DI
~o
CRITIÇO E BIBLICXiRAFIA
j",
"
by
Anna D'UrbaD:>
A thesis sutmitted te the Faculty of Graduate Studies and Reseal:t:h ln
partial fulfi1lrrent of the requi..reIœnts for the degree of Master of Arts.
\
I:epart:ne1t of ltalian
Language and Literature,
Ma:;j 11 University,
M::n'ltteal.
~
@Au;ust 1983
..
Anna D'Urbano
IL TFATRO CCMICO
DI
SAGGIO CRITICO E BIBLIœRAFIA
IJepart:na1t of Italian
Master of Arts
In Golà::ni criticism, Il teatro cani.oo is usually assigned a
place
of secondary inportance in relation ta Go1<bni' s ether plays, esped.àlly
ms
rccst popular caœdies
~ La
locandiera r La
,
t:ot;tega
de!
caf~,
etc.
,
Il teatro a:xniCD is usually CXl'lSideœd a purély artistic nanifesto
ratl1er
than
a play per se.
'lbe fiJ:st part of this tbasis is an analysis
of how Go1à:ni su:.:œssfully carbined dranBtic action with literary
theory
~thout
cmprcmi.sing the effect of either cne.
'l'œ second part
presents the critical essays devoted exclœively te I l teab:o cœâ.CD
éJ!ld,
~
t.hese are relatively few, l
ha~
also incltX3ed all those
studies, of a m::xre general natu:œ, whem this play is discussed.
___
•
Aima 0' UrbaIx>
IL
'lEATR)
CCMIC'O
()
DI
SAœIO CRITICO E BIBLICGRAFIA
.~t
Panni
~
Maîtrise
dt italien
J.e::I
oeuvres
œ
Goldaù, .la critiqœ
~JX1e IrOi.ns
Il teatro cx:mi.oo qu'li ses c::a::œdies plus--œl!bxes:
dt lnplrtanœ
la locandiera,
{:".
bottega deI
caf~,
etc.
-ra
Il teatro a::mi.<D est plutOt considéré came un
rrBnifeste lit:téraire qu i une <::alédie.
La première partie de
cette ttàse
est une analyse d1erdlant :! dl'm:ntrer CUllielt Goldcni. réussi A CX)IlCilier
action dralœtique èt poêtique t:.hMtrale.
êt:u:)es
ra
deUXÜ!lœ partie
cx1ç:end les
critiques c:x:nsa.cr&s exclusiveœnt :! Il teatro cxmi.a> ainsi que
dl autres écrits dans lesqœls
o
œ
fait œpendant référanœ à
ce~
pjAce.
(,'
Nella storia della critica gOl<Dniana, Il teatm axrd.oo occupa di
solim una {XISizione' secondaria rispetto ad ~tre camedie, soprattutto
aile "grandi camedie"
caœ La locandiera, ta bottega deI
Piuttosto dle caœ una vera e propria
c:x:mredià,
caf~,
ecc.
Il teatro oanico viene
c;nnsiderato per 10 pi\) care doc:un'ento della poetic:a golà:lniana.
Nel
saggio critioo, che (X)Stituisoe la prima parte di qœsta tesi, rioollegandomi alle œservazicni di pcx:hi. altri critici, ho tentato di, rrœtrare attènta.ÇJ
nente, in rrodo analitic:o, a:xre i l G:>l.à::ni sia riuscitq a carbi.naœ azione
scenica e poetica teatrale senza sacrifi.caœ l' ma aU' altra.
Nella
,
,
parte, ho passato in rassegna qli scritti cr:i1d.ci sull',a.t:gaœnto.
secc:nja
E poi~ gli stuii dedicati espœssanente al 'leatm canioo SalO relativa-
nente pochi, ho tenuto calto, par quanto mi è stato possjbile, di clb che
ne viene dette in libri
IaSSe9fla. ho
,
~
0
artiooli di .ugc:aiento pin
sec:ondo l' ordine degli anni
degli seri tti cri tici pxesi in esaIœ.
vasm.
~lla _
In qt.JB$1:a
~li~~J~
\
Ho senpœ irdi.cato la prina
putillicaziœe di agni sc:ritto, e quanà:> mi sax> servita di un' adj zione
più ~ ho avuto cura di indica.rla fra paœnt.esi' qUadre.
All' intemo
,
di uno stesso anoo ho seguito l' ordine alfabetico sea::nà::> i l roœ degl.i
-,
autori..
Fer facilitare la CCIlSUlta,zione, ho aqgiunto alla fine della
rassegna
lm' iJXii.oe
dei rx:rni.
,
)
1 ....
(.
(.
.'
PJ\R.Œ PRIMA
o
"ana
I.
Aspetti fondarœntali della rifoma nel Teatro ccmico:
(l) i l testo teat:rale,
II.
degll
p:etica rœssa in azione If
(2) gll attori, (3) i l ~liCD.
La trasfoJ:maZ.iœe in azione teatrale:
attari della cœpagnia,
(2)
prop:sto da I&io, (4) le prove
(1)
le reazioni
Ieli.o e Elecnara, (3) 10 scenario
~lla
"pio::ola farsa."
"
Can'è noto
~l
1750 ê un anno decisivo nella carriera del camedio-
grafo carlo Goldoni..
E' l'arme nel quale egli lancia una pubblica
c'
sfida ai suci avversari praœttendo al put:blioo veneziano sedici a::mœdie
noove pe.r la stagione
tea~e
che doveva aver inizio œil' autunno della
La praœssa era fa~, in un cl:ima di calCOrrenza e d.1
stesso anno.
polemiche accanit.e, in un m:::mmto particolal:nent.e diffic:ile
peI
la
cx::Ilpagnia Medebach, a causa
della inprovvisa part:enza deil' ott.im:>
,
D,~.l E~ venne mantenuta. La nucva. stagicne
2
inaugurata con la ~taziŒle del "'Ieatro cxmico.
Pantalone
teatrale
venne
,
Si
trattava di una a:::mœdi.a c:hi.ararrente ProgLêllIIStica e cane tale
int.eqlI:eta~
dalla maggior parte dei critici:
stata
È!
una specie di nanifesto
e un docœento prezioso circa la rifaora e gli a:ttori della c:cnpagnia
Medebach:
una a:::mœdi.a "di - circnstanza,,'t senza i l rninim:J int:eresse in
quanto aziane scenica. 3
Del reste cette e.spressioni delle stesso
Goldoni in aletmi œi stDi scritti non aiutano a snenti.re questa
terpretaziane.
Nella breve praœssa "L'autore a chi legge,
fi
ln-
egli
scrive "in questa qualUIX}œ siasi CHlp:JSizicne, 00 inteso di p3Jeserœnte ootare una gran parte di que' difetti che 00 procurato sfuggi.re,
e tutti que' fOt'ld.aIIenti su 1 quali i l rœtOOo mie ho stabilite, nel
a::rrporre
le mie Cc::rtm:!die, né altra ewi diversÜ:A fra un p:coerm.o e
,/
4
qu:sto CCJl1?OIl.in'ento, se non che nel prinD si anroiel:'el:lbxlo farse i IsJg:i.tori
pin fac:i.lrrente, e nel secx:n::b vaà::l in parte
di qualche
azione."~
~vando
E sulla stesso punto ritorna
i l tedio col llDviIœnto
ilel.la
let.tera alla
1
Marchesa Dama ~ta Litta giudicando l'opera "prefaziale di Comedie,
,
pin che Cœ1œdia...
5
'
Pin int:eressante €!! la formula acbperata nei Mi3tDi.œs:
Je l' avois artna'lCée et affichée, caœd1e en trois actes: mais
ce ni êtoit A vrai dire, qu6'une Pœtique mise en action, et
divisée en trois parties.
"Une Poétique mise en action":
quasto €!! ~to I l teatro canico.
'" "pJetica" ncn escluie 1" ft azione .. If
•
Nanostante quel
cne
La
ne cliccno i critici
e 10 stesso Goldt::ni, l' interesse Clel1.a a:mnedi.a €!! prc:pr:io nell' efficace
carbinazione di
Manifesto né
,
~ti
due elem=mti.
\lM Clllltedia
cane
t~te
I l teatm CDDico non à
le
al~, 7
ma -
\ID
senplice
se passe dir cosl -
la teatraliZ;ZBzione di un eropanma di rifOll'lla teatrale, della rif~
.
~
t.eatra1e pJ:qx:sta dal Gol.à:xni.
'.
l
,
La figura del Goldati. va inquadrata nell' atnDsfera di persist:ente
~
CCI'lt:roversia polemica circa qli attori e i l teat:ro, agJi ultimi bagliori
della
<XiI1te:lia
dell 1 arte.
Non si
pm
cœsiœraœ ~ rifœ:ma goldoniana
Si tratta di una riforma gl.c.bale, che
coinvolge i l cœtuœ
~trale,
i l a::Jl1.X)rta1œn de! pul:XJlico e le
abitudini degli attari fœ:nat.is.i alla scoola dei canici dell 1 arte -
Î
s
,-,
attori, cioè, associati al teatro vecdti.o onnai. in decadenza, che
bisognava rieducare
~
portarli sulle scene del:
nUOllO
teatro.
L'espediente del "tea'!=IO in teatro," a nella cntlle1i.a di cui ci
occupiano, serve a daœ evidenza alla 'Ipoetica" œl-:Goldoni e nello
stesso tercp::> a portare di fronte al pubblioo i l m::ll'ldo degli attori e
del teatro ca:1
tutti i suoi prà;>lemi,
le sue difficoltA, i smi
draImti. qlX)t:i.diani; in l'lCà:l da .œr:rlerne partecipi gli spettatori e da
atti.rare la loro siIrpatia.
Il ritratto dei camedianti è Ll1l 'tena
che il Goldoni aveva giA abbozzato nei smi o:::np:m:iJœnti giovanili (nei
nelodranmi e nelle q;:ere giocose) e sul. quale t.oIn:rà piil tardi,
es.erpio nella ù:x:andi.e:Î:a e nell' Irrpresario delle Smi.me.
<
Per
caœ giusta-
rœnte rileva i l De Gubematis, si œve attribuiIe al Goldari. i l merito,
CCIl'e
autoœ o;:mi.co di
n
aveœ <::lIS:Serva.~. il costuIœ dei sl.Xli o:;mid.'1t .. e
di "avere studi.ato i l lom urroœ, i l loro ~to~loro neZ~'
scen.ici. ft
9
Questo stu::li.o attente del
llD!X1o teatrale
\
g~
la
{X)SsibilitA di creare dei pe:rsa'laggi rmdellati sul. vivo, sec:ŒlOO i
caratteri degli attori e delle attrici che frequentava.
a::mioo, il Goldoni presenta al p.1bblico la
CDtplÇJIÙa
Nel 'l'eat.:;o
teatrale di
Gel:olanD Medebach,lO la migliore cœpagnia di attori che nai'- ebbe a
di$posiziane per clare forma alle sue i.nvenzioni scenid1e.
"
1. Placida, la prima dama della o:::npagnia nel Teatro canico,
è Teodora ~ch, rrcglie del cap:x:ullico.
Ad essa, ira tutti
g11
attori, è affidata l'enunciazione piil i:ecisa della t.esi centrale della
1
/
6
-1
",
q
,
Placida rifiuta ostina~te, di ~it.:rre nelle
rifOIma golcbnlana.
~ '''ail' inprowiso,
Il
~
poiché,
essa
diœ,
"il m:mdo è
annoiato di veder serrpre le cuse istesse, di sentire s€!'lt>re le parole
rœdesi.Jre, e gl:iuditori sanna
egli apra -la bocca" (I.ti).
l' acte ~a rldotto
.
~
CDSa
àeve dir l'Arlecchino prima che
Se, dtmqUe, i l gi~ glorioso treatro &1-
à delle ~ nonotone
"
e rreccaniche d.petizioni, che cosa
suggerisoe la prima donna al capo di a:xrpagnia?
Essendo ella "invaghita
•
,*1 nuovo ~tile," œsidera che si rappresenti' una delle sedici fam::>se
cx:mœdie qel Goldoni; una "tutta nuova,
.
scritta. "
Il
"tutta di carattere," e "tutta
Alla stessa P1q.cida, agli altri" attori,' e scprattutto ad .
.
Orazio, il capocc:mico, è affidato 10 svolgi.Jrento della tesi, nelle sue
p~
e nelle sue cx:mseguenze.
Affinché i l nuovo' teatro riesca verO-
simile e naturale è necessario che i cèmici si liberino dalle éattive
•
c
abitudini acquisite":
att.enendœi
ad un testo "prerreditato," ossia . "
.
"
scritto interaIœnte sott:cp:mendosi a un œrto nunero di prove (I.i),
solo
CDSt si
possotX>
evitare le irregolarità e le stravaganze della
recitazione lia soggetto,", e si
~
ristabilire quell'equilibrio fra
le parti di solito trascurato dalla ccmnedia dell' arte.
ccmœdia, l'intz:eccio deve essere regolato e funzionale:
ccmœdie devalo aver l'unità dell' azione:
Il car<7tt:er principale
deve costituire l'elerœnto oentrale e deve essere
d'un carattere solo,
<XJœ
"I.e buone
uno deve essere l' argooento,
e SE.!'lplioe deve essere il loro titolo" (I.ri).
originale e OOIX>SCiuto" (II.iii).
In ma
Gl' italiani,
innanzi'9tto "forté,
pero,' non si appagano
i Franœsi," ma pret:endono "che
quasi
tutte le
f
;.
'7
(
,t::ersoœ, che fo:cnano gli episodi,siano altrettanti caratteri; che
D
11 intreccio
11
sia nediocrenente feconèb dl accidenti e di' novitA" cioè .
più nosso e vivace che non usi nel teatro francese, e "il fine
inaspettato, ma ben originato dallaccondotta della commedIa" (II.iii) .
•
La nuova C'CI'llœdia, dunque, deve essere c:c:mœdia di "carattere."
I l linguaggio deve essere senp liœ e farniliare. Deve
dalla scena
~'uso
essere bandi te
delle stile secentesco, turgido e vuoto:
"Ma non
sala che dialoghi, uscite, solilCXlUi, rirrpraveri, concetti, disperazian,
tirade, le son cosse che no se usan più" (II. i).
Via i dialoghi, arrorosi,
i 'paragoni, le allegorie ed altri simili pezzi di bravura stereotipati,
di cui eratlo ripieni gli zibaldoni dei cnnici' deU' arte.
che oontenevano tali conœtti l i ho tutti abbrœiati,"
"I miei libri
<lice Placida,
,
"e rosi hanno fatto tutte quelle :œcitanti, che sono da! rrodemo gusto
illuminate.
Noi faœiarn per 10 più o::xnœdie di carattere prerreditatei
" ma quando ci accada di parlare aU' lirprowiso, ci serviano delle stile
,
c
familiare, naturale e facile, per non distaccarci dal verosimile" (II.ii).
Le ultirœ parole di Placida, la più accanita sostenitrice aElla nuova
carrœdia "preœditata" (ma si veda anche quel che dice orazio in II. x) ,
mettono in evidenza una delle principali caratteristiche della rifoDt1a
"
golcbniana e della sua. attuazione:
la gradualità.
Caœ non si deve
escltilere deI tutto la recitazione all' irrprovviso, cosi anche le rnaschere
ncn vanne senz' altro aboli te: I l
tal novità non ~ ancor teIrpo di
farla. In tutte le c:ose non è da rrettersi di fronte contro
ail' universale. Una vql ta i l pofX)10 andava alla a:mœdia
Guai a noi, se facessirro una
(
G
"\
.
8
'
(
sol.arœnte per ridere,. e non voleva vedere altro che le rnasdlere
in iscena.; e se le parti serie facevano un dialogo un poco
lungo, s' annoiavano .imœdiatarœnte: ara si varmo avvezzando
a sen~~ volentieri le parti serie, e gocbno le parole, e si
a::rrpiacciono degli accidenti, e gustano la rrorale, e ridono
dei sali e dei frizzi cavati dal serio rredesino, ma vedeno
volentieri anche le mascheœ, e non bisogna levarle del tutto,
anzi oonvien cercare di bene allogarle e di sostenerle con
rrerito nel loro carattere ridicolo, anche a frente del seria
più lepido e più grazioso. (II.x)
Di estrema irrportanza
educazione rrorale.
~
la c:oncezione della scena cœe cattedra di
"La' ccmœdi4
- diœ AnselIro - l' è stada inventada pei:'
~
(; ,
oon:egger i vizi e m:tter in rtèliCOlo i cattivi costumi" (II. i).
Questo
carattere rroralistico deI nuovo teatro postUlava un rirmovanento della
'societ:à e, sulla scena, una c:anicit:à non buffonesca e sconveniente, ma
regolata dal Senso della misura e dell' opportunitài si doveva unire
l'utile al dilettevole.
cnstuni.
La carrœdia doveva rrettere in ridia:üo i cattivi
La a::micità doveva avere una funzione educatrice, e trovare .in
questa funzione il sua significato e il
le farse erano diventate t.a.l.Iœnte
500
ridico~e
limite.
Pr:ina della rifOlllB
che 10 spettatore non inparava
niente e non si identificava con nessm personaggio:
La cx:mœdia l'è stada inventada per corregger i vizi e rœtter
in ridia:>lo i cattivi costuni; e quando le ccrn:œdie <lai antighi
se faœva cosl, tutto el FOr;Olo decideva, perché vedendo la
copia d' un éarattere in scena, ognuno trovava 0 in se stesso,
o in qualchedl.m. altro, l'original. Quanc.b le cœmedie son
deventaœ rrerarrente ridicole, nissun ghe alDadava più, p:rrché
001 pretesto de far rièer, se armetteva i più alti, i più
sanori spropositi. (ILi)
Bisogna evitare di rœttere in scena i caratteri "scandalosi, fi e
~
. ~ intrcxbtto il "vizio" deve essere accorrpagnato e cor:retto da un esenpio
(
•
9
(
di virtll.
A questi aspetti fandaIrental.i della rifo:r:ma. se ne aggiungono altri
..
di .carattere particolare.
Si discute, nel prirro atto dell' inopp:>rturu:tA
dei versi in fine di a::mtEdia (Lvii) e poi nel terzo atto, della preferenzq,., da accnrclarsi alla prosa, in quanta più verosimile, al verso.
L'uso dei versi deve essere, dunque, limitato.
si possono adoperare
versi, c::are nella comœdia de i l , arte, rra non devono essere troppo marcati,
di nodo che non paiano versi rra prosa (TILH).
La cnrrtredia
reggere di per se stessa, senza riCX)rrere ai balll, ai canti,
intenœzzi rrusicali (ILxv-).
ail' influenza straniera.
Il
~tro
si deve
0
agli
Il teatro italiano si deve sottrarre
Non bisogna rœ~ in scena comœdie tradotte.
deve unifo:r:marsi al gusto della nazione e i l gusto i taliano
~
diverse, per esenpio, da quelle francese (ILiii). 12 Circa la questione
delle unità d.ranmatic.he, Orazio afferna che non biscgna rendersi schiavi
delle regole.
Se c' è una regola d'le va sempre seguita è quella del
verosimile, cioè del buon sense.
classica, rra prcpugna
lm
Egli non ripudia la precettistica
razionale adegu.artEI1to di quella alla œaltà.
Ritiene, dt.mqUe, opportuno che si faccia usa delle regole che siano
utili all'effetto teatrale, delle regole che riescono verosirnili, non
di quelle che portano all' assurdità (II. iii, rra. v. anche III.ix) .13
Fer quanto riguarda i l solilcquio, esse deve essere adoperato, non
c::nœ "prologo," per infonnare i l pubblico de11' argcrrento della cx:mredia,
per spiegare l'antefatto, ma "per ispiegare gli intemi sentimenti del
(
-".Jo
cuore, dar cognizicne al papalo del prcprio carattere, ttOStrar gli effetti
10
<.
e i canbi.aIœnti delle passioni" (III. li).
Ma. ci~ ccrœ par1anCb con
se stesso, senza rivolgersi direttaIœnte agli spettatori:
..
E non vedete, che 001 pqx:>lo non si parla? Che il canico
deve imnaginarsi, quando ~ solo, che nessuno 10 senta e
che nessuno 10 veda? Quello di parlare 001 popolo è un \1:1zio
intol1erabile, e non si deve pennettere in verun canto. (III. li)
2. La. terza scena deI terzo atto è dedicata alla rieducazione
tecnica degli attori.
Orazio CCITlincia 001 dare una serie di avvertirrentL
circa i l rrod:J di reci tare:
racCXlI!laIlda. ai canici di proferi.re i l discorso
naturalJrente caœ se parlasse:ro, in rrcrlo da evitare' la cantilena e la
declamazione:
di non trinciare l'aria con la rrano, ma cqnfo:rmare l' azione
alle parole e Cl.oè muovere le mani seconda il senso della parola, e non
gesticolaJ::e care
ml
mulino a vento.
Se i canici segu:mo qI,leSte regole,
essi eviteranno di oltrepassare i limiti deI naturale, eviteranno di
allontanarsi dal fine di agni camecli.a, che è di riflettere caœ uno
specchio la natura.
Irrportante sul palcoscenico ~ rispettare la presenza
deil' altro y;:ersonaggio che recita.
Non si Cbvrà, quindi, distrarre H
pubblico rrentre l'altro collega recita.
Orazio sottolinea anche
l'iIqx:>rtanza di stu::li.aœ e di assistere aile recite quotidiane date
dagli altri attori.
Si dovœ.bbe osservare attentarœnte caœ recitano
gli attori "buoni," poiché il rœstiere deI ccmicn s'.impara più am la
pratica che
0)I1
le regole.
E' l' esperienza che fa l' attore.
riguarda i l cCflp:>rtarœnto generale de1l' attore, egli deve
diligente, deve venire' presto al teatro,
œve
Per quanto
~ere
prccurare di piaœre a
li
J
o
tutti, cioè esse.œ o:,rtese verso i carpagni e deve difendere l' onore
dei canpagni se altri li criticano.
L'ult.i.no avverti..rt'ento di Clrazio
riguarda proprio l'atteggiaIœnto fra carpagni.
Si deve œrcare senpre
di mantenere l' equilibrio el' a.:aron.ia fra gli attori poiché "la, boona
arnnnia fra' c:a:tpagni cantribuisce al boon esito œlle comedie.
sono dissensioni, gare, invidie, gelosie, tutte le
o:Jni personaggio si costruisce con l'aiuto
necessario che in agni carpagnia
Infine, benché -
~
<X>Se
degli altri,
vanno male" (III.i).
clun::fue,
ê
regni un' atnDsfera di a:ülaborazione.
ho già detto - la parte de Il , attore e quella deI
ccnned:iografo debbano essere tenute distinte, gli attori abili
essere di grande aiuto all' autore.
tesoro
Dove
fX)SSCI1O
Orazio, qd eserpio, rrostra di far
dell' estro e della bravura di Arlecc:hino ("questa giovialità,
questa intrepidezza,è un bel capitale, Il I. viii), 14 na al nmento bu::mo
gli Su:1gerisce una noova misura artistica, che gli penœtterà non di
rigettaIe ma piuttosto di valorizzare i l proprio repertDrio:
deve,.parlar poco, rra a t.erpJ.
s'trq:lpiarle tutte; e
a tutti i, seconde
Deve dire la sua
"L'Arlecchino
ootta frizzante, e non
guardarsi da quelle stroppiature, che sono o::mmi
zanni
fi
(III. sœna ul tirna) •
Cœe 00 gM detto, la rifoDTla. goldoniana noo si ri\lOlge soltanto
aU' aspetto tecnico deI teatro.
dei o:tni.ci.
Il Golcklni prende le difese deI nestiere
Si cg;x:me ai pregürlizi sociali contre gli .;lttori e ri-
vendica la dignità unana della gente di teatro, difendencb l' onorabili~
e la serietà dei loro costuni. 15
Nel descrivere nel Teatro a:rni.co,
12
l'esistenza dei c::anici da dietro le quinte, il Golcbni insiste più
volte sul late più serie della vita della
~te
di teatro, piena di
preoccupaziooi e di sacrifici, 16 sotto i l costante assillo di una
pœcari.a situazione eoonani.ca:
"Se non avessi un poco d:eronomia,"
p
dice Orazio, "le cose anderebbero in precipizio.'
arricchiscono.
l comici ron si
Quanti ne acquistano, tanti ne spendcno" (1. i).
Pur
essendo Senza denaro e pieni di debiti, essi vivono spensieratarrente
e di boon urroœ, rniserabili ma alrœno allegri.
Tuttavia gli attori
dovrebbero curare l' econania più degli altri e nc:n "vendere e i.rrpegnaœ
per star allegri":
Oraz.
Eppure, se vi è nessuno che abbia bisogno deil' econania,
il recitante delle carrœdie c:k::m:el:De essere qœgli; perché
essendo l'arte canica soggetta a infinite peripetie, l'utile
è satpre i.nœrtD, e le disgrazie su::oeébno facilmente. (1. vi)
t-blti erano i disagi della vita dell' attoœ.
Il teatro si era ornai in-
dustrializzato, con la foz:mazione nella seccnda netà deI Cinqœœnto di
carpagnie teatrali, che' viaggiavano da una città aU' al tra e che recitavano
in pubblici teatri.
l canici erano CXJStantercente in m:wirœnto.
Questo
continuo viaggiare era vista da quelli fuori dal rrondo teatrale c:aœ una
specie di divertimento e
r1CI1
nella sua. realtà rreno attraente e ciœ
\.m.a
fatica inevitabile:
Plac.
Beat.
Ch!
gran patirœnti sene qœsti viaggi!
Mi fanna ridere quelli che dioono che noi andiam::> a spasso,
a divertirci pel m:ndo.
