DI ~o CRITIÇO E BIBLICXiRAFIA j", " by Anna D'UrbaD:> A thesis sutmitted te the Faculty of Graduate Studies and Reseal:t:h ln partial fulfi1lrrent of the requi..reIœnts for the degree of Master of Arts. \ I:epart:ne1t of ltalian Language and Literature, Ma:;j 11 University, M::n'ltteal. ~ @Au;ust 1983 .. Anna D'Urbano IL TFATRO CCMICO DI SAGGIO CRITICO E BIBLIœRAFIA IJepart:na1t of Italian Master of Arts In Golà::ni criticism, Il teatro cani.oo is usually assigned a place of secondary inportance in relation ta Go1<bni' s ether plays, esped.àlly ms rccst popular caœdies ~ La locandiera r La , t:ot;tega de! caf~, etc. , Il teatro a:xniCD is usually CXl'lSideœd a purély artistic nanifesto ratl1er than a play per se. 'lbe fiJ:st part of this tbasis is an analysis of how Go1à:ni su:.:œssfully carbined dranBtic action with literary theory ~thout cmprcmi.sing the effect of either cne. 'l'œ second part presents the critical essays devoted exclœively te I l teab:o cœâ.CD éJ!ld, ~ t.hese are relatively few, l ha~ also incltX3ed all those studies, of a m::xre general natu:œ, whem this play is discussed. ___ • Aima 0' UrbaIx> IL 'lEATR) CCMIC'O () DI SAœIO CRITICO E BIBLICGRAFIA .~t Panni ~ Maîtrise dt italien J.e::I oeuvres œ Goldaù, .la critiqœ ~JX1e IrOi.ns Il teatro cx:mi.oo qu'li ses c::a::œdies plus--œl!bxes: dt lnplrtanœ la locandiera, {:". bottega deI caf~, etc. -ra Il teatro a::mi.<D est plutOt considéré came un rrBnifeste lit:téraire qu i une <::alédie. La première partie de cette ttàse est une analyse d1erdlant :! dl'm:ntrer CUllielt Goldcni. réussi A CX)IlCilier action dralœtique èt poêtique t:.hMtrale. êt:u:)es ra deUXÜ!lœ partie cx1ç:end les critiques c:x:nsa.cr&s exclusiveœnt :! Il teatro cxmi.a> ainsi que dl autres écrits dans lesqœls o œ fait œpendant référanœ à ce~ pjAce. (,' Nella storia della critica gOl<Dniana, Il teatm axrd.oo occupa di solim una {XISizione' secondaria rispetto ad ~tre camedie, soprattutto aile "grandi camedie" caœ La locandiera, ta bottega deI Piuttosto dle caœ una vera e propria c:x:mredià, caf~, ecc. Il teatro oanico viene c;nnsiderato per 10 pi\) care doc:un'ento della poetic:a golà:lniana. Nel saggio critioo, che (X)Stituisoe la prima parte di qœsta tesi, rioollegandomi alle œservazicni di pcx:hi. altri critici, ho tentato di, rrœtrare attènta.ÇJ nente, in rrodo analitic:o, a:xre i l G:>l.à::ni sia riuscitq a carbi.naœ azione scenica e poetica teatrale senza sacrifi.caœ l' ma aU' altra. Nella , , parte, ho passato in rassegna qli scritti cr:i1d.ci sull',a.t:gaœnto. secc:nja E poi~ gli stuii dedicati espœssanente al 'leatm canioo SalO relativa- nente pochi, ho tenuto calto, par quanto mi è stato possjbile, di clb che ne viene dette in libri IaSSe9fla. ho , ~ 0 artiooli di .ugc:aiento pin sec:ondo l' ordine degli anni degli seri tti cri tici pxesi in esaIœ. vasm. ~lla _ In qt.JB$1:a ~li~~J~ \ Ho senpœ irdi.cato la prina putillicaziœe di agni sc:ritto, e quanà:> mi sax> servita di un' adj zione più ~ ho avuto cura di indica.rla fra paœnt.esi' qUadre. All' intemo , di uno stesso anoo ho seguito l' ordine alfabetico sea::nà::> i l roœ degl.i -, autori.. Fer facilitare la CCIlSUlta,zione, ho aqgiunto alla fine della rassegna lm' iJXii.oe dei rx:rni. , ) 1 .... (. (. .' PJ\R.Œ PRIMA o "ana I. Aspetti fondarœntali della rifoma nel Teatro ccmico: (l) i l testo teat:rale, II. degll p:etica rœssa in azione If (2) gll attori, (3) i l ~liCD. La trasfoJ:maZ.iœe in azione teatrale: attari della cœpagnia, (2) prop:sto da I&io, (4) le prove (1) le reazioni Ieli.o e Elecnara, (3) 10 scenario ~lla "pio::ola farsa." " Can'è noto ~l 1750 ê un anno decisivo nella carriera del camedio- grafo carlo Goldoni.. E' l'arme nel quale egli lancia una pubblica c' sfida ai suci avversari praœttendo al put:blioo veneziano sedici a::mœdie noove pe.r la stagione tea~e che doveva aver inizio œil' autunno della La praœssa era fa~, in un cl:ima di calCOrrenza e d.1 stesso anno. polemiche accanit.e, in un m:::mmto particolal:nent.e diffic:ile peI la cx::Ilpagnia Medebach, a causa della inprovvisa part:enza deil' ott.im:> , D,~.l E~ venne mantenuta. La nucva. stagicne 2 inaugurata con la ~taziŒle del "'Ieatro cxmico. Pantalone teatrale venne , Si trattava di una a:::mœdi.a c:hi.ararrente ProgLêllIIStica e cane tale int.eqlI:eta~ dalla maggior parte dei critici: stata È! una specie di nanifesto e un docœento prezioso circa la rifaora e gli a:ttori della c:cnpagnia Medebach: una a:::mœdi.a "di - circnstanza,,'t senza i l rninim:J int:eresse in quanto aziane scenica. 3 Del reste cette e.spressioni delle stesso Goldoni in aletmi œi stDi scritti non aiutano a snenti.re questa terpretaziane. Nella breve praœssa "L'autore a chi legge, fi ln- egli scrive "in questa qualUIX}œ siasi CHlp:JSizicne, 00 inteso di p3Jeserœnte ootare una gran parte di que' difetti che 00 procurato sfuggi.re, e tutti que' fOt'ld.aIIenti su 1 quali i l rœtOOo mie ho stabilite, nel a::rrporre le mie Cc::rtm:!die, né altra ewi diversÜ:A fra un p:coerm.o e ,/ 4 qu:sto CCJl1?OIl.in'ento, se non che nel prinD si anroiel:'el:lbxlo farse i IsJg:i.tori pin fac:i.lrrente, e nel secx:n::b vaà::l in parte di qualche azione."~ ~vando E sulla stesso punto ritorna i l tedio col llDviIœnto ilel.la let.tera alla 1 Marchesa Dama ~ta Litta giudicando l'opera "prefaziale di Comedie, , pin che Cœ1œdia... 5 ' Pin int:eressante €!! la formula acbperata nei Mi3tDi.œs: Je l' avois artna'lCée et affichée, caœd1e en trois actes: mais ce ni êtoit A vrai dire, qu6'une Pœtique mise en action, et divisée en trois parties. "Une Poétique mise en action": quasto €!! ~to I l teatro canico. '" "pJetica" ncn escluie 1" ft azione .. If • Nanostante quel cne La ne cliccno i critici e 10 stesso Goldt::ni, l' interesse Clel1.a a:mnedi.a €!! prc:pr:io nell' efficace carbinazione di Manifesto né , ~ti due elem=mti. \lM Clllltedia cane t~te I l teatm CDDico non à le al~, 7 ma - \ID senplice se passe dir cosl - la teatraliZ;ZBzione di un eropanma di rifOll'lla teatrale, della rif~ . ~ t.eatra1e pJ:qx:sta dal Gol.à:xni. '. l , La figura del Goldati. va inquadrata nell' atnDsfera di persist:ente ~ CCI'lt:roversia polemica circa qli attori e i l teat:ro, agJi ultimi bagliori della <XiI1te:lia dell 1 arte. Non si pm cœsiœraœ ~ rifœ:ma goldoniana Si tratta di una riforma gl.c.bale, che coinvolge i l cœtuœ ~trale, i l a::Jl1.X)rta1œn de! pul:XJlico e le abitudini degli attari fœ:nat.is.i alla scoola dei canici dell 1 arte - Î s ,-, attori, cioè, associati al teatro vecdti.o onnai. in decadenza, che bisognava rieducare ~ portarli sulle scene del: nUOllO teatro. L'espediente del "tea'!=IO in teatro," a nella cntlle1i.a di cui ci occupiano, serve a daœ evidenza alla 'Ipoetica" œl-:Goldoni e nello stesso tercp::> a portare di fronte al pubblioo i l m::ll'ldo degli attori e del teatro ca:1 tutti i suoi prà;>lemi, le sue difficoltA, i smi draImti. qlX)t:i.diani; in l'lCà:l da .œr:rlerne partecipi gli spettatori e da atti.rare la loro siIrpatia. Il ritratto dei camedianti è Ll1l 'tena che il Goldoni aveva giA abbozzato nei smi o:::np:m:iJœnti giovanili (nei nelodranmi e nelle q;:ere giocose) e sul. quale t.oIn:rà piil tardi, es.erpio nella ù:x:andi.e:Î:a e nell' Irrpresario delle Smi.me. < Per caœ giusta- rœnte rileva i l De Gubematis, si œve attribuiIe al Goldari. i l merito, CCIl'e autoœ o;:mi.co di n aveœ <::lIS:Serva.~. il costuIœ dei sl.Xli o:;mid.'1t .. e di "avere studi.ato i l lom urroœ, i l loro ~to~loro neZ~' scen.ici. ft 9 Questo stu::li.o attente del llD!X1o teatrale \ g~ la {X)SsibilitA di creare dei pe:rsa'laggi rmdellati sul. vivo, sec:ŒlOO i caratteri degli attori e delle attrici che frequentava. a::mioo, il Goldoni presenta al p.1bblico la CDtplÇJIÙa Nel 'l'eat.:;o teatrale di Gel:olanD Medebach,lO la migliore cœpagnia di attori che nai'- ebbe a di$posiziane per clare forma alle sue i.nvenzioni scenid1e. " 1. Placida, la prima dama della o:::npagnia nel Teatro canico, è Teodora ~ch, rrcglie del cap:x:ullico. Ad essa, ira tutti g11 attori, è affidata l'enunciazione piil i:ecisa della t.esi centrale della 1 / 6 -1 ", q , Placida rifiuta ostina~te, di ~it.:rre nelle rifOIma golcbnlana. ~ '''ail' inprowiso, Il ~ poiché, essa diœ, "il m:mdo è annoiato di veder serrpre le cuse istesse, di sentire s€!'lt>re le parole rœdesi.Jre, e gl:iuditori sanna egli apra -la bocca" (I.ti). l' acte ~a rldotto . ~ CDSa àeve dir l'Arlecchino prima che Se, dtmqUe, i l gi~ glorioso treatro &1- à delle ~ nonotone " e rreccaniche d.petizioni, che cosa suggerisoe la prima donna al capo di a:xrpagnia? Essendo ella "invaghita • ,*1 nuovo ~tile," œsidera che si rappresenti' una delle sedici fam::>se cx:mœdie qel Goldoni; una "tutta nuova, . scritta. " Il "tutta di carattere," e "tutta Alla stessa P1q.cida, agli altri" attori,' e scprattutto ad . . Orazio, il capocc:mico, è affidato 10 svolgi.Jrento della tesi, nelle sue p~ e nelle sue cx:mseguenze. Affinché i l nuovo' teatro riesca verO- simile e naturale è necessario che i cèmici si liberino dalle éattive • c abitudini acquisite": att.enendœi ad un testo "prerreditato," ossia . " . " scritto interaIœnte sott:cp:mendosi a un œrto nunero di prove (I.i), solo CDSt si possotX> evitare le irregolarità e le stravaganze della recitazione lia soggetto,", e si ~ ristabilire quell'equilibrio fra le parti di solito trascurato dalla ccmnedia dell' arte. ccmœdia, l'intz:eccio deve essere regolato e funzionale: ccmœdie devalo aver l'unità dell' azione: Il car<7tt:er principale deve costituire l'elerœnto oentrale e deve essere d'un carattere solo, <XJœ "I.e buone uno deve essere l' argooento, e SE.!'lplioe deve essere il loro titolo" (I.ri). originale e OOIX>SCiuto" (II.iii). In ma Gl' italiani, innanzi'9tto "forté, pero,' non si appagano i Franœsi," ma pret:endono "che quasi tutte le f ;. '7 ( ,t::ersoœ, che fo:cnano gli episodi,siano altrettanti caratteri; che D 11 intreccio 11 sia nediocrenente feconèb dl accidenti e di' novitA" cioè . più nosso e vivace che non usi nel teatro francese, e "il fine inaspettato, ma ben originato dallaccondotta della commedIa" (II.iii) . • La nuova C'CI'llœdia, dunque, deve essere c:c:mœdia di "carattere." I l linguaggio deve essere senp liœ e farniliare. Deve dalla scena ~'uso essere bandi te delle stile secentesco, turgido e vuoto: "Ma non sala che dialoghi, uscite, solilCXlUi, rirrpraveri, concetti, disperazian, tirade, le son cosse che no se usan più" (II. i). Via i dialoghi, arrorosi, i 'paragoni, le allegorie ed altri simili pezzi di bravura stereotipati, di cui eratlo ripieni gli zibaldoni dei cnnici' deU' arte. che oontenevano tali conœtti l i ho tutti abbrœiati," "I miei libri <lice Placida, , "e rosi hanno fatto tutte quelle :œcitanti, che sono da! rrodemo gusto illuminate. Noi faœiarn per 10 più o::xnœdie di carattere prerreditatei " ma quando ci accada di parlare aU' lirprowiso, ci serviano delle stile , c familiare, naturale e facile, per non distaccarci dal verosimile" (II.ii). Le ultirœ parole di Placida, la più accanita sostenitrice aElla nuova carrœdia "preœditata" (ma si veda anche quel che dice orazio in II. x) , mettono in evidenza una delle principali caratteristiche della rifoDt1a " golcbniana e della sua. attuazione: la gradualità. Caœ non si deve escltilere deI tutto la recitazione all' irrprovviso, cosi anche le rnaschere ncn vanne senz' altro aboli te: I l tal novità non ~ ancor teIrpo di farla. In tutte le c:ose non è da rrettersi di fronte contro ail' universale. Una vql ta i l pofX)10 andava alla a:mœdia Guai a noi, se facessirro una ( G "\ . 8 ' ( sol.arœnte per ridere,. e non voleva vedere altro che le rnasdlere in iscena.; e se le parti serie facevano un dialogo un poco lungo, s' annoiavano .imœdiatarœnte: ara si varmo avvezzando a sen~~ volentieri le parti serie, e gocbno le parole, e si a::rrpiacciono degli accidenti, e gustano la rrorale, e ridono dei sali e dei frizzi cavati dal serio rredesino, ma vedeno volentieri anche le mascheœ, e non bisogna levarle del tutto, anzi oonvien cercare di bene allogarle e di sostenerle con rrerito nel loro carattere ridicolo, anche a frente del seria più lepido e più grazioso. (II.x) Di estrema irrportanza educazione rrorale. ~ la c:oncezione della scena cœe cattedra di "La' ccmœdi4 - diœ AnselIro - l' è stada inventada pei:' ~ (; , oon:egger i vizi e m:tter in rtèliCOlo i cattivi costumi" (II. i). Questo carattere rroralistico deI nuovo teatro postUlava un rirmovanento della 'societ:à e, sulla scena, una c:anicit:à non buffonesca e sconveniente, ma regolata dal Senso della misura e dell' opportunitài si doveva unire l'utile al dilettevole. cnstuni. La carrœdia doveva rrettere in ridia:üo i cattivi La a::micità doveva avere una funzione educatrice, e trovare .in questa funzione il sua significato e il le farse erano diventate t.a.l.Iœnte 500 ridico~e limite. Pr:ina della rifOlllB che 10 spettatore non inparava niente e non si identificava con nessm personaggio: La cx:mœdia l'è stada inventada per corregger i vizi e rœtter in ridia:>lo i cattivi costuni; e quando le ccrn:œdie <lai antighi se faœva cosl, tutto el FOr;Olo decideva, perché vedendo la copia d' un éarattere in scena, ognuno trovava 0 in se stesso, o in qualchedl.m. altro, l'original. Quanc.b le cœmedie son deventaœ rrerarrente ridicole, nissun ghe alDadava più, p:rrché 001 pretesto de far rièer, se armetteva i più alti, i più sanori spropositi. (ILi) Bisogna evitare di rœttere in scena i caratteri "scandalosi, fi e ~ . ~ intrcxbtto il "vizio" deve essere accorrpagnato e cor:retto da un esenpio ( • 9 ( di virtll. A questi aspetti fandaIrental.i della rifo:r:ma. se ne aggiungono altri .. di .carattere particolare. Si discute, nel prirro atto dell' inopp:>rturu:tA dei versi in fine di a::mtEdia (Lvii) e poi nel terzo atto, della preferenzq,., da accnrclarsi alla prosa, in quanta più verosimile, al verso. L'uso dei versi deve essere, dunque, limitato. si possono adoperare versi, c::are nella comœdia de i l , arte, rra non devono essere troppo marcati, di nodo che non paiano versi rra prosa (TILH). La cnrrtredia reggere di per se stessa, senza riCX)rrere ai balll, ai canti, intenœzzi rrusicali (ILxv-). ail' influenza straniera. Il ~tro si deve 0 agli Il teatro italiano si deve sottrarre Non bisogna rœ~ in scena comœdie tradotte. deve unifo:r:marsi al gusto della nazione e i l gusto i taliano ~ diverse, per esenpio, da quelle francese (ILiii). 12 Circa la questione delle unità d.ranmatic.he, Orazio afferna che non biscgna rendersi schiavi delle regole. Se c' è una regola d'le va sempre seguita è quella del verosimile, cioè del buon sense. classica, rra prcpugna lm Egli non ripudia la precettistica razionale adegu.artEI1to di quella alla œaltà. Ritiene, dt.mqUe, opportuno che si faccia usa delle regole che siano utili all'effetto teatrale, delle regole che riescono verosirnili, non di quelle che portano all' assurdità (II. iii, rra. v. anche III.ix) .13 Fer quanto riguarda i l solilcquio, esse deve essere adoperato, non c::nœ "prologo," per infonnare i l pubblico de11' argcrrento della cx:mredia, per spiegare l'antefatto, ma "per ispiegare gli intemi sentimenti del ( -".Jo cuore, dar cognizicne al papalo del prcprio carattere, ttOStrar gli effetti 10 <. e i canbi.aIœnti delle passioni" (III. li). Ma. ci~ ccrœ par1anCb con se stesso, senza rivolgersi direttaIœnte agli spettatori: .. E non vedete, che 001 pqx:>lo non si parla? Che il canico deve imnaginarsi, quando ~ solo, che nessuno 10 senta e che nessuno 10 veda? Quello di parlare 001 popolo è un \1:1zio intol1erabile, e non si deve pennettere in verun canto. (III. li) 2. La. terza scena deI terzo atto è dedicata alla rieducazione tecnica degli attori. Orazio CCITlincia 001 dare una serie di avvertirrentL circa i l rrod:J di reci tare: racCXlI!laIlda. ai canici di proferi.re i l discorso naturalJrente caœ se parlasse:ro, in rrcrlo da evitare' la cantilena e la declamazione: di non trinciare l'aria con la rrano, ma cqnfo:rmare l' azione alle parole e Cl.oè muovere le mani seconda il senso della parola, e non gesticolaJ::e care ml mulino a vento. Se i canici segu:mo qI,leSte regole, essi eviteranno di oltrepassare i limiti deI naturale, eviteranno di allontanarsi dal fine di agni camecli.a, che è di riflettere caœ uno specchio la natura. Irrportante sul palcoscenico ~ rispettare la presenza deil' altro y;:ersonaggio che recita. Non si Cbvrà, quindi, distrarre H pubblico rrentre l'altro collega recita. Orazio sottolinea anche l'iIqx:>rtanza di stu::li.aœ e di assistere aile recite quotidiane date dagli altri attori. Si dovœ.bbe osservare attentarœnte caœ recitano gli attori "buoni," poiché il rœstiere deI ccmicn s'.impara più am la pratica che 0)I1 le regole. E' l' esperienza che fa l' attore. riguarda i l cCflp:>rtarœnto generale de1l' attore, egli deve diligente, deve venire' presto al teatro, œve Per quanto ~ere prccurare di piaœre a li J o tutti, cioè esse.œ o:,rtese verso i carpagni e deve difendere l' onore dei canpagni se altri li criticano. L'ult.i.no avverti..rt'ento di Clrazio riguarda proprio l'atteggiaIœnto fra carpagni. Si deve œrcare senpre di mantenere l' equilibrio el' a.:aron.ia fra gli attori poiché "la, boona arnnnia fra' c:a:tpagni cantribuisce al boon esito œlle comedie. sono dissensioni, gare, invidie, gelosie, tutte le o:Jni personaggio si costruisce con l'aiuto necessario che in agni carpagnia Infine, benché - ~ <X>Se degli altri, vanno male" (III.i). clun::fue, ê regni un' atnDsfera di a:ülaborazione. ho già detto - la parte de Il , attore e quella deI ccnned:iografo debbano essere tenute distinte, gli attori abili essere di grande aiuto all' autore. tesoro Dove fX)SSCI1O Orazio, qd eserpio, rrostra di far dell' estro e della bravura di Arlecc:hino ("questa giovialità, questa intrepidezza,è un bel capitale, Il I. viii), 14 na al nmento bu::mo gli Su:1gerisce una noova misura artistica, che gli penœtterà non di rigettaIe ma piuttosto di valorizzare i l proprio repertDrio: deve,.parlar poco, rra a t.erpJ. s'trq:lpiarle tutte; e a tutti i, seconde Deve dire la sua "L'Arlecchino ootta frizzante, e non guardarsi da quelle stroppiature, che sono o::mmi zanni fi (III. sœna ul tirna) • Cœe 00 gM detto, la rifoDTla. goldoniana noo si ri\lOlge soltanto aU' aspetto tecnico deI teatro. dei o:tni.ci. Il Golcklni prende le difese deI nestiere Si cg;x:me ai pregürlizi sociali contre gli .;lttori e ri- vendica la dignità unana della gente di teatro, difendencb l' onorabili~ e la serietà dei loro costuni. 15 Nel descrivere nel Teatro a:rni.co, 12 l'esistenza dei c::anici da dietro le quinte, il Golcbni insiste più volte sul late più serie della vita della ~te di teatro, piena di preoccupaziooi e di sacrifici, 16 sotto i l costante assillo di una pœcari.a situazione eoonani.ca: "Se non avessi un poco d:eronomia," p dice Orazio, "le cose anderebbero in precipizio.' arricchiscono. l comici ron si Quanti ne acquistano, tanti ne spendcno" (1. i). Pur essendo Senza denaro e pieni di debiti, essi vivono spensieratarrente e di boon urroœ, rniserabili ma alrœno allegri. Tuttavia gli attori dovrebbero curare l' econania più degli altri e nc:n "vendere e i.rrpegnaœ per star allegri": Oraz. Eppure, se vi è nessuno che abbia bisogno deil' econania, il recitante delle carrœdie c:k::m:el:De essere qœgli; perché essendo l'arte canica soggetta a infinite peripetie, l'utile è satpre i.nœrtD, e le disgrazie su::oeébno facilmente. (1. vi) t-blti erano i disagi della vita dell' attoœ. Il teatro si era ornai in- dustrializzato, con la foz:mazione nella seccnda netà deI Cinqœœnto di carpagnie teatrali, che' viaggiavano da una città aU' al tra e che recitavano in pubblici teatri. l canici erano CXJStantercente in m:wirœnto. Questo continuo viaggiare era vista da quelli fuori dal rrondo teatrale c:aœ una specie di divertimento e r1CI1 nella sua. realtà rreno attraente e ciœ \.m.a fatica inevitabile: Plac. Beat. Ch! gran patirœnti sene qœsti viaggi! Mi fanna ridere quelli che dioono che noi andiam::> a spasso, a divertirci pel m:ndo. Plac. Spasso eh? Si rnangia male, si donte peggio, si patisce ora il cal.do e ara il fœddo. Questo spasso 10 lascerei pur volentieri. (I.x)' 13 , , Anche l' opinione diffusa circa i .!=OStumi licenziœi della gente di teatro e soprattutto delle donne, v!ene respinta, con l' argaœnto che la pcx:a serietA non si limita alle attrici e al IIOroo del teatro. 17 Vittoria interviene prontamente a difendere se stessa e le sue colleglE: 50 i l fatto mio quanto basta per non 1ascianni mfin:lcchi.are: per altro, circa l'esse.œ a:mnediante, vi sono di quelle che non girano i l nondoi e vi smo delle casalinghe, che 'ne sanne cento volte piil di noi. (1. v) L'abitWine delle attrici di levarsi serrpre tardi e di farsi aspettare ~ le prove, i l trc:::If.lX> f:enp) œdicato a Il farsi belle" o:::rœ se qœsto fosse la loro principale occupazione, e infine la superbia, l'invidia, la gelosia, le gare e i dissensi fra C'CIl'p3.gne, costituiSCCl1O argaœnto, di discussiœe, :in rrodo da rrettere in. evidenza i rrutarœnti c3f.P0rtati dalla riforma. El~ra, la cantatriœ, ncn manca di faIne rrenzione, quando lcx:la i l ccntegno, l' affabili tA e la rrodesti.a delle attrici della carpagnia . di Orazio, aggiungendo d'le "vedesi veranente srœntita la massima. di chi creeE che le femni.ne del teatro siano [XXX> ben costumate, traggono il loro guadagno parte dalla sœna e parte dalla casa" (III.iii). 18 Essemo i l teatro diventato un ll.lOg"O dignitoso, attori e attrici riaa:}uistano la fama che rreritano. Ne! bandire la corru.ziœe dal teatro, i l Golà:>ni. aveva trovato un convinto coll aboratore nel M:Klebac:h e nella vecchia carpagnia dei saltatori deI casetto nella Piazzetta di San Marco, la quale "era amata ed awrezzata, in Venezia, rx:m solo per la sua bravura i ed abilitA in ta! IœStiere, rra. per l'onesta e sagÇia rraniera di vivere , , sotte fa b1.la1a direzione deil' onestissiIro Raffi, , e '1' ottima catdotta T 14 della pru::lente, di'VOta e paritevole signora Lucia, sua consorts ... l~ • E' at;pl1'lto questo i l rrodello che il Goldoni ha in nente quando scrive i l soo Teatro cani.oo e proclama che nel nuovo teatro "oon solo à sbandito quallll'X{Ue reo costutœ nelle persone, ma ogni scaOOalo dalla scena" (III. ill) • 3. Era necessario non soltanto rieducare i corrnedianti, bensl anche i l pubblico. 20 Nel Settecento in ltalia, non c' era da 'rœravigliarsi a vedel:e il palcoscenico inc;ptbro di spettatori. panche prq:>rio ~ul , palcosoenico oove Esistevano delle si affollavano i nobili; le , panche rilIpia:::iolivano la scena, rendencb :i.np::ssibile ogni nov:imento. Esistevano anche altri abusi - st=ecie nei teatri di o:mœdia freqœ.ntati fine ail' eJ;XlCa deI Goldooi quasi soltanto dal popol.irY:> - che dinostravam la scarsa edu:azione deI pubblico: o:mversaziari e strepiti nei paldri, "fischietti," "cantatine da gallo," "ruro.rosi sbadigli, If e perfino il vizio di sputare: Vitt. 51 ma taluni dai palchi [sp~, e infastidisca10 le persone che sœo giù. ' Craz. Veramente, per perfezionaJ:e i l buai. ordine de' teatri mmca l' QSSel':VaZione di questa cnestissima pulizia. Manca lm' altra cosa, che oon antisoo dirla •. Sianc tra noi, potete parlare CŒl lil::ert:A. Eug. Che nei paldletti rx:m facciano tante r:um::>re. Craz. E' difficile assai. Plac. Fer dirla. ê una gran pena per noi altri cx:mici recitare, . allora quando si fa stœpi te neil' udienza. Bisogna sfiatarsi per farsi sent:i.œ, e non basta. (III.x) Eug. Craz. l giovani andavano spesso alla a::mœdia per farvi fracasso e prendersi delle libertà poco belle. Non rrancavano, incltre, i curiosi, i seccatori "" RETr mE 15 , che andavano ad assistere alle proue di \ma noova c:xmœdi.a (l.i). Questi "curiosi" erano sia gente degli altri teatri del1a citt:à, sia amatori di teatronpartiool.atrœnte nurrerosi a Venezia, cittA in cui i l teatro faœva parte della ~ ta quotidiana. servi ad attirare nei teatri di comnedia eiegante. lm La rifonra goldoniana pubblicx> più colto e pi\) Il Goldoni, nei MéIroires, 21 si riconosœ non senza orgoglio re.sp:JnSabile della noova severi tA deI pùbbliCD veneziano che egli stesso ha ooucato e affinato. II 5000 qœsti nel Teatro a:::mico. i punti 22 pin int>ortanti della rifotma caœ ~ano Si tratta ora di vedere in che rrodo i l sia riuscito a netterli in scena. Gol.donl La questiooe non si pone per quel che riguarda la vita e i oostu:ni degli attori, 0 i l a:xrportaIœnto deI pubblioo, d'le erano già di per se stessi teatralmente evidenti, e. si possalO anzi cansidera:re a:xte una delle vie di dramnatizzazione che si offrivano al Golcbni, e che egli ha natura.lrtente seguito, portato dall'a.rgaœ.nto stesso della sua cc:mœdia. ~i\) pn:priarrente tecnico 0, se ~i Si pane, inveœ, t=er l'aspetto pœferisce, teorico della rifonna. La trasformazione di questa in azioœ teatrale è (1) ai fidata soprattutto alle varie reazioni degli attori eà alle lero esitazioni e incértezze, (2) ail' intl:oduziooe di due p:rscnaggi, relia e Elecnora, d'le vengono ad. aggmngersi.alla carpagnia, (3) alla discussione della samario pror;:osto da relio ~ la ra.wresentaziane, (4) alle prove della "c:orme:iiolatl " 16 (~ires II. vii), della "piccola farsa" (I.ti), Il padre rivale deI figlio, che gli attori dovramo recitare davanti al pubblioo il giorno c:i:Jp::> (~'cbtani a sera," 1. l carpJu.enti ~,i). della o::xrpagn.ia sana tutti favorevolrrente orientati verso la rifoz:ma neü(' sm dupliœ ~tto unano e tecnico. Ma ~ evidente la cura con cui i l Goldqù richiama l'attenzione sulla persistenza di vecchie abitudini di vita e di œcitaziane, e addirittura suU' impossibilità di disfarsene carplet.ama1te d'un tratto. caœ si ~ detto, è la più ~ Anche Placida che, sostenitrice della mova CXllllelia, È! pœoccupata di èbver recitare un testa seri tto, e si racCXlllaIlda col suggeritore perché l'aiuti: Avvertite bene" signor suggeritore: cbve sa la parte, suggerite piano; dove noo la so, su:;;~te forte. Sugg. Ma caœ farO io a ccnœceœ cbve la sa, e cbve rx:m la Plac. sa? Plac. Se sapete il vostro rrestiere, l'avete a COl'X)SCe.re. Andate, e se mi farete sbagliare, povero a voie (II.iv) E poco dqx>, durante la prova della farsa, finisCE per maledi re il povero s~tore: "Dite piano, che.. la parte la noo ne ne ricordo.... dir altro" (II. vi). 