscitato nella società attuale forte attenzione e coinvolgimento verso tale
fenomeno che non sembra affatto svanire, ma rimane sempre un problema attuale.
Non solo figure professionali come psicologi, insegnanti, medici, operatori
sociali, magistrati, avvocati, sono attivi per riconoscere, prevenire, intervenire in
maniera tempestiva ed opportuna i casi di violenza, ma anche i mass media e
l'opinione pubblica mostrano sempre più
una maggiore
attenzione e
consapevolezza che si tramutano in attività finalizzate alla difesa e al rispetto dei
diritti dell'infanzia.
Non è possibile individuare ambienti sociali all'interno dei quali la violenza
all'infanzia non sia presente, al contrario questa sembra manifestarsi in ogni classe
e ambiente sociale, anche se lavori sul campo hanno evidenziato come la povertà
e il vivere in zone povere e disagiate rappresentino un fattore di rischio. Spesso la
violenza si verifica all'interno delle mura domestiche, agito dalle persone più
vicine alla vittima, che dovrebbero volere solo il bene del bambino o dell'adulto.
In questi casi è fondamentale fare un intervento rapido e che coinvolga l'intero
nucleo familiare, in quanto il disagio e il dolore causato dall'abuso si ripercuotono
sull'intero nucleo ed è centrale ricrearvi relazioni sane e funzionali. Altre volte la
violenza avviene al di fuori delle mura domestiche e anche in questi casi è
importantissimo rendere partecipi i familiari in quanto fonte di sostegno, aiuto e
comprensione per il bambino, il quale ha bisogno di tutto l'aiuto e l'affetto
possibile per affrontare e superare il trauma [5].
4
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Il trauma che viene a vivere il minore, infatti, non è un disturbo che si presenta in
un preciso momento senza ripetersi; è un disagio derivante da un abuso che, anche
se solo fisico, è inevitabilmente anche emotivo e per questo si ripresenterà in mille
occasioni: la violenza ha colpito l'affettività, l'emotività ed è per questo che le
relazioni del bambino risulteranno alterate e intaccate negativamente, sarà un
trauma continuativo.
L'OMS definisce così l'abuso: “per abuso all'infanzia e maltrattamento debbono
intendersi tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emozionale, abuso sessuale,
trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportino
pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza,
per il suo sviluppo o per la sua dignità nell'ambito di una relazione caratterizzata
da responsabilità, fiducia o potere.”
L'abuso, cioè, è tutto ciò che non permette al bambino di crescere in maniera sana,
libera come dovrebbe, è l'insieme di tutti quei comportamenti commissivi ed
omissivi che vanno a ledere l'integrità psicofisica del minore, compromettendone
l'intero sviluppo.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel 2000 circa 57.000
bambini al di sotto dei 15 anni sono morti a causa di omicidi e che la fascia più a
rischio è quella tra 0 e 4 anni [6], mentre per quanto riguarda le violenze non
fatali, i dati che sono stati raccolti provengono da fonti diverse e non sono
comparabili.
Negli ultimi anni si sta assistendo a un incremento delle segnalazioni di minori a
rischio, che vivono in condizioni di disagio e delle denunce contro adulti autori di
violenze. Il Terzo Rapporto Governativo degli Stati Uniti (NIS-3 relativo al
1996), ad esempio, rileva un incremento del 18% rispetto al 1990: nel 53% dei
casi si tratta di bambini di età inferiore ai 7 anni, vittima di trascuratezza fisica,
psicologica e sanitaria di grave entità [7].
Questa crescita del fenomeno si sta verificando anche in Italia, ma i dati e le
statistiche effettuate sono di difficile comparazione. Dai dati del Ministero
dell'Interno, Direzione Centrale della Polizia Criminale, del 2008, è emerso che la
percentuale più alta delle vittime ha subito un abuso sessuale, mentre in
5
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
percentuale minore, ma non per questo meno significativa, molti bambini hanno
subito atti sessuali con un altro minore, corruzione di minorenne, prostituzione
minorile e pornografia minorile. Bisogna sempre considerare che raccogliere dati
ed elaborare statistiche in questo campo è un compito difficile, in quanto si tratta
di una tematica estremamente delicata e molto spesso i casi di violenza rimangono
nascosti e non denunciati per moltissimo tempo.
2. GLI INDICATORI DEL MALTRATTAMENTO
La letteratura suggerisce una serie di indicatori che possono essere utilizzati per
verificare ed accertarsi che si sia verificato un abuso, sia esso fisico, sessuale o
psicologico [8]. Si tratta di criteri di tipo cognitivo, comportamentale, fisico ed
emotivo che sono stati riscontrati in soggetti vittima di violenza, ma è sempre
opportuno fare riferimento ad essi con molta cautela. Ovviamente più sono
presenti sintomi corrispondenti agli indicatori di maltrattamento, più il sospetto di
abuso cresce, ma essi non possono essere utilizzati come prova di avvenuta
violenza, in quanto molti sintomi indicati come criteri, possono insorgere a
seguito di altre situazioni più o meno problematiche vissute dal minore.
Tra i vari indicatori possiamo trovare: conoscenze sessuali inadeguate per l'età,
dettagli dell'abuso, deflorazione, irritazione del glande o del prepuzio,
arrossamenti e infiammazioni aspecifiche localizzate, sentimenti di paura e
depressione, disturbi del sonno e molti altri ancora [8].
3. LE FORME
L'abuso ai danni dell'infanzia non si presenta sempre allo stesso modo, attraverso
una sola modalità, ma si possono individuare diverse forme tramite le quali la
violenza viene agita. Le forme che più spesso vengono riscontrare sono: abuso
fisico, abuso sessuale, abuso psicologico e patologia delle cure.
6
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Queste quattro diverse tipologie di violenza, anche se colpiscono la vittima in
maniera diversa, destabilizzano pesantemente la personalità del bambino, con
conseguenze a medio e lungo termine.
Figura 2- Le forme dell'abuso [11]
3.1.
ABUSO FISICO
Una prima forma attraverso cui la violenza ai danni di un minore viene a
presentarsi, è quella dell'abuso fisico. Con questa definizione si fa riferimento a
tutti quei comportamenti messi in atto dai genitori, o dai tutori del bambino, che
causano o rendono possibile la produzione di lesioni fisiche, o che mettono i
bambini nelle condizioni di rischiarle.
Il danno fisico può essere causato da aggressioni fisiche, maltrattamenti, punizioni
corporali, avvelenamenti intenzionali, soffocamento e in casi estremi si può
perfino giungere all'omicidio (se agito da un membro della famiglia ci troviamo di
fronte a casi di infanticidio o figlicidio).
Attraverso il lavoro sul campo, è stato possibile dagli esperti del settore,
individuare e selezionare vari indicatori dell'abuso fisico riassunti nella tabella
seguente.
7
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Indicatori
fisici
Indicatori fisici
secondari
Indicatori
comportamentali
Indicatori della
famiglia
Bruciature da
sigaretta
Segni procurati da
schiaffi o calci
Reattività esagerata
del bambino, con
improvvisi scatti d'ira
Genitori con bassa stima
di sé, con bisogno di
rassicurazioni sulle loro
capacità personali
Ustioni
Ospedalizzazioni
frequenti o precedenti
ricoveri oscuri del
bambini
Bambino passivo,
sottomesso,
scarsamente presente
Genitori immaturi o
molto giovani
Lividi di forme
particolari
determinati da
oggetti
contundenti
Segni di morsi
Incapacità di fissare
l'attenzione
Abuso di alcool e droghe
Abrasioni e
lacerazioni
Chiazze di calvizie
Comportamento
iperattivo
Incapacità a chiedere
aiuto e a confrontarsi per
diffidenza
Varie ferite
cutanee
Attaccamento
indiscriminato a tutti
gli estranei e
resistenza a tornare a
casa
Atteggiamento aggressivo
nei confronti degli
insegnanti
Lesioni alla
mucosa orale
da
alimentazione
forzata
Infantilismo
eccessivo
Conflitti coniugali
Fratture
diffuse o
lussazioni
Adultizzazione
precoce e assunzione
di ruolo di genitore
Genitori che fanno
richieste inadeguate
all'età del bambino
Denutrizione
Incapacità a giocare,
nessuna
manifestazione di
gioia, nessuna
curiosità
Fiducia nella punizione
come unico strumento
educativo
Emorragie Tabella
per
Aggressivitàe familiari
e dell’abuso
Resistenzafisico
a portare
il
1-Indicatori fisici, comportamentali
[5]
distacco
del
disturbi
bambino dal medico
cuoio capelluto
dell'alimentazione
3.2.
ABUSO PSICOLOGICO
Per abuso psicologico (o abuso emozionale) si definisce una relazione emotiva
inappropriata e dannosa, comprendente comportamenti attivi ed omissivi
psicologicamente dannosi per il minore.
8
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Dispareunia e Vaginismo
Tali comportamenti vengono agiti autonomamente o collettivamente da persone
che sono in posizione di potere rispetto al bambino, in modo da danneggiare,
anche in maniera irreversibile, lo sviluppo affettivo, cognitivo, relazione e fisico
del bambino [9].
Gli atti che si riconducono a tale forma di violenza sono moltissimi, tra questi
possiamo ricordare: pressioni psicologiche, ricatti affettivi, indifferenza, rifiuto,
denigrazione e svalutazione, allontanamento del bambino dal proprio contesto
sociale, l'esposizione alla violenza domestica e alla conflittualità della coppia
genitoriale [10]. Esso, quindi, comprende tutti quegli atteggiamenti messi in atto
dall'adulto che possono danneggiare il minore: non solo ostilità e rifiuto, ma anche
comportamenti del tutto opposti, come una eccessiva e limitante iperprotezione.
Nel 1984 lo psicologo H.Gardner [11] descrisse un ulteriore tipologia di abuso
psicologico: la Sindrome di alienazione genitoriale. Questa consisterebbe nel
comportamento attraverso il quale un genitore fa di tutto per mettere in cattiva
luce l'altro agli occhi del bambino. Si può dire che vengano messe in atto delle
vere e proprie azioni denigratorie al termine delle quali il bambino si sentirà
confuso, incapace di individuare un modello di identificazione, con possibili
conseguenti difficoltà nel decifrare la realtà relazionale.
Anche in questo caso sono stati individuati degli indicatori dell'abuso:
Indicatori relativi al minore
Indicatori relativi alla famiglia
Ritardo nello sviluppo
Incapacità del genitore a chiedere e ricevere
aiuti.
Personalità rigida e scarsa capacità di
adattamento
Incapacità di valutare il bisogno del bambino, di
coglierlo come problema per il quale chiedere
aiuto.
Scarsa o eccessiva considerazione di sé
Mancanza di stimolazioni
Scarsa socievolezza
Iperattività
9
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Adultizzazione precoce
Reazioni nevrotiche: isterismo, ossessioni,
fobie, ipocondria
Ansietà simbiotica nelle separazioni
Abitudini improprie e stereotipate
(succhiare, mordere, dondolarsi)
Bambino che non gioca e non ha fantasia
Distruttività, crudeltà, comportamento di
sfida
Incubi
Tabella 2- Indicatori relativi al minore e alla famiglia dell’abuso psicologico [5]
3.3.
PATOLOGIA DELLE CURE
La violenza all'infanzia si manifesta anche nel momento in cui le figure genitoriali
o le persone legalmente responsabili del bambino, non si prendono cura in
maniera opportuna di lui: i bisogni fisici e psichici non sono né riconosciuti, né
rispettati, causando danno e sofferenza.
La patologia delle cure comprende tre categorie cliniche: incuria, discuria,
ipercura [11].
La prima si ha nel momento in cui le cure parentali vengono totalmente a
mancare; la discuria, invece, si realizza quando le cure vengono date al bambino,
ma non in maniera adeguata: l'età evolutiva ed i bisogni del piccolo non vengono
affatto rispettati e non c'è costanza nell'accudirlo.
L'ipercura, infine, comprende tutte quelle situazioni in cui le cure che vengono
date al bambino sono eccessive.
Così come nella Sindrome di Munchausen, a cui si è accennato nel paragrafo
precedente, si possono verificare modalità di abuso ad essa simili. In questi casi
parliamo di:

Sindrome di Munchausen per procura: un genitore, generalmente la
madre, sottopone il proprio figlio a continue visite mediche, accertamenti e
10
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
cure inopportune, per sintomi e/o malattie da lei inventati o indotti. Molto
spesso ci troviamo di fronte a madri affette da gravi disturbi psichici,
come, ad esempio, personalità paranoide o psicotica, che vanno ad
instaurare con il proprio figlio un rapporto patogeno, spostando su di esso
tutte le loro ansie e preoccupazioni patologiche.

Medical shopping per procura: bambini che nei primi anni di vita hanno
avuto gravi malattie, vengono portati spessissimo da medici per qualsiasi
minimo disturbo e fastidio di salute. È un disturbo di natura ansiosa in
quanto i/il genitore teme sempre per la salute del proprio figlio, in
particolare c'è la paura che si possa ripresentare una grave patologia.

Help seeker: i sintomi denunciati dal bambino o sono inventati o sono
indotti dalla madre. Questi episodi non avvengono con una frequenza
molto elevata e il genitore, confrontandosi con il medico, spesso riesce a
comunicare le proprie ansie ed a accettare un aiuto specialistico di tipo
psicoterapeutico.

Chemical Abuse: la violenza viene effettuata somministrando al minore
sostanze farmacologiche o chimiche per indurre una determinata patologia
fino ad arrivare alla necessità di un ricovero ospedaliero.

Sindrome da indennizzo per procura: in questi casi ci si trova di fronte ad
un bambino che lamenta determinati disturbi e sintomi, denunciati anche
dai genitori, in presenza della possibilità di ricevere un indennizzo di
natura economica. I sintomi più lamentati sono mal di testa, vertigini,
difficoltà di concentrazione e disturbi della memoria, ma possono variare
in relazione alle conoscenze mediche. Il motivo che spinge a realizzare
tale condotta è quello del risarcimento, infatti tutti i disturbi svaniscono nel
momento in cui si è ricevuto l'indennizzo [11].
3.4.
ABUSO SESSUALE
Coinvolgere il minore in atti sessuali, sfruttare sessualmente un bambino,
prostituzione infantile e pornografia, sono tutti casi di abuso sessuale.
11
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
L'articolo 609bis della Legge 66 del 15 Febbraio 1996 del Codice Penale, “Norme
contro la violenza sessuale” stabilisce che: “Chiunque con la violenza o la
minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti
sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Alla stessa pena soggiace
chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali: 1) abusando delle condizioni
d’inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto, 2) traendo
in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due
terzi”.
Nel momento in cui la violenza sessuale è indirizzata verso un minore, si parla di
pedofilia, la quale viene inclusa dalla psicopatologia nelle parafilie.
L'abuso può essere agito tramite pratiche più o meno manifeste e si può dividere
in:

Abuso sessuale intrafamiliare;

Abuso sessuale extrafamiliare;

Abuso sessuale perifamiliare.
Tale classificazione fa riferimento ai rapporti esistenti tra abusato e abusante: se
quest'ultimo è un familiare si tratterà di un abuso intrafamiliare, se è un estraneo
allora ci troveremo di fronte ad un abuso extrafamiliare, mentre se l'autore
dell'abuso non è un parente della vittima, ma comunque vicino alla famiglia, si
parlerà di abuso perifamiliare.
Negli ultimi anni si è diffusa la pedopornografia on line, attraverso la quale filmati
e immagini con protagonisti i minori vengono diffusi ancora più facilmente e
rapidamente.
Una differenziazione deve essere fatta per quanto riguarda le motivazioni alla base
dell'abuso intra ed extrafamiliare: pedofilia ed incesto, infatti, muovono da bisogni
e cause differenti e non sovrapponibili; pedofili e genitori incestuosi hanno profili
di personalità e attitudini comportamentali diverse (Okami P. e Goldberg A.,
1992) [12].
12
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
3.4.1. ABUSO SESSUALE INTRAFAMILIARE
Questa tipologia di abuso si caratterizza per le forti difficoltà di accertamento e
trattamento. Comunemente definito come incesto, l'abuso intrafamiliare indica
tutte le relazioni sessuali che si vengono ad avere tra bambino ed adulto aventi un
grado di parentela, o che convivono. Pratiche oro-genitali, anali, masturbatorie,
imposizione di atti voyeuristici ed esibizionistici, sono ulteriori forme di tale
violenza.
Il tabù dell'incesto è considerato universale e nel momento in cui si verifica viene
giudicato come fatto del tutto eccezionale. In realtà, spulciando la letteratura,
risalta subito agli occhi che nella realtà dei fatti l'incesto si verifica con una
frequenza molto più elevata di quanto ci si aspetterebbe, sembra quasi essere un
comportamento universale [13]. Analizzando i dati provenienti da ricerche crossculturali, infatti, si possono ricavare molteplici informazioni: in India la madre
masturba regolarmente i propri figli, i quali dormono nel letto dei genitori fino
all'adolescenza [14]; in Giappone le madri masturbano i figli per farli
addormentare [15]; in Cina sono diffusissimi episodi incestuosi .
In senso criminologico, l'incesto si configura, nella maggioranza dei casi, nel
rapporto padre/figlia, mentre quello madre/figlio sembra essere più raro. “E'
opinione comune che le relazioni tra fratello e sorella siano molto più diffuse, più
frequenti anche dell'incesto padre/figlia, ma poiché hanno solitamente
conseguenze sociali, comportamentali e psicologiche meno rilevanti appaiono
nelle statistiche meno frequentemente delle altre”[16]. Le ricerche riguardo questa
tipologia di abuso sono scarse e le poche presenti si sono focalizzate sulla
relazione tra abusato e abusante, senza evidenziare le conseguenze di tale atti
[17].
Nei casi di incesto spesso l'abusante è una figura sostitutiva del padre, come il
patrigno o il nuovo compagno della madre e possono inoltre rintracciarsi alcune
tappe che portano al verificarsi della violenza stessa:
13
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
1.
Fase dell'adescamento: creazione delle condizioni necessarie per agire
l'incesto (instaurazione con la vittima di un rapporto privilegiato);
2.
Fase dell'interazione sessuale: coinvolgimento del bambino in attività via
via sempre più sessuali, fino ad arrivare all'atto sessuale completo;
3.
Fase del segreto: si costringe il minore a mantenere segreto tutto ciò che è
successo, attraverso minacce di vario genere (violenza, affermare che se
verrà fuori l'accaduto si perderà l'affetto dei genitori, creando nel piccolo
sentimenti di vergogna e colpa);
4.
Fase dello svelamento: l'incesto viene scoperto, ci sono reazioni diverse
tra i membri della famiglia che possono arrivare al punto di non credere a
ciò che viene raccontato dall'abusato.
Per quanto riguarda le caratteristiche proprie all'atto perpetrato dall'abusante, si
possono distinguere diversi tipi di azioni di violenza:

Abusi manifesti;

Abusi mascherati;