Plac. Spasso eh? Si rnangia male, si donte peggio, si patisce
ora il cal.do e ara il fœddo. Questo spasso 10 lascerei
pur volentieri. (I.x)'
13
,
,
Anche l' opinione diffusa circa i .!=OStumi licenziœi
della gente
di teatro e soprattutto delle donne, v!ene respinta, con l' argaœnto che
la pcx:a serietA non si limita alle attrici e al
IIOroo
del teatro.
17
Vittoria interviene prontamente a difendere se stessa e le sue colleglE:
50 i l fatto mio quanto basta per non 1ascianni mfin:lcchi.are:
per altro, circa l'esse.œ a:mnediante, vi sono di quelle che
non girano i l nondoi e vi smo delle casalinghe, che 'ne sanne
cento volte piil di noi. (1. v)
L'abitWine delle attrici di levarsi serrpre tardi e di farsi aspettare
~
le prove, i l trc:::If.lX> f:enp) œdicato a
Il
farsi belle" o:::rœ se qœsto
fosse la loro principale occupazione, e infine la superbia, l'invidia, la
gelosia, le gare e i dissensi fra C'CIl'p3.gne, costituiSCCl1O argaœnto, di
discussiœe, :in rrodo da rrettere in. evidenza i rrutarœnti c3f.P0rtati dalla
riforma.
El~ra,
la cantatriœ, ncn manca di faIne rrenzione,
quando
lcx:la i l ccntegno, l' affabili tA e la rrodesti.a delle attrici della carpagnia
. di Orazio, aggiungendo d'le "vedesi veranente srœntita la massima. di chi
creeE che le femni.ne del teatro siano [XXX> ben costumate, traggono il
loro guadagno parte dalla sœna e parte dalla casa" (III.iii). 18
Essemo
i l teatro diventato un ll.lOg"O dignitoso, attori e attrici riaa:}uistano la
fama che rreritano.
Ne! bandire la corru.ziœe dal teatro, i l Golà:>ni.
aveva trovato un convinto coll aboratore nel M:Klebac:h e nella vecchia
carpagnia dei saltatori deI casetto nella Piazzetta di San Marco, la
quale "era amata ed awrezzata, in Venezia, rx:m solo per la sua bravura
i
ed abilitA in ta! IœStiere, rra. per l'onesta e sagÇia rraniera di vivere
,
,
sotte fa b1.la1a direzione deil' onestissiIro Raffi, , e '1' ottima catdotta
T
14
della pru::lente, di'VOta e paritevole signora Lucia, sua consorts ... l~
•
E' at;pl1'lto questo i l rrodello che il Goldoni ha in nente quando scrive
i l soo Teatro cani.oo e proclama che nel nuovo teatro "oon solo à
sbandito quallll'X{Ue reo costutœ nelle persone, ma ogni scaOOalo dalla
scena"
(III. ill) •
3. Era necessario non soltanto rieducare i corrnedianti, bensl
anche i l pubblico.
20
Nel Settecento in ltalia, non c' era da 'rœravigliarsi
a vedel:e il palcoscenico inc;ptbro di spettatori.
panche prq:>rio
~ul
,
palcosoenico
oove
Esistevano delle
si affollavano i nobili;
le
,
panche rilIpia:::iolivano la scena, rendencb :i.np::ssibile ogni nov:imento.
Esistevano anche altri abusi - st=ecie nei teatri di o:mœdia freqœ.ntati
fine ail' eJ;XlCa deI Goldooi quasi soltanto dal popol.irY:> - che dinostravam
la scarsa edu:azione deI pubblico:
o:mversaziari e strepiti nei paldri,
"fischietti," "cantatine da gallo," "ruro.rosi sbadigli, If e perfino il
vizio di sputare:
Vitt.
51 ma taluni dai palchi [sp~, e infastidisca10 le
persone che sœo giù. '
Craz. Veramente, per perfezionaJ:e i l buai. ordine de' teatri
mmca l' QSSel':VaZione di questa cnestissima pulizia.
Manca lm' altra cosa, che oon antisoo dirla •.
Sianc tra noi, potete parlare CŒl lil::ert:A.
Eug. Che nei paldletti rx:m facciano tante r:um::>re.
Craz. E' difficile assai.
Plac. Fer dirla. ê una gran pena per noi altri cx:mici recitare, .
allora quando si fa stœpi te neil' udienza. Bisogna
sfiatarsi per farsi sent:i.œ, e non basta. (III.x)
Eug.
Craz.
l giovani andavano spesso alla a::mœdia per farvi fracasso e prendersi
delle libertà poco belle.
Non rrancavano, incltre, i curiosi, i seccatori
""
RETr
mE
15
,
che andavano ad assistere alle proue di \ma noova c:xmœdi.a (l.i).
Questi
"curiosi" erano sia gente degli altri teatri del1a citt:à,
sia amatori di teatronpartiool.atrœnte nurrerosi a Venezia, cittA in
cui i l teatro faœva parte della ~ ta quotidiana.
servi ad attirare nei teatri di comnedia
eiegante.
lm
La rifonra goldoniana
pubblicx> più colto e pi\)
Il Goldoni, nei MéIroires, 21 si riconosœ non senza orgoglio
re.sp:JnSabile della noova severi tA deI pùbbliCD veneziano che egli stesso
ha
ooucato e affinato.
II
5000 qœsti
nel Teatro a:::mico.
i punti
22
pin
int>ortanti della rifotma caœ ~ano
Si tratta ora di vedere in che rrodo i l
sia riuscito a netterli in scena.
Gol.donl
La questiooe non si pone per quel
che riguarda la vita e i oostu:ni degli attori,
0
i l a:xrportaIœnto deI
pubblioo, d'le erano già di per se stessi teatralmente evidenti, e. si
possalO
anzi cansidera:re a:xte una delle vie di dramnatizzazione che si
offrivano al Golcbni, e che egli ha natura.lrtente seguito, portato dall'a.rgaœ.nto stesso della sua cc:mœdia.
~i\)
pn:priarrente tecnico
0,
se
~i
Si pane, inveœ, t=er l'aspetto
pœferisce, teorico della rifonna.
La trasformazione di questa in azioœ teatrale è
(1)
ai fidata soprattutto
alle varie reazioni degli attori eà alle lero esitazioni e incértezze,
(2) ail' intl:oduziooe di due p:rscnaggi, relia e Elecnora, d'le vengono ad.
aggmngersi.alla carpagnia, (3) alla discussione della samario pror;:osto
da relio
~
la ra.wresentaziane, (4) alle prove della "c:orme:iiolatl
"
16
(~ires
II. vii), della "piccola farsa" (I.ti), Il padre rivale deI
figlio, che gli attori dovramo recitare davanti al pubblioo il giorno
c:i:Jp::>
(~'cbtani
a sera,"
1. l carpJu.enti
~,i).
della o::xrpagn.ia sana tutti favorevolrrente orientati
verso la rifoz:ma neü(' sm dupliœ ~tto unano e tecnico.
Ma ~ evidente
la cura con cui i l Goldqù richiama l'attenzione sulla persistenza di
vecchie abitudini di vita e di œcitaziane, e addirittura suU' impossibilità di disfarsene carplet.ama1te d'un tratto.
caœ si
~
detto, è la più
~
Anche Placida che,
sostenitrice della mova CXllllelia,
È!
pœoccupata di èbver recitare un testa seri tto, e si racCXlllaIlda col
suggeritore perché l'aiuti:
Avvertite bene" signor suggeritore: cbve sa la parte,
suggerite piano; dove noo la so, su:;;~te forte.
Sugg. Ma caœ farO io a ccnœceœ cbve la sa, e cbve rx:m la
Plac.
sa?
Plac.
Se sapete il vostro rrestiere, l'avete a COl'X)SCe.re.
Andate, e se mi farete sbagliare, povero a voie (II.iv)
E poco dqx>, durante la prova della farsa, finisCE per maledi re il
povero
s~tore:
"Dite piano, che.. la parte la
noo ne ne ricordo....
dir altro" (II. vi).
50....
SUggerite, d'le
Maledetto suggeritore che non sente; non vaglio
Ai ccrrpl.i.Iœnti iperlx>lici. di Letio, che cerca 'di
guadagnarsela a:n le lusinghe, Placida resiste, rra non senza cedeœ alla
L
tentazione di rispcndergli, entrando in piew in quel gi1..lJ<X> artificioso
di parole e di a:mcetti, tipico dei dialoghi di
Il
innannrati" degli
scenari deil' acte: 23
3
m
17
Allclro investigaru:.b colla rnia pin fina /tettoJùc.a. tutti
i .f.u.ogfù top.i..c..i del vostro CllClre.
Plac. (l-bn vorrei che la sua lte.ttoJûc.a. intendesse di passare
pi\} pItre). (da. ~ é
!.el. Dalla vostra bellezza alLgomen.to 6ila606-i..c.ame.n-te.' la
LeI.
vostra bontA.
Plac. Piuttosto che 6Uo~o 60, mi parete un bel ma.tema.tLc.o.
!.el. Mi rende1:O .ôpe.c.u.i.a..:tivo nelle prerogative deI vostro
rœrito.
Plac. Fallate i l cotLto, siete un cattivo cvU.:tme.tA..c.o.
I..el. Spero d'le colla p:rfezione deil' ap.ttca. pot.rO Jpecu1.M.e
la vostra bellezza.
Plac. Anche in questo siete un pessiIoo a.otJr.o.iogo.
!..el. E' possibile che non \lOgliate essere me.cU.c.a. anorosa delle
mie piaghe?
Plac. Sapete casa sam? Un g.uuuœ .tega.le., che vi fari1 legare
e cond~ alla spedale de' pazzi. (II.li)
Arrivata a questo punto, si acoorge esSà stessa di essersi fatta trascinare da! cattivt) gusto deI suc interlocutore e interl:atpe la cm-
.
versazione, cu(((entando fra di sé:
ircpazzire anccra Ire.
"Se t.rcppo stessi con luï, farebbe
Mi ha fatto dire
ibi ti, a::rœ le pistole oorte. fi
~
guai cx.nœtti, che
salO
pro-
Essa non è remœno del tutto esente dalla
presunzione tipica delle prine dame.
Nella seo:mda sœna deI prinD atto,
Placida è arral:biatissima, quanCb arriva alle prove pri.na delle altre
attrici, le quali pœsumibilmente sono ancora
"0
.in letto, a alla
tavbIetta" (I.iii):
Plac.
·Ecco qui; io son la prima di tutti. Queste signore
dame non favoriscono? Sigoor Orazia, se tardano, ia
Ire
ne vade.
Ca.ra signera, siete venuta in gœsto naœnto, e di
già v' .i.nqui.etate? Abbia~ pazienzai ne ho tanta ia,
abbiateœ un pxa voi ancora.
Plac. Panni. che a Ire si fX)tesse mandare P avviso, quaOOo
tutti stati fossero ragunati.
Bug.
(Sentite? Parla da prina doma). (I.li)
Craz.
18
<,
Dopo Placida entra in scena Tonino, i l Pantalcne in camedia,
. pœbabilnente un ritratto di Antonio Mattiuzzi Collalto, i l nuovo
PfUltalone della c:x::rcpagnia M:!debad'l.
ripo~ti
da
pan~
Tonino è CŒltentissim:> dei
nell.e nuove camedie.
24
su:~i
È tuttavia è estrenanente
precx;cupato :
Oraz.
Ben levate il signer Tonino.
Patral riverito •
. Oraz. Che avete, che mi paœte tumato?
Ton. No so gnanca mi. Me sento un œrto trenazzo a tome, che
me par d'aver la fre'Ve. (I.iv)
'Ibn.
E' questa una delle sœne più riuscite,e œlle più caniche di tutta la
a::mœdia.
E'
tlna scena da
Egli è tutt' uno
Ccn
camedia œll'a!:te.
la sua maschera,
"anche
oon si supp:me che egli stia recltanoo.
'lbnim parla veneziano.
quarrlo, a::rce in questa scena,
Orazio gli sente i l poIso, che
è agitato:
oraz.
Tal.
LasCiate ch' io senta il polso.
TolA pur, carpare, sappiè:œ dir se el batte a t.errpo
oJ:dinario, 0 in tripola. (I.iv)
E poiché Tcni.no cita a rœrroria il Tasso, Orazio esserva che egli è
evidentene:nte "praticn di. Venezia e œl gusto di essa
~to
al Tasso,
"che' vi si canta quasi CCI'!tIJI'lE!Iœte, .. 25 e gli à::nanda se si è divertito in
essa da giovane:
cade!
Ton. Ole
Ho fatto un p:x.u de tutto.
Oraz • ., Colle bellè dame a:xœ. ve la siete passata?
Tan. E porto in me di quelle dame istesse
Le onorate nerorie ancora inpresse.
Oraz. Bravo, signer Panta1one: mi piace i l vostro brio, la
vostra gioviali~: spesse volte vi sente canta.re.
Ton. Sior sl~ co no gh'ho bezzi, canto sE!!pre. (I.iv)
--
19
Orazio vorrebt:e che gli cantasse una
canzonetta,
rra 'Ibnino rifiuta,
~[)
àiœndo che ha stu::liato per tœ
Ol!e
la sua parte e oon ha vo:Jlia di "-.J
'
\
'can1:a.re né ora né in teatro:
"Mi fazzo da Pan~an e no da ImlSico, e
se avesse volesto far da Im..lSico,
110
gh'averia l'.i.na:m:xio della' ba.rÔa" (l.i").
Ben.ché egli sia convertite alla nuova ccimedi.a, la ragione della sua
-
,
agttazione è nella "necessità de studiar e de dover dir el prerredità" (I.iv).
Egli è ancora legato
41J.a sua farmaziooe
caro sior
TcI1.
sul sodo.
di cani.co dell' arte:
Orazio, but;tenc le burle da banda,
e parleno
le a:rnredie de carattere le ha but-tii sotto-
sera èl nostro mistier. Un povero ccmnediante, Che ha
fatto el 50 stuiio SegOmo Ir arte, e che ha fatto Ir use
de dir ail' irrprovvi.so ben 0 mal quel che vien, trovanèbse
in neœssità de stu:liar e de cbver dir el prerœdità, se
el gh' ha œput.a.zial, bisogna' che el ghe pensa, bisogna
che el se sfadiga a stu:liar, e che el trema setpre, agni
volta che se fa una nova o::mœdia, dubitarrlo 0 de no
saverla quanto basta, 0 de no sostegnir el caratteœ cx::Ire
xe
neoessario. (I.iv)
Vittoria, d'le z:ecita la parte della servetta di teatro.Co.latt>ina in
cumelia, è piuttosto riservata circa le oovità introdotte nel teatro
com:iro :
Vitte
Craz.
Vitte
teatro ccmico!
Pare a voi che, chi ha iÎ1trod:Jtto tali l1OIli.tà al:t>ia fatte
Gran novità si sono intl::odotte nel
nal.e 0 bene?
Questa è tma quistione che 11CIn è per Ire. Ma pero,
vede:ndo d'le ,il llOI'lOO vi appla.t.idisce, gitrl:i:co che
fatto più bene che male. vi dico ci(:), non astante che
per noi ha fatto male, perché al::biarro da studiare
piil, e per voi ha fatto bene, perché la 6assetta vi
am
assai;
frutta rœglio. (1. vii)
Essa appare' in scena subito dop:> Tonino, dichiarazùJ di essersi Iœssa a
studiare una parte diversa da quella che le è stata assegnata:
.
,
t1
20
- 1
\
~
10 faccio senp.œ volentieri i l mio debito, e che cio
sia la verità, osserVate: sicoone la parte, -che mi è
toccata nella camedia che oggi si -prova, è lunga un
dito, ne ho presa up' ~tra in mano, e.la vade studiandD.
Craz. Bravissina, cosl mi' piace. Di Che ccmœdia è la parte
che avete in -rèano?
Vitt.-·, Questa è la parte di catte nella Pu.tta. onoJta.ta..
Craz. Ah
vi piaœ quel caratterino di pelarina? (I.v)
Vitte
o
ah!
Il
larœn~
\IDa delle cattive abitudini
per 'le parti trappo brevi è
degli attori, che tencbno a gl.udica.œ le comœdie dall' :i.rrpcrtanza delle
parti che vengono loro assegnate.
26
La-diligenza di Vittoria è soltanto
, 1
apparente.
Orazio .œagisœ, ~ al soUto, diplanaticarnente, con delle
lcdi; na poi si diverte a pmge.œ Vittoria ron l'allusione implicita nelia
sua deserizione deI caratte.œ di
-
-catte,
core un "caratterino di pelarina."
Pelari::na, infatti, care spiega 10 Stesso Goldoni, "significa, in
veneziano,
una donna che pela, cioè che pilucca gli arranti. ,,27
becco che segue, circa gli uanini e
~
Il batti-
cbnne, e in partirolare le d::mne -
aderente, se non sbaglio, al glisto di Colanbina - è interrotto dall' arriva
di Anselm:>,
che si presenta ad Orazio 001 nqœ della naschera, di cui
\
fa la parte:
"Brighella l'è qua per servirlâ" (Lvi).
10 più in dialetto durante tutta -la conlœdia.
Egli parla per
E benché egli sia netta-
rœnte od..entato verso la nuova carm:kiia, a:xre risulta chiararrente dalla
prina scena del secxmdo atto, dove prc:pugna la conrœdia di carattere,
l'abolizione dei soliti "dialoglll, uscite, soliloqui, r:inproveri, concetti, disperaziani, tirade," e i l fine educativo deI teatro, tuttavia
non manca di ri,cadere egli stesso in qualcuna delle abitudini tipiche
deI teatro aU' inprovviso:
l'uso di
ve~
alla fine di una scena, che
....-
21
(
." , provoca i l CCIlIn&lto di Orazio, "Ecoo i soUti versio
le scene si tenninavano rosi"
~I.vli);
Una. volta tutte
e quel che è più, l'abusa di.
, 0
rretafore ccitplicate e forzate, che egli aggiunge di sua al teste da
œcitare:.
COI.diJ., pM qu.et c.he veda, .t'? ga660 e de6.bto; ma. no
. 6aJU..a. m.i.o dec..aIUJ, c.he me lM.6 M.o e da.
.0 upeJc.aJL.
Qua.
ghe. vaR.. .op.Uz.Lto, ghe. vol -Utzegno. '2u.a.t pA.l.o:to, c.he
:tovando.6 e -Ut a.t:to malt coUa. nave, 0.6.6 e/tva.ndo dalla.
bU6.oola deUa. c.a1amUa. che e.t ven;to .6bai.za. da galtb-<..n a.
6A.1toC.C.O, 0II.de.na. aJ.. maJU.neJU z-VtaJt te vele, c.~.6-t anc.a.
m.i. CL{. maJr.bteJÛ du mL pelt6-i..vu. •••
Oraz. Basta cosi, basta rosi.
Ans. CiJbligatissirro alle sue grazie. Perché no volela che
fenissa la mia soena?
Oraz. Perché queste oonparazioni, qœste allegorie, non si
usano più.
Ans. E pur, quando le se fa, la rente sbatte le man. .
Oraz. Bisogna vedere chi è che batte. La gente dotta ncn 1
s'appa,ga di queste freddu.re. Che diavolo di bestialità.
paragonare l'uorro .i.nnarcorato al piloto che è in mare,
e pei dire: l ma.JrJ.neJU. du m-i...e-i.. pen.6.-i..e/Ci.. t Qœste case
i l pœta non le ha scritte. Questo è un paragcme
recitato di vostra testa.
Ans. Donca non ho da dir paralleli?
Craz. Signer no.
Ans. Not) ho da cercar allegorie?
Craz. Nernœno.
Ans. 'Manro' fadiga, e più sanità. (II.ix)
Brigh.
(
)
Il che
pro~
.eu
il rom:rento ronc lus i va di Qrazio:
"Vedete?
E(,'CO la
r-agione per cui bisqgna tener i camedianti legati al preœdi.tato,
perché facilnente cacbno ne+l' antico e neil' invercsimile" (II.x).
\\(
L'arriva in sœna di Gianni,
, ,
porta in piena ccmœdia deH' arte.
con
10,1 stile
l'Arl~o
,.:bt
in CC1'IIIladia, ci tras-
Egli canincia a parlare
lingua
ricercato e eccessivarrente cerirronioso deI canico del-
1 r arte (" signor C1razio, $j.c:care ho l' OIlOre di favorirla cOlla mia (
b
Z5
/
/
'1
22
sufficienza.," oost son venuto a ricever ll:incc:m::do delle sc grazie" I. viii} ,
provocaOOo la perplessitA ironica di Orazio, che dice fra sé:
'1/
~li
da secxnoo zanni, 0 creda di parlar bene" (1. viii) •
"Nal sc se
Ma presto
passa al dialetto, incoraggiato, del resto, dall'osservazicne di Orazio
che i l seconda "zanni deve parlare berganasco, e raca:mta core ê cascato
nel canale la sera prirra, rrotivo per 'cui dice che wn gli piace Venezia.
Tutto i l passo fa pensare ad un tipico lazzo da
pero,
Arlecchino.
Andl 1 egli,
non ha abbiezicni contra i l noovo teatro ed ê prœto a recitare
"alla m:x:lerna" e a tentar di sod:iisfare un ~lioo diventato più esi93Ilte:
VU fe de tutto per rretteI:rre in suggezion, e no-faœ
gnente. Mi fazzo un personaggio, che ha da far rider;
se ho da far rider i altri, biscgna prima che rida mi,
orrle no ghe vôi pensar. La sadi CXl la saxà: dl t.m.a casa
sola pregherô, supplichero la nu.a carissirra, la mi.a
pietosissirna udienza, per carità, per çortesia, cne se
l o i ne vol OIXJrar de qualche cbzena de p:::xni, in vece de
crudi, che i l i toga coth. (I. viii)
Gia.
..
Ed ê anche capace di fare dei versi (" And'l' io de' pazzi ho i l triplicato
~:
1
poiché
"in un Arlecch.ino anche i versi son tollerabili.
Son poeta, son nusico e pittoœ"), ai quali orazio non c:::tXJietta,
Il
Nella caratterizzazione degli attori della a:xrpagnia, che
salO,
dal più al mena, tutti favorevoli al ntDvo teatro, il Goldoni non esita,
dl.ltque, a richiamare l' attenzione sulla persistenza delle loro veo::hie
abitudini e, cx:xœ abbialro visto, arriva fine ad inserire delle sœne da
ccmœdia dell' arte. 28
Il che non ê œitaIœnte casuale, caœ deI reste
risulta esplicitamente dalle battUte di Orazio nella sœna con Arlecdrino.
o
23
(
Prq;:lrio a
ci~
ê affidato l'effetto teatrale di queste caratterizzazioni.
La teatralizzazione della rifo.ona è affidata proprio all' evoca.zi<n:! âel
500
contrario.
La oontropartita razionale, la giustificazioœ di questo
tipo di drannaticità, è nel pe.rsonaggio di Orazio canpione della
gradualità:
e ciœ nella sua ccnvinzione d'le
5010
attraverso un lento
processo sarà possibile realizzare la rifonna deI teatro e arriV"are a
sostituire al vecchio il mDVO.
E' per questo che "pazienza" e "politica"
oon gli attori e col pubblic:o sono il tema ricorrente dei sooi intervent.i
•
durante tutto il corso della camedia.
Placida, che
di
~
COSi,
~
eserrpio, per calmare
arrivata prima di tutte le altre attrici, e per cercare
tratteœrla~
finge abilIrente ("Ci vuol politiC::i caWl.en sofferirla")
di volerle chiedere consiglio circa la direzione delle ccmredie:
Signera !nia, vi ho pregata a venir per tenp::>, e 00 desiderato
che veni.ste prima degli altri, per poter discorrere fra voi
e Iœ di qualche cosa toccante la direzione delle nostre
a::mœdie. (L li)
E sottovo:::e COlIl'eIlta:
fo a mio rro:1o" (I.il).
"Qœsta è la mia massima, ascolto tutti, e p:>i
E più oltre, serrpre nel prino atto, esclama.:
"Gran pazienza ci vuole a fare i l capo di o::xtpagniai dri noo. 10 crede
provi una settinana, e protesta che gliene anderà via subito la
volontà" (Lviii).
Egli accetta nella carpagnia Lelia e Eleon:>ra,
ncnostante che essi rappresentino atteggiarœnti e abi tudini deI vecdrio
teatro.
nuovi
E al principio del terzo atto, si preoccupa soltanto che i due
a~ti
non disturbino la pace che egli è riuscito a 'stabilire
nella c::c::npagnia:
(
"Une ha in cap::> la poesia, l' altra la ITllSicai non
24
vorre.i che m' ~ colle laro idee.
capitale
della quiète nella
rrg.a
Sapete chi io sq>ra tutto fo
a:upagnia ••• " (III. il.
Serrpre in nare
della gradualità, e per non urtare il pubblico, egli ritiene che ron
,
"Guai a noi se facessino una
si..am da abolire interarrente le rraschere:
tal novità; non
~
anror t.arço di farla.
In tutte le cose non è da
r
rrettersi di fronte contro all' universale" ( I I . x) •
Le
idee e i l
t:enp:mmento di Orazio condizionano, per il fatto stesso che è lui i l
CëqXXXltI:i.co, tutta li azione della ccmredi.a.
Egli è ovvianente, fra tutti
i CLl1fOlleIlti della a::Itpa.gnia, quello che rappresenta più da V'l.ciro i l
punto di vista deI Goldoni e l ' imnagine di uaro m:::x:1erato e bonario
questi ha volute lasciare di sé.
29
OtEl che qui
~i
cœ
interessa è che tale
l::la'larietà e rroderazione si rivelino i.ndisfensabili ad una vera e propria
presentaziooe dranmatica, teatrale, della rifonna.
2. !elie e Eleorx:>ra vengcne accettati nella cœpagnia, benchl!
l'lŒl
siano favorevolrœnte disp::>sti, alJ:œno aU' inizie, verso i l ntlOVÔ t.eatro.