50.... SUggerite, d'le Maledetto suggeritore che non sente; non vaglio Ai ccrrpl.i.Iœnti iperlx>lici. di Letio, che cerca 'di guadagnarsela a:n le lusinghe, Placida resiste, rra non senza cedeœ alla L tentazione di rispcndergli, entrando in piew in quel gi1..lJ<X> artificioso di parole e di a:mcetti, tipico dei dialoghi di Il innannrati" degli scenari deil' acte: 23 3 m 17 Allclro investigaru:.b colla rnia pin fina /tettoJùc.a. tutti i .f.u.ogfù top.i..c..i del vostro CllClre. Plac. (l-bn vorrei che la sua lte.ttoJûc.a. intendesse di passare pi\} pItre). (da. ~ é !.el. Dalla vostra bellezza alLgomen.to 6ila606-i..c.ame.n-te.' la LeI. vostra bontA. Plac. Piuttosto che 6Uo~o 60, mi parete un bel ma.tema.tLc.o. !.el. Mi rende1:O .ôpe.c.u.i.a..:tivo nelle prerogative deI vostro rœrito. Plac. Fallate i l cotLto, siete un cattivo cvU.:tme.tA..c.o. I..el. Spero d'le colla p:rfezione deil' ap.ttca. pot.rO Jpecu1.M.e la vostra bellezza. Plac. Anche in questo siete un pessiIoo a.otJr.o.iogo. !..el. E' possibile che non \lOgliate essere me.cU.c.a. anorosa delle mie piaghe? Plac. Sapete casa sam? Un g.uuuœ .tega.le., che vi fari1 legare e cond~ alla spedale de' pazzi. (II.li) Arrivata a questo punto, si acoorge esSà stessa di essersi fatta trascinare da! cattivt) gusto deI suc interlocutore e interl:atpe la cm- . versazione, cu(((entando fra di sé: ircpazzire anccra Ire. "Se t.rcppo stessi con luï, farebbe Mi ha fatto dire ibi ti, a::rœ le pistole oorte. fi ~ guai cx.nœtti, che salO pro- Essa non è remœno del tutto esente dalla presunzione tipica delle prine dame. Nella seo:mda sœna deI prinD atto, Placida è arral:biatissima, quanCb arriva alle prove pri.na delle altre attrici, le quali pœsumibilmente sono ancora "0 .in letto, a alla tavbIetta" (I.iii): Plac. ·Ecco qui; io son la prima di tutti. Queste signore dame non favoriscono? Sigoor Orazia, se tardano, ia Ire ne vade. Ca.ra signera, siete venuta in gœsto naœnto, e di già v' .i.nqui.etate? Abbia~ pazienzai ne ho tanta ia, abbiateœ un pxa voi ancora. Plac. Panni. che a Ire si fX)tesse mandare P avviso, quaOOo tutti stati fossero ragunati. Bug. (Sentite? Parla da prina doma). (I.li) Craz. 18 <, Dopo Placida entra in scena Tonino, i l Pantalcne in camedia, . pœbabilnente un ritratto di Antonio Mattiuzzi Collalto, i l nuovo PfUltalone della c:x::rcpagnia M:!debad'l. ripo~ti da pan~ Tonino è CŒltentissim:> dei nell.e nuove camedie. 24 su:~i È tuttavia è estrenanente precx;cupato : Oraz. Ben levate il signer Tonino. Patral riverito • . Oraz. Che avete, che mi paœte tumato? Ton. No so gnanca mi. Me sento un œrto trenazzo a tome, che me par d'aver la fre'Ve. (I.iv) 'Ibn. E' questa una delle sœne più riuscite,e œlle più caniche di tutta la a::mœdia. E' tlna scena da Egli è tutt' uno Ccn camedia œll'a!:te. la sua maschera, "anche oon si supp:me che egli stia recltanoo. 'lbnim parla veneziano. quarrlo, a::rce in questa scena, Orazio gli sente i l poIso, che è agitato: oraz. Tal. LasCiate ch' io senta il polso. TolA pur, carpare, sappiè:œ dir se el batte a t.errpo oJ:dinario, 0 in tripola. (I.iv) E poiché Tcni.no cita a rœrroria il Tasso, Orazio esserva che egli è evidentene:nte "praticn di. Venezia e œl gusto di essa ~to al Tasso, "che' vi si canta quasi CCI'!tIJI'lE!Iœte, .. 25 e gli à::nanda se si è divertito in essa da giovane: cade! Ton. Ole Ho fatto un p:x.u de tutto. Oraz • ., Colle bellè dame a:xœ. ve la siete passata? Tan. E porto in me di quelle dame istesse Le onorate nerorie ancora inpresse. Oraz. Bravo, signer Panta1one: mi piace i l vostro brio, la vostra gioviali~: spesse volte vi sente canta.re. Ton. Sior sl~ co no gh'ho bezzi, canto sE!!pre. (I.iv) -- 19 Orazio vorrebt:e che gli cantasse una canzonetta, rra 'Ibnino rifiuta, ~[) àiœndo che ha stu::liato per tœ Ol!e la sua parte e oon ha vo:Jlia di "-.J ' \ 'can1:a.re né ora né in teatro: "Mi fazzo da Pan~an e no da ImlSico, e se avesse volesto far da Im..lSico, 110 gh'averia l'.i.na:m:xio della' ba.rÔa" (l.i"). Ben.ché egli sia convertite alla nuova ccimedi.a, la ragione della sua - , agttazione è nella "necessità de studiar e de dover dir el prerredità" (I.iv). Egli è ancora legato 41J.a sua farmaziooe caro sior TcI1. sul sodo. di cani.co dell' arte: Orazio, but;tenc le burle da banda, e parleno le a:rnredie de carattere le ha but-tii sotto- sera èl nostro mistier. Un povero ccmnediante, Che ha fatto el 50 stuiio SegOmo Ir arte, e che ha fatto Ir use de dir ail' irrprovvi.so ben 0 mal quel che vien, trovanèbse in neœssità de stu:liar e de cbver dir el prerœdità, se el gh' ha œput.a.zial, bisogna' che el ghe pensa, bisogna che el se sfadiga a stu:liar, e che el trema setpre, agni volta che se fa una nova o::mœdia, dubitarrlo 0 de no saverla quanto basta, 0 de no sostegnir el caratteœ cx::Ire xe neoessario. (I.iv) Vittoria, d'le z:ecita la parte della servetta di teatro.Co.latt>ina in cumelia, è piuttosto riservata circa le oovità introdotte nel teatro com:iro : Vitte Craz. Vitte teatro ccmico! Pare a voi che, chi ha iÎ1trod:Jtto tali l1OIli.tà al:t>ia fatte Gran novità si sono intl::odotte nel nal.e 0 bene? Questa è tma quistione che 11CIn è per Ire. Ma pero, vede:ndo d'le ,il llOI'lOO vi appla.t.idisce, gitrl:i:co che fatto più bene che male. vi dico ci(:), non astante che per noi ha fatto male, perché al::biarro da studiare piil, e per voi ha fatto bene, perché la 6assetta vi am assai; frutta rœglio. (1. vii) Essa appare' in scena subito dop:> Tonino, dichiarazùJ di essersi Iœssa a studiare una parte diversa da quella che le è stata assegnata: . , t1 20 - 1 \ ~ 10 faccio senp.œ volentieri i l mio debito, e che cio sia la verità, osserVate: sicoone la parte, -che mi è toccata nella camedia che oggi si -prova, è lunga un dito, ne ho presa up' ~tra in mano, e.la vade studiandD. Craz. Bravissina, cosl mi' piace. Di Che ccmœdia è la parte che avete in -rèano? Vitt.-·, Questa è la parte di catte nella Pu.tta. onoJta.ta.. Craz. Ah vi piaœ quel caratterino di pelarina? (I.v) Vitte o ah! Il larœn~ \IDa delle cattive abitudini per 'le parti trappo brevi è degli attori, che tencbno a gl.udica.œ le comœdie dall' :i.rrpcrtanza delle parti che vengono loro assegnate. 26 La-diligenza di Vittoria è soltanto , 1 apparente. Orazio .œagisœ, ~ al soUto, diplanaticarnente, con delle lcdi; na poi si diverte a pmge.œ Vittoria ron l'allusione implicita nelia sua deserizione deI caratte.œ di - -catte, core un "caratterino di pelarina." Pelari::na, infatti, care spiega 10 Stesso Goldoni, "significa, in veneziano, una donna che pela, cioè che pilucca gli arranti. ,,27 becco che segue, circa gli uanini e ~ Il batti- cbnne, e in partirolare le d::mne - aderente, se non sbaglio, al glisto di Colanbina - è interrotto dall' arriva di Anselm:>, che si presenta ad Orazio 001 nqœ della naschera, di cui \ fa la parte: "Brighella l'è qua per servirlâ" (Lvi). 10 più in dialetto durante tutta -la conlœdia. Egli parla per E benché egli sia netta- rœnte od..entato verso la nuova carm:kiia, a:xre risulta chiararrente dalla prina scena del secxmdo atto, dove prc:pugna la conrœdia di carattere, l'abolizione dei soliti "dialoglll, uscite, soliloqui, r:inproveri, concetti, disperaziani, tirade," e i l fine educativo deI teatro, tuttavia non manca di ri,cadere egli stesso in qualcuna delle abitudini tipiche deI teatro aU' inprovviso: l'uso di ve~ alla fine di una scena, che ....- 21 ( ." , provoca i l CCIlIn&lto di Orazio, "Ecoo i soUti versio le scene si tenninavano rosi" ~I.vli); Una. volta tutte e quel che è più, l'abusa di. , 0 rretafore ccitplicate e forzate, che egli aggiunge di sua al teste da œcitare:. COI.diJ., pM qu.et c.he veda, .t'? ga660 e de6.bto; ma. no . 6aJU..a. m.i.o dec..aIUJ, c.he me lM.6 M.o e da. .0 upeJc.aJL. Qua. ghe. vaR.. .op.Uz.Lto, ghe. vol -Utzegno. '2u.a.t pA.l.o:to, c.he :tovando.6 e -Ut a.t:to malt coUa. nave, 0.6.6 e/tva.ndo dalla. bU6.oola deUa. c.a1amUa. che e.t ven;to .6bai.za. da galtb-<..n a. 6A.1toC.C.O, 0II.de.na. aJ.. maJU.neJU z-VtaJt te vele, c.~.6-t anc.a. m.i. CL{. maJr.bteJÛ du mL pelt6-i..vu. ••• Oraz. Basta cosi, basta rosi. Ans. CiJbligatissirro alle sue grazie. Perché no volela che fenissa la mia soena? Oraz. Perché queste oonparazioni, qœste allegorie, non si usano più. Ans. E pur, quando le se fa, la rente sbatte le man. . Oraz. Bisogna vedere chi è che batte. La gente dotta ncn 1 s'appa,ga di queste freddu.re. Che diavolo di bestialità. paragonare l'uorro .i.nnarcorato al piloto che è in mare, e pei dire: l ma.JrJ.neJU. du m-i...e-i.. pen.6.-i..e/Ci.. t Qœste case i l pœta non le ha scritte. Questo è un paragcme recitato di vostra testa. Ans. Donca non ho da dir paralleli? Craz. Signer no. Ans. Not) ho da cercar allegorie? Craz. Nernœno. Ans. 'Manro' fadiga, e più sanità. (II.ix) Brigh. ( ) Il che pro~ .eu il rom:rento ronc lus i va di Qrazio: "Vedete? E(,'CO la r-agione per cui bisqgna tener i camedianti legati al preœdi.tato, perché facilnente cacbno ne+l' antico e neil' invercsimile" (II.x). \\( L'arriva in sœna di Gianni, , , porta in piena ccmœdia deH' arte. con 10,1 stile l'Arl~o ,.:bt in CC1'IIIladia, ci tras- Egli canincia a parlare lingua ricercato e eccessivarrente cerirronioso deI canico del- 1 r arte (" signor C1razio, $j.c:care ho l' OIlOre di favorirla cOlla mia ( b Z5 / / '1 22 sufficienza.," oost son venuto a ricever ll:incc:m::do delle sc grazie" I. viii} , provocaOOo la perplessitA ironica di Orazio, che dice fra sé: '1/ ~li da secxnoo zanni, 0 creda di parlar bene" (1. viii) • "Nal sc se Ma presto passa al dialetto, incoraggiato, del resto, dall'osservazicne di Orazio che i l seconda "zanni deve parlare berganasco, e raca:mta core ê cascato nel canale la sera prirra, rrotivo per 'cui dice che wn gli piace Venezia. Tutto i l passo fa pensare ad un tipico lazzo da pero, Arlecchino. Andl 1 egli, non ha abbiezicni contra i l noovo teatro ed ê prœto a recitare "alla m:x:lerna" e a tentar di sod:iisfare un ~lioo diventato più esi93Ilte: VU fe de tutto per rretteI:rre in suggezion, e no-faœ gnente. Mi fazzo un personaggio, che ha da far rider; se ho da far rider i altri, biscgna prima che rida mi, orrle no ghe vôi pensar. La sadi CXl la saxà: dl t.m.a casa sola pregherô, supplichero la nu.a carissirra, la mi.a pietosissirna udienza, per carità, per çortesia, cne se l o i ne vol OIXJrar de qualche cbzena de p:::xni, in vece de crudi, che i l i toga coth. (I. viii) Gia. .. Ed ê anche capace di fare dei versi (" And'l' io de' pazzi ho i l triplicato ~: 1 poiché "in un Arlecch.ino anche i versi son tollerabili. Son poeta, son nusico e pittoœ"), ai quali orazio non c:::tXJietta, Il Nella caratterizzazione degli attori della a:xrpagnia, che salO, dal più al mena, tutti favorevoli al ntDvo teatro, il Goldoni non esita, dl.ltque, a richiamare l' attenzione sulla persistenza delle loro veo::hie abitudini e, cx:xœ abbialro visto, arriva fine ad inserire delle sœne da ccmœdia dell' arte. 28 Il che non ê œitaIœnte casuale, caœ deI reste risulta esplicitamente dalle battUte di Orazio nella sœna con Arlecdrino. o 23 ( Prq;:lrio a ci~ ê affidato l'effetto teatrale di queste caratterizzazioni. La teatralizzazione della rifo.ona è affidata proprio all' evoca.zi<n:! âel 500 contrario. La oontropartita razionale, la giustificazioœ di questo tipo di drannaticità, è nel pe.rsonaggio di Orazio canpione della gradualità: e ciœ nella sua ccnvinzione d'le 5010 attraverso un lento processo sarà possibile realizzare la rifonna deI teatro e arriV"are a sostituire al vecchio il mDVO. E' per questo che "pazienza" e "politica" oon gli attori e col pubblic:o sono il tema ricorrente dei sooi intervent.i • durante tutto il corso della camedia. Placida, che di ~ COSi, ~ eserrpio, per calmare arrivata prima di tutte le altre attrici, e per cercare tratteœrla~ finge abilIrente ("Ci vuol politiC::i caWl.en sofferirla") di volerle chiedere consiglio circa la direzione delle ccmredie: Signera !nia, vi ho pregata a venir per tenp::>, e 00 desiderato che veni.ste prima degli altri, per poter discorrere fra voi e Iœ di qualche cosa toccante la direzione delle nostre a::mœdie. (L li) E sottovo:::e COlIl'eIlta: fo a mio rro:1o" (I.il). "Qœsta è la mia massima, ascolto tutti, e p:>i E più oltre, serrpre nel prino atto, esclama.: "Gran pazienza ci vuole a fare i l capo di o::xtpagniai dri noo. 10 crede provi una settinana, e protesta che gliene anderà via subito la volontà" (Lviii). Egli accetta nella carpagnia Lelia e Eleon:>ra, ncnostante che essi rappresentino atteggiarœnti e abi tudini deI vecdrio teatro. nuovi E al principio del terzo atto, si preoccupa soltanto che i due a~ti non disturbino la pace che egli è riuscito a 'stabilire nella c::c::npagnia: ( "Une ha in cap::> la poesia, l' altra la ITllSicai non 24 vorre.i che m' ~ colle laro idee. capitale della quiète nella rrg.a Sapete chi io sq>ra tutto fo a:upagnia ••• " (III. il. Serrpre in nare della gradualità, e per non urtare il pubblico, egli ritiene che ron , "Guai a noi se facessino una si..am da abolire interarrente le rraschere: tal novità; non ~ anror t.arço di farla. In tutte le cose non è da r rrettersi di fronte contro all' universale" ( I I . x) • Le idee e i l t:enp:mmento di Orazio condizionano, per il fatto stesso che è lui i l CëqXXXltI:i.co, tutta li azione della ccmredi.a. Egli è ovvianente, fra tutti i CLl1fOlleIlti della a::Itpa.gnia, quello che rappresenta più da V'l.ciro i l punto di vista deI Goldoni e l ' imnagine di uaro m:::x:1erato e bonario questi ha volute lasciare di sé. 29 OtEl che qui ~i cœ interessa è che tale l::la'larietà e rroderazione si rivelino i.ndisfensabili ad una vera e propria presentaziooe dranmatica, teatrale, della rifonna. 2. !elie e Eleorx:>ra vengcne accettati nella cœpagnia, benchl! l'lŒl siano favorevolrœnte disp::>sti, alJ:œno aU' inizie, verso i l ntlOVÔ t.eatro. Lelia appare sulla scena, annunciato preœàent.errente da Ansel.rro e da Vittoria che 10 hanno giâ i.nccntrato (I. vi), alla fine del pri.nn atto. E' un p:eta ccmico, ciœ un cœpositore di camedie a più esattanente di scenari nel gusto della camedia dell' acte. Egh si fa avanti in roc:do est.rercaIœnte cerim:nioso: Servitor umilissiIro a loro signori. (t.t.J..tt"L la .6alu.ta.no) Favoriscano, di grazia; qual è di queste signore la prima cbnna? Craz. Eo:o qui, la sigrx:>ra Placida. I.el. Penœtta d'le con tutte i l rispetto eserciti un atto del mie dovere. ' .(i.e ba.cA.a. .fil. ma.n.a Lel. ( 2S ( Plac. Mi onora t.rcppo, signore, io non lo,rœrito. Lel. Ella, signora, è forse la seconda oonna? (a. Be.a.tILi.c.e. Beat. Per servirla. Lel. Penretta che ancora seco... (c.ome. ~Oplta. Beat. No œrtarœnte. (.fA. Jt.Uuta. !el. La sUR'lico... (.to1tiU1 a. pltova/te. Bectt. Non s' incanodi. (c.ome. -60plUl !el. E' mio debito. (glie1.a. ba.c{.a. ,Beat. Cane cananda. :Oraz. Questo poeta è rrolto œrirronioso. (I.xi) E œrca, invano, di sollevare l'interesse della carpagnia, sotto- l.inearxb con rœtafore e i~rl:oli i l valore dranmatico delle sue CCItIIedie: Madana, ho delle scene di tenerezza fatte ~ta per voi, che faranno piangere non solo gli uditori, ma gli scanni stessi. (a. P.fA.ci.da.) Signera, ho per voi delle scene di ferza, che faranno battere le nani anco ai palchi rredesimi.. (a. Be.a.t'U.c.e Eug. (Piangere gli scanni, battere le rrani ai palchi. Q,lesto è un poeta deI seiœnto). (Lxi) Rimasto solo sulla scena, dopo il totale insucœsso che la lettura del suo scenario ha avuto presso i rrert>ri della o::::npagnia, si sfcqa sul plbblico contro la presunzione di Orazio e dei su.::>i canici, che vogliono rinnovare i l teatro canico: -caœ! 'l\ltti si sono partiti? Mi hanno piantato? Cosl schel:nisa::mo un tX:m) della mia sorte? Giuro al cielo, mi vendiche.rà. Fa..rO laro vedere chi sono. Farb recitare le mie ccmœdie a dispetto loro, e se altro ItX:lgJ non t..roveJ:e per esporle, le faro recitar sopra un banco in piazza da una cœpagnia di valorosissimi œrretani. Chi sono costoro, che pretendano tutto a un tratto di rinoovare i l teatro a::rnico? Si danno ad intendere, per aver esp::sto al p.Jl:::iJlico alcune ccmredie nuove, di cancellare tutte le vecchie? Noo sarà mai vero; e con le loro novità non arriveranno nai a far tanti danari, quanti ne ha fatti per tanti anni i l gran Conv-Uato cU p).d'ul. (Lxi) 26 Ma in realtà egli ~ un "p::eta affamato," core dice Ansel.rro senza t:rDf:pi p:rrifrasi (II.i), ed è pronto a qualsiasi ccnpraresso. Non esita, infatti, ad offrire anche delle ccmœdie di carattere, pur di guadagnare qualche cnsa. E quando anche le sue m.ove prqx::>st:e vengono respinte offre se stesso o::xre attore: rel. Signer Orazio, non 50 più cosa dire. 10 non ho altro da offerirvi. Oraz. Mi spiace infinitarœnte, ma quanta mi avet:e offerto, non fa p:rr ~. Iel. Signor Orazio, le mie miserie sono grandi. Oraz.Mi rincresce, ma non so c:c:ma socoorrervi. Iel. Una cosa mi resta a.offerirvi, e spero che non vi darà il cuore di sprezzarla. Oraz. Ditemi in che oonsiste. rel. Nella mia stessa persona. 'Oraz. Che casa dovrei fare di voi? Iel. Faro il cani.oo, se vi degnate accettarmi. (II. Hi) In un priIro rn::mmto, Orazio rifiuta di accettarlo nella cx:xrpagnia, oonvinto o.:m'è deI fatto che non si ptID diventare bravi attori da tm. m:rœnto all'altro: "Siete un irrpostore; e o:xre siete stato falso poeta, cosi sarete un cattivo canico" (II. iti) . di Ansel.nn e il bisogno di tm. torD lm lm Ma lè insistenze altro attore ("ci m::mcano due 'parti serie, e una cbnna," I.Ur, 10 spingono ad accettario (II.xii). Alla fine, dopa il provino, Orazio si convince ad:li..rittura di aver fatto un boon aOJUisto: "Questo giovane ha deI brio. Pare un poo::> girellaio, a:xœ dicono i Fiorentini, ma per la sœna vi vuol serrpre mo, a cui adattare si p:lSsano i caratteri pill brillanti" '(III.lii). D.lrante tutt;.a la cc::mœdi.a, Lello ccntinua ad obbiettare contra il noovo teatro. Egli serve da antagonista e la sua presenza per::rœtte di presentare sotta 27 forma di clibattito rrolti aspetti della riforrra. Alla fine del seconde atto arriva Elecnora, la cantatrice, essa preferisœ chi.arcarsi "tma, 0 cx:xœ virtuosa di rnusica" (II. xv) • 30 E' uma forestiera piena di ricciolini, tutta brio, col car:pellino" (II.xiii): Grand' aria! grand' aria ~ Plac. Beat. Oraz. Plac. Beat. Bellezze grandi! bellezze 1 grandi. Che cosa c'ê, signore mie? Vien su dalla scala tma forestiera che incanta. Ha il servi tore roUa livrea, sarà qualche gran signera. (II. xiv) Anche lei œrca lavero. Per necessi tA di denari, anche se non 10 azmette apert..arœnte, viene ad offrire i smi servizi caœ cantante negli , inte.oœzzi. Le sue esigenze sono notevoli. Vorre1:::be œnto :zecchi.ni per lei e per un sua catpagno, che essa stessa sœgl.iera. una œrta sœma di denaro per viaggi, alloggi e un piccolo vestiario, un'orchestra sufficiente e mille altre oose. Le sue pœtese e le sue rnaniere scortesi e sprezzanti disgustano tutti i rrembri della cx:rrpagnia. Ma ~ Lello, anch' essa per necessità urgente di guadagnare, deve rrettere da parte i l sm orgoglio e abbassarsi a far da a::mnedi.ante: Ele.on. Bisognerà superar 1a~. Ma che faro? Mi 1asciere persuagere a far la cc.mica? Mi regolere seconda la tavela de' cx:mnedianti. GiA, per dirla, ~ tutto teatro, e di cattiva musica poo essere ch' io' diventi nediocre canica. Quante mie cœpagne tarebbero cosl, se {X>tessero! E' xreglio guadagnarsi i l paœ colle sue fatiche, d;le clar occasione di rrortrorare. (II. xv) Eleonora offre 10 spunto ad una vivaœ polemica cx:mtro la supeI:bia dei cantanti, che credevaoo di essere superiori ai canici, e contra l'use di interrœzzi rrusicali,31 nel teatro di prosa, per attirare il pubblico: 28 E' passato il tercp), si-gnora mia, d'le la nrusica si teneva sotto i pieài l'arte cnmi.ca. Adessa a1::biann anche noi i l teatro pieno di nd:>iltà, e se prima. venivano da voi per arrmirare, e da n::>i per ridere, ara vengc::no da noi per gcrler la a::mredia, e da voi per far la canversazione. (II.xv) Essa si oonverte rapidarrente al teatro di prosa, awrezza il rrodo di fare e le abitu:1ini di vita dei nuoVi cani.ci, sq:>rattutto delle donne, e si raccan:mda ad' Orazia perché le insegni a diventare una buona attriœ. Nella terza sœna deI terze atto, tutta fra lei ed Oraz~a, si assiste cosl ad una vera e propria lezione di reci CCIItlOr1:.aIœnto, natura.lIrente secœdo il gusto della cqtmlEma nuova. E' una sœna essenzia1e per l'esposizione di alcuni pr' cipi fandamentali , della rifarrm. / 3. La lettura della scenario proposto da a alla corrpagnia penrette di sollevare alcune questioni di poeti necessit:à dell' W1ità d' azione, l'" irlprcprie't:à in istrada, ft far venire le danœ l' "indegnità" del lazzo in cui contrario al dea:>ro della noova O::Xlluedia, e uso. teatrale, caœ la Tutto questo sullo sfon::lo di Ulla dive "f .................... didùarato fuori te caricatura della ccmœdia dell' arte e deI vivace intrecciar i e aœunularsi delle reazioni degli attori della oorrpagnia. stesso della scenario: La. . catura com:incia 001 titola "pantalane padŒ am:::>roso, con Arlecdù.no servo fedele, Brighella rrezzano per interes Rosaura delirante per atrore." , ottavia ea:)n::mJ in villa, e Titolo troppo lungo che provoca le proteste dei presenti e la risp::lSta infastidi 1 1 di Lèlio: "Meglio è abborrlare che 29 mancare. vi piace. Questa cr::mredia ha cin:Jue titoli, pœndete di essi qual più Anzi, fate cosî; CX]IÙ ann:J d'le tomate a recitarla, nrutate il titolo, e avrete per ci.rqœ anni una amredia, d'le parrà selTpre noova" (I.x:i,). Durante la lettura delle scenario, gli altri prevedano 10 svilt1ppJ del- . l'azione, ovviarœnte convenzionale ("Anticaglia, anticaglia!" esclama Orazio), e a turno anticipano esattarrente le parole deI testo: rel. Ma di grazia, ascoltatemi. ct Pa.ntalo ne. U; Vo:ttolle cJUede .ta. 6-<.g.ua. Eug. leI. E Pantalone gliela promette. Bravo, ê vero. E Pantalone gUda. pIlomd;te. U VoUolle .6-<-!U..üJr.a.. Pan:ta.ione p.ic.c.IU..a, e c.lU..ama. Ro.6a.u/ta.. Craz. E Rosaura viene in istrada. rel. S1 signore: e Ro.6a.u/ta. v-<-we -<-n ,u.tlta.da.. (I.xi) Per aca:mtentare i suoi ascoltatori, relio tenta di m:xlificare il testo, facendo rima.nere Resaura in casa, rra con PJCO successo: leI. FaccianD cos!. VottoJte IlMt'a.. Pantalone va. Ut c.a.6ct deUa. 6,(.gLia, e U E frattanto d'le Pantalone sta in casa, oosa deve dite i l 0Jtt0re? leI. Me.nbte Pa.n.ta.l.one ~ bt c.ct6a., U. Vottolle... cUc.e quel. c.he vu..ole. (Lxi) Graz. La continuazione della lettura fa st che gli attori al::band::m.:i: la scéna ' une ~ ~ l'altro, f'ln quand0 I.eli0 n.nane tutto so1o. 32 4. re prove della farsa, dle la carpagnia dovr~ recitare, caninciano soltanto in II.Vi sospese per andare a mangiare in ILix, riprerxlc.no in III. ive cantinuan::> fine al principio deU' ul t.irra scena. Esse sooo in- terrotte a più riprese, ira l'alt.."'O anc:h.e dagl' interventi deI su:Jgeritore c:h.e vorrebbe invece farIe procedere Ebrigativamente. Qœsti interventi 30 (II.iv, vii, IILiv, x), che contriliuiscono ad anirrare la scena, hanno anche la funzione di ric:hiarœu:e l'attenzione su uno de<;Jli asp:tti tipici della nuova cx:mœdia. La presenza deI suggeritére alla ccmredia scritta. Una lunga interruziane ~ ~, infatti, essenziale provocata àal camento iranien e polemicn di relio, il quale osserva che non ~ rispettato i l precetto classico sea:mdo cui non' si deboono far "lavorare in scena piÎlù di tre ~ in uz:ta volta," e dalla ltmga discussione che ne nasce (III. viii-ix) . Più interessante la farsa sc:elta dalla ~ il ccmœnto di relio, alla fine delle prave, che canpa~a tennina proprio corre 10 scenario, ~ , , egli aveva proposto: Arl. E c.u.6~..t, .eo.. man. peJt taltnaJt a..e. no.ôtJta pltopO.6..Lto 1 Cotamb-i..na., deme Brigh. Cotomb.uz.a. no 6aJUt .ôta toJtta a. 8Jughe..U.a.. leI. Signer Orazio, ecco awunto a:xœ teDnina i l mio soggetto, che voi nCXl. avete voluto sentil:e. (c.a.va. -i.. 6agUe.tb.. e tegge) FtoJUndo .6pO.6a. Ro.6a.u1l.a., M.tec..c.JUno Catomb.ina.; e. co-i.. ma.:tJr.imo rU. t e/!.1TI.