Falsi positivi.
Gli abusi manifesti, come lo sfruttamento sessuale e la pedopornografia, vengono
attuati dai genitori, fratelli, sorelle, nonni, zii e conviventi, sia verso i bambini che
verso le bambine. Si tratta cioè di comportamenti precisi e riconoscibili
nell'immediato come abusi e violenze.
Gli abusi mascherati fanno riferimento a pratiche genitali inconsuete, come
ispezioni vaginali e anali ripetute e applicazione eccessiva di creme in tali zone.
Proprio per la loro natura non così chiara e palese da diagnosticare, questa
tipologia di abuso è quella maggiormente oggetto di denunce, ovviamente
infondate, in casi di separazione coniugale. Altre volte i bambini vengono
obbligati ad assistere all'attività sessuale dei genitori, su loro precisa richiesta.
Per quanto riguarda infine i falsi positivi, in questi casi ci si trova di fronte ad
abusi dichiarati, ma che nella realtà non si sono mai verificati. Si può trattare di
convinzioni errate, deliranti che il figlio sia stato abusato, di un fraintendimento di
ciò che ha raccontato il bambino, di un'accusa consapevole di un coniuge nei
14
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
confronti dell'altro in casi di separazione, di un effetto della sindrome di
alienazione parentale, di una dichiarazione nata in una intervista suggestiva [18].
Alcuni teorizzano la possibilità che l'incesto possa tramandarsi di generazione in
generazione all'interno della famiglia, in quanto il soggetto abusato, una volta
diventato adulto, diverrebbe a sua volta abusante, creando così questa sorta di
circolo vizioso [19]. Altri ancora affermano che la maggior parte delle vittime di
tale violenza, non presentino danni psicologici gravi nell'età adulta [20 - 24].
Proprio per la natura discordante dei dati e la limitatezza di alcune ricerche fino ad
oggi effettuate, sarebbe opportuno ed auspicabile che venissero svolti ulteriori
studi per verificare i dati attualmente disponibili e eliminare dubbi e risultati
contrastanti.
Figura 3- The Prevalence of Exposure to Domestic Violences [25]
15
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
3.4.2. ABUSO SESSUALE EXTRAFAMILIARE
Tale tipologia di violenza viene perpetrata indifferentemente verso i due sessi e
viene attuato da persone che il minore conosce già o che hanno avvicinato la
vittima ottenendo poi la sua fiducia.
A volte può verificarsi in situazioni in cui c'è scarso controllo familiare e
trascuratezza affettiva, che spingono il bambino a ricercare e accettare le
attenzioni, anche pericolose, di soggetti estranei alla famiglia [11].
Indicatori di tipo fisico
Indicatori di tipo comportamentale
Contusioni, graffi, segni di morsi o altri
lesioni ai seni, alle natiche, al basso
addome o alle cosce
Improvvisi cambiamenti di umore
Difficoltà nella deambulazione o nella
posizione seduta
Comportamenti regressivi (es. enuresi)
Biancheria intima strappata, macchiata,
insanguinata
Cambiamenti delle abitudini alimentari: perdita di
appetito, capricci, oppure un'eccessiva attenzione
all'alimentazione
Tracce di liquido seminale sulla pelle o
sugli indumenti
Mancanza di fiducia nei familiari adulti o grande
paura degli uomini
Stati di gravidanza nelle adolescenti, in
particolare quando l'identità resti imprecisa
o segreta
Disubbidienza,
ricerca
di
attenzione,
comportamento irrequieto o irragionevole e
ridotta concentrazione
Infezioni ricorrenti alle vie urinarie
Gravi disturbi del sonno, con paure, con sogni
carichi di emozioni e incubi
Manifestazioni di natura psicosomatica,
quali ricorrenti dolori addominali o cefalee
Isolamento sociale: il bambino gioca da solo e si
chiude nel suo mondo
Contusioni, graffi ed altre ferite nell'area
genitale e/o anale
Inappropriate manifestazioni d'affetto tra padri e
figlie, o madri e figli
Prurito,
infiammazione,
perdite
o
emorragie non motivate nell'area genitale
e/o anale
Rifiuto a cambiarsi davanti ad altre persone
Sensazioni dolorose alla minzione
Bassa autostima
Sintomi di infezioni trasmesse per via
sessuale
Bambino che allude all'attività sessuale con
parole, giochi, disegni; accenna a gravi conflitti
familiari, a “segreti familiari”, o a situazioni
imbarazzanti o spiacevoli, ma che al contempo
mostra timore verso ogni intervento esterno
Presenza di liquido seminale nella vagina,
nell'ano o sugli organi genitali esterni
Bambino che si mostra eccessivamente attento
alle problematiche sessuali e manifesta una
16
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
conoscenza precoce del comportamento sessuale
degli adulti, oppure che si trova spesso impegnato
con i coetanei in giochi sessuali impropri
Una ragazzina che assume atteggiamenti
sessualmente precoci (atteggiamenti seduttivi,
accarezzamenti di parti intime, abiti sexy,
assunzione di pose provocanti)
Insistente richiesta di conoscenza delle pratiche
contraccettive
Affermazioni spontanee di aver subito molestie
Tabella 3- Indicatori di tipo fisico e comportamentale dell’abuso sessuale extrafamiliare [5]
3.5.
VIOLENZA NELL’ETÀ ADULTA
Le vittime di tutte le varie forme di abuso fin qui descritte, non sono unicamente
soggetti minorenni o bambini, ma anche persone adulte e principalmente
appartenenti al sesso femminile.
Consultando i dati dell'Eurostat si evince che almeno una donna europea su
quattro ha subito violenza fisica e una su dieci violenza sessuale (ovviamente
bisogna sempre tener conto del numero oscuro che per tali reati è sempre molto
elevato).
Tutte le vittime, indifferentemente dalla cultura di appartenenza, dichiarano di
provare orrore per ciò che hanno subito (atti di violenza, uso di forza, violenza
sessuale, abuso psicologico) da un adulto che, nella maggior parte dei casi, era di
loro conoscenza. Una ricerca svolta in Italia nel 1998, su un campione di 431
soggetti (di cui 179 maschi e 252 femmine), ha evidenziato che ben il 36,1% delle
vittime di violenza sessuale ha un'età compresa tra i 15 e i 17 anni, il 41,7% tra i
18 e i venti anni ed il 34,6% tra i 21 e i 25 anni [26].
Per quanto riguarda l'abusante, la letteratura e la ricerca sul campo lo individuano
sempre tra persone vicine alla vittima, come il padre, il nonno, uno zio, un vicino
di casa, o una qualsiasi persona nota all'abusato che ha sempre avuto modi e
comportamenti molto affettuosi ed attenti [4].
Nel 2007 sono stati raccolti ed elaborati alcuni dati in un centro antiviolenza di
Roma, dai quali è emerso che ben l'80% delle donne che si era rivolta al centro,
17
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
aveva subito violenza domestica, mentre il 20% aveva alle spalle una violenza
sessuale agita da sconosciuti [3].
In questi casi di violenza la differenza di età tra abusato e abusante non è molta,
spesso la vittima, che in precedenza ha subito minacce e violenza psicologica al
fine di essere ridotta in una condizione di inferiorità e di vulnerabilità, cerca di
ribellarsi, di opporsi e lo scontro fisico tra i due è inevitabile. Nelle vittime più
giovani, invece, che spesso sono più remissive e addirittura possono mostrare
dipendenza psicologica dall'autore della violenza, questo tipo di reazione viene a
mancare, come nei casi di gaslighting, vera e propria manipolazione mentale [27].
Ma la violenza non colpisce unicamente il sesso femminile: anche gli uomini ne
sono vittima, subiscono abusi e violenze, giungendo addirittura a casi di omicidio.
I dati dell'Eures raccolti nel 2007 confermano questi fenomeni e indicano che dal
2005 sono incrementati del 28,8% [28].
4. LE CONSEGUENZE
La violenza, di qualsiasi forma essa sia, genera nella vittima conseguenze forti, di
varia natura, lasciando un segno indelebile. Queste possono essere dirette o
indirette, a breve/medio/lungo termine e possono riguardare la salute fisica,
psicologica e/o sessuale dell'abusato.
Le conseguenze dirette consistono in fratture, lesioni e danni fisici, gravidanze
indesiderate; quelle indirette, invece, vengono scatenate dallo stress, mediate dal
sistema immunitario e possono colpire ogni apparato e funzione.
Purtroppo questi non sono gli unici modi attraverso i quali le conseguenze
dell'abuso si vengono a manifestare nella vittima: i comportamenti a rischio messi
in atto dall'abusato, infatti, generano ulteriori danni. Si smette di mangiare, si
trascura la propria salute, non si effettuano i controlli e le visite mediche
opportune, si inizia ad assumere una dose eccessiva di farmaci, si può
intraprendere la strada della tossicodipendenza e/o si possono assumere alcolici
18
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
per cercare di alleviare le sofferenze e allontanare tutto ciò che riguarda l'accaduto
(ricordi, immagini, pensieri) .
Per quanto riguarda la violenza sessuale, i danni che si possono presentare
nell'immediato sono le gravidanze indesiderate e le malattie sessualmente
trasmissibili. Si stima che circa il 5% delle vittime di un abuso sessuale rimangano
incinte, ma questo dato non è realistico in quanto è troppo elevata la percentuale
di donne che non richiedono controlli dopo lo stupro e che, di conseguenza, non
ricevono la contraccezione di emergenza .
Il rischio di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile, dipende da diversi
fattori:
capacità
infettante
dello
specifico
microrganismo,
recettività
dell'individuo, utilizzo del preservativo, numero e modalità degli atti sessuali
perpetrati, presenza o meno di eiaculazione al termine dell'atto, presenza di lesioni
o infezioni nelle aree genitali, sono tutte elementi che favoriscono il contagio.
I soggetti di età inferiore ai 25 anni con infezioni genitali, con storie di
tossicodipendenza alle spalle o che al momento della violenza fanno uso di
sostanze stupefacenti ed alcolisti, rischiano maggiormente di contrarre tali
malattie.
Riassumendo, c'è un maggiore rischio di infezione dopo: violenza sessuale che
causa lesioni alla mucosa vaginale (in particolare nelle adolescenti, in quanto nelle
prime fasi di sviluppo dell'epitelio vaginale, la mucosa stessa rappresenta una
barriera
poco
efficace),
violenza
multipla,
eiaculazione,
violentatore
tossicodipendente o sieropositivo o proveniente da Paesi ad alta prevalenza di
infezione [29].
Dalla ricerca svolta dalla Psicologa forense Virginia Dods, si può riscontrare
come generalmente le donne che hanno subito una violenza e che successivamente
hanno instaurato una relazione stabile, sono soddisfatte della stessa: molte si
sposano, anche se non sono pochi i casi in cui la coppia giunge alla decisione di
non avere figli. Nelle coppie che al contrario hanno avuto figli, si è visto che la
storia di abuso (CSA) ha influenzato ed influenza le capacità genitoriali della
vittima [30] [31] [32]. In un ulteriore studio svolto da Arrington e collaboratori,
emergeva come le vittime di CSA, spesso avessero una visione alterata della
19
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
sessualità e delle relazioni intime in generale [33]. Sarebbe molto interessante
effettuare ricerche più approfondite sulla relazione sentimentale tra donne con
CSA alle spalle e il partner in età adulta, poiché al momento non ne sono presenti
molte in letteratura. Da ricordare è il lavoro pioneristico di Jehu nel 1988 [34].
Il supporto sociale e familiare ha senza dubbio un ruolo centrale per elaborare e
superare il trauma [35].
Recentemente McMillen e collaboratori hanno studiato vari casi di violenza con
vittime femminili che, al contrario di quanto ci si attendeva, hanno dichiarato di
aver tratto addirittura dei vantaggi dalla loro esperienza (circa il 50% delle donne
ha affermato ciò). I vantaggi riferiti possono essere fatti rientrare in quattro
categorie: capacità di proteggere i propri figli dall'abuso, capacità di autoprotezione, un'aumentata cognizione del CSA e sviluppo di una personalità più
forte. Il fatto di trarre dei benefici dalla violenza subita, può indicare la presenza
di effettive ed efficaci strategie di coping, le quali permettono una maggiore
facilità di integrazione nella propria vita personale di esperienze negative [36].
4.1.
CONSEGUENZE SULLA SALUTE FISICA
I danni causati dalla violenza fisica, psicologica e sessuale sulla salute fisica della
vittima, sono molteplici e di diversa entità. Emicranie, cefalee, difficoltà
respiratorie, malattie cutanee, fratture, sindrome di irritabilità intestinale, disturbi
gastroenterici cronici, patologia infiammatoria pelvica sono solo alcuni disturbi e
patologie denunciate dalle vittime. Altre conseguenze sono:

diarrea, stitichezza, nausea, sindrome del colon irritabile;

mancanza di appetito, bulimia, vomito auto-indotto;

dolori addominali, di stomaco, ulcere gastriche;

infezioni urinarie e vaginali;

malattie sessualmente trasmissibili;

aids;

sanguinamenti vaginali, dolori mestruali intensi;

rapporti sessuali dolorosi, mancanza di desiderio sessuale;
20
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo

fibromi, isterectomie;

svenimenti, convulsioni;

mal di schiena, dolori cronici alle spalle e al collo;

dolori cronici;

influenza e raffreddori;

artrite, ipertensione [37].
Tra le conseguenze sulla salute e vita sessuale femminile riscontriamo:

difficoltà a utilizzare la contraccezione;

gravidanze indesiderate;

interruzioni volontarie di gravidanza;

aborti spontanei;

infiammazioni pelviche;

rapporti dolorosi e mancanza di desiderio sessuale;

emorragie in gravidanza;

per il bambino: baso peso alla nascita [38].
Figura 4 - Conseguenze più diffuse sulla salute fisica [29]
4.2.
CONSEGUENZE SULLA SALUTE PSICHICA
A partire dal 1980 si è iniziato a mostrare una maggiore attenzione per il
significato del CSA e soprattutto per le conseguenze a lungo termine sul
funzionamento psicologico della vittima [39]. Nel 1986 Browne e Finkelhor [40]
condussero degli studi a tal riguardo: da essi emerse chiaramente come le vittime
21
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
di CSA portassero con sé serie difficoltà psicologiche. Già all'epoca vennero
individuati disturbi come bassa autostima, ansia, depressione, e si evidenziò come
i campioni selezionati per i vari studi comprendessero sempre soggetti
principalmente femminili.
Le prime ricerche svolte nel campo si ponevano l'obiettivo di individuare nello
specifico le difficoltà psicologiche vissute dalla vittima di abuso, per poi passare
all'analisi più dettagliata della correlazione tra abuso e data difficoltà. Difficile
risultava individuare un campione rappresentativo, ma con il passare degli anni le
ricerche sono aumentate, le denunce e la collaborazione delle vittime anche, ed è
stato possibile ottenere dati più cospicui e attendibili.
Per quanto riguarda la salute psicologica dell'abusato quindi, possiamo vedere che
le conseguenze dirette della violenza riguardano disturbi d'ansia, di dissociazione
o di numbing (rallentamento e intorpidimento delle reazioni) e nei casi più gravi
disturbo post-traumatico da stress. A medio e lungo termine i soggetti tendono a
sviluppare forme depressive, più o meno gravi, che possono sfociare, in situazioni
estreme, anche nel suicidio.
In generale le conseguenze sulla salute psichica sono:

bassa autostima;

paura, senso di vergogna e colpa;

atti di autolesionismo;

maggiori livelli di rabbia rispetto a chi non ha alle spalle storie di abuso;

ansia e attacchi di panico;

disturbi alimentari (bulimia 26,6%);

somatizzazioni;

disturbi compulsivi-ossessivi;

abuso di farmaci, fumo e alcol (27-37%) e droghe;

depressione e tendenza al suicidio;

disturbo post-traumatico da stress;

disfunzioni sessuali [41]
22
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Risvolti negativi si hanno anche sul piano delle relazioni e del sociale: l'attività
lavorativa risulta compromessa, con elevati tassi di assenteismo, c'è ridotta
capacità di gestire la vita familiare, si perdono le amicizie in quanto il soggetto
tende a essere diffidente e a chiudersi in sé stesso [39].
4.3.
CONSEGUENZE SUL BAMBINO
L'abuso subito, ma anche assistito, durante l'infanzia e l'adolescenza, lascia delle
tracce indelebili sulla vittima, compromettendone l'intero sviluppo e la
personalità. Questo evento così fortemente negativo, non colpisce unicamente il
minore, ma anche l'intera famiglia: il CSA intacca la capacità del bambino di
sviluppare un attaccamento sicuro con le figure di accudimento, in quanto le
figure genitoriali, invece di dare sostegno e affetto, mettono in atto comportamenti
che tradiscono la fiducia del piccolo. Tutto ciò si manifesterà in una età
successiva, già nell'adolescenza, nel momento in cui il soggetto, ad esempio,
prediligerà relazioni saltuarie a relazioni stabili nel tempo [42].
Il trauma fa vivere al bambino sentimenti forti, malessere fisico, sentimenti di
rabbia o rivalsa, ma anche confusione e, in alcuni casi, il minore si crea l'illusione
di ottenere rassicurazioni a livello affettivo unicamente attraverso il legame e il
rapporto con l'abusante. Problematico è il fatto che il bambino, mantenendo
segreto l'accaduto, non può aprirsi e confidarsi (bisogna ricordare che spessissimo
il minore viene minacciato di non dire nulla e di mantenere segrete queste
“dimostrazioni di affetto e amore” nei suoi confronti), perciò si genera in lui molta
confusione e non può mettere ordine dentro di sé, riconoscere ed etichettare i
propri sentimenti, le proprie emozioni [5].
Figli che assistono ad atti di violenza domestica o che ne sono vittima, presentano
diversi disturbi: possono avere problemi comportamentali e di salute (perdita di
peso, disturbi dell'alimentazione e del sonno), mostrare difficoltà a scuola, non
avere relazioni intime positive, cercare di fuggire di casa, fino ad arrivare a
tentativi di suicidio. Nello specifico un bambino in età prescolare può manifestare:
23
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo

disturbi somatici;

disturbi del sonno e incubi;

enuresi notturne;

disturbi della condotta alimentare;

lamentele per dolori fisici (cefalee, dolori addominali);

marcata tendenza a sessualizzare;

preoccupazioni insolite e paure immotivate;

ansia;

rifiuto nel mostrare il corpo nudo;

timidezza eccessiva;

paura di fallire;

atteggiamento ritroso e silenzioso;

esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo);

comportamento poco comunicativo;

ostilità ed aggressività verso gli altri bambini;

difficoltà di apprendimento/difficoltà scolastiche;

rabbia intensa;

fobie;

fughe;

atti di autolesionismo;

depressione/assenza della stima di sé;

isolamento familiare e sociale. [11]
A partire dai sei anni gli esiti psico-comportamentali della vittima possono essere:

disturbi del sonno;

disturbi delle condotte alimentari;

lamentele per dolori fisici;

preoccupazioni insolite e paure immotivate;

rifiuto o compiacenza nel mostrare il corpo nudo anche in situazioni
mediche, reattività al contatto fisico;

esplosioni emotive improvvise;

aggressività contro adulti e coetanei;
24
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo

autolesionismo;

interessi sessuali inappropriati all'età, masturbazione compulsiva,
comportamenti sessuali promiscui;

passività, inibizione del pensiero;

depressione, isolamento;

difficoltà scolastiche;

oppositività, comportamenti provocatori;

fughe;

comportamenti immaturi, regressione a fasi evolutive precedenti;

tentativi di suicidio;

agorafobia [11].
A tutto ciò si aggiungono atti delinquenziali e abuso di sostanze durante l'età
adolescenziale, relazioni instabili, disturbi di personalità, disfunzioni sessuali,
prostituzione, fissazioni omosessuali durante l'adolescenza e l'età adulta.
Sembra esserci una correlazione tra abuso sessuale ed epilessia: episodi di
penetrazione vaginale, anale e di sesso orale sembrerebbero favorire l'insorgenza
di attacchi pseudo-epilettici in bambini vittime di violenza. Il motivo alla base di
questo legame non è ancora chiaro, ma appare evidente che la familiarità
all'epilessia possa influenzare e complicare tali episodi convulsivi [43].
Dato rilevante è quello che indica che una percentuale non indifferente di vittime
di incesto (dal 34 al 68%), hanno subito successivamente ulteriori violenze: ciò
deriverebbe dal fatto che tali soggetti hanno paura di essere nuovamente vittime
del trauma subito, per questo sono molto vulnerabili e tendono a sessualizzare
tutte le relazioni che vanno ad instaurare [4].
25
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Figura 5- Dati Rapporto Istat 2006 [29]
L'essere stati abusati con la forza, in maniera ripetuta da un parente o da più
persone avendo un'età inferiore agli 8 anni, sembra favorire l'instaurarsi di una
ciclicità: la vittima, una volta adulto, diventerà essa stessa abusante (come spiega
Stoller nella sua teoria dell'abusante abusato). La categoria più a rischio è quella
maschile e ciò che porterebbe a tale ciclicità sarebbe il processo di identificazione
attraverso il quale l'abusato, identificandosi con l'abusante, trova l'unica via per
esorcizzare la ferita interiore [43].
Come afferma Ventimiglia “l'aver subito da parte delle figure di accudimento
maltrattamenti fisici, abusi o violenze sessuali, l'aver vissuto rapporti anaffettivi e
di deprivazione, assenze relazionali, stati d'abbandono, vuoti di identificazione
significativa, comporta degli effetti e delle difficoltà nell'elaborazione dei vissuti
di tali esperienze [44].
26
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
ABUSO E DISFUNZIONI SESSUALI
1. INTRODUZIONE ALLE DISFUNZIONI SESSUALI
Secondo Boccadoro e Carulli [45] “la sessualità umana non è solo dettata
dall’istinto o da una stereotipia di condotte, come accade nell’animale, ma è
influenzata da un lato dall’attività mentale superiore e dall’altro dalle
caratteristiche sociali, culturali, educative e normative dei luoghi in cui i soggetti
sviluppano e realizzano la loro personalità. La sfera sessuale richiede quindi
un’analisi fondata sulla convergenza di varie linee di sviluppo, comprendenti
l’affettività, le emozioni e le relazioni.”.
La sessualità umana rappresenta un aspetto centrale nella vita di ogni individuo: in
continua evoluzione, influenzata da fattori sociali, culturali e psicologici, è sempre
più oggetto di studio di vari esperti, come psicologi, biologi, neurofisiologi ed
endocrinologi.
Con il termine sessualità non ci si riferisce unicamente a tutti quegli atti volti alla
riproduzione, ma anche al viverla come ricerca e fonte di piacere: in particolare
però, il termine va a evidenziare le componenti biologiche, psicologiche e
culturali del comportamento sessuale umano, mentre si parla di attività sessuale
per soffermarsi sulle specifiche pratiche sessuali.
Quando si parla di risposta sessuale, si è soliti ridursi alla singola fase
dell'eccitazione (lubrificazione nella donna ed erezione nell'uomo), ma in realtà
questa si articola attraverso diverse fasi che vanno a caratterizzare ogni atto
sessuale completo. Inoltre bisogna sempre ricordare che questa risposta umana, è
un qualcosa di complesso, articolato, che comprende aspetti psicologici e
biologici che si vanno ad influenzare reciprocamente.
L'acronimo DEPOR (Desiderio, Eccitazione, Plateau, Orgasmo, Risoluzione)
riassume tutte le fasi della risposta sessuale umana, le quali si susseguono una
dopo l'altra, accompagnandosi a modificazioni sia fisiche che psichiche.
27
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Figura 6- Modello DEPOR [46]
Queste cinque fasi vengono attraversate sia dall'uomo che dalla donna, con
modificazioni fisiologiche specifiche che evidenziano come avvenga il passaggio
da una fase all'altra. Nel momento in cui l'attività sessuale del soggetto rispetti il
modello DEPOR, ci troviamo di fronte a una sessualità sana: le disfunzioni
sessuali quindi, si presentano quando la risposta sessuale è alterata in una sua
qualsiasi fase. Fare riferimento a tale modello è molto utile per capire e descrivere
tutti i vari disordini che l'individuo può trovarsi ad affrontare.
Il DSM si basa proprio su questo modello, elaborato da Master e Johnson nel
1987 [46], per raggruppare e descrivere i vari disordini sessuali, individuando così
nella quinta versione del 2013 queste categorie:

Disturbi del desiderio sessuale ipoattivo;

Disturbo dell’eccitazione sessuale;

Disturbi dell’orgasmo;

Disturbo da dolore coitale (Dispareunia e Vaginismo).
Aspetti centrali di qualsiasi disfunzione sessuale sono l'esordio, il contesto e
l'eziologia, i quali vanno prontamente indagati nel momento in cui un soggetto
richieda aiuto ad uno specialista.
Per quanto riguarda l'esordio del disturbo, possiamo distinguere due tipologie:
primario e secondario. Nel primo caso ci troviamo di fronte a un problema che è
presente sin dall'inizio dell'attività sessuale, cioè c'è sempre stato; il disordine
28
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
secondario, invece, si presenta in un momento successivo, dopo un periodo di
attività del tutto normale e soddisfacente.
Quando si va ad indagare il contesto in cui il soggetto vede presentarsi la
disfunzione, bisognerebbe capire se questa è di tipo situazionale o generalizzato.
Nel momento in cui il deficit si presenta unicamente in presenza della partner o di
una partner (può capitare che il soggetto abbia più rapporti con persone diverse),
allora si tratterà di una disfunzione situazionale. Lo stesso varrà nel caso in cui il
soggetto riscontri difficoltà solo nel rapporto con la/il compagna/o e non nella
masturbazione. Se al contrario la disfunzione si presenta in maniera
indiscriminata, a prescindere da partner e stimolazione, allora il problema sarà di
tipo generalizzato.
L'ultimo aspetto che l'esperto deve analizzare è rappresentato dai fattori
eziologici. La cause del disturbo vissuto dal paziente possono essere di varia
natura, ma non si deve mai fare una diagnosi esclusivista: non è mai un solo
fattore a generare il disturbo, ma sono più concause che portano alla
manifestazione ed al rafforzamento dello stesso con una eventuale causa
predominante.
Centrali sono l'anamnesi generale e sessuologica che permettono un
inquadramento completo della storia e della realtà del paziente: abitudini e stili di
vita, presenza di patologie, assunzione di particolari farmaci, il vivere date
situazioni stressanti, sono tutti elementi di cui bisogna verificare la presenza in
quanto tutti in grado di causare/favorire l'insorgenza di disordini di natura
sessuale. Ulteriori strumenti diagnostici che devono essere utilizzati da specialisti,
sono gli esami obiettivi (andrologico e ginecologico) attraverso i quali possono
evidenziarsi patologie o problematiche specifiche dell'apparato genitale.
29
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Malattie croniche
Cause biologiche
Aspetti psicologici importanti
Diabete
Neuropatie
Esperienze passate
Sclerosi multipla
Ipertensione
Aspettative (di fallimento)
Accidenti cardiovascolari
Ischemie
Attenzione
Effetti collaterali dell'uso di
Stati post-traumatici
farmaci o del trattamento del
Preoccupazioni e ruminazione
diabete o dell'ipertensione
Schizofrenia
Depressione
Uso
di
farmaci
(antidepressivi)
Alcol
Ansia
Depressione
Dist. maniaco-depressivi
Dolore
Tabella 4- Fattori che possono causare o favorire l'insorgenza di disturbi sessuali [47]
30
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
2. ABUSO E GENESI DELLE DISFUNZIONI SESSUALI
Le ricerche condotte negli anni hanno evidenziato come molteplici disordini
psicologici, interpersonali, fisiologici, di salute si vengano a presentare
maggiormente tra le vittime di abusi sessuali rispetto ai soggetti che non hanno
subito forme di violenza.
Un interesse forte e continuo si è manifestato soprattutto nei confronti delle
vittime in età infantile, in quanto le conseguenze che tali eventi hanno sul loro
sviluppo sono molteplici e potenzialmente devastanti. Gli studiosi, infatti, si sono
soffermati sull'analisi dei danni che si vengono a creare a livello psicologico,
relazionale e sullo sviluppo globale del soggetto, ma solo recentemente essi si
sono iniziati ad indirizzare verso un altro ampio ambito di ricerca e studio:
l'effetto negativo dell'abuso sulla sessualità. Questo aspetto è stato ignorato per
moltissimo tempo per svariati motivi, ma rappresenta un nucleo fondamentale
dell'individuo ed è centrale nello sviluppo dell'identità del soggetto stesso. Sono
molte le ragioni per le quali i ricercatori non si sono mossi in tal senso, ma negli
ultimi anni si sta cercando di recuperare il tempo ormai andato perduto e
raccogliere più dati possibili.
La sessualità, poiché rappresenta una tematica fortemente intima e considerata dal
singolo totalmente privata, trova sempre molte riserve e difficoltà nel momento in
cui si cerca di andarla ad approfondire: difficile è trovare un campione su cui
condurre lo studio e raccogliere i dati, molte sono le resistenze che incontrano i
soggetti che aderiscono alla ricerca e, volta per volta, devono accettare ed
affrontare, difficile è poter utilizzare definizioni condivise e universalmente
valide, così come ostico è rendere il più possibile chiaro e comprensibile la
molteplicità di Test, Questionari e altri strumenti somministrati per la raccolta dei
dati (molti devono essere tradotti e validati).
In questo settore di ricerca, inoltre, non ci si limita unicamente ad affrontare
tematiche e problematiche legate alla sessualità, al comportamento sessuale, alla
psicopatologia del comportamento sessuale e all'intimità, ma si fa un ulteriore
passo: tutto ciò viene affrontato in correlazione alle passate esperienze di abuso
(sia esso fisico, psicologico, delle cure e sessuale). È comprensibile quindi, che le
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
persone che vengono contattate per andare a costituire quello che sarà il campione
oggetto di studio, trovino ulteriori disagi e sofferenze da affrontare. Non è
semplice accettare di collaborare ad un lavoro del genere: memorie, ricordi
dolorosi, flashback, sensazioni, emozioni, pensieri riguardanti l'evento traumatico
vengono richiamati alla mente, scatenando ulteriore sofferenza. Tutto ciò, quindi,
può portare a rifiutare la collaborazione rendendo l'attività di ricerca più lenta,
lunga nel tempo e difficoltosa.
Altro elemento da considerare è proprio del campione: osservando la letteratura
appare evidente come i dati che sono stati raccolti provengano in percentuale
maggiore da un campione prettamente femminile, mentre i dati relativi al sesso
maschile siano più scarseggianti. Tutt'oggi, infatti, i dati che si hanno e si
ricercano riguardano principalmente donne vittime di abusi nell'infanzia, anche se
tale orientamento sembra essere legato anche al fatto che il sesso femminile sia
maggiormente vittima di qualsiasi forma di violenza, compresa quella sessuale
[47].
Le conseguenze negative dell'abuso sull'individuo, come precedentemente
descritto, sono diverse e la loro entità e gravità dipendono, non solo dalle capacità
di coping e dalla personalità della vittima, ma anche dalle caratteristiche proprie
della violenza. Dalle varie ricerche, infatti, si è visto come determinati fattori
situazionali e contestuali possano causare conseguenze più forti e durature.
Per quanto riguarda la vittima, importante risulta la modalità attraverso la quale
essa elabora a livello cognitivo l'accaduto e come la affronta: è qui che le strategie
di coping, le modalità di gestire lo stress si rivelano centrali.
Importantissimo è anche il supporto delle persone significative e vicine alla
vittima: avere solidarietà, aiuto, affetto, comprensione, aiuta molto l'abusato ad
affrontare e gestire l'accaduto. Non si deve lasciare la vittima abbandonata a sé
stessa, ma occorre starle accanto, soprattutto nel caso in cui sia un bambino o
adolescente, per aiutarla a comprendere l'abuso, a rappresentarselo chiaramente
anche a livello cognitivo, a etichettarlo nel modo appropriato, evitando così che ci
siano incomprensioni, confusione, errori nella codifica di quanto subito e ulteriori
danni. Tutto ciò perché il minore o adolescente abusato, il quale non è ancora
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
pienamente maturo, può provare grande confusione e disorientamento di fronte a
tale vicenda; può non riuscire a dare il giusto significato a gesti ed eventi,
giungendo così a convinzioni, giudizi errati; potrebbe arrivare a convincersi che
l'abusante volesse veramente dimostrargli il suo amore e il suo affetto
commettendo l'abuso; potrebbe perdere la fiducia negli altri e chiudersi in sé
stesso, e altro ancora. La mancanza di supporto da parte della famiglia, la risposta
non solidale di quest'ultima e delle persone vicine al minore, potrebbero
amplificare i sentimenti di vergogna e tradimento, minando così il futuro
funzionamento sessuale [48]. Questi sentimenti negativi possono essere
ulteriormente provati nel momento in cui forze dell'ordine e operatori dei servizi
sociali intervengono: il disagio e il timore del bambino possono essere ancora più
forti.
I danni dell'abuso si presentano in maniera più marcata e nociva, anche in
relazione ad aspetti specifici della violenza. Le ricerche svolte fino ad ora hanno
evidenziato infatti, come fattori quali l'uso della coercizione, il ricorso alla forza,
l'avvenuta penetrazione durante il rapporto, il costringere la vittima a
compiere/subire sesso orale, il conoscere la persona abusante (soprattutto nei casi
in cui sia un genitore: la maggior parte delle relazioni interne alla famiglia si
basano sull'affetto e sul contatto fisico. Quando tutto ciò si viene a mescolare con
l'incesto, può nascere nel bambino confusione ed apprensione, portandolo in
futuro a non saper distinguere tra contatto affettivo e contatto sessuale), l'abuso
perpetrato da più di una persona (spesso in questi casi capita che il minore si senta
responsabile dell'abuso: ritiene che sia stato proprio lui a permettere che
avvenisse), l'età al momento dell'abuso, siano tutti responsabili della genesi di
conseguenze più forti e negative nella vittima.
A tal proposito, le ricerche condotte più recentemente hanno cominciato ad
addentrarsi nello studio della sessualità delle vittime di abuso. Appare sempre più
evidente la relazione esistente tra violenza e sviluppo nella vittima di disturbi
nella sfera sessuale, di diversa gravità e natura, ma comunque fortemente
invalidanti.
Diverse ricerche hanno riportato l'esistenza di tale correlazione, soprattutto per
quanto riguarda le donne in età adulta [49 - 53].
33
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
I dati ottenuti dall'attività di ricerca, hanno mostrato come l'essere stati vittima di
un abuso nell'infanzia incrementi la probabilità di sviluppare un disturbo sessuale:
i dati epidemiologici, infatti, evidenziano una grande percentuale di disfunzioni
presente tra le vittime e gli studi condotti confrontando donne e uomini abusati
con donne e uomini non abusati, rafforzano la tesi di partenza.
In accordo con queste linee di ricerca si colloca il lavoro svolto da Meston e
Heiman nel 2000 [54], i quali suggeriscono nuovamente che le vittime di abuso
sono spesso affette da disturbi riguardanti la sessualità e le relazioni intime in
generale. La maggior parte dei soggetti costituenti il loro campione d'indagine,
riporta problemi legati all'eccitazione, afferma di essere confusa riguardo il
proprio orientamento sessuale e ammette di avere comportamenti promiscui. Altre
problematiche riguardano la riduzione della soddisfazione sessuale, l'aumento
delle disfunzioni sessuali e la tendenza a ricercare relazioni sessuali con più
partner a breve termine. Gli autori hanno anche riscontrato che le problematiche
sessuali sono più frequenti tra le vittime di incesto (padre-figlio), o di abusi in cui
è avvenuta la penetrazione. Concordano con tutti questi risultati Merrill e
collaboratori [55], i quali affermano che, quando un bambino esperisce elevati
livelli di repulsione, paura e impotenza durante l'abuso, può essere
successivamente condizionato ad associare il sesso con emozioni e ricordi
puramente negativi. Queste emozioni negative possono generare in età adulta
esperienze non sessuali, comprendenti reazioni fobiche all'intimità ed evitamento
di tutto ciò che rimanda all'esperienza sessuale. Questi risvolti possono essere
problematici per quanto riguarda le relazioni, specialmente in età adulta, quando
la maggior parte degli individui inizia ad impegnarsi e a ricercare relazioni stabili
e durature. La paura della sessualità può portare alla paura delle relazioni in
generale, a casa del passato della vittima.
Disturbi del desiderio, dell'eccitazione, dell'orgasmo, sono frequentissimi tra le
vittime di abuso, ma accanto ad essi ritroviamo anche condotte a rischio,
inappropriate e ugualmente pericolose per la salute del soggetto. Nel momento in
cui ci si approccia a tali questioni, non è possibile dimenticare e non considerare il
vissuto emotivo che le accompagna: a volte sono proprio le emozioni vissute e
provate durante e dopo la violenza che innescano dati comportamenti, favorendo
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
l'instaurarsi di problematiche sessuali.
A tal proposito va ricordato lo studio condotto da T.A. Lorenz e C.M. Meston,
pubblicato nella versione definitiva nel 2012 [56]. Per comprendere la relazione
tra abuso sessuale e disfunzioni sessuali, i ricercatori hanno investigato le
differenze cognitive esistenti tra donne con e senza vissuti di CSA alle spalle.
Lo strumento utilizzato per raccogliere i dati è stato il LIWC (Linguistic Inquiry
Word Count), che ha permesso di analizzare le differenze linguistiche trai due
gruppi oggetto di studio. Questi elementi sono stati esaminati in testi redatti dai
soggetti riguardanti tematiche opposte: in una prima produzione scritta si
richiedeva di trattare argomenti neutrali, di normale quotidianità; in una seconda,
invece, si doveva trattare la propria sessualità e le proprie esperienze sessuali.
Le differenze esistenti e ipotizzate sono subito venute alla luce, riguardando sia il
linguaggio che il funzionamento puramente cognitivo.
L'uso di pronomi, di aggettivi, ma anche di contenuti, è fortemente diverso tra
donne CSA e donne che non hanno vissuto queste esperienze: le prime infatti, nei
testi sulla sessualità, utilizzano maggiormente il pronome personale “Io” (l'uso di
tale pronome può essere un indicatore di inflessibilità cognitiva e di inabilità ad
assumere la prospettiva altrui. Può indicare anche un meccanismo difensivo,
utilizzato per mantenere un maggiore controllo sulle proprie emozioni e reazioni
verso la violenza subita), mantengono una maggiore distanza psicologica dai fatti,
collegano spessissimo l'attività sessuale con la depressione e l'ansia, menzionano
soprattutto emozioni negative ed ammettono di evitare l'intimità con il partner. Le
seconde, invece, presentano un quadro totalmente opposto.
Le differenze cognitive riscontrate tra il gruppo CSA e NCS, partendo dalla già
diversa modalità di categorizzare gli stimoli sessuali (le prime categorizzano ed
etichettano in maniera negativa, le seconde positiva), si estendono quindi anche
nel linguaggio, sia per quanto riguarda l'uso di particelle linguistiche, sia nel
dominio dei contenuti. È proprio la predominanza di emozioni e reazioni negative
delle donne abusate, ad avvicinarle alle problematiche sessuali: non si
riconoscono tutti quegli aspetti positivi e piacevoli della propria sessualità e del
vivere tale aspetto della propria vita, ma si ricordano ed enfatizzano unicamente
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
quelli negativi. Intimità, soddisfazione, piacere, attività sessuale come atto
d'amore, non vengono ricercati, ma sono totalmente evitati, portando le donne
verso l'evitamento, l'anorgasmia, i disturbi dell'eccitazione e l'insoddisfazione
sessuale.
I ricercatori avrebbero individuato delle differenze tra uomini e donne in relazione
allo sviluppo di disfunzioni sessuali in seguito ad esperienze di abuso. Rind e
Tromovitch [57] hanno visto come siano più le donne ad accusare disturbi e
problemi nella sfera sessuale in seguito ad un abuso, rispetto agli uomini. Questo,
propongono gli studiosi, potrebbe dipendere dal fatto che maschi e femmine
hanno alle spalle esperienze di abuso diverse: l'abuso verso una donna è più
spesso accompagnato da coercizione, sono solitamente più giovani dei maschi
quando subiscono questa violenza, e sono più spesso coinvolte in incesti.
Anche l'autovalutazione delle conseguenze del CSA appare differente tra uomini e
donne: queste ultime, per esempio, si vedono con una sessualità atipica
(comportamento completamente libero, seduttivo e provocante), e descrivono la
propria immagine di sé come disinibita. Gli uomini correlano maggiormente il
proprio vissuto da abusato con l'immagine corporea, la quale viene vista
negativamente, e con la soddisfazione sessuale (anche questa insoddisfacente).
Nei paragrafi seguenti, verranno passati in rassegna ed esaminati i più frequenti
disturbi sessuali in relazione all'esperienza dell'abuso sessuale infantile.
2.1.
DESIDERIO SESSUALE IPOATTIVO
2.1.1. DEFINIZIONE
Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (DDSI) è un disturbo sentinella, che ci
da tantissime informazioni sul paziente e sulle sue condizioni di salute. È inserito
nel DSM tra i disturbi della sessualità e può essere diagnostico nel momento in cui
vengono soddisfatti i vari criteri indicati dal manuale.
Tale disturbo si caratterizza per la mancanza o carenza di fantasie, desideri
riguardanti la sessualità da almeno 6 mesi, provocando disagio e sofferenza
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
psichica al soggetto. Aspetti centrali, quindi, per affermare che il soggetto presenti
tale disturbo, sono il riscontro del sintomo e la percezione dello stesso come fonte
di sofferenza (una riduzione della libido, infatti, non è sempre vissuta come un
qualcosa di problematico ed inoltre non si possono stabilire dei parametri
prestabiliti e validi per tutti in base ai quali definire quando si presenti la
patologia).
Uomini e donne vivono il DDSI in maniera differente: i primi percepiscono e
vivono il disturbo in maniera più negativa rispetto alle donne, in quanto lo
considerano come una perdita di virilità, confondendolo troppo spesso con un
altro disturbo della sessualità, cioè quello che riguarda la fase eccitatoria della
risposta sessuale. Le donne presentano in percentuale maggiore tale disturbo
(45%, ma si può arrivare anche al 60% andando avanti con l'età) [58], il quale
risulta essere correlato fortemente con immagine di sé, umore e ansia. Dagli studi
emerge che le donne con DDSI hanno un basso livello di autostima, una
personalità fragile e instabilità emotiva.
Quando si fa una diagnosi di tale problematica, bisogna sempre considerare l'età
di insorgenza (permanente o acquisito), il contesto (generalizzato o situazionale) e
i fattori eziologici. Tra le cause di tale disturbo, riscontriamo l'aver subito violenza
nell'infanzia.
2.1.2. DESIDERIO SESSUALE IPOATTIVO E ABUSO SESSUALE
Lo studio condotto da B. Sarwer e J.A. Durlak [59] su un campione di 359 donne
sposate, con alle spalle una storia di abuso infantile, ha evidenziato come fino al
51% delle stesse presenti una disfunzione sessuale. Nello specifico ben il 68%
soddisfa i criteri del DSM per il DDSI. Risultati simili sono stati ottenuti dagli
studi svolti da altri ricercatori, come Elliot e Briere [60], Wincze e Carey [61],
Bartoi e Kinder [62], Kinzl e collaboratori [53].
Un dato molto importante emerso dalle ricerche svolte da Westerlund [63], è
quello che indica come ben il 53% delle vittime di abuso del suo campione, riporti
sentimenti di colpa in relazione al desiderio sessuale. Le donne, infatti, riferivano
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
in tutti i loro resoconti di provare questa emozione, a differenza delle donne non
vittima di abuso: ciò le portava ad evitare l'intimità, a sfuggire da desideri e
fantasie, non facendo altro che favorire l'instaurarsi del disturbo del desiderio,
aggravando la loro già compromessa salute psicofisica.
Un altro approccio per individuare la relazione tra abuso e DDSI, può essere
quello che va ad analizzare le emozioni, in questo caso specifico il dolore. Il
dolore è un'emozione complessa, forte, che indica danno, lesione, trauma (come
nel caso del CSA), ma è fondamentale per la sopravvivenza, in quanto adattiva
come tutte le altre emozioni vissute dall'essere umano. Proprio per la sua stessa
natura però, tale emozione viene evitata dall'uomo, in quanto fonte di sofferenza,
ma evitarla in maniera cronica è mal adattivo (non contribuisce alla sopravvivenza
individuale), in quanto allontana il soggetto dalle sue emozioni primarie. Il dolore
legato all'esperienza traumatica, può essere molto forte e può ripresentarsi con
estrema facilità nel momento in cui l'individuo vive situazioni di intimità col
partner: tutto ciò può portarlo a non provare più desiderio sessuale per il
compagno ed a non voler più l'intimità con lui [64].
Anche in altri dati presenti in letteratura, si evidenzia come le vittime di CSA
abbiano spesso flashback, associazioni e memorie collegate ad aspetti specifici
della violenza, che vanno a riflettersi sulla loro risposta psicologica alla sessualità.
Si può così giungere alla paura dell'intimità e dell'attività sessuale, con
conseguente calo del desiderio e attuazione di strategie di evitamento [65].
Gli studiosi Malt e Holman [66], in un loro lavoro, affermano che “il calo del
desiderio sessuale è una lamentela comune tra le vittime di incesto” e alcuni
ricercatori come Schloredt e Heiman [67], Wenninger e Heiman [68], hanno
cercato di individuare una spiegazione a tutto ciò. In particolare hanno visto come
l'etichettare e il categorizzare gli stimoli e le esperienze sessuali in maniera
negativa, porti le donne con CSA alle spalle a esperire senso di colpa, rimorso,
disgusto, derivanti dal trauma subito: tutto ciò le porta a non considerarsi più sotto
l'aspetto della sessualità, eliminando la possibilità di viverla pienamente (lo
sviluppo del DDSI sarebbe quindi una conseguenza di tutti questi processi
cognitivi).
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
2.2.
DISTURBI DELL’ECCITAZIONE SESSUALE
2.2.1. DEFINIZIONE
La seconda fase della risposta sessuale umana corrisponde all'eccitazione,
comprendente eventi che si generano a livello cerebrale (come la percezione di
particolari profumi o il ricordo di passate esperienze sessualmente piacevoli) e/o a
livello periferico (stimolazione zone erogene). La condizione che ne deriva è
prettamente soggettiva, ma si può riscontrare anche a livello oggettivo in quanto
corrisponde all'erezione maschile e alla lubrificazione vaginale nella donna. La
stimolazione e il tempo necessario affinché si raggiunga questa fase della risposta
sessuale, sono elementi del tutto soggettivi, condizionati da una molteplicità di
fattori legati all'emotività e al fisico stesso non solo positivi, ma anche negativi.
L'eccitazione,
oltre
all'erezione
e
alla
lubrificazione,
comprende
altre
manifestazioni somatiche peculiari e, se la stimolazione tra i partner continua, si
genera in loro il desiderio di raggiungere la soddisfazione sessuale e quindi di
avere un rapporto completo.
Eccitazione ♂
Eccitazione ♀
Erezione del pene
Erezione dei capezzoli
Rossore cutaneo
Rossore cutaneo
Aumento pressione arteriosa
Retrazione delle grandi labbra
Pulsazione dell'asta
Turgore delle piccole labbra
Erezione dei capezzoli
Erezione clitoridea
Modifica della barriera vaginale
Tabella 5- Modifiche fisiche nella fase dell'eccitazione sessuale nell'uomo e nella donna [69]
Così come per la fase del desiderio, anche la fase dell'eccitazione può risultare
compromessa, venendosi a manifestare disturbi specifici sia nell'uomo che nelle
donna: nel primo caso ci troviamo di fronte a un disturbo dell'erezione (DE), nel
secondo si tratta di ipolubrificazione.
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Entrambi i disturbi hanno un impatto molto forte sul soggetto, il quale vede
minata la propria sessualità, ma anche la propria identità sessuale. Per quanto
riguarda la DE, esso risulta essere il sintomo maggiormente studiato dai
sessuologi e da altri specialisti, e nel 1993 è stata definita come “l'incapacità
persistente a raggiungere e/o mantenere un'erezione sufficiente per avere un
rapporto sessuale soddisfacente” (Consensus Conference National Institutes of
Health).
La donna che presenta il disturbo dell'eccitazione, mostra una ricorrente e
persistente incapacità di raggiungere e/o mantenere, per l'intera durata del
rapporto, una adeguata lubrificazione e tumescenza propria della fase eccitatoria
femminile. Basson e collaboratori [70] hanno rielaborato la definizione di tale
problematica sessuale, individuando e specificando diverse forme del disturbo
dell'eccitazione femminile. Il clinico quindi, seguendo le linee guida indicate dai
ricercatori, dovrebbe fare una diagnosi distinguendo tra:

Disturbo soggettivo dell'eccitazione sessuale: ciò che viene a mancare
sono le sensazioni mentali dell'eccitazione derivanti dalla stimolazione;

Disturbo genitale dell'eccitazione sessuale: congestione vulvare e/o
lubrificazione vaginale minima o insufficiente per il rapporto;

Disturbo misto, soggettivo e genitale, dell'eccitazione sessuale: risulta
dalla combinazione dei precedenti disturbi (mancano sia le sensazioni che
le risposte fisiologiche);

Disturbo dell'eccitazione sessuale persistente: la risposta fisiologica
all'eccitazione è presente, ma viene giudicata dal soggetto come intrusiva e
non è assolutamente ricercata, ma anzi viene evitata. Assente è il desiderio
sessuale.
Età di esordio, contesto in cui si manifesta e cause, sono sempre fattori centrali
che devono essere indagati dal clinico, in quanto centrali per comprendere al
meglio la patologia e la condizione vissuta dal paziente stesso.
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
2.2.2. DISTURBI DELL’ECCITAZIONE SESSUALE E ABUSO SESSUALE
I dati presenti in letteratura che correlano l'abuso sessuale ed i disturbi
dell'eccitazione sono numerosi, anche se le ricerche si sono sempre maggiormente
rivolte a un campione femminile.
Uno studio molto interessante è quello condotto da A.H. Rellini e C.M. Meston
[71], il cui oggetto di studio è proprio il rapporto tra CSA e eccitazione sessuale.
Per comprendere al meglio tale legame, gli studiosi si sono posti l'obiettivo di
determinare la relazione esistente tra gli schemi sessuali personali, influenze
negative e eccitazione sessuale in donne con CSA alle spalle. Per valutare
l'eccitazione del soggetto, sono stati utilizzati dei questionari appositamente
strutturati per valutare tale aspetto della risposta sessuale umana. Per quanto
riguarda invece le risposte fisiologiche, queste sono state raccolte in laboratorio
durante l'esposizione a stimoli sessuali e la misurazione è stata effettuata tramite
la pletismografia (strumento che consente di valutare la vasocongestione delle
pareti vaginali).
Oltre al gruppo con CSA alle spalle, il campione oggetto di studio comprendeva
anche un gruppo di controllo, costituito da donne che non avevano subito
violenza.
Dai dati ottenuti è emerso che le donne abusate hanno una risposta negativa agli
stimoli sessuali, così come gli schemi mentali a tal riguardo, e presentano forti
difficoltà a raggiungere l'eccitazione. Per spiegare ciò, gli studiosi sono ricorsi
all'approccio cognitivo, per il quale gli schemi mentali delle donne CSA sono
centrali per lo sviluppo di quadri psicopatologici.
Studi empirici precedentemente svolti mostrano l'esistenza di un legame tra
schemi disfunzionali e disfunzioni sessuali, e ciò si ripresenta anche in questo
studio: le donne del campione che hanno subito un abuso sessuale, hanno
mostrato di avere una maggiore quantità di schemi mentali negativi rispetto alle
donne non abusate. Questi schemi riguardavano non solo la sessualità, i rapporti
sessuali e gli stimoli sessuali, ma anche loro stesse: ciò va a creare un circolo
vizioso per il quale gli schemi disfunzionali creano nel soggetto un forte stato
ansioso che allontana la possibilità di rispondere positivamente agli stimoli
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
sessuali, con conseguente disturbo dell'eccitazione. Tutto ciò, tengono a precisare
i ricercatori, è sempre rafforzato dal trauma che è stato vissuto, il quale influenza
in maniera negativa la percezione che le vittime hanno in generale del sesso.
In accordo con questi risultati, c'è un ampio corpo di ricerca che sottolinea come
le donne CSA tendano a codificare e categorizzare all'interno di schemi negativi le
esperienze sessuali. Tutto ciò le conduce verso una maggiore predisposizione
verso sentimenti di colpa e di disgusto durante l'eccitazione sessuale: da qui può
insinuarsi il pericolo di sviluppare un disturbo specifico e duraturo nel tempo [6768].
Altre ricerche si sono soffermate sull'analisi dei pensieri e delle emozioni di
soggetti vittima di abuso, in relazione alle disfunzioni sessuali. Anche questa volta
si è visto come senso di colpa, rabbia e pensieri negativi siano comuni e diffusi tra
le vittime: nello studio condotto da Westerlund [63] ben il 56% dei soggetti
affermava di provare senso di colpa rispetto alla propria eccitazione sessuale.
L'esperienza dell'abuso avrebbe quindi condizionato fortemente le vittime sul
piano emotivo, rendendole incapaci di provare emozioni positive anche
nell'intimità con il partner: la negatività avrebbe la meglio incrementando il
disturbo non solo del desiderio, ma anche dell'eccitazione. Le donne CSA tendono
ad attribuire meno significati positivi al comportamento sessuale, lo considerano
strumentale piuttosto che intimo, tendendo a non essere coinvolte nell'attività
sessuale con il partner in maniera totale e libera. In questo modo si rende
impossibile l'ottenimento di tutte quelle modificazioni fisiologiche tipiche
dell'eccitazione [67, 72].
Altro fattore importante che compromette la risposta sessuale femminile, è il
senso di appartenenza della donna al proprio corpo. I clinici, partendo dalla loro
esperienza, hanno suggerito che le donne abusate possano non avere un senso di
appartenenza al loro corpo, non riconoscendo gli stimoli che ricevono e le
rispettive risposte. Questo avverrebbe anche per gli stimoli sessuali: le risposte
fisiche alle stimolazioni non verrebbero riconosciute come tali, nemmeno come
appartenenti al proprio corpo e, quindi, sarebbero vissute negativamente. In questi
casi ci si troverebbe di fronte a un disturbo dell'eccitazione sessuale persistente,
cosi come è stato definito da Basson [73].
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Dallo studio svolto da Courtois [74], emerge chiaramente come le vittime di
incesto non riescano a rilassarsi e ad essere entusiaste riguardo l'attività sessuale.
Ben l'80% dei soggetti, infatti, evitano la sessualità o si astengono totalmente:
tutto ciò, soprattutto l'incapacità di vivere un rapporto in piena rilassatezza,
impedisce totalmente all'individuo di rispondere positivamente alla stimolazione
sessuale, inibendo la fase dell'eccitazione. Anche dagli studi di Kinzl e dei suoi
collaboratori [53], di Meiselman [21], Tsai, Feldman-Summers and Edgar [24],
Maltz and Holman [66], Jehu [34] è emerso che la violenza sessuale causi nelle
vittime disturbi sessuali e nello specifico disturbi dell'eccitazione.
L'essere umano è in grado di elaborare infinite risposte agli stimoli che
quotidianamente riceve, e tra queste si può individuare una specifica risposta di
repulsione quale è il disgusto. Questa si prova in diverse situazioni e nei più
svariati contesti (verso idee, comportamenti, sapori, odori), ed è emerso che
ognuno di noi può farne esperienza anche in ambito sessuale. È esattamente
quello che viene vissuto da molte donne con CSA alle loro spalle: l'eccitazione
viene sempre collegata e vissuta con questa sensazione, danneggiando i rapporti e
i momenti di intimità col partner. Questi soggetti, da un iniziale disturbo
dell'eccitazione, potrebbero arrivare a manifestare altre problematiche come
anorgasmia, vaginismo e insoddisfazione sessuale [67].
Gli studi riguardanti la correlazione tra CSA e DE non sono numerosi, ma
piuttosto scarseggianti. Nel 1996 però, McCartey [75] con i suoi collaboratori si
soffermò sulle conseguenze dell'abuso su soggetti maschili ottenendo risultati
molto interessanti. Dalla ricerca svolta, infatti, emerse che le vittime avevano
probabilità maggiori rispetto al gruppo di controllo di andare incontro a
disfunzioni sessuali e che presentavano in alte percentuali DE. Questa
problematica emergeva sia per i danni a livello psicologico presentati dai soggetti,
sia dal fatto che essi, proprio perché vittime di esperienze traumatiche, hanno uno
stato di salute compromesso (bisogna ricordare che l'erezione è un processo
complesso, in cui entrano in gioco fattori psicologici, vascolari, metabolici,
endocrini, nervosi, iatrogeni, e ogni minimo squilibrio o alterazione del normale e
sano funzionamento dell'organismo può compromettere tale processo).
Nella review redatta dalla Psicologa Alessandra Rellini nel 2007 [76], è stato
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
proposto un modello teorico per comprendere più nel dettaglio le disfunzioni
sessuali nelle vittime di CSA. Questo prevede l'integrazione e l'adattamento di due
ben noti modelli utilizzati in sessuologia per studiare la risposta sessuale umana: il
modello di elaborazione delle informazioni (IPM) e il modello del doppio
comando per l'eccitazione sessuale (DCM).
Il primo modello, afferma che gli stimoli sessuali sono prima processati a livello
inconscio e, attraverso l'attivazione del sistema attentivo e di altri processi
cognitivi, essi spingono la persona verso la fase di eccitamento sessuale. Il
modello DCM, invece, si interessa principalmente della risposta agli stimoli
sessuali basata su un'automatica e non volontaria capacità dell'individuo. Tale
modello concepisce l'esperienza soggettiva e psicologica dell'eccitazione sessuale
come la somma di tutte le risposte positive e negative agi stimoli sessuali. IPM e
DCM non si escludono l'un l'altro, ma si completano reciprocamente ed il modello
descritto dalla Rellini [76] ne è un esempio.
Rispetto ai precedenti modelli, quello descritto nella review ha un vantaggio:
essendo più recente può includere le conoscenze derivate da studi svolti sulla
specifica risposta sessuale femminile. In particolare il modello fa una distinzione
tra tutti quei circuiti che si occupano delle risposte sessuali fisiologiche e quelli
che si prendono cura dell'esperienza soggettiva; ciò consente di distinguere tra
problematiche psicologiche e fisiologiche. Attraverso l'uso di tale modello si
riesce a spiegare anche il motivo per cui soggetti CSA presentano problematiche
quali l'iper e l'ipo-sessualità; vengono incluse le memorie sessuali implicite ed
esplicite che possono spiegare l'interazione tra la risposta sessuale automatica e i
fattori contestuali.
Quando una donna è esposta a stimoli sessuali, questi vengono elaborati a due
livelli: un primo livello (O1) ed un secondo (O2). Il primo è un processo
automatico e veloce che avviene a un livello percettivo di base, parzialmente o
completamente al di fuori della coscienza e non è volontario. I processi di primo
ordine si possono paragonare alla risposta di trasalimento ad un forte rumore:
questi influenzano le risposte fisiologiche, affettive e cognitive attraverso
l'attivazione della memoria implicita sessuale. In accordo con il modello IPM,
quando gli stimoli si confrontano con le memorie sessuali implicite, questi
44
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
vengono percepiti come pertinenti la sessualità e processati per attivare la risposta
sessuale fisiologica. Il modello presentato propone che le memorie implicite
sessuali possano impattare la risposta sessuale attivando anche le risposte affettive
e cognitive. Questa ipotesi è supportata dagli studi di Lang che mostrano come si
inneschi la risposta emotiva durante il primo processo. Per capire meglio questo
punto, basti pensare a una donna che ha appreso che la masturbazione è
vergognosa perché da piccola è stata punita poiché si masturbava. Questa donna
può non pensare che masturbarsi sia vergognoso, ma questo ricordo implicito si
può risvegliare nella sua mente mentre si sta masturbando. In questo esempio la
memoria sessuale è attivata dall'atto della masturbazione e dalle associazioni
cognitive e affettive.
Le memorie implicite sessuali hanno la capacità sia di eccitare che di inibire
l'attivazione delle risposte fisiologica, cognitiva, affettiva e sessuale. La somma di
tutte le eccitazioni e inibizioni della risposta determina l'esperienza finale.
Il processo di secondo ordine comprende livelli di funzionamento più elevati che
sono volontari, lenti e che avvengono con piena coscienza. I processi di primo
livello influenzano quelli di secondo: per esempio la risposta cognitiva attivata
inizialmente da stimoli sessuali, viene rielaborata al secondo livello. Ora
l'elaborazione è più complessa in quanto fattori quali contesto, stato d'animo
attuale del soggetto, cultura, valori personali, norme sociali e la visione della
propria sessualità, divengono parte dell'elaborazione che porta alla risposta
sessuale.
Similarmente al primo processo, le risposte cognitive, affettive e fisiologiche di
secondo livello, possono eccitare o inibire la risposta sessuale fisiologica e
soggettiva. Questa ulteriore somma dei fattori inibenti e stimolanti collabora a
creare la risposta finale. Bisogna però considerare il fatto che la risposta che
deriva dal secondo livello di elaborazione, può differire dalla risposta avuta al
primo livello. Per esempio una donna che associa i genitali maschili all'ansia, può
non provare tale emozione nel momento in cui il proprio partner si eccita e lei
percepisce che la fonte della sua eccitazione è lei stessa.
Sulla base di questo modello, è ragionevole aspettarsi che le vittime di abusi
45
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
sessuali, possano aver imparato ad associare automaticamente stimoli sessuali
con la paura (ricordi sessuali impliciti). Questa associazione attiva la risposta di
stress che inibisce l'attivazione sessuale in quanto la risposta da stress mette in
atto una risposta antagonista a quella sessuale. Inoltre, i sopravvissuti CSA
possono sperimentare una più debole associazione automatica tra effetti positivi e
stimoli sessuali e una forte associazione tra stimoli negativi e sessuali. Queste
associazioni possono lavorare in parallelo tra loro per inibire l'eccitazione sessuale
personale.
2.3.
DISTURBI DELL’ORGASMO
2.3.1. DEFINIZIONE
L'orgasmo, insieme di reazioni neuro-muscolari involontarie, è una risposta di
breve durata che si presenta al culmine dell'eccitazione sessuale e che viene
vissuta dal soggetto come estremamente piacevole. Penultima fase della risposta
sessuale umana, l'orgasmo può, come del resto tutte le altre fasi, essere
compromesso: ancora una volta si può andare incontro a disturbo specifico, quale
è l'anorgasmia.
L'anorgasmia si definisce come la “persistente o ricorrente difficoltà a raggiungere
l'orgasmo, nonostante un adeguato stimolo ed eccitamento” (DSM). Questa
problematica può essere primitiva, secondaria o casuale: è primitiva nel momento
in cui il soggetto non ha mai raggiunto l'orgasmo; secondaria quando viene meno
la capacità di raggiungere il piacere orgasmico; casuale, quando si presenta in
maniera del tutto occasionale. Come tutti i disturbi della sessualità, anche per
l'anorgasmia è centrale andare a verificare caratteristiche, tempo d'insorgenza ed
eziologia, tutti elementi fondamentali per quello che sarà poi l'approccio
terapeutico.
Nell'uomo il disturbo dell'orgasmo si può presentare anche se la capacità
eiaculatoria è mantenuta, ma rispetto alle donne è una patologia meno frequente.
Il sesso femminile, infatti, deve apprendere la risposta orgasmica e non sempre ci
46
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
si riesce. Per molte donne la capacità di provare l'orgasmo è segno di maturità,
mentre l'incapacità nel raggiungerlo viene considerata come inadeguatezza.
Quando si tratta l'argomento “orgasmo”, non è sempre facile valutarlo e
riconoscere i reali soggetti che soffrono di anorgasmia, in quanto è un tema
delicatissimo: può far sentire fortemente a disagio, deboli, incapaci; l'uomo può
mettere in dubbio la sua “potenza” e la sua virilità, le donne possono provare
sentimenti di inadeguatezza, di deprivazione, fino ad arrivare a sentimenti
depressivi. Per quanto riguarda la popolazione femminile inoltre, bisogna
considerare anche che per moltissime un rapporto sessuale è soddisfacente anche
nel momento in cui non raggiungono il massimo picco di piacere: la fase di
plateau può soddisfarle pienamente. Altre ancora non vivono la propria
anorgasmia in maniera negativa, non la considerano una disfunzione, ritenendo
soddisfacenti tutti gli altri atti proprio del comportamento sessuale (carezze,
abbracci, procurare piacere al partner).
2.3.2. DISTURBI DELL’ORGASMO E ABUSO SESSUALE
Le cause di tale disturbo sono ovviamente molteplici, da quelle biologiche (ad
esempio alterazioni nel normale funzionamento endocrino), a quelle psicologiche
e relazionali, ma non ci si deve mai limitare a una diagnosi esclusivista.
Nei disturbi dell'orgasmo le componenti psicologiche e relazionali giocano un
ruolo centrale e influenzano l'insorgenza degli stessi. Dalle ricerche svolte con lo
scopo di analizzare e conoscere le conseguenze sulla vittima dell'abuso, è emerso
che una grande percentuale di donne abusate presenta disturbi legati alla capacità
di raggiungere l'orgasmo: l'esperienza traumatica rende difficile riuscire a vivere
pienamente il rapporto con il partner, acquistare fiducia nell'altro e il desiderio di
abbandonarsi pienamente alle sensazioni che si provano in quei momenti.
Ciò viene confermato dai lavori di J. F. Kinzl e W. Biebel [53], i quali
aggiungono anche un altro fattore: l'educazione sessuale ricevuta. Svolgendo il
loro lavoro di ricerca, essi hanno riscontrato spesso come le donne anorgasmiche
avessero alle spalle una famiglia definibile disfunzionale. Nell'ambito della
psicopatologia sessuale bisogna sempre considerare la famiglia d'origine del
47
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
paziente, in quanto questa può influire o aver influenzato lo sviluppo della