Lelia appare sulla scena, annunciato preψent.errente da Ansel.rro e da
Vittoria che 10 hanno giâ i.nccntrato (I. vi), alla fine del pri.nn atto.
E' un p:eta ccmico,
ciœ
un cœpositore di camedie a più esattanente di
scenari nel gusto della camedia dell' acte.
Egh si fa avanti in roc:do
est.rercaIœnte cerim:nioso:
Servitor umilissiIro a loro signori. (t.t.J..tt"L la .6alu.ta.no)
Favoriscano, di grazia; qual è di queste signore la prima
cbnna?
Craz. Eo:o qui, la sigrx:>ra Placida.
I.el. Penœtta d'le con tutte i l rispetto eserciti un atto del
mie dovere. ' .(i.e ba.cA.a. .fil. ma.n.a
Lel.
(
2S
(
Plac. Mi onora t.rcppo, signore, io non lo,rœrito.
Lel. Ella, signora, è forse la seconda oonna? (a. Be.a.tILi.c.e.
Beat. Per servirla.
Lel. Penretta che ancora seco... (c.ome. ~Oplta.
Beat. No œrtarœnte. (.fA. Jt.Uuta.
!el. La sUR'lico... (.to1tiU1 a. pltova/te.
Bectt. Non s' incanodi. (c.ome. -60plUl
!el. E' mio debito. (glie1.a. ba.c{.a.
,Beat. Cane cananda.
:Oraz. Questo poeta è rrolto œrirronioso. (I.xi)
E œrca, invano, di sollevare l'interesse della carpagnia, sotto-
l.inearxb con rœtafore e
i~rl:oli
i l valore dranmatico delle sue
CCItIIedie:
Madana, ho delle scene di tenerezza fatte ~ta per voi,
che faranno piangere non solo gli uditori, ma gli scanni
stessi. (a. P.fA.ci.da.) Signera, ho per voi delle scene di
ferza, che faranno battere le nani anco ai palchi rredesimi..
(a. Be.a.t'U.c.e
Eug. (Piangere gli scanni, battere le rrani ai palchi.
Q,lesto è un poeta deI seiœnto). (Lxi)
Rimasto solo sulla scena, dopo il totale insucœsso che la lettura del
suo scenario ha avuto presso i rrert>ri della o::::npagnia, si sfcqa sul
plbblico contro la presunzione di Orazio e dei su.::>i canici, che vogliono
rinnovare i l teatro canico:
-caœ!
'l\ltti si sono partiti? Mi hanno piantato? Cosl
schel:nisa::mo un tX:m) della mia sorte? Giuro al cielo, mi
vendiche.rà. Fa..rO laro vedere chi sono. Farb recitare le
mie ccmœdie a dispetto loro, e se altro ItX:lgJ non t..roveJ:e
per esporle, le faro recitar sopra un banco in piazza da una
cœpagnia di valorosissimi œrretani. Chi sono costoro, che
pretendano tutto a un tratto di rinoovare i l teatro a::rnico?
Si danno ad intendere, per aver esp::sto al p.Jl:::iJlico alcune
ccmredie nuove, di cancellare tutte le vecchie? Noo sarà mai
vero; e con le loro novità non arriveranno nai a far tanti
danari, quanti ne ha fatti per tanti anni i l gran Conv-Uato
cU p).d'ul. (Lxi)
26
Ma in realtà egli ~ un "p::eta affamato,"
core
dice Ansel.rro senza
t:rDf:pi p:rrifrasi (II.i), ed è pronto a qualsiasi ccnpraresso.
Non esita,
infatti, ad offrire anche delle ccmœdie di carattere, pur di guadagnare
qualche cnsa.
E quando anche le sue m.ove prqx::>st:e vengono respinte
offre se stesso o::xre attore:
rel.
Signer Orazio, non 50 più cosa dire. 10 non ho altro da
offerirvi.
Oraz. Mi spiace infinitarœnte, ma quanta mi avet:e offerto, non
fa p:rr ~.
Iel. Signor Orazio, le mie miserie sono grandi.
Oraz.Mi rincresce, ma non so c:c:ma socoorrervi.
Iel. Una cosa mi resta a.offerirvi, e spero che non vi darà
il cuore di sprezzarla.
Oraz. Ditemi in che oonsiste.
rel. Nella mia stessa persona.
'Oraz. Che casa dovrei fare di voi?
Iel. Faro il cani.oo, se vi degnate accettarmi. (II. Hi)
In un priIro rn::mmto, Orazio rifiuta di accettarlo nella cx:xrpagnia,
oonvinto o.:m'è deI fatto che non si ptID diventare bravi attori da
tm.
m:rœnto
all'altro:
"Siete un irrpostore; e o:xre siete stato
falso poeta, cosi sarete un cattivo canico" (II. iti) .
di Ansel.nn e il bisogno di
tm. torD
lm
lm
Ma lè insistenze
altro attore ("ci m::mcano due 'parti serie,
e una cbnna," I.Ur, 10 spingono ad accettario (II.xii).
Alla
fine, dopa il provino, Orazio si convince ad:li..rittura di aver fatto un
boon aOJUisto:
"Questo giovane ha deI brio.
Pare un poo::> girellaio,
a:xœ dicono i Fiorentini, ma per la sœna vi vuol serrpre mo, a cui
adattare si p:lSsano i caratteri pill brillanti" '(III.lii).
D.lrante
tutt;.a la cc::mœdi.a, Lello ccntinua ad obbiettare contra il noovo teatro.
Egli serve da antagonista e la sua presenza per::rœtte di presentare sotta
27
forma di clibattito rrolti aspetti della riforrra.
Alla fine del seconde atto arriva Elecnora, la cantatrice,
essa preferisœ chi.arcarsi
"tma,
0
cx:xœ
virtuosa di rnusica" (II. xv) • 30 E' uma
forestiera piena di ricciolini, tutta brio, col car:pellino" (II.xiii):
Grand' aria! grand' aria ~
Plac.
Beat.
Oraz.
Plac.
Beat.
Bellezze
grandi! bellezze
1
grandi.
Che cosa c'ê, signore mie?
Vien su dalla scala tma forestiera che incanta.
Ha il servi tore roUa livrea, sarà qualche gran
signera. (II. xiv)
Anche lei œrca lavero.
Per necessi tA di denari, anche se non 10
azmette apert..arœnte, viene ad offrire i smi servizi caœ cantante negli
,
inte.oœzzi.
Le sue esigenze sono notevoli.
Vorre1:::be œnto :zecchi.ni per
lei e per un sua catpagno, che essa stessa sœgl.iera. una œrta sœma di
denaro per viaggi, alloggi e un piccolo vestiario, un'orchestra sufficiente
e mille altre oose.
Le sue pœtese e le sue rnaniere scortesi e sprezzanti
disgustano tutti i rrembri della cx:rrpagnia.
Ma ~
Lello, anch' essa per
necessità urgente di guadagnare, deve rrettere da parte i l sm orgoglio
e abbassarsi a far da a::mnedi.ante:
Ele.on.
Bisognerà superar 1a~. Ma che faro? Mi
1asciere persuagere a far la cc.mica? Mi regolere
seconda la tavela de' cx:mnedianti. GiA, per dirla,
~ tutto teatro, e di cattiva musica poo essere ch' io'
diventi nediocre canica. Quante mie cœpagne tarebbero
cosl, se {X>tessero! E' xreglio guadagnarsi i l paœ colle
sue fatiche, d;le clar occasione di rrortrorare. (II. xv)
Eleonora offre 10 spunto ad una vivaœ polemica cx:mtro la supeI:bia
dei cantanti, che credevaoo di essere superiori ai canici, e contra l'use di
interrœzzi rrusicali,31 nel teatro di prosa, per attirare il pubblico:
28
E' passato il tercp), si-gnora mia, d'le la nrusica si teneva
sotto i pieài l'arte cnmi.ca. Adessa a1::biann anche noi i l
teatro pieno di nd:>iltà, e se prima. venivano da voi per
arrmirare, e da n::>i per ridere, ara vengc::no da noi per
gcrler la a::mredia, e da voi per far la canversazione. (II.xv)
Essa si oonverte rapidarrente al teatro di prosa, awrezza il rrodo di
fare e le abitu:1ini di vita dei nuoVi cani.ci, sq:>rattutto delle donne,
e si raccan:mda ad' Orazia perché le insegni a diventare una buona
attriœ.
Nella terza sœna deI terze atto, tutta fra lei ed
Oraz~a,
si assiste cosl ad una vera e propria lezione di reci
CCIItlOr1:.aIœnto, natura.lIrente secœdo il gusto della cqtmlEma nuova.
E'
una sœna essenzia1e per l'esposizione di alcuni pr' cipi fandamentali
,
della rifarrm.
/
3. La lettura della scenario proposto da
a alla corrpagnia
penrette di sollevare alcune questioni di poeti
necessit:à dell' W1ità d' azione, l'" irlprcprie't:à
in istrada,
ft
far venire le danœ
l' "indegnità" del lazzo in cui
contrario al dea:>ro della noova O::Xlluedia, e
uso.
teatrale, caœ la
Tutto questo sullo sfon::lo di
Ulla
dive
"f ....................
didùarato fuori
te caricatura della
ccmœdia dell' arte e deI vivace intrecciar i e aœunularsi delle reazioni degli attori della oorrpagnia.
stesso della scenario:
La.
. catura com:incia 001 titola
"pantalane padŒ am:::>roso, con Arlecdù.no servo
fedele, Brighella rrezzano per interes
Rosaura delirante per atrore."
, ottavia
ea:)n::mJ
in villa, e
Titolo troppo lungo che provoca le proteste
dei presenti e la risp::lSta infastidi
1
1
di Lèlio:
"Meglio è abborrlare che
29
mancare.
vi piace.
Questa cr::mredia ha cin:Jue titoli, pœndete di essi qual più
Anzi, fate cosî;
CX]IÙ ann:J
d'le tomate a recitarla, nrutate il
titolo, e avrete per ci.rqœ anni una amredia, d'le parrà selTpre noova" (I.x:i,).
Durante la lettura delle scenario, gli altri prevedano 10 svilt1ppJ del-
.
l'azione, ovviarœnte convenzionale ("Anticaglia, anticaglia!" esclama
Orazio), e a turno anticipano esattarrente le parole deI testo:
rel.
Ma di grazia, ascoltatemi.
ct Pa.ntalo ne.
U;
Vo:ttolle cJUede .ta. 6-<.g.ua.
Eug.
leI.
E Pantalone gliela promette.
Bravo, ê vero. E Pantalone gUda. pIlomd;te. U VoUolle
.6-<-!U..üJr.a.. Pan:ta.ione p.ic.c.IU..a, e c.lU..ama. Ro.6a.u/ta..
Craz. E Rosaura viene in istrada.
rel. S1 signore: e Ro.6a.u/ta. v-<-we -<-n ,u.tlta.da.. (I.xi)
Per aca:mtentare i suoi ascoltatori, relio tenta di m:xlificare il testo,
facendo rima.nere Resaura in casa, rra con PJCO successo:
leI.
FaccianD cos!.
VottoJte IlMt'a..
Pantalone va. Ut c.a.6ct deUa. 6,(.gLia, e U
E frattanto d'le Pantalone sta in casa, oosa deve dite
i l 0Jtt0re?
leI. Me.nbte Pa.n.ta.l.one ~ bt c.ct6a., U. Vottolle... cUc.e quel. c.he
vu..ole. (Lxi)
Graz.
La continuazione della lettura fa
st che gli attori al::band::m.:i: la
scéna
'
une ~
~ l'altro, f'ln quand0 I.eli0 n.nane
tutto so1o. 32
4. re prove della farsa, dle la carpagnia
dovr~
recitare, caninciano
soltanto in II.Vi sospese per andare a mangiare in ILix, riprerxlc.no in
III. ive cantinuan::> fine al principio deU' ul t.irra scena.
Esse sooo in-
terrotte a più riprese, ira l'alt.."'O anc:h.e dagl' interventi deI su:Jgeritore
c:h.e vorrebbe invece farIe procedere Ebrigativamente.
Qœsti interventi
30
(II.iv, vii, IILiv, x), che contriliuiscono ad anirrare la scena, hanno
anche la funzione di ric:hiarœu:e l'attenzione su uno de<;Jli asp:tti tipici
della nuova cx:mœdia.
La presenza deI suggeritére
alla ccmredia scritta.
Una lunga interruziane
~
~,
infatti, essenziale
provocata àal camento
iranien e polemicn di relio, il quale osserva che non
~
rispettato i l
precetto classico sea:mdo cui non' si deboono far "lavorare in scena piÎlù
di tre
~
in uz:ta volta,"
e dalla ltmga discussione che ne nasce
(III. viii-ix) .
Più interessante
la farsa sc:elta dalla
~
il ccmœnto di relio, alla fine delle prave, che
canpa~a
tennina proprio corre 10 scenario,
~
,
,
egli aveva proposto:
Arl.
E
c.u.6~..t,
.eo.. man.
peJt taltnaJt a..e. no.ôtJta pltopO.6..Lto 1 Cotamb-i..na., deme
Brigh. Cotomb.uz.a. no 6aJUt .ôta toJtta a. 8Jughe..U.a..
leI. Signer Orazio, ecco awunto a:xœ teDnina i l mio soggetto,
che voi nCXl. avete voluto sentil:e. (c.a.va. -i.. 6agUe.tb.. e
tegge) FtoJUndo .6pO.6a. Ro.6a.u1l.a., M.tec..c.JUno Catomb.ina.; e. co-i..
ma.:tJr.imo rU. t e/!.1TI.-i..na. .ta. co rrm ed-i..a..
Craz. Siate veramente spiritoso.
(III. scena ultiJra)
E' in realtA un' osservaziane intelligente.
Essa tocca l'aspetto più
prcblematioo dei l , usa che il Goldoni fa deil' espediente della "camedia
in CCI't'lœdia" nel Teatro canien.
incontestabile.
La saniglianza rilevata" da relio
~
Egli aveva già osservato, dopo la prova della scena
deI nat..rim:lnio fra Florinà:> e Rosaura (III. vi), che tutte le camedie
finisCDnO 001 natrirronio:
leI.
10 credeva che avessero finito, qua.rrlo Flori.rx1o e
Fosaura si sono spJsati, IœI1tre si sa che tutte le
31
Craz.
LeI.
camedie finisoono coi matriIroni.
Non tutte, non tutte.
Oh! quasi tutte, quasi tutte. (III.i.x)
La riserva di Orazio dovrà riferirsi ad
si voglia
~
che la sospensione delle prove della farsa non coincida
con la fine della CCIIl'redia.
(Alla dananda di Gianni se c'è altro da
provare, Orazio si limita a riS!XJl1dere:
scena ultima.)
altre ccxmedie, a meno che non
"Per ora basta cosl," III.
Cam.mque, il titolo stesso della farsa, Il padœ rivale
del figUo, saniglia a quello di una delle o:mœdi.e offerte da Lelio,
Il
pa.dre rœzzano delle prcçrie figlillOle, respinta perché non bisogna
rœttere in scena"i caratteri scandalosi, a:xre sarebbe questo di un padre,
che faccia il rœzzano alle proprie figliuole" (II. tii) •
E l'intreceio e
i caratteri ricordano da vieino quelli della a::xmeclia de Il , arte:
Rosaura
è innaIrorata di Florindo, rra pantalone, padre di Florindo ana e voole
sposare anche lui la bella Rosaura.
COlâmina è anata da Arlecc:hino e da
Brighella e non sa quale scegli.ere fra i due.
La farsa, 0 neglio quelia parte di essa che viene provata dagli
attori, è stata variamente giu:licata <:lai critiei,
a:xre
,
_..:3~
~111~a,
,,33
cate una
.
p~cco
l a \.."\..IlIllC'-U.a
_..:3~
•
ln
_..:3~
'-'-"1I1~a
t.ma
"rredi.ocrissirna
·,....; .... "'1.0
•
34
on,=,
.. ~ e V1.vace,
a:xre una ccmrediola con "qualche spunto grazioso, Il in cui pare che
Goldoni voglia "burlarsi dei eanovacci œll' arte, Il 35 e cosl via. 36
I l giudizio più attendibile, a mio avviso, è quello che risulta dalla
discussione fra Orazio, Eugenio e Placida, nelia seccnda. scena deI
prim::> atto.
autore:
Non è una delle fanose sediei camedie, na. è deI rredesirro
32
(
Eug.
Fra queste non è la CXlI'CI1Edia che abbiarrc a fare dœani
a sera. Non. è forse anch' essa deI rcedesirco autore?
Oraz. S1, è sua.; ma. è una piccola farsa, ch' egli non conta
nel nu:rero delle s.ue cœrœdie.
(I.ii)
Non è "tma delle rnigliori conmedie/l dell' autore.
Tuttavia Placida,
benché "llwaghita del nuovo stile," è disposta a recitarla, "perché se
la o::mœdia non è di caratteJ:e, è alrreno canCbtta bene, e si sentoID ben
maneggiati gli affetti."
Questa attenzione ai sentinenti, agli affetti,'
è particolaIIœnte eviœ;nte nel personaggio di Pantalane.
scantrano le caratteristiche della maschera tradizicnal.e:
In lui si ri-:-
un veœhio e
ava:ro rœrcante veneziano 1 senpre innanorato di giovani ébnne e quindi
oggetto di beffe e notivo di risa.
Anche il sU) rroéb di parlare rimane
aderente al tipo fissato dalla amœdia deil' arte.
Ecco per esempio la
sua didriarazione d'ancre a Rosaura:
Pante
VOldJtlJ ~i...oJt. paJLe. x.e. m<.o bon amLgo, e..6 peJtO che. nat. me.
cUJta de no. Ma. vOJt.a.ve. .ô en:tUr. da. vu, .le. me. c.aJt.e. VA...4.6 e/t.e.,
do pa.!LO.te che c.on.ôoLu.ô e.. el m<.o pOVVtl1 ClLQJt.. !faJt.a.ve. che.
vu me t:Ü.6 eui...: uoJt. .ôl, .6i...OIL Pa.n.ta.e.on, .ta :Ualtb, ghe.
vogg.ic .tu.t:to el mio ben ; .6i...bbe.n c.he. l' ~ ve.c.c.JUo, el. me.
p.ia..5e :ta.nto; .ôe me cLU~ c.u4.ôl, me. 6e. a.ndaJr. -i.n. bJuw de.
Luagne. (JI. vi...J
La differenza rispetto alla tradiziœe diventa,
pero
evidente
~,
s<::Xlp9rto dal figlio, si ripI:'en:je e œrca di riIœdia.Ie -allo sbaglio
fatto:
Pante
Si...QJt.a. Ro.ôauJUl, no ~o C.O.6.oa. dUr.. V' ho va!e..o.ta ben, ve.
ne voggi...o anc.oJt.a., e. ve. ne. VOILIW. Ma. an momen:to .6a.to ha.
de.c.Uo de. vu e. ck '!Si. De. vu, che. no .6a..1L~ piil .to1Lme.ntJu1a.
da. .6.to pove.lLO ve.c.cJUc; de. mi, che mo.fL.Utb qu.an:to p1Li.ma.,
.6a.cJL.i6i...c.ando la. vUa. ai. rrK.a de.c..OIr.Q, ai.!a. mUt u.ti..rrra.zion (II. vi)
'\.
33
E' questo un esenpio della trasfonnazione deI personaggio di pantalone
operata dal Goldoni:
della sua. rœt.anorfosi da vecchio libertino in-
uaro saggio, che ricanosce i propri torti e cerca di riIrediare al mal
fatto.
Pantalone
È!
al
centro della farsa,
ed è possibile che il
Goldoni abbia volute dare cosi l'occasione al nuovo Pantalone della \
cœp:lgnia di
~ch
La farsa non E!,
di rœttere in rilievo la sua bravura.
Cl.un:iœ, una conmedia di carattere, ma non
nemœno una ccmredia all' irrpm+o.
~
~
Essa è scritta per intero,
conàotta bene e vi sono maneggiati bene gli affetti.
Rimane da sapere
perché mai Goldoni abbia sœlte una ccmredia di questo tipo, a rœzza
strada fra il vecchio e i l noovo, quando 10 scq:o che egli si prefigge
nel Teatro a::rni.co è ovvianente quello di illustrare i principi della
sua. rifoDna.
l critici non
si sono fennati su queste punto, e cioè
sul rapporte fra la farsa e la a:.mmeclia in cui essa è inserita.
spiegaZione data da orazio a Placida
poo
~
La
qui puramente episodica e non
risolvere la questione:
Plac.
Graz.
Perché dunque vogliam::> fare una farsa, e non più teste
una delle migliori ccmœdie?
cara
signera, sapete pure che ci nancano dœ' parti
serie, un UCIrD ed una donna. Questi si aspettano, e se
nc:n giungono, non si potranno fare ccmnedie di carattere.
(1. ii)
E' naturale che Goldoni non abbia voluto utilizza.re œssuna delle
~
sedici ccmœdie noove, per non dim:i.nuire l'attesa e la curiositA del
pubblico nei canfranti della lom inminente rawresentazione.
Ma questo
non spiega perché non abbia inventata qualc::osa _di diverso par la
!'l
.... -
;,
"I:""-~ ~--
34
(
camedia in camedia,
espediente.
0
perché abbia voluto fare ricorso a questo
La spiegazione mi senbra che sia delle stesso tipo di
quella che abbiarro già data per quanto riguarda il ricac1ere degli
attori della conpagnia nelle loro vecchie abi tudini, l' introduzione di
personaggi, aJ..neno iniziaJJœnte, awersi al'la nuova canrœdia, l'in-'
sistenza sulla gradualità della rifonna da parte sopITattutto di Orazio.
Il sentinento deI contrario è indispensabile non soltanto all' t:m::>risrro,
core credeva Pirandello, ma. al teatro, a tutto il teatro.
si fosse servito di una camediëi noova,
0
Se il Goldoni
di scene di essa perfetta-
rren:te aderenti ai precetti della riforma, la "corrrœdia in conlœdi.a" si
sarebbe presentata cc:ne un' esenplificazione opportuna dal punto di vista
didattico.
I l teatro canico avrebbe potuto facilrrente trasformarsi in
una pedantesca lezione di poetica.
Se d' altro canto avesse fatto ricorso
a delle scene autentiche di corrrredia cleil' arte, la sua scelta avrebbe
contraddetto ap;rt:aIrente la sua tesi e avrebbe minacciato di renderla
incorrprensibile.
La via di rœzzo da lui scelta ha il vantaggio di evitare questi due
opposti inconvenienti.
~cenario
La farsa costituisce un passo aVanti rispetto alla
letto da IBlio -
l'inprovviso -
ovvio esempio della vecchia ccmœdia al-
sulla via della ccmœdia noova, descritta e discussa nel
oorso di tutta la cornœdia e di cui gli attori della corrpagnia e i due
,.
nuovi arrivati danno un eserrpio in atto, direi quasi un esempio vissuto.
Il teatro cx:mico, nel suc conplesso, ci dà cosl ma rappresentazione
It
draIrmatica della riforma nel processo' stesso deI sm divenire.
",
\
1
v.
pin oltre, nota
24.
2 Sulla a::nposiziOŒ! deI Teatro canico e le pri.ne IaH?œsentazioni,
v. la nota al Teatro canico di Giuseppe Ortolani nella sua edizione di
0feJôe
'I\ltte le
a
di carlo Go1Cbni, 4 ediz., Vol. II (Milano: M::mdadori,
1959), r:p. 1329-31.
"ih
Per le citazicni dalle opere deI Goldoni mil serve
œll'ediziane in 14 volurni a cura dell'Ortolani (Milano: M:>rrlaOOri, 1935Tutte le volte in cui non ~to il titolo della camedia,
1956).
l'indicaziane si riferisœ al Teatro o:::mi.CXJ.
Per le indicazioni œi
personaggi mi serve delle abbreviazioni adcperate nell' ediziane Ortolani.
3 Per la critiœ into:m~ al Teatro canico, v. pin Oltre, nota 7, e
anàle Parte seo::mda, Rassegna bibliografica.
4 Ortolani, II, 1045.
5 artolani, II, 1042.
6 Mémoires, II. vii, Ortolani, l,
7
Mi
2~7.
serrbra d'le in qœsti teJ:mini applmto si deI::ba. fOl:mlllare il
prc:èlema critico posta dal Teatro cx::mioo.
Altrirœnti si
esitazicni e nel..le oscillazicni di rrolti critici,
0
caœ
nelle
aclli.rittura in
Ulla
1
CCIldanna
(
della a:mœdia in quànto a:mœdia -
condanna che CŒiti tuisce
..
36
(
lm
Per i l valere teatrale
terra fre:;ruent.e!Iente rioorrente nella cri tica.
della CCI'II'!edia, invece, si vedano sq:>rattutto le asservazioni deI Mangini
(n.23), del Palmieri (n.24), deI Binni (n.35) e deI cazzani (n.41).
nureri fra
paren~i
(I
rinviano alla Rassegna bililiografica).
. 8 Nœ era certo nuova l' iœa deI Goldcni di servirsi -de! palCO-- -,:-- ~
soenico I;Er esporre delle teorie letterarie:
-ciltri
fatto priIra di. lui, a caninciaœ da Aristofane.
necessario rifarsi tanto da
l~tarx>.
Ma
10 avevano giA
nal
~ p.lIlto
Nel Seicento si erano avute
imi.tazioni aristofanesche per opera di Scipiane Errico, di G. Giacx::I[D
Ria:io e di qualche
a1~,
rra nelle camed:i.e di qœsti autori la critica
letteraria era preponderante e si occupava, par 10 più, di esp:lrre
giudizi sopra pœti fanosi.