-i..na. .ta. co rrm ed-i..a.. Craz. Siate veramente spiritoso. (III. scena ultiJra) E' in realtA un' osservaziane intelligente. Essa tocca l'aspetto più prcblematioo dei l , usa che il Goldoni fa deil' espediente della "camedia in CCI't'lœdia" nel Teatro canien. incontestabile. La saniglianza rilevata" da relio ~ Egli aveva già osservato, dopo la prova della scena deI nat..rim:lnio fra Florinà:> e Rosaura (III. vi), che tutte le camedie finisCDnO 001 natrirronio: leI. 10 credeva che avessero finito, qua.rrlo Flori.rx1o e Fosaura si sono spJsati, IœI1tre si sa che tutte le 31 Craz. LeI. camedie finisoono coi matriIroni. Non tutte, non tutte. Oh! quasi tutte, quasi tutte. (III.i.x) La riserva di Orazio dovrà riferirsi ad si voglia ~ che la sospensione delle prove della farsa non coincida con la fine della CCIIl'redia. (Alla dananda di Gianni se c'è altro da provare, Orazio si limita a riS!XJl1dere: scena ultima.) altre ccxmedie, a meno che non "Per ora basta cosl," III. Cam.mque, il titolo stesso della farsa, Il padœ rivale del figUo, saniglia a quello di una delle o:mœdi.e offerte da Lelio, Il pa.dre rœzzano delle prcçrie figlillOle, respinta perché non bisogna rœttere in scena"i caratteri scandalosi, a:xre sarebbe questo di un padre, che faccia il rœzzano alle proprie figliuole" (II. tii) • E l'intreceio e i caratteri ricordano da vieino quelli della a::xmeclia de Il , arte: Rosaura è innaIrorata di Florindo, rra pantalone, padre di Florindo ana e voole sposare anche lui la bella Rosaura. COlâmina è anata da Arlecc:hino e da Brighella e non sa quale scegli.ere fra i due. La farsa, 0 neglio quelia parte di essa che viene provata dagli attori, è stata variamente giu:licata <:lai critiei, a:xre , _..:3~ ~111~a, ,,33 cate una . p~cco l a \.."\..IlIllC'-U.a _..:3~ • ln _..:3~ '-'-"1I1~a t.ma "rredi.ocrissirna ·,....; .... "'1.0 • 34 on,=, .. ~ e V1.vace, a:xre una ccmrediola con "qualche spunto grazioso, Il in cui pare che Goldoni voglia "burlarsi dei eanovacci œll' arte, Il 35 e cosl via. 36 I l giudizio più attendibile, a mio avviso, è quello che risulta dalla discussione fra Orazio, Eugenio e Placida, nelia seccnda. scena deI prim::> atto. autore: Non è una delle fanose sediei camedie, na. è deI rredesirro 32 ( Eug. Fra queste non è la CXlI'CI1Edia che abbiarrc a fare dœani a sera. Non. è forse anch' essa deI rcedesirco autore? Oraz. S1, è sua.; ma. è una piccola farsa, ch' egli non conta nel nu:rero delle s.ue cœrœdie. (I.ii) Non è "tma delle rnigliori conmedie/l dell' autore. Tuttavia Placida, benché "llwaghita del nuovo stile," è disposta a recitarla, "perché se la o::mœdia non è di caratteJ:e, è alrreno canCbtta bene, e si sentoID ben maneggiati gli affetti." Questa attenzione ai sentinenti, agli affetti,' è particolaIIœnte eviœ;nte nel personaggio di Pantalane. scantrano le caratteristiche della maschera tradizicnal.e: In lui si ri-:- un veœhio e ava:ro rœrcante veneziano 1 senpre innanorato di giovani ébnne e quindi oggetto di beffe e notivo di risa. Anche il sU) rroéb di parlare rimane aderente al tipo fissato dalla amœdia deil' arte. Ecco per esempio la sua didriarazione d'ancre a Rosaura: Pante VOldJtlJ ~i...oJt. paJLe. x.e. m<.o bon amLgo, e..6 peJtO che. nat. me. cUJta de no. Ma. vOJt.a.ve. .ô en:tUr. da. vu, .le. me. c.aJt.e. VA...4.6 e/t.e., do pa.!LO.te che c.on.ôoLu.ô e.. el m<.o pOVVtl1 ClLQJt.. !faJt.a.ve. che. vu me t:Ü.6 eui...: uoJt. .ôl, .6i...OIL Pa.n.ta.e.on, .ta :Ualtb, ghe. vogg.ic .tu.t:to el mio ben ; .6i...bbe.n c.he. l' ~ ve.c.c.JUo, el. me. p.ia..5e :ta.nto; .ôe me cLU~ c.u4.ôl, me. 6e. a.ndaJr. -i.n. bJuw de. Luagne. (JI. vi...J La differenza rispetto alla tradiziœe diventa, pero evidente ~, s<::Xlp9rto dal figlio, si ripI:'en:je e œrca di riIœdia.Ie -allo sbaglio fatto: Pante Si...QJt.a. Ro.ôauJUl, no ~o C.O.6.oa. dUr.. V' ho va!e..o.ta ben, ve. ne voggi...o anc.oJt.a., e. ve. ne. VOILIW. Ma. an momen:to .6a.to ha. de.c.Uo de. vu e. ck '!Si. De. vu, che. no .6a..1L~ piil .to1Lme.ntJu1a. da. .6.to pove.lLO ve.c.cJUc; de. mi, che mo.fL.Utb qu.an:to p1Li.ma., .6a.cJL.i6i...c.ando la. vUa. ai. rrK.a de.c..OIr.Q, ai.!a. mUt u.ti..rrra.zion (II. vi) '\. 33 E' questo un esenpio della trasfonnazione deI personaggio di pantalone operata dal Goldoni: della sua. rœt.anorfosi da vecchio libertino in- uaro saggio, che ricanosce i propri torti e cerca di riIrediare al mal fatto. Pantalone È! al centro della farsa, ed è possibile che il Goldoni abbia volute dare cosi l'occasione al nuovo Pantalone della \ cœp:lgnia di ~ch La farsa non E!, di rœttere in rilievo la sua bravura. Cl.un:iœ, una conmedia di carattere, ma non nemœno una ccmredia all' irrpm+o. ~ ~ Essa è scritta per intero, conàotta bene e vi sono maneggiati bene gli affetti. Rimane da sapere perché mai Goldoni abbia sœlte una ccmredia di questo tipo, a rœzza strada fra il vecchio e i l noovo, quando 10 scq:o che egli si prefigge nel Teatro a::rni.co è ovvianente quello di illustrare i principi della sua. rifoDna. l critici non si sono fennati su queste punto, e cioè sul rapporte fra la farsa e la a:.mmeclia in cui essa è inserita. spiegaZione data da orazio a Placida poo ~ La qui puramente episodica e non risolvere la questione: Plac. Graz. Perché dunque vogliam::> fare una farsa, e non più teste una delle migliori ccmœdie? cara signera, sapete pure che ci nancano dœ' parti serie, un UCIrD ed una donna. Questi si aspettano, e se nc:n giungono, non si potranno fare ccmnedie di carattere. (1. ii) E' naturale che Goldoni non abbia voluto utilizza.re œssuna delle ~ sedici ccmœdie noove, per non dim:i.nuire l'attesa e la curiositA del pubblico nei canfranti della lom inminente rawresentazione. Ma questo non spiega perché non abbia inventata qualc::osa _di diverso par la !'l .... - ;, "I:""-~ ~-- 34 ( camedia in camedia, espediente. 0 perché abbia voluto fare ricorso a questo La spiegazione mi senbra che sia delle stesso tipo di quella che abbiarro già data per quanto riguarda il ricac1ere degli attori della conpagnia nelle loro vecchie abi tudini, l' introduzione di personaggi, aJ..neno iniziaJJœnte, awersi al'la nuova canrœdia, l'in-' sistenza sulla gradualità della rifonna da parte sopITattutto di Orazio. Il sentinento deI contrario è indispensabile non soltanto all' t:m::>risrro, core credeva Pirandello, ma. al teatro, a tutto il teatro. si fosse servito di una camediëi noova, 0 Se il Goldoni di scene di essa perfetta- rren:te aderenti ai precetti della riforma, la "corrrœdia in conlœdi.a" si sarebbe presentata cc:ne un' esenplificazione opportuna dal punto di vista didattico. I l teatro canico avrebbe potuto facilrrente trasformarsi in una pedantesca lezione di poetica. Se d' altro canto avesse fatto ricorso a delle scene autentiche di corrrredia cleil' arte, la sua scelta avrebbe contraddetto ap;rt:aIrente la sua tesi e avrebbe minacciato di renderla incorrprensibile. La via di rœzzo da lui scelta ha il vantaggio di evitare questi due opposti inconvenienti. ~cenario La farsa costituisce un passo aVanti rispetto alla letto da IBlio - l'inprovviso - ovvio esempio della vecchia ccmœdia al- sulla via della ccmœdia noova, descritta e discussa nel oorso di tutta la cornœdia e di cui gli attori della corrpagnia e i due ,. nuovi arrivati danno un eserrpio in atto, direi quasi un esempio vissuto. Il teatro cx:mico, nel suc conplesso, ci dà cosl ma rappresentazione It draIrmatica della riforma nel processo' stesso deI sm divenire. ", \ 1 v. pin oltre, nota 24. 2 Sulla a::nposiziOŒ! deI Teatro canico e le pri.ne IaH?œsentazioni, v. la nota al Teatro canico di Giuseppe Ortolani nella sua edizione di 0feJôe 'I\ltte le a di carlo Go1Cbni, 4 ediz., Vol. II (Milano: M::mdadori, 1959), r:p. 1329-31. "ih Per le citazicni dalle opere deI Goldoni mil serve œll'ediziane in 14 volurni a cura dell'Ortolani (Milano: M:>rrlaOOri, 1935Tutte le volte in cui non ~to il titolo della camedia, 1956). l'indicaziane si riferisœ al Teatro o:::mi.CXJ. Per le indicazioni œi personaggi mi serve delle abbreviazioni adcperate nell' ediziane Ortolani. 3 Per la critiœ into:m~ al Teatro canico, v. pin Oltre, nota 7, e anàle Parte seo::mda, Rassegna bibliografica. 4 Ortolani, II, 1045. 5 artolani, II, 1042. 6 Mémoires, II. vii, Ortolani, l, 7 Mi 2~7. serrbra d'le in qœsti teJ:mini applmto si deI::ba. fOl:mlllare il prc:èlema critico posta dal Teatro cx::mioo. Altrirœnti si esitazicni e nel..le oscillazicni di rrolti critici, 0 caœ nelle aclli.rittura in Ulla 1 CCIldanna ( della a:mœdia in quànto a:mœdia - condanna che CŒiti tuisce .. 36 ( lm Per i l valere teatrale terra fre:;ruent.e!Iente rioorrente nella cri tica. della CCI'II'!edia, invece, si vedano sq:>rattutto le asservazioni deI Mangini (n.23), del Palmieri (n.24), deI Binni (n.35) e deI cazzani (n.41). nureri fra paren~i (I rinviano alla Rassegna bililiografica). . 8 Nœ era certo nuova l' iœa deI Goldcni di servirsi -de! palCO-- -,:-- ~ soenico I;Er esporre delle teorie letterarie: -ciltri fatto priIra di. lui, a caninciaœ da Aristofane. necessario rifarsi tanto da l~tarx>. Ma 10 avevano giA nal ~ p.lIlto Nel Seicento si erano avute imi.tazioni aristofanesche per opera di Scipiane Errico, di G. Giacx::I[D Ria:io e di qualche a1~, rra nelle camed:i.e di qœsti autori la critica letteraria era preponderante e si occupava, par 10 più, di esp:lrre giudizi sopra pœti fanosi. Nel Settecento, poi, le ccmœdie che trattavarx> le questicni letterarie, si no1tiplic::a.rorx:>, ma ncn a queste dovette l' i.spip.ziCXle i l GolcDni: sebbene alle r-bliAre: OJ[([edie fanose deI La Critique de l'Ecole des Femœs e L' IIrprœptu de Versailles, anbedue "ccrné:lies critiques, ft seri tte per rispcndere a cri tiche fatte dalla c:œpagnia rivale. polemica. IIB Mentre nel Teatro cani.co, i l GolOOni rxm s· att.a.rc:e a p:>lemizzare '!JOlle da.re un' esposizicne anpia e cc:npleta delle sue idee e dei sl.Di criteri artistici. V., SCI10 COlp)Ili.trenti d'indole essenzia.1nente Fer alt.:œ :i.nfonnaziani suU' uso di questo espediente s.v. "Ccmœdia in o::mœdia," neJJ.'Erx::icl.cp=dia della spettaoolo, a cura di. Silvio D'Amico, Vol. III (RaIa. le Ma.scbere, 1956), W. U26-27. 9 Angelo De Gubernatis, carlo Golcbri.: Corso di 1eziari (Fi.ren:ze: Il 't. ( I.e~, 1911), p. 53. 10 Sull' iœntificaz~ dei vari persœaggi dei 'l'eatro ccmico, v. 1 Ortolani, II, 1329 e anche Gino Cœd1.etti, "Rapporti fra autore e a:xnici nel pensiero del Go1dc:ni," in Studi gJldcniani, Atti del Convegno Int.en"lazianale di Stu::li golc:bniani (Venena 28 settenbre - 1 ottobre 1957) , a cura di Vittore Branca e Nioola Mangini (Venena-R::ma: Istituto per la Col]ab:>razione CUlturale, 1960), n, 533-41. Per una rioostl:uzi.œe gioD1al.istica e un po' pettegolo dei rapporti. deI Go1cbni a::m. le attrici e le cantanti, v. Gastœe Germ I l Golàcni 1..ibert.iro (Milano: MJrsia, 1979) • i l Sulla qtEStione delle rraschere in camedia v. ilL' aurore a chi legge, n pzefazicne al Teatro canico, 0rt01ani, II, 1045-46: "Fer adattaI:mi anche al casbme, e netter in grQ,Zia la Catpagnia, e le Maschere principa.l.Itente, le ho intrc:rlotte dëq:.prirra oogli abiti lero di casa e coi loro volti, poscia vestiti e rrascherati da sœna. ~ Qœsta mi parve in awresso una burattinata, ed ora, nella ristarrpa ch' io fo di questa catrredi.a, ho anche assegnato a chi.aschedun Persanaggio un naœ proprio, riseJ::banOO ch.i.arœr10 col none cx::mic::o, alloraché nella prova Sl.JRX)Sto della Ccmœd.ia rappresenta i l tal Personaggi.o." U V. sopra, pp. 6-7. 13 Delle tre unitA discusse da Aristotele, i l Goldoni si fenra a discùteJ:e più a lungo, l'uni. tà di 1W9J. lXIl ê neœssaria se gli spost.arœnti SOD:) L r osservanza della scena stabile vexosintili, limitati a una casa 37 38 ( o ma cittA, rrai perO da una città ad \m'altra: "Gli antidti nal hanno avuto la facilità che abbiarro noi di carrbiar le scene, e per questo ne osservavaoo l' unità" (II. ili). Nel Teatro cani.co è rrèssa in questione and1e la poetica di arazio per quanto riguarda il nuœro di persane sulla soena. Il Goldoni driarifica l'errata interpretazicne deI teste classiee, sp:iegandoci che la regJla limi.. tava i l nUIJerO a tre ~ane sul palco- scenico in una volta per evi-ta:.r:e canfusiane, rra insiste che "le sœne si possa1O fare anche di otto , 0 dieci persane, quando siano ben regolate, e che tutti i persœaggi si facciano parlare a tenpo, senza che uno dist:m::bi l' altro, care accordano tutti i migliori autori, i quali hanno inteIpretato il passe d' Grazio" (III. ix) • Ma fra tutti i teorici piaœva al Goldcni il francese Rapin: Reflexicns sur la ec>et;ique de Aristote et sur les ouvrages des Poetes Anciens et l'-b:lernes, Paris (1674). 14 Il Golcbni aveva qui in Irente abili corni.ci: cœe Antonio Sacchi di cui scriveva: "Se tutte le masc::here avessero i l talente deI Sacchi, , le camedie all' inprovviso sarebbero deliziose;onde ripetero quel, che ho dette altre volte: io ncn sono inirnico delle Cc:mredie • a Soggetto,' ma di qœ' Canici, che non hanno abilità sufficiente di sostenerla" (Pref. al Taro iN delle c:::ormedi.e e::liz. Pasquali, Ortolani, l, 739). E altrove: "Quel celebre eo:::ellente Camee, noto all' Italia tutta pel nare appunto di Truffaldino U-l ~, ha una prcntezza tale di spirite, una tal abbcndanza di sali e naturalezza di termi.n.i, che sorprende: e volendo io ~ per le parti buffe delle mie Cornœdi.e, ncn saprei rreglio farlo che, studiando sopra di lui" {L'autore a chi legge," prefa.z±a1e ( 39 ( al Servitore di due padIooi, Ortolani, II, 8). 15 Circa la polemica nel CirqtEœnto sulla vi ta ~ racccmandabile degli attori, si ricordano alcuni autori e attori deI Ci.rx:Juacento e and1e del Seiœnto i cui testi sono dœuœnti fondarœntali r::er la carprensione di un detenn:i.nato m::m:mto cellt3: storia deI teatro e i primi tentativi di ricuperare la dignità cella professione dell 1 attore che fOi saranno ripresi nel Settecento da carlo Goldoni: Tcmnaso Garzoni œl soo trattato La piazza tmiversale di tutie le professioni cel rrcnèb (1585) difende la professione deil 1 attore distinguenèb i bravi attori dagli saadenti. V. in particolare i l capitolo "!::el canici, e tragedi, cosi autori, caœ Recitatore, cioè degli Histrioni": '1- .] A tatpi nostri Si è vista ill1 Fabio Cœti.co, il qual si trasmutava di rubic::::ncb in pallido, e di pallido in rubiconde, c:x:>rre a lui pa.reva, e deI sU) l"fO<b, della sua gratia, cel sU) gentil discor:t:"eIe, dava arnniratione, e stupore a tutta la sua audienza.. la gratiosa Isabella ~ ~o delle scene, ornarrento dei '1heatri, spettacolo S1..1perbo ncn rreno di virtù, che di bellezze, ha illustrato ancora lei questa professiane, in l'!Dèb, che, rren.tre i l rccndo dura.rà, rœntre staranno i secoli, rœntre havran vita gli ordini, e i tenpi, agni voœ, agni lingua, agni grido dl IsJiliel1af.~. risu::ma.m il œlebre naœ, Ma sopra tutto parmi degna dleccelsi hanori qœila divina Vittoria, d'le fa rœi:aIrorfosi di se stessa in sœna, qœlla bella rraga dl arrore, che alletta i cori di mille amanti CQ'l le sue parole, quella dolce Sirena, ch 1 anmaglia con soavi incanti l'a.l.ne de suoi divoti ~tatori: e senza dubbio rrerita di esser posta c::are cœp:md.io del- 40 ( l' arte, havenoo i gesti prcportianati, i noti anronici e ooncordi, gli atti rraestrevoli e grati, le parole affabili e dolci, i sospiri ladri e aœorti, i risi sap:Jriti e soavi, i l portarrento altiero e generoso, e in tutta la persona un perfetto decoro, qual spetta c s' awartiene ~ una ~etta corrediante[.~. Ma pero quei profani Cœti.ci che pervertono l' arte antica, introdocenoo nelie Caredie dishanestll solaIœI1te, e oose scandalose, nm possano passare senza aperto vit~, infananoo se stessi, e l ' arte insi.eITe ron le sporcitie, che a ogni parola scappano lor di bocca, e quanto rraggiore infamia trahe da rostoro, c'hanno con l'Aretino, ê5 001 Franco carcbiato la lingua, per ragionare solo da sporchi, e vituperosi caœ sono. Negli atti seno più che asini in civili, ne' gesti ruffianissirni a spada tratta; nelle parole sfacciati ~ le rœretrici publiche, nelle inventiani furfantissimi. a tutta botta; e in agni cosa putiscono da nanig:üdi quanto dir si possa; ~ • J Laonde per cagiane di costoro giaœ caœ ne! fango 5ep:)1ta l' arte Ccmica" (Edizicna adcperata: Venezia: Appresso gli Heredi di Gia. Battista sanasoo, 1592, pp. 738-39) ; v. anche della stesso autore i l capitolo "Da' fornatori di spettaooli in o ciunratori rrassi.Ire" (pp. 741-49). ~, e àe~ ceretani Un altro ritratto interessante di questi attori ce la dipinge Andrea Perl:uxi nel sm trattato teorico Dell tarte rappresentativa, preœditata eaU' brprovviso (1699), in cui scrive: "Il male si ~/che oggi ognuno si stima abile per incplfarsi nella canica irrprovvisa, e la più vile feccia della plebe vi s' irrpiega stimandola rosa facile: ma i l non œnoscere i l pericolo nases dall' ignoranza, ( 41 ( Onde~, e àall 1 anbizione. - che i viliss:imi Ciw:rna.tori, e Salt' in banco, d'le si h.anno posto in testa d'allettare la gente, e trattenerla con parole a guisa di tanti Ercoli Gallici o::m auree catene, vogliono rappresentare relle putbliche piazze CooIœdie all' irrprovviso, sto:rpiando i soggetti, parlando a sproposito, gestendo da matti, e quel mille osceni~, ch'~ peggio faœnèb e sporchezze, per FOi cavare dalle borse qœl sordide guadagno col venàergli le loro inposture d'oli ootti, controveleni da avvelenare, e r:i.rredi da far venire qœi mali, d'le non vi sono [ .~. Or lascianèb alla malora questa gentaglia vile, infane, e degna di tutti i vituperi, diciarro che datasi qualche unic:ne di virtuœi a Rafpresentare aU' irrprovviso, si puô œgolataIœnte fare qualche cosa di Wane, imitancb gli ottiroi ccmœdianti che' quegli fe.t' diIetto SC!1O ci~ ci~ fanna (non essendcne mai rrancati), facencb d'le qœsti fanno per rrerœde. fuIte Accadenù..e insorte di questo virtuose esercizio, ed in Nap:)li, ed in B91ogna, ed in nnlte Cit~ d' ItaHaf.:Jo (Edizi~ ~ta: A cura di Da! capitolo "P.awresentare all' inprovviso. Il Antal G. Bragaglia, Finmze: Edizioni ( Sanscni Antiquariato, 1961, p. 160). NicoRl Barbieri lcx:1a e difénde la sua arte ne La Sue;>lica: Discorso fami.gliare a quelli che trattano dei canici (1634): "I a:mici virtlDSi praticano CCI1 nnlti cavalieri, servom nnlti Principi, e per~ s'addestrano a' t.el:rnini ccnveœvoli a' galantu::mini: , per 10 pit} sono tinorati d'Idmo, e pero si guardano da il.l.eciti oostuni, recitano sovente all ' aspetto di Prind ['esse e darce di santi costumi., e perci~ fanJX:) l'abito alla m:::x1estia, sono per la pill studiasi, e rendcno grate le lare fatiche. Nan vi Ë! bu:n libm d-.e da lare pero l'lCI1 sia \ 42 ( lette, né bel o:n::etto che non sia da essi tol to, né descrizione di cosa che ncn sia irnitata, né bella sentenza dle ncn sia calta, perché nol ti ~ e sfiorano i libri. delle lingue straniere[. J ' !tOlti z.t>lt i di lem tradu::::cno i discorsi inventano, imitaoo, anplificaro. Basta: ché tutti studiano, c:aœ si ~ vedere dalle case ch' essi hanno rirœ, disoorsi, cx::m:eclie, soggetti. di ~e, lettere G.~ aile st.anpe: ed altre cosette che pe.r cx:mi.ci non sono sprezzabili, e si trovano quasi tutti, se l'X)l1 pieD:> l' ingegno di scienze, a1.Iœno adorni in superfizie di rrolte virtù. E, quando tutti non siano taU, hanno poi qtegli altri una tal grazia ne' 10r0 personaggi., che serve lam per istu:lioE. 3. In quest' arte è di nestiere un talento naturale, a pochi CQ1œduto, e di œnto che si J;X)Ilgcno a recitare, dieci non riesccno bu:mi, ancor d'le siano Aristotili di sapar, poiché vi. vue1 elocuzione, pr:onunzia e grazia. A q'lESti tali, adunque, si deve dar Iode e non biasino." Dal capitolo "Non poter essere il cx::mi.co incivile, studiando e pratÎ:cando sovente oon person-= l'là:>ili.'' di (Testo adcperato ~erdi.nando Taviani, Milano: 16 en: Crr. trattan::> CCI'l stuiio critico, note e varianti Edi zioni i l Polifilo, 1971, p. 34) fo / œ' canici, CCI'l st:u:1io critico, oote e varianti ~l far ri~ non ~ d.:iL Ferd.i.nanOO ; Taviani (Mi1ano: Edizioni. Il Polifilo, 1971), pp. 109-10: stu::lio i quelli NiooR'> Bal::bieri, La SUWlica: Discorso famiqliare di tutto i l gion1O, ma è stu::li.o d'le rincresœ ed annoia a lungo andare; e non è, CCJte "Er] e questo ~' altro tali pensano, <XJœ di tante gusto che mandi l' anima nell' estasi deI dUetto, ma! è 1 fa~, _ ---- a:ne è fatiCDSO i l sonaœ, cantare e ballaœ!-Ehé---P1X:iID- ~i f;itracx::a, si ---- , 43 sfiata e snerva quando clb fa par esercizio; e quando i canici vanne . al teatro, non dicono d'andar a spasso caœ gli asooltanti, ma dicono e ta! volta a piil d'uoo tremano le gartbe di an::1ar a bott:ega: ~ che ha da sodisfare tanto pq:x:>lo e pat:'SC%le che pagano i l 10m danam e che non stanno coll Fer devozioni, voglio dire, che pcssono strepitaœ E ta! povero a::mi.CX) va per dar gusto a gli altri, se non hanno gusto. quando fors 1 ha le la.griIœ a gli oœh.i, oolon d' infirmitA, cx:m:xlitA. ron ~ 0 ~r Fer disgusti di casa, 0 0 Fer esser tenpo di paqar suoi debiti e ncn aver A tale cŒ:! i l loro studio ~ più di fatica che di gusto; e senpre di far ridere, ma di gradiI:e per aveme pei utile ed onorei e que' persanaggi d1e rrolto fanne ridere la brigata, quelli forse stu::lianD mm::> de! gli altri, e piü dl uno di qtl3sti simili a pena sa leggere: questi SOlX) aiutati dalla grazia natural.e a tale che se i l ciso IlDSSO 0 dalla prœtezza dello spirite; da simi..li pe.rsœe fosse pec:cabile, sarel::be più errare della natura che dello stu:lio, e dU. \.ID rra ~ che p::ssa creŒ!re d'le canico i l qua1e abbia cura di casa, famiglia da çpverna.œ ed ooore da custodire p::lSsi dispensa:œ tutte 1 r ore nello studio? dalle dte alle tre smo in viaggio, in mana de' carozzieri, nolizini, ba.rca.rooli, osti, daziari e simili, dove ncn si tratta d r al tro che di lx>rsa apertai e sarl! questo terrpo da st1ldj ar le scioo::herie? Creda ognuno a SUD !lDdo, ch' io nm sa trovar questo riso pecx::abile né quest:o tatp:> perduto in continuo studio di far ri<È.l:e." 17 Verso la rretà deI cinquecento, le derme appaiono par la prima volta sul. palcosœnico. Tuttavia la loro pre.sen2a SUlla sœna era 44 cxmsiderata un grande scandalo. Essendo le attrici à:mne esposte e disponibili, erano viste caœ eœitatrici di lussuria. Qœl10 che veniva COndannato, era la potenza fascinatrice dell' esibizione femnini.le sul palo:::)sœnico. Per quanto riguarda la polemica intorne a questa questicne ed altœ sul teatro canico del Ci.rxJueœnto, si rioorda la serie di scritti polemici cinquecenteschi oontro gli spettacoli e più precisarœnte CX)fltro i canici di professione œil' arcivescovo di Milaoo carlo Borrareo ed altri noralisti che scrissero CCIltro il teatro: Juan de PinEda, franœscano spagnolo che scrisse il Disrorso del danno che cagionano le camedie et lascivi spettacoli (1599); e, Franœsco Maria Cel~ che FAJl:blioo a PaC!ova i l suc In Actores et Spectatores caroedianml nostri tenporis paraenesis (1621); fra questi c'erano gli accademici ed i letterati che veàevano nel teatro de i l 'arte un fenaœno che non poteva collocarsi nell t ordine œl viver "civile." guardano soci.etA e ccmœdia àa.l C~to Per tutti i testi che rial Settec:ento v. Ferdi..n.an.<:b Taviani, La fascinazione deI teatro (PaIe: Mario, Bulzaù Ed., 1969). 18 Sul1e cpinioni ~lidle circa le abit\Xiini delle à:mne di teatro, v. due altl:e c::x:Jtne:lie deI GoICbni, ne.l.ie quali ~ rœsso in rilievo la cattiva fana. di cui godevano sia le attrici dle la cantanti.: Inquietudini di Zelinda (1768), il Gold:m.i. ritrae nel1e Barbara, una cantante di btDni costtJni la quale IlCl1'X)Stante tutto qœllo d'le fa e diœ, viene giudicata àagli altri persooaggi una donna p:x:o seria: "Avv. <:!l, dl, mi fate rider davvero; questi sono di que' natrirrari., œ'quali, per ordinario, l'arror non ci ha gran parte. Barb. voi parlate cos1 perché 45 noo nù. canoscetei credete che una giovane elle ha calcato le scene, non Siete in errore, se cosl pensate. sia capace di ncbili sentilrenti? Il Teatro non canbia il coore i colei ch' ê mal cnesta in pubblico, sarebbe tale in privato, e chi ha prudenza in casa, vive prudenterrente pe.r tutto" (III.iv). L' cw>sta di Barl::>ara, ê invece, la cantante, Clarice, nella Bancarotta (1741), il cui rœstie.re consiste prq:>rio nello sfruttare al massino gli spasinanti: Gran prodigio ê questo deI signor calte. "Clar. Non ha mai fatto altrettanto. Ad enta delle sue grandiose parole, l' ho senpre creduto spiantato, ma cawien dire ch' ei possa spendere, se ha fatto per ma i l sagrifizio di parecchi zecchini.... stessa, che i l viver di regali e protezioni e di rrolto poco denaro. Pazienza nLlSica, e la voœ nù. ha tradito. ora l'lO'l sc ridtu:mi" l ~ fA.a pense tx>i fra ma una casa di troppo pericolo Ho gettato il t5Tpo a lltparare la SOno stata allevata con rro.tbi.dez~, e (II.x) • 19 Prefazione al Taro XVII delle axt(le:lie ediz. Pasquali, Ortolani, l, 752. 20 "Il rrel vezzo ~ -tx>i ogrù. linù.te nei due ultimi secoli della fepubbliœ, e all' q;:era e rraggiomente alla cx:mœdia gli spettatori si ~vaJ.'X'.) alle rœmi.festazicni pin clalrorœe e SCC4lvenienti. nel1a sala tisa sgangherate, che nal S' OOivano finivano pin, voci grosse e sottili, miagolli da gatto, canti da gallo, stamuti, tossi sirnulate, sbadigli rurrorosi, rc:nzii, boati, esclamazioni dl ogni naniera," Pœp:!o M::>llœnti, "1 p.1blici ritrovi di svago e di giUXD," Storia di Veœna nella vita 46 P;rivata dalle origini. alla caduta della Hepublica, a Decad.iIrento, 4 edi.z. (Bercgarco: Isti~uto Parte terza, l i ltaliano d'Arti GrafichJ, 1908), p. 232. 