problematica specifica. Per quanto riguarda l'anorgasmia, il ruolo della famiglia si
comprende se si va a considerare l'educazione sessuale che i genitori (o le figure
genitoriali) hanno impartito ai propri figli: un'educazione inappropriata, rigida,
che descrive la sessualità come qualcosa di vergognoso e impudico, influenza e
intacca negativamente lo sviluppo psico-sessuale del soggetto. Egli, una volta
adulto, potrà vivere la propria sessualità in maniera conflittuale, proverà emozioni
e sensazioni contrastanti che favoriranno l'insorgenza di disfunzioni, tra le quali
l'anorgasmia.
L'importante
ruolo
della
famiglia,
inoltre,
si
evidenzia
maggiormente riflettendo sulla relazione di attaccamento: un attaccamento sicuro
è l'unico che garantisce e permette lo sviluppo sano e completo del bambino, il
quale imparerà ad avere fiducia nelle figure di riferimento, a stabilire relazioni
intime e durature. Tutto ciò è centrale nel momento in cui il soggetto cerca e
instaura relazioni stabili in età adulta: una cattiva relazione con i genitori, il
mancato sviluppo di un attaccamento sicuro, possono compromettere la sua
capacità di avere fiducia nel/nella partner, andando a inficiare negativamente
anche la sessualità.
Analizzando i dati ottenuti dalla ricerca di Kinzl e dei suoi collaboratori [53],
emerge che ben il 27,8% del campione presenta anorgasmia, e la percentuale sale
fino al 42,3% nei casi in cui le vittime abbiano subito più volte la violenza;
risultati concordanti sono stati ottenuti dal lavoro di D. B. Sarwer e J. A. Durlak
[59], in cui il 18% delle donne abusate mostrava disturbi dell'orgasmo. Tutto ciò
viene evidenziato anche nelle ricerche di Kirschner e Rappaport [77], Westerlund
[63], Katz e Tirone [78], Rellini e Meston [76], nelle quali le emozioni negative,
l'ansia, il disgusto e il senso di colpa, sembrano favorire lo sviluppo di
problematiche riguardanti la fase orgasmica della risposta sessuale.
In un altro studio presente in letteratura, emerge la presenza di inibizione
dell'orgasmo in donne con CSA alle spalle. Tra le caratteristiche proprie
dell'evento traumatico, però, nei casi di queste vittime si riscontra l'uso della forza
e della coercizione per compiere l'abuso sessuale comprendente la penetrazione,
elementi che aggravano ancor più la già difficilissima situazione che queste
devono affrontare [59].
48
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
L'ansia, accompagnata da sensazioni di preoccupazione o paura, è stata ritrovata
spesso e in maniera più o meno intensa in moltissime donne abusate sessualmente.
Tale stato ansioso, che può dominare in maniera devastante la vita della donna,
può impedire di rilassarsi, di intraprendere l'attività sessuale con il partner,
rendendo la donna incapace di godere pienamente dell'esperienza e dell'orgasmo
[79]. Allo stesso modo può agire anche il senso di colpa, inficiando le relazioni e i
momenti di intimità.
A rendere difficoltoso il raggiungimento del piacere orgasmico, collaborano i
numerosi flashback, le associazioni e le memorie riguardanti l'evento traumatico
che si riaffacciano durante i rapporti: non è difficile capire come tutto ciò
comprometta l'attività sessuale, sia nelle risposte psicologiche che fisiologiche
[70, 80].
3. IPERSESSUALITÀ E IPOSESSUALITÀ
3.1.
DEFINIZIONE
Tra le possibili reazioni che una persona vittima di abuso può manifestare,
trovano spazio anche due condotte tra loro opposte: l'iposessualità e
l'ipersessualità. Anche questa volta le conseguenze del trauma sfociano
nell'ambito della sessualità, portando il soggetto a intraprendere strade diverse.
Il termine iposessualità, riportato in numerosi articoli, è preferibile sostituirlo,
descrivendo tale problematica come Disturbo da avversione (o evitamento)
sessuale, che si va ad opporre alla Dipendenza sessuale. Entrambi questi
comportamenti sono presentati da vittime di violenza, siano esse donne che
uomini.
La dipendenza sessuale comprende tutte quelle condizioni psicopatologiche in cui
sono presenti pensieri e fantasie sessuali intrusivi, che si associano all'incapacità
da parte del soggetto di controllare e regolare il proprio comportamento sessuale.
Il soggetto che è dipendente dal sesso, lo ricerca e utilizza per ottenere
cambiamenti umorali (sollievo dall'ansia e raggiungimento di uno stato di
49
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
benessere), o per soddisfare bisogni non prettamente sessuali (come potere,
sicurezza, intimità). Con il passare del tempo questi pensieri e comportamenti di
ricerca si fanno sempre più ricorrenti e insistenti, dando vita a un vero e proprio
circolo vizioso tipico delle condotte ossessivo-compulsive. Il sesso, così, diviene
una componente pervasiva nella vita dell'individuo e, nonostante promettano a sé
stessi e alle persone che hanno vicino di riuscire a controllare il loro
comportamento, non ci riescono. Le conseguenze di tutto ciò sono molto gravi e
impattano su ogni aspetto della vita dell'individuo: sono infatti di natura fisica
(malattia sessualmente trasmissibili, malattie legate allo stress, disturbi del sonno),
economica (spese legate alle attività sessuali), emotive (bassa autostima,
depressione, ansia), cognitive (vigilanza, acuità mentale sono
compromesse,
emergono deficit cognitivi), sociali (si trascura la famiglia o il partner, si
sessualizzano le relazioni) ed anche legali. Tutto ciò viene negato dal dipendente
sessuale rendendo ancora più difficile l'intervento e il trattamento terapeutico [81].
Sul lato opposto si colloca il Disturbo da avversione sessuale, il quale si
caratterizza per il fatto che il soggetto sia totalmente inibito nella prima fase della
risposte sessuale, quella del desiderio. Le persone colpite da tale disturbo
dichiarano di provare una persistente e ricorrente avversione nei confronti della
sessualità, mettendo in atto qualsiasi strategia pur di evitare l'intimità con il
partner e il contatto sessuale con esso. Si può parlare di una vera e propria risposta
di tipo fobico a qualsiasi stimolo e stimolazione di natura sessuale: sensazioni,
pensieri, sentimenti riguardanti la sessualità scatenano nell'individuo un senso di
panico con conseguente repulsione verso tutto ciò. L'impatto che tale quadro
patologico ha sulla vita del paziente è indubbiamente fortemente invasivo,
provocando grandi difficoltà, disagio e sofferenza.
3.2.
IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ E ABUSO SESSUALE
Tra le cause scatenanti queste patologie, la letteratura annovera l'abuso sessuale
con numerosi riscontri in un ampio numero di ricerche effettuate nel corso degli
anni.
50
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Sono molte le ricerche che documentano l'associazione tra CSA e una eccessiva
(non rientrante nella normalità) condotta sessuale negli adolescenti e i principi di
un disturbo di avversione [82]. In particolare gli studi condotti da Bartholow [83],
Chesney, Folkman e Chambers [84], hanno mostrato come un comportamento
sessuale incontrollato e iperattivo, sia maggiormente frequente tra le vittime
maschili rispetto a quelle femminili. In accordo con questi dati si collocano anche
ulteriori lavori nei quali si descrive come i ragazzi adolescenti erotizzino le
esperienze di CSA subite e, successivamente, mostrino questi comportamenti in
maniera incontrollata [85].
Lavori successivi a quelli condotti da Courtois [74] e Brunngraber [86], mostrano
una maggiore incidenza del disturbo da dipendenza e avversione sessuale nelle
vittime di abuso: Gorcey [87], Jehu [34], Beitchman [88], Di Lillo e Long [89]
descrivono come le vittime, anche se non arrivando ancora a quadri
psicopatologici, mostrino la tendenza a ricercare relazioni brevi, occasionali,
anche con più partner, abbiano una attività masturbatoria giudicabile come
eccessiva, o al contrario come siano spaventati e provino disgusto per la sessualità
e abbiano difficoltà nella masturbazione reciproca con il compagno.
3.3.
IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ MASCHILE E CSA
Sono molte le ricerche che documentano l'associazione tra CSA e una eccessiva
(non rientrante nella normalità) condotta sessuale negli adolescenti e i principi di
un disturbo di avversione [82]. In particolare gli studi condotti da Bartholow [83],
Chesney, Folkman e Chambers [84], hanno mostrato come un comportamento
sessuale incontrollato e iperattivo, sia maggiormente frequente tra le vittime
maschili rispetto a quelle femminili. In accordo con questi dati si collocano anche
ulteriori lavori nei quali si descrive come i ragazzi adolescenti erotizzino le
esperienze di CSA subite e, successivamente, mostrino questi comportamenti in
maniera incontrollata [85].
In un lavoro di ricerca svolto nel 1996 da McCartey [75], tali soggetti non
riuscirono a controllarsi nemmeno durante lo svolgimento dei test e degli esami a
51
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
cui furono sottoposti per raccogliere i dati: molti, infatti, ricorsero a un'attività
masturbatoria compulsiva per soddisfare il loro bisogno e placare i pensieri
ossessivi.
3.4.
IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ FEMMINILE E CSA
Già nei lavori svolti da Courtois [74] si evidenziava come le vittime di incesti
fossero incapaci di rilassarsi ed entusiasmarsi rispetto all'attività sessuale: questi si
astenevano o evitavano in ogni modo la sessualità, o in casi del tutto opposti,
presentavano un compulsivo desiderio sessuale. Qualche anno dopo Brunngraber
[86] riscontrò come per le vittime di abusi l'attività sessuale divenisse un qualcosa
di spaventoso, portando le donne ad evitare qualsiasi tipo di relazione con un
uomo.
Nella review redatta dalla Psicologa Alessandra Rellini [76], ci si è soffermati
sull'analisi dell'ipersessualità, comprendendo nella sua definizione anche i
comportamenti sessuali impulsivi, agiti anche con sconosciuti, condotti in
condizioni di rischio e senza l'utilizzo di protezioni come il profilattico. Una
definizione più ampia quindi, che ha mostrato uno scenario molto vasto. La
dottoressa, svolgendo il suo lavoro di ricerca, ha potuto constatare come spesso le
condotte ipo ed iper-sessuali possano addirittura coesistere, presentarsi nello
stesso soggetto alternandosi tra loro: dopo un periodo di totale iperattività e
promiscuità, l'individuo può manifestare la condotta opposta, mostrando forte
avversione per la sessualità. Concordano con questo ultimo dato, i risultati di una
ricerca svolta nel 1999 [80], nella quale le donne costituenti il campione hanno
descritto la loro vita sessuale: analizzando i resoconti personali è emerso che
moltissime donne che in età adulta provavano una forte avversione per la
sessualità, durante l'adolescenza avevano avuto una condotta del tutto liberale e
promiscua.
Per quanto riguarda il disturbo da avversione sessuale possiamo individuare
numerosi modi tramite i quali le donne evitano l'intimità: non andare a letto prima
che il partner si sia addormentato, indossare una biancheria non molto sexy,
52
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
dormire sul divano o in un'altra stanza, crearsi (o addirittura inventarsi) mille
impegni per non avere tempo da dedicare al proprio partner, sono tutte tattiche
adottate da moltissime donne.
3.5.
EMOZIONI, IPERSESSUALITÀ, IPOSESSUALITÀ E CSA
Le emozioni negative che i soggetti con CSA alle spalle vivono al momento della
violenza e che vengono poi utilizzate per categorizzare e memorizzare l'accaduto,
si rispecchiano poi sulla sessualità in generale, portando ulteriori conseguenze
negative: possono scaturire reazioni fobiche verso l'intimità e le condotte sessuali,
portando grande sofferenza nel soggetto ormai adulto, il quale vorrebbe una
relazione stabile e magari una famiglia [55].
In un modello teorico presentato da Leonard e Follette dell'Università del Nevada,
si cerca di spiegare la causa dei disturbi sessuali presentati dalle vittime di abuso,
compresi quelli trattati in questo paragrafo. Secondo gli studiosi la patologia
psicosessuale sarebbe il risultato dell'utilizzo di strategie di coping: in particolare
si tratterebbe di evitamento. Tramite un processo di condizionamento classico i
soggetti acquisirebbero la paura e il comportamento di evitamento, il quale
sarebbe successivamente rafforzato e mantenuto attraverso il condizionamento
operante [90].
Il ruolo delle emozioni nella nostra vita è indubbiamente centrale, svolgono una
funzione adattiva permettendoci di adattarci all'ambiente nel quale siamo immersi,
anche se molte di esse vengono da noi connotate come emozioni negative, in
quanto fonte di disagio e dolore. Precedentemente è già stata descritta l'influenza
della sfera emotiva sulla sessualità, ma rispetto al disturbo da avversione sessuale
è bene e opportuno riprendere tale indirizzo.
In modo particolare occorre soffermarsi su una emozione in particolare, che può
aiutare a spiegare il disturbo da avversione sessuale: il dolore. Questa è
un'emozione che l'uomo cerca sempre di evitare, dalla quale sfugge, proprio
perché motivo di sofferenza; in realtà essa è centrale per la nostra sopravvivenza
in quanto ci permette di riconoscere un danno, una lesione subita e di metterci al
53
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
riparo (di ricercare cure, o semplicemente di riposarci). In ambito sessuale il
dolore può generarsi a seguito di un evento traumatico, come il subire un abuso.
Da molti dati presenti in letteratura emerge come le vittime di CSA creino un forte
legame tra sesso e dolore, come il pensare al primo li porti inevitabilmente a
quella emozione che ognuno di noi fugge ogni volta che ne ha la possibilità.
Questo potrebbe essere un meccanismo adattivo, un tentativo di difendersi da un
qualcosa che ha creato una grande ferita nella vittima, ma è un'arma a doppio
taglio: da una parte infatti, allontana le emozioni e sensazioni negative, dall'altra
crea ulteriori disagi e sofferenze. Associare il dolore alla sessualità porta
l'individuo a fuggire da quest'ultima, quindi a non ricercare l'intimità con il
partner, a sfuggire tutte quelle situazioni in cui la vicinanza all'altro gli riporta alla
mente tutte le sensazioni, emozioni provate al momento dell'abuso: ecco che il
desiderio viene meno, l'intimità evitata e percepita come pericolosa, e si instaura
un comportamento che condurrà sempre più verso lo sviluppo del disturbo vero e
proprio [91].
Ci sono molti casi di soggetti abusati nell'infanzia che non presentano
comportamenti inquadrabili nella psicopatologia sessuale, ma che comunque si
distanziano dalla normale condotta. Si è riscontrato infatti un comportamento
sessuale molto liberale, una maggiore attività masturbatoria, più fantasie erotiche,
fino ad arrivare a una frequentissima erotizzazione delle relazioni [11].
È stato anche riscontrato che le donne con CSA tendano a fare una
autovalutazione delle conseguenze dalla quale esse appaiono come disinibite, con
comportamenti totalmente liberi, seduttivi e provocanti, alla ricerca di relazioni
brevi e con partner sempre diversi. Al contrario, le autovalutazioni fatte dal sesso
maschile indicano non tanto questo modo “spregiudicato” di vivere la sessualità,
quanto l'impatto negativo che la violenza subita ha avuto sulla loro immagine di
sé e sulla soddisfazione sessuale [92].
54
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
4. LA SESSUALIZZAZIONE TRAUMATICA
“La vittima di abuso ne esce deformata psichicamente; la sessualizzazione
traumatica è il risultato più evidente, il più caratteristico dell’esperienza di abuso
e, quindi, il più facilmente riconoscibile” (Dott.ssa M. Cheli)
La sessualizzazione traumatica “si riferisce al processo tramite il quale la
sessualità del bambino è sagomata in modo evolutivamente inappropriato e
disfunzionale a livello interpersonale, come conseguenza specifica dell'abuso
sessuale” [93]. Questo può verificarsi nel momento in cui il bambino è coinvolto
in attività sessuali non appropriate al suo livello di sviluppo, portando la
giovanissima vittima a intraprendere un percorso di sviluppo in cui ci sono sia
un'alterazione a livello cognitivo e emotivo, sia la distorsione del concetto di sé e
del mondo che lo circonda. Egli, inoltre, apprende che il comportamento sessuale
è una strategia per manipolare gli altri per riuscire a soddisfare i propri bisogni,
tramite lo scambio affettivo, di attenzioni e regali che riceve in cambio delle sue
prestazioni sessuali. Sessualità e morale gli vengono trasmessi prettamente sotto
una connotazione negativa, così come per quanto riguarda la visione di sé del
bambino.
Tra i vari effetti della sessualizzazione traumatica, sono stati osservati l'avversione
per la sessualità, flashback riguardanti l'abuso, difficoltà con l'eccitazione e
l'orgasmo, vaginismo, visioni negative per la sessualità e il proprio corpo. In
modo particolare i bambini sembrano mostrare una conoscenza che non è
evolutivamente appropriata alla loro età: questi intraprendono rapporti sessuali e/o
contatti oro-genitali con i coetanei in età scolare, sono confusi rispetto alla propria
identità sessuale.
Miragoli [94], rielaborando la definizione data da Finkelhor e Browne [2] della
sessualizzazione precoce, la definisce come “un iper-eccitbilità e un'attività
sessuale impropria e ripetitiva, comportamenti sessualizzati promiscui e tentativi
di aggressione sessuale nei confronti degli altri”.
Riassumendo, tra i sintomi caratteristici della sessualizzazione precoce
ritroviamo:
55
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo

conoscenze sessuali inadeguate rispetto all'età del soggetto;

avance sessuali verso i coetanei e gli adulti (in questo ultimo caso è
presente la paura del contatto);

giochi in cui sono inseriti elementi che rimandano alla sessualità in
maniera esplicita;

forti preoccupazioni riguardo i propri genitali;

masturbazione compulsiva.
È fondamentale ricordare che l'abusante utilizza il sesso come dimostrazione
d'amore, provocando nella vittima forte confusione: essa impara a confondere
l'affetto con il sesso, a evitare punizioni attraverso la disponibilità sessuale, a
modulare l'ansia tramite l'attività sessuale stessa, anche se tutto ciò viene poi
vissuto con sentimenti di vergogna e isolamento [95].
I comportamenti sessualizzati vengono ritenuti come gli unici indicatori di abuso,
ed è proprio per questo che uno strumento importantissimo per fare diagnosi in tal
senso è il CSBI (Child Sexual Behavior Inventory, elaborato da Friedrich nel
1997), questionario somministrato alle persone che si prendono cura del minore e
che riguarda le condotte di quest'ultimo: dalla sua analisi è possibile verificare su
è stato subito o meno l'abuso sessuale.
È quindi ben documentata la relazione tra CSA e Disfunzioni sessuali, anche se
sarebbe molto importante ed utile incentivare la ricerca nel campo della sessualità
maschile, poiché i dati attualmente a disposizione sono veramente pochi. Al
contrario c'è moltissimo interesse per le problematiche femminili, con studi ben
strutturati e ricchi di spunti di riflessione.
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
DISTURBI DA DOLORE COITALE
1. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE
I Disturbi da dolore coitale si caratterizzano per una componente del tutto
peculiare e specifica di tali disfunzioni: il dolore.
Il dolore si potrebbe definire come uno strumento fondamentale del nostro
organismo, in quanto ci fornisce informazioni riguardanti il nostro stato di
benessere/malessere: esso svolge quindi una funzione centrale per la nostra
esistenza, in quanto campanello d'allarme che ci rende consapevoli di un problema
più o meno grave.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'IASP (International Association for
the Study of the Pain, 1986) definiscono il dolore come “un'esperienza sensoriale
ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o
descritta in termini di danno”.
Esso non si può definire come una semplice sensazione provata dall'individuo: il
dolore, infatti, comprende reazioni di evitamento, resoconti verbali e il vissuto
proprio del soggetto. Il dolore non viene percepito nello stesso modo e nella stessa
intensità da tutti noi, ma possiamo vedere che la soglia del dolore cambia da
individuo a individuo. Nel momento in cui un soggetto riceve uno stimolo
doloroso, avrà una sua propria reazione al dolore, legata sia alla soglia del dolore,
sia alle esperienze pregresse: queste rappresentano la base da cui ognuno di noi ha
appreso il significato dalla parola “dolore” con tutte le emozioni che l'hanno
accompagnate.
Nel momento in cui il dolore viene esperito nel campo della sessualità, esso va a
generare quadri psicopatologici ben chiari, ma allo stesso tempo complessi.
L'esperienza dolorosa che la donna si trova ad affrontare può avere cause
diversissime e portare a molteplici conseguenze, sia fisiche che psichiche. Le
esperienze passate, infatti, possono ad esempio causare l'evitamento di rapporti e
57
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
stimoli sessuali.
La sessualità femminile e più nello specifico i disturbi ad essa legata, sono stati
negati per lungo tempo: mentre lo studio e l'attenzione verso la sessualità maschile
crescevano, ciò non accadeva per il mondo femminile. Si può così evidenziare un
grande ritardo, anche scientifico ovviamente, nell'indagine di queste tematiche, le
quali sono iniziate ad emergere a partire dagli anni in cui uscì la prima pillola
anticoncezionale. Gli studi presenti in letteratura riguardanti le disfunzioni
sessuali femminili non sono moltissimi e stanno crescendo proprio in questi ultimi
anni: si ha un'altra visione della sessualità della donna, non la si considera più
come “finalizzata” unicamente alla riproduzione, ma le si riconosce il suo diritto a
viverla pienamente.
È proprio grazie al riconoscimento della sessualità femminile che ci si è iniziati ad
interessare non solo del suo normale funzionamento, ma anche dei disturbi ad essa
associati. In merito al dolore coitale, quindi, possiamo distinguere due quadri
psicopatologici: la Dispareunia e il Vaginismo. Questi possono essere causati da
molteplici cause e in questo capitolo si cercherà di individuare e riconoscere la
possibile influenza dell'abuso sessuale subito nell'infanzia nella loro genesi.
Persistente o ricorrente dolore genitale durante i tentativi di
DISPAREUNIA
penetrazione o durante la completa penetrazione vaginale nel
rapporto sessuale
Persistente o ricorrente difficoltà della donna ad accettare la
penetrazione vaginale del pene, di un dito o di un oggetto nonostante
VAGINISMO
l’espresso desiderio della donna di farlo. Ci sono spesso un
evitamento fobico o una paura anticipatoria del dolore. Anomalie
anatomiche o altre anomalie fisiche devono essere escluse o trattate
Tabella 6 - Classificazione dei "Sexual Pain Disorders" [119]
58
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
2. DISPAREUNIA
2.1.
DEFINIZIONE E DESCRIZIONE
La Dispareunia è il disturbo caratterizzato dal persistente o ricorrente dolore
genitale che si viene a presentare durante i tentativi di penetrazione/penetrazione
completa vaginale nel rapporto sessuale [96 - 97].
Il rapporto sessuale non è l'unica causa del disturbo, infatti la Dispareunia è una
disfunzione sessuale con una eziologia multifattoriale e multisistemica [98 - 100]:
fattori psicosessuali e biologici infatti, interagiscono tra loro in maniera altamente
variabile, influenzando la predisposizione, l'insorgenza e il mantenimento del
disturbo.
Nel momento in cui una donna richiede un consulto specialistico indicando
sintomi che indirizzano la diagnosi verso la Dispareunia, è importante prestare
moltissima attenzione a diversi aspetti della persona: apparato muscolare, sistema
endocrino, sistema immunitario, apparato vascolare, apparato neurologico,
apparato riproduttivo e l'insieme di tutti i fattori iatrogeni, devono essere
analizzati con cura, in quanto tutti possibili fattori influenzanti e scatenanti la
sintomatologia. Non bisogna poi dimenticare il fatto che le cause del disturbo
possono non rimanere stabili e costanti nel tempo, e che si possono verificare
situazioni in cui tali fattori possono andare incontro a modiche, influenzando poi
anche la gravità del quadro patologico [101 - 103].
Per molto tempo si è pensato che la Dispareunia superficiale (quella riguardante la
parte più esterna del canale vaginale) fosse dovuta a cause psicologiche, mentre
solo per la Dispareunia profonda si riconoscevano cause mediche. Questa
distinzione però, non è stata ritenuta più valida ed esaustiva, in quanto il quadro
psicopatologico si presenta in maniera sempre più complessa e variegata.
Per ogni caso è importante riuscire a ricostruire la storia del dolore, la zona che
interessa, la tipologia, la severità, da quanto tempo si manifesta e tutti gli aspetti
associati. Non bisogna mai dimenticare l'aspetto psicologico, centrale ma non
visibile a un'analisi superficiale.
59
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Il dolore coitale, se vissuto più volte, può portare all'instaurarsi di un circolo
vizioso: l'esperienza negativa alle spalle, si risveglia nel momento in cui il
soggetto si approccia nuovamente ad un rapporto. L'anticipazione del dolore
vissuto in precedenza può influenzare negativamente la donna che, rivivendo
mentalmente quelle sensazioni, può vivere la sessualità con grande ansia, creando
involontariamente i presupposti per un ulteriore vissuto doloroso [104].
Figura 7- Circolo vizioso del dolore sessuale [104]
La definizione e l'eziologia della Dispareunia hanno nel corso del tempo
provocato confusione, dubbi e opinioni contrastanti tra loro. Essendo un disturbo
molto complesso, gli esperti ne hanno via via evidenziato aspetti diversi, andando
a privilegiare cause fisiche o psichiche. Importanti sono stai i lavori di Lamont nel
1980 che ha cercato di studiare le cause della patologia, il contributo di Sarazin e
Seymour [105] i quali affermarono che la Dispareunia non sia un disturbo, ma un
semplice sintomo e la ricerca svolta dalla Binik [106] che concepisce la
Dispereunia non più come “disfunzione sessuale”, ma come “disturbo da dolore”
[107].
Fino alla quarta edizione del DSM, la Dispareunia era inclusa tra le Disfunzioni
Sessuali ed era descritta tramite i seguenti criteri:
60
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
A. Ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale in un
maschio o in una femmina.
B. L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
C. L'anomalia non è causata esclusivamente da vaginismo o da mancanza di
lubrificazione, non è meglio attribuibile ad un altro disturbo in Asse I (tranne
un'altra Disfunzione Sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti
fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o di
una condizione medica generale.
Specifiche
Tipo Permanente Vs Tipo Acquisito
Tipo Generalizzato Vs Tipo Situazionale
Dovuto a Fattori Psicologici Vs Dovuto a Fattori Combinati
Riquadro 1- Criteri Diagnostici della Dispareunia – DSM IV TR (2001) [108]
Con la pubblicazione del DSM-V, questo quadro psicopatologico è stato rivisto e
la sua diagnosi verrà inclusa nel Disturbo da penetrazione genito-pelvica da
dolore e penetrazione [109].
Da una riflessione sui criteri del DSM si possono notare degli elementi importanti
da prendere in esame nel momento in cui ci si approccia a una paziente che
probabilmente soffre di questo disturbo. Nonostante questi criteri siano ormai
superati, rimane sempre centrale porre attenzione sui seguenti aspetti: tempo
d'insorgenza (quando si è presentato il disturbo? Bisogna capire se esso è primario
o acquisito), contesto in cui si manifesta (si presenta in modo generalizzato o
situazionale?), possibili cause e disagio provato dalla paziente.
Circa il 10-15% delle donne in età fertile soffre di questo problema, mentre dal 3
al 33% delle donne in menopausa vivono diversi livelli di dispareunia [98, 110].
Precedentemente nella trattazione si è accennato al fatto che per molto tempo si
sono distinte una Dispareunia superficiale e una profonda, ora invece si possono
61
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
distinguere tre tipi di disturbo facendo riferimento alla sede del dolore:

superficiale

mediovaginale

profonda.
Queste diverse tipologie però, nella pratica clinica non si riscontrano così distinte,
ma sono intrecciate tra loro, presentandosi come associate, soprattutto in quei casi
in cui il disturbo è cronico.
Mappa del
dolore
Intensità
del dolore
Cadenza del
dolore
Sede introiatale
Valutato
mediante
scala
analogica da
0 a 10
Prima
della
penetrazione
Solo durante
coito
Sede
mediovaginale
laterale
Diario
dolore
All'inizio della
penetrazione
Durante e dopo il
coito
Uretralgici o cistiti
Durante
la
penetrazione
Fino a due/tre
giorni dopo il
coito
Secchezza vaginale
Sede
mediovaginale
anteriore
del
Sede introiatale
e mediovaginale
posteriore
A
penetrazione
completa
Sede vaginale
profonda
Dopo
rapporto
sessuale
Durata del
dolore
Sintomi associati
il
Urinari
Intolleranza alla frizione
sui vestiti, stimolazioni
manuali
durante
il
petting,
intolleranza
all'uso
dei
tamponi
vaginali
il
Disturbi
vulvari,
comparsa dei sintomi
della dispareunia durante
la visita ginecologica
Tabella 7- Semeiologia della dispareunia (Plaut M., Graziottin A., Heaton J.,2004) [120]
62
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
2.2.
EZIOPATOGENESI
Per quanto riguarda le cause della Dispareunia, esse sono molteplici e si possono
distinguere in cause biologiche e psicosessuali (anche se non bisogna mai
dimenticare che in questo ambito non si devono mai fare diagnosi esclusiviste).
Infezioni, infiammazioni, squilibri ormonali, cause muscolari, neurologiche e
iatrogene, sono tutti possibili fattori che possono portare all'insorgenza del
disturbo.
Dagli studi presenti in letteratura si evidenzia con una frequenza sempre
maggiore, come vestiboliti vulvari, vaginiti, cistiti, atrofie e distrofie vulvovaginali, ipertono del pavimento pelvico, neuropatie, siano state riconosciute tra le
cause scatenanti la Dispareunia [111 - 112].
Per quanto riguarda invece le cosiddette cause psicsessuali, si è visto come sia
presente forte comorbidità con altri disturbi della sfera sessuale (esempio il
vaginismo), oppure con disturbi di natura affettiva, depressione, ansia, per
giungere al catastrofismo [113].
Figura 8- Eziologia della Dispareunia [120]
63
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Gli studi e le ricerche svolte in merito a tale disturbo sessuale sono piuttosto
recenti, si sono sviluppate con forte ritardo rispetto alle disfunzioni maschili e per
questo non sono disponibili moltissimi dati riguardanti l'eziologia, soprattutto
sotto il profilo psicologico.
2.3.
DISPAREUNIA E ABUSO SESSUALE
Scopo di questo lavoro di tesi è quello di andare a verificare la presenza di un
legame tra abuso e disturbi da dolore coitale, e la letteratura ha fornito dei dati
che, seppure limitati, sono utili e fonte di spunto per riflessioni e ulteriori future
indagini.
La letteratura mostra dati contrastanti riguardo al contributo dei fattori psicologici
alla dispareunia, ma in tutti i lavori se ne riconosce l'importanza [110].
Alcune donne affette da tale disturbo riportano paura e disgusto in risposta all'atto
sessuale [114] (importante è qui ricordare come risposte affettive quali la paura,
possono mediare la risposta psicologica al dolore, portando il soggetto a
concentrarsi maggiormente su di esso, percependolo come più forte). Questa
paura può essere legata a due fattori: l'anticipazione del dolore sulla base di
passate esperienze o ad atteggiamenti negativi verso la sessualità [115]. Le
evidenze supportano queste ipotesi: donne con Dispareunia affermano di avere
sentimenti negativi verso la sessualità, di provare meno piacere sessuale, più
sentimenti di depressione verso la sessualità insieme ad atteggiamenti negativi
[116]. Tutto ciò è riscontrabile negli schemi sessuali di tali donne, i quali risultano
spesso essere influenzati da esperienze passate di abusi sessuali [117].
Diversi studi infatti, hanno evidenziato la presenza di storie di abuso sessuale in
donne con Dispareunia: anche abusi subiti durante l'infanzia e l'adolescenza
avrebbero quindi la capacità di favorire l'insorgenza di tale quadro
psicopatologico in età adulta [118 - 120].
64
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Characteristics of the
Sexual Disorder
Woman without
CSA
(n = 158)
SingleIncident
Victims
(n = 18)
Multiple-Incident
Victims (n = 26)
Sexual Pain Disorders
(n = 24)
18 (l1.4%)
2 (ll.l%)
4 (15.4%)
Tabella 8- Sexual Disorders Among Women with Single, with Multiple, and Without Histories of
Childhood Sexual Abuse Johann F., Kinz L., Traweger C., Biebl W., 1995 [53]
Una volta riscontrata la presenza di questo legame tra abuso e Dispareunia, è
interessare andare a vedere il motivo per il quale tele connessione si viene a creare
e a mantenere stabile nel tempo.
Per far ciò bisogna tener presente sia la complessità della psiche umana, con tutte
le sue componenti cognitive, emotive e percettive, sia la natura composita del
disturbo stesso.
L'equilibrio psichico dell'individuo sempre e inevitabilmente va a influenzare
l'attività sessuale dello stesso, quindi attraverso un'analisi delle sue dinamiche si
può cercare di comprendere il meccanismo che porta dall'esperienza di CSA alla
manifestazione del disturbo da dolore coitale.
Tra i diversi fattori psicologici che interferiscono con l'attività sessuale, ce ne
sono diversi che lo fanno in maniera negativa, andando a creare diverse situazioni
di disagio e di patologia. Questi, infatti, vengono ad avere un'azione inibente la
sessualità, in quanto la vanno a connotare unicamente sotto una accezione
negativa.
È indubbio che le esperienze passate influenzino il nostro presente e le scelte che
effettueremo nel futuro, ma questo è valido sia per vissuti positivi che negativi. Le
emozioni associate a tali eventi, infatti, vengono ricordate in maniera vivida e
sono esse, principalmente, a influenzare il nostro comportamento futuro. Il ricordo
quindi di esperienze dolorose, negative, che hanno causato sofferenza come i casi
di violenza sessuale, facilitano l'insorgenza di disturbi nella sfera sessuale. Ciò è
ancora più evidente se si fa riferimento a donne che hanno sviluppato il disturbo
in maniera cronica: esperienze traumatiche che hanno causato lesioni fisiche
65
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
nell'apparato genitale, è comprensibile che portino il soggetto a vivere i successivi
rapporti sessuali accompagnati da dolore, ma nel momento in cui il disturbo si
cronicizza ci possono essere cause più profonde delle sole lesioni fisiologiche.
Per quanto riguarda la Dispareunia tutto ciò viene a realizzarsi facilmente: le
donne che ne sono colpite tendono a non prendere l'iniziativa sessuale, a essere
più tese, a vivere ansia prima che l'atto sia intrapreso, a focalizzare la propria
attenzione sul minimo dolore, percependolo maggiormente.
Queste non sono libere nel vivere la propria sessualità, ma la vivono spessissimo
con forti livelli di ansia [119].
La Dispareunia si può presentare in comorbidità con altri disturbi della sfera
sessuale, quali il disturbo del desiderio e dell'eccitazione. Questa compresenza di
quadri sintomatologici, può essere dovuta all'esperienza di abuso subita: il trauma
può portare la donna verso un declino del desiderio e, conseguentemente, a un
disturbo dell'eccitazione. Nel momento in cui la donna non entra nella fase di
eccitazione della risposta sessuale, viene a mancare un elemento centrale: la
lubrificazione vaginale. Un coito con scarsa o nulla lubrificazione, inevitabilmente
causerà dolore alla donna (ma anche al partner), ed ecco che molte donne
denunciano i sintomi tipici della dispareunia [121].
Sempre legata al problema della lubrificazione, risulta essere l'aspettativa del
dolore. In alcuni studi è emerso che donne che in passato hanno subito violenze, e
che quindi hanno un ricordo doloroso e traumatico del rapporto sessuale, hanno
rafforzato molto il binomio sesso-dolore. In questo modo tale schema mentale va
a influenzare i successivi approcci alla sessualità: la donna che si aspetta che da
quel dato rapporto esperisca dolore, si pone in uno stato negativo di ansia, che non
permette un'idonea lubrificazione vaginale. In un quadro del genere ci si può
aspettare lo sviluppo di Dispareunia [122].
Tutti questi dati sono stati spunto per ulteriori studi i quali hanno voluto ampliare
le conoscenze disponibili riguardo alla lubrificazione in donne con CSA alle
spalle.
Due studi in particolare hanno visto che donne affette da Dispareunia hanno una
66
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
lubrificazione comparabile a quella di donne che non vivono il dolore coitale. Ciò
appariva evidente nel momento in cui si sottoponeva il campione alla vista di
filmati erotici [123 - 124].
Uno stato di eccitazione nella norma veniva raggiunto anche tramite la
masturbazione [125], così gli studiosi ipotizzarono che i sintomi tipici del disturbo
fossero dovuti a un ulteriore fattore. Essi, così, indagarono ulteriormente e videro
che l'incapacità di avere una risposta sessuale nella norma, compariva unicamente
nel momento in cui la donna intraprendeva un rapporto con il partner: in questo
contesto ci sarebbe una vera e propria inibizione che renderebbe impossibile il
presentarsi della lubrificazione, ma che porterebbe al manifestarsi della
Dispareunia [122].
Altro elemento comune a molte donne con disturbo da dolore coitale, è quello
della paura della penetrazione. Questo, presente anche in altri disturbi della sfera
sessuale come il vaginismo, è stato riscontrato da diversi studiosi della
Dispareunia.
La paura nei confronti della penetrazione vaginale porta, non solo a uno stato
emotivo ansioso, ma anche a delle modificazioni fisiologiche specifiche. Gli
studiosi a tal proposito hanno visto che le donne che provano tale emozione,
presentano una forte contrazione e tensione a livello della muscolatura
perivaginale: ciò non consente una facile penetrazione con conseguente vissuto
doloroso [126].
Sarwer e Durlak [59] hanno svolto uno studio su un campione di ben 359 donne
sposate, in terapia sessuale di coppia. Portando avanti il loro lavoro di ricerca, essi
hanno riscontrato che ben il 13% del loro campione riportava disturbi da dolore
coitale. Partendo da questo interessante dato, gli studiosi hanno cercato di
analizzare le dinamiche dell'abuso per individuare la presenza di elementi che
potrebbero maggiormente favore l'insorgenza del disturbo. Tale lavoro non si è
rivelato ovviamente di semplice esecuzione, in quanto i fattori da prendere in
considerazione erano molteplici e bisognava sempre considerare le differenze
individuali. Ciò che più facilmente risaltava agli occhi era che se l'abuso era stato
perpetrato con violenza e forza, se era stato agito da persone familiari e/o
67
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
conosciute dalla vittima, se la violenza era stata subita più volte, i danni che ne
conseguivano erano di maggiore gravità (ad esempio la Dispareunia si presentava
più spesso e tendeva a divenire cronica).
Importante è anche il lavoro svolto da Walker e collaboratori nel 1992 [127], su
un campione di donne seguite per laparoscopia diagnostica (una metà era seguita
per dolore pelvico e l'altra metà per motivi di infertilità). Lavorando a questa
ricerca il gruppo di studiosi vide che le donne con alle spalle un caso di CSA
grave (incesto, stupro, contatto orale con l'abusatore, accarezzamenti ripetuti),
erano più soggette a presentare i sintomi del dolore cronico. Anche un altro studio
evidenziò tale risultato, aggiungendo un altro fattore: la violenza agita da più
individui causava danni gravi nella vittima, compresi i sintomi propri della
Dispareunia [128].
In successivi lavori viene sottolineato il ruolo del dolore nella genesi e nel
mantenimento del quadro psicopatologico in esame. Durante l'età adulta l'atto
sessuale può riportare alla coscienza ricordi riguardanti il dolore fisico che si è
provato durante il CSA. Se il sesso viene associato al dolore fisico, un adulto con
CSA alle spalle può adottare uno schema disadattivo basato sulla paura del sesso
[91, 129]. Evitare il dolore emotivo associato con l'abuso passato può anche
contribuire a problemi con tatto e problemi di eccitazione: si ritorna così
all'ipotizzato legame tra scarsa eccitazione, mancanza di lubrificazione e
insorgenza della Dispareunia [130 - 131].
Uno studio svolto nel 2008 da un gruppo cospicuo di ricercatori, ha evidenziato
che le donne abusate sessualmente da piccole, presentavano più frequentemente
problemi di salute che vanno ad interferire con la sfera sessuale. Queste, inoltre,
sono più a rischio per le disfunzioni sessuali, soprattutto quelle specifiche del
dolore e della soddisfazione [132].
Una considerazione più generale è stata riscontrata in un numero cospicuo di
ricerche, le quali hanno sottolineato un aspetto proprio riferito dalle vittime di
abuso: le donne abusate hanno spesso flashback dell'evento traumatico durante i
rapporti sessuali con il proprio partner e ciò potrebbe andare a influenzare
negativamente la loro risposta sessuale. Ecco che potrebbe insorgere il disturbo da
68
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
dolore coitale [72].
Precedentemente si è parlato del ruolo della paura nella genesi della
psicopatologia presa in esame, ma si può ipotizzare anche il ruolo svolto dal
sentimento di colpa che molte vittime provano. Moltissimi soggetti con CSA alle
spalle riferiscono di provare sentimenti di colpa rispetto all'accaduto, come se ciò
che gli fosse successo sia stato da essi stessi causato. Nel momento in cui il
soggetto si approccia alla sessualità provando colpa, si pone in uno stato che
sfavorisce il rapporto stesso: sentendosi in colpa egli vivrà negativamente il suo
stesso stato di desiderio e soprattutto di eccitazione. Nel caso della donna il vivere
male l'eccitazione sessuale, porta a una scarsa o assente lubrificazione vaginale
che può causare dolore durante il coito e, a lungo andare, Dispareunia [67] [68].
Se gli studi riguardanti il Disturbo da dolore coitale femminile non sono così
numerosi, lo sono ancora meno nel momento in cui ci si approccia ad essi
riguardo il sesso maschile.
Spulciando i vari articoli presenti in letteratura, non si sono trovati dati cospicui a
tal riguardo, soprattutto poi se ci si concentrava sull'esistenza del possibile legame
tra CSA e disturbo.
Articolo interessantissimo e ben strutturato in merito a ciò, è quello scritto da
Loeb, Williams e collaboratori [133]. In questo scritto, essi hanno analizzato il
rapporto tra abuso sessuale nell'infanzia e sviluppo di disturbi nella sfera sessuale
in età adulta. Nel far ciò, si sono soffermati in maniera attenta e precisa su
entrambi i sessi: la review, infatti, si può ritenere composta da due parti distinte in
cui si analizzano le ricerche precedenti e in cui si propongono nuove ipotesi,
prima per il mondo femminile, poi per quello maschile.
Le conseguenze dannose del CSA sull'uomo sono molteplici e di svariata natura:
abuso di droghe e di alcol, difficoltà sessuali e problematiche relazionali, disturbi
dissociativi, sentimenti di vergogna e disorientamento riguardo il proprio
orientamento sessuale [134 - 136]. Riguardo alla sfera sessuale gli studiosi
evidenziarono come moltissimi uomini abusati da piccoli presentassero, una volta
raggiunta la maggiore età, disturbi quali: impotenza, masturbazione compulsiva,
comportamenti sessuali inappropriati, linguaggio volgare,
comportamenti
69
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
promiscui, disturbo del desiderio e problematiche riguardanti l'eiaculazione
(precoce o ritardata) [75].
Alcuni dei soggetti facenti parte il gruppo sperimentale dei vari studi, affermarono
di aver provato e/o di provare dolore durante i rapporti sessuali. Ciò porterebbe a
ipotizzare l'esistenza di Dispareunia anche all'interno del sesso maschile e ciò
sembra proprio trovare diverse conferme [85, 137].
Le possibili cause dell'insorgenza della Dispareunia maschile in seguito all'abuso
non sono state analizzate in maniera approfondita, ma gli autori suggeriscono, a
ragione, che sia centrale soffermarsi in ulteriori lavori di ricerca sulla componente
psicologica: le dinamiche psichiche che si vengono a creare in tali soggetti,
sicuramente avranno un ruolo importante nella predisposizione, genesi e
mantenimento del disturbo.
La ricerca in letteratura ha mostrato che sono relativamente pochi gli studi e i
conseguenti dati scientifici riguardo al legame tra CSA e Dispareunia.
Tale binomio sembra però essere presente in moltissimi casi di violenza, anche se
ogni vicenda è a sé stante e diversa da tutte le altre. Sarebbe interessante svolgere
ricerche più approfondite in merito a tale argomento, in quanto centrale per la
salute psico-sessuale delle donne. Sono moltissimi gli elementi da prendere in
considerazione e da esaminare, ma una volta acquisita una conoscenza maggiore
sarà anche possibile intervenire con progetti terapeutici sempre più specifici ed
efficaci per restituire una sessualità vivibile pienamente.
70
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
3.
VAGINISMO
3.1.
DEFINIZIONE E DESCRIZIONE
Il vaginismo si può considerare come una risposta condizionata, derivante
dall'associazione tra attività sessuale, dolore e paura. È un problema grave per
molte donne, che causa non solo dolore fisico, ma anche psicologico.
La dottoressa Graziottin definisce il vaginismo come “un disturbo sessuale
caratterizzato da paura e angoscia della penetrazione, associate a variabile fobia
del rapporto e a una contrazione muscolare riflessa, e quindi involontaria, dei
muscoli che circondano la vagina” [138].
“Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina
che interferisce con la penetrazione” - American Psychiatric Association, 2000
“Persistente o ricorrente difficoltà della donna ad accettare la penetrazione vaginale del pene,
di un dito o di un oggetto, nonostante l'espresso desiderio della donne di farlo. Ci sono spesso
un evitamento fobico e una paura anticipatoria del dolore. Anomalie anatomiche o altre
anomalie fisiche devono essere escluse o trattate” - Basson e al., 2000
“Spasmo involontario ricorrente o persistente della muscolatura del terzo vaginale inferiore,
che interferisce con la penetrazione vaginale, associato o meno a un variabile grado di fobia
della penetrazione” - Basson e al., 2004
Riquadro 2- Differenti definizioni di Vaginismo [40, 69, 108]
Da questa definizione si evince chiaramente come nella genesi del disturbo
generalmente non vengano considerate cause fisiche, e come siano ritenute
preminenti le cause psicologiche: il dolore generalmente deriva dalla tentata
penetrazione dell'orifizio vaginale che però risulta serrato. Sarebbe così la paura
delle penetrazione stessa a causare il vaginismo.
In letteratura si possono ritrovare diverse definizioni di questo quadro
71
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
psicopatologico, ma in tutte si possono riscontrare la paura della penetrazione e la
contrazione muscolare, elementi che la distinguono fortemente dall'altro disturbo
da dolore coitale quale è la Dispareunia. Questi due quadri sintomatologici si
differenziano tra loro per un elemento centrale: la penetrazione. Nella
Dispareunia, infatti, la penetrazione anche se non completa si verifica, mentre nel
Vaginismo questa non si ottiene mai.
Si possono distinguere diversi livelli di gravità con cui si manifesta il disturbo, i
quali sono collegati a tre fattori principali:

gravità della fobia (lieve, media, severa);

intensità dello spasmo muscolare (che si valuta su una scala a quattro
livelli);