Nel Settecento, poi, le ccmœdie che
trattavarx> le questicni letterarie, si no1tiplic::a.rorx:>, ma ncn a queste
dovette l' i.spip.ziCXle i l GolcDni: sebbene alle
r-bliAre:
OJ[([edie
fanose deI
La Critique de l'Ecole des Femœs e L' IIrprœptu de Versailles,
anbedue "ccrné:lies critiques, ft seri tte per rispcndere a cri tiche fatte
dalla c:œpagnia rivale.
polemica.
IIB
Mentre nel Teatro cani.co, i l GolOOni rxm s· att.a.rc:e a p:>lemizzare
'!JOlle da.re un' esposizicne anpia e cc:npleta delle sue idee e dei sl.Di
criteri artistici.
V.,
SCI10 COlp)Ili.trenti d'indole essenzia.1nente
Fer alt.:œ :i.nfonnaziani suU' uso di questo espediente
s.v. "Ccmœdia in o::mœdia," neJJ.'Erx::icl.cp=dia della spettaoolo, a
cura di. Silvio D'Amico, Vol. III (RaIa. le Ma.scbere, 1956), W. U26-27.
9 Angelo De Gubernatis, carlo Golcbri.: Corso di 1eziari (Fi.ren:ze:
Il
't.
(
I.e~,
1911), p. 53.
10 Sull' iœntificaz~ dei vari persœaggi dei 'l'eatro ccmico, v.
1
Ortolani, II, 1329 e anche Gino Cœd1.etti, "Rapporti fra autore e
a:xnici nel pensiero del Go1dc:ni," in Studi gJldcniani, Atti del Convegno
Int.en"lazianale di Stu::li golc:bniani (Venena 28 settenbre - 1 ottobre
1957) , a cura di Vittore Branca e Nioola Mangini (Venena-R::ma: Istituto
per la Col]ab:>razione CUlturale, 1960),
n,
533-41.
Per una rioostl:uzi.œe
gioD1al.istica e un po' pettegolo dei rapporti. deI Go1cbni a::m. le attrici
e le cantanti, v. Gastœe Germ I l Golàcni 1..ibert.iro (Milano: MJrsia,
1979) •
i l Sulla qtEStione delle rraschere in camedia v. ilL' aurore a chi
legge, n pzefazicne al Teatro canico, 0rt01ani, II, 1045-46:
"Fer
adattaI:mi anche al casbme, e netter in grQ,Zia la Catpagnia, e le
Maschere principa.l.Itente, le ho intrc:rlotte dëq:.prirra oogli abiti lero
di casa e coi loro volti, poscia vestiti e rrascherati da sœna.
~
Qœsta
mi parve in awresso una burattinata, ed ora, nella ristarrpa ch' io
fo di questa catrredi.a, ho anche assegnato a chi.aschedun Persanaggio un
naœ proprio, riseJ::banOO ch.i.arœr10 col none cx::mic::o, alloraché nella prova
Sl.JRX)Sto
della Ccmœd.ia rappresenta i l tal Personaggi.o."
U V. sopra, pp. 6-7.
13 Delle tre unitA discusse da Aristotele, i l Goldoni si fenra a
discùteJ:e più a lungo, l'uni. tà di 1W9J.
lXIl
ê neœssaria se gli spost.arœnti
SOD:)
L r osservanza della scena stabile
vexosintili, limitati a una casa
37
38
(
o ma cittA, rrai perO da una città ad \m'altra:
"Gli antidti nal hanno
avuto la facilità che abbiarro noi di carrbiar le scene, e per questo ne
osservavaoo l' unità" (II. ili).
Nel Teatro cani.co è rrèssa in questione
and1e la poetica di arazio per quanto riguarda il nuœro di persane sulla
soena.
Il Goldoni driarifica l'errata interpretazicne deI teste classiee,
sp:iegandoci che la
regJla
limi.. tava i l nUIJerO a tre
~ane
sul palco-
scenico in una volta per evi-ta:.r:e canfusiane, rra insiste che "le sœne
si
possa1O
fare anche di otto ,
0
dieci persane, quando siano ben regolate,
e che tutti i persœaggi si facciano parlare a tenpo, senza che uno
dist:m::bi l' altro, care accordano tutti i migliori autori, i quali hanno
inteIpretato il passe d' Grazio" (III. ix) •
Ma fra tutti i
teorici
piaœva al Goldcni il francese Rapin: Reflexicns sur la ec>et;ique de
Aristote et sur les ouvrages des Poetes Anciens et l'-b:lernes, Paris (1674).
14 Il Golcbni aveva qui in Irente abili corni.ci: cœe Antonio Sacchi
di cui scriveva:
"Se tutte le masc::here avessero i l talente deI Sacchi,
,
le camedie all' inprovviso sarebbero deliziose;onde ripetero quel, che
ho dette altre volte: io ncn sono inirnico delle Cc:mredie • a Soggetto,' ma
di qœ' Canici, che non hanno abilità sufficiente di sostenerla" (Pref.
al Taro iN delle c:::ormedi.e e::liz. Pasquali, Ortolani, l, 739).
E altrove:
"Quel celebre eo:::ellente Camee, noto all' Italia tutta pel nare appunto
di Truffaldino
U-l ~,
ha una prcntezza tale di spirite, una tal
abbcndanza di sali e naturalezza di termi.n.i, che sorprende: e volendo io
~
per le parti buffe delle mie Cornœdi.e, ncn saprei rreglio
farlo che, studiando sopra di lui" {L'autore a chi legge," prefa.z±a1e
(
39
(
al Servitore di due padIooi, Ortolani, II, 8).
15 Circa la polemica nel CirqtEœnto sulla vi ta ~ racccmandabile
degli attori, si ricordano alcuni autori e attori deI Ci.rx:Juacento e and1e
del Seiœnto i cui testi sono dœuœnti fondarœntali
r::er
la carprensione
di un detenn:i.nato m::m:mto cellt3: storia deI teatro e i primi tentativi di
ricuperare la dignità cella professione dell 1 attore che fOi saranno ripresi
nel Settecento da carlo Goldoni:
Tcmnaso Garzoni œl soo trattato La
piazza tmiversale di tutie le professioni cel rrcnèb (1585) difende la
professione deil 1 attore distinguenèb i bravi attori dagli saadenti.
V. in particolare i l capitolo "!::el canici, e tragedi, cosi autori, caœ
Recitatore, cioè degli Histrioni":
'1- .] A
tatpi nostri
Si
è vista
ill1
Fabio Cœti.co, il qual si trasmutava di rubic::::ncb in pallido, e di
pallido in rubiconde, c:x:>rre a lui pa.reva, e deI sU) l"fO<b, della sua
gratia, cel sU) gentil discor:t:"eIe, dava arnniratione, e stupore a tutta
la sua audienza..
la gratiosa Isabella ~ ~o delle scene,
ornarrento dei '1heatri, spettacolo S1..1perbo ncn rreno di virtù, che di
bellezze, ha illustrato ancora lei questa professiane, in l'!Dèb, che, rren.tre
i l rccndo dura.rà, rœntre staranno i secoli, rœntre havran vita gli ordini,
e i tenpi, agni voœ, agni lingua, agni grido
dl IsJiliel1af.~.
risu::ma.m
il œlebre naœ,
Ma sopra tutto parmi degna dleccelsi hanori qœila divina
Vittoria, d'le fa rœi:aIrorfosi di se stessa in sœna, qœlla bella rraga
dl arrore, che alletta i cori di mille amanti
CQ'l
le sue parole, quella
dolce Sirena, ch 1 anmaglia con soavi incanti l'a.l.ne de suoi divoti
~tatori:
e senza dubbio rrerita di esser posta c::are cœp:md.io del-
40
(
l' arte, havenoo i gesti prcportianati, i noti anronici e ooncordi,
gli atti rraestrevoli e grati, le parole affabili e dolci, i sospiri
ladri e aœorti, i risi sap:Jriti e soavi, i l portarrento altiero e
generoso, e in tutta la persona un perfetto decoro, qual spetta c
s' awartiene
~
una
~etta corrediante[.~.
Ma
pero
quei profani Cœti.ci
che pervertono l' arte antica, introdocenoo nelie Caredie dishanestll
solaIœI1te, e oose scandalose, nm possano passare senza aperto
vit~,
infananoo se stessi, e l ' arte insi.eITe ron le sporcitie, che
a ogni parola scappano lor di bocca, e quanto rraggiore infamia trahe
da rostoro, c'hanno con l'Aretino, ê5 001 Franco carcbiato la lingua,
per ragionare solo da sporchi, e vituperosi caœ sono.
Negli atti
seno più che asini in civili, ne' gesti ruffianissirni a spada tratta;
nelle parole sfacciati
~
le rœretrici publiche, nelle inventiani
furfantissimi. a tutta botta; e in agni cosa putiscono da nanig:üdi quanto
dir si possa; ~ • J Laonde per cagiane di costoro giaœ caœ ne! fango
5ep:)1ta l' arte Ccmica" (Edizicna adcperata:
Venezia: Appresso gli Heredi
di Gia. Battista sanasoo, 1592, pp. 738-39) ; v. anche della stesso
autore i l capitolo "Da' fornatori di spettaooli in
o ciunratori rrassi.Ire" (pp. 741-49).
~,
e
àe~
ceretani
Un altro ritratto interessante di
questi attori ce la dipinge Andrea Perl:uxi nel sm trattato teorico
Dell tarte rappresentativa, preœditata eaU' brprovviso (1699), in cui
scrive:
"Il male si
~/che
oggi ognuno si stima abile per incplfarsi
nella canica irrprovvisa, e la più vile feccia della plebe vi s' irrpiega
stimandola rosa facile: ma i l non œnoscere i l pericolo nases dall' ignoranza,
(
41
(
Onde~,
e àall 1 anbizione.
-
che i viliss:imi Ciw:rna.tori, e Salt' in banco,
d'le si h.anno posto in testa d'allettare la gente, e trattenerla con parole
a guisa di tanti Ercoli Gallici o::m auree catene, vogliono rappresentare
relle putbliche piazze CooIœdie all' irrprovviso, sto:rpiando i soggetti,
parlando a sproposito, gestendo da matti, e quel
mille
osceni~,
ch'~
peggio faœnèb
e sporchezze, per FOi cavare dalle borse qœl sordide
guadagno col venàergli le loro inposture d'oli ootti, controveleni da
avvelenare, e r:i.rredi da far venire qœi mali, d'le non vi sono [ .~. Or
lascianèb alla malora questa gentaglia vile, infane, e degna di tutti i
vituperi, diciarro che datasi qualche unic:ne di virtuœi a Rafpresentare
aU' irrprovviso, si puô œgolataIœnte fare qualche cosa di Wane, imitancb
gli ottiroi ccmœdianti che'
quegli fe.t' diIetto
SC!1O
ci~
ci~
fanna (non essendcne mai rrancati), facencb
d'le qœsti fanno per rrerœde.
fuIte Accadenù..e
insorte di questo virtuose esercizio, ed in Nap:)li, ed in B91ogna,
ed in nnlte Cit~ d' ItaHaf.:Jo
(Edizi~ ~ta:
A
cura di
Da! capitolo "P.awresentare all' inprovviso. Il
Antal G. Bragaglia, Finmze: Edizioni
(
Sanscni Antiquariato, 1961, p. 160).
NicoRl Barbieri lcx:1a e difénde la
sua arte ne La Sue;>lica: Discorso fami.gliare a quelli che trattano dei
canici (1634):
"I a:mici virtlDSi praticano CCI1 nnlti cavalieri, servom
nnlti Principi, e
per~
s'addestrano a' t.el:rnini ccnveœvoli
a' galantu::mini:
,
per 10 pit} sono tinorati d'Idmo, e pero si guardano da il.l.eciti oostuni,
recitano sovente all ' aspetto di Prind ['esse e darce di santi costumi., e
perci~
fanJX:) l'abito alla m:::x1estia, sono per la pill studiasi, e
rendcno grate le lare fatiche.
Nan vi Ë! bu:n libm d-.e da lare
pero
l'lCI1
sia
\
42
(
lette, né bel o:n::etto che non sia da essi tol to, né descrizione di
cosa che ncn sia irnitata, né bella sentenza dle ncn sia calta, perché
nol ti
~
e sfiorano i libri.
delle lingue straniere[.
J ' !tOlti
z.t>lt i di lem tradu::::cno i discorsi
inventano, imitaoo, anplificaro.
Basta: ché tutti studiano, c:aœ si ~ vedere dalle case ch' essi hanno
rirœ, disoorsi, cx::m:eclie, soggetti. di ~e, lettere G.~
aile st.anpe:
ed altre cosette che pe.r cx:mi.ci non sono sprezzabili, e si trovano quasi
tutti, se
l'X)l1
pieD:> l' ingegno di scienze, a1.Iœno adorni in superfizie
di rrolte virtù.
E, quando tutti non siano taU, hanno poi qtegli altri
una tal grazia ne' 10r0 personaggi., che serve lam per
istu:lioE. 3.
In
quest' arte è di nestiere un talento naturale, a pochi CQ1œduto, e di
œnto che si J;X)Ilgcno a recitare, dieci non riesccno bu:mi, ancor d'le
siano Aristotili di sapar, poiché vi. vue1 elocuzione, pr:onunzia e grazia.
A q'lESti tali, adunque, si deve dar Iode e non biasino."
Dal capitolo
"Non poter essere il cx::mi.co incivile, studiando e pratÎ:cando sovente
oon person-= l'là:>ili.''
di
(Testo
adcperato
~erdi.nando Taviani, Milano:
16
en:
Crr.
trattan::>
CCI'l
stuiio critico, note e varianti
Edi zioni i l Polifilo, 1971, p. 34) fo
/
œ'
canici,
CCI'l
st:u:1io critico, oote e varianti
~l far ri~ non ~
d.:iL Ferd.i.nanOO
;
Taviani (Mi1ano: Edizioni. Il Polifilo, 1971), pp. 109-10:
stu::lio
i quelli
NiooR'> Bal::bieri, La SUWlica: Discorso famiqliare
di tutto i l gion1O, ma è
stu::li.o d'le rincresœ ed annoia a lungo andare; e non è,
CCJte
"Er] e
questo
~' altro
tali pensano,
<XJœ
di tante gusto che mandi l' anima nell' estasi deI dUetto, ma! è
1
fa~,
_
----
a:ne è fatiCDSO i l sonaœ, cantare e ballaœ!-Ehé---P1X:iID- ~i f;itracx::a, si
----
,
43
sfiata e snerva quando clb fa par esercizio; e quando i canici vanne
.
al teatro, non dicono d'andar a spasso caœ gli asooltanti, ma dicono
e ta! volta a piil d'uoo tremano le gartbe
di an::1ar a bott:ega:
~
che ha da sodisfare tanto pq:x:>lo e pat:'SC%le che pagano i l 10m danam
e che non stanno coll Fer devozioni, voglio dire, che pcssono strepitaœ
E ta! povero a::mi.CX) va per dar gusto a gli altri,
se non hanno gusto.
quando fors 1 ha le la.griIœ a gli oœh.i,
oolon d' infirmitA,
cx:m:xlitA.
ron
~
0 ~r
Fer disgusti di casa,
0
0
Fer
esser tenpo di paqar suoi debiti e ncn aver
A tale cŒ:! i l loro studio ~ più di fatica che di gusto; e
senpre di far ridere, ma di gradiI:e per aveme pei utile ed onorei
e que' persanaggi d1e rrolto fanne ridere la brigata, quelli forse stu::lianD
mm::> de! gli altri, e piü dl uno di qtl3sti simili a pena sa leggere:
questi
SOlX)
aiutati dalla grazia natural.e
a tale che se i l ciso
IlDSSO
0
dalla prœtezza dello spirite;
da simi..li pe.rsœe fosse pec:cabile, sarel::be
più errare della natura che dello stu:lio, e dU.
\.ID
rra
~
che p::ssa creŒ!re d'le
canico i l qua1e abbia cura di casa, famiglia da çpverna.œ ed ooore da
custodire p::lSsi dispensa:œ tutte 1 r ore nello studio?
dalle dte alle tre
smo in viaggio, in mana de' carozzieri, nolizini, ba.rca.rooli, osti,
daziari e simili, dove ncn si tratta d r al tro che di lx>rsa apertai e sarl!
questo terrpo da st1ldj ar le scioo::herie?
Creda ognuno a SUD !lDdo, ch' io
nm sa trovar questo riso pecx::abile né quest:o tatp:> perduto in continuo
studio di far ri<È.l:e."
17 Verso la rretà deI cinquecento, le derme appaiono par la prima
volta sul. palcosœnico.
Tuttavia la loro pre.sen2a SUlla sœna era
44
cxmsiderata un grande scandalo.
Essendo le attrici à:mne esposte e
disponibili, erano viste caœ eœitatrici di lussuria.
Qœl10 che
veniva COndannato, era la potenza fascinatrice dell' esibizione femnini.le
sul palo:::)sœnico.
Per quanto riguarda la polemica intorne a questa
questicne ed altœ sul teatro canico del
Ci.rxJueœnto,
si rioorda la
serie di scritti polemici cinquecenteschi oontro gli spettacoli e più
precisarœnte CX)fltro i canici di professione œil' arcivescovo di Milaoo
carlo Borrareo ed altri noralisti che scrissero CCIltro il teatro:
Juan
de PinEda, franœscano spagnolo che scrisse il Disrorso del danno che
cagionano le camedie et lascivi spettacoli (1599); e, Franœsco Maria
Cel~ che FAJl:blioo a PaC!ova i l suc In Actores et Spectatores caroedianml
nostri tenporis
paraenesis (1621); fra
questi c'erano gli accademici ed
i letterati che veàevano nel teatro de i l 'arte un fenaœno che non poteva
collocarsi nell t ordine
œl
viver "civile."
guardano soci.etA e ccmœdia àa.l
C~to
Per tutti i testi che rial Settec:ento v. Ferdi..n.an.<:b
Taviani, La fascinazione deI teatro (PaIe: Mario, Bulzaù Ed., 1969).
18 Sul1e cpinioni
~lidle circa le abit\Xiini delle
à:mne di teatro,
v. due altl:e c::x:Jtne:lie deI GoICbni, ne.l.ie quali ~ rœsso in rilievo la
cattiva fana. di cui godevano sia le attrici dle la cantanti.:
Inquietudini di Zelinda (1768), il Gold:m.i. ritrae
nel1e
Barbara, una cantante
di btDni costtJni la quale IlCl1'X)Stante tutto qœllo d'le fa e diœ, viene
giudicata àagli altri persooaggi una donna p:x:o seria:
"Avv.
<:!l, dl,
mi fate rider davvero; questi sono di que' natrirrari., œ'quali, per
ordinario, l'arror non ci ha gran parte.
Barb.
voi parlate cos1 perché
45
noo nù. canoscetei credete che una giovane elle ha calcato le scene, non
Siete in errore, se cosl pensate.
sia capace di ncbili sentilrenti?
Il
Teatro non canbia il coore i colei ch' ê mal cnesta in pubblico, sarebbe
tale in privato, e chi ha prudenza in casa, vive prudenterrente pe.r tutto"
(III.iv).
L' cw>sta di Barl::>ara, ê invece, la cantante, Clarice, nella
Bancarotta (1741), il cui rœstie.re consiste prq:>rio nello sfruttare al
massino gli spasinanti:
Gran prodigio ê questo deI signor calte.
"Clar.
Non ha mai fatto altrettanto.
Ad enta delle sue grandiose parole, l' ho
senpre creduto spiantato, ma cawien dire ch' ei possa spendere, se ha
fatto per ma i l sagrifizio di parecchi
zecchini....
stessa, che i l viver di regali e protezioni
e di rrolto poco denaro.
Pazienza
nLlSica, e la voœ nù. ha tradito.
ora
l'lO'l
sc ridtu:mi"
l
~
fA.a
pense tx>i fra ma
una casa di troppo pericolo
Ho gettato il t5Tpo a lltparare la
SOno stata allevata con rro.tbi.dez~, e
(II.x) •
19 Prefazione al Taro XVII delle axt(le:lie ediz. Pasquali, Ortolani,
l, 752.
20 "Il rrel vezzo
~ -tx>i ogrù. linù.te nei due ultimi secoli della
fepubbliœ, e all' q;:era e rraggiomente alla cx:mœdia gli spettatori si
~vaJ.'X'.)
alle rœmi.festazicni pin clalrorœe e SCC4lvenienti.
nel1a sala tisa sgangherate, che
nal
S' OOivano
finivano pin, voci grosse e sottili,
miagolli da gatto, canti da gallo, stamuti, tossi sirnulate, sbadigli
rurrorosi, rc:nzii, boati, esclamazioni dl ogni naniera,"
Pœp:!o M::>llœnti,
"1 p.1blici ritrovi di svago e di giUXD," Storia di Veœna nella vita
46
P;rivata dalle origini. alla caduta della Hepublica,
a
Decad.iIrento, 4 edi.z. (Bercgarco:
Isti~uto
Parte terza, l i
ltaliano d'Arti GrafichJ, 1908),
p. 232.
21 V. Mi§rroires, II. li, Ortolani, l, 251.:
Il JI avois
vu au Théâtre
Saint-Luc une Piece intitulée le Putte di Castello; c'étoit une Caœru.e
populaire dont le sujet principal était une Vénetienne sans esprit, sans
nœurs et sans conduite.
Cet ouvrage avoit
panl
avant l'Ordonnance de la
censure des Spectacles; tout était mauvais, cm;:actere, intrigue, dial.ogœ,
tout était dangereux; cependant Cf était une Canédie nationale ~ cioè
vene~; elle amJSOit le
aux mauvaises plaisanteries.
a:JIUençoit
a:
public; elle attiroit du rronde, et on rioit
J'étais si content de ce public, qui
preférer la Cc:::IIédie à la farce, et la décence A la scurru.lité,
qœ p:n.lr enp!che.r le mal que cet Pieœ auroit pu faire dans les esprits
encoœ d'lancelans, J'en damai une dans le rrêTe geru:e, rrais honnête et
instru::tive, intitulée la E\ltta Onorata; V. anche altrove ne "L'Autore a
du
~"
prefaziane al Pl:odi.<J?, Ortolani, l, 861:
Camedie andavano le
J;ErSOne
"Fin tante che aile
p:r ridere ail' inpazzata, senza badare al.-
l' intreccio, ai caratteri, alla sentenza, poco rraJ..a iIrpressiŒle poteano
fare negli animi.. le scioccheri.e, ta1volta ancora iImDdeste, che si
lasciavano i camed.ianti cader di bocca; na in oggi che la Ccmœdia è
divenuta qual.che cosa di più serioso, e
~
nolti vanne per ascoltar
verarœnte, cawiene ben pesare le nassi.Ire, i CC%lcetti, le barzeJ.1ette.
Queste 1.eggi le ho
awte in rœnte fin da principio, rra a poco a p:x::o le
posi in pratica, a misura che i l bJa1 gusto clel putblico si andava
perfeziananéb. "
47
22 Nel Teatro ccmico, il Golèbni
prcp::lIle
quelle stesse iœe che
t:rov:i.arro sparse nelle prefazioni, nelle èediche e nelie lettere, e,
in partic:nl..aI:e, con rraggior forza e organicità, nella Prefazione al
prim:> tan::> dell' edizione Bettinelli (~750).
Ma per
una ricostruzione
della poetica goldoniana Il teatro canico rappresenta forse la fonte
più ÏJtp:)rtante, "perché se negli altri suai scritti
tocoo
de' suo~
prq:lOSiti e delle sœ teorie, in questa camedia l i espose in una
fcmna ••• ufficiale"
(Maria
Ortiz, I l caoone principale della poetica
golà:lniana, Nap:::>li: Stab. Tip. della Regia Università, 1905, p. l5).
23 Cfr. Andrea Perruœi, r:ell'arte
rw:œsentatiVa, pœrrecli.tata
ed aU' irrprovvi.so (1699), a cura di Antal G. Bragaglia (Firenze:
Edizioni Sansoni Antiquariato, 1961 ), "Dialogo d'arror corrisposto
ccnœttoso dl invenziane di parole," pp. 180-81:
La D. ,sopra la
H.
D.
Fane, L' H scpra la Sete
Gli occhi rniei idropici d' a:rrore veIlg::>oo al fonte della vostra
~
bere
l'~
l::ell~zza~
di qœlle grazie, che passooo ~~~.~-~-~-
Il mio, cuore digiuno da tantei:.eIpJ della-vrStra leggiadria, come
Avoltojo affana~ vola alla rrensa apprestatali da anore ~ saziar
le brame:--
H.
Ma che
a<:X;IUe sono queste,
~
quanto più ne bevono i IUlli. assetati,
tanto pin sento avanzanni la sete?
D.
Ma che
cjbo
(!
questo, che quanto più 10 gusta l' ccchio innarrorato,
tante pitl la sua fatœ s' aurenta?
sana
ccn gli sguardi:
H.
Un ocx:::hio assetato mal si
D.
Un affamato desio non si nutrisce col solo ri.mira.re.
H.
Aprite dal dum sasso della vostra rigidezza un i.nèeficiente vena
di corrispandenza, :çerche l' assetato Cervo deI mio ferito cu::>re
ri trov'i la branata abbcrldanza.
~~-----
----~--------
48
D.
Non fate voi che il Tantalo del mio desiderio veda fugaci quai
frutti, che ponno ristorare il mio farrelico affetto.
H.
Io vor:œi nlDVO Praneteo pascere l'Aquila del vostro desiderio
col mio coore.
D.
10
vorrei trasfontanni noova Aretusa in fonte F€L" togliervi
affatto l'anorosa sete.
H.
E che manca a saziaJ::mi?
D.
Trovare i rrezzi opportuni cx:m parlare a mio Padre.
H.
PrecipiterO gl' indugi perche si consoli i l mio febricitante cuore.
D.
H.