21 V. Mi§rroires, II. li, Ortolani, l, 251.: Il JI avois vu au Théâtre Saint-Luc une Piece intitulée le Putte di Castello; c'étoit une Caœru.e populaire dont le sujet principal était une Vénetienne sans esprit, sans nœurs et sans conduite. Cet ouvrage avoit panl avant l'Ordonnance de la censure des Spectacles; tout était mauvais, cm;:actere, intrigue, dial.ogœ, tout était dangereux; cependant Cf était une Canédie nationale ~ cioè vene~; elle amJSOit le aux mauvaises plaisanteries. a:JIUençoit a: public; elle attiroit du rronde, et on rioit J'étais si content de ce public, qui preférer la Cc:::IIédie à la farce, et la décence A la scurru.lité, qœ p:n.lr enp!che.r le mal que cet Pieœ auroit pu faire dans les esprits encoœ d'lancelans, J'en damai une dans le rrêTe geru:e, rrais honnête et instru::tive, intitulée la E\ltta Onorata; V. anche altrove ne "L'Autore a du ~" prefaziane al Pl:odi.<J?, Ortolani, l, 861: Camedie andavano le J;ErSOne "Fin tante che aile p:r ridere ail' inpazzata, senza badare al.- l' intreccio, ai caratteri, alla sentenza, poco rraJ..a iIrpressiŒle poteano fare negli animi.. le scioccheri.e, ta1volta ancora iImDdeste, che si lasciavano i camed.ianti cader di bocca; na in oggi che la Ccmœdia è divenuta qual.che cosa di più serioso, e ~ nolti vanne per ascoltar verarœnte, cawiene ben pesare le nassi.Ire, i CC%lcetti, le barzeJ.1ette. Queste 1.eggi le ho awte in rœnte fin da principio, rra a poco a p:x::o le posi in pratica, a misura che i l bJa1 gusto clel putblico si andava perfeziananéb. " 47 22 Nel Teatro ccmico, il Golèbni prcp::lIle quelle stesse iœe che t:rov:i.arro sparse nelle prefazioni, nelle èediche e nelie lettere, e, in partic:nl..aI:e, con rraggior forza e organicità, nella Prefazione al prim:> tan::> dell' edizione Bettinelli (~750). Ma per una ricostruzione della poetica goldoniana Il teatro canico rappresenta forse la fonte più ÏJtp:)rtante, "perché se negli altri suai scritti tocoo de' suo~ prq:lOSiti e delle sœ teorie, in questa camedia l i espose in una fcmna ••• ufficiale" (Maria Ortiz, I l caoone principale della poetica golà:lniana, Nap:::>li: Stab. Tip. della Regia Università, 1905, p. l5). 23 Cfr. Andrea Perruœi, r:ell'arte rw:œsentatiVa, pœrrecli.tata ed aU' irrprovvi.so (1699), a cura di Antal G. Bragaglia (Firenze: Edizioni Sansoni Antiquariato, 1961 ), "Dialogo d'arror corrisposto ccnœttoso dl invenziane di parole," pp. 180-81: La D. ,sopra la H. D. Fane, L' H scpra la Sete Gli occhi rniei idropici d' a:rrore veIlg::>oo al fonte della vostra ~ bere l'~ l::ell~zza~ di qœlle grazie, che passooo ~~~.~-~-~- Il mio, cuore digiuno da tantei:.eIpJ della-vrStra leggiadria, come Avoltojo affana~ vola alla rrensa apprestatali da anore ~ saziar le brame:-- H. Ma che a<:X;IUe sono queste, ~ quanto più ne bevono i IUlli. assetati, tanto pin sento avanzanni la sete? D. Ma che cjbo (! questo, che quanto più 10 gusta l' ccchio innarrorato, tante pitl la sua fatœ s' aurenta? sana ccn gli sguardi: H. Un ocx:::hio assetato mal si D. Un affamato desio non si nutrisce col solo ri.mira.re. H. Aprite dal dum sasso della vostra rigidezza un i.nèeficiente vena di corrispandenza, :çerche l' assetato Cervo deI mio ferito cu::>re ri trov'i la branata abbcrldanza. ~~----- ----~-------- 48 D. Non fate voi che il Tantalo del mio desiderio veda fugaci quai frutti, che ponno ristorare il mio farrelico affetto. H. Io vor:œi nlDVO Praneteo pascere l'Aquila del vostro desiderio col mio coore. D. 10 vorrei trasfontanni noova Aretusa in fonte F€L" togliervi affatto l'anorosa sete. H. E che manca a saziaJ::mi? D. Trovare i rrezzi opportuni cx:m parlare a mio Padre. H. PrecipiterO gl' indugi perche si consoli i l mio febricitante cuore. D. H. Fra tanto pensa 0 caro •.•. In questo nentre vorrei che havessi in r:;ensiero .•.• D. Che il mio desiderio H. Che 1·.~ mio non è un augel paradiso. Q.. c:l'lé si pasce d'aria. H. Che vive D~ S);erO di saziare il mio desio. 'H. , cella ' è un Camaliote. ruggiada della speranza. Voglio in te disseta:r::mi 0 fente mio. 24 Nel 1750, invitato dal Ministro di Sassonia per i l Re di Polonia, i l Pantalane del.la a:npagnia Medebach Cesare D'AJ:bes parti per Dresda,_ ~ aver contribuito con la sua ricca ~rsonalità di attore, ad awrofondiJe i caratteri dei personaggi nelie ccmœdie Tanin belia g;:azia, L'u::m::> prudente e l due ge:œlli veneziani, e in tant'altre. Nel 1750, a p:œndere i l posto deI D'Al:bes, entro nella o::mpagfiia Antonio Ma.ttiuzzi Collalto. Il Collalto era nato a Vicénza nel 1717. d' ingegno, aveva Uaro di fine educaziane e pero bisogno d' essere istruita nel nuovo camedia e i l Golàcni si pœse cura di lui: genere di "Je m'y attachai, je pris 1 soin de lm, i l m'écoutait avec confiance; sa docilité m'engageait toujO\lI'S d'avantage, et je suivis la canpagnie ~ Bologne et ~ Mantoue' 49 ( pour achever de fc:u:ner lTCl1 QOuvel Acteur Pendant les cirq IlCis que nous G•:J <Ni étoi t devenu IIO'1 ëmri.. passarœs dans œs deux ville[. j, je ne peJ:àis pas rrœ tems; je travaillai jcur et nuit" Mi§noires, II. vii, Ortolani, l, 267. Il Collalto esoràl ~ la pr:i.lra volta nella parte di Pantalone nel Teatro canico, scritta prcpr.io per lui. ~to andle altre parti: !Eci~ in Eugenio nella Bottega de! caffè, Taùn ne! Poeta fanatico, Florin.à:> nel Vero amico, ma p:redilesse la maschera di Pantalone. furorx) l ~si di Panta1.ale a cui. si all1.Xlcno nel teste, riportat+ da! D'Al:bes. orazio qui parla alla rœschera e nal all' attore. 25 Questo breve acoenrD ail' usanza di cantare i l Tasso in piazza, , ci riCDrda \.ID' altra o:mredia del Golà:ni, L' LDtD di ncndo (1738) ,nella quale i l ccmœdiografo di.pinge un quadro atbastanza vivo della Venezia de.! Settecento: "Momolo..ut. puppa. cU un ba:U.e.U..o, c.on ,"Jane. gandoUe/Le.. " Alr.lU..va.n.o c..a.n:ta.n.do il Ta.h4 a ai.1.JL Ve.n.auz.na., e. aJr.JLi..va.:tA- che. 6 ana, le.gano il. ba..:tte1Lo e. ~c.e.n.dono ..ut. 26 V. l.VJ.: ' "Ans. deJ.J..a cxmnedia dalla 50 tvur.a." (didascalia, 1. vi, Ortolani, l, 790). 51, ma gh' è de quelli d'le pœt:.erœ giudicar parte. Se la parte l'è breve, i dise che la cx:mœdia l' è cattiva; ogrnm vorria esser in grade de far la prima fi.gura, '( e el canico giubila e gode, CDl sente le risade e le sbattWe de rran./ Poiché, se il J;q)Ol ride e l.J.eto applaude,/ - 27 v•. prefaziCl'le Il ocmico ScUà degrx:> di lauie." al Tate IX delle cnme1:ie ediz. Pasquali, Ortolani, I, 663, nella quale il Golcbli parla dell' intermezm ra cantatrice d'le a ,j i _ =é= 50 egli durante il CXlIp:se S\X) soggiarno a Feltre na. che è stato ~tato soltanto qualdle anno dq:x:> a Venezia (ne1 1730) 001 titolo La Pelarina. A ptopœito di qœst' int:eI.Iœzzo egli dice: ,>-,_ "Cc:nc:6œa s:in d' allora l' arte e i l o:stuœ della maggior parte di qœste Sirene azm::niche [le cantatri~ e delle loro MaIme, e ne feci un ritratto passabile, capaœ d'instruire e di divert:..il:e." I l teJ::mi.ne "pelare" , figura rx:m soltanto nel Teatro cœù.CD e nella Pelarina, ma. 'arx::he in altre camedie e drarmti. giocosi 1 golcbriani • In tutte qtESte cçeze si acœnna sq>rattutto alla œp.rt:azicne \ delle attrici e delle cantanti dle si diwrti.vano nel "piluccare," e cioè sfruttare al rrassino gli ucmi.ni. Fer quanto riguania l'i.n1:entezzo La Pelarina, i l naœ stesso della cantante è indiœ della sua fessiale. ~ pro- Fer naggior ~çità 1fnguistica , il G:>ldaU. crea quasi tutto i l dia.l.oF giccanCb uni.carœnte sulla parola "pelare," la qua.le viane œata fiequent:enente nella c:nnversaziooe dei tre personaggi.. La ritroviaIrc :in l::xx:ca a Volpi.cic:na e sua figlia Pelarina. dle si divert:ax:> nell' esmd.ta:œ l'arts del pelare aile spa J Je del rio:o spasinante,' Tascai?ro: TaSc. J cœ piacer, d1e ~to! Volp. (Gcxii ~, t 1 ao:orgerai) • Tase. (~di Iœ s' è iImanorata). Pel. (<l'l d'le ncbile pelata Che ben presto i l torà:> aVJ:à ~) • Volp. (E' la patpa, è la grandezza L' arte sol d ' i.nnanorar ••• ) Tasc. Viva aIIDr, e chi l'apprezza. Pel. 1 a du.e. volp.J (Di pelar). 51 Di faIsi amar. Tasc. Tasc· 1j Pel. Volp. ct Viva l'arts, e chi la sa tJte (I.il). -Grazio,e;a ne1 dranma giocoso La ritomata di Ialdra (1756), ~ la pre- sentazione della servetta, Giacinta, fedele carœriera e carplice di Madata Petn:nilla, la tipica virtl.DSa aristocratica. ... ~ i l lettore Trarnite Giacinta, infonnato circa le abi tudini della sua padrrna: ''Venite pall.a.stI:eill, ;- Siano a pelare in due: / E sa le penne sue / Ciascuna procurare. / Per lei le grosse piUIœ, / le piœiole per per c:cet:llne / Gli amanti spennacx:hiar" (I. v). Nell' Iœ. 1 AbbiaIro ~ delle SmiJ::ne, cx:mœdia del 1760, i l Goldcni ritrae tm'altra virtuosa di ltIlSica che desidera anch' essa e generoso. ~ --'~ i l favore di tm protettore ricc:o In m ItDl'X)logo indirizzato al ptbblico, Ulcrezia ci o:::nfessa "E' vero d'le nella musica nc:n saoo ailcxu: valente, i S1.Di veri rreri ti: ma in altro genere, nc::n la œà:> a nessuoo; uniœ l'onest! alla c:arpiacenza, e 50 50 ctbligare CCIl grazia, sc pelare la quaglia senza farla (I.xi) • gridaœ" / 28 Jna sc:ena da del cbtto:œ, e ciœ a::mredia èell' arte, scprattutto per i l persanaggio Petrcnio (''Veranente ncn siete b\XXlO ad altro d'le a dar bu::ni a:nsigli," caœ si ~ ~to ~l Ibtto:œ nella camedia dell' arte), considerare anche 10 scanilio di battute fra Beatrice e Petratio in l.ix. \ , 1 l 52 29 V., J;:er l AGATn'; "" , _ . r "...... l'avn!bbe a male? ,. Vl.' : E il nostro autore ''Vitt. nal Nientei calOSa:> il soo carattere. Craz. se Egil se l'avrebbe a male, se codesto signer relia rolesse strapazzare i carpanirœnti Su:>ii rra se sar! un uaro di garl:x:>, e un savio e discreto critioo, sœ œrto che gli sarà bucn arnica." 30 Per quanto riguarda le satire e le caricature delle "vl.rt\DSle di nusica" v.: ~tastasio, La cantarina e l' .iIIpresario; Benedetto Marœllo, Il teatro alla noda, 1720, note e prefazic::n:! a cura di Anirea. d'Angeli (MilaIx:>: Ricao::li, 1956) e i l Goldcni stesso: i libretti La Pelarina (1732), La Bllba (1735), La • SCllOla r rroderna (1748), L'Arc3li.a in Bœnta (1749), le v:irtlDSe ridioole (1752), La cantarina (1756) 1 La ritm:nata di Ialdra (1756) e La bella verità (1762). 31 Il Co10Cni, cx:nsapevole della struIrentalità e della precarietà della a:n:Jizione deI ~ta per musica, a:mtinuava a ribadi.re ccrl prOlesse . . ripetute ai agni. stagi.cne di ak:bandœare qœl rrestiere "OOiosaIIato" ; i l bisogno 0 i l o::mmdo di persona autoœvole 10 cost.ringevano a stendeœ un libretto in quattro giomi 0 al più in una settlnana. Ma ncnostante tutte queste praresse d'le, in verità,rrai rra.nt.enne, il G:::llà::Jni. rx:n lasci~ IIBi COIpletan'ente questi a:ITpCl'lJ.Iienti !tIJSicali. Per quanto nguarda l i successo di questa produzione rm.nore deI GoICbru. rioordo chili IlDlto si ~ dette e scritto sul GolcDti. l.ibrettista, na soltanto .reœntaœnte si ~ attribuito a questa prcx:luzicne i l nerito ottoaentesca e andle q1Ella pin. recente ( ~ dovu~o, La cri tica letteraria S'tata senp:e arcigna <XXl qœsta (1 53 ( ~ d' occasicne e di. Gianfrano::> Folena, quanto ~ l'la'l CCIlSU[[D d'le, per usaœ un' e5pJ:eSSi.cn:! di ! stata "garantita da! sigillo letterario" in d'arte. (Gianfranco Folen,a, "Golcbni. librettista canio::>," Venezia e i l nelodrarma nel Settecento,Firenze: Olsc:hk.i., 1981, p.26). Dire d'le il Gol.èbni. in questa sua produziane minore nCt1 ril5cl a Creare nessun cap:>lavoro, nulla di lette.rariarrente vitale, sarebbe un giulizio precipitoso e limitato. Ncn dil:ei che tutta la sua. prcrluziane librettistica sia degna di Iodé; f:ra tutti i libretti ce ne sono al cunl. buoni al tri invece serI tt 1 da "routlne," pero bisogna pur Tlconoscere i l rncri to deI Golcbù per quanto riguarda la trasforrraziane del libretto per rmsica a Venezia. Fer rcerito soo e di Baldassare Galuppi, l'opera gicx::osa italiana, ossia la ccmœdi.a in musica canquistô tUtti i teatri d'Eurc:p:l. l S\X)i libretti sono lU'l .i.ntœnso "corpus" camico (15 int.errœzzi e 55 dramni giœa;i) che anche se solo dal punto di vista docuœntario, ci. fomisœ per ItUSica un':i.nnagine œl rrcnCb settecentesco (perscnaggi e vita veneziana) piU vasta di. qu:lla che esce dalle ccmœdi.e. librettlsta è nell 'opera deI Goldoni quella VIÙ v.~: intersecata. Per la ra viœrrla' dl lun1!3. e PIÙ continua, Infatti ha un arec più anpio di quella œl ccmrediografo oon la quale rœnte tangente 0 s.œne di bibho~raf1a ~ frequente- sul Golcbni. librettista le "Note storiche" di Giusewe Orto1ani inportanti per la straordinaria ricdle2za di notizie erudite giocosi nei Voll. X-XI di Tutte le opere di cU vari mtenœzZJ. e drarmti. Carlo Goldari (Milano: lob1dadori, 1951-52), che costituiscc:::no finora l'unio::> contributo di rilievo sul rrelodrarma go1dallarx:> - note preziose se ~ segnate da 54 { forti limiti cri tici e pregi.1Ùj zi letterari; And.œa Della Corte, "Il libretto e 14hfluenza di Goldati.," Studi. goldoniani, n. 2 (1970), Rl. 567-70; ~ Fide, "Vacanza dal referente e retorica della natura nei libI:etti per nusica, Il Guida a Goldoni (Torino: Einau:ii, 1977), ~\ Rl. 48-85; Ant:ari.o capri, Il nelodrarrrra. dalle origini ai nostri giomi (~: GUanda, 1938); Dclœn.ico de' Paolo, "GolOOni librettista," œil' Enciclopedia dello spettacolo, a cura di Silvio D'Amico, Vol. V CRana: I.e Maschere, 1958), pp. 1438-42; Gianfranoo Folena, "Il franœse di carlo Goldcni," Atti del C01lcquio sul tema "Goldcni in Francia," Rama, 29-30 maqgio 1970, Rl. 67-76. 32 S.i.m.ilIrente alla fine col SOC> del se<:nndo atto Elec:nora ri.rra.rrl. sola staffiere r dcpo la presentazione œlle sue imroderate ric:hieste e l ' acœsa discussiane ccn i vari rrerrbri della o:::rrpagnia, d'1e, disgustati, 33 Angelo De Gubernatis, carlo Golcbni.: Corso di. lezic:ni (Firenze: Le M:Im.ie.r, 1911), p. 71. 34 HcDart. Chatfield-Tay1or, Goldcni: A BioyLdfbY (Ia1d::m: Chatte and Windus, 1914), p. 192. 35 Ortolani, II, 1330. 36 V. a questo proposito anche i l giu:iizio di Ginette Beny, "Il teatro canico 0 i l prezzo della tiforna," Stu:li golcbni.ani, a cura di Nicola Mangini (Venezia: Pubblicazioni della "casa di Goldoni," 1976), n. 4, Rl. 7-47; e di Tadeusz Kowzan, "I.e théât.I:e ccmique de GolCbni: 55 entœ M::>l.ike et Pirandello," in ~langes ! la léroire de Franco SiJrale: 1 Frame et Italie dans la culture eurq:é=nne (Geneve: Editials Slatkine, 1981),II, 531-43 • . 1 l ! • ( 1 / J 1 1 f• Rasaegna bibliografica (1764 - 1981) ... 1 1 l l1/1" ,/ r Il -1 , 1 . 1 ! ~ ! .' J / ( 1 / / 1 l ! " • ( . 1764 1. veneto." Gi~ Baretti. "Delle c.c::rmedie di Carlo Goldcni avvocato La Frusta letteraria, l&tiz~ rn::xiel:na adoperata, 15 rrarzo 1764. La Frusta letteraria, a cura di Luigi Piœioni, Bari, Laterza, 1932j Per Il teatro cx:xn:ico, v. pp. 312-28. Il prirto e~isodio della cri tica ~ldati.ana bisogna pure veàerlo nella lunga polemica che, dall' inizio della "rifonra" (1748) alla partenza deI pc>eta per la Francia (1762), si corrbattê a venezia fra goldonisti ed antigoldanisti: fra questi ultimi è Giuseppe Ba.retti. Nel 1764, nel dodicesirro nurrero della Frusta letteraria, il Ba.retti considera oon attenzirne l' q:era letteraria deI Goldoni e, in particolare, Il teatro cani.co. Prevale in tutto il saggio, forterente polemioo, '" un tono rroraleggiante e ironioo. Egli analizza la canredi.a scena per '. , soena, citanàone alcurù passi, per docuTentare la sua tesi d'un Golcbni "imrorale" e "cattivo scrittore" di canrœdie. Il Goldoni non è preso in seria a::msiderazionei non è un artista ma un serplice "nestierante." I l Baretti, pero, accetta di intraprendere l' analisi deI Teatro canico per venire incantro al gusto deI pubbliCQ favorevo.l.rœnte disposto verso i l Goldoni, e per non essere giudicato da ta! pubblico "salvatico e nalcontento" (p.313). ( ,. .. Avverte ~ che non si piegherà alla volcntA , l 58 ( deI pul::bliCD che vorrebbe sentire gli elogi deI Golcbni. Egli accusa il Gold:mi. di avere scritto Il teatro cœU.ro, ccmœdia di poco valore, "per avvezzare il popolaccio a giudicare delle sue canposizioni cene ne giudica egli stesso" (p. 314). Questo giudizio negativo 10 porta anche a [X>lemizzare contro i l "popolaccio" che accetta ciecarrente camœdia: l~ "Ma, volgaccio, volgaccio, se tu sapessi quante bestialità som contenute in queste poche da te arrmirate righe •.. Il (p. 324). Nella sua analisi, si fenna pi Ù a lungo sul disrorso di Orazio a LeUo circa la distinzione fra laccmœdia italiana e quella francese (Il teatro cc:mico, II. iii) , dicorso cite, seconde il Baretti, il ronmediografo veneziano avrebbe ripreso da un certo autore francese non norninato. Accusa il ccmrediografo di volersi rrettere alla pari degli autori canici francesi (qui è sottointeso i l M:>Uère). Serondo il Baretti, la ccmœdia francese supera quella italiana, perché in essa la lingua è pura ed elegante, i caratteri sono dipinti dal vero, mancano le oscenità, il vizio viene IœSSO in ridirolo 1 l' intreccio è senplioe e naturale e rosi anche 10 sciogli.Iœnto. si deVe tenere conto soprattutto dei pubbllro scelto della carrœdia francese: "le coIte OOienze" (p.324). La ccmnedia italiana, invece, abbonda di oscenità e buffonerie, che ~ piacciono al papalo italiano che "in tutta l' l'talla è incolto e pieno d'ignoranza della più crassa" (p. 324). Le caratteristiche essenziali di una a:mœdia i taliana, e particola.rnente di quella goldaliana, sono le rrasd1ere deI teatro de i l , arte, l' oscenità, l'intreccio cœplicato e artificiale e una lingua non oolta. / Secondo i l letterato, si deve 59 .. ( • rifœ:mare n::xl solo il teatro i taliano, ma. andle la mmtali tà deI FOPJlo. Il Baretti GOnclude scusancbsi ron i l Golooni di non avere approvato nulla nel Teatro canico essendo questa cameclia fi tutta balorda Una carrœdia, e tutta cattiva dalla prima sino aIl' ultima parela" (p. 327). che oltre alla sua mancanza di originalità, presenta sulla sœna la vita quotidiana dei cc:mœdianti, che incamano le parti non solo di attore ma anche di personaggio, ~ una trovata inutile e di cattivo gusto. Significativo ~ di un' opera. Una cc::mredia anche se a::nE testa letterario è pceticarœnte il punto di vista deI Baretti circa l' efficacia teatrale senza valore, puô aven: Ulla sua validità nell'esecuzione sulla scena. La rappresentazione scenica, se ben allestita, con uni accurata sceno- grafia e dei bravi attori, pue> trarre in inganno 10 spettatore che mn ha letto i l testo. . . . Inportante fer il Baretti è gitxlicare prima di tutto , il testo, i l quale in questo case riboçca di difetti. 1797 2. Carlo Gozzi. MeIrorie inutili. Venezia:Starrperia Palese, [Edizione adoperata, a cura di Giuse~ Prezzolini, Bari, 1797. La:terza, 1910-;] Per I l teatro canico, v. pp. 208-17. Altro notissllro antl.goldausta deI Setteœ.nto fu il letterato e ari.stc:cratico ~ziano, carlo GcZll. I l Gozzi, conservatore e purista, è un polemista 'Tl.olento, dotato di spinto acre e satinco. ~rie inuuli, deI l780, il pclemic..'le in c...u. si tro'VÔ Gozz~ ~ Nelle arrçao spaZJ.o aile lotte e alle coüwolto in un capitolo l.nutolato: "Ségmto 60 ( , di letterarie giocose baruffe da rre sostenute. Goldoni e Chiari. • Mia determinazione di spassare i miei cx:meittadini COn delle sceru.che bizzarre fantasie sul teatro." Egli parla dei vari sCritti polemiei e teorici che egli carpose in difesa della lingua letteraria tradizionale e coI)tro Q3I1i fonna di letteraturq "borghese," oppanenoosi soprattutto al successo di Carlo Goldoni e di P~etro consurnatori di "diluvi d'indllostro" Chiari, "cattivi senttori" e (p.204 e p.2ll). Anche se ri- canosce la superiorità del Goldoni sul Chiari, gli nega la qualità di artista. Le taccia di poco discemimento, di fœttolosa trascuratezza e di soggezione al mutevole gusto deI pubblico. I.o seri \le r:ersino nel catalogo dei più "goffi, bassi e scorretti scrittori del nostro idiara" Le accusa di esporre sul teatro "tutte quelle ven. ~ che gli (p. 205). si erano dinanzi, ricopiate rrateria.l..zrente e trivialrœnte, non lIlU.tate dalla natura" (p.20S), ed estenœ l'aCcusa alle œmœdJ.e dialettali, i l cui vernacolo diœ trascritto dalla parlata del popolo IrenO J aspre le accuse norali, riducibili a queste due: ' linguaggio e delle azioni sceru.d1e. p~ù basso. E non l' indeœnza deI Il Goldam, secondo il· Gozu, rappresenterebbe sul palcosceruco delle oscenitil introdu.:::encb caœ protagonisti persœa.ggi deI p:::polo basso e rrette.!1do m r~dicolo i costumi dei nobili. Une dei tanti seri th polemic~ m ~ ü G:JZzi adCiuce eserrpi della scorrettezza e goffaggine letteraria dl. alcuru scritton. del Setteœnto ê La Tart.ana degl'illflussi rer 1'anno bise.stile 17S7: crit.l.ca genera1e e rrorale su:;li usi e sugh abus~ "un'urbana allegra d'allora" (p.208). In 61 ( questo hmario riprende le soli te p::>lemiche CCI1tro il GolCbni e il Chiari. Nello stesso arma per nspondere a cette tertine Il d' invettiva" deI GolOOni. contra La Tartana, cnnpone un'opera satirica, in cui pœnde di mira Il teatro canico, intitolata "Il teatro canico" all' osteria del pellegrin:> tra le mani degli accademici granelleschi. 1..U1 Il Q:>zzi f.inge di radunare, giomo di carnevale, alcuni granelleschi i quali, guardando le diverse mascheœ per le vie, ne notano una rrostruosl.Ssirra ron quattro facce, personificazione allegorica deI Teatro camco. une dei generi letterari tentatJ.. dal Goldoni: Ogni facci~ rappre.senta la camedia butfa secxmdo 10 stile della cc:.mœdia dell' arte, la camedia lacrirrosa, il rrelcdramna orientale e infine la farsa nationale. GU aœadernici pœgano la naschera di entrare in rrodo da p::>terla esam:ina.œ. naschera, i l Gozzi le recita 1..U1 Una volta entrata la dialogo ad " offesa e difesa sopra ai parti t.eatrali deI Teatro canioo" (p. 2U), accusandola di volere amli.re quattro "beneneri.te faœte" maschere de! teatro italiano. La cerca di difendersi, ma invano, i granelleschi la beffeggiarv. le maschera Essa rrostra una qu.inta 00œa. allegorl.ca nel rrezzo deI ventte che si a.rrende a lora. Gli scritti antigoldoniani deI Gozzi int:eressano più in quanto doc::uœnti p::>lemici che core veri testi di critlca letteraria. si rispecchia non solo il letterato na anche l' uaro Goz~ In essi canservatore u e violenta opp::>Sitoœ di qualsiasi novitA. , nota Walter Binni nel gli StD Tuttavia, <XlIœ giust:aIrente libro sul. Settecento, occorre osS;€rvare che scritti antigoldoni.ani deI Gozzi "toccano parti sensibili della poesia - 62 cpl.d:niana e assegnano i terni principali alla discussione critic a ' conterrporanea e alle SIE lunghe propaggine: le qœstioni della lingua, , della incontrollata istintivitll, della tropp:J blanda passione norale. ,,1 1827 3. e delle Ferdinando ~eghezzi. "Merrorie, apologetiche." Della vita opere di carlo GolCbni. Milano: Tip:Jgrafia Rivolta, 1827, pp.59-61. Nel secondo capitolo deI sm libro sul Coldoni, il M=neghezzi analizza cliversi scritti critici sul corrrfediografo veneziano e sulle sue ccmœdie. Si ferma innanzitutto su Giuseppe Baretti e i suoi violenti articoli pubblicati nella Frusta letteraria (v. Baretti n. 1). Egli amœtte che la carnedia Il teatro canico non è un'opera di "prino ordine." Tuttavia, in qœsta camedia, il Coldoni seppe abi1rrente trarre dal vero i caratteri, dipinslp con vivacitil i costum:i.. delle ccrnpagnie corniche di quei tempi, colse con grande abilitil la pœsunzione insoppo~ile celle virtuose.:di canto e illustro nolte "fogge dell' avvedirrento e cella àestrezza dei capo-cx:mici" (p. 60) . norale," il f'4meghezzi è d'accorda enl Baretti. • .. Per quanto riguarda la "buona Si trovano nell' opera 1 troppi "liberi e sconci detti" (p.60), e, accanto a scene che sono "insipide' altre - in cui agiscano i due zanni e la servetta - tr:oppa licenza. che riboccano di L'opera cel Goldoni non si puO giudicare soltanto in base alla lettura di un s,?lo testo, I l teatro canico: "Per cio che 1 Walter Binni, Il Settecento maggiore (Milano: Garzanti, 1978), p.97. .. r, 63 spetta il quale !il Teatro canico concludereno dt.IIXJUe, nœ essere CX01Ille:ti.a per la debba i.ncatu.nciare a forrnar g1uil.zio della scnttore[.:r' (p.61). Il Goldorù cmpose anche altre ccmredie, le quali sono degne di. lodei otti.rre ccmœdie "per le quali gndavano già per tutta Italia esser lui degno deI titolo di novello M:>lière e dl. Teatro" (p.61). ne~ stesso Il Meneghezz~ r~fornatore cohcIt.rle nportando M?rro.LreS, dove questi si g~ushfica deU' ~taliano ~I g~udl.zio deI Go1.d.cni dicendo che egh fu spinto (---- a cœporre Il teatro camco daU 'intenz~one di porre questa cx::mœrlia "in , fronte ad una nuova starrpa del ."Perscne ~ SUD Teatro, e od' is~ altres{ le che non arrano la lettura, e d' llTpegIlarle ad ascol tare sulla soena quelle rnassine e qlElle correziom che le avrelXlero anooiate ID un ll.bro" (p.61'. 1896 4 • Charles Rabany. I.e 'Ibéatre et la "la. réforI'l'e littéraire. Il car10 G;:lldcni: i Vie en Italie au XVIIIe Si~le. Paris-Nancy: Berge.r-Levrault et cie., 1896, W. 57-87. Nel 5UO libro sul teatro i • ~ ~ano nel dl.ciottesllID 5eO:)lo, Charles nette infrilievo gli aspeth fondarœntalJ. della riforrra. letteraria 1" deI Goldoili.. La trasforna.z~ane canpleta della vecchl.a cmrœdia dell' arte era };X)Ssiblie soltante tranu.te una pul:t)lico. nedoca.z~one deg~ attor~ PrecLSanente per questo rrouvo della sua riforma una liccmœdia, Il teatro egl~ e deI dedicO alla spl.egaZiCl'le CCII1l.CO, nella quale mtese J stabilire un contatto d1retto col pubbhco.