Il Pino - Riviste

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ORTO E DINTORNI
n di IRIS FONTANARI
case di cura, soprattutto nei
luoghi di convalescenza degli
ammalati di polmoni: in virtù
degli oli essenziali e della resina di cui sono ricchi, essi
rendono l’aria pura e balsamica a totale beneficio di bronchi e polmoni. È perciò salutare tenere nelle camere, soprattutto in inverno, rami di
pino e di abete (da rinnovare
spesso) che lasciano evaporare essenze benefiche oltre ad
un gradevolissimo profumo di
bosco.
Anche le lunghe passeggiate, da farsi sia in estate che in
inverno nelle nostre belle pinete – e nei boschi di conifere in
genere – giovano alla salute dei
nostri polmoni, proprio in virtù
delle esalazioni balsamiche che
tali piante sprigionano.
Note botaniche
Fra le numerose varietà, il
pino silvestre (Pinus sylvestris),
detto anche Pino di Scozia, è
senza dubbio il più comune ed
anche il più prezioso dal punto di vista erboristico-medicinale. Ha una bella chioma conica, rada, spesso irregolare,
con rami grossi e tronco diritto che può raggiungere i 40
metri d’altezza.
Si distingue dagli altri pini
perché ha la parte superiore
del tronco e i rami squamosi e
di color rosso ruggine. Nella
parte inferiore la corteccia è
grigio-bruna e profondamente solcata da placche irregolari. Gli aghi, raggruppati a coppie, lunghi al massimo 7 cm,
sono grigio-verdi, rigidi, ma
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N
on credo esista nella
nostra Regione abitante al quale non siano
note le eccellenti proprietà medicinali del pino silvestre, una conifera sempreverde che cresce spontanea su
terreni aridi e soleggiati, dal
piano alla montagna fino a
2000 metri d’altitudine.
Nelle zone d’alta montagna
lo troviamo spesso frammisto
al larice e all’abete (di quest’ultimo condivide, in particolare,
tutte le proprietà); invece sull’altopiano di Piné (il nome
della valle deriva proprio dalla pianta) vegeta da solo dando luogo a pinete bellissime,
che hanno un sottobosco ricco di pregiati funghi e mirtilli.
I pini vengono spesso coltivati anche nei dintorni delle
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non pungenti (quasi tutti
gli altri pini hanno foglie
più lunghe). Persistono
sulla pianta dai tre ai sei
anni.
I fiori sono separati : quelli
maschili sono riuniti in spighe alla base dei rami d’annata e sono molto ricchi di
polline; quelli femminili sono
arrotondati, violacei e inseriti in coni posti quasi all’apice dei rametti. Da questi ultimi provengono i frutti (pigne) a forma di cono con la
base tondeggiante e l’apice
più o meno acuto. I semi
sono piccoli con ala tre volte più lunga di essi.
Il legno di pino, come
materiale da ardere e da
costruzione, ha minor valore di quello dell’abete e
del larice, tuttavia fornisce
carbone ed è molto ricco di
resina. Tutta la pianta emana
perciò un odore aromatico intenso.
Il pino silvestre sopporta i
grandi freddi e la siccità, ma
non l’esposizione al mare. Si
adatta sia ai suoli molto umidi, sia a quelli molto secchi e
poco fertili, ma teme i terreni
calcarei o molto argillosi.
TERRA TRENTINA
Proprietà terapeutiche
e usi
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Le gemme, le foglie ed i
rametti del pino contengono
resina e un olio essenziale (costituito da pinene ed altri terpeni), che conferiscono ai vari
preparati medicinali un particolare effetto balsamico, diuretico, antireumatico, antisettico ed espettorante.
In medicina la parte più indicata è costituita dalle gemme, che devono essere raccolte ben chiuse in febbraio-marzo dai rami inferiori e laterali.
Vanno messe ad essiccare sopra graticci per 1-2 mesi, rivoltandole spesso, e vanno conservate all’asciutto in vasi di
vetro. Si possono utilizzare in
infuso (30 gr. in un litro d’acqua), quale espettorante e antisettico delle vie aeree e urinarie e come blando diuretico; in decotto, per inalazioni,
suffumigi, gargarismi e come
blando disinfettante della pelle; infine, per uso cosmetico,
in bagni tonici, stimolanti e
deodoranti.
Un ottimo emolliente per
tutte le malattie tipiche della
stagione invernale, come raffreddori, tosse, influenze,
bronchiti, ecc., è il miele di
Pino che si ottiene da 500 gr.
di gemme bollite per un’ora in
un litro e mezzo d’acqua: si
cola e si aggiungono 700 gr.
di miele, si fa bollire ancora
per 5 minuti fino ad ottenere
una consistenza sciropposa e
si prende a cucchiai per liberare le vie respiratorie dal catarro e dagli attacchi asmatici.
Le gemme, come le altre
parti della pianta, gettate nell’acqua bollente, oltre che per
liberare le cavità del naso e
della gola, vengono usate anche per deodorare gli ambienti
e purificare l’aria.
Anche dalle foglie si ricavano principi attivi utilissimi,
sia per la disinfezione delle vie urinarie sia per la
cura delle malattie polmonari. Il decotto (50 gr. di
foglie in 1 litro d’acqua da
far bollire 20 minuti), somministrato 4 volte al giorno, è indicato per chi soffre di gotta o reumatismi.
Noto a tutti è anche l’olio
essenziale di Pino - estratto dalle foglie, dalle gemme e dai rametti giovani –
che è un valido antisettico
dell’apparato respiratorio,
delle vie urinarie, del fegato e della bile. In cosmetica l’olio entra nella composizione di saponi e detergenti per bagno utili a
deodorare, purificare la
pelle e togliere il senso di
stanchezza alle persone affaticate.
Fin dai tempi più antichi è
noto anche l’uso terapeutico
della resina soprattutto come
espettorante nelle malattie polmonari e nella tosse; masticandola e succhiandola, si rinforzano, inoltre, i polmoni e i vasi
sanguigni. Sciolta in acqua bollente, essa profuma e disinfetta le stanze dei malati.
Dalla resina del pino si
estrae pure la trementina comune, il catrame vegetale, la pece
nera, l’acqua ragia ecc. sostanze utili per medicamenti, unguenti, saponi, vernici ecc.
Anche le pigne hanno proprietà terapeutiche: il decotto,
ottenuto dopo aver fatto bollire in mezzo litro d’acqua 4 pigne verdi tagliate e frammentate, è utile in gargarismi a chi
soffre di abbassamenti di voce
o a chi necessita di una voce
robusta e limpida.
Le foglie (aghi) e la resina
(quella che esce dalle screpolature della corteccia) si raccolgono tutto l’anno. Le prime
si essiccano al sole e si conservano in vasetti di vetro; la
seconda, prima di riporla, si
fonde a caldo e si filtra per eliminare eventuali impurità.
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