Fra tanto pensa 0 caro •.•.
In questo nentre vorrei che havessi in r:;ensiero .•.•
D.
Che il mio desiderio
H.
Che 1·.~ mio non è un augel paradiso.
Q..
c:l'lé si pasce d'aria.
H.
Che vive
D~
S);erO di saziare il mio desio.
'H.
,
cella
'
è un Camaliote.
ruggiada della speranza.
Voglio in te disseta:r::mi
0
fente mio.
24 Nel 1750, invitato dal Ministro di Sassonia per i l Re di Polonia,
i l Pantalane del.la a:npagnia Medebach Cesare D'AJ:bes parti per Dresda,_
~
aver contribuito con la sua ricca
~rsonalità
di attore, ad awrofondiJe
i caratteri dei personaggi nelie ccmœdie Tanin belia g;:azia, L'u::m::>
prudente e l due
ge:œlli
veneziani, e in tant'altre.
Nel 1750, a p:œndere
i l posto deI D'Al:bes, entro nella o::mpagfiia Antonio Ma.ttiuzzi Collalto.
Il Collalto era nato a Vicénza nel 1717.
d' ingegno, aveva
Uaro di fine educaziane e
pero bisogno d' essere istruita nel nuovo
camedia e i l Golàcni si pœse cura di lui:
genere di
"Je m'y attachai, je pris
1
soin de lm, i l m'écoutait avec confiance; sa docilité m'engageait
toujO\lI'S d'avantage, et je suivis la canpagnie
~
Bologne et
~
Mantoue'
49
(
pour achever de fc:u:ner
lTCl1
QOuvel Acteur
Pendant les cirq IlCis que nous
G•:J <Ni
étoi t devenu
IIO'1
ëmri..
passarœs dans œs deux ville[. j, je ne
peJ:àis pas rrœ tems; je travaillai jcur et nuit" Mi§noires, II. vii,
Ortolani, l, 267.
Il Collalto esoràl ~ la pr:i.lra volta nella parte
di Pantalone nel Teatro canico, scritta prcpr.io per lui.
~to
andle altre parti:
!Eci~
in
Eugenio nella Bottega de! caffè, Taùn
ne! Poeta fanatico, Florin.à:> nel Vero amico, ma p:redilesse la maschera
di Pantalone.
furorx)
l
~si
di Panta1.ale a cui. si all1.Xlcno nel teste,
riportat+ da! D'Al:bes.
orazio qui parla alla rœschera e
nal
all' attore.
25 Questo breve acoenrD ail' usanza di cantare i l Tasso in piazza,
,
ci riCDrda \.ID' altra o:mredia del Golà:ni, L' LDtD di ncndo (1738) ,nella
quale i l ccmœdiografo di.pinge un quadro atbastanza vivo della Venezia
de.! Settecento:
"Momolo..ut. puppa. cU un ba:U.e.U..o, c.on ,"Jane. gandoUe/Le..
"
Alr.lU..va.n.o c..a.n:ta.n.do il Ta.h4 a ai.1.JL Ve.n.auz.na., e. aJr.JLi..va.:tA- che. 6 ana, le.gano
il. ba..:tte1Lo e.
~c.e.n.dono ..ut.
26 V. l.VJ.:
'
"Ans.
deJ.J..a cxmnedia dalla
50
tvur.a." (didascalia, 1. vi, Ortolani, l, 790).
51, ma gh' è de quelli d'le pœt:.erœ giudicar
parte.
Se la parte l'è breve, i dise che la
cx:mœdia l' è cattiva; ogrnm vorria esser in grade de far la prima fi.gura,
'(
e el canico giubila e gode, CDl sente le risade e le sbattWe de rran./
Poiché, se il J;q)Ol ride e l.J.eto applaude,/
- 27
v•. prefaziCl'le
Il ocmico ScUà degrx:> di lauie."
al Tate IX delle cnme1:ie ediz. Pasquali, Ortolani,
I, 663, nella quale il Golcbli parla dell' intermezm ra cantatrice d'le
a
,j
i
_ =é=
50
egli
durante il
CXlIp:se
S\X)
soggiarno a Feltre na. che è stato
~tato
soltanto qualdle anno dq:x:> a Venezia (ne1 1730) 001 titolo La Pelarina.
A ptopœito di qœst' int:eI.Iœzzo egli dice:
,>-,_
"Cc:nc:6œa s:in d' allora l' arte
e i l o:stuœ della maggior parte di qœste Sirene azm::niche
[le cantatri~
e delle loro MaIme, e ne feci un ritratto passabile, capaœ d'instruire
e di divert:..il:e."
I l teJ::mi.ne "pelare"
,
figura rx:m soltanto nel
Teatro
cϝ.CD e nella Pelarina, ma. 'arx::he in altre camedie e drarmti. giocosi
1
golcbriani •
In tutte qtESte cçeze si acœnna sq>rattutto alla œp.rt:azicne
\
delle attrici e delle cantanti dle si diwrti.vano nel "piluccare," e
cioè sfruttare al rrassino gli ucmi.ni.
Fer quanto riguania l'i.n1:entezzo
La Pelarina, i l naœ stesso della cantante è indiœ della sua
fessiale.
~
pro-
Fer naggior ~çità 1fnguistica , il G:>ldaU. crea quasi tutto
i l dia.l.oF giccanCb uni.carœnte sulla parola "pelare," la qua.le viane
œata fiequent:enente nella c:nnversaziooe dei tre personaggi..
La ritroviaIrc
:in l::xx:ca a Volpi.cic:na e sua figlia Pelarina. dle si divert:ax:> nell' esmd.ta:œ
l'arts del pelare aile spa J Je del rio:o spasinante,' Tascai?ro:
TaSc.
J
cœ
piacer, d1e
~to!
Volp.
(Gcxii ~,
t 1 ao:orgerai) •
Tase.
(~di Iœ
s' è iImanorata).
Pel.
(<l'l
d'le ncbile pelata
Che ben presto i l torà:> aVJ:à ~) •
Volp. (E' la patpa, è la grandezza
L' arte sol d ' i.nnanorar ••• )
Tasc. Viva aIIDr, e chi l'apprezza.
Pel. 1 a du.e.
volp.J
(Di pelar).
51
Di faIsi amar.
Tasc.
Tasc·
1j
Pel.
Volp.
ct
Viva l'arts, e chi la sa
tJte
(I.il).
-Grazio,e;a ne1 dranma giocoso La ritomata di Ialdra (1756),
~
la pre-
sentazione della servetta, Giacinta, fedele carœriera e carplice di
Madata Petn:nilla, la tipica virtl.DSa aristocratica.
...
~
i l lettore
Trarnite Giacinta,
infonnato circa le abi tudini della sua padrrna:
''Venite
pall.a.stI:eill, ;- Siano a pelare in due: / E sa le penne sue / Ciascuna
procurare. / Per lei le grosse piUIœ, / le piœiole per
per c:cet:llne / Gli amanti spennacx:hiar" (I. v).
Nell'
Iœ.
1 AbbiaIro
~
delle
SmiJ::ne, cx:mœdia del 1760, i l Goldcni ritrae tm'altra virtuosa di
ltIlSica che desidera anch' essa
e generoso.
~
--'~
i l favore di tm protettore ricc:o
In m ItDl'X)logo indirizzato al ptbblico, Ulcrezia ci o:::nfessa
"E' vero d'le nella musica nc:n saoo ailcxu: valente,
i S1.Di veri rreri ti:
ma in altro genere, nc::n la ψ:> a nessuoo;
uniœ l'onest! alla c:arpiacenza, e
50
50
ctbligare
CCIl
grazia, sc
pelare la quaglia senza farla
(I.xi) •
gridaœ"
/
28
Jna sc:ena da
del cbtto:œ, e
ciœ
a::mredia èell' arte, scprattutto per i l persanaggio
Petrcnio (''Veranente ncn siete b\XXlO ad altro d'le a
dar bu::ni a:nsigli," caœ
si
~
~to ~l
Ibtto:œ nella camedia dell' arte),
considerare anche 10 scanilio di battute fra Beatrice e Petratio
in l.ix.
\
,
1
l
52
29 V., J;:er
l
AGATn';
"" ,
_ . r "......
l'avn!bbe a male?
,. Vl.' :
E il nostro autore
''Vitt.
nal
Nientei calOSa:> il soo carattere.
Craz.
se
Egil se
l'avrebbe a male, se codesto signer relia rolesse strapazzare i
carpanirœnti Su:>ii rra se sar! un uaro di garl:x:>, e un savio e discreto
critioo, sœ œrto che gli sarà bucn arnica."
30 Per quanto riguarda le satire e le caricature delle "vl.rt\DSle
di nusica" v.:
~tastasio, La
cantarina e l' .iIIpresario; Benedetto
Marœllo, Il teatro alla noda, 1720, note e prefazic::n:! a cura di
Anirea. d'Angeli (MilaIx:>: Ricao::li, 1956) e i l Goldcni stesso: i libretti
La Pelarina (1732), La Bllba (1735), La
•
SCllOla
r
rroderna (1748), L'Arc3li.a
in Bœnta (1749), le v:irtlDSe ridioole (1752), La cantarina (1756)
1
La
ritm:nata di Ialdra (1756) e La bella verità (1762).
31 Il Co10Cni, cx:nsapevole della struIrentalità e della precarietà
della a:n:Jizione deI
~ta
per musica, a:mtinuava a ribadi.re
ccrl
prOlesse .
. ripetute ai agni. stagi.cne di ak:bandœare qœl rrestiere "OOiosaIIato"
;
i l bisogno 0 i l o::mmdo di persona autoœvole 10 cost.ringevano a stendeœ
un libretto in quattro giomi
0
al più in una settlnana.
Ma ncnostante
tutte queste praresse d'le, in verità,rrai rra.nt.enne, il G:::llà::Jni. rx:n
lasci~
IIBi COIpletan'ente questi a:ITpCl'lJ.Iienti !tIJSicali. Per quanto nguarda l i
successo di questa produzione rm.nore deI GoICbru. rioordo chili IlDlto si
~
dette e scritto sul GolcDti. l.ibrettista, na soltanto .reœntaœnte si ~
attribuito a questa prcx:luzicne i l nerito
ottoaentesca e andle q1Ella pin. recente
(
~
dovu~o,
La cri tica letteraria
S'tata senp:e arcigna <XXl qœsta
(1
53
(
~
d' occasicne e di.
Gianfrano::> Folena,
quanto
~
l'la'l
CCIlSU[[D
d'le, per usaœ un' e5pJ:eSSi.cn:! di
! stata "garantita da! sigillo letterario" in
d'arte. (Gianfranco Folen,a, "Golcbni. librettista canio::>,"
Venezia e i l nelodrarma nel Settecento,Firenze: Olsc:hk.i., 1981, p.26).
Dire d'le il Gol.èbni. in questa sua produziane minore nCt1 ril5cl a Creare
nessun cap:>lavoro, nulla di lette.rariarrente vitale, sarebbe un giulizio
precipitoso e limitato.
Ncn dil:ei che tutta la sua. prcrluziane librettistica
sia degna di Iodé; f:ra tutti i libretti ce ne sono al cunl. buoni al tri
invece serI tt 1 da "routlne," pero bisogna pur Tlconoscere i l rncri to deI
Golcbù per quanto riguarda la trasforrraziane del libretto per rmsica
a Venezia.
Fer rcerito soo e di Baldassare Galuppi, l'opera gicx::osa
italiana, ossia la ccmœdi.a in musica canquistô tUtti i teatri d'Eurc:p:l.
l S\X)i libretti sono
lU'l
.i.ntœnso "corpus" camico (15 int.errœzzi e 55 dramni
giœa;i) che anche se solo dal punto di vista docuœntario, ci. fomisœ
per ItUSica un':i.nnagine œl rrcnCb settecentesco (perscnaggi e
vita veneziana) piU vasta di. qu:lla che esce dalle ccmœdi.e.
librettlsta è nell 'opera deI Goldoni quella
VIÙ
v.~:
intersecata. Per la
ra
viœrrla' dl
lun1!3. e PIÙ continua, Infatti ha
un arec più anpio di quella œl ccmrediografo oon la quale
rœnte tangente 0
s.œne di
bibho~raf1a
~
frequente-
sul Golcbni. librettista
le "Note storiche" di Giusewe Orto1ani inportanti per la
straordinaria ricdle2za di notizie erudite
giocosi nei Voll. X-XI di Tutte le
opere di
cU
vari mtenœzZJ. e drarmti.
Carlo Goldari (Milano:
lob1dadori, 1951-52), che costituiscc:::no finora l'unio::> contributo di
rilievo sul rrelodrarma go1dallarx:> -
note preziose se
~
segnate da
54
{
forti limiti cri tici e pregi.1Ùj zi letterari; And.œa Della Corte, "Il
libretto e 14hfluenza di Goldati.," Studi. goldoniani, n. 2 (1970),
Rl. 567-70;
~
Fide, "Vacanza dal referente e retorica della natura
nei libI:etti per nusica, Il Guida a Goldoni (Torino: Einau:ii, 1977),
~\
Rl. 48-85; Ant:ari.o capri, Il nelodrarrrra. dalle origini ai nostri giomi
(~:
GUanda, 1938); Dclœn.ico de' Paolo, "GolOOni librettista,"
œil' Enciclopedia dello spettacolo, a cura di Silvio D'Amico, Vol. V
CRana: I.e Maschere, 1958), pp. 1438-42; Gianfranoo Folena, "Il franœse
di carlo Goldcni," Atti del C01lcquio sul tema "Goldcni in Francia,"
Rama, 29-30 maqgio 1970, Rl. 67-76.
32 S.i.m.ilIrente alla fine
col
SOC>
del
se<:nndo atto Elec:nora ri.rra.rrl. sola
staffiere r dcpo la presentazione
œlle
sue imroderate ric:hieste
e l ' acœsa discussiane ccn i vari rrerrbri della o:::rrpagnia, d'1e, disgustati,
33 Angelo De Gubernatis, carlo Golcbni.: Corso di. lezic:ni (Firenze:
Le M:Im.ie.r, 1911), p. 71.
34 HcDart. Chatfield-Tay1or, Goldcni: A BioyLdfbY (Ia1d::m: Chatte
and Windus, 1914), p. 192.
35 Ortolani, II, 1330.
36 V. a questo proposito anche i l giu:iizio di Ginette Beny, "Il
teatro canico
0
i l prezzo della tiforna," Stu:li golcbni.ani, a cura di
Nicola Mangini (Venezia: Pubblicazioni della
"casa di Goldoni," 1976),
n. 4, Rl. 7-47; e di Tadeusz Kowzan, "I.e théât.I:e ccmique de GolCbni:
55
entœ M::>l.ike et Pirandello," in
~langes
! la léroire de Franco SiJrale:
1
Frame et Italie dans la culture eurq:é=nne (Geneve: Editials Slatkine,
1981),II, 531-43 •
.
1
l
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1
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J
1
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Rasaegna bibliografica (1764 - 1981)
...
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1764
1.
veneto."
Gi~
Baretti.
"Delle c.c::rmedie di Carlo Goldcni avvocato
La Frusta letteraria,
l&tiz~ rn::xiel:na adoperata,
15 rrarzo 1764.
La Frusta letteraria,
a cura di Luigi
Piœioni, Bari, Laterza, 1932j
Per Il teatro cx:xn:ico, v. pp. 312-28.
Il prirto e~isodio della cri tica ~ldati.ana bisogna pure veàerlo
nella lunga polemica che, dall' inizio della "rifonra" (1748) alla
partenza deI pc>eta per la Francia (1762), si corrbattê a venezia fra
goldonisti ed antigoldanisti:
fra questi ultimi è Giuseppe Ba.retti.
Nel 1764, nel dodicesirro nurrero della Frusta letteraria, il Ba.retti
considera oon attenzirne l' q:era letteraria deI Goldoni e, in particolare,
Il teatro cani.co.
Prevale in tutto il saggio, forterente polemioo,
'"
un tono rroraleggiante e ironioo.
Egli analizza la canredi.a scena per
'.
,
soena, citanàone alcurù passi, per docuTentare la sua tesi d'un Golcbni
"imrorale" e "cattivo scrittore" di canrœdie.
Il Goldoni non è preso
in seria a::msiderazionei non è un artista ma un serplice "nestierante."
I l Baretti,
pero, accetta
di intraprendere l' analisi deI Teatro canico
per venire incantro al gusto deI pubbliCQ favorevo.l.rœnte disposto verso
i l Goldoni, e per non essere giudicato da ta! pubblico "salvatico e nalcontento" (p.313).
(
,. ..
Avverte
~
che non si piegherà alla volcntA
,
l
58
(
deI pul::bliCD che vorrebbe sentire gli elogi deI Golcbni.
Egli accusa
il Gold:mi. di avere scritto Il teatro cœU.ro, ccmœdia di poco valore,
"per avvezzare il popolaccio a giudicare delle sue canposizioni cene
ne giudica egli stesso" (p. 314).
Questo giudizio negativo 10 porta
anche a [X>lemizzare contro i l "popolaccio" che accetta ciecarrente
camœdia:
l~
"Ma, volgaccio, volgaccio, se tu sapessi quante bestialità
som contenute in queste poche da te arrmirate righe •..
Il
(p. 324).
Nella
sua analisi, si fenna pi Ù a lungo sul disrorso di Orazio a LeUo circa
la distinzione fra laccmœdia italiana e quella francese (Il teatro
cc:mico, II. iii) , dicorso
cite,
seconde il Baretti, il ronmediografo
veneziano avrebbe ripreso da un certo autore francese non norninato.
Accusa il ccmrediografo di volersi rrettere alla pari degli autori canici
francesi (qui è sottointeso i l M:>Uère).
Serondo il Baretti, la
ccmœdia francese supera quella italiana, perché in essa la lingua è
pura ed elegante, i caratteri sono dipinti dal vero, mancano le oscenità,
il vizio viene
IœSSO
in ridirolo 1 l' intreccio è senplioe e naturale e
rosi anche 10 sciogli.Iœnto.
si deVe tenere conto soprattutto dei
pubbllro scelto della carrœdia francese:
"le coIte OOienze" (p.324).
La ccmnedia italiana, invece, abbonda di oscenità e buffonerie, che
~
piacciono al papalo italiano che "in tutta l' l'talla è incolto e pieno
d'ignoranza della più crassa" (p. 324).
Le caratteristiche
essenziali
di una a:mœdia i taliana, e particola.rnente di quella goldaliana, sono
le rrasd1ere deI teatro de i l , arte, l' oscenità, l'intreccio cœplicato e
artificiale e una lingua non oolta.
/
Secondo i l letterato,
si
deve
59 ..
(
•
rifœ:mare
n::xl
solo il teatro i taliano, ma. andle la mmtali tà deI FOPJlo.
Il Baretti GOnclude scusancbsi ron i l Golooni di non avere
approvato nulla nel Teatro canico essendo questa cameclia
fi
tutta balorda
Una carrœdia,
e tutta cattiva dalla prima sino aIl' ultima parela" (p. 327).
che oltre alla sua mancanza di originalità, presenta sulla sœna la
vita quotidiana dei cc:mœdianti, che incamano le parti non solo di
attore ma anche di personaggio,
~
una trovata inutile e di cattivo gusto.
Significativo
~
di un' opera.
Una cc::mredia anche se a::nE testa letterario è pceticarœnte
il punto di vista deI Baretti circa l' efficacia teatrale
senza valore, puô aven:
Ulla
sua validità nell'esecuzione sulla scena.
La rappresentazione scenica, se ben allestita, con uni accurata sceno-
grafia e dei bravi attori, pue> trarre in inganno 10 spettatore che mn
ha letto i l testo.
. .
.
Inportante fer il Baretti è gitxlicare prima di tutto
,
il testo, i l quale in questo case riboçca di difetti.
1797
2.
Carlo Gozzi.
MeIrorie inutili.
Venezia:Starrperia Palese,
[Edizione adoperata, a cura di Giuse~ Prezzolini, Bari,
1797.
La:terza, 1910-;]
Per I l teatro canico, v. pp. 208-17.
Altro notissllro antl.goldausta deI Setteœ.nto fu il letterato e
ari.stc:cratico
~ziano,
carlo
GcZll.
I l Gozzi, conservatore e purista,
è un polemista 'Tl.olento, dotato di spinto acre e satinco.
~rie
inuuli, deI l780, il
pclemic..'le in c...u. si
tro'VÔ
Gozz~ ~
Nelle
arrçao spaZJ.o aile lotte e alle
coüwolto in un capitolo l.nutolato:
"Ségmto
60
(
,
di letterarie giocose baruffe da rre sostenute.
Goldoni e Chiari.
• Mia determinazione di spassare i miei cx:meittadini COn delle sceru.che
bizzarre fantasie sul teatro."
Egli parla dei vari sCritti polemiei e
teorici che egli carpose in difesa della lingua letteraria tradizionale
e coI)tro Q3I1i fonna di letteraturq "borghese," oppanenoosi soprattutto
al successo di Carlo Goldoni e di
P~etro
consurnatori di "diluvi d'indllostro"
Chiari, "cattivi senttori" e
(p.204 e p.2ll).
Anche se ri-
canosce la superiorità del Goldoni sul Chiari, gli nega la qualità di
artista.
Le taccia di poco discemimento, di fœttolosa trascuratezza
e di soggezione al mutevole gusto deI pubblico.
I.o seri \le r:ersino nel
catalogo dei più "goffi, bassi e scorretti scrittori del nostro idiara"
Le accusa di esporre sul teatro "tutte quelle ven. ~ che gli
(p. 205).
si erano dinanzi, ricopiate rrateria.l..zrente e trivialrœnte, non lIlU.tate
dalla natura" (p.20S), ed estenœ l'aCcusa alle œmœdJ.e dialettali, i l
cui vernacolo diœ trascritto dalla parlata del popolo
IrenO
J
aspre le accuse norali, riducibili a queste due:
'
linguaggio e delle azioni sceru.d1e.
p~ù
basso.
E non
l' indeœnza deI
Il Goldam, secondo il· Gozu,
rappresenterebbe sul palcosceruco delle oscenitil introdu.:::encb caœ
protagonisti persœa.ggi deI p:::polo basso e rrette.!1do m
r~dicolo
i
costumi dei nobili.
Une dei tanti seri th
polemic~
m
~
ü G:JZzi adCiuce eserrpi della
scorrettezza e goffaggine letteraria dl. alcuru scritton. del Setteœnto
ê La Tart.ana degl'illflussi
rer
1'anno bise.stile 17S7:
crit.l.ca genera1e e rrorale su:;li usi e sugh
abus~
"un'urbana allegra
d'allora" (p.208).
In
61
(
questo hmario riprende le soli te p::>lemiche CCI1tro il GolCbni e il Chiari.
Nello stesso arma per nspondere a cette tertine
Il
d' invettiva" deI GolOOni.
contra La Tartana, cnnpone un'opera satirica, in cui pœnde di mira
Il teatro canico, intitolata "Il teatro canico" all' osteria del pellegrin:>
tra le mani degli accademici granelleschi.
1..U1
Il Q:>zzi f.inge di radunare,
giomo di carnevale, alcuni granelleschi i quali, guardando le diverse
mascheœ per le vie, ne notano una rrostruosl.Ssirra ron quattro facce,
personificazione allegorica deI Teatro camco.
une dei generi letterari tentatJ.. dal Goldoni:
Ogni
facci~
rappre.senta
la camedia butfa secxmdo
10 stile della cc:.mœdia dell' arte, la camedia lacrirrosa, il rrelcdramna
orientale e infine la farsa nationale.
GU aœadernici pœgano la
naschera di entrare in rrodo da p::>terla esam:ina.œ.
naschera, i l Gozzi le recita
1..U1
Una volta entrata la
dialogo ad " offesa e difesa sopra ai parti
t.eatrali deI Teatro canioo" (p. 2U), accusandola di volere
amli.re
quattro "beneneri.te faœte" maschere de! teatro italiano.
La
cerca di difendersi, ma invano, i granelleschi la beffeggiarv.
le
maschera
Essa
rrostra una qu.inta 00œa. allegorl.ca nel rrezzo deI ventte che si a.rrende
a lora.
Gli scritti antigoldoniani deI Gozzi int:eressano più in quanto
doc::uœnti p::>lemici che core veri testi di critlca letteraria.
si rispecchia non solo il letterato na anche l' uaro
Goz~
In essi
canservatore
u
e violenta opp::>Sitoœ di qualsiasi novitA.
,
nota Walter Binni nel
gli
StD
Tuttavia,
<XlIœ
giust:aIrente
libro sul. Settecento, occorre osS;€rvare che
scritti antigoldoni.ani deI Gozzi "toccano parti sensibili della poesia
-
62
cpl.d:niana e assegnano i terni principali alla discussione critic a '
conterrporanea e alle
SIE
lunghe propaggine:
le qœstioni della lingua,
,
della incontrollata istintivitll, della tropp:J blanda passione norale. ,,1
1827
3.
e delle
Ferdinando
~eghezzi.
"Merrorie, apologetiche."
Della vita
opere di carlo GolCbni. Milano: Tip:Jgrafia Rivolta, 1827, pp.59-61.
Nel secondo capitolo deI sm libro sul Coldoni, il M=neghezzi
analizza cliversi scritti critici sul corrrfediografo veneziano e sulle sue
ccmœdie.
Si ferma innanzitutto su Giuseppe Baretti e i suoi violenti
articoli pubblicati nella Frusta letteraria (v. Baretti n. 1).
Egli
amœtte che la carnedia Il teatro canico non è un'opera di "prino ordine."
Tuttavia, in qœsta camedia, il Coldoni seppe abi1rrente trarre dal
vero i caratteri, dipinslp con vivacitil i costum:i.. delle ccrnpagnie corniche
di quei tempi, colse con grande abilitil la pœsunzione
insoppo~ile
celle virtuose.:di canto e illustro nolte "fogge dell' avvedirrento e
cella àestrezza dei capo-cx:mici" (p. 60) .
norale," il f'4meghezzi è d'accorda enl Baretti.