· la. cameàl.a, per i l Rabany, una specie di "rranifeste httéraire" (p.67), nel quale l'autore esp;::ne ~ 64 .in fonna drarmatica, quello che egli oonsidera i l vero teatro Il critico si rifa al giudizio del Goldoni nei Mérroires: camee. piD. che vera a:mœdi.a si tratta di ma prefazione a tutte le altre ccmœdie. Egli :-. paragona la camedia alla Cri tique de l'Ecole des Fennes e aU' Irrprarptu de Versailles. Conciude dando un breve riassunto deU' cpera, con alct.m.i eserrpi che i1lustrano i punti fondarœntali della pcetica goldaniana. 1905 5. Maria Ortiz. "Il caoone principale della poetica goldcniana." Atti dell'Accademia di Archeo1ogia, I..ettere e Belle Arti. grafia della Regia università, 1905, !=p. Ne1 sm 1ungo saggio Maria Ortiz Nap:lli:Ti~ 1-79. Sl propone dl mostrare che la poetica g::>1èloniana mira essenzialrrente ad epurare la ccmredia irrprovvisa da! mal gusto secentesoo persistente nel sua linguaggio, nelle su:! concezioni, nelle sœ fome sceniche; non già a distruggere tutto i l teatro dell' arte. La Ortiz nette a cantributo le lettere, le prefazicru, le œmnedie e i ~ires, procede poi ad una c1assificaZJ.CI1e di queste fonti da cui si posscno attingere le teorie artistiche del Golcbru.. tutte le footi, Il teatro ccmico Ma fra rappresenta la "proc1amazione p~ù ufficiale che i l Goldcni al:bia fatto delle sue teone rJ.fonràtrJ.cl" (p.ll). L'idea ch esporre teorle letterarie t:er rœzzo dl. uno st:ettacolo noo era noova. in It:al.J.a Giaa:::no Vl. Lasciancb stare i preœdentl P1Ù lontani, œl Seicento avevano fatto rlcorso, per Rl.CCl.O. Ma nelle eset1?~o, Sc~l.one ccmœdi.e di questJ. auton l' era per la le~tura in genere piuttosto die Ern.co e lIlteresse per 11 teatro. dam.nante Il Goldc:rù. / 65 rx:n s' l.Spl..ro a queste CC1llledle, J::ens,{ alle fauose camedie del' ~liàre, La en. tique de l'Ecole des Fermes e IlL' Irrpratptu de Vers.ulles. Pero, spiega la 0rt.J.z l "::rentre qbeste prcduz~om erano d' lIldole essenna..lrtente polaru.ca, arrp~a ~l G:Jldcru. non s' at~ a polenuzzare, ma a dare un' esposuione e cxxr-pleta delle sue idee e ~ suai criten artLSt:tCl" (p.ll). Il Goldoru sotta le vest:t dl. capoc::aru..co (Oraz~o), Sl presenta una sera alla nbalta, ed esp:ne 1 SU01 cr~teri, dl.scute, Sl chfende, a:xrèatte. Il sU) fl.D: naJ. prwc~pale nel Teatro caru.co è ch rrostrare a tutu d1e eg~ "opera a caso, rra d'le 51 è guardato bene attorno, ha 05servata tutto, al ha trovato la V1.a buona" ~p.ll). Anche se la Ctrtl.z Lrova nel Teatro CClTU.CO qualdle chscorso un p:>' lun<p, un p:>' teC!'ll.ca pe.ll.i~ fOSsa lJlteressare loI cxmœd.ia CCCIUene "Nê :nancano l..D scherz~, ar~do, pubbl~co alCUIU chfett.l qualche qu:snone t:rcpI:O - :::1~ nCX10stante sé anche unI~ elerœnt:t che ral.legran::J e la a~s~CI'laIlO: lepüiezze, scene bnllanu :::he rallegnno la i CCI'l'Il'eClla" (p.Ul. TuttaVl.a anche se œ1 1750, Ù Cbl.àt:::!"..l n~ un del ":e!l"p:: :leI G:J1chu. Il t.eatr8 o::nuco n ...'1\:me la fente :nù L'llDrr..ante C05tr.12acne la Jr+--l2 .::là -lOCl sgt.Ja...-r:io anche alle :::onchZl.oru. de':' t:eat-.-o l tal..l.a, a.l.la oreàxtU.!'lanza nel 5eJ..Ce!lto del.:.a a::xmedia ::lell' ar-...e su quella , 66 eru:lita e imitata, al diffcndersi deI zœlodramra nusicale a scapito della cc:mœd.ia dell'arte e ai vari tentativi. falliti di rifonna gel Il Goldoni ~ il ccnt.J.nuatore e i l n.fornatore teatro ccmi.co italiano. della a:mnedia dell' arte ncn il suo nemico accanito. Quello che egli l'inverosimiglianza e 'l'eSagerazicre rnil::'O a distruggeœ era il "secenUsrro": nell' intreccio e nei 'caratteri. 1907 6. Intend.inenti sociali di carlo Golcb'li.. LUlgi Fa.lchi. SocietA Editrice Dante All.ghier~. Eata: 1907. Fer Il teatro o::rniOJ, v. pp. 41-43. In guesto SlJO scritto, LUJ.g~ FalchJ. presenta al 1ettœ:e un Gold:Jni an.imato da profcn:ù. inte.ressi SOC1ali; avverso alla nd::l~ltà S,OO e alla ncnarchi.a, tutto d:lm.nato da un sent:i.nento di sdu.etto na~SI!O, le quali la SOCJ.etA deI Settecento social j anco.ra occulte rra prmte a rinrx:Jvanento" (p. 1321 . pt"Oprl.O g~ e.Lene.~tl. ne! paragrafo Goldau. 111l..lll.lnista, dencx::yatico, "Il Golcbu e.tbe COSCl.et1za SOCl.ale più la.rgarrente ccm- gl.USUZl.a scx:l.ale: pren5lva, nel \.ID S1 Vl.de tutte le fome dl. mle per :llssolveva, e intul le forze disp~egars~ Il camedi.ografo -seppe per produrre l' \lIlIal1O cog~ere ln ut.ll per aru.rœ.œ le sue sœne. 1..1'"lUtolato "ta rifoz:ma s~gru.flcato dl. ~ l.tall.a.ru.tA e Ü ~trale ~l ~ "cbcunentc r ....... ' '11"lOVarte'lto ~..ant.l..SSi..Iro qw.nta capl.tolo, da lui carplUt:a, avente rorale deg~ attér~ da lUl.. prarosso r" L'1trc;xit.re .Ll cllsOJrsO sul 'Ieatro cœu.co. la a:::Jl'm!àia questo !lCnèb, Il Faldu gitltica delle battagll.e goldau.ane" (p. 41). , • l 67 ( Il Falchi prosegue la sua analisi rœttencb in eviden.za l' irrp::>rtanza politica della riforrna gol.dcniana, precedentaœnte rioooosciuta da un solo altro critioo, il Masi in Lettere di Carlo Golcbni. l il Mas~ aveva n tenuto poli ticanente inportante la rifonra sostituendo cos! all' i.rmagine di \.Dl /' avanti, neila giusta direzione. teatrale Goldoni solo veneziano, un Era questo, seoondo ü Golcbni andle italiano. Anche Ma. 1.1 Masi Falc::hi, un passe pero si era ferrmto qui, e aveva negato al Goldoni un intendirrento scx::iale. Infine, i l Faichi si fenna sulla questicne della neducazione degli attori abituati allo stile della vecd1.ia cxmredia de il , arte. Il Go1dcni. aveva voluto soprat- tutto innalzare a dignit.à d'artista la professione deil' attore. Bisogna aggiungere cœU Faldti. ncn considera Il teatro canico in quanto ccmredia, D inveœ caœ un rranifesto teorioo. la vede 1911 7. carlo Go1à:m.i.: Corso di lezicni. Angelo De Gubernatis. Firenze: I.e rb1nier, 1911. Per Il teatro canico, v. pp. 52-73. Il De Gubernatl...s dediro al Goldau una serie di lezicni tenute all'lJru.vers1tA dl. Rana,durante 1'anIX:) accadenn.co 1910-19il. cxmi en è preso ll1 esane nella terza lezione. scn.ttore "sceruco" for:matos~ l.Il Il t:eatJ:o Essenc;D i l Goldcni un:> un arrbiente teatra1e, i l suo maggior l Ernesto Masi, Lettere dl. carlo Goldcni (Balogna: zanichelli, 1880) . , "",~ .... ' , . 1 68 ", ( nerito ê qœllo di ave.re osservato i l costurre cei sl.X)i canici e di avere studiato i loro um:>ri, il loro tercperaIœl'lto e i loro rrezzi scenici. Une stu:ii.o attento del rrondo teatrale diede al Goldoni la possibilitll di creare dei personaggi rrndellati sul vivo, cioè seoondo i l caratte:re œgli attori e delle attrici che egli f.:requentava: "Bisognerebbe êIJ..ln:p.le a::xrporre un' opera precisarœnte adattata ai caratteri personali di quei che devono rappresentarla" (giudizio del Goldoni stesso enunciato nel proernio all' undicesim::> vol\.lllla deile Opere, ne il , edizione veneziana cel Pasquali). Il Golcbni. non disegnava per prirra. i personaggi per poi cercare gli attori ma caninciava a cercare gli attori per poi .iImaginare i caratteri., Quast.a Su.3. "regela" artistica ha certo contribuito alla boona riuscita cei sooi c:x:JllX)nirœnti, ma. allo stesoo teITpo non ê stato senza inconveni:enti. Essa ha posto un limite alla sua. litmaginazione. Manca infatti al Goldani pnJprio quella virtù creatrice che rende possibile le esal tazioni ideali, caratteristica dei più grandi e insuperati Shakespeare e i l r-blièœ. noovo tip:J di ccmredie. COn drarmaturghi o::J'œ 10 Il teatro comico, i l Goldoni inizib un Cœpose questo "proenu.o t.eatrale alle sue noove sedici cx::mredie" (p. 53) per dare una certa disciplina alla sua opera drarmatJ.ca e per fissare l',attenzione del pubblioo sulla riforma. autori cx::rœ i l Tasso e ~l ~tastasio avevano anch'ess~ sotto foz:ma dl. ccmredl.a. Il ce CUl. ~l Altri œrcato, di enunci.are una pceQca prima di serivere le loro opere :naggion. del Teatro canico sta nel rrodo in La rx:7Vità Golàoru. presenta la sua poetica, GubematJ..s ci ta un 1 al tra q:>era, anteriore al Teatro cam.co, nella quale un catXXXJlÙ.co in una specie di introduzJ.one, \ " 69 ( presenta attori e attrici, intraiucendo l' arg::.mmto del drarrma e predi.spa1endo i l pubblioo a favore deI nuovo spettacolo. saniglianza tra le due cpe.re ~ Anche se la notevole, i l G::>ldcni non poteva di œrto conoscere quest' q::era ~ un autore indiano, di Kâlidâsa. oonosceva soltanto i prologhi delle carrredie classiche, Egli cui un ln personaggio intratteneva il pubbll_co sullo spettaoolo prima che in. caninciasse l' azione. In roodo decisarrente ri voluzicnario, ~l GolOOni <:l&l sostituire al serrpliœ prologo, "una <XI'!Il'edia intera fra attori e ../ attrici ragionanti sul teatro, e dle riuscivano coi loro discorsi, trat:ten.ilœnti e saggi di bravura sa:mica, a tener desta l' attenzione del putblico e ad interessarlo" (p. 54). la camedia Ulla Il Ce Gubernatis defin.isce sr:ecie ch "p:etica in dialogo" (p. 54), rifac:en<:bsi particolarIrente al giudizio dell' aurore stesso Prefazioni delle sue q:eœ. éoragg~o grande ~ ne~ Mét"roires e nelie L' esperinen te richiedeva un atte di che gli fu senz' al t.ro sugger1 te cial l , A.'1Ùeto. Anche c' ~ l'espedl.ente deI .. dranna !"leI àrarma," e A:nleto, direttore di soena, dà ~ ccmœdianh c:::I1S1gl1 utili sull' art"'..e della. rec1 taz.l<ne. :.m'ana~s1 dett:ag~ata :1'1 Ce Glbernatis fa a:mico, rx:n tante per ,n).evare pa.lesi g~ in~ti pIqxJSto. ~ ';:.este del Teatro pregi soe:uC1, quar1to per rende..re che 11 GJldau ri:ar::atore de~ t.eat.t'"O 51 era Per quanta ngua.rdà la no:::mœdia ln ca-:r.edia" Il pad...--e ri...ra.J.e de! figlw, 10 stu:lioso la quale 1 deI ccns~dera una ":rediocrJ_ssl.::a" ca:rreàia, la an:he .rœsd:una casa e :!Dlto :raru.erata, e "di cer+...o-:1.aî bast.erebbe a darci"\..l'l t:u::n sa<1;io della riforœ. .mt.'·-apresa" (p.66). " > • " 70 ( Anc::be se I l teatro oc:mi..co ncn ha, per i l De Gubernatis, un vero e prcprio interesse scenico e pecca talora d'ingenuità, per la sua. stessa si.ncerità oovette tener desta l' attenziooe degli spettaton. al tenpo de! Goldcni e divette ancora gli spettaton di oggl.. viso scoperto, CCXl L'autore sfida a btr::In \.lttDre e bcnarietà, bltto quel ltD100 di " pre- giudizi," "d'abusl VJ.Ziosi e di finz1.oni vane" che egll '.-oleva abbattere. Egll œ..rca di pe.r CCD:IUistare i ccn:::rw.stare canici ln rrodo da farne i S\D1. alleati, e anche 1.1 pOCIb11CO catp:xae una spec1.e di "burla canica," la quale placque subito per la sua novità e per l i con cui. \e'U'lIe S1.X) brio ed 11 garbo rappresentata. 1912 8. Ireneo Vallardi, 1912. Sanes~. l1esto~, Fer Il teatro oonico, ~i lungo 2 Voll. Milaro: casa Editrice' a 2 edizicne, Milano, Vallardi, 19S.y La. <iliII$3ia. '1. II. 152-53. la.stesSâ llnea deg~ altn autori i l Sanesi ri- prende anche llll 11 gl.t.rliZlo enunciato da.l GoIOCni. nei teatto CXIlUCO, dxuœnto in CUl :in quanta vi "rœssa in aziooe": t..I:oVlimD, ciœ can.iCl di professione, costi tuisce "Partl.colare ilrportanza ha Il teatro cxmic:o, vi si veck:no real.1zzate fonœ dranmatica quelle ldee sul Il l'autore prqx:me la sua r1.forma e rrette :in scena alC1..V1e caratteristiche den una [X)eti_ca ~:ires. teat.."'O 111 una concreta d'le i l Goldoni sarebbe poi tomate ad esprinere, pe.r rœzzo dei ragiatarrenti teoricif· r (p.l53). I l 5anesi accenna b.Ieveœnte and1e al vecdrio noti vo œlla " CX)Jmedi.a. in ( n cumelj a" ri.preso abi..l.m:mte dal cx:mœdiografo, senza perl) discuter10. tk:ço un giudizio generale sulla c;x:mœdia, 10 storic:o elenca in tre punti gl' lIltenti del Golà::rii: CXXDl.Cl.~ fare CCI1~ rrostrare al p1..tlblico un qua.dro vivo dei tutto verso un deterrru.nato effetto, e cioè )" oercare di clare le regole deI 'noovo œatro rest:.arm serpre nella finzia1e soenica~ e lIltrodurre (Ielioj della ~a rra i stx:>i personagg~ un el..aœnto disturbatore, cc:rrrcedia dell' arte p:!r rrettere in discussicne alcum difettl deI tea.tro tradizimale. D:!.l. tI:e intenti, solo i l prim::> fallisce, seoord:> i l Sanesi, p::liché, l' autoœ fa appariœ i cx:mœdii;vltl. pUl "bC!1an., pitl "sensati" e più CCl1.cordi fra di lare di ft quanto 10 fossero in realtà. \na salO verità parziale, 1.11 ' La veritA esp1:eSSa nella a:nnEdia cui la realtà è resa più be.lla. raggiunti cx:n grande originalità e genialità. ~ Gll altri intertti Per infonrare i l pubblico de1 su::::> noovo teatro, i l G:>ldani si serve dei suai personaggi , 1 1 ccrœ pertavoc:E della sua rifonna, rra in rrt:>Cb che tutto rientri nel ~ L'introduzione pei del poetastro Lello nette in evidenza gioco scenicx>. , i l amfronto fra teatro vecchio e teatro nuovo. Il Sanesi insiste sul- 1 1 f 1 l'atteggi.anento polemico deI Goldoni, che non solo Vl.Dle abolire la ccmœdia de11 , arte rra critica apertarœnte, attraverso natura.lnente i suoi ~ggi, anche i sostenitori delle l' ineducazione del pubblico: reg~le aristoteliche e "Fa nascere ingegnosissirnaIœmte la , l fonnulazione dei principi ~ teorici dal fondo stesso della favola dal SJlO spontanee svilut:P=>" (p.IS 3) • \ 1 '~ l ( ,~ ," 72 1913 9. 'Iheatœ." ft:t)art Chatfield-Taylor. "Playwright of the sant' Anqelo Goldaù: A Bi'9Iaçhy_ New York: OUffield, 1913, w- 181-205. [Ediziale ~ta, I.alàxl, Chatto et W.in:ius, 1914J Per Il teatro canico, v. p.U9, pp_ 192-95 e p. 54l. o Questo liliro presenta al lettore un Goldau ncrt solo ccrmed:i.oc;rafo .. fecœc:b" rra anche capaoe di dip1J1ge.re della sua epoca. .' CCCl esattezza un quadro vi,vo Nel sesto capitolo, "Playwn.ght of the sant 1 Angelo 'lbeat.œ," i l critico discute Il teatro a::mi.co, "poetica nessa in azione" e prefazione intesa a prepa.rare i l pul:è:llioo ad acœttare la nuova cx:mœdia ch "caratteœ." letteraria. Il teatro o::mioo è in realtà una p:>lenu.ca Il Goldoni cerca di difenders~ della vecchia ccmredia deil' arte: contro i sostenitori "The Conie 'Iheatre a polemic rather than a play written as a prologue to his drama.tic work in veniœ" (p. U9) • Il Chatfield-Taylor nega al Teatro canico vero e proprio valore teatrale, considerandola non una camedia ma una serie di sœnette caniche accozzate insiene senza oretine, priva di qualsiasi vivaeità cCrniea ben sviluppato: 0 d' b)treccio "nothing rrore than a series of scenes, l.3cking coherence and presenting neither a real conflict nor its solution" (p.54l). Ci~ nonostante, i caratteri sono ben individuati e l'arrbiente degli attori è presentato in rrod::> convinœnte: . "it pictures life behind the scene candidly and portrays stage folk 50 ruthlessly" (p.193). Il GJldoni riproduce con verità e naturalezza i diversi tipi che fonrano una carpagnia ccmica: ( un aspetto deI Teatro canico che non interessava 50 73 { / af~tto i l Baretti. scarso ~re Se per i l Olatfield-Taylor la comella stessa ha teatra.le, la culilediOla Il padœ qvale del fiqlio è 1l1veoe una pl.ocola "culilledia in carrnedia" origl.Ilale e VJ.vace, o:J',osta nello stesso stile delle Hanl.et di Shakespeare. V. anche della stesso autare n. 10. 1919 10. a::t:lart Chatfie1d-Taylor . Int..roduz.iale a: Playwriting di Frederick. C. L. Van Steerxieren. ~un of Co1urrbia Gol.Œ:ni al New Yo:rk: Dramatic University, 1919. Per Il teatro cunico, v. ~. 10-17. Hcbart Chatfield-Taylor prenette ail'opera deI Van Steenderen un breve disOJrso sulla 'lJ.ta. e sulle opere di carlO Goldoru.. Prima fra le sedici noove romœdie, Il teatro canico dal GolCbni. par risp.::lndere aile accuse dei suoi avversari che una c:c:mredia i l Chatfield-Taylor la faith" (p. il), nella qua.le i l cons~dera ~ografo scritta piuttosto lia canfess1.on of t.reneziano criUca aspra- rrente anche i l vecchio teatro della ccmredla dell' arte e prepara 1.1 p.lbblioo alla progress.;i.va rifonna delle nascheœ. I l cntico gJ.u::lica questo proemio, un' audaa= pJ1enu.ca letteraria. Nega al Teatro cœu.co ogni valore drarrmatlCO" essendo l' intreccio p1.uttosto considera lia rrerest skit." 1/ flL."!5Y," la I l dl.atfield-Taylor ripete qw. 1.1 giudizio già espresso nella sua b1.ografia deI Gcldoni (v. scpra, n.9) Cl.rca la struttura sleqata della ccmredi.a e circa l' abi~t:à del c::arm::rliografo di creare, con efficacia e 1" ( vivaci~, i caratter1. el' anD1.ente. 74 · " ( La CXltiledi.a acqu.ista un certo valere teatrale ln quanta rappresentazl.CXle viva della Vl.ta quot.Ldi~ dei canici. dipinge, vert e naturali, i divers~ tl.p~ I l Gol.dali della carpagnia cam..ca. Oltre a presentare le teon,e let+-....erarie e teatrall. del a::mœdiografo f settecent:esco, la cr:::mœdia dice J..l Chatf~eld-Taylor c~ pernette di nconosœre un'.l.I'CItlagl.Ile della vi t:a letterarJ..a deI Goldoru. - l'autore narra al pul::t>lico le varJ..e da lw. per raggiungere Ü dl.ff~coltA .ln essa mcontrate e affrootate su:oesso, npatendo l.l gl.udizio gi~ pJ:Ot1l.1l'X:ia:tc nella sua opera de1 1913, GolOOru.: A BiC?graftlY, (v. n.9). 1920 11. J~ Spencer Kennard. Goldoru. and the Veru.œ of HJ..s Ti..tœ. Nei York: MacMillan Cœpany, 1920. Per Il teatro corru.c:o, v. pp. 285-92 e 475. Nel sett.lm:> capitolo deI sua lJ.bro sul Golcbru, '''Ihe Plays: (1734- 1750) 1" ü Kennard analizza le dJ.v.:rse cœrredJ.e catp:>ste da questl. f' durante. l i t;:erJ..ooo 1734-1750. Fra queste contredl..e va insento Il teatro canico, una cc:mredia nella quale l' autore cerca' dl. stabi.L.re legarre fra glJ.. ~ttaton e 10 spettacolo. In essa al pubblJ..ro la rifoma della a:mœdia ltaliana. ~l :.In ;lI1t..Lrn::> Goldoni illustre Il Kenna.rd 5J.. fez:ma su alcuru. braru della camedia e disc.rt:e alcmu teml. fondarrentalJ.. della ~tJ.ca golOOrrlana: ü paragone comredia franœse e ca:media J..tall.ana, le regale aristotelJ..che, ecc. Eg~, infine, nc:hiana l'attenzione su quello che gli setrbra l'aspetto più interessante della cntllBlia: l' lntro- 75 .1 .. ( du:zicne e la presentazione delle attrici e degli attori della cœpagnia "The Conie Theatre M?dehac:h: G. 3rerrarkable ~ch" players œ10nging to, the Troupe for the out~ of several, (p.475). 1925 12. "Una ccimed.ia in ItDgO di prefazic:ne." Antonio Zardo. Teatro veneziano deI Settecentoo Balogna: Zanichelli, 1925, pp. 145-72~ Antonio Zardo dedica l' intero sesto capi tolo deI Teatro VeleziarD deI Setteœnto al Teatrfllccmi.co. pero condividerlo. Egli c~ta i l giudizl.o deI Baretti, senza La tes~ fondaItentale dello zardo è enunciata già nel titolo deI capitolo "Una camœdia l.I1 luogo di prefazione." l' q:le.ra una prerazione di c:omredia pitl gl.tx:li.z~o che vera camedia, riportando i l deI GolOOni quale risulta dai Mém:>i..œs œdica alla .Ma.rchesa Li tt:.a Calderari. agli spettator~1 la storia decadenza e alla deI progreSSl. va pêr Giudica e dalla lettera di 10 zardo la camedi.a pœsenta teatro cœu.co °setteœntesco, dalla sua e lenta rifonra gol~ana. è "una. rappresentazione Vl.va e vera di db che er~ La comœdia i l teatro canico a que' giorni in Venezia, cosî rispetto.a' poetl., corre agli attori e al pubbl~co" (p.148). Anme Se 10 studioso non la:considera una delle più telle camedi.e deI Golàoni, tuttavia riconosce ~ essa alcuni pregi. • • r Il wloœ teatrale della cœrrema CClnSl.Ste œil' avere ü Goldoni rawœsentato sulla sœna i canic~ stessi con le lora boone qualità e . i lora difetti, nel far Lora provare una CCI'!1l'edia e scçrattutto nell' aver saputo dare " . Vl.vaci.tA ~'azione cosî da faœ tolleraœ il peso àe.l precetti teatrali 76 ( esposti dal œp:x:xmien. A questo punto 10 Zarcb si soffe.nœ. su 'alcuni aspetti fonclarœntali della poetica goldoniana. ~ Uno dei pregi maggiori di essa sta proprio nell" accnglie:re tutto cib che era ancora vivo e , ' valiao nella cœtredia dell' arte. core dichiara l' autore stesso nel+a Prefazione dell' autore all' ediziane di Venezia, prese dalla camedia dell' arte aletme cose buone, "qualche ragionarrento grave ed istruttivo, qualche delicato scherzo, qualche accidente ben enllocato, qualcuna di quelle :p:mne1.late che danno risalto a una figura canica, qualche critica CJPI:X'rttma e sottile di costurranza allora in voga'" (p.159). I l capitolo si concluèle enl solita confronto deI Teatro canico con L' Inprorrptu de Versailles e La Critique de l'Ecole des Fermes e cqn l' Amleto. Tanto Orazio che Anù.eto, danno degli avvertirœnti ai conmedianti circa i l rrodo di œcitare. E' possibile che il Goldoni conoscesse la tragedia della Shakespeare, ma seconde 10 Zardo sarebbe stato il "buon senso" a 'suggerire sia allo' Shakespeare che al Goldoni questi avvertilrenti. "\ 1932 13. Mario Apollonio. L'opera di Carlo Goldoni. Milano: Edizioni Athens, 1932. Per Il teatro ccmico, v. p.164. Da un notevole impegno di concretezza storica sernbra anirrato i l dense volurre di Mario Apollonio che precorre passo per passo l' i tinerario artistien goldoniano, distinguendovi. ,tre successiYB rraniere e anallzzando brevenente, in cretine cronologicp, gli scritti deI Goldoni che a~gono " l~ 77 •. a ciascUna di esse. Il critl.CXl 1llS~ste soprattutto SUl. leganu t...."'ëi l'esp::rr-ienza biografica e la c:ante:rp:>ranea espresSlOIle a.r+--lStlca. . Pel Teatro cœuco egli parla nel capl.tolc L'1tltolatJ "']:7\aIutà ::ecnnda," 1 __ _ _ _o:::xmco _ _ _ •àoveva teatro Il Medebach. c sernre :ia presen.taZlone al putblu:::o dél Collalto, nuovo Pantalone àella ~gnl.a ~c.~. J: d.l':erse 1 scene della CUlllediOla, Il padre nvale <El ':1.g11o, ser/Ono propr1.o a rœttere in evidenza le qua.lJ..tà artJ..stl..che deI Collalto. ')ueste non riesoono t:erè> a c:rea.re l'effetto dl. una "cameà.l.a camedJ..a," cioè quel seconde piano dl. re<:l.ta die la Shakespeare ill se~ scene abürœnté inserire nell ' Amleto e nel Sogno dl. una notte dl. rrezza estate. Seccncb o . il critico, l' tmica "giustificazione" del Teatro cœu.co nel sm conplesso è nel tentativo del Goldcru. dl.. cattivarsl. I I ccnsenso degli spettaton. Il Goldoni trasporta I I sm pul:::blico nel re~scena e 10 invita ad mrontrare i slDi a::rnici ed ad ascol tare i loro segreti. 1936 14. Giuseppe Ortolani. carlo Goldoni, Tutte le ~. opere. Nota storica al TeatIo œmi.co, in Vol. rI. Milano: M::mdadori, 1936, 1329-30. A Giuseppe Ortolani, note sttrlioso deI Goldoni, spetta i l rrerito delle infonratissirre notizie storiche che accœpagnano ciasCl.m.O .. dei 1 catpOnirœnti teatrali pubblicati nei vari voluni. Nel seconde vehme l'Ortolani dà una sua interpretazione deI Teatro canico riprenden:io :l. / ( giWizi espressi da quasi tutti i crîtici precedenti. La. cx:mtedia ~ ",s 78 b , una spec:1.e ch "p.ro:lLaItIUa" œlla r~~or:na teat...rale armuncl-ata dal Golà:ru., pœSe.l'1tato :-1CX1 o:::xœ senpl.lce :::bc-lITEnto la mova staglone a Sant Ange le , 1 teat...ro, sœso :Jlaœvo.l...rrente pul:Dhco, e a...'u. ::ato dalla 'I\J:ttJ. l :;ranàJ... ~ .l..'1 :::l::JÈ> ~a sen..e :arro:;a :ie::e :ilalo;ru. l-'1genm, a..1..1a :Juona, deg~ "VJ."Ja 'Jo::::e propr~a :Cr::na ::il sed::..Cl ~ .:...1. attorr :iel2..a ::;œp3.grua" \p .. 1329) . "JCX3l.lono canurucare ccn renœre 'raglcne ch sé e della ~rr::::c 703. l ..::' Ü loro pu.l::XJllco ~ q:era. (' Inoltre, tanto nell' Irrprcnptu de Versa111es dle nel Teatro a:mi.co, gh autorl presentano agh sp:!ttatorl i ch ver51 caru..Cl della loLO can'~ corpagrua. nota 11 Goldoni prerrle di rrura la vecchia comeJia -deil' arte, prrsaU..ficata dal EXJeta Lelio;o e al SUD posto prcpone una o:::.mœdia scrrtta e orlginale ccn un lJ.nguagglO natura1e e familiare in cui il viZ10 viene ridicolizzato e le masd1.ere se ncn elirninate perdooo gran parte del~ lOrD inp::>rtanza: "Questa cœrœdia rawresenta il trionfo deI bu:>n senso œl teatro e della sarplicità œil' artei e pre- corre alcuru.. insegnarœnti che furono cari al Manzoni Il (p. 13 30). "ccmœdia in canred.ia," Il padre rivale deI figlio, ~ La una ccmrediola con "qualche sp.mto grazioso" (p.L330), in cui il Goldoni avrebbe cercato di burlarsi dei canovacci dell' arte. Il contributo più impJrtante dell' Ortolani consis,te nella storia che egli fa delle varie rappresentazioni deI Teatro comico, e della sua fortuna. ( La canred.ia goldoniana rirrane un dccurento storico prezioso che 1:: quanta :::xmœdl.a. !"la aV1.l~Jna un vecdu.o ?éÙcosceru.cc. breve. 1 J:Jtx:l la ~+'1taz:..one a seàJ..c=.. c:::Jttœàl.e, ".:One catU.CO :10I1 L'1teressa pubbll.co dl og;;=..: :roI te 'cne aile Sa:'1t' Angeio, :xIœ )5010 ec:::eZl.CnaJ.Ilente sul pal Pl.t!. ü ""1. ta . I l t.eatro per sé uns. essa, vera Vl.ta d'arte" (p. 1330) • 1939 15. Henry Perry. Maste.rs of Dramatl.c "~I talian Tradi llCl1: car10 Cœedy and their Social 'U1eres. G::lldaù.." Massachusetts: Harvard uruversity Press, 1939. Per Il teatro ccmi.co, v. W. 246-49. Il settirro capitolo çli quest'opera è dedicato a carlo GolèDni. 'Ibe Carù.c' Stag:: - cosl è tradotto il titolo della camedia - "set forth his dramatic program and rra.de clear In il Goldoni ms objectives" (p.246). 'Egli difende la sua arte canica usando una tecnica teatrale non essenzial- rrente diversa da quella gi:1 adoperata prirra dal MJlière e FOi dal drarmaturgo danese, Holberg, nella sua cpera New Year' s Prolcgœ ta a Caredy e nel prologo alla oorrmedia Without Head and Tail, aml:.:edue deI 1723. Il Perry continua oon un breve riassunto della corrrœdia, accennando breverœnte anche alla farsa, The Father Rival of his Son, senza affrontare i l problema. del suo valore intrinseco. Il Goldoni non si limita ad esporre le sue idee circa un nuovo teatro, ma critica inoltre la ooncbtta degli spettatori e stabilisee certe regole p:rr gli attori. 