L’AMBIENTE
Il Pino mugo:
profumo balsamico
Una pianta protetta,
dalle grandi virtù terapeutiche...
Il Pino mugo (Pinus mugo Turra subsp.
mugo) o anche semplicemente mugo, è
una pianta del genere Pinus, sempreverde,
generalmente arbustivo ma dal portamento molto variabile; da prostrato con rami
ascendenti, a cespuglioso fino ad alberello
eretto a seconda delle varietà e delle condizioni ambientali. Piccolo e compatto,
presenta rami caratteristici che nella parte
inferiore possono crescere adagiati sul terreno nascondendo la base del tronco.
Le foglie, aghiformi, sono lunghe da 3 a 5
cm, sono riunite in mazzetti di due o tre e
persistono per 3-9 anni.
I fiori, meglio chiamati sporofilli, compaiono in aprile-maggio. Quelli femminili,
macrosporofilli, sono riuniti in piccoli coni
che spuntano in cima al fusto.
Una volta fecondati diventano pigne (strobili), dapprima di colore rossastro e successivamente marrone. Quelli maschili, detti
microsporofilli, sono di colore giallo e sono
situati alla base dei rami, producono polline che viene diffuso dal vento. Gli strobili hanno una forma conica, sono lunghi
da 3 a 5 cm e contengono dei piccoli semi
scuri muniti di un’ala membranosa che gli
permette di volare lontano.
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Il Pino mugo cresce spontaneo sulle montagne, tra i 1500 e i 2700 metri, ha il suo
“optimum” tra i 1500 e i 2300 metri, ama
la luce e il freddo. Predilige suoli detritici
parzialmente consolidati dove attecchire,
ad esempio alla base di ghiaioni e sui pen-
di Gerardo D’Acunto
dii franosi, svolgendo un’importante funzione di miglioramento e consolidamento
dei terreni. Cresce in formazioni chiuse,
impenetrabili, che trattengono la neve,
impedendo in questo modo la formazione
di valanghe.
“La raccolta viene fatta esclusivamente con il
consenso del corpo forestale, le fascine vengono
trasportate a valle, triturate e distillate...”
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fino in Bulgaria. Un bosco di pino
mugo viene detto mugheto.
In Italia è presente sulle Alpi e in alcune
zone degli Appennini (Liguria e Abruzzo).
La pianta è protetta in ogni sua parte ed
è vietata anche la raccolta delle gemme
e delle pigne. In Europa si trova sui Pirenei, su tutta la fascia alpina e sui Carpazi,
Come altre Pinacee anche il
Pino mugo veniva utilizzato per
la produzione di resina utile nelle
forme reumatiche e nelle affezioni
polmonari.
Venivano praticati, alla base dei
fusti, tagli rettangolari e profondi
fino all’alburno; qui veniva applicato un raccoglitore concavo che
conduceva l’essudazione resinosa
in una ciotola. Una volta alla
settimana si rinnovava il taglio,
operazione condotta per tutto il
periodo autunnale e che permetteva di raccogliere quantità notevoli di resina.
La ferita del tronco successivamente si cicatrizzava formando un callo
nella corteccia. Questa pratica è stata abbandonata, ora si pratica esclusivamente la
distillazione degli aghi e dei piccoli rami.
I mughi vengono tagliati a mano, nel periodo estivo e preferibilmente nel mese di
PROFUMO SPORTIVO!
Per ottenere un profumo fresco,
adatto per uomo e donna ecco una
composizione molto gradevole.
Aggiungere a 50 ml di olio di Jojoba
i seguenti oli essenziali:
• 5 gocce di Cedro frutti
• 15 gocce di Pompelmo
• 5 gocce di Lavanda officinale
• 10 gocce di Mirto
• 5 gocce di Pino mugo
luglio. Dalla distillazione in corrente di
vapore, si estrae l’olio essenziale di Pino
mugo. Si utilizzano i rametti terminali
dell’annata che si riconoscono per avere
la corteccia verde e per non essere ancora
completamente lignificati.
La raccolta viene fatta esclusivamente con
il consenso del corpo forestale. Le fascine
di rami vengono trasportate a valle, dove il
materiale viene prima triturato e poi distillato con l’aiuto di un alambicco, sfruttando
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Estrazione dell’olio essenziale
di Pino mugo e curiosità:
Per ottenere 1 litro di olio essenziale puro 100% di Pinus mugo,
occorrono circa 100 kg di foglie.
Viene estratto per corrente di
vapore da rami e foglie fresche.
Il suo profumo forte, fresco e resinoso, è una NOTA DI BASE e
l’elemento che lo caratterizza è la
Terra. Il pianeta di riferimento è
Mercurio, il segno zodiacale è la
Vergine.
la sola forza del vapore acqueo prodotto da
una caldaia. I preziosi oli essenziali contenuti nella pianta vengono estratti, goccia
dopo goccia, dal vapore che attraversa la
massa di aghi e legno triturati. Mediante
una serpentina immersa in acqua corrente,
il vapore viene fatto condensare ed infine
l’olio viene separato dall’acqua con un
imbuto separatore.
L’olio essenziale di Pino mugo ha proprietà balsamiche, espettoranti, antinfiammatorie, antisettiche e diuretiche.
E’ il rimedio ideale nelle affezioni delle
vie respiratorie (raffreddori, riniti, laringiti, tracheiti), dei bronchi (asma, tosse e
bronchite) e dei polmoni. Si utilizza per
fare fumigazioni, inalazioni, frizioni, bagni, pediluvi e maniluvi. L’azione antisettica ed antinfiammatoria si estende anche
all’apparato urinario, favorendo inoltre
un effetto diuretico. Tradizionalmente è
anche impiegato per frizioni contro reumatismi, contratture muscolari e disturbi
circolatori.
L’olio essenziale di Pino mugo è particolarmente adatto all’utilizzo nel diffusore per
profumare e purificare l’aria con il suo caratteristico e benefico profumo balsamico
e resinoso.
Infine nella cosmesi risulta prezioso nella
preparazione di acque detergenti e sali da
bagno e nella profumeria.
Ponendo a macerare al sole grappa, gemme
di Pino mugo e zucchero per 6 settimane,
agitando almeno una volta al giorno e in10 | L’Aromatario
SCHEDA RIEPILOGATIVA - PINO MUGO
Azione
Combatte le infiammazioni e i germi delle vie
respiratorie e urinarie, fluidifica il catarro,
rinforzante e rinfrescante
Utilizzi
Raffreddori, bronchiti, inalazioni e sauna
Modalità d’uso
2-3% in olio base per uso esterno e massaggi
10 gocce in una lampada per aromi
Principali
componenti
Pinene, acetato di bornile, B-fellandrene
fine filtrando con molta cura, si ottiene
una grappa dal sapore molto particolare.
Dott. Gerardo D’Acunto - Biologo
Specializzato in Scienza e Tecnica
delle Piante Medicinali.
Presidente dell’Associazione
Nazionale Biologia ed Erboristeria di Pisa
(ANEF).
[email protected]
BIBLIOGRAFIA:
Aeschimann D., Lauber K., Moser D.M.,
Theurillat j.p., Flora Alpina, Zanichelli
Editore, Bologna - 2004
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi
C. (a cura di), An annotated checklist of
the italian vascular flora, Palombi Editore
2005
Pignatti S., Flora d’Italia, Edagricole,
Bologna - 1982