•
..
Per quanto riguarda la "buona
Si trovano nell' opera
1
troppi "liberi e sconci detti" (p.60), e, accanto a scene che sono "insipide'
altre -
in cui agiscano i due zanni e la servetta -
tr:oppa licenza.
che riboccano di
L'opera cel Goldoni non si puO giudicare soltanto in
base alla lettura di un s,?lo testo, I l teatro canico:
"Per cio che
1 Walter Binni, Il Settecento maggiore (Milano: Garzanti, 1978),
p.97.
..
r,
63
spetta il
quale
!il
Teatro canico concludereno dt.IIXJUe, nœ essere
CX01Ille:ti.a
per la
debba i.ncatu.nciare a forrnar g1uil.zio della scnttore[.:r' (p.61).
Il Goldorù cmpose anche altre ccmredie, le quali sono degne di. lodei
otti.rre ccmœdie "per le quali gndavano già per tutta Italia esser lui
degno deI titolo di novello M:>lière e dl.
Teatro" (p.61).
ne~
stesso
Il
Meneghezz~
r~fornatore
cohcIt.rle nportando
M?rro.LreS, dove questi si
g~ushfica
deU'
~taliano
~I g~udl.zio
deI Go1.d.cni
dicendo che egh fu spinto
(----
a cœporre Il teatro camco
daU 'intenz~one
di porre questa cx::mœrlia "in
,
fronte ad una nuova starrpa del
."Perscne
~
SUD
Teatro, e od' is~ altres{ le
che non arrano la lettura, e d' llTpegIlarle ad ascol tare sulla soena
quelle rnassine e qlElle correziom che le avrelXlero anooiate
ID
un
ll.bro" (p.61'.
1896
4 • Charles Rabany.
I.e 'Ibéatre et
la
"la. réforI'l'e littéraire. Il
car10
G;:lldcni:
i
Vie en Italie au XVIIIe Si~le. Paris-Nancy:
Berge.r-Levrault et cie., 1896, W. 57-87.
Nel 5UO libro sul teatro i
•
~
~ano
nel dl.ciottesllID 5eO:)lo, Charles
nette infrilievo gli aspeth fondarœntalJ. della riforrra. letteraria
1"
deI Goldoili..
La trasforna.z~ane canpleta della vecchl.a cmrœdia dell' arte
era };X)Ssiblie soltante tranu.te una
pul:t)lico.
nedoca.z~one deg~ attor~
PrecLSanente per questo rrouvo
della sua riforma una liccmœdia, Il teatro
egl~
e deI
dedicO alla spl.egaZiCl'le
CCII1l.CO,
nella quale mtese
J
stabilire un contatto d1retto col pubbhco.· la. cameàl.a, per i l Rabany,
una
specie di "rranifeste httéraire" (p.67), nel quale l'autore esp;::ne
~
64
.in fonna drarmatica, quello che egli oonsidera i l vero teatro
Il critico si rifa al giudizio del Goldoni nei Mérroires:
camee.
piD. che vera
a:mœdi.a si tratta di ma prefazione a tutte le altre ccmœdie.
Egli
:-.
paragona la camedia alla Cri tique de l'Ecole des Fennes e aU' Irrprarptu
de Versailles.
Conciude dando un breve riassunto deU' cpera, con alct.m.i
eserrpi che i1lustrano i punti fondarœntali della pcetica goldaniana.
1905
5.
Maria Ortiz.
"Il caoone principale della poetica goldcniana."
Atti dell'Accademia di Archeo1ogia, I..ettere e Belle Arti.
grafia della Regia università, 1905,
!=p.
Ne1 sm 1ungo saggio Maria Ortiz
Nap:lli:Ti~
1-79.
Sl
propone
dl
mostrare che
la
poetica g::>1èloniana mira essenzialrrente ad epurare la ccmredia irrprovvisa
da! mal gusto secentesoo persistente nel sua linguaggio, nelle su:! concezioni, nelle sœ fome sceniche; non già a distruggere tutto i l teatro
dell' arte.
La Ortiz nette a cantributo le lettere, le prefazicru, le
œmnedie e i
~ires,
procede poi ad una c1assificaZJ.CI1e di queste fonti
da cui si posscno attingere le teorie artistiche del Golcbru..
tutte le footi, Il teatro ccmico
Ma fra
rappresenta la "proc1amazione
p~ù
ufficiale che i l Goldcni al:bia fatto delle sue teone rJ.fonràtrJ.cl" (p.ll).
L'idea ch esporre teorle letterarie t:er rœzzo dl. uno st:ettacolo
noo era noova.
in It:al.J.a
Giaa:::no
Vl.
Lasciancb stare i preœdentl P1Ù lontani, œl Seicento
avevano fatto rlcorso, per
Rl.CCl.O.
Ma nelle
eset1?~o,
Sc~l.one
ccmœdi.e di questJ. auton l'
era per la le~tura in genere piuttosto
die
Ern.co e
lIlteresse
per 11 teatro.
dam.nante
Il Goldc:rù.
/
65
rx:n s' l.Spl..ro a queste CC1llledle, J::ens,{ alle fauose camedie del' ~liàre,
La
en. tique
de l'Ecole des Fermes e IlL' Irrpratptu de Vers.ulles. Pero,
spiega la 0rt.J.z l "::rentre qbeste prcduz~om erano d' lIldole essenna..lrtente
polaru.ca,
arrp~a
~l
G:Jldcru. non s' at~ a polenuzzare, ma a dare un' esposuione
e cxxr-pleta delle sue idee e
~
suai criten artLSt:tCl" (p.ll).
Il Goldoru sotta le vest:t dl. capoc::aru..co
(Oraz~o),
Sl presenta una sera
alla nbalta, ed esp:ne 1 SU01 cr~teri, dl.scute, Sl chfende, a:xrèatte.
Il sU) fl.D:
naJ.
prwc~pale
nel Teatro caru.co è ch rrostrare a tutu d1e
eg~
"opera a caso, rra d'le 51 è guardato bene attorno, ha 05servata tutto,
al ha trovato la
V1.a
buona"
~p.ll).
Anche se la Ctrtl.z Lrova nel Teatro CClTU.CO
qualdle chscorso un p:>' lun<p, un p:>'
teC!'ll.ca
pe.ll.i~
fOSsa lJlteressare loI
cxmœd.ia CCCIUene
"Nê :nancano
l..D
scherz~,
ar~do,
pubbl~co
alCUIU chfett.l
qualche qu:snone t:rcpI:O
-
:::1~ nCX10stante
sé anche unI~ elerœnt:t che ral.legran::J e
la
a~s~CI'laIlO:
lepüiezze, scene bnllanu :::he rallegnno la
i
CCI'l'Il'eClla" (p.Ul.
TuttaVl.a anche se œ1 1750, Ù
Cbl.àt:::!"..l
n~
un
del ":e!l"p:: :leI G:J1chu.
Il t.eatr8 o::nuco n ...'1\:me la fente :nù L'llDrr..ante
C05tr.12acne la Jr+--l2 .::là
-lOCl sgt.Ja...-r:io
anche alle :::onchZl.oru. de':' t:eat-.-o
l tal..l.a, a.l.la oreàxtU.!'lanza nel 5eJ..Ce!lto del.:.a a::xmedia ::lell' ar-...e su quella
,
66
eru:lita e imitata, al diffcndersi deI zœlodramra nusicale a scapito
della cc:mœd.ia dell'arte e ai vari tentativi. falliti di rifonna gel
Il Goldoni ~ il ccnt.J.nuatore e i l n.fornatore
teatro ccmi.co italiano.
della a:mnedia dell' arte ncn il suo nemico accanito.
Quello che egli
l'inverosimiglianza e 'l'eSagerazicre
rnil::'O a distruggeœ era il "secenUsrro":
nell' intreccio e nei 'caratteri.
1907
6.
Intend.inenti sociali di carlo Golcb'li..
LUlgi Fa.lchi.
SocietA Editrice Dante
All.ghier~.
Eata:
1907.
Fer Il teatro o::rniOJ, v. pp. 41-43.
In guesto
SlJO
scritto,
LUJ.g~
FalchJ. presenta al 1ettœ:e un Gold:Jni
an.imato da profcn:ù. inte.ressi SOC1ali;
avverso alla
nd::l~ltà
S,OO
e alla ncnarchi.a, tutto d:lm.nato da un sent:i.nento di
sdu.etto
na~SI!O,
le quali la SOCJ.etA deI Settecento
social j
anco.ra occulte rra prmte a
rinrx:Jvanento" (p. 1321 .
pt"Oprl.O g~ e.Lene.~tl.
ne! paragrafo
Goldau. 111l..lll.lnista, dencx::yatico,
"Il Golcbu e.tbe COSCl.et1za SOCl.ale più la.rgarrente ccm-
gl.USUZl.a scx:l.ale:
pren5lva, nel
\.ID
S1
Vl.de tutte le fome dl. mle per
:llssolveva, e intul le forze
disp~egars~
Il camedi.ografo -seppe
per produrre l' \lIlIal1O
cog~ere ln
ut.ll per aru.rœ.œ le sue sœne.
1..1'"lUtolato "ta
rifoz:ma
s~gru.flcato dl. ~ l.tall.a.ru.tA e Ü
~trale
~l
~
"cbcunentc
r .......
' '11"lOVarte'lto
~..ant.l..SSi..Iro
qw.nta capl.tolo,
da lui carplUt:a, avente
rorale deg~ attér~ da
lUl.. prarosso r" L'1trc;xit.re .Ll cllsOJrsO sul 'Ieatro cœu.co.
la a:::Jl'm!àia
questo !lCnèb,
Il Faldu gitltica
delle battagll.e goldau.ane" (p. 41).
,
•
l
67
(
Il Falchi prosegue la sua analisi rœttencb in eviden.za l' irrp::>rtanza
politica della riforrna gol.dcniana, precedentaœnte rioooosciuta da
un solo altro critioo, il Masi in Lettere di Carlo Golcbni. l
il
Mas~
aveva n tenuto poli ticanente inportante la rifonra
sostituendo cos! all' i.rmagine di
\.Dl
/' avanti, neila giusta direzione.
teatrale
Goldoni solo veneziano, un
Era questo, seoondo ü
Golcbni andle italiano.
Anche
Ma. 1.1 Masi
Falc::hi, un passe
pero si era ferrmto qui,
e aveva negato al Goldoni un intendirrento scx::iale.
Infine, i l Faichi
si fenna sulla questicne della neducazione degli attori abituati allo
stile della vecd1.ia cxmredia de il , arte.
Il Go1dcni. aveva voluto soprat-
tutto innalzare a dignit.à d'artista la professione deil' attore.
Bisogna
aggiungere cœU Faldti. ncn considera Il teatro canico in quanto ccmredia,
D
inveœ caœ un rranifesto teorioo.
la vede
1911
7.
carlo Go1à:m.i.: Corso di lezicni.
Angelo De Gubernatis.
Firenze: I.e rb1nier, 1911.
Per Il teatro canico, v. pp. 52-73.
Il De Gubernatl...s
dediro
al Goldau una serie di lezicni tenute
all'lJru.vers1tA dl. Rana,durante 1'anIX:) accadenn.co 1910-19il.
cxmi en è preso
ll1
esane nella terza lezione.
scn.ttore "sceruco"
for:matos~ l.Il
Il t:eatJ:o
Essenc;D i l Goldcni un:>
un arrbiente teatra1e, i l suo maggior
l Ernesto Masi, Lettere dl. carlo Goldcni (Balogna: zanichelli,
1880) .
, "",~
.... '
,
.
1
68
",
(
nerito ê qœllo di ave.re osservato i l costurre cei sl.X)i canici e di
avere studiato i loro um:>ri, il loro tercperaIœl'lto e i loro rrezzi scenici.
Une stu:ii.o attento del rrondo teatrale diede al Goldoni la possibilitll di
creare dei personaggi rrndellati sul vivo, cioè seoondo i l caratte:re œgli
attori e delle attrici che egli f.:requentava:
"Bisognerebbe êIJ..ln:p.le a::xrporre
un' opera precisarœnte adattata ai caratteri personali di quei che devono
rappresentarla" (giudizio del Goldoni stesso enunciato nel proernio
all' undicesim::> vol\.lllla deile Opere, ne il , edizione veneziana cel Pasquali).
Il Golcbni. non disegnava per prirra. i personaggi per poi cercare gli
attori ma caninciava a cercare gli attori per poi .iImaginare i caratteri.,
Quast.a Su.3.
"regela" artistica ha certo contribuito alla boona riuscita
cei sooi c:x:JllX)nirœnti, ma. allo stesoo teITpo non ê stato senza inconveni:enti.
Essa ha posto un limite alla sua. litmaginazione.
Manca infatti al Goldani
pnJprio quella virtù creatrice che rende possibile le esal tazioni ideali,
caratteristica dei più grandi e insuperati
Shakespeare e i l r-blièœ.
noovo tip:J di ccmredie.
COn
drarmaturghi
o::J'œ
10
Il teatro comico, i l Goldoni inizib un
Cœpose questo "proenu.o t.eatrale alle sue noove
sedici cx::mredie" (p. 53) per dare una certa disciplina alla sua opera
drarmatJ.ca e per fissare l',attenzione del pubblioo sulla riforma.
autori cx::rœ i l Tasso e
~l ~tastasio
avevano
anch'ess~
sotto foz:ma dl. ccmredl.a.
Il
ce
CUl. ~l
Altri
œrcato, di
enunci.are una pceQca prima di serivere le loro opere :naggion.
del Teatro canico sta nel rrodo in
La rx:7Vità
Golàoru. presenta la sua poetica,
GubematJ..s ci ta un 1 al tra q:>era, anteriore
al Teatro cam.co, nella quale un catXXXJlÙ.co in una specie di introduzJ.one,
\
"
69
(
presenta attori e attrici, intraiucendo l' arg::.mmto del drarrma e
predi.spa1endo i l pubblioo a favore deI nuovo spettacolo.
saniglianza tra le due cpe.re
~
Anche se la
notevole, i l G::>ldcni non poteva di
œrto conoscere quest' q::era ~ un autore indiano, di Kâlidâsa.
oonosceva soltanto i prologhi delle carrredie classiche,
Egli
cui un
ln
personaggio intratteneva il pubbll_co sullo spettaoolo prima che in. caninciasse l' azione.
In roodo decisarrente ri voluzicnario, ~l GolOOni
<:l&l sostituire al serrpliœ prologo, "una <XI'!Il'edia intera fra attori e
../
attrici ragionanti sul teatro, e dle riuscivano coi loro discorsi,
trat:ten.ilœnti e saggi di bravura sa:mica, a tener desta l' attenzione
del putblico e ad interessarlo" (p. 54).
la camedia
Ulla
Il Ce Gubernatis defin.isce
sr:ecie ch "p:etica in dialogo" (p. 54), rifac:en<:bsi
particolarIrente al giudizio dell' aurore stesso
Prefazioni delle sue q:eœ.
éoragg~o
grande
~
ne~
Mét"roires
e nelie
L' esperinen te richiedeva un atte di
che gli fu senz' al t.ro sugger1 te cial l , A.'1Ùeto.
Anche
c' ~ l'espedl.ente deI .. dranna !"leI àrarma," e A:nleto, direttore di
soena, dà
~
ccmœdianh c:::I1S1gl1 utili sull' art"'..e della. rec1 taz.l<ne.
:.m'ana~s1 dett:ag~ata
:1'1 Ce Glbernatis fa
a:mico, rx:n tante per ,n).evare
pa.lesi
g~ in~ti
pIqxJSto.
~
';:.este
del Teatro
pregi soe:uC1, quar1to per rende..re
che 11 GJldau ri:ar::atore
de~
t.eat.t'"O 51
era
Per quanta ngua.rdà la no:::mœdia ln ca-:r.edia" Il pad...--e ri...ra.J.e
de! figlw, 10 stu:lioso la
quale
1
deI
ccns~dera
una ":rediocrJ_ssl.::a" ca:rreàia, la
an:he .rœsd:una casa e :!Dlto :raru.erata, e "di cer+...o-:1.aî bast.erebbe
a darci"\..l'l t:u::n sa<1;io della riforœ. .mt.'·-apresa" (p.66).
"
> •
"
70
(
Anc::be se I l teatro oc:mi..co ncn ha, per i l De Gubernatis, un vero e
prcprio interesse scenico e pecca talora d'ingenuità, per la sua. stessa
si.ncerità oovette tener desta l' attenziooe degli spettaton. al tenpo
de! Goldcni e divette ancora gli spettaton di oggl..
viso scoperto,
CCXl
L'autore sfida a
btr::In \.lttDre e bcnarietà, bltto quel ltD100 di " pre-
giudizi," "d'abusl VJ.Ziosi e di finz1.oni vane" che egll '.-oleva abbattere.
Egll œ..rca di
pe.r
CCD:IUistare i
ccn:::rw.stare
canici
ln
rrodo da farne i S\D1. alleati, e
anche 1.1 pOCIb11CO catp:xae una spec1.e di "burla canica,"
la quale placque subito per la sua novità e per l i
con cui.
\e'U'lIe
S1.X)
brio ed 11 garbo
rappresentata.
1912
8.
Ireneo
Vallardi, 1912.
Sanes~.
l1esto~,
Fer Il teatro oonico,
~i lungo
2 Voll. Milaro: casa Editrice'
a
2 edizicne, Milano, Vallardi, 19S.y
La. <iliII$3ia.
'1.
II. 152-53.
la.stesSâ llnea
deg~ altn
autori i l Sanesi ri-
prende anche llll 11 gl.t.rliZlo enunciato da.l GoIOCni. nei
teatto
CXIlUCO,
dxuœnto in
CUl
:in quanta vi
"rœssa in aziooe":
t..I:oVlimD,
ciœ
can.iCl
di professione, costi tuisce
"Partl.colare ilrportanza ha Il teatro cxmic:o,
vi si veck:no real.1zzate
fonœ dranmatica quelle ldee sul
Il
l'autore prqx:me la sua r1.forma e rrette
:in scena alC1..V1e caratteristiche den
una [X)eti_ca
~:ires.
teat.."'O
111
una concreta
d'le i l Goldoni sarebbe poi
tomate ad esprinere, pe.r rœzzo dei ragiatarrenti teoricif·
r
(p.l53).
I l 5anesi accenna b.Ieveœnte and1e al vecdrio noti vo œlla " CX)Jmedi.a. in
(
n
cumelj a" ri.preso abi..l.m:mte dal cx:mœdiografo, senza perl) discuter10.
tk:ço un giudizio generale sulla c;x:mœdia, 10 storic:o elenca in tre
punti gl' lIltenti del Golà::rii:
CXXDl.Cl.~
fare
CCI1~
rrostrare al p1..tlblico un qua.dro vivo dei
tutto verso un deterrru.nato effetto, e cioè
)"
oercare di clare le regole deI 'noovo œatro rest:.arm serpre nella finzia1e
soenica~
e lIltrodurre
(Ielioj della
~a
rra
i stx:>i
personagg~
un el..aœnto disturbatore,
cc:rrrcedia dell' arte p:!r rrettere in discussicne
alcum difettl deI tea.tro tradizimale.
D:!.l. tI:e
intenti, solo i l
prim::> fallisce, seoord:> i l Sanesi, p::liché, l' autoœ fa appariœ i
cx:mœdii;vltl. pUl "bC!1an.,
pitl "sensati" e più CCl1.cordi fra di lare di
ft
quanto 10 fossero in realtà.
\na
salO
verità parziale,
1.11
'
La veritA esp1:eSSa nella a:nnEdia
cui la realtà è resa più be.lla.
raggiunti cx:n grande originalità e genialità.
~
Gll altri intertti
Per infonrare i l
pubblico de1 su::::> noovo teatro, i l G:>ldani si serve dei suai personaggi
,
1
1
ccrœ pertavoc:E della sua rifonna, rra in rrt:>Cb che tutto rientri nel
~
L'introduzione pei del poetastro Lello nette in evidenza
gioco scenicx>.
,
i l amfronto fra teatro vecchio e teatro nuovo.
Il Sanesi insiste sul-
1
1
f
1
l'atteggi.anento polemico deI Goldoni, che non solo Vl.Dle abolire la
ccmœdia de11 , arte rra critica apertarœnte, attraverso natura.lnente i
suoi
~ggi,
anche i sostenitori delle
l' ineducazione del pubblico:
reg~le
aristoteliche e
"Fa nascere ingegnosissirnaIœmte la
,
l
fonnulazione dei principi ~ teorici dal fondo stesso della favola dal
SJlO spontanee
svilut:P=>" (p.IS 3) •
\
1
'~
l
(
,~
,"
72
1913
9.
'Iheatœ."
ft:t)art
Chatfield-Taylor.
"Playwright of the sant' Anqelo
Goldaù: A Bi'9Iaçhy_ New York:
OUffield, 1913,
w-
181-205.
[Ediziale ~ta, I.alàxl, Chatto et W.in:ius, 1914J
Per Il teatro canico, v. p.U9, pp_ 192-95 e p. 54l.
o
Questo liliro presenta al lettore un Goldau ncrt solo ccrmed:i.oc;rafo
.. fecœc:b" rra anche capaoe di dip1J1ge.re
della sua epoca.
.'
CCCl
esattezza un quadro vi,vo
Nel sesto capitolo, "Playwn.ght of the sant 1 Angelo
'lbeat.œ," i l critico discute Il teatro a::mi.co, "poetica nessa in azione"
e prefazione intesa a prepa.rare i l pul:è:llioo ad acœttare la nuova
cx:mœdia ch "caratteœ."
letteraria.
Il teatro o::mioo è in realtà una p:>lenu.ca
Il Goldoni cerca di
difenders~
della vecchia ccmredia deil' arte:
contro i sostenitori
"The Conie 'Iheatre a polemic rather
than a play written as a prologue to his drama.tic work in veniœ" (p. U9) •
Il Chatfield-Taylor nega al Teatro canico vero e proprio valore teatrale,
considerandola non una camedia ma una serie di sœnette caniche accozzate
insiene senza oretine, priva di qualsiasi vivaeità cCrniea
ben sviluppato:
0
d' b)treccio
"nothing rrore than a series of scenes, l.3cking coherence
and presenting neither a real conflict nor its solution" (p.54l).
Ci~
nonostante, i caratteri sono ben individuati e l'arrbiente degli attori
è presentato in rrod::> convinœnte: . "it pictures life behind the scene
candidly and portrays stage folk
50
ruthlessly" (p.193).
Il GJldoni
riproduce con verità e naturalezza i diversi tipi che fonrano una
carpagnia ccmica:
(
un aspetto deI Teatro canico che non interessava
50
73
{
/
af~tto i l Baretti.
scarso
~re
Se per i l Olatfield-Taylor la comella stessa ha
teatra.le, la culilediOla Il padœ
qvale
del fiqlio è
1l1veoe una pl.ocola "culilledia in carrnedia" origl.Ilale e VJ.vace, o:J',osta
nello stesso stile delle Hanl.et di Shakespeare.
V. anche della stesso autare n. 10.
1919
10. a::t:lart Chatfie1d-Taylor .
Int..roduz.iale a:
Playwriting di Frederick. C. L. Van Steerxieren.
~un
of Co1urrbia
Gol.Œ:ni
al
New Yo:rk: Dramatic
University, 1919.
Per Il teatro cunico, v. ~. 10-17.
Hcbart Chatfield-Taylor prenette ail'opera deI Van Steenderen
un breve disOJrso sulla 'lJ.ta. e sulle opere di carlO Goldoru..
Prima fra le sedici noove romœdie, Il teatro canico dal GolCbni. par risp.::lndere aile accuse dei suoi avversari che una c:c:mredia i l Chatfield-Taylor la
faith" (p. il), nella qua.le i l
cons~dera
~ografo
scritta
piuttosto
lia canfess1.on of
t.reneziano criUca aspra-
rrente anche i l vecchio teatro della ccmredla dell' arte e prepara 1.1
p.lbblioo alla progress.;i.va rifonna delle nascheœ. I l cntico gJ.u::lica
questo proemio, un' audaa= pJ1enu.ca letteraria.
Nega al Teatro cœu.co
ogni valore drarrmatlCO" essendo l' intreccio p1.uttosto
considera lia rrerest skit."
1/
flL."!5Y," la
I l dl.atfield-Taylor ripete qw. 1.1 giudizio
già espresso nella sua b1.ografia deI Gcldoni (v. scpra, n.9) Cl.rca la
struttura sleqata della ccmredi.a e circa l' abi~t:à del c::arm::rliografo di
creare, con
efficacia e
1"
(
vivaci~,
i caratter1. el' anD1.ente.
74
·
"
(
La CXltiledi.a acqu.ista un certo valere teatrale ln quanta
rappresentazl.CXle viva della Vl.ta quot.Ldi~ dei canici.
dipinge, vert e naturali, i
divers~ tl.p~
I l Gol.dali
della carpagnia cam..ca.
Oltre a presentare le teon,e let+-....erarie e teatrall. del a::mœdiografo
f
settecent:esco, la cr:::mœdia dice J..l
Chatf~eld-Taylor c~
pernette di
nconosœre un'.l.I'CItlagl.Ile della vi t:a letterarJ..a deI Goldoru. -
l'autore narra al pul::t>lico le varJ..e
da lw. per raggiungere Ü
dl.ff~coltA
.ln
essa
mcontrate e affrootate
su:oesso, npatendo l.l gl.udizio
gi~
pJ:Ot1l.1l'X:ia:tc
nella sua opera de1 1913, GolOOru.: A BiC?graftlY, (v. n.9).
1920
11.
J~ Spencer Kennard.