80 Eg~ na1. ~ asteners~ dall' lIltrcdurre nel sm CXlSiddetto "rnaru.festo 1 art.l..stico" anche alcuru. 3"~udl.u rrora~, e dall' espn.nere'~ sw~ dtbbi e le sue speranze. 1946 16. P~ero sœlte, a cura Glllellini. m Introduz~cne GJ.useppe Ortolam. a: Carlo Goldcni, ~ Firenze: M:ndacbn., 1946. Per Il teatro cam.co, v. p. 22. / Il volure delle raccog~e duz~one c:pere sœlte, a cura dl. Giuseppe Ortolani, sol tanto alcune carrreche del comnedl.ografo venezian:::>. è di P~ero L' intto- Gibellini, che è inol tre autore di una. cronologia della vita deI p::;eta, œll' antologia critica e èella bibliografia. Nel- l'intrcx:iuzione, 10 studioso si fe.!JTlél su van. aspetti della carriera del Goldoni. Si occupa deI Teatro canico nella parte nservata aila tradizic:ne letteraria, quando oonfront.a il teatro goldoniano con quello deU' arts. Secondo i l Gibellini Il teatro a:::mti.co prelude al teatro rroderno, al rretateatro di Pirandello. Egli nega pero qualSiasl valore estetioo. Inoltre i l ooncetto stesso deI "teatro in teatro" è un "trucoo" vecchio, reperibile persino nella cam:edia dell' arte. La mxlernità deI Teatro cornico rispetto al teatro deil' arte dipende dal sm contenuto, dalla concezione stessa della riforrna teatrale che vi è esposta. L' originalità deI Goldoni sta nell r avere sosti tui to al tipo astratto della rraschera un carattere "psicologicarœnte plausibile" e alla scenario della camedia dell'arte una camedia di '''carattere'' tutta scrittai nell'avere inoltre , 'l;' 81 rea J j zzatp la fusiale fra teatro e scx:::iet:à e SOS'Utuito la "prodig.lasa 'UlçëmgSSprach'" (p.22) linguaggl.O golcbnl.ano, 1 al plurilingw..sno œl teatro dell'arte. ~ apparentaœnte facile rra esso Il presqJpO~ "un '~~ l.l.nguistica che precorre per au::1acJ.a di invenzione e dl ipotesi quella del ManzOni"! (p.22l • 1947 17. Ug:) Dettore. Voc:e "Il teatro canico." Dizionario letterario Ec.rtËiaqi delle q:eœ e dei persanaggi di tutti i tenpi e di tutie le letterature. Vol.VII. Milano: Barq;>iani, 1947, p.348. Nel da.œ un breve riassunto del Teatro camco, i l Dettore descrive la a::mredia senplicerrente c::ozre "prolog:>" aile sedici nwve cx:mtœdie deI 1150. La scq::xJ del Goldopi era di presentare il Collalto, noovo Pantalœ.e della 'oorrpa.gnia Medebach e, nello stesso t.enpo, di preparare i l p...lbblioo , alla rifonna. Egli paragona. la oonnedia deI Goldoni a du: c:omœdie r, franœsi, LI Irrprorrptu de Versailles del Moliike e i l Prologue des Folies AIroureuses deI ~gnard. Il Dettore concluie rrettendo in rilievo i l particolare rapfXJrto che la oomœdi.a stabilisCE fra spettatori e spettaoolo. Il GoICbni non si limita soltanto ad informare gli spettatori, egli li fa anche partecipi della sua riforma. La. camedia è "un vero colloquio dell' autore e degli attori 001 pubblico, e i l p\abblico, sebbene non ri5pJI1da, intende, e se ne sente la presenza oontinua" (p. 348) • , . 82 1950 '18. italiana. Franoe:sco Flora. Vo1.III. "Il Settecento." Storia della letteratura Mi1arx:>: tbldacbri, 1950. Fer Il teatro CCJT\.tCO, v. W. 913-15. Il teatro cam.co, secc:ncb i l Flora, è "tm' ideal prefazicne e ideal. epilocp" (p.914) del teatro golcbniano, in artistici e m::>ral.J. ai quall. si iSpiro. CUl. l'artista e.spc:ne i criteri ra a:mmedia definisce le intenzia'li dell' aurore e il significato della missione - abolire la cx::rnœdi.a del- l'arte sostit~ una o:::mœdia tutta sc:ritta, di " carattere" : " Il Goldoni sc:risse allora nel Teatro canico la propria poetica, riuscenoo a {, dar oorso e vivacità di ccmœdia aile su: teorie sulla vita e la foma delle scene" (p.913). Il Flora rœnziona l'interesse deI Goldoni per la reputazione dei cornici, e rcette in rilievo i l confronte fra teatI:o francese e teatro italiano CCl1 gi~ intento del tutto diverso. fatto dal Baretti (v., sopra n.l), ma La ccmœdia tm'orchestra e non uno st.run'ento unico. è un insierœ di caratteri, E' questa, secondo i l Flora, la tesi fondaIœnta1e deI Golcbni nel Teatro canico. 1954 19. Francesco zampieri. Introduzione a: Carlo Goldoni, 9fere. Milano-Napoli: Riœardo Ricciardi, 1954 • Per I l teatro comioo, v. pp. 313-14. ~ell 'introduzione a questa anto1ogia golcbniana, Francesco · " \ / " 83 Zaapieri ccnsidera Il teatro o::xni.co cx::rœ tI1' introduzicne prograrmatica alle sedici ccmœdie nu:we, "uœ Poét1.qœ mise en Actioo": svolti dalla crioca precedente. terni già Una nuova quesuone sollevata dallo l.anpien. ~ quella del rapporte fra Il teatro comi.oo e la Prefaziœe del Goldcru. alla priIra. raccolta <Elle Ste comœdie. Nel Teatro o:::mioo il GolOOru nprende gli stessi argaœnti della Prefazione, present.aoooli rrcdo diverse,. ncn corœ un ragionarrento teorico rra core una "poetica in ; lzi.oœ, Ulla If in cui i di versi personaggi vengono sul palooscenico per provare cx:mredia, durante la quale espongono le varie teorie della p:>etica golOOni)ma: "ciô che i canici dicano e fanno, discorrendo t:rGl lero œcitando le sœre della cc::rmedi~ in Prova, contrapponendo il nuovo stile o:::mico al vecchio, serve al Goldoni per esporre e racc:x:nmndare al pul::blico le ragioni e gli intenti della rifonna" (p. 313) • Il GJldoni non vuole senplicaœnte riprenèere le idee della Prefazicne, i l suc scopo ~ anche di fare del teatro. Oltre ad anmmciare al suc pubblico la riforrra teatrale, Il teatro cani.co docuœnta le diverse polenùche suscitate nel1 t arrbiente teatrale contro le innovazioni ~1.dcniane; polemiche che aiutarono il Goldoni ad aoquistare una maggiore oonsapevolezza critica. '" 1957 20. Mario Baratto. In Stu:li goldoniani. '" M::mdo' e 'Teatro' nella pcetica del Goldoni." Atti deI COI1vegno Internazionale di Studi goldoniani (Venezia 28 setterrbre - 1 ottobre 1957). Nicola Mangini. 1960, II, 465-98. A cura di Vittore Branca e Venezia-Rana: Istituto per la Collaboraziane CUlturale, [Ediziane adoperata in Tre studi sul teatro, Venezia, \ 84 ---- Neri Pozzi, 1964, pp. 159-22-iJ Fer Il teatro cx:mico, v. pp. 162-165. Il Baratte rrette in eviœnza da una parte l' attenziale deI GoJ.c1cni alla scx:::ietà e dall' al tra i l rëlH?Orf:o putblioo: me la camedi.a deve avare col i l "M::lncb" e i l "Teatro" due elerrenti essenziali alla poetica deI Goldoni. ~ Il "tvbndo" fer i l Golcbni i l pr:ino "maestro," i l "Teatro" ~ !!fin m::rlo partioolare di ric::x:JJlPX're gli elenenti offerti da.J. "r-bndo." Il "r.tmdo" rawresentato sulla scena non è i l vero ITDndo, na una pittura Il "Teatro" è lU1' illusione provvisoria, di œà1tà, in cui gli spettatori devono ria:moscere gli aspetti veri deI m::rlcb dalla cui osservazione esso è nato. pubblic:o e i l "M:méIo." La SCElla deve stabilire lU1 ra.pp::>rto fra i l Nel 1750, anno declsivo p::rr la sua carriera, Carlo Goldoni riflette per la prima volta sulla propria cpera e scrive ~ solo una Prefazione alle sue camedie ma anche Il teatro a:mi.oo. Egli si rrostra lU1 osservatore attentissiITO OOil' arte ëlel comredio- grafo e dell' arri:liente "vario e pittoresco dei a::nnici, rrediatori tiâ i l pubblico e l'autere" (p; 162). Egli coglie in un teatro a p:>rte chiuse la vita di t.ma corrpagnia di canici e li fa rruovere sulla scena. E' questo, per il Goldoni, i l rrodo più ooncreto di "espri.rœre la fiducia di un autore in cerca, oltre di r:ersonaggi, di attori capaci di investirsene" (p.162). La sua poetica è basata sull' attenzione oltre che al pubblico, anche agli attori, i quali anch ' essi devono approitarla. Il teatro canico è trOva "1.ma prefaziane di ccmœdie più che c:omœdia, che p.1r nella concbtta sœnica la sua legittimità" (p.165). 85 ( 21. Ettore Mazzali. "Il teatro cnniro é la camedia regolare." In Studi c;pldoniani. Atti deI Convegno, Intemazionale di Stu:li golà:miani (Venezia 28 setterrbre - 1 ottobre 1957). A cura di Vittore Branca e Venezia-PDIra: Istituto per la Collaborazione CUlturale, Nioola Mangini. 1960, II, 787-93. Nel 1750, osserva il Mazzali, i.nizia per Carlo Goldoni una nuova stagiane durante la quale egli si distaœa final.trente dalla tradizione dei canici dell'arte, per rifonnare i l teatro italiano. L'itinerario goldoniano include sedici comned.ie nuove preœdute dal Teatro canico, la Pl:efazione al prirro taro delle canrredie e l' urizio della p::>lemièa CCI1 1 l' abate Chiari • . Fer quanta riguarda Il teatro cani.co, egli dà innanzitutto un " riassunto della carrred:i.a, nettenào in rilievo il confrooto fatto dal Goldarl fra il teatro fran~se e il teatro i taliano in II. iii; riprende i l paragone Il teatro <DIlliro e la Prefaziane, docurrenti entraIIbi essenziali per intendere le n.19). ~dee fanda.rrentali della rifOl:rna (v. Zarrpieri, Il teatro canico è, dunque, una cornœdia in cui le regole del- l' acte e i principi di una nuova pcetica non vengono solo suggeriti ma anche dirrostrati. a:mredia Per qœsto notivo i l Mazzali la una dinostrativa, e pur vitale anche al di fuori deI manifesta p:r::ograrmatico e della fOlemica, nell ' azione" (p. 790) • realtà scenica. o:::mœdia. cx:ms~dera ~ché i tenpi concettuali si risolvono E' una cx:mœdia in cui la poetica è risolta in 1 Infine, il Mazzali si fenna sui diversi personaggi nella E' il prino critico a capire l' .irrpJrtanza dei personaggi. Al L. 86 , ( œntro di "questa operosa realtà sœnica," si oolloca i l capocanico <n::azio, l'unico che oon reci ti la sua parte di prirro anoroso. clipenc:bno tutti gli\ altri canici. Da lui Il suc disCX)rso sul teatJ:o serrbra tutto naturale, la sua p::letica si trasforma in aziane :i.nserendosi nella vita quotl.diana Œi. canici: i S1X>l. ~tD "Il discorso senbra continuato, perché lnterventi si richianano l' tmO aU' altro, perché, senpre inseri ta , œlia vita qtX)tidi.ana della conpagnia, la sua pœtica si fa azione" (p. 792) • Perô sono gli altri personaggi l.I1 quanto interpœti di un duplice D.Dl0, quello di. a::mici e di p:rsonaggi, a rrettere in sœ.na la poetJ.ca esposta dal capocanico. spettatori. La rifonna deI teatro viene cosi attuata davanti agli Anche !elio, i l poeta e Eleonora, la virtuosa, rappresentanti tipici deI vecchio teatro, alla fine entrano a far strada alla nuova cx:mœdia golcbniana: . "Cost la <XlItltEdia regolare vince le "abiezioni e, . o:n rralizia gentile, dà affetti unani e pane e senso di realtà ai tras- .. fughi deI canpo avverso, della c.onnedi.a deil' arte" (p. 793) . 1959' 22. CXX!1iCX). Gerolano Bottoni. Introc1uzione a: carlo Goldoni., Il teatro Milano: Signorelli, 1959. Per ~tro canico, v. pp. 4-6. Si tratta di un' edizione scolastica della camedia e sarebbe inq;JpOrtuno pretendere tma qualunque originalità. Il Bottoni ripete quanta hanno detto i vari critici, in particolare A. ZarèD (v. n.12). Usando le 87 parole stesse del Golcbri. nei Mlfmri.res, il Bottari definisœ la CXililelia Runa Poetica rœssa in azione e distribuita in tre parti" (p. 6) r la l, quale pur non essendo la pitl bella fra le op&e cpldcniane riesce "graditLssirra" e "interessante" (p. 6). Il valore teatrale deila canredi.a ccnsiste neil' avers, i l GoldOIll, rappresentato in essa v con le loro bu::me qualità e tma 1. pero ccnri.ci stessi 1. loro difetti, neil' aver fatto loro provare "ccmredia .in cc:mœdi.a" con l'aiuto di un suggeritore e inoltre nel- l'ave.r saputo fare Il amabiJ..rœnte tollerare. i l t=eSO della sua teoria teatra1e" (p. 6). ( 1961 23. canioo. Nioola Mangini. Ralla: Introduziona a: casa Editrice carlo Golcbni., Il teatro Oreste Barjes, 1961, W. VII-XVI. L' introduziane presenta al lettoœ 01 tre ad uno stu:li.o critico della c:x:::mœdia, anche un accurato ritratto biografico che serve ad illuminare la personalità e l' cpera teatrale del Goldoni. l'arrbiente storiro in cui si fornn Nel descrivere il GolOOni, il Mangini prenœ in considerazione i l trarronto œlla ccmrredia deU' arte e i prirni tentativi di rifOl:ma teatrale, da parte di alcmri let:tê:i:ati toscani anteriori al Goldoni, e precisarrente il fiorentino G.B. Fagiuoli e i senesi Gerolam;;l" Gigli e Jaccpo Nelli. Spinto da un vivo. desiderio di novità, i l G:üdoni "\ è l'unic:o che sia riuscito a fornulare t.ma vera riforna teatrale e a I!l ') 88 tradurla in realtA •• Il Mangini segue da vicim i l progresso della rifOIJ'tla golcbniana. Egli giu:lica rrolto significatJ.va, nel carrmino della riforna goldoniana, l' apertura della nuova stagione teatrale con Il teatro q;::mti.oo. 'c:. Questa CXlIltœdia si presenta o:rre ''l' espressione di una o raggiunta rraturità critica" (p.XXII).' Il Goldoni artista, c~atore e oovatore senti i l bisogno di canunicare col pubblioo, di rendergll. ragione di sé e and1e della prcpria opera: ,,- "Queste scene sono soprat- tutto un collCXjUio cxm gli spettatori ai quali i l camediografo in~ t spiegare senza pedanteria i caratteri (;ella rœtodi di lavoro" (p. XXII) • 1 DllOVa 1 COItttedia e i L'esposiziooe delle idee suai risulta viva ed efficace proprio per la fonna letteraria prescelta dall ' autore, la quale essendo rrolto lontana dalle ~te e pretenziose pcetiche dei letterati, è quanto Irai. confonœ ail 1 indole deI Goldcni. ,0 La trama della cxmredia è rrolto serrplice. œll 1 IIrprœptu de Versailles, i l Go~ pubblico gli attori della canpagnia. ail 1 arrivo dei vari ~ti " Cœe i l MJlière imnagina di pœsentare al Assistiarro, du.nqœ, non soltante della conpagnia, rra anche ai dialoghi strettanente legati alla riforma teatrale, che Si intrecciano tra di 'loro e con i l capocanico Orazio, che àà cansigli e suggeriIœntiv L'azione secando i l Mangini, è un);:C' lenta e la svolgiIœnto non è priva di una certa nonotonia per i l prevalere di si tuazioni pressoché ident.iche, in cui è affidato alle masd1ere il canpi ta di tener desto l' interesse della spettatore. l tre atti hanno corre punta di riferirrento le prove della , .. J 89 camediola Il padre nvale del fig~o, che si nvela un espediente in- dovinato non solo ai firu. p:œciptll del lavoro, e cicè della presentazicne della riforma, ma anche dal punta di vista della spettacolo. I.e scene della ~ola tendono a ravvivare l' interesse deg~ spettatoÏ:~_ Il Mangini sostie.Tle che nel seccndo atto della camema c'è maggiore vivacità, perché 11 Goldoru. ha saputo abllrœnte llltercalare alla reclta della ccmœdJ.ola, i l nou vo p::>lemico e la tematica riforrm.shca. Il terzo atto è i l più debole, soprattutto per la rrancanza di un elemento nuovo, presente invece nei primi. due ath. L' arri vo di Le~o e di Eleonora rispetti varrente alla fine deI prirro e del secando atto, rialza' il tono generale inevitabilrrente scaduto per i l rlpetersi di s~tuazioni gi~ scantate. Tuttavia i l Mangini ricxmosce che la cx:mredia ha una sua validi tA anche da un punta di vista ",~.ttacolare, Il per cui .11 fatto che le sœ rappresentazioni sulla scena siano state tante rade non appare rorrpletarrente giustificato . .:) Per quanto riguarda i personaggi, egli osserva che non hanno rilievo indiVl.duale" (p.XXIII). .. il uno spicx::ato "Infatti," dichiara i l critico, "la loro , presenza e la lom azione è per la più giustificata nell' ambito della predaninante preoccupazione espositiva" (p.XXIII). l personaggi più ri- levati sana qu=llo del poeta Lelio e della cantatrice Eleonora precisarrente perché incarnano dœ .irrpJrtanti notivi della polern:i:ca gOldoniana: cattivo gusto deI Seicenta e le pretese della rnusica. il Orazio è il per- sonaggio centrale della comreclia e il coordinatore dell' azione di tutti gli altri personaggi, rra soprattutto il portavoce deIl' autore. Il Goldoni ripropone le sue idee sulla rifonna, precedenteIœnte ,. 90 i diffuse nelle prefaziani, nelle dediche e nelle lettere. Ma 'œU' intro- durre questo tema "dirrostrativo" œlla ccmœdia, il suo discorso è serrpre garbato e rreditato: "Opera in lui un' aurea mediazione e riduzione ,j dei rrolti stirroli spontanei che gli venivano dalla tradizione culturale La s~ posizione di fronte al vecchio teatro 8anico non è e poetica." l ri voluzionaria, rra "m::xieratanente novatrice" (p.XXV). alla norrra della gradualità, cane ,si rile~ progressiva eliminazione delle rraschere. Egli si attiene soprattutto dalla lenta e Secondo il Mangini, i l Baretti / non afferrO bene questo rapporte fra il Goldoni e la "corrmedia dell' arte, e per questo critico asprarrente I l teatro comico :nella Frusta letteraria, accusando questa ccmœdia di non essere essenzialnente diversa dal vecchio teatro delle maschere 0 Ma 01 tre alla predonù.na.Ï1te ispirazione polenù.ca e didascalica, la canrœdia presenta anche altri teffii che hanno una non trascurabile funzione integrativa e che sono legati ai, comici e '-- al loro rondo. C'è in essa una palpitante e divertita descrizione del- l'anbiente dei canici. aa;ruista \IDa la loro esistenza, ritratta -da dietro le quinte, dirrensione più umana: "L'autore, infatti, non si limita a tratteggiare un quadretto di genere, scherzando sulla pigrizia degli attori e sulla vanità della prima donna, ma insiste più volte sul lato più serie della loro vita, piena di preoccupazioni e di sacrifici, sotte il costante ) assillo di una precaria situazione econanica" - (p.XXVI). Nella sua appassionata difesa del rrestiere del ccmico, il Goldoni si 0HXIDe al pregiu:iizio sociale, rivendicando la dignità unana della gente di teatro 1 1 Citazione ripresa da EttorEf, Mazzali, "Il teatro cx:mico e la a:::mœdia regolare," in Studi goldoclani, a cura di Vittore, Branca e ,Nicola Mangini (Veœzia-Fcma: Istituto per la Collab::lrazione Culturale, 1960), II, 789. , 91 '; J ( e di:t;endenclo l' onorabilità e la serietà dei 10m costumi. V. anche dello .stesso autcre n. 37. 24. Ferdinando Palrn.i.eri. In Teatro di car).o Goldoni. <~ Introduzione a: Il teatro canico. TOl:'inO: Eri-Edizione RAI, 1961, pp.173-79. Il P~eri ripœnde il solita confron~ tra Il teatro canico e la Prefaziooe alla raccolta Bettinelli (v. Zanpieri, n.19). Egil c:cnsidera la c:omœdia non sol tanto un teste teorico ma anche una co testinonianza, tma confessione ed un invita che i l Goldoni rivolge ai suai spettatori. SUl palcosœnioo deI teatro San1; 1 Angelo, il Go1cbn.i. rœtte in scena i l teatro stesso oon i suai, attori. assiste più ad tma recita na stesso degli attori. Gli ~ rI pubblico nal portato dietro le quinte, œll"arrbiente ~ttatori sono invitati a riflettere sulle o nuove a::mœdie e sulla vecdùa a:mnecli.a dell' arte. Il Goldoni polemizza~ apertarœnte contro il vecchio tèatro a:::mico, e appunto par questo, intro- dtre dœ persooa.ggi, che raffigurano l'uno i l sostenitore della P?9tica goldoniana (Orazio) e l' al tro "il si.ntx:>lo in caricatura del carrpo nernico" (p. ~6), (Lelio). Ma Il teatro a:mico nanca di fare nspettacolo ga.ianente n : ra~resentatal sulla scena nŒl flr tre atti sooo vivanente teatralizzati da quei personaggi-attori, da una serie di episexii inconsueti 0 ricoloriti e dal grottesco arrendevo1e" (p.l??). c quel p.::eta ostile e velcx::sœnte I1,Palmieri definisce la camedia una "leziane- dinostrazione," poiché in essa viene o lII.ejia. di ~sa in scena la prova di una nl.lJVa A prcposita dell' espediente della Il CXillLelia. in a:mtelia, It lo ,. ., 92 ( .... , studiOSO{ cita un'altra opera del Q>ldcni' pœcedente al ~tro canico L'Arcadia 41 Bœnta. Il t.eatro canico rimane un' qlera m:i.nqre, piena" di "squilibri, di ineleganze, di disattenziane" {p. 178) • ~ l personaggi deI . poeta e della cantatrice saret:bero disegnati con poco garbo e, per di pill, la "CCII.1tedia in cc:rmedia, Il non pOO ~se.re ~\ tre atti: l' ~tto .' vien provato -l'ult.i.no-.~ unicn" (p.179). indubbiarrente, per la cne sua :i.np)stitura, un atto Rirtprovero quest ~ ultiIro ingiusto perd1é inesatto. a:mre:tia non ~ di un atto rra di tre, andE se, sulla scen.a La gli attori provano soltante i l terzo atto. 1962 25. Manlio Daz?i. Mi.l..an:>: 'M:I1dadori, 1962. ~ \ IntJ:oduziœe a: Il teatro canico, 'Il. carlo GJldcni, La Villeggiatura. p. XVIII e p. XIX. ~~- Nell' introduziooe alla Vil!eWtura, i l Dazzi si fenta a di.scutere la riforma e I l teatro a::mi.co. qœsta c:::c:mmdia. Egil nette in evidenza la m::xlel:nità di Il. put:blioo si troVa davanti un palcosœnico ron pre- parata per une ~~~10, un teatro ~ICllt::a't.O," "nudo" in cui gli attori, il ~co, i l poeta e tutti gli altri persœaggi vailnO, vengcno, aqi.scnno, provano, e parlano o:m:'! nella yita. Anzi, la 1oro vita è posta allo stesso livello della finziane sœnica, tutto oon la massi.tTa .spantaneitA. ( Qœsta '~insegnosa e audace rracchina, tI è OJSt.n.ù.ta in m:::rlo c;he i l ccmredioqrafo p:lSSa esporre chiararrente da! palooscenico le proprie idee sul teatro, senza che i l pubblioo senta i l distacco fra \' 93 realtà'e finzione. Il pubblico partecipa non solo alla vita ested.ore deI teatro ma anche alla vita :intirra, di esso: "non ~ chiamato a sentire1 una leZiCl1e, rra ad ~se.r ~u1iœ di una oontesa, a:œndere posizione in una battaglia" Cp.XIX),' la battaglia deI Goldoni: innovatore oontro i f) sosteni1:J:r.i della carrœdia dell' arte. 1964 Ourante i l Festival Inte~ionale della , nel 1964, i l Teatro Stabile ~~.,Trieste Prosa, tenutosi a Venezia 1 rappresentb Il teâtro cani:co. " Detilo alla oort.esia di Nicola Mangini il testo di alcune reoensioni. allora pubblicate. Franœsa:> 8ernaràelli.. 26. - Delle quali passa cosi dar a:mto: (v. ml. 26-31). '- "11 teatro a:::mioo di carlo Goldoni al Festival della prosa di Venezia. fi La StaI!pa, 8 ottobre 1964. Il Bernaràelli sottolinea la sca.rsa teatralitA di questa CUIUelia e la notevole riel alx>razi.àle del te5tQ originale da parte di Luigi Lunari. Il teatro canico ~ Ulla COUlledia nella qriale l'autore e5{X)Se fI~rograrmatica," una camedia "prefaziane," i l programna della sua rifoona teatrale basata su.lla "poetica deI reale, .... centro :J.a secentesca Camedi.a dell' Arte, "una grossa nacdùna plebea e :i.Itpennacch.ita d1e aveva cancellato œaltA." Il GolàXù. velle anChe ~ prèsentaœ la sua carpagnia di attori, ,cercando CXlSi qi cattivarsi la sinpatia del ~lico. Ma oomstante la validità dei pLcp:siti e degli arrmaestraIœnti del G:>lda:'li, Il teatm canioo • è una cc::mtedia "~," una camedia "scarsa e . s~iciale," nella quale ncn:li..tIeno ci.rcola "un' aria di vivacitA.," nel vivido e feliœ quadro .J . . 94 del m:ndo teatrale setteoentesco: ',~ fi in questa camedia scarsa e SU);:erficiale, pur circola tra , . i disoorsetti d' œcasiooe una œrt' aria veneziana che ~ tutta nostra, particolari da nulla, le attri~tte che indugiano, pigre, a lette, e civette, "allo specchio e arrivaoo senpœ ''1" tardi, i l poeta faI'l'elico, la cantatriœ vanesia e fallita, i l suggeritore stizzito, i l capocanico saggio, quell' aria di palcoscenico che innanora, ,f ./ e che l' anatDœ del teatro subito riconœœ con ftÇgevole fellcità." I l Bemardelli si feona innanzitutto a di.scut.eœ il notevole rirnaneggiaJœnto del testo goldoniano effettuato da Illigi Ltmari. Il. Lunari si era proposto di r\elabora.re i l testo ccn l'intente di fld.i.npstraœ ed esarplificare anche rœglio i costumi teatrali, le tradiziaù, i pm- giudizi d'allora e ,le esigenze noove." VOleva insœma riprodw:re sulla soena, in ncdo senplice e carprensibile al p.ll::blia:> di oqgi, l' anbiente di cultura e di civiltà nel quale si era svolta la rifonna. E se avesse saputo abiJJœnte sfruttare il teste originale, i l IJ.mari avrebbe potuto .( riusciœ nel suc intentè. Egil inveœ ha mutato l' ordine di œrte soene e ha in.Serito nella cx::.rmedi.a brani tratti da altl:e opere sia de! Goldcni che di altri autori. Fer quanto riguama fX)i la nessinscena della a:.mœdia al Teatro œü ,, 1 j Ridotto, 10 spettacolo diretto dal regista v1sccnti è stato, sea:mdo • i l Bemardelli, "ben regolato, con accortezza e con precisa sensibilità, 1j cr:::n un piaoere un po' vistoso. 1I '1 Qi gran3e t effetto scenico è s'tata la ; ~, scelta dei costumi, tutti rrolto belli, i quali davano ai personaggi , l'awaœnza di esseœ scesi, in quel nr::rtento, da preziose pitture e \ ( ( 1 l ï l, J ~ 95 / s~ settecentesche. Nal ê pero della stessc? avviso per la recitazione, l' ,la quale gli ê parsa "legata', ancor rigida e trq;>po ele:nentaœ, trattenuta 0- , '. • ' ad un livéllo di SCOlastica esercitazicne. " l giovani interpreti, per quanta vo1cn~i e preparati, nal riuscirono a t:eDar desta la vivacitA dello spettaoolo.- La mancanza di sciaItezza toIse alla a:mredia "il fiato, il :respire di un teatro libero e felice." 27. "Il teatro a::m:i.co di carlo Goldoni." Gino Danerini. Il Gazzettinb, 8 ot!tobre 1964. (v. n.26) Il Darœrini rip:>rta natura.lIœnte il giudizio deI Goldoni stesso nei Mi3toiœs. Qœsta ccmœdia, egli aggiunge, fu "un divert:i.ment:q:.'1 che terme il lUOC}:> ,della cansueta sua introduzione alla stagione deI " camevale (1750)," pert:hé ê soprattutto "una trovata scenica e un coraggioso atto di fede che suscita 'l' ~i:alneIrent de ses ennemis' ." . " Il teatro can:ico esseIlZ\ialIrente un natte di fede," egli ri- ~ Es4" t:iene \opportuno rie~ la figura di Giuseppe Baretti e la sua "sccncertante stroncatura" dedicata al Teatro cx:rnico nella Frusta ( letteraP,a (v.Baretti, n.l). Il DaIœrini, per certi aspetti, serrbra seguire l' cpiniooe de! Baretti circa il' valore della camedia. a::mnedia "mingherlina," i l Darœrini, lta'l -,, Questa quest 1 atto di fede cane pœferisce definirla 0 zœri. tava i l trattaIœnto che essa. ha riœvuto dal Lunari, i l quale in~ di lasciarla "donni.re in pace, sugli scaffa4 ,Qella ( biblioteca," l'ha IIUtata 0 peggi<;> ccntraffatta lia proprio capriccio." , , . 