eventuale presenza e gravità di fattori psicosessuali (personali o di coppia)
che favoriscono la genesi e il mantenimento del disturbo.
Gradi
Descrizione semeiologica
I
Spasmo dell'elevatore dell'ano, che scompare con la rassicurazione
II
Spasmo dell'elevatore, che persiste durante la visita ginecologica
III
Spasmo dell'elevatore e sollevamento delle natiche al solo tentativo di visita
ginecologica
IV
Spasmo dell'elevatore, inarcamento dorsale, adduzione delle cosce, difesa e
retrazione
XO
Rifiuta la visita
Fobia della penetrazione: lieve, moderata, grave
Tabella 9 - Valutazione gravità del vaginismo (Lamont JA, 1978) [69, 120]
Il Vaginismo è la causa principale dei cosiddetti matrimoni bianchi, ovvero i
matrimoni non consumati e ciò fa intuire la complessità e importanza
dell'approccio specialistico a tale problematica [126].
Il DSM nella sua ormai vecchia edizione IV-TR indicava i seguenti criteri
diagnostici per tale disturbo:
72
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
A. Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo
esterno della vagina, che interferisce col rapporto sessuale.
B. L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
C. L'anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo in Asse I (per es.,
Disturbo di somatizzazione) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici
diretti di una condizione medica generale.
Specifiche
Tipo Permanente Vs Tipo Acquisito
Tipo Generalizzato Vs Tipo Situazionale
Dovuto a Fattori Psicologici Vs Dovuto a Fattori Combinati
Riquadro 3- Criteri Diagnostici del Vaginismo (DSM IV TR, 2001) [108]
Il vaginismo primario viene diagnosticato nei casi in cui la donna non ha mai
vissuto una penetrazione vaginale, mentre quello secondario, o acquisito, nel
momento in cui il disturbo si presenta dopo un periodo più o meno lungo di
normale attività sessuale.
La gravità dei sintomi può portare ad una inibizione sessuale e lo spasmo può
avvenire in vari momenti: durante il tentativo di penetrazione, al momento dei
preliminari e quando si immagina che da li a poco avvenga un rapporto.
Ci sono casi di donne che però dichiarano di mantenere un'attività sessuale
soddisfacente: queste, infatti, anche se non sperimentano la penetrazione vaginale,
riescono a raggiungere l'orgasmo e a godere della sessualità (ad esempio tramite la
masturbazione) [139].
Per quanto riguarda la prevalenza di tale disturbo, non ci sono dati epidemiologici
precisi, ma ci si rifà ai dati relativi alle casistiche cliniche. Da esse risulta che
circa il 16% dei soggetti seguiti soffre di Vaginismo. Ciò fa pensare che sia un
quadro psicopatologico molto diffuso, secondo solo all'anorgasmia [140].
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
3.2.
EZIOPATOGENESI
Il Vaginismo si caratterizza per una contrazione del muscolo detto “elevatore
dell'ano” (o pubococcigeo). L'attività di tale muscolo è sotto il controllo sia
volontario che involontario, ma sono poche le donne che ne sono consapevoli.
Questa sua caratteristica permette alla donna di contrarlo e rilasciarlo in vari
momenti della giornata (come ad esempio durante la minzione), ed anche durante
il coito: la donna può, infatti, rilassarlo per permette la penetrazione, o contrarlo
ritmicamente durante la stessa per aumentare il piacere suo e del partner. Nelle
vaginistiche ciò non avviene: il muscolo pubococcigeo è iperattivo, contratto
eccessivamente e non risulta controllabile tramite la volontà individuale. È
proprio per questo che questi soggetti dichiarano di avere un vero e proprio muro
a livello dell'introito vaginale, il quale non rende possibile la penetrazione.
Alla base di questa iperattività muscolare e alla paura della penetrazione, si
ritrovano cause differenti, che vanno dalla sfera biologica a quella psicologica e
relazionale [138]. Dati statistici affermano che ben nel 90% dei casi il Vaginismo
è riconducibile a fattori psicologici, come l'ansia, e che solo nel restante 10% si
possano riscontrare cause biologiche (vaginismus-center 2012).
In merito alle cause biologiche del quadro psicopatologico in esame, si è visto che
per molti anni queste non sono state prese in esame con la giusta attenzione, in
quanto ci si focalizzava maggiormente sulla componente psicologica. Graziottin
afferma che “l'aspetto biologico critico del Vaginismo, critico perché più
trascurato, è l'eccessiva attività del muscolo elevatore dell'ano.” Questa eccessiva
attività può dipendere da fattori diversi: da uno stato di allarme generale in cui
versa il soggetto in conseguenza a una propria fobia, da cause neurologiche
riguardanti il muscolo stesso (come ad esempio nei casi di neurodistonia
muscolare), o infine da dolore genitale, anale o vescicale vissuto dal soggetto sin
dalla pubertà [126, 141 - 142].
Oltre a questo stato di iperattività muscolare, si è riscontrato in alcune pazienti che
l'impossibilità ad avere rapporti era dovuta a fattori anatomici: imene rigido e
fibroso, agenesia vaginale (condizione medica nella quale la vagina non si è
sviluppata completamente), possono portare all'insorgenza del Vaginismo a
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
seguito del dolore provato tutte le volte che la donna si è approcciata ad un
rapporto sessuale [141].
Altre cause biologiche che possono portare all'insorgenza del disturbo sono: la
vestibulite vulvare, l'infiammazione del pavimento pelvico, cisti e infezioni (come
la candida, le vaginiti). In tutti questi casi il ricorso a cure e interventi medici, può
risolvere la causa fisica e liberare il soggetto dal disturbo stesso.
Cause fisiche
Eccessiva rigidità dell'imene
Resti imenali dolorosi
Endometriosi
Atrofia senile della vagina
Tumori pelvici
Vestibulite vulvare
Cisti
Agenesia vaginale
Malattie infiammatorie
Tabella 10- Tabella riassuntiva delle cause fisiche del Vaginismo [120]
Per quanto riguarda le cause inerenti la sfera psichica, esse possono essere
ricondotte a molteplici fattori personali, legati all'ambiente d'origine e alla coppia
stessa.
La letteratura illustra moltissimi casi di donne che, cresciute in ambienti e
famiglie molto religiose, hanno ricevuto un'educazione rigida e ricchissima di
tabù, soprattutto in ambito sessuale. Ciò, legato anche a una sopravvalutazione
della verginità, ha favorito l'insorgenza del Vaginismo. In tali ambienti familiari,
infatti, troppo spesso ci si trova di fronte a convinzioni del tipo: il sesso prima del
matrimonio non è solo proibito, ma anche sbagliato; le donne che amano fare
sesso sono delle poco di buono e via dicendo.
Molte donne vaginismiche hanno raccontato di provare grande timore nei
confronti di tappe proprie della vita di ogni donna: deflorazione, gravidanza e
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
parto suscitavano in loro paura, sfociando nella psicopatologia. Spesso tale paura
si è visto essere collegata non a esperienze dirette, personali, ma a racconti di
terze persone: racconti di amiche o della madre stessa riguardo il primo rapporto,
il dolore vissuto e la perdita di sangue seguita, possono condizionare l'individuo
che non ha avuto ancora modo di vivere la propria sessualità, portandolo a
sviluppare fobie e paure.
Il ruolo delle figure genitoriali non è riscontrabile solo nel caso di una educazione
rigida, ma anche nel momento in cui questi non sono in grado di dare
un'educazione adeguata in merito alla sessualità. Può capitare, infatti, che i
genitori, anche per ignoranza, non siano capaci di riconoscere il momento giusto
per educare la propria figlia alla sessualità: dare determinate informazioni a un
soggetto non maturo, non pronto per maneggiarle, può portare in lui confusione e
paura per un mondo che ancora gli è lontano. In questi casi poi, le informazioni
vengono date spesso in maniera distorta e anche volgare, non chiara e senza la
terminologia adeguata, creando sentimenti di disagio e vergogna nel soggetto in
via di sviluppo.
Rimanendo attenti al periodo della pubertà e dell'adolescenza, ci si deve
soffermare anche sull'importanza delle mestruazioni e soprattutto su come queste
vengono vissute dalla ragazza. Alcune vaginismiche affermano di avere ricordi
negativi in merito a ciò, di ricordare forti dolori, sentimenti di vergogna e
commenti negativi. Ciò può portare a vivere negativamente quell'aspetto di sé,
arrivando nei casi più gravi alla negazione della sessualità.
Ulteriori fattori legati alla sfera psichica che possono contribuire all'insorgenza del
quadro psicopatologico in esame, sono: conoscenza o testimonianza di stupri (in
televisione, su libri, giornali, quotidiani), bassa autostima e ansia sociale, legata
anche a episodi in cui si è stati presi ripetutamente in giro
Nel suo testo “Il dolore segreto” Graziottin [120] sottolinea un aspetto molto
importante da prendere in considerazione nel momento in cui ci si rapporta con
una donna vaginismica: l'attaccamento con la madre. Effettivamente molte di
queste pazienti presentano un attaccamento fortissimo con la propria madre, se
non con entrambi i genitori. Questo legame così forte le porta a considerarsi non
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
come future partner o spose, ma bensì unicamente come figlie. In questo modo la
propria sessualità viene negata e il quadro si complica nel momento in cui la
donna si sposa ed il marito presenta lo stesso tipo di attaccamento nei confronti
dei propri genitori. In uno scenario del genere entrambi i coniugi rifiutano di
vivere la propria sessualità, si mantengono a distanza, vivendo in una situazione
che la dottoressa definisce come “sospesa” e che li mantiene nel loro stato di
bambini-adolescenti. Ciò, se inizialmente ha portato al manifestarsi del disturbo
sessuale, non fa altro che rafforzare lo stesso nel corso del tempo.
Non bisogna poi dimenticare la coppia: spesso la “causa” del disturbo sessuale
risiede proprio nelle dinamiche che si vengono a creare all'interno della coppia
stessa.
I conflitti irrisolti, ad esempio, rappresentano un elemento di rischio e
predisponente il disturbo sessuale: questi, infatti, possono portare a un graduale
rifiuto del partner, che aggravandosi sempre più, porta alla totale negazione della
sessualità nella coppia [143].
Oltre questi conflitti, causati a volte anche da mancanza di dialogo, confronto e
complicità, la letteratura fornisce interessanti dati i quali mostrano come il
denunciato Vaginismo di lei, mascheri una disfunzione di lui. “Spesso la coppia
condivide una simmetrica paura rispetto alla penetrazione: lei ha paura di essere
penetrata e lui ha paura inconsciamente di penetrare.” Si stima inoltre, che ben il
32% delle donne vaginismiche abbia un partner affetto da disfunzioni sessuali:
disturbi del desiderio, disturbi dell'erezione, eiaculazione precoce, sono quelli che
più spesso si riscontrano in queste coppie [120].
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Cause psicologiche
Traumi precedenti, abuso fisico/sessuale, malattie insorte durante l'infanzia
Informazioni sessuali inadeguate
Educazione familiare molto rigida e/o religiosa
Paura del proprio corpo e del suo funzionamento
Terrore della penetrazione (in quanto sconosciuta o per paura di provare dolore)
Atteggiamenti di ipercontrollo
Incapacità di rilassarsi
Reazione secondaria alla dispareunia
Paura e/ rifiuto della gravidanza
Disfunzione sessuale maschile
Omofobia interiorizzata
Tabella 11- Tabella riassuntiva cause psicologiche del Vaginismo [138]
3.3.
VAGINISMO E ABUSO SESSUALE
Dopo aver passato in rassegna i molteplici fattori eziologici del Vaginismo, è il
momento di andare ad approfondire la parte centrale di questo elaborato: la
relazione causale esistente tra abuso e Vaginismo.
A differenza del legame tra violenza e Dispareunia in merito al quale c'è maggiore
confusione e disaccordo, nel momento in cui si parla di Vaginismo e CSA sembra
esserci maggiore convinzione nel riconoscere un nesso causale. In letteratura,
infatti, sono presenti numerosi dati che lo confermano, ma ciò si evidenzia anche
nella pratica clinica.
Moltissime donne con alle spalle vissuti di CSA soffrono del disturbo in esame,
anche se la violenza è stata solo tentata [143 - 144].
La letteratura supporta ampiamente la teoria secondo la quale l'abuso sessuale
influenza negativamente la sessualità femminile. Le vittime di CSA hanno spesso
associazioni, flashback e ricordi collegati ad aspetti specifici dell'abuso e ciò si va
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
a riflettere sia sulla risposta sessuale psicologica che fisiologica. Tutto ciò si
ripercuote poi sull'intimità e sull'attività sessuale dell'individuo, le quali vengono
vissute con sentimenti negativi, vengono evitate fino a giungere ai casi di disturbi
della sessualità quali il Vaginismo [80].
Nel 1995 due studiosi, Sawer e Durlark [65], portando avanti uno studio sugli
effetti del CSA sulle vittime, hanno riscontrato la presenza di Vaginismo in
moltissime donne e così hanno cercato di fare un'analisi più approfondita per
verificare se ci fossero aspetti propri dell'abuso, causa di conseguenze più pesanti
per l'abusato. L'aspetto che più di ogni altro venne alla luce, è stato quello
riguardante la penetrazione: gli studiosi videro che in tutti quei casi in cui
l'abusante attuò una penetrazione vaginale utilizzando la forza e la violenza, la
vittima aveva maggiori problematiche legate al dolore coitale e soprattutto
presentava Vaginismo.
Lavoro di ricerca altrettanto interessante ed importante svolto da questi studiosi, è
quello svolto nel 1996, su un campione di donne in psicoterapia con il proprio
partner. L'obiettivo dello studio, nato per approfondire ulteriormente i dati ottenuti
dalla ricerca precedente, era quello di esaminare la relazione presente tra CSA e
disfunzioni sessuali in età adulta, per poi valutare la relazione tra specifici
elementi dell'abuso e l'attuale disfunzione presentata.
Il campione era costituito da 359 donne di cui ben il 51% presentava disfunzioni
sessuali. Analizzando tali problematiche, gli studiosi videro che nel 13% dei casi
si trattava di disturbi da dolore coitale, cioè Dispareunia e Vaginismo.
Approfondendo l'analisi essi si accorsero che erano individuabili alcuni elementi
favorenti l'insorgenza di tale patologia: l'uso della forza, l'abuso perpetrato con
violenza, l'essere stati abusati da più soggetti, essere abusati da un familiare o da
una persona conosciuta, erano tutti fattori che causano conseguenze più gravi
nella vittima.
Da tutti questi contributi scientifici, risulta evidente un legame tra CSA e
Vaginismo. Interessante è vedere come questo si venga ad instaurare nella donna e
come si mantenga stabile nel tempo.
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Si è detto precedentemente che il Vaginismo è associato alla fobia/paura del coito,
quindi si può prendere in esame questo aspetto per collegare il disturbo all'abuso.
Per fobia, infatti, si intende “la paura angosciosa destata da una determinata
situazione, dalla vista di un oggetto o da una semplice rappresentazione mentale,
che pur essendo riconosciuta come irragionevole non può essere dominata e
obbliga a un comportamento inteso, di solito, a evitare o a mascherare la
situazione paventata” (enciclopedia Treccani).
Le donne vittime di abusi potrebbero quindi presentare una forte associazione tra
paura e penetrazione, derivante proprio dal trauma subito. L'esperienza vissuta ha
segnato in maniera forte la loro psiche e la loro componente emotiva, andando a
ledere di conseguenza la sfera sessuale. Nel momento in cui queste donne cercano
di approcciarsi alla sessualità, spesso rivivono dei flashback, riprovano quelle
sensazioni ed emozioni che tempo prima le hanno segnate duramente. Nel
momento in cui il rapporto sessuale penetrativo viene associato al trauma e al
dolore, le donne possono provare forte paura e cercare di evitare quindi il contatto
con il partner. La contrazione involontaria della muscolatura pubococcigea,
sarebbe una risposta involontaria dell'organismo di fronte a una situazione che
viene percepita e vissuta come pericolosa.
Seguendo tale ragionamento viene spontaneo fare un ulteriore passo avanti,
passando dalla paura alla riflessione sul dolore e sul suo evitamento.
Il dolore è un'emozione e in quanto tale è tendenzialmente strumentale per
l'individuo, in quanto gli permette di adattarsi al proprio ambiente e di
sopravvivere. Questa emozione, però, è intrinsecamente connotata da aspetti e
sensazioni negative, in quanto indica al soggetto che si è subito un danno, una
lesione o un trauma (come l'abuso per l'appunto). Proprio per queste sue
caratteristiche, il dolore e le sensazioni ad esso associato, sono evitate dall'uomo,
almeno tutte le volte che ciò gli risulta possibile. Evitare le esperienze spiacevoli
che causano dolore, sembrerebbe utile e privo di conseguenze negative, ma in
realtà non lo è affatto.
Evitare il dolore in maniera cronica, infatti, non permette l'adattamento
individuale e allontana le persone dalle proprie emozioni primarie. A ciò si
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
aggiunge il fatto che, in seguito all'emozione dolorosa, l'esperienza ad essa legata
viene inglobata in schemi negativi: se si pensa al caso di un abuso, la donna che
ha provato paura e forte dolore, può etichettare negativamente la sessualità nella
sua globalità. Una volta raggiunta l'età adulta questo forte condizionamento ed
etichettamento, la porteranno a vivere con forte paura le situazioni di intimità con
un eventuale partner: il trauma subito, nei casi più gravi, porta all'instaurarsi di
una fobia vera e propria per la penetrazione, con conseguente Vaginismo. Quindi
la paura, il dolore e la paura di rivivere quel dolore, portano verso il quadro
psicopatologico presentato dalla paziente [145].
Figura 9- Il circuito del dolore sessuale nel Vaginismo [138]
Già molti anni prima, ben nel 1986, un lavoro di ricerca aveva evidenziato come
le donne con storie di CSA alle spalle vivano negativamente la propria sessualità.
Brunngraber, occupandosi di soggetti vittima di incesti, vide che essi
presentavano conseguenze forti a lungo termine e che, una volta adulte, le donne
percepivano e vivevano la sessualità come qualcosa di spaventoso, evitando in
qualunque modo una relazione intima [86]. Questo contributo va a sostenere il
circuito della paura che si instaura nelle vaginistiche: vivere la sessualità come
spaventosa non fa altro che portare maggiore paura e angoscia nella donna, la
quale si vede rafforzare il disturbo sessuale presentato.
81
Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Nello stesso anno in cui lavora Brunngraber, si ritrova un altro studio interessante,
quello di Gorcey e dei suoi collaboratori [87]. Questi studiarono donne che
avevano subito un abuso, avendo un gruppo di controllo costituito da donne non
abusate. Analizzando i dati ottenuti dalla ricerca, essi videro che, innanzitutto ben
l'85% delle donne con CSA presentavano disfunzioni sessuali, e che
approfondendo l'analisi, si potevano riscontrare difficoltà e disturbi specifici.
L'11% dei soggetti riportava flashback dell'abuso durante l'attività sessuale, un
altro 11% non si impegnava mai per intraprendere un rapporto con il partner e ben
il 43% dichiarava di avere paura del sesso [87].
In letteratura sono presenti altri contributi che portano alla luce l'esistenza di una
fobia alla base del Vaginismo, o che evidenziano come questo disturbo sia
maggiormente frequente in donne che hanno subito violenza sessuale rispetto a
quelle che non hanno subito questo forte trauma.
Importante nel mantenimento del disturbo è anche l'ansia: le donne vaginismiche
infatti, vivono paura per la penetrazione accompagnata da alti livelli di ansia.
Questo stato psichico mette l'individuo in uno stato di elevata tensione che va a
provocare, o a rafforzare, l'iperattività dei muscoli pubococcigei, creando una vera
e propria barriera per la penetrazione [146].
Sempre in merito alle emozioni e sensazioni vissute dalle vittime di CSA, alcune
delle ricerche che hanno evidenziato come le donne abusate tendano a
categorizzare all'interno di schemi negativi le esperienze sessuali, hanno
dimostrato come in questi casi ci sia una maggiore predisposizione a esperire
anche sentimenti di colpa, rimorso e disgusto durante la fase di eccitazione [145].
E' solo recentemente che il disgusto è stato investigato in merito al Vaginismo (e
anche alla Dispareunia). Da alcuni studi svolti a tal merito, è emerso che le donne
affette da Vaginismo mostrano una propensione particolare nel provare disgusto:
queste, nel momento in cui sono sottoposte ad un compito di associazione
implicita, esibiscono automaticamente risposte in cui è ben presente l'associazione
tra sesso e disgusto [147 - 148]. Sulla base di questo crescente corpo di ricerca, de
Jong e collaboratori hanno sostenuto che una forte sensibilità al disgusto può
essere associata alla rottura della risposta di eccitazione della normale risposta
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
sessuale umana. Quindi, se le attività sessuali favoriscono l'insorgere del disgusto,
ciò favorirà un vissuto ansioso che verrà esperito di fronte a stimoli e attività
sessuali [149].
Tale tipologia di risposta in relazione alla sessualità, può essere appresa a causa
dell'evento traumatico di cui si è stati vittima: l'abuso subito può essere etichettato
come qualcosa di riprovevole, di disgustoso appunto e, soprattutto se subito
nell'infanzia o nell'adolescenza, può condizionare negativamente l'individuo sotto
la sfera sessuale. Quando la vittima ormai adulta si troverà in situazioni di intimità
con il proprio partner, potrebbe rivivere quel senso di disgusto (in particolar modo
se i flashback sono ancora vivi e frequenti), con conseguente stato di ansia e paura
per quel rapporto sessuale che si sta per intraprendere. Se la paura raggiunge i
livelli tipici di una fobia, ci si potrebbe facilmente trovare di fronte a un quadro di
Vaginismo [150].
Rispetto alle ricerche riguardanti il nesso tra CSA e Dispareunia, i dati a
disposizione sul Vaginismo come conseguenza di un abuso sono maggiori, ma
scarseggiano le teorie che vanno a spiegare il motivo di questo nesso di causalità.
Anche questa volta, quindi, si auspica una maggiore ricerca in merito a tale
tematica, per comprendere al meglio le dinamiche che si vengono a creare e
rafforzare.
È necessaria una conoscenza più approfondita riguardo la sessualità femminile e
soprattutto riguardo le disfunzioni che la possono colpire. Ad oggi questa non si
può ritenere del tutto sufficiente per un approccio specialistico adeguato alle
esigenze specifiche delle pazienti.
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
CONCLUSIONE
In conclusione possiamo affermare che ci sia un legame tra CSA e Dispareunia e
Vaginismo, ma che il suo instaurarsi non è un processo automatico e “istantaneo”:
bisogna, infatti, sempre considerare la soggettività individuale e le differenze che
esistono in merito ad essa.
Ogni vittima di abuso vive l'esperienza traumatica in modo diverso e, allo stesso
modo, reagirà a essa in base al proprio essere, al proprio vissuto e al contesto in
cui si viene a trovare.
Per quanto riguarda il ruolo del CSA nella genesi delle varie Disfunzioni sessuali,
sembra che esso sia molto importante sia come causa che come concausa.
Dall'analisi svolta è emerso che la maggior parte dei soggetti abusati, una volta
raggiunta l'età adulta o comunque il momento dei primi rapporti, presentano in
percentuale maggiore rispetto ai non abusati disfunzioni sessuali e, più in
generale, problematiche con la sessualità.
Non è stato semplice riuscire a trovare una bibliografia cospicua in merito al
nesso di causalità tra CSA e Disturbi da dolore coitale. Questa difficoltà può
essere dovuta a vari fattori: per prima cosa il ritardo scientifico con il quale ci si è
iniziati ad approcciare alle tematiche sessuali femminili; in secondo luogo bisogna
ricordare che la tematica è molto delicata e per questo non sono molte le donne
disposte a parlarne apertamente e a partecipare a delle ricerche.
L'abuso è sicuramente un evento sconvolgente e fortemente traumatico per chi lo
subisce e le modalità con il quale esso viene perpetrato vanno a influenzare la
gravità delle conseguenze per la vittima. La sfera della sessualità viene anche essa
colpita e danneggiata, fino a permettere e favorire l'insorgenza di quadri
psicopatologici più o meno gravi.
Si è visto come tutte le fasi della risposta sessuale umana possano essere
compromesse e come il soggetto possa sviluppare disturbi specifici: disturbo del
desiderio, dell'eccitazione e dell'orgasmo sono infatti frequentissimi in soggetti
abusati. In merito al comportamento sessuale che questi individui vengono ad
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
assumere, emerge che anche questo può indirizzarsi verso un'ipersessualità o, al
contrario, verso comportamenti di avversione ed evitamento. Tutto ciò,
ovviamente, è sempre legato al modo in cui il soggetto vive l'accaduto e al
sostegno che riceve.
Nei bambini in particolare si può manifestare una sessualizzazione traumatica, per
la quale il minore mostra comportamenti ed atteggiamenti atipici per la sua età. In
questi casi è importantissimo prendere consapevolezza e coscienza dell'accaduto
per cercare di aiutare nel miglior modo possibile il minore, aiutandolo a affrontare
la vicenda, senza lasciarlo solo con il proprio trauma.
Concentrandoci poi sui disturbi specifici da dolore coitale, si è vista la presenza
forte di queste problematiche in donne con storie di CSA alle spalle. La letteratura
ha mostrato parecchi dati a conferma del legame presente tra CSA e Dispareunia e
Vaginismo, anche se sono auspicabili ulteriori studi sull'argomento.
Interessante è stato trovare un lavoro che racchiudesse in sé stesso l'analisi del
disturbo da dolore coitale in entrambi i sessi: le ricerche sulla Dispareunia
maschile sono risultati scarsi, ma in realtà questa è una problematica esistente e
soprattutto individuabile nei casi di violenza infantile.
Per quanto riguarda la Dispareunia, quindi, si è visto come moltissime donne in
seguito all'abuso abbiano sviluppato questa disfunzione, vivendola con grande e
ulteriore disagio e sofferenza.
Il passaggio dall'abuso al disturbo specifico può essere dovuto a varie dinamiche
psichiche, le quali devono essere riconosciute e portate alla luce per poter poi
iniziare un lavoro psicoterapeutico adeguato. Queste donne sono risultate più
sensibili al dolore, lo percepiscono maggiormente, vivono la sessualità con molta
ansia e ciò non le aiuta affatto a rilassarsi; hanno paura di rivivere quel dolore
vissuto al momento dell'abuso e tutto questo le porta a veder sfumare la possibilità
di raggiungere l'eccitazione, con conseguente assenza di lubrificazione. Il quadro
si aggrava ulteriormente se sono presenti altri disturbi della sfera sessuale: se in
comorbidità ci sono il disturbo del desiderio e dell'eccitazione, è facilmente
intuibile come diventi problematico e doloroso vivere la propria sessualità per una
donna che soffre di Dispareunia.
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
Un dato che ha colpito è stato quello riguardo la possibilità di avere una risposta
sessuale nella norma, non con un rapporto con il partner, ma tramite la
masturbazione. Si è visto infatti, che le donne che componevano il campione
esaminato, riuscivano ad eccitarsi e ad ottenere una normale lubrificazione, sia
durante l'esposizione a filmati erotici, sia tramite la masturbazione. Ciò ha portato
a sottolineare l'influenza della componente relazione per l'instaurarsi del disturbo.
È indubbio che alcune caratteristiche proprio della violenza influenzino le
conseguenze per la vittima: violenza, forza, lesioni causate dalla penetrazione,
abusatore familiare, abuso agito da più soggetti, sono tutti elementi che si
riscontrano nei resoconti di donne con Dispareunia.
Oltre al dolore, altro elemento importante da non sottovalutare, è il senso di colpa
che molte vittime di CSA provano: queste troppo spesso si sentono colpevoli
dell'accaduto, come se la violenza l'avessero resa loro stesse possibile. Il
sentimento di colpa porterà l'individuo a vivere negativamente la propria
sessualità e il proprio desiderio, compromettendo il rapporto: la colpa non
permetterà di raggiungere una buona eccitazione, ci sarà così una scarsa
lubrificazione che potrebbe causare dolore al momento dell'atto penetrativo.
Per quanto riguarda il Vaginismo, invece, si è visto come questo sia legato alla
forte paura per la penetrazione, fino ad arrivare nei casi più gravi a una vera e
propria fobia.
In questi casi il CSA ha lasciato un segno permanente e profondo nella donna, la
quale è sommersa da una paura incontrollabile. Questa porta a una iperattività del
muscolo elevatore dell'ano e di tutti quei muscoli pelvici che portano a una vera e
propria serratura della vagina. La paura e l'ansia che queste donne vivono, le pone
sempre in un grande stato di tensione che non gli consente di rilassarsi. È proprio
l'incapacità di lasciarsi andare che determina la problematica sessuale. Le
vaginismiche raccontano di sentire come un muro all'altezza dell'introito vaginale,
il quale è indistruttibile.
Negli ultimi anni si è indagato anche il ruolo del disgusto nella genesi del
Vaginismo. Dalle ricerche è emerso come le pazienti affette da tale disfunzione e
con alle spalle storie di abuso, provassero forte disgusto di fronte a stimoli
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
sessuali. Il trauma potrebbe aver lasciato un ricordo così negativo e “disgustoso”
che la vittima è arrivata ad etichettare in quel modo tutto ciò che riguardi il sesso.
Da un'analisi globale delle ricerche presenti in letteratura, si è visto come la
componente psicologica sia centrale nel favorire l'insorgenza delle Disfunzioni
sessuali nelle vittime di abuso: le emozioni, gli affetti, le percezioni, i ricordi, i
flashback, gli schemi mentali, le etichette create, l'aiuto ricevuto sono tutti
elementi importantissimi che impattano sulla salute sessuale dell'individuo. Tutto
questo mondo invisibile dall'esterno, ma ben presente e influente sul singolo,
viene a giocare un ruolo molto importante per lo sviluppo e il mantenimento delle
problematiche esaminate.
Sarebbe auspicabile che nel futuro ci sia un incremento degli studi in merito alla
sessualità femminile in generale e nello specifico riguardo alle conseguenze che il
CSA ha sulla stessa. Solo approfondendo tale tematica, si potranno avere
conoscenze maggiori e adeguate, per dare risposte concrete a chi richiede aiuto e
per intraprendere percorsi terapeutici opportuni e mirati.
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Il ruolo dell'abuso nella genesi delle disfunzioni sessuali: riflessione sul legame tra CSA,
Dispareunia e Vaginismo
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