Goldoru. and the Veru.œ of HJ..s Ti..tœ.
Nei York: MacMillan Cœpany, 1920.
Per Il teatro corru.c:o, v. pp. 285-92 e 475.
Nel sett.lm:> capitolo deI sua lJ.bro sul Golcbru, '''Ihe Plays: (1734-
1750) 1" ü Kennard analizza le dJ.v.:rse cœrredJ.e catp:>ste da questl.
f'
durante. l i t;:erJ..ooo 1734-1750.
Fra queste contredl..e va insento Il teatro
canico, una cc:mredia nella quale l' autore cerca' dl. stabi.L.re
legarre fra glJ.. ~ttaton e 10 spettacolo.
In essa
al pubblJ..ro la rifoma della a:mœdia ltaliana.
~l
:.In
;lI1t..Lrn::>
Goldoni illustre
Il Kenna.rd 5J.. fez:ma su
alcuru. braru della camedia e disc.rt:e alcmu teml. fondarrentalJ.. della
~tJ.ca golOOrrlana:
ü
paragone comredia franœse e ca:media J..tall.ana,
le regale aristotelJ..che, ecc.
Eg~,
infine, nc:hiana l'attenzione su
quello che gli setrbra l'aspetto più interessante della cntllBlia: l' lntro-
75
.1
.. (
du:zicne e la presentazione delle attrici e degli attori della cœpagnia
"The Conie Theatre
M?dehac:h:
G. 3rerrarkable
~ch"
players œ10nging to, the Troupe
for the
out~
of several,
(p.475).
1925
12.
"Una ccimed.ia in ItDgO di prefazic:ne."
Antonio Zardo.
Teatro veneziano deI Settecentoo
Balogna: Zanichelli, 1925, pp.
145-72~
Antonio Zardo dedica l' intero sesto capi tolo deI Teatro VeleziarD
deI Setteœnto al Teatrfllccmi.co.
pero
condividerlo.
Egli c~ta i l giudizl.o deI Baretti, senza
La tes~ fondaItentale dello zardo è enunciata già nel
titolo deI capitolo "Una camœdia
l.I1
luogo di prefazione."
l' q:le.ra una prerazione di c:omredia pitl
gl.tx:li.z~o
che
vera camedia, riportando i l
deI GolOOni quale risulta dai Mém:>i..œs
œdica alla .Ma.rchesa Li tt:.a Calderari.
agli spettator~1 la storia
decadenza e alla
deI
progreSSl. va
pêr
Giudica
e dalla lettera di
10 zardo la camedi.a pœsenta
teatro cœu.co °setteœntesco, dalla sua
e lenta rifonra
gol~ana.
è "una. rappresentazione Vl.va e vera di db che
er~
La comœdia
i l teatro canico a
que' giorni in Venezia, cosî rispetto.a' poetl., corre agli attori e al
pubbl~co" (p.148).
Anme
Se
10 studioso non la:considera una delle più
telle camedi.e deI Golàoni, tuttavia riconosce ~ essa alcuni pregi.
•
•
r
Il
wloœ teatrale della cœrrema CClnSl.Ste œil' avere ü Goldoni rawœsentato
sulla sœna i canic~ stessi con le lora boone qualità e
.
i lora difetti,
nel far Lora provare una CCI'!1l'edia e scçrattutto nell' aver saputo dare
"
.
Vl.vaci.tA
~'azione
cosî da faœ tolleraœ il peso àe.l precetti teatrali
76
(
esposti dal œp:x:xmien.
A questo punto 10 Zarcb si soffe.nœ. su 'alcuni
aspetti fonclarœntali della poetica goldoniana.
~
Uno dei pregi maggiori
di essa sta proprio nell" accnglie:re tutto cib che era ancora vivo e
, '
valiao
nella cœtredia dell' arte.
core dichiara l' autore stesso nel+a
Prefazione dell' autore all' ediziane di Venezia, prese dalla camedia
dell' arte aletme cose buone, "qualche ragionarrento grave ed istruttivo,
qualche delicato scherzo, qualche accidente ben enllocato, qualcuna di
quelle :p:mne1.late che danno risalto a una figura canica, qualche critica
CJPI:X'rttma e sottile di costurranza allora in voga'"
(p.159).
I l capitolo
si concluèle enl solita confronto deI Teatro canico con L' Inprorrptu de
Versailles e La Critique de l'Ecole des Fermes e cqn l' Amleto.
Tanto
Orazio che Anù.eto, danno degli avvertirœnti ai conmedianti circa i l
rrodo di œcitare.
E' possibile che il Goldoni conoscesse la tragedia
della Shakespeare, ma seconde 10 Zardo sarebbe stato il "buon senso" a
'suggerire sia allo' Shakespeare che al Goldoni questi avvertilrenti.
"\
1932
13.
Mario Apollonio.
L'opera di Carlo Goldoni. Milano: Edizioni
Athens, 1932.
Per Il teatro ccmico, v. p.164.
Da
un notevole impegno di concretezza storica sernbra anirrato i l
dense volurre di Mario Apollonio che precorre passo per passo l' i tinerario
artistien goldoniano, distinguendovi. ,tre successiYB rraniere e anallzzando
brevenente, in cretine cronologicp, gli scritti deI Goldoni che
a~gono
"
l~
77
•.
a ciascUna di esse.
Il critl.CXl
1llS~ste
soprattutto
SUl.
leganu t...."'ëi
l'esp::rr-ienza biografica e la c:ante:rp:>ranea espresSlOIle a.r+--lStlca.
.
Pel
Teatro cœuco egli parla nel capl.tolc L'1tltolatJ "']:7\aIutà ::ecnnda,"
1
__
_ _ _o:::xmco
_ _ _ •àoveva
teatro
Il
Medebach.
c
sernre :ia presen.taZlone
al putblu:::o
dél Collalto, nuovo Pantalone àella ~gnl.a ~c.~.
J: d.l':erse
1
scene della
CUlllediOla,
Il padre nvale <El ':1.g11o, ser/Ono propr1.o a
rœttere in evidenza le qua.lJ..tà artJ..stl..che deI Collalto.
')ueste
non riesoono t:erè> a c:rea.re l'effetto dl. una "cameà.l.a
camedJ..a,"
cioè quel seconde piano dl. re<:l.ta die la Shakespeare
ill
se~
scene
abürœnté
inserire nell ' Amleto e nel Sogno dl. una notte dl. rrezza estate.
Seccncb
o
. il critico, l' tmica "giustificazione" del Teatro cœu.co nel sm conplesso
è nel tentativo del Goldcru. dl.. cattivarsl. I I ccnsenso degli spettaton.
Il Goldoni trasporta I I sm pul:::blico nel
re~scena
e 10 invita ad
mrontrare i slDi a::rnici ed ad ascol tare i loro segreti.
1936
14.
Giuseppe Ortolani.
carlo Goldoni, Tutte le
~.
opere.
Nota storica al TeatIo œmi.co, in
Vol. rI.
Milano:
M::mdadori, 1936,
1329-30.
A Giuseppe Ortolani, note sttrlioso deI Goldoni, spetta i l rrerito
delle infonratissirre notizie storiche che accœpagnano
ciasCl.m.O
..
dei
1
catpOnirœnti teatrali pubblicati nei vari voluni.
Nel seconde vehme
l'Ortolani dà una sua interpretazione deI Teatro canico riprenden:io
:l.
/
(
giWizi espressi da quasi tutti i crîtici precedenti.
La. cx:mtedia ~
",s
78
b
,
una spec:1.e ch "p.ro:lLaItIUa" œlla
r~~or:na
teat...rale armuncl-ata dal
Golà:ru., pœSe.l'1tato :-1CX1 o:::xœ senpl.lce :::bc-lITEnto
la mova staglone a Sant Ange le ,
1
teat...ro, sœso :Jlaœvo.l...rrente
pul:Dhco, e a...'u. ::ato dalla
'I\J:ttJ.
l
:;ranàJ...
~
.l..'1
:::l::JÈ> ~a
sen..e :arro:;a :ie::e
:ilalo;ru. l-'1genm, a..1..1a :Juona,
deg~
"VJ."Ja 'Jo::::e
propr~a
:Cr::na ::il
sed::..Cl
~
.:...1.
attorr :iel2..a ::;œp3.grua" \p .. 1329) .
"JCX3l.lono canurucare ccn
renœre 'raglcne ch sé e della
~rr::::c 703. l ..::'
Ü
loro pu.l::XJllco
~
q:era.
(' Inoltre, tanto nell' Irrprcnptu de Versa111es dle nel Teatro a:mi.co,
gh autorl presentano agh sp:!ttatorl i ch ver51 caru..Cl della loLO
can'~
corpagrua.
nota 11 Goldoni prerrle di rrura la vecchia comeJia
-deil' arte, prrsaU..ficata dal EXJeta Lelio;o e al SUD posto prcpone una
o:::.mœdia scrrtta e orlginale ccn un lJ.nguagglO natura1e e familiare
in cui il viZ10 viene ridicolizzato e le masd1.ere se ncn elirninate perdooo
gran parte
del~ lOrD
inp::>rtanza:
"Questa cœrœdia rawresenta il
trionfo deI bu:>n senso œl teatro e della sarplicità œil' artei e pre-
corre alcuru.. insegnarœnti che furono cari al Manzoni Il (p. 13 30).
"ccmœdia in canred.ia," Il padre rivale deI figlio,
~
La
una ccmrediola con
"qualche sp.mto grazioso" (p.L330), in cui il Goldoni avrebbe cercato
di burlarsi dei canovacci dell' arte.
Il contributo più impJrtante dell' Ortolani consis,te nella storia
che egli fa delle varie rappresentazioni deI Teatro comico, e della sua
fortuna.
(
La canred.ia goldoniana rirrane un dccurento storico prezioso che
1:: quanta :::xmœdl.a. !"la aV1.l~Jna
un vecdu.o ?éÙcosceru.cc.
breve.
1
J:Jtx:l la
~+'1taz:..one a
seàJ..c=.. c:::Jttœàl.e, ".:One
catU.CO :10I1 L'1teressa
pubbll.co dl og;;=..:
:roI te
'cne aile
Sa:'1t' Angeio, :xIœ
)5010 ec:::eZl.CnaJ.Ilente sul pal
Pl.t!. ü
""1. ta
. I l t.eatro
per sé uns.
essa,
vera Vl.ta d'arte" (p. 1330) •
1939
15.
Henry Perry.
Maste.rs of Dramatl.c
"~I talian
Tradi llCl1:
car10
Cœedy and their Social 'U1eres.
G::lldaù.."
Massachusetts:
Harvard uruversity Press, 1939.
Per Il teatro ccmi.co, v. W. 246-49.
Il settirro capitolo çli quest'opera è dedicato a carlo GolèDni.
'Ibe Carù.c' Stag:: -
cosl è tradotto il titolo della camedia -
"set forth his dramatic program and rra.de clear
In
il Goldoni
ms objectives" (p.246).
'Egli difende la sua arte canica usando una tecnica teatrale non essenzial-
rrente diversa da quella gi:1 adoperata prirra dal MJlière e FOi dal
drarmaturgo danese, Holberg, nella sua cpera New Year' s Prolcgœ ta a
Caredy e nel prologo alla oorrmedia Without Head and Tail, aml:.:edue deI
1723.
Il Perry continua oon un breve riassunto della corrrœdia, accennando
breverœnte anche alla farsa, The Father Rival of his Son, senza
affrontare i l problema. del suo valore intrinseco.
Il Goldoni non si
limita ad esporre le sue idee circa un nuovo teatro, ma critica inoltre
la ooncbtta degli spettatori e stabilisee certe regole p:rr gli attori.
80
Eg~ na1. ~ asteners~
dall' lIltrcdurre nel sm CXlSiddetto "rnaru.festo
1
art.l..stico" anche alcuru. 3"~udl.u rrora~, e dall' espn.nere'~ sw~ dtbbi
e le sue speranze.
1946
16.
P~ero
sœlte, a cura
Glllellini.
m
Introduz~cne
GJ.useppe Ortolam.
a:
Carlo Goldcni,
~
Firenze: M:ndacbn., 1946.
Per Il teatro cam.co, v. p. 22.
/
Il volure delle
raccog~e
duz~one
c:pere
sœlte, a cura dl. Giuseppe Ortolani,
sol tanto alcune carrreche del comnedl.ografo venezian:::>.
è di
P~ero
L' intto-
Gibellini, che è inol tre autore di una. cronologia
della vita deI p::;eta, œll' antologia critica e èella bibliografia.
Nel-
l'intrcx:iuzione, 10 studioso si fe.!JTlél su van. aspetti della carriera del
Goldoni.
Si occupa deI Teatro canico nella parte nservata aila tradizic:ne
letteraria, quando oonfront.a il teatro goldoniano con quello deU' arts.
Secondo i l Gibellini Il teatro a:::mti.co prelude al teatro rroderno, al
rretateatro di Pirandello.
Egli nega
pero
qualSiasl valore estetioo.
Inoltre i l ooncetto stesso deI "teatro in teatro" è un "trucoo" vecchio,
reperibile persino nella cam:edia dell' arte.
La mxlernità deI Teatro
cornico rispetto al teatro deil' arte dipende dal sm contenuto, dalla
concezione stessa della riforrna teatrale che vi è esposta.
L' originalità
deI Goldoni sta nell r avere sosti tui to al tipo astratto della rraschera un
carattere "psicologicarœnte plausibile" e alla scenario della camedia
dell'arte una camedia di '''carattere'' tutta scrittai nell'avere inoltre
,
'l;'
81
rea J j zzatp la fusiale fra teatro e scx:::iet:à e SOS'Utuito la "prodig.lasa
'UlçëmgSSprach'" (p.22)
linguaggl.O
golcbnl.ano,
1
al plurilingw..sno œl teatro dell'arte.
~
apparentaœnte facile rra esso
Il
presqJpO~
"un '~~ l.l.nguistica che precorre per au::1acJ.a di invenzione e
dl ipotesi quella del ManzOni"! (p.22l •
1947
17.
Ug:) Dettore.
Voc:e "Il teatro canico."
Dizionario letterario
Ec.rtËiaqi delle q:eœ e
dei persanaggi di tutti i tenpi e di tutie le
letterature. Vol.VII.
Milano: Barq;>iani, 1947, p.348.
Nel da.œ un breve riassunto del Teatro camco, i l Dettore descrive
la a::mredia senplicerrente c::ozre "prolog:>" aile sedici nwve cx:mtœdie deI
1150.
La scq::xJ del Goldopi era di presentare il Collalto, noovo Pantalœ.e
della 'oorrpa.gnia Medebach e, nello stesso t.enpo, di preparare i l p...lbblioo
, alla rifonna.
Egli paragona. la oonnedia deI Goldoni a du: c:omœdie
r,
franœsi, LI Irrprorrptu de Versailles del Moliike e i l Prologue des Folies
AIroureuses deI ~gnard.
Il Dettore concluie rrettendo in rilievo i l
particolare rapfXJrto che la oomœdi.a stabilisCE fra spettatori e spettaoolo.
Il GoICbni non si limita soltanto ad informare gli spettatori, egli li
fa anche partecipi della sua riforma.
La. camedia è "un vero colloquio
dell' autore e degli attori 001 pubblico, e i l p\abblico, sebbene non
ri5pJI1da, intende, e se ne sente la presenza oontinua" (p. 348) •
,
.
82
1950
'18.
italiana.
Franoe:sco Flora.
Vo1.III.
"Il Settecento."
Storia della letteratura
Mi1arx:>: tbldacbri, 1950.
Fer Il teatro CCJT\.tCO, v. W. 913-15.
Il teatro cam.co, secc:ncb i l Flora, è "tm' ideal prefazicne e ideal.
epilocp" (p.914) del teatro golcbniano, in
artistici e m::>ral.J. ai quall. si iSpiro.
CUl.
l'artista e.spc:ne i criteri
ra a:mmedia definisce le intenzia'li
dell' aurore e il significato della missione -
abolire la cx::rnœdi.a del-
l'arte sostit~ una o:::mœdia tutta sc:ritta, di " carattere" :
" Il
Goldoni sc:risse allora nel Teatro canico la propria poetica, riuscenoo a
{,
dar oorso e vivacità di ccmœdia aile su: teorie sulla vita e la foma
delle scene" (p.913).
Il Flora rœnziona l'interesse deI Goldoni per
la reputazione dei cornici, e rcette in rilievo i l confronte fra teatI:o
francese e teatro italiano
CCl1
gi~
intento del tutto diverso.
fatto dal Baretti (v., sopra n.l), ma
La ccmœdia
tm'orchestra e non uno st.run'ento unico.
è un insierœ di caratteri,
E' questa, secondo i l Flora,
la tesi fondaIœnta1e deI Golcbni nel Teatro canico.
1954
19.
Francesco zampieri.
Introduzione a:
Carlo Goldoni,
9fere.
Milano-Napoli: Riœardo Ricciardi, 1954 •
Per I l teatro comioo, v. pp. 313-14.
~ell 'introduzione
a questa anto1ogia golcbniana, Francesco
·
"
\
/
"
83
Zaapieri ccnsidera Il teatro o::xni.co cx::rœ tI1' introduzicne prograrmatica
alle sedici ccmœdie nu:we, "uœ Poét1.qœ mise en Actioo":
svolti dalla crioca precedente.
terni già
Una nuova quesuone sollevata dallo
l.anpien. ~ quella del rapporte fra Il teatro comi.oo e la Prefaziœe
del Goldcru. alla priIra. raccolta <Elle Ste comœdie.
Nel Teatro o:::mioo
il GolOOru nprende gli stessi argaœnti della Prefazione, present.aoooli
rrcdo diverse,. ncn corœ un ragionarrento teorico rra core una "poetica in
;
lzi.oœ,
Ulla
If
in cui i di versi personaggi vengono sul palooscenico per provare
cx:mredia, durante la quale espongono le varie teorie della p:>etica
golOOni)ma:
"ciô che i canici dicano e fanno, discorrendo t:rGl lero
œcitando le sœre della cc::rmedi~ in Prova, contrapponendo il nuovo stile
o:::mico al vecchio, serve al Goldoni per esporre e racc:x:nmndare al
pul::blico le ragioni e gli intenti della rifonna" (p. 313) •
Il GJldoni non
vuole senplicaœnte riprenèere le idee della Prefazicne, i l suc scopo
~
anche di fare del teatro.
Oltre ad anmmciare al suc pubblico la riforrra
teatrale, Il teatro cani.co docuœnta le diverse polenùche suscitate nel1 t arrbiente teatrale contro le innovazioni
~1.dcniane;
polemiche che
aiutarono il Goldoni ad aoquistare una maggiore oonsapevolezza critica.
'"
1957
20.
Mario Baratto.
In Stu:li goldoniani.
'" M::mdo' e 'Teatro' nella pcetica del Goldoni."
Atti deI COI1vegno Internazionale di Studi goldoniani
(Venezia 28 setterrbre - 1 ottobre 1957).
Nicola Mangini.
1960, II, 465-98.
A cura di Vittore Branca e
Venezia-Rana: Istituto per la Collaboraziane CUlturale,
[Ediziane adoperata in Tre studi sul teatro, Venezia,
\
84
----
Neri Pozzi, 1964, pp. 159-22-iJ
Fer Il teatro cx:mico, v. pp. 162-165.
Il Baratte rrette in eviœnza da una parte l' attenziale deI GoJ.c1cni
alla scx:::ietà e dall' al tra i l rëlH?Orf:o
putblioo:
me la camedi.a deve avare col
i l "M::lncb" e i l "Teatro" due elerrenti essenziali alla poetica
deI Goldoni.
~
Il "tvbndo"
fer i l Golcbni i l pr:ino "maestro," i l "Teatro"
~ !!fin m::rlo partioolare di ric::x:JJlPX're gli elenenti offerti da.J. "r-bndo."
Il "r.tmdo" rawresentato sulla scena non è i l vero ITDndo, na una pittura
Il "Teatro" è
lU1'
illusione provvisoria, di œà1tà, in cui gli
spettatori devono ria:moscere gli aspetti veri deI m::rlcb dalla cui
osservazione esso è nato.
pubblic:o e i l "M:méIo."
La
SCElla
deve stabilire
lU1
ra.pp::>rto fra i l
Nel 1750, anno declsivo p::rr la sua carriera,
Carlo Goldoni riflette per la prima volta sulla propria cpera e scrive
~
solo una Prefazione alle sue camedie ma anche Il teatro a:mi.oo.
Egli si rrostra
lU1
osservatore attentissiITO OOil' arte ëlel comredio-
grafo e dell' arri:liente "vario e pittoresco dei a::nnici, rrediatori tiâ i l
pubblico e l'autere" (p; 162).
Egli coglie in un teatro a p:>rte chiuse
la vita di t.ma corrpagnia di canici e li fa rruovere sulla scena.
E'
questo, per il Goldoni, i l rrodo più ooncreto di "espri.rœre la fiducia
di un autore in cerca, oltre di r:ersonaggi, di attori capaci di investirsene" (p.162).
La sua poetica è basata sull' attenzione oltre che
al pubblico, anche agli attori, i quali anch ' essi devono approitarla.
Il teatro canico è
trOva
"1.ma
prefaziane di ccmœdie più che c:omœdia, che p.1r
nella concbtta sœnica la sua legittimità" (p.165).
85
(
21.
Ettore Mazzali.
"Il teatro cnniro
é
la camedia regolare."
In Studi c;pldoniani. Atti deI Convegno, Intemazionale di Stu:li golà:miani
(Venezia 28 setterrbre - 1 ottobre 1957).
A cura di Vittore Branca e
Venezia-PDIra: Istituto per la Collaborazione CUlturale,
Nioola Mangini.
1960, II, 787-93.
Nel 1750, osserva il Mazzali, i.nizia per Carlo Goldoni una nuova
stagiane durante la quale egli si distaœa final.trente dalla tradizione
dei canici dell'arte, per rifonnare i l teatro italiano.
L'itinerario
goldoniano include sedici comned.ie nuove preœdute dal Teatro canico, la
Pl:efazione al prirro taro delle canrredie e l' urizio della p::>lemièa
CCI1
1
l' abate Chiari •
. Fer quanta riguarda Il teatro cani.co, egli dà innanzitutto un
"
riassunto della carrred:i.a, nettenào in rilievo il confrooto fatto dal
Goldarl fra il teatro fran~se e il teatro i taliano in II. iii; riprende
i l paragone Il teatro <DIlliro e la Prefaziane, docurrenti entraIIbi
essenziali per intendere le
n.19).
~dee
fanda.rrentali della rifOl:rna (v. Zarrpieri,
Il teatro canico è, dunque, una cornœdia in cui le regole del-
l' acte e i principi di una nuova pcetica non vengono solo suggeriti ma
anche dirrostrati.
a:mredia
Per qœsto notivo i l Mazzali la
una
dinostrativa, e pur vitale anche al di fuori deI manifesta
p:r::ograrmatico e della fOlemica,
nell ' azione" (p. 790) •
realtà scenica.
o:::mœdia.
cx:ms~dera
~ché
i tenpi concettuali si risolvono
E' una cx:mœdia in cui la poetica è risolta in
1
Infine, il Mazzali si fenna sui diversi personaggi nella
E' il prino critico a capire l' .irrpJrtanza dei personaggi.
Al
L.
86
,
(
œntro di "questa operosa realtà sœnica," si oolloca i l capocanico
<n::azio,
l'unico che oon reci ti la sua parte di prirro anoroso.
clipenc:bno tutti gli\ altri canici.
Da lui
Il suc disCX)rso sul teatJ:o serrbra
tutto naturale, la sua p::letica si trasforma in aziane :i.nserendosi nella
vita quotl.diana Œi. canici:
i
S1X>l.
~tD
"Il
discorso senbra continuato, perché
lnterventi
si richianano l' tmO aU' altro, perché, senpre inseri ta
,
œlia vita qtX)tidi.ana della conpagnia, la sua pœtica si fa azione" (p. 792) •
Perô sono gli altri personaggi
l.I1
quanto interpœti di un duplice D.Dl0,
quello di. a::mici e di p:rsonaggi, a rrettere in sœ.na la poetJ.ca esposta
dal capocanico.
spettatori.
La rifonna deI teatro viene cosi attuata davanti agli
Anche !elio, i l poeta e Eleonora, la virtuosa, rappresentanti
tipici deI vecchio teatro, alla fine entrano a far strada alla nuova
cx:mœdia golcbniana:
.
"Cost la <XlItltEdia regolare vince le "abiezioni e,
.
o:n rralizia gentile, dà affetti unani e pane e senso di realtà ai tras-
..
fughi deI canpo avverso, della c.onnedi.a deil' arte" (p. 793) .
1959'
22.
CXX!1iCX).
Gerolano Bottoni.
Introc1uzione a:
carlo Goldoni., Il teatro
Milano: Signorelli, 1959.
Per
~tro
canico, v. pp. 4-6.
Si tratta di un' edizione scolastica della camedia e sarebbe inq;JpOrtuno pretendere tma qualunque originalità.
Il Bottoni ripete quanta
hanno detto i vari critici, in particolare A. ZarèD (v. n.12).
Usando le
87
parole stesse del Golcbri. nei Mlfmri.res, il Bottari definisœ la
CXililelia
Runa Poetica rœssa in azione e distribuita in tre parti" (p. 6) r la
l,
quale pur non essendo la pitl bella fra le op&e cpldcniane riesce
"graditLssirra" e "interessante" (p. 6).
Il valore teatrale deila canredi.a
ccnsiste neil' avers, i l GoldOIll, rappresentato in essa
v
con le loro bu::me qualità e
tma
1.
pero
ccnri.ci stessi
1.
loro difetti, neil' aver fatto loro provare
"ccmredia .in cc:mœdi.a" con l'aiuto di un suggeritore e inoltre nel-
l'ave.r saputo fare
Il
amabiJ..rœnte tollerare. i l t=eSO della sua teoria
teatra1e" (p. 6).