96 Ie altel:native deI Lunari, ci SP~ U DaIœri.ni., eraoo- le segueflti:' se egli riteneva Il teatro canico superato a ip~Cb dal punto di , vista delle esigenzé sceniche rrodeme, non era œoessari.o riesunarlo: se invece riteneva che la' cx:mœdia fosse in~sante, norr c' era, bisogno di manaœtterla. Fra i vari "drastici int:erventi" deI Ltmari, , " -. i l critiee rrette in rilievo i tagli, gli spostarnenti e le ,sostituziati., - per le quali quest 1 , , ( . ultino ha fatto ricorso ad altre ca:medi.e de! G:>l.dari la ccmœdi.ola che i a:mici Cbvrebbero provare pre:;i dalla Famiglia deU' anti.quarie) e~:i.no per esenpia da! Critioo della Sheridan. ~ sœtituita da passi di altri autori, cœe TUtti ~iarœnti, sottolinea i l Danerini, che, banna soonvolto l'equilibrio leggero é scberzevole che, , ~ Il teatro cardee. Il teatro canioo - &]li oondanna in generale If abusa di testi, caœ testi che ncn sooo ornai pi1l "rcq;:pœsentabili" i .1 da " parte di soeneggiatori. l' ' Il teatro canico ha aœsso soltanto un vaJ.ore "doclmentaria," in quanta "d:i,m::)strazi~ degli usi che vigevano ne! m:::mdo della cx:mœdia deI Set~.~, della neœssità di superarè i l Iungo pericx:b di cdsi in cui essa era stata travolta, dei 1l9di e dei criteri cm cui. GoIcbni si PLcpaeva di riform:u:e i testi e la :œcitazione." Il 1:eatro a:mioo ~ ricbtto cosl ad essere nateri.a di UlX) scolastioo, ncn, , , rrateria di spattacola. , La cxxrpagnia de! Teatro Stabile di Trieste si,ê .i.nFegnata a fonde , . e ha oos1 aocolto un ottino SUCC'eSSO, sottt?lineatç> daqli applausi deI pul:Dlioo dqx> ogpi atto. f Ma oooostante la ~,I volœtA degli attori, cŒ! feœro deI Iaro rœglia per dare vita alla 'rawœsent:azione, Il ( , / ~97 ( teatro cx:mico ê riuscito "fastidiaso e pretensioso." \ "Il pxetesto de! teatro per una Rcberto De Maltiœlli. 28. leziooe. " Il Giomo, 8 ottobre 1964. (y. n.26) Rd::::lerto De M:I1tiœlli ccr1sidera Il teatro a:::mi.oo, una. "didattica," "un'~" che il- Goldoni stesso aveva giudicata piuttosto che una camedia., una pœfazione. • OOillledia E' una opera IttÏ.n:>xe nata per uro "Quello di illustraJ:e e difenœre dagU' attacchi degli \<. sense, il. cootenuto e gli OObietti"j della riforna da luif.:J 5CC.'{X:> precisa: avversari il attuata nel teatro." ra CXXllledia inteJ:essa in quanta quadro vivo e feliœ dei canici de! Settecento, tutti nodellati sU;li attori della cntp:lgnia di ~l.arro Medebac:h. L'~, {X)i, di relio, sost.enitore della CCltued.i.a deil' al:t:e e" di Eleonora, la cantatrice, cm m:x1o al Goldoni di -nettere in ridicolo gli avversari ," e di disserta:œ sulla comedia nuova, sulle maschere, su A.r:ist.o1:@le e sul teatro franoese, e inoltre di polem:izzaxe è di difende.œ la purezza el' autonania di un' acte d'le sussidio di altro. nal ha biEb;JnO del Sotta la polvere dle da ol~ dueoento anni riCXlpre I l teatro ccm.i.cx:> si pcssano ritI:ovare ft i framnenti di un nessaggio culturale tuttora vivo. ft' Fer i l De lob1tiœlli, il Golckni. ftautentico" ê perl) altrove, nelle alt.œ cx:mœdie. Lunari, i l De • ( Pel: quanto riguarda ,la vers~ curata da rmgi ~tiC!lli OlIltrariamente agli altri critici teatrali, nŒl accusa il IlJnari del x:eato di "lesa maestà c;J)ldaù.ana" par avere arrpia- ~ \ " .' 98 ~1 ... rœnte rielaborato ii" testo, imœttendovi anpie inteJ:po:lazioni. ,Giudica, , r ' , invece, cg;:ortuna la sostituziooe di, a1Cune s~ œlla Famiqlia del, , l'antiquaria ralla picoola CX1\lle:liolél Il padœ .rivale de! fiqlio. l pertinente ê l' inttoduzia1e ,di , . ~, grafa inglese, \lM ~ scena tolta dal Criti<x> de! a:amedio- che "distorce pericolosarœnte" i l senso della polemica golcbU.ana. Con altrettanta sinpat:;Ûi il De trbnticellï parla della œgla della , ;0 çamedia deI giovane regista Eriprando Visoonti, i l quale ha allestito . , uno spettacolo "IŒlgJ:O, asoeticc e gentils." l i œq:i.sta, evidentenente preoccUpato di sottolineaœ i CCI'ltenuti didattici de! testa goldoniano" ha frenato un po' tropp:J la œcitaziale, specie p!r quel che ~guarda i bran! affidati al oapcxxmi.oo Orazio, di ntldo che viene a crearsi una at:.nosfera d'eccessivo rigom e di "cordi.alitA Rll3gerO Jac:r.ti>i. 29. triesti.na.... " 8 di • austeri.ty' ." "Un Gold::mi 'apxalittico' in versione ot.i:obre 1964. (v. n.2S) che nœ c·~. J~, La Avanti!,' ~ Il Golchù distruttare della a:amedia dell'arte i, par i l una figura fantastiœ, nŒl la vera innagine de! cxmœdiografo .. rif~ goldaiiana non si pmponeva di dist.ro:Jgeœ i l tèatro preœdent.e, ma fu fatta per "miqliararlo, per farlb a.ndare avanti" e squ-attutto per "fal:gli· rit.rovare la via œl su:œsso, vinoenèb \lM crisi c:reat'a ., .... ., 9.9 . soprattutto dalla riOia del plbblico dinanzi alla oontinue r:ipetizicni." tare . Il Jac::x::t:bi accusa quei 1etterati c:osiddetti "storicisti," di V\:)ler de! Gol.ci:ni "il pol.emia:> araldJ di. Ulla pasizione che saœlXle stata quar- a:>sa cx:cœ \.Il Anti\:eatro," e aff.i.pbia laro il 9q)~ di "apocàlittici" poichê hanoo infranto, seccrldo lui, quella' "ccntinuità di veritA che si ~lle cpêœ ritrova la filologia Il Golà::ni dei grandi scri,ttori." Fer lui l1Q1 10 staricisnD rra. la sola via per la quale si possa arrivaré·alla veriU. (! pot.rebbe ~ il ptme rDl teatro ~, cane 10 ha dei gi~ la critica p:>sitivista, se. IXI11 fosse prima é sqrattutto "l'ult:im:> e piil grande autœ:e -de] ] a canœdj a œil' Arte: <?he riuScl a 'portarla la rnascll&a .. If L'intente , oolui tante avanti' da netterla par iscritto e toglierle , , de! Goldcni nel rifouqare il- teatr:o italiano nOO era di aboliœ il teat.to dell' ~ ma di Ifripll i rIo," Mi.ranc,i:)~ 1'Ol il! altro che Ulla grande "' Co~. ~ , riduziœe di Gigi Luna.ri ê assente questo profœdo sentimen.to , della trad] ziœe e de! nestiere poic.::hê i l ~ crede a1le stor:Lcist:.l.che. 1 ~ If' La sua riduziale" ncn fa sc;=andalo. ~ "apxal j ssi grosse .i.nvenziati. - Im1ari l'Dl st:rlO nê cauliqliabili né acoettabi J j" Il Jaa::lbbi llCI1 ha Ir intenzicne di dilunqarsi pareœ, rivela SU di: esse. ln' i..tv lipœnsia1e Ne cita solamente una che, a suo di fald:J: {~: la parodia del secent.:isni> che i l Lunari vade nei ~ di~, l'aspirante poeta, e Elealara, la Virtmsa, ral stm!I::tIe stata nelle intenzia'li de! Go.ldaU... una parodia di questo geneœ nal ha nes&U:la . pœsa suqli spettatori di oggi, abituati a pœti, che i l c:ritico giudica "magnifici e ( Oltte tutto, ~" caœ 100 Lorca, 'Eliot ecci spettatori, agli aggiunge, dinanzi ai quali chi non in- ~ta un linguaggio proprio e adotta quello quotidiano, cene sercpre il rischio di' passa.r:e da "gioznalistucolo. Il , Fer. quanto ri~ la rappresentaziœe al Ridotto di V~zia, i l , " Jacx:tlbi conrorda w' CCI'l gli altrl critlci, ~ l.m giudizio pcsitivo. spetta.cx>lo era "grazioso, nœso," e in qualche noœnto persino "poetiOO. ft 30. Feri::uccio Marotti. "Il Festival di Venezia: Il Veltro, n.6 (1964), 934-36. Cv. Il teatro ccmico. n.26~ La reœnsione ~l Marotti è animata da un forte spirito :po1emico. Nell' infœ:m:u:e il lettore qirca i tre spettaGoli a11estiti al Festival di Venezia, egli si dilmC]a suU' insensibilitl di œrti critici teatrall par i: problemi dello spett:acolo. Questi critici hanno data anpio spazio ad una :polemica, che egli calSidera alquanto "pt.'OVi.nciale,n sullo spettac,x)lo 1 goldaùano, di IICdo che hanno trascurato cff rilevaœ quanto di llUOVO e . di interessante c'era negli altri due spettacoli, ciœ nel Calfident:e di Diego FaI:t)ri, rœssinscena da. GioIgio D::! I.llllo, e nella COScienza di zeno di ltalo Svevo, l:egla di Luigi Squarzina. \ . Ma. pei:' quanta riguarda 10 spettacolo goldoniano, que.1.lo che ~ oo:upa maqgiO!1letlt:e i l Marotti è di rrettere in ri.lievo la polemica che esso ha sollevato. Eqli riporta i caoœnti se\Ieri di studiosi e qiornal.- 1sti, non ncminati, circa la œvi$iœe e i l ranm::xErna.nen de! teste, { ft • 0 101 da parte de! Lunari. Questi critici 'Ii .... " ' si sooo ribellati di frente a l, quello d'le ll.anB:> considerato un GolOOni "rielaborato," '~~ifatm," hann:> gridato all'cp:!ra." alli! A tutto ci~ il Marotti Perc:::hé, se si ritene,va scandaloso per il teatJ:o, dha rispcnde am ri~ttaœ ~ti ' fatto E hanno criticato fi.nanche i l Festival per aver pe.messo ta! cosa sul paièosœntoo. qœsite: "~io scandalo, accusando il Lunari di i ë \m l1Ilëi , letterari questa critica oondannate anche Lauœnce Olivier per aver n1XJemizzato i testi di Shalœspeaœ e alcuni registi. di spettaooli telev.isivi paf -aver ridotto a'brandelli oorti testi dr:am:latici? i l Marotti., ê neœssario adattaœ i l teste al teatro SeccrdJ di oggi, p::>i.dÉ essendo le C'CIldiziati storiche mut:ate, i l Lapper t:o dello st=ettacolo i l pubblioo ê diverso oggi da ieri. cal Quel che inp:lrta non ê mantenersi fedeli alla lettura deI teste rœ. dame una interpœtaziale "unitaria, =sequenzials e logica neÙe .œlte, œi ~li. œi ~ .• I l teatro, "non ê date da! solo teste, ma arx:he dalla ~taziœe, " anche i l ritnD e la carpiutezza dello spett:acOl'D hanm i loro diritti." I l difetto dell' adattarœnto deI Lunari ê di "esse:ce stato fatto in fœtÎ:.a e sanza l.'IlO scxp> ben definito, di l'lDCD che le iJite:cpolaziari., inveœ di dare al testa quel uordente polemico che ogg:i non ha pin" 10 ~t.:i.scalo naggi..arIœnte°e rivelano, il !oro caratteœ casuale. stato p:ceparat:.o inizial.tœnte Imltœ, il teste era per i l regist:a triestim, Fulvio 'Ib.lusso. Ma poiché il Tolusso abbandc:I1O 10 spettacx)lo prima della sua nessinsœna, il testa fu riadattato da! œgista, EripranCb Viso::nti, il quale in IIDlti punti ( l1CIl era d'acc::m:rlo ocn l' ~ deI Imla.ri e ha ripoitato i l ---" .... --..,. ) . ) " 102 ; 1 • ( teste alla sua stesura originale, ingeneranCb quindi ur1Io ~rio . nell':i.n.S:fene della rawœsetitazione. Per concludere, il Matbtti deve ~ amœtt.eœ che 10 spetta.a>lo çplà:niam ha delu,so ,fort:.emmte ed è "fallito nei Smi risultati. n /" /' ---. / 7 ' • "\ \ -d . 31. \~ul Radiee. COrrieœ œÙà , "Il teatro' canico di Golàlni a Veœzia." Sera, 8 ottàlre 1 9 6 4 . ' " (v. n.26) " Perché sœqlieœ di rappresentaIe proprio , I~ "t:eatro canico, à:Jpo a1.tteoo due anni di assenza dai progx:dtllni deI Festival 'cxxmE!dia g:>ldcniana.? J del~ Pr:osa di ~ ~ del TeatJ:o a:mioo, una cxmredia che "bisogmsa di mterventi capaci di c:h.i.ariœ alla spettatoœ i~, le intenziali polemi.che in essa CCIltenuta,"~ si pin ricœ di riscrse teatrali. de! TeatIo ccmioo sia sa:reI:œ potuto rioor.rere ad una CUluedia La. risp:>sta de! Radiee è che la soelta avveà,.ta proprio "in riferilœnto, e ,quasi a CCIl- / clusiale dei testi golcbriani di lIBg9ior p:œstigio acx::atti onei p1.OjldilUd ( de! festival." Ulla ~ Quasi tutta ,la critica giu:ii.c::e I l teatro cànioo ncn taitto lTID11f!C3i a quanto Huna professiale di fade," anZ.i "un 1tBnifesto &alla dt~t:urgia golà::ni.ana" p.œ:seutato o::Jœ pn!!lœSSa aile sedici CXiluedie. ~ Fer il Rad; ce l' aspetto pin iDportante e interessant.e della cumedi.a non ê CXJStituito dalla trcml ma dall'ëIIJt)iente, dai penronaqgi e dalle loro, abitu:ii.ni. persataggi. ( Egli si fel:nB. scprattutto sulla Il riUevo caratteri~ dei singoli che il Golcbni, attribuisce ai loro difetti serve r .. , ~ ( ~ 103 ( ad un duJ?ld.œ quello di fomire un quadro delle a:mslEtudini scq:x:l: teatrali deU' epoca, e quello di offrire al Gold:ml.· nt.IIIQmSi pretesti • " \ ( atti ad illustraz:e i princi.pi della l s~ 1 \ \ " ' ' riforrna ad un pubblic.o d?-e egli • voleva nœ soltanto càttivarsi ma. soprattutto rieducare. Ma perc:hé il testo ~ staJ> affidato a Luigi Lunari? Perché si ~ Q:>vuto rimrrere ad un altro scrittore per Itriscriverelt il vea:::hio teste ~ldal.iano? I l Radice riparta la rispcsta deI Lunari stesso, i l quale spiega i notivi d'le 10 hanno inCbtto a sostituire alcune SCène deI , 1 sœne tratte sia dalle cpere deI Goldoni ,che da Teatl:o can:i.oo cxn altre quelle di altri autori dell' ep:x:a. ".1 Fer quanto riguarda la sostituzione delle scene della o:mœdia in cxmœdia Il padre rivale deI figUo cx;m altœ soene pxese dalla Famiglia dell' antiquario, il Lunari <lice che al terrpo del Teatro cx::mic.o la rifœ:ma ~ldoniana erfl agli "albori" e la farsa introdotta dal Gol.dcni nœ poteva ill\lstraœ la riforma Cal la stessa drlaœzza e a::upiutezza della Fandglia deil' antiquarlo, la, quale segna AO "la nasci~ deI teatro borghese." , p~ da quasto criteria - nçlidascalico,," tutœ le altre m:xti.fiche introdotte nel teste sono intese a sostituire "le allusicni an'bieritali e le foImUle teoriche," çcn . f . ~tte IlQ'l pa~ soltanto &glj. scritti goldcnian.i (massiIŒurente dalle Prefazioni "', \ aile ediziarl. Pasquali e Bettinelli), rra ccn pagine prese da opere che in queg~ ami\) si Im.DVevaIlO' sulla stessa linea. La· sœ.pa presa dal Critico di Sheridan, /serve~ par esetpio, per dare un' idea n~ll' assurdo fornalisrro , . . ' , e deI cattivo gusto" biasimati dal Goldali. Seo:mdo il Radiee, le intenziani del tunan; ~ se nœse da spirite , <' p ,• '-. T'-.scno , .' inaoœttabili, , \ ,. )1<' ct, 104 ( o' "!pl soltanto sul p~ teorico ma. anche sul piaoo pratico. o ~résentazione del Teatro Q:ltÙ.co:curata Nella da .Eriprarrlo Viscxmti, il giovane regista ê stato costretto a dnunciare a una parte delle citazioni derivate dalle prefazic:ni gold::>niane. , : Al regista ~ serrbrato j pe:r;sonaggi ~ ",tmifonni tA pericolosa." che finissero per creare fra p Al regista e agli attori (da Franco Mezzera a Giorgio Valletta a' Marisa Fabbri) va riccnoséiuta "un' onelttA di prcpositi, ,. ch:! ha ,," tribuito enornerœnte al su:::œsso della serata. Teatro cx:mico, CCI'lClude i l Radiœ, IlCXl ~ Q\:eSta COll- edizicne deI stata "ecoelsa" rra ,nemœno -. 1965, . canico. cnora.to Castèllino.' Introduzione a: carlo Goldoni, ,Il teatro Torino: Societ Editriœ Intemazionale, '1965, pp. 5-36. Il teatro CXJ1'n:lèo si ricollega, ovvianente, alla rifonna goldoniana. polemizza In questa came~ anche per il Caste1lino prograrmatica, i l Goldoni apert:ammte ~ contro i sooi avversari. Tuttavia la polenica golcbniana non si rivolge solarrènte ) qQesti ma anche al suc pubblico il cui gusto _egli cercava di . rifonnare. ~-, Duecento anni dopa i l prin'o sucœsso deI Teatro cornioo" la sostanza p::llenù.ca della camedia ci ~ alquanto ~sile. Si pensa piut~to al quadro fedele che essa presenta della sensibili tA e dei gusti di quellr epoca, e ail' inportanza .. 'e alla serietà dei progranmi dl arte i quali "una volta sperirrentati con siricerità, ta1i rimangono nella storia della spirito anche se la loro r ( effettuaziane pratica sia stata presto sopraffatto" (p.26). c \ i . "inutile." 32. • ,~ Il i n~ -; ~ ç lOS ,. , ~gi ,. castellino paragcna Il teatro canico e i Sei "nc:n diciano caœ lavoro drarrmatico in sé, na CXX'Ie in œrca d'a~, audace di roncezione, , caœ abilità di scarposizione OOil' opera artistica nelle varie sue facx::e, e ci~ dentro l'unitA di una invenzione sq;eriore al programra intellettual.- istico, che ti lascia l'inpressione di qualcosa di esplorato r::er la prirra -\ volta, destinato AI'ft)ed1:e a rimanere tra le conquiste deil' ingegno umano" (p.32). sono"poetiche in azione," i l cui cam.me deliberato prop:>sito ê /) di faIe nascere dallo svolgjlrento dranrnatico canoni d'arte teatrale. In Pirandello. ê l' invenzione fantastica d'le ha i l sopravvento sulla poetica e se ne staœa. Nel Golcbni invece la pJetica percorre in rn:xio "lineare e àx:ile" tutta l' azione. :rl~teatro, sia per Pirandello, sia Golcbù.', è senpre stato un rollcquio a tre: r::er il autore, attori, puli:>1ico. ' 1967 33. Goldcni.. Ettol.'e caœia. carattere e caratt:eti nella camedia de! Firenze: Casa Editrice Olsd1ki, 1967. Fer Il teatro o:mi.co, v. p. 170 Niente di mDVO in questD, libro per quanto riguarda Il teatro a:mico, che è bœvem:mte rrenzionato. " Il Caccia si schiera am coloro che ri t.engcno . che la c:x:mœd.ia sia inpartante piU caœ scritto teorico che a:rœ opera dl arte: "Opera significativa più per le sue dichiarazioni teoriche dle per l'intrinseco valore d'arte" (p.170).- ( r- .. , , .~ 106 , r' ~4.. Gino ClxXhettï. carlo Goldoni i suoi tenpi e i l sm teatro. IbIa-Pal.eI:m:>: Istituto Editoriale Cultura Europea,. 1967 . . Per I l tèatro a:mico, v. p. 33 e - G w. 50-55. Ne! quinto capitolo dal suo libro i l Cucchetti esamina "Il teatro cani.co, "m::x1ern:i.ssima ccmœd:ia fra le migliori dalle celebri sedici ~i~" (p. 33) • Dq:x:l un giudizio piuttosto generale sulla camedia, i l CUcchetti discute la rappœsentazione della canœdia durante i l Festival Intemazionale della Prosa tenutosi a Venezia nel 1964 (v. nn.26-31). Il teatro o:::mi.ro, caœ tante altœ cam:edi.e golcbniane, è stato oggetto di "mananissione" da parte dei registi nodern.i, che riesunano le ccmœdie deI CDldoni carci:>iancb l' ordine delle sœne, m::Jdenrizzando 10 stile e i l linguaggio, e carrbiando in tal ITDdo l'atnosfera e i l significato di esse. Grazie a qt.e;ti registi, i l teatro del Go1.dari diventa, CCI1 l'aggiunta di alcuœ naschere, una specie di teatro dell'arte, prq:>rio ~I teatro che i l Goldali voleva abol.iI:e per ~ sulla scena degli ocmi.ni ,veri ccn i l lem linguaggio. , Il C1X:d1etti si feuna, naturalIœnte, su Luigi œl Teatro canico. Il Lunari ~ ~, riesumatore partito dal pœsupposto, del tutto soggettivo, che la camedia benc:hé " • ricca ancor oggi di fascioo per ciô che significa nella storia della nostra civiltA teatrale' è destinata tuttavia a 'riveI.are rughe precoci, na ItBrX> che i l passam deI, tenp::> ItUta le oondizioni deI m::mmto in' cui ~ nato' " (p. 53).. Egli ha, dunque, risuscitato Il teatro cpniro per trasfoIlTlaI'lo in rrod:> iÏriCXlIX>SCibile Ma I l teatro canico è urfa CXlllle:1ia di carattere purarre:nte p:>lerniro, creata ( '. \ 107 ( e rëlj;presentata nel pieno della ~ Testi Gozzi. ma nctl, CXJœ feroc:e' contJ:owrsia 001 Chiari e ~ 001 questi, oggi, :œsistcno par i l lom valore storioo fanno spettacolo: "Perché sœglierle? Perché prqx:>rle alle oarpagnie e ai teatri stabili se, a priori, si sa che per renderle .-\, acœttabili a quei pubblici, qœi pubblici si dovrarm.o ingannare in tal nodo?fI (p. 54>.. 1968 35. walter Binni. "carlo Goldoni. fi Storia della lett.eratura ital iana. Il Setteœnto.. Vol. VI di Milaoo: Garzanti, 1968, pp. 705-91. Il Goldôni aveva ben d1.iara n:!lla sua rœnte la rifoDta. œlla a::mredi.a i taJ.iana.. Egil aJ.l.ora scrive il. Binni, per Il. teatro cbveva ontai aderire ai terrpi m:derni.. II teatro cani.co, una "cx:mœdi.a in a::mœdi.a," se<::erOO ~i suoi princip; di poetica. ',Il GolMli, ~ a::mœdiografo ha bisogno di canuni.care in Un linguaqgio teatrale e natural.e, nal oolto" o::xrpœnsibile per i l suo pubblico. And'le se egli stesso dic:hiara che questa a:mœdia si differenzia da un proemio solo per i l sm aspetto estez:no, che oon ~ quello de! trattato teorico: "essa ha una sua vita1itA, un su:> ItDVinento (il m:JVilœnto piacevole, e tanto caro al Goldcni,della vita dei canici) e le idee 'dfonratrici' hanoo un ben diverso vicpœ cos! affenrate a::xœ SOID da persooaggi in azione scaturite da una cx:mc.reta tensione teatrale, in esenpio di lingUaggio CXIlÙ.CO, tm cancreto di veritA di parsmaggi" (p. 758-59). M:>lto efficace ~ l'~ura della CClllledia, in cui gli attori az:rivano 108 UI'X) alla volta per le prove. Tutti i personaggi nostrano la loro "urcanità sirrpatica" nelle !oro bizzarrie e rivelan:> œl lOID d.ialogo oon il capocaniOJ la lo:ro incertezza e pëlura di fronte alla n1Dva teaùca di recitazione. Il Binni, inoltre, fissa e limita quella che fu l'utilizzazione, da 'parte deI Golébni, della cx:mredia œil' arte. Il Cbldoni si rifa agli attori deU' arte, di cui apprezza l' ~enza, e li rieduœ, inpoœndo 1oro una nuova recitazione, un nuovo nodo di approfondi.rœnto artistico-psiOJlogiOJ. Egli Vt.Dle superare la a:mœdia œil' arte e prenŒu:ne le qualitA di rroviIœnto e di gioco sœnico ma riservandole ad una funzione tutta noova di coerenza tmana e poetica. Quanto a I.e.lio esse ha val.ç>œ soltante in quanto offre i l pretesto ad una satira del linguaggio secentesco tipico della CXll'Il'edia deil tarte. Egli ~ il ~œsentante di un linguaggio poetico dE non ~ capace di rispondere aile esigenze llOierne, ed ~ per di pin unO scritto+e di .. scenari pc:Q:> intelligenti e i.ImDrali. ~ œU' arte e se i l Gc>lik:ni si serve dell' esperienza teatrale dei a:xnici ID1 vuo1e rinlB'lCiare al gicx::xJ scenico della CUlltedia del- l'arte, egli si rivolge centra questo teatro'nella sua fanna integrale ed esa.lta al S1D poste una nuova camedi.a di "costuni. e caratteri," CCIl uno sfondo realistico di verosimiglianza e naturalezza. 1969 36. 'nleat:œ. Dooal.d Chene:r': Intl:Oduziœe a: Trad. John Miller. 1969, pp. vii-xxi. Carlo Goldcni, '!he canic Lincoln: University of Nebraska Press, , , " 109 Diversi sèno stati i traduttori inglesi e aIœIicani delle opere ~ldcniane. Fra di essi ~ Jolm Miller, che ha tradotto Il teatro canicx>. ~l' :intn:xiuziane Dalald Cheney ~tte :in eviœnza,le due principali tendenze che si p;lSSCI'lD individuaœ nella storia dalla cri tica intomo . ,. al Teatro cx::Dico: quella d'te privilegia l' aspetto t.eqt:rale della camed:ia el' altra che nette in evidenza il suo significato dal punto di ,vista della tearia letteraria, della poetica. camed:ia riO!!Vette i l SUD Ccxte opera dramnatica la sOCœsso ne.l 1750. Dc::p) quest.a prima riiR>resent- aziane la cx::mœdia tol:Ji) sulle scene solo per ecceziœe, poic:1'lé, passata l'oo::aSicœ per cui fu carp:JSta, pe.rdette presse il pubblico ogni in- teresse. Telte i l pettegolezzo teatrale, essa nal ha Manca in essa ql.1als;asi "dramatic s~," el.en'ento agni q?era drann1atica. vepi vita d'arte. essenzi.ale, di Anche c:x::ne manifeste teorico della rifozma goldoniana, la a::urtedia presenta alcune difficolta per il lettoze m:rleroo. Quello che oolpisœ i l lettore nal quanto l' atteggi.alrentc di SUD If ê tante 10 stile mderato e bœa.rio cxxrplaœnt q?timi.sm" acbttato dal Goldcni, quel att:egg:i.anelte di scxl1i sfazÜme, di cx:upiaœnza alla bt.rlha. Fer questo nDtivo nell'esam:inare Il teatro a::mi.cx>, sia a:::rre cpera dramnatica, , d'le caœ espœssiale di \ma sua festività: toeri! letteraria b~ :i.nsistere sulla' "Bath as a play and as an expression of lit.er'étty theory it must be seen in t:.eI:nB of its 'festive' elerents: its plot enpw;izes the fundatœntal ha.nn:ny of all the c:haracters ta the virtual s~sioo of any serilDS dlallenge fn:m old fashioned viewpaints of I.elio or El.aJrx)ra ( (p. X). 110 ) \ ra pœœ~tica letteraria oantenuta nella a::mredia, pill che c ctx::ummto di un' pensiero critic:o, a, seoorrlo il Cheney, 'una specie di ., \ "inno" alla rifcmna, la cui attuazioneron ê mai nessa in questione. Per quanto rigüarda gli attori che si prepàrano per la œcita œlla "o:mredia in o::mnedia, ft i l Cheney ric:orda Pirandello e Shakespeare, i quali hanno anch' essi sfruttato a fonde una situazione siroile per agitare questiari. di p:etica. Seca1do lui llŒl a senza significato che il port:.avoce deI Golh)i sia il capocaniro, Orazio, il cui rote e i cui prece,tti rioordaoo i l };X)E!ta ranano Orazio e la sua poetica. Movenà:> da un o::nf:ronto fra i l teatro itallano deI Setteœnto e quello europeo, 5q)rattutto quelle inglese, franœse e spagnolo, il 01eney oen:a di . rœtt.eœ in rilievo l'inportanza della [X)etl.ca goldOniana "• y caœ una a::mredia priva di "suspense" passa spettatori ve.œziani dell'epoca. deI Setteoento ara {XXX> av&' suscltato interesse negli Il teatro canico della prima sviluppato. A ne~ Venezia sussisteva anc:ora la tradiziale della vecchia ccmœdia dell' arte. Il puJ:x>lioo applaudiva le solite nascheœ e si ac::x:xntentava di rivedere i saliti spettacoli burleschi dall' intœcci.o spesso Iœdiocre, int.eœssand:>si soltanto ail' abilitA dei camedianti preferiti. Il ritomo del Gol.dcni alla cœmed.ia scritta, alla camedia "pœœditata," rispose all' eSigenza generalmente sentita, di un teatro consapevole della :œaltà sociale. Per questo rrotivo la rawresentaziCXle deI Teatro ccmico oggi va inc::oRt.to a serie diffiroltà: "Arry att::ertpt te stage this play would be cœ.ditiœed by the ~ inteœsts ( am background of the au:li.eIx:e. A p~ght III ( like G:>ldcni.,wfx>se wit i.s sa losely linJœd te a speci~ic t.ine and , pl..aa!, rrust be translated fœe1y, i~ he >'f. is te surviVe on stage" (p. xix) • Q1Este diffiooltA si presentarx> per le altœ a::mœdie deI Golcbni. in quanto esse riflettoro la borghesia veneziana deI Setteœnte C'CXl i l suc tipico dialetto. Il critico avanza delle riserve anche a p:tqX)Sito deI rroralisIro deI G:>ldani. LI insistenza sul trionfo della virtil nuJCe alla capacitA creativa. ) Il Goldoni sacrifica il "suspense" per ritrarre "a cast of fundanentally good-natured characters who can easily be recognized by the audience, wbcm they. reseai)le" (p.xix). . , BencM i l cxmœdiografo insista nel volere a:lneggere i vizi e i difetti urœmi, i sûoi persalaggi pJ:eSent:arx> dei difetti "sc Irodest as to verge and a spirit of good-natured festivity prevails" (p. xx) • 00 triviality, In questa plDSpettiva i l Cheney esandna breveJœnte i vari persanaggi nella camedia ccminciando da !elio e da Eleaoora, dœ catue::1i anti di soccupati , d'le oercaIX) teatJ:o lavoro e slbisC'OlD una rieducazj ale sullo stile deI n1.lJVO cx:mico da orazio e daqli altri nerrlp)ri della catpagnia. sœne che precedalO l'arrivo di I.elio E!!teI'C}:)1'1O Dalle le ~tterisic.œ di una carpagnia o::mi.ca, quella di orazio, cx::aœ il Goldcni la ccnœpisœ: "the range of OratiQ' s c:x::npany and the mixtu:re of· theatrica1 C'CXlventions ~ these players enb:xiy" (p. xxi). Il Cheney CXW1Clude nett.enoo in evidenza il ZâftXlI"'lo Ielio-G:>ld:ni, ~ camedia deil' arte e rifonta, un rapporte d1e dei due tennini: tende ail' identificazi<Dne "'nie CO:ni.c 'IheatJ::e does IlOt insist on su::h an identi- ( . il2 ficatiœ bet:lNeen I.elio and GoI<hni, te be sure. But its sinmetries ~ >, parallelisms of ~ am so extensive as to suggest Goldcni' s .. awaœness that; his strenqth as a pl.aywri.ght lay in the assimilatioo. of ~ resoutces of the native lta]jan tradition own bourgeous ta bis \ ideal isrn" (p.xxi). La grandezza deI Q)lcbni ~ cmmediografo cœsiste If' p1:qlrio œil t aver assimilato alcuni elenenti della CXlIl1:tledi.a deil' arte ad\\ at:tanà:>li al suo idealiSrtD borghese. 'Ne! Teatro cœd.co, i l Goldaù stesso "suggests his 37. CMl awa.reness of this fact" Nicola Mangini. , (p.xxi). _ "Ia réfome du tMatre cc:m.iqœ." Trad. catherine Lieutenant. Goldcni. Paris: 5eg:hers, 1969, pp. 91-96. l i Mangini CCIlSidera il Goldcni caœ un innovatore, la cui p:etica. nasoe dall' esperienza teatra1e ~ é ncn dalla cul.tura accademica. , . Questa poetica rinnoI7atrioe ric:hiede ma c:amedia ncn solatœnt:e di diletto, ma innanzitutto didattiœ, "la CDtédie doit crorriger le vice et ~ , en divertissant" (p.91). basa su dœ libri, i l "M::nc}:)" Fer Ulla tale axrmedia i l Goldcni si e i l "Teatro. n Il "M:xldo" più originale della p:::Jet.U:a cpldoniana. Il "Teatro" c:rizione soenica deI "M::Ildo," la quale esige naturalezza. ~ l' elerrento . " Esse ~resemta per l' auto:œ 1'\XDD, in quanta individl.:D ed esseœ sociale. cuillerlia ncn ~ ~ una tras- La nuova nasceœ dall' imitazione deI teatro di alt.re naziali. Mangi.ni addlx:e, CXIœ esaIpi., i l teatro deI Goldcni e que1lo deI M:iliAre, e, a qul'!Sto p:tqXlBito, apre una pol.emica <DIrt.ro oolom che hanno ( Il gi~to 113 il ccmœdiografo veneziano paraganaruhlo al M':>liAI:e, an-ivand::> alla , conc1uslcne che l' itaJ..i..arD ~ inferiJ::oe al francese. L.' arte ade1 M:>l..iè:e e que1.4 del- Q:)~ vaI'U'X) giuiicate ciascuna nella lem rl:sJ?ettiva " 1 sfera poetica. Anàle Il teatro canico va rresso in œlaZicne agli inteœssi sociali deI Go1à:>ni, il quale ha riœrcato i l dia.l.o9' con il pubblico, ha data una dimensiœe pq;x>lare al sm programna. Il Goldali i.nizia il teatro IIDàeI:no. 2 Egil nocwa in cui si riflette la società del suo terrp:>, Setteœnta ocrl crea \lM conruedia tutta l~ ven~ia del i smi abitanti e la sua lingua, i l veneziano. L'aspetto sociale della riforna goldcniana pane i l Gol.daù. alla pari di un Iessing 1 e di un Diderot. v. anche dello stesso autoœ n. 23. 1971 38. Illigi Ferrante. "Una leziœe di teatro." MiJ.ano: Aa::ademia Sansali, 1971, pp.44 e I~ Ferrante prerœ " {:p. Gol.cbl.i. 12.5-37. in calSideraziœe tre leziari di teatro che caratterizzano \la riflessicne illuninistica 'suU f arganento: il Teatro canico deI Goldcni (1750), la DratlIaturgia di Ant?w:go deI LeSsing 'i (cnlp:lSta tra i l 1757 e il 1760) e il paradosso sull'autore deI Diderot - 1 Il Mangini nenzicna a questo p1:qX)Sito Ul'K) stu.1.ioso franœse NoIbert Jooard, i l quale ricx>rda rel sm llbro sul. Bal::etti: Gi~ Baœtti (1719-1789): L'ham1e et l'oeuvœ (Clettralt-Ferrand: d é , I963', p.240, lâ ccl.tica violërita dI qœsti CŒltro il GoI~. Secalà:> il Jalard, i l Baretti crit:icava aspranente il Goldoni, perché il poeta , ~, a diffeœnza del M:>liêre, rial aveva seguito le re<]Jle deI teatro classiro. 2 Il Mangini rip.rende il gl.unzio deI De sanctis nella• sua Storia . della letteratw:a italiana (1912) che riconcbbe rel Golcbù. t'I1 innovatore, il cui têâti6 aveva dâtô l'awio alla nuova letteratura. 114 (scritto fra i l 1713 e i l 1774, pukiJlicato œl 1830). ê per i l Ferrante (p.44), c::ne un teste di tecnica drarmatica, una "lezi.one ~to nega alla ~ teatro" ccntiene e1.egenti di "rœssinscena linguistica, di gestualità e di etica professialaJ.e" (p. 44) • cioê di I l teatro cx:m:i.co O:::Xltlelia ~t œl1a critioo un esenpio di "teatro in teatro," persona e del ~o. Egli agni valoœ teatrale giudicandola l'opera "neno fusa e teatralizzata !lei œratteri della dranmatw:gi.a çpldcniana" (p. ~5) • La valorizza in quanto ckx:t.mEnto storioo e critioo, in cui i l cx:m:nedio- grafo presenta i sooi at±ori, esami.na pubblicanente la a:mœdia. deil' acte e traccia i lineaIœnti essenziali della sua poetica.. Per questo soo andanento autabiografioo e didattico e per i l soo valoœ cbctmentario la camedia si avvicina ai Ml§m)iœs e sotte un œrto aspetto a L' Inpl:?cptu de Versailles- di M:)lJAre. Maggior interesse ha nella serve al cémredia cxmœdi~o per disegna:œ deU' attore. tA!cnici Questi. effetti ," il i l "teatm in tBatro, " d'le ~io profila deU' uatD e di sdqIpialœnto fw::ono gi.~ IX>ti a e saranoo trasfonnati in direzi.one Il ~~ paraqona Il teatro canico al prcblematica dal Pirandeflo. pin grande nxœmzo teatrale Meister deI Goethe, noleroo La missiooe teatrale di Glglie1no ~ rispetto a quella èel Goethe. la stp!rficiali~ Nell' ~ deI GoIdcni nessuna penetraziane psicologica e spiritua.le. fare trascurare la ferza; e la novi:t:A che IlOlCb "visibile." ( œll'opera çpldcniana nal Questo~ si a.werte pero, IX%l deve na50Jn0 dall' osservaziooe di un \1 / li <r. l Dopo aveœ analizzato i testi deI I.essing e del- OLœ.rot, i l , Ferrante oonçlude, affez:mmdo che i l Settecento rawœsenta i l nanento della grarx3e "nodellizzazjœe didattica" (p. 137) • 1972 Giorgio cavallini. 39. I.e camedie de! G:>ldati.. 'Tarino: fb:ietà Editrice Intemaziana.le, 1972. Fer Il teatro c:anico, v. pp. 4g.~55. LI intente deI ~ ia di Clare innanzitutto un, panorana generale delle opere del Goldcni. Non si fema, , < para, a discutere tutte le , a:mœàiema soltante quelle che considera piil significative. Esamina in partioolare l i teatro canioo, "una sorte di rananzo teatrale 0 poetica in atto" (p. 50) • l prota<}:ltlisti di questa "p::Ietica nessa in azicœ" SCI10 i cx:mi.ci, i quali r.a. nu:::wa rifonna teatrale. due piani di œcita: di CDœ portavoce del Goldcni p.resentano la loro presenza consente al Goldali. di c:t1!aXe i l piarx> della finziœe scenica, attore-persooaggio e i l piano della realtA Ultana, attoœ-attore. nén-originalitA di qœsto espedi.ente. rI cavall.ini: amrette la Ma ritiene che IE= mezzo di esse i l Goldaù sia riusdto a svilUR,)aœ una. "pœcisa 'le2ione' sœnica e teatrale" (p.SO). una pœfazicne ~ Il teatro cc:mi.co, durçJe, nœ va vista soltanto cxrne sedici cuaœili.e, ma anche caœ ri.spœta ad un "pl:OfClldo ccnvi.nciIœnto intiJIo" (p;. 50). Anche se manca alla cœrœdia uno sviJ.Ût:pJ vero e prcpr.io dell' azicne, la "If9demità inventiva" œl11 autoœ CCI'lSiste nell' averci offerte 10 spaccato di. un teatro durante ( "~ . ll6 le prove. 40. Kurt Ringger. carlo Goldoni, camed:ie. Il Ringger, <XIt'e Introduzione a: "Il teatro di carlo Goldoni." Torin:>: Einaudi, 1972, II, 5-11. nolti critici preœdenti, ricollega Il teatro <Xll'Iico alla Pœfazione deil' autore alla prina :racx.:o1ta delle sœ cœmedie. l'uno che l' altra rappresentan:::> U progLaIllUa Tanto teatrale de! Goldclli, "prugranllB basato suU 'esperienze!., de! teatro e sul. 1::u:Jn~" (p.5), .d' e cicê sul "Teatro" e sul "M:Ildo." La trasfoLI'llêlZion:! 'lÉl ~ in teatro divent:a possibi1e solo attraverso l' iImaginaziale: "T.rasfonnazic:me deI m::n3o in teatLo, deI naturale ne! verosimile, attraverso l' imnaginazioœ:' J in qtESt:.o calSiste la ~ca dél Gol..àJni, e la sua poesia" (p. 8) • La natura offre al camedi.ografo tutto un vasto parorarœ di peu:sœaqgi e situazicni, e l'esperienza del teatm gli fa aggiungeœ a qœsti elerœnti i oolori e le sfum!ltuœ adatti per rappresentarli sulla sœna, in m:::d:> ~ • da cr:eaœ un' opera d'arte. 1973 41. cx:mico. Pietxo cazzam. Intrcduzi~ a: Bologna.: Editrice Palte N\X)VO, 1973, carlo Golà:>ni., Il teatro pp. 7-16. . In un saggio i.n.tmdutt.ivo intitolato nIl teatto <XItlico . tra rifOIlt'a e poesi a, n i l cazzani esamina la camelia in quanto camedia, e nal soltanto in quanta senpliœ "poetica in a.zione." ( 1t-j - j' , . (! 117 ;n <bldani Ê! un "oovatç>re," . tenpi di una rifonna teatrale. <J .., J superarr la • inM l'esigenza diffusa ai suoi Il· G::>ldoni s'.ircpose il canpito di vecchia ~a dell' arte o.nrai scaduta d' irnportanza. Il Gol"OOni è un "~trante" non un letterato. Egli s'insinua fra i .1. canici per lavoraœ mn loro ail' int.erno cel teatro. . partiaJ~ \ .Questa sua . capacitii 10 innalzè) al di sopra gli altri poeti: "10 terme ent.ro l' eSJ?eliienza deI teatro, che rawiv(:) oon tutta la sua 1 , grazia'" artistiça e il sm piacere di vivere, la durevole, in una foma nuova" (pp.9-10). fiss~ e 10 rese La sua rifo:rm:1 è il pro- grarma di "un teatro che Ê! solo teatro, senza che l'autore si desse no:c:œ p:œcise se non quella di ritrarre \ma real tà che mn è natural- iSltD nel significato storioo· deI termine, ma un quadro della spettacolo ~ della vita in una espressione di umana ooralità dove sono inpliciti risentirrenti 'psicologici e anche sœiali" (p. 10) .. r Una delle trovate teatrali di sicuro effetto scenico Ê! l'espediente' della "CXlllledia in ccmtedia. Il Esso pemette di far si che gli q.ttori - vengaoo sul palcx:>sCalico ad uno ad uno in quanto attori e offrcno spettcolo della lare vita qtDt:i.diana. Il o:mœdiografo noo. trrnro 1uogo migliore di questo per rivela:re la vita intema delle rraschere, per slegarle da un rreccan.isrco prestabilito e pœsentarle cosi nme al sm pul:blico. deli'q:lerêl. Vita e teatro sono quasi scanbiabili: è qœstotl tema-guida Si trovano qui, pur entre limi.ti ben precisi, c;erte anti- cipaziari deI teatro IrOdemo. 0:Jni attore Ê!, dunque, 'un carattere e dall' insieIœ dei caratteri nasce la camedi.a golcbniana. ( . relia e Eleonora ( l us ~tano per i l Cazzapi i l valoœ di anta~sti rispetto ail' idillico arrbiente"dei cx::mi..ci. l due noovi arrivati, se guardati in superficie, ... . , servono unicam:mte per emmciare alcuni principi e teorie teatrali. Ma se si guarda piü a fooà:>, "sono ben pin ricc:hi di vita canica, rappresentano il vizio da conba.ttere o • La comœdia ha un' irrportanza decisiva per i l Goldoni nel m::mmto in cui in~rn::> gli attori awiene serrpœ nelle a::mœdie deI Golooni" (p.l41 CXlTe a lui stavano per affrontare "il grande rischio" di c' attuare una diffi~ rifo:cna: "~Ulla prova di fiducia in assi, una ottimistica rassegna delle lero qualità, una trasposiziane sœniœ di u:rnini d'le ci ~ooo personagg!~ entro 1.m quadro ricex> di urore e di unana -, si.rrp:itia" (p.16). 42. Felice Del Beccaz:o. Vooe "<Dldcni." Dizionario critioo della letteratura italiana •• Vol. II.' Torino: Unicne Tip:>grafioo-Editrice TOrinese, 1973, W. 237-48. Nel fare un quadro della vita e delle oper: Eeecaro accenna soltanto brevercente al 'l'eatro j <- l750-S{ segI1a' per il ccmredi~fO œl Goldoni, ..j~l \. cx:nrl.<x>. La stagione teatrare l' inizio detenn:inante della sua rifonna e t:erci~ prorœtte per quell' anno sedici nuove ccmœdie. Il \ \' ! \ '\ tieatro caniro, fu ooncepito precis arrente "in funzione di tm ~:ro e ,\ proprio progranma" (p.239). alla "Vedova scaltra," e la La comredia, insierre al Prologo aÎb1.ocptioo ~refazione all' edizione Bettinelli, fonra. . , 'il nucleo della riflessione teorica deI Golqom. .. 1 .A \1 " ", . \ 1\ .,. .. ~ " "~ \ \. .. ( [ 1974 43. Guido Nicastm. Bari: Editori Laterzà, Fer Il teatro "Goldoni~" Il Setteoento. ReIna- 1974, pp. 371-45l. ccmicô, v. pp. 393-94. C II Nicastro ripete quelle che ê stato detto da altti èritici, se ncn da tutti, circa la "poetica in azione," l'espediente del "teatro in teatro," la riforna della camedia Clell' arte, i l progranrra di una noova axnœdia non piil inprovvisata rra studiata a rcenoria, la riedu::azione degli attori, la lem cattiva fama ê la lare difesa da parte del Goldcni. Per quanta riguarda i ca.ratteri, i l GÔldcni, seoondo il Nicastro, Si distacca dal teatl:b nazionaJ.e e si ricollega al teatro europeo più avanzata, a Diderot e a Iessing. Egli ritrae tutti i persanaggi in CXl11tinoo dialogo e li anbienta sociaJ.rœnte e storica:rrente: • te.rmi.ni. non esiste piil 'l' ipocrlta, 1 i l 'malato imnaginario t "In altri 0 il 'misant.n::po,' bensi un :.personaggio la cui ccnnotazione rivela, oltre quelli universali, i sooi tratti individuali e specifici" (p.394). 1975 44. Siro Ferrale. Editrice, 1975. carle Gold::mi. Fiœnze: La Nuova rt:a1.ia ..rd Fer Il teatro cx::mioo, v. pp. 54-57. Nel fare la smria della rifonna. gold:::miana, i l Ferrane pœnde in coosiderazione Il teatro ccmico, rrettendolo a cx:nfralto con la ( Prefazic:ne del GQldcni alla prina raccolta delle camedi.e. . .... Nella 119 \ ..,,/ j · _~I • .4>""'~~_~ ~"""""l!S'''''_.oi:!''''''''''''''"""",<,l''~''l~'''''''''""" - ........ o "'-<;: uo ( " Prefaziooe, i l Goldcni enunc;ia alcuni principi deI sU) nmvo teatro, insistencb sq:rrattutto sulla fusione fra "rbldo" e "Teatro, "., entran'bi foodanentali per la sua rifontla. Nel Teatro a:mioo inveœ, egli nette a oonfronto i nuovi preœtti teorici suggeri.ti dal cap::x:anic:o e dai vari. attori, con quelli della a:::mœd.i.a telio. dell'~, difesi dal pœta, Risulta da cib "un rrovirœnto dialettioo" che ~chia il œ.rto gusto deI cc:mœdiografo per il teatro vivo: "Si pensi agli attori che, alla prima sœna, arrivano per l.ê prove, la lom inoertezza di t, fralte ad un testo scritto, gli errori della prina preva, la sicw:ezza nella seconda: i l trapasso dal vecdUo al nuovo ~ reso cx:n noâi prdJlemltici e ccncreti" (p.55). \ 1976 45. Ginette Beny. In Studi goldaùan.i. "Il teatro cnnioo 0 A cura di Nicola Mangini. i l pœzZ'O della rifoD11i!l." Venezia: Puttllicazicne della "Casa di Goldoni," 1976, n.4, pp. 7-47. Ginette Hen:y si era proposta all' inizio deI soo saggio di siderare la cxmœd:i.a in quanto vero lavoro drannatico, esaIt'Iinanjo conil cx:ntesto dei di.scorsi sulla rifonna e la camed:i.a dei canici al lavoro e la piccola cxmœd:i.a che stanno provando. Ma riasSUllEIldo l'azicne sœnica della C'C'CIIIedia, la Herry conclu:le cre nel Teatro canioo non "nulla di dranmatico" (p.9). Siano, seconda lei, neII'universo èella c::amedia piaoevole e naturale au;urata da Boileau e Rapin. ( c'~. ~finita dal Padre Il teatrb ccmi.co,dic:e la Herry, inviterebbe il pubblico veneziano 12l a guardare la vi ta cxnsœta œi ccmici del Teatro di Sant' Angelo nelle si~ioni 'di tu~ti i giami (p.lO). Gli unici che non stanno allo stesso graà::> di finzione degli altri personaggi sono Lelio e Eleonora. E I:x:>iché il Goldc.ni inventa per il poeta e pe.r la virttDsa una situaziane di pura finzione, la Herry dichiara che i l a:mœà.iografo rx::n ci presenta più l.mO spettaci,ro naturale ma una finzione. A questo ptmto la H.eny .inizia tutto un disrorso sui teatri di Venezia e "il teatro rrercantile." sul teatro "rrercenario." D'altIonde tutto i l suo saggio verte Il teatro CXlIllico , per la Herry, "rende ccn- cz:et.aIœnte, non le circnstanze èella riforrca goldcniana rra. le cx:mdizioni nelle quali si inserisce la trasfo:r:mazione del teatro i ta 1 j arr>, d1e quelle deI teatro rrercantile" (p.13). in~ario SOIX> Il Gold::m.i alzerebbe il sipario sulla "rranifattura" (p.13) della Rifonna. di 1 Orazio è visto nell~ funzione e di portavoœ èelle necessità ecorxxniche, tecniche e culturali legâ.te alla vendita deI prOOotto, della rrerœ (10 spettaoolo), pitl che rella finzione di zelatore œlla riforna. 0 di capocaniro attento alle condi.ziOOi di lavero degli attori. O:;ni altro attore della cxxcpagnia è, pe.r la Herry, un produttore individuale,' che ha una p:::ISizione specifica nell' i.rrpœsa e difeMe solo il proprio inteœsse.. "funziana a::ne capra espiatorio per i c::anici, è Il suggeritore senpre lui che fa andaœ avanti la favela superficiale èella cx:mœdia, quella èella prova, richiamanào C91Ul1O al suo dovere" (p.lS). amaœzze del s~tore La rabbia, le minaa:::e, le ci diCXlOO insierœ il sentinento della sua in- feriorità eccnanica e la sua esigenza che il suo lavoro invisibile sia ( 122 ( riOCXlOSCiuto utile e rispettabile. Gli spettatori inveœ soq> i clienti., i a:msunatori, e il GolOOni l i incita ad edu=arsi, rifonnarsi. ru::>lo hanno Ullio e Elecnora nella a:mœdia. "rœrcantile"? Ma che Essi, secx:mdo r, la Hen:y, ~tano le stravaganze necessarie alla a:mœdia. "rcerœ.naria" per ricerœœ e ccnservare i clienti.. "L'avventuriere deI profitto e la puttana œl pal<:X:lSOeI1ico," dice , "rappresentano cosl i èbppioni neri dell'onesto rœrcante, la sua arbra intollerabile" (p.24). Se la ccmœdia dei canici ~ una si;:ecie di descrizione-analisi, la a:mœdia. provata, Il parabola" (p.43). la. bo:ctega. bo~ [in cui f.lëlère rivale deI figlio, è ~r la Herry "caœ una l due spettacoli sono corrplenentari: si vende e si produceJ, l'al tro i l ' une ci fa veàere c::x::fœ "L'une dioe ta. c.~a. ~ famiglia si pel:petua la farniglia; l' ~ rœtte al centra della sua scena e della sua 'rressa-in questioni: ' l' .inprenditore (l'i.npœsario), l'altro il padre ••• " (p.43). In conclusiooe, la Herry VlX>1 far rilevare l' irrp:>ssibili~ di "rœttere in aziona" una certa "Poetica." TeatJ:o ccmioo "propangono una noova re~ ~cb lei, i discorsi nel attraverso la quale afferrare e trasfoDl'lare il m:nà:> cx::xre il teatro" (p.46). Ma~~tralizzazione ha l'effetto di fare sc:lSfett:are della "rete," di .squilifi~la. Le --- OA?OSizioni e i terni ricorrenti nei disoorsi sulla rifonnà. assurran:>, c1urxtœ, una duplioe ~ione: "quella di néscheraœ il prezzo e i limi.ti deI pl:OpOsto 'nuovo,' e quella di valorizzare, ad ogni costo, l' aàattarœnto deI teatro - ai bisogni deI dette 'nuovo' " (p. 47) • ( 0 di legittircare, pratica sociale sinçplaœ - ---123 1981 46. l-t)li~ TOOeusz Kowzan. et Pirandello." In "I.e th~tœ a::rnique de Go100ni: e.nt.œ r-i'!!langes A la Italie dans la culture Slatkine, 1981, 'II, 431-43. Franœ et Ne1 sm saggio, i l ~ ~ire e~. de Franco S.im::ne: Geneve: Editions si prqxne di analizzare alcuni eleIœnti essenziali della struttura di tre cpere teatrali: versailles deI M:)lià'e, Il teatro canico deI (î in \ œ>:ca d'autore di P~. Cil> che L' ptealptU de GoJ.dc;ni e i Sei. p:rsooaggi in~ 5Cp<attutto i l Kowzan scn::> "les élaœnts structuraux qui rêvêlant uœ certaine parenté entJ:e les piAces en questicn, tout en les situant par rapport aux Fh~ du ~tre dans le théâtJ:e ~u sens strict" (p.532). Nooostante il , differente cxnt:esto storico e cxmtenuto dottri.nal.e le tl:e <:pere hanoo in cx:m.me: (1) L'espediente deI teatro in teatro, ['la piêce 'intériew:e,' de la piAce dans la pi~n "une deux:i.àœ piAce d'intérieure" - ~ ed pœsen::e de la (p. 531) , e la presenza di pr:qlrio il rapp:>rt fra qtESti dœ "piêœs" d'le :interessa di piil il criticoJ (2) Il fatto di essere . opeœ di tDni.ni di. teatro, nelle qua4 ogni autore presenta una a:xcpagnia teatrale con i su::>i costumi e le sœ abitu:1ini, e, anche i ., esistœo fra i l dil:ett.o:œ e i ccmœdianti. d'le (3) Il fatto di essere "pièces sur l'art tMatral, pià::es-manifestes" (p.S32) di storico e sociale. ~ UJX) specifico perioch Ciascun autore esprine œil' 0J;erël la sua opinicne suU' arte teatrale, ma. queste opiniali, aqgiunge i l Kowzan, si ritJ::ovavano and:le nelle "discussions littéraiœs, est:hetique ( 00 idéologiques de leur U4 • t tenps" (p.532). Fer il Kowzan, l'el.enento privilegiato relia struttura delle tre ~ cpeIe ê la pr:ova della "ca([(edia in o::mœdia" - "qui dame l'occasicn d'expriner un certain natbre dl idees sur l'art dramatiqœ et sur le tl1éâtre" (p.537), e, che sq:>rattutto costituisce "un cadre structu:ral tJ::ês riçpu:reux" (p.537). Ma "qœl la piêce en ~titioo?" (p.538). est le titre, quel est l'auteur de Nell' Ircpturptu de Versailles, r.tJlifke ê l'autoœ sia della "pièce intérieure" (la o::mœdia in ccmnedia), pero , ncn precisa il titolo. rivale del figlio, pero Nel Teatro canico, il titolo ê esplic:ito, Il padre l'.indicaziooe dell'autoœ ê soltante inplicita. NEll Sei persooaggi .in œ.rca d' autore, la axtlleJia rawresentata ê i l Gioco delle parti del PiranœUo stesso e percib l'aut.oœ della "pièce extérieu.te. t. Da questo cc:nfrcnto conclude che, in prirrD 11.X>Cp, l' autore della camelia .in o:nuelia ê nei tre casi l' autore stesso della camedia, della pil!ce extérieure, e, che clê una œrta pUXjLessiooe nel titolo delle C{lel:e: ne! M::>liêœ oon ê precisato, ne1 Goldarl. ê fittizio e nel PirandellD ê au1:entiro. L'altra questiœe affrart:ata dal Kowzan ê: "quelle est li i.rrp:xrtanœ quantitative de la pi.êce intérieure par rapport à la (p.53B). ~ du texte?" L'inp:>rt.anza quantitativa della ccmœdiola d:iJninuisce via via .. (l ~ da! r.t:>liêœ al Pirandello. ~ alle prove, ne! Goldari "ces totali~ Lapplrt:s Nel M:Jl.iêœ un.terze ~ 1 c:pll"8. ê un sesto e ne1 piranJello qu.i.ndici linee: quantitatifs ne sont pas fortuits, ils s'expliquent par un autœ ptéœêue de grande i.rrp:xrtanœ et qui est tipjque des trois ~ ( 125 exami.l:ées. C'est que la c:x:rn§die pour la quelle se reunit la n'est pas la seule pike int&ieure" (p.539). ~ Esiste .. dunque, una ~ secanda "piêce ~m:e" cne il Kan.an chiama "p.il!c:e intêrieure B. Il Nelle tœ cpere la soelta della "camedi.a in ccmredia" (piêce intérieure A) vi.ene cx:ntestata nella cc:rrrœdi.a stessa dagli attori ed è pI:'q)ri.o a causa di questa protesta che si inserisce l'altra "pièce intériew:e B." Si stabilisoe, dunque, un int&i.euœ B. Il ~ ira "pièce intérieure Ali e "pjAœ Nell' Inprorpt.u de Versailles, il M:>l.ière stesso, racccnta di voler seri.veœ una camedia in cui ri trae se stesso, pœta, che vielle ad offrire una sua q:era ad una. carpagnia teatra1e. La "pièce int:érieure Ait ê nel Mol.iaœ centrato su una. polèmica deI dranmaturgo c.ontro una carpagnia avversaria, e la "piAce' int&ieure BU è d1JIXlUe la parcxli.a della carpagnia deil l Hotel œ Bourgogne. ~ proposta da Islio il Nel GolàJni., la "pjke :i.nt&iaure Bit quàle introduoe i l SU) scenario di a:mnedia. La "piêoe intérieure BU vien vista qui cxrœ la caricatura della "Piêce int&i.ew::e A." Nel Pirandello i sei pe%SQ'laCJgi si present.a.oo e su;}geriscalo uni altra qlE!Z'a teatra1e: la loro vitae Nel Pirandello .. dioe i l I<'cMzan "le glose du rretteur en sc:êne sur la raisal et 1 t instinct, dans la structure ext:cêteœnt difficile et insolite des trois ~ts -le ~ rrari, la fE!'llœ, 11 anant - , n J est pas sans rappeler le point de ~ du draIœ des Six l?ersa1na.geS, piêce ext&ieure BU Cp. 541) .. Tutto questo discorso porta il Kowzan a CXXlCluèeJ:e d'le la posizione deI GolcbU rispetto agli altri dœ autori ê privilegiata, poidlê nell'qJeIa golà:niana "il s'agit de l'insert.i.al de la pib ( . in~eure A et de la piêce intêrieure 126 B. dans la pi.êœ ext:êrieure" (p.543). Teat:ro canico OCIltiene, perscnaggi: durJ:iœ, Il rrodello struturale del anche quello deil' Inprœp!.u e dei ~ "C'est un pxoœdé structural qui lui ëbnne une dirrension eJ<Ceptialelle dans l'cpt:ique du théâtre dans le théâtre" (p.543). / ., ( .1 1: morCE DEI ~* AtxJllario, Mario, FP.76-77 Gozzi, carlo, W.59-62 Baratta, Mario, W.83-84 Heny, Girette, pp.120-22 Bal:etti, Gi~, FP.57-59 Jacd:lbi, Ru;gem, pp.9B-100 Bel:nardelli, Francesco, W.93-95 Binni., walter, R;>.10 7-08 Bottœi, Gerol.aJro, pp. 86-87 Caccia, Ettore, p.lOS' castellino, (h:)rato, pp.104-05 cavallini, cazzani, Giorgio, pp.ll5-16 Pietro, W.1l6-18 Kennard, J~ Spencer, !=p. 74-75 KDwzan, Tadeusz, J;Ç.123-26 Mangini, Nic:nla, J;Ç.87-91 e r;:p.l12-13 Marotti, Ferruccio, pp.10o-02 Mazzali, Ettore, FP.85-86 Meneghezzi, Ferdinanoo, pp. 62-63 Chatfield-Taylot, Hd:>art, W.72-74 Cheney, D:I1a1d, W.10B-12 Cucx:hetti, Gino, W.106-07 - Dane.rini, Gioo, W.95-97 Nicastro, GUido, p.1l9 Ortiz, Maria, pp. 64-66 orto.lani, Giuseppe, pp. 77-79 Dazzi, Manlio, pp.92-93 Pa1mieri, E'el:dinanOO, W.91-92 De G\i::lernatis, Angelo, pp.67-70 Perl:y, Heru:y, W .. 79-80 Del Bea:aro, Felice, p.ll8 ~ Rabany, C:lales, pp. 63-64 M::l'lticel li, Roberto, W.97-98 Detto.œ, U9o, p.8l Falchi, Wigi, pp.66-67 . Sanesi, Il:ereJ, W.70-71 Ferrante, Luigi, W.ll3-15 Ferrale, Siro, pp.ll9-20 Flora, ~, p.82 ZaIIpieri, FraIx:esco, W.82-83 Zal:do, Antcnio, FP.75-76 Gibel] ini, Pietro, pp. 80-81 ( . * SaJo qui eJ.enc:ati so1tanto i naui degli autari degli scritti d:i.scussi nella Passegna bibliografica. l INDICE Premessa .•..•..••.•...••••••.•••..••.......•.........•.•....... p. 1 Parte prima. "Una poetica nessa in male" ••••••••.••••...•••. w. 3-4 I. Aspetti f01'ldarlentali della rifœna nel Teatro canico: (1) i l testa teatra1e, (2) gli attori, (3) il Pliliblioo • • w. 4-15 II. ra trasfonnazione in anone teatraJ.e: (1) le reazioni degli attori della <ntpagIlia, (2) Ielio e Elecnora, (3) 10 scenario prqn;to da Ialio, (4) le prove della l·picaJ1.a. fa.rsa." ~ •••••••••••••' •••• Parte seconda. .I?!? 15-34 - •••••••••••••••••••••••••••••••••••• • I=!? 35-55 <il • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • .., Rassegna bibliografica (1764-1981) •••••••••••• • w. 57-126 !rldiœ œi Il.atrl.. ••••••••••••• • _................................p. U 7 " '1 . (