(
1961
23.
canioo.
Nioola Mangini.
Ralla:
Introduziona a:
casa Editrice
carlo Golcbni., Il teatro
Oreste Barjes, 1961, W. VII-XVI.
L' introduziane presenta al lettoœ 01 tre ad uno stu:li.o critico
della c:x:::mœdia, anche un accurato ritratto biografico che serve ad
illuminare la personalità e l' cpera teatrale del Goldoni.
l'arrbiente storiro in cui si
fornn
Nel descrivere
il GolOOni, il Mangini prenœ in
considerazione i l trarronto œlla ccmrredia deU' arte e i prirni tentativi
di rifOl:ma teatrale, da parte di alcmri let:tê:i:ati toscani anteriori al
Goldoni, e precisarrente il fiorentino G.B. Fagiuoli e i senesi Gerolam;;l"
Gigli e Jaccpo Nelli.
Spinto da un vivo. desiderio di novità, i l G:üdoni "\
è l'unic:o che sia riuscito a fornulare t.ma vera riforna teatrale e a
I!l
')
88
tradurla in realtA •• Il Mangini segue da vicim i l progresso della
rifOIJ'tla
golcbniana.
Egli giu:lica rrolto significatJ.va, nel carrmino della
riforna goldoniana, l' apertura della nuova stagione teatrale con Il
teatro q;::mti.oo.
'c:.
Questa CXlIltœdia si presenta o:rre ''l' espressione di una
o
raggiunta rraturità critica" (p.XXII).' Il Goldoni artista,
c~atore
e
oovatore senti i l bisogno di canunicare col pubblioo, di rendergll.
ragione
di sé e and1e della prcpria opera:
,,-
"Queste scene sono soprat-
tutto un collCXjUio cxm gli spettatori ai quali i l camediografo in~
t
spiegare senza pedanteria i caratteri (;ella
rœtodi di lavoro" (p. XXII) •
1
DllOVa 1 COItttedia e i
L'esposiziooe delle
idee
suai
risulta viva ed
efficace proprio per la fonna letteraria prescelta dall ' autore, la
quale essendo rrolto lontana dalle
~te
e pretenziose pcetiche dei
letterati, è quanto Irai. confonœ ail 1 indole deI Goldcni.
,0
La trama della cxmredia è rrolto serrplice.
œll 1 IIrprœptu de Versailles, i l
Go~
pubblico gli attori della canpagnia.
ail 1 arrivo dei vari
~ti
"
Cœe i l MJlière
imnagina di pœsentare al
Assistiarro, du.nqœ, non soltante
della conpagnia, rra anche ai dialoghi
strettanente legati alla riforma teatrale, che
Si
intrecciano tra di 'loro
e con i l capocanico Orazio, che àà cansigli e suggeriIœntiv
L'azione
secando i l Mangini, è un);:C' lenta e la svolgiIœnto non è priva di una
certa nonotonia per i l prevalere di si tuazioni pressoché ident.iche, in
cui è affidato alle masd1ere il canpi ta di tener desto l' interesse della
spettatore.
l tre atti hanno corre punta di riferirrento le prove della
,
..
J
89
camediola Il padre nvale del
fig~o,
che si nvela un espediente in-
dovinato non solo ai firu. p:œciptll del lavoro, e cicè della presentazicne
della riforma, ma anche dal punta di vista della spettacolo.
I.e scene
della ~ola tendono a ravvivare l' interesse deg~ spettatoÏ:~_ Il
Mangini sostie.Tle che nel seccndo atto della camema c'è maggiore vivacità,
perché 11 Goldoru. ha saputo abllrœnte llltercalare alla reclta della
ccmœdJ.ola, i l nou vo p::>lemico e la tematica riforrm.shca.
Il terzo atto
è i l più debole, soprattutto per la rrancanza di un elemento nuovo, presente
invece nei primi. due ath.
L' arri vo di
Le~o
e di Eleonora rispetti varrente
alla fine deI prirro e del secando atto, rialza' il tono generale inevitabilrrente scaduto per i l rlpetersi di s~tuazioni gi~ scantate.
Tuttavia i l
Mangini ricxmosce che la cx:mredia ha una sua validi tA anche da un punta
di vista ",~.ttacolare, Il per cui .11 fatto che le sœ rappresentazioni
sulla scena siano state tante rade non appare rorrpletarrente giustificato .
.:)
Per quanto riguarda i personaggi, egli osserva che non hanno
rilievo indiVl.duale" (p.XXIII).
..
il
uno spicx::ato
"Infatti," dichiara i l critico, "la loro ,
presenza e la lom azione è per la più giustificata nell' ambito della predaninante preoccupazione espositiva" (p.XXIII).
l personaggi più ri-
levati sana qu=llo del poeta Lelio e della cantatrice Eleonora precisarrente
perché incarnano dœ .irrpJrtanti notivi della polern:i:ca gOldoniana:
cattivo gusto deI Seicenta e le pretese della rnusica.
il
Orazio è il per-
sonaggio centrale della comreclia e il coordinatore dell' azione di tutti
gli altri personaggi, rra soprattutto il portavoce deIl' autore.
Il Goldoni ripropone le sue idee sulla rifonna, precedenteIœnte
,.
90
i
diffuse nelle prefaziani, nelle dediche e nelle lettere.
Ma 'œU' intro-
durre questo tema "dirrostrativo" œlla ccmœdia, il suo discorso è
serrpre garbato e rreditato:
"Opera in lui un' aurea mediazione e riduzione
,j
dei rrolti stirroli spontanei che gli venivano dalla tradizione culturale
La s~ posizione di fronte al vecchio teatro 8anico non è
e poetica." l
ri voluzionaria, rra "m::xieratanente novatrice" (p.XXV).
alla norrra della gradualità, cane ,si
rile~
progressiva eliminazione delle rraschere.
Egli si attiene
soprattutto dalla lenta e
Secondo il Mangini, i l Baretti
/
non afferrO bene questo rapporte fra il Goldoni e la "corrmedia dell' arte,
e per questo critico asprarrente I l teatro comico :nella Frusta letteraria,
accusando questa ccmœdia di non essere essenzialnente diversa dal
vecchio teatro delle maschere
0
Ma 01 tre
alla predonù.na.Ï1te ispirazione
polenù.ca e didascalica, la canrœdia presenta anche altri
teffii
che hanno
una non trascurabile funzione integrativa e che sono legati ai, comici e
'--
al loro rondo.
C'è in essa una palpitante e divertita descrizione del-
l'anbiente dei canici.
aa;ruista
\IDa
la
loro esistenza, ritratta -da dietro le quinte,
dirrensione più umana:
"L'autore, infatti, non si limita a
tratteggiare un quadretto di genere, scherzando sulla pigrizia degli attori
e sulla vanità della prima donna, ma insiste più volte sul lato più serie
della loro vita, piena di preoccupazioni e di sacrifici, sotte il costante
)
assillo di una precaria situazione econanica" - (p.XXVI).
Nella sua
appassionata difesa del rrestiere del ccmico, il Goldoni si 0HXIDe al
pregiu:iizio sociale, rivendicando la dignità unana della
gente di teatro
1
1 Citazione ripresa da EttorEf, Mazzali, "Il teatro cx:mico e la
a:::mœdia regolare," in Studi goldoclani, a cura di Vittore, Branca e
,Nicola Mangini (Veœzia-Fcma: Istituto per la Collab::lrazione Culturale,
1960), II, 789.
,
91
';
J
(
e di:t;endenclo l' onorabilità e la serietà dei 10m costumi.
V. anche dello .stesso autcre n. 37.
24.
Ferdinando Palrn.i.eri.
In Teatro di car).o Goldoni.
<~
Introduzione a:
Il teatro canico.
TOl:'inO: Eri-Edizione RAI, 1961, pp.173-79.
Il P~eri ripœnde il solita confron~ tra Il teatro canico
e la Prefaziooe alla raccolta Bettinelli (v. Zanpieri, n.19).
Egil
c:cnsidera la c:omœdia non sol tanto un teste teorico ma anche una
co
testinonianza, tma confessione ed un invita che i l Goldoni rivolge ai
suai spettatori.
SUl palcosœnioo deI teatro San1; 1 Angelo, il Go1cbn.i.
rœtte in scena i l teatro stesso oon i suai, attori.
assiste più ad tma recita na
stesso degli attori.
Gli
~
rI pubblico nal
portato dietro le quinte, œll"arrbiente
~ttatori
sono invitati a riflettere sulle
o
nuove a::mœdie e sulla vecdùa a:mnecli.a dell' arte.
Il Goldoni polemizza~
apertarœnte contro il vecchio tèatro a:::mico, e appunto par questo, intro-
dtre dœ persooa.ggi, che raffigurano l'uno i l sostenitore della P?9tica
goldoniana (Orazio) e l' al tro "il si.ntx:>lo in caricatura del carrpo nernico"
(p. ~6), (Lelio).
Ma Il
teatro a:mico
nanca di fare nspettacolo ga.ianente n :
ra~resentatal sulla
scena
nŒl
flr tre atti sooo vivanente
teatralizzati da quei personaggi-attori, da una serie di episexii inconsueti
0
ricoloriti e dal grottesco
arrendevo1e" (p.l??).
c
quel p.::eta ostile e velcx::sœnte
I1,Palmieri definisce la camedia una "leziane-
dinostrazione," poiché in essa viene
o lII.ejia.
di
~sa
in scena la prova di una nl.lJVa
A prcposita dell' espediente della
Il
CXillLelia. in a:mtelia, It lo
,.
.,
92
(
....
,
studiOSO{ cita un'altra opera del Q>ldcni' pœcedente al ~tro canico
L'Arcadia 41 Bœnta.
Il t.eatro canico rimane un' qlera m:i.nqre, piena" di
"squilibri, di ineleganze, di disattenziane" {p. 178) • ~ l personaggi deI .
poeta e della cantatrice saret:bero disegnati con poco garbo e, per di
pill, la "CCII.1tedia in cc:rmedia, Il non pOO ~se.re ~\ tre atti: l' ~tto
.'
vien provato
-l'ult.i.no-.~
unicn" (p.179).
indubbiarrente, per la
cne
sua :i.np)stitura, un atto
Rirtprovero quest ~ ultiIro ingiusto perd1é inesatto.
a:mre:tia non ~ di un atto rra di tre, andE se, sulla
scen.a
La
gli attori
provano soltante i l terzo atto.
1962
25. Manlio Daz?i.
Mi.l..an:>: 'M:I1dadori, 1962.
~
\
IntJ:oduziœe a:
Il teatro canico,
'Il.
carlo GJldcni, La Villeggiatura.
p. XVIII e p. XIX.
~~-
Nell' introduziooe alla Vil!eWtura, i l Dazzi si fenta a di.scutere
la riforma e I l teatro a::mi.co.
qœsta c:::c:mmdia.
Egil nette in evidenza la m::xlel:nità di
Il. put:blioo si troVa davanti un palcosœnico ron pre-
parata per une ~~~10, un teatro ~ICllt::a't.O," "nudo" in cui gli attori,
il
~co,
i l poeta e tutti gli altri persœaggi vailnO, vengcno,
aqi.scnno, provano, e parlano
o:m:'!
nella yita.
Anzi, la 1oro vita è posta
allo stesso livello della finziane sœnica, tutto oon la massi.tTa
.spantaneitA.
(
Qœsta
'~insegnosa
e audace rracchina, tI è OJSt.n.ù.ta in m:::rlo
c;he i l ccmredioqrafo p:lSSa esporre chiararrente da! palooscenico le
proprie idee sul teatro, senza che i l pubblioo senta i l distacco fra
\'
93
realtà'e finzione.
Il pubblico partecipa non solo alla vita ested.ore
deI teatro ma anche alla vita :intirra, di esso:
"non
~
chiamato a sentire1
una leZiCl1e, rra ad ~se.r ~u1iœ di una oontesa, a:œndere posizione
in una battaglia" Cp.XIX),' la battaglia deI Goldoni: innovatore oontro i
f)
sosteni1:J:r.i della carrœdia dell' arte.
1964
Ourante i l Festival Inte~ionale della
,
nel 1964, i l Teatro Stabile
~~.,Trieste
Prosa, tenutosi a Venezia
1
rappresentb Il teâtro cani:co.
"
Detilo alla oort.esia di Nicola Mangini il testo di alcune reoensioni. allora
pubblicate.
Franœsa:> 8ernaràelli..
26.
-
Delle quali passa cosi dar a:mto: (v.
ml.
26-31).
'-
"11 teatro a:::mioo di carlo Goldoni
al Festival della prosa di Venezia. fi
La StaI!pa, 8 ottobre 1964.
Il Bernaràelli sottolinea la sca.rsa teatralitA di questa
CUIUelia
e la notevole riel alx>razi.àle del te5tQ originale da parte di Luigi Lunari.
Il teatro canico
~
Ulla COUlledia
nella qriale l'autore
e5{X)Se
fI~rograrmatica," una
camedia "prefaziane,"
i l programna della sua rifoona teatrale basata
su.lla "poetica deI reale, .... centro :J.a secentesca Camedi.a dell' Arte,
"una grossa nacdùna plebea e :i.Itpennacch.ita d1e aveva cancellato
œaltA."
Il GolàXù. velle
anChe
~
prèsentaœ la sua carpagnia di attori,
,cercando CXlSi qi cattivarsi la sinpatia del
~lico.
Ma oomstante la
validità dei pLcp:siti e degli arrmaestraIœnti del G:>lda:'li, Il teatm canioo
•
è una cc::mtedia
"~,"
una camedia "scarsa e
.
s~iciale,"
nella
quale ncn:li..tIeno ci.rcola "un' aria di vivacitA.," nel vivido e feliœ quadro
.J
.
.
94
del m:ndo teatrale setteoentesco:
',~
fi
in questa camedia scarsa e
SU);:erficiale,
pur circola tra
,
. i disoorsetti d' œcasiooe una œrt' aria
veneziana che
~ tutta
nostra, particolari da nulla, le
attri~tte che
indugiano, pigre, a lette, e civette, "allo specchio e arrivaoo senpœ
''1"
tardi, i l poeta faI'l'elico, la cantatriœ vanesia e fallita, i l suggeritore
stizzito, i l capocanico saggio, quell' aria di palcoscenico che innanora,
,f
./
e che l' anatDœ del teatro subito riconœœ con ftÇgevole fellcità."
I l Bemardelli si feona innanzitutto a di.scut.eœ il notevole
rirnaneggiaJœnto del testo goldoniano effettuato da Illigi Ltmari. Il.
Lunari si
era proposto di r\elabora.re i l testo ccn l'intente di
fld.i.npstraœ
ed esarplificare anche rœglio i costumi teatrali, le tradiziaù, i pm-
giudizi d'allora e ,le esigenze noove."
VOleva insœma riprodw:re sulla
soena, in ncdo senplice e carprensibile al p.ll::blia:> di oqgi, l' anbiente
di cultura e di civiltà nel quale si era svolta la rifonna.
E se avesse
saputo abiJJœnte sfruttare il teste originale, i l IJ.mari avrebbe potuto
.(
riusciœ nel suc intentè.
Egil inveœ ha mutato l' ordine di œrte soene
e ha in.Serito nella cx::.rmedi.a brani tratti da altl:e opere sia de! Goldcni
che di altri autori.
Fer quanto riguama fX)i la nessinscena della a:.mœdia al Teatro
ϟ
,,
1
j
Ridotto, 10 spettacolo diretto dal regista v1sccnti è stato, sea:mdo
•
i l Bemardelli, "ben regolato, con accortezza e con precisa sensibilità,
1j
cr:::n un piaoere un po' vistoso. 1I
'1
Qi gran3e
t
effetto scenico è s'tata la
;
~,
scelta dei costumi, tutti rrolto belli, i quali davano ai personaggi
,
l'awaœnza di esseœ scesi, in quel nr::rtento, da preziose pitture e
\
(
(
1
l
ï
l,
J
~
95
/
s~ settecentesche.
Nal ê pero della stessc? avviso per la recitazione,
l'
,la quale gli ê parsa "legata', ancor rigida e trq;>po ele:nentaœ, trattenuta
0- ,
'.
•
'
ad un livéllo di SCOlastica esercitazicne. "
l giovani interpreti, per
quanta vo1cn~i
e preparati, nal riuscirono a t:eDar desta la vivacitA
dello spettaoolo.-
La mancanza di sciaItezza toIse alla a:mredia "il
fiato, il :respire di un teatro libero e felice."
27.
"Il teatro a::m:i.co di carlo Goldoni."
Gino Danerini.
Il
Gazzettinb, 8 ot!tobre 1964.
(v. n.26)
Il Darœrini rip:>rta natura.lIœnte il giudizio deI Goldoni stesso
nei Mi3toiœs.
Qœsta ccmœdia, egli aggiunge, fu "un
divert:i.ment:q:.'1
che terme il lUOC}:> ,della cansueta sua introduzione alla stagione deI
"
camevale (1750)," pert:hé ê soprattutto "una trovata scenica e un
coraggioso atto di fede che suscita 'l' ~i:alneIrent de ses ennemis' ."
.
"
Il teatro can:ico esseIlZ\ialIrente un natte di fede," egli ri-
~
Es4"
t:iene \opportuno rie~ la figura di Giuseppe Baretti e la sua
"sccncertante stroncatura"
dedicata al Teatro cx:rnico nella Frusta
(
letteraP,a (v.Baretti, n.l).
Il DaIœrini, per certi aspetti, serrbra
seguire l' cpiniooe de! Baretti circa il' valore della camedia.
a::mnedia "mingherlina,"
i l Darœrini,
lta'l
-,,
Questa
quest 1 atto di fede cane pœferisce definirla
0
zœri. tava i l trattaIœnto che essa. ha riœvuto dal Lunari,
i l quale in~ di lasciarla "donni.re in pace, sugli scaffa4 ,Qella
(
biblioteca," l'ha IIUtata
0
peggi<;> ccntraffatta lia proprio capriccio."
,
,
.
96
Ie altel:native deI Lunari, ci SP~
U DaIœri.ni., eraoo- le segueflti:'
se egli riteneva Il teatro canico superato a
ip~Cb
dal punto di
, vista delle esigenzé sceniche rrodeme, non era œoessari.o riesunarlo:
se invece riteneva che la' cx:mœdia fosse in~sante, norr c' era,
bisogno di manaœtterla. Fra i vari "drastici int:erventi" deI Ltmari,
,
"
-.
i l critiee rrette in rilievo i tagli, gli spostarnenti e le ,sostituziati.,
- per le quali
quest
1
,
,
(
.
ultino ha fatto ricorso ad altre ca:medi.e de! G:>l.dari
la ccmœdi.ola che i a:mici Cbvrebbero provare
pre:;i dalla Famiglia deU' anti.quarie)
e~:i.no
per esenpia da! Critioo della Sheridan.
~
sœtituita da passi
di altri autori, cœe
TUtti ~iarœnti, sottolinea
i l Danerini, che, banna soonvolto
l'equilibrio leggero é scberzevole che,
,
~ Il teatro cardee.
Il teatro canioo -
&]li oondanna in
generale If abusa di testi, caœ
testi che ncn sooo ornai pi1l "rcq;:pœsentabili"
i
.1 da
"
parte di soeneggiatori.
l' '
Il teatro canico ha aœsso soltanto un vaJ.ore
"doclmentaria," in quanta
"d:i,m::)strazi~
degli usi che vigevano ne! m:::mdo
della cx:mœdia deI Set~.~, della neœssità di
superarè i l Iungo
pericx:b di cdsi in cui essa era stata travolta, dei 1l9di e dei criteri
cm cui. GoIcbni si PLcpaeva di riform:u:e i testi e la :œcitazione."
Il 1:eatro a:mioo
~
ricbtto cosl ad essere nateri.a di
UlX)
scolastioo, ncn,
,
,
rrateria di spattacola.
,
La cxxrpagnia de! Teatro Stabile di Trieste si,ê .i.nFegnata a fonde
,
. e ha oos1 aocolto un ottino SUCC'eSSO, sottt?lineatç> daqli applausi deI
pul:Dlioo dqx> ogpi atto.
f
Ma oooostante la ~,I volœtA degli attori,
cŒ! feœro deI Iaro rœglia per dare vita alla 'rawœsent:azione, Il
(
,
/
~97
(
teatro cx:mico ê riuscito "fastidiaso e pretensioso."
\
"Il pxetesto de! teatro per una
Rcberto De Maltiœlli.
28.
leziooe. "
Il Giomo, 8 ottobre 1964.
(y. n.26)
Rd::::lerto De M:I1tiœlli ccr1sidera Il teatro a:::mi.oo, una.
"didattica,"
"un'~"
che il- Goldoni stesso aveva giudicata piuttosto
che una camedia., una pœfazione.
•
OOillledia
E' una opera IttÏ.n:>xe nata per uro
"Quello di illustraJ:e e difenœre dagU' attacchi degli
\<.
sense, il. cootenuto e gli OObietti"j della riforna da luif.:J
5CC.'{X:> precisa:
avversari
il
attuata nel teatro."
ra
CXXllledia
inteJ:essa in quanta quadro vivo e
feliœ dei canici de! Settecento, tutti nodellati sU;li attori della
cntp:lgnia di ~l.arro Medebac:h.
L'~,
{X)i, di relio, sost.enitore
della CCltued.i.a deil' al:t:e e" di Eleonora, la cantatrice,
cm
m:x1o al Goldoni
di -nettere in ridicolo gli avversari ," e di disserta:œ sulla comedia nuova,
sulle maschere, su A.r:ist.o1:@le e sul teatro franoese, e inoltre di polem:izzaxe
è di difende.œ la purezza el' autonania di un' acte d'le
sussidio di altro.
nal ha biEb;JnO
del
Sotta la polvere dle da ol~ dueoento anni riCXlpre
I l teatro ccm.i.cx:> si pcssano ritI:ovare
ft
i framnenti di un nessaggio culturale
tuttora vivo. ft' Fer i l De lob1tiœlli, il Golckni. ftautentico" ê perl) altrove,
nelle alt.œ cx:mœdie.
Lunari, i l De
•
(
Pel: quanto riguarda ,la vers~ curata da rmgi
~tiC!lli
OlIltrariamente agli altri critici teatrali,
nŒl
accusa il IlJnari del x:eato di "lesa maestà c;J)ldaù.ana" par avere arrpia-
~
\
"
.'
98
~1
...
rœnte rielaborato
ii" testo,
imœttendovi anpie inteJ:po:lazioni. ,Giudica, ,
r
'
,
invece, cg;:ortuna la sostituziooe di, a1Cune s~ œlla Famiqlia del,
,
l'antiquaria ralla picoola CX1\lle:liolél Il padœ .rivale de! fiqlio.
l
pertinente ê l' inttoduzia1e
,di
,
.
~,
grafa inglese,
\lM
~
scena tolta dal Criti<x> de! a:amedio-
che "distorce pericolosarœnte" i l senso della
polemica golcbU.ana.
Con altrettanta sinpat:;Ûi il De trbnticellï parla della œgla della
,
;0
çamedia deI giovane regista Eriprando Visoonti, i l quale ha allestito
.
,
uno spettacolo
"IŒlgJ:O,
asoeticc e gentils."
l i œq:i.sta, evidentenente
preoccUpato di sottolineaœ i CCI'ltenuti didattici de! testa goldoniano"
ha frenato un po' tropp:J la œcitaziale, specie p!r quel che ~guarda i
bran! affidati al oapcxxmi.oo Orazio, di ntldo che viene a crearsi una
at:.nosfera d'eccessivo rigom e di "cordi.alitA
Rll3gerO Jac:r.ti>i.
29.
triesti.na....
"
8
di • austeri.ty' ."
"Un Gold::mi 'apxalittico' in versione
ot.i:obre
1964.
(v. n.2S)
che
nœ c·~.
J~,
La
Avanti!,'
~
Il Golchù distruttare della a:amedia dell'arte i, par i l
una figura fantastiœ,
nŒl
la vera innagine de! cxmœdiografo ..
rif~ goldaiiana non si pmponeva di dist.ro:Jgeœ i l
tèatro
preœdent.e,
ma fu fatta per "miqliararlo, per farlb a.ndare avanti" e squ-attutto
per "fal:gli· rit.rovare la via œl su:œsso, vinoenèb
\lM
crisi c:reat'a
.,
....
.,
9.9
.
soprattutto dalla riOia
del plbblico dinanzi alla oontinue r:ipetizicni."
tare
.
Il Jac::x::t:bi accusa quei 1etterati c:osiddetti "storicisti," di V\:)ler
de!
Gol.ci:ni "il pol.emia:> araldJ di. Ulla pasizione che saœlXle stata quar-
a:>sa
cx:cœ
\.Il
Anti\:eatro," e aff.i.pbia laro il 9q)~ di "apocàlittici"
poichê hanoo infranto, seccrldo lui, quella' "ccntinuità di veritA che si
~lle cpêœ
ritrova
la filologia
Il Golà::ni
dei grandi scri,ttori."
Fer lui
l1Q1
10 staricisnD rra.
la sola via per la quale si possa arrivaré·alla veriU.
(!
pot.rebbe ~ il ptme
rDl
teatro ~, cane 10 ha
dei
gi~ la critica p:>sitivista, se. IXI11 fosse prima é sqrattutto "l'ult:im:>
e piil grande autœ:e -de] ] a
canœdj a
œil' Arte:
<?he riuScl a 'portarla
la rnascll&a
.. If L'intente
,
oolui
tante avanti' da netterla par iscritto e toglierle
,
,
de! Goldcni nel rifouqare il- teatr:o italiano nOO era di aboliœ il teat.to
dell' ~ ma di Ifripll i rIo,"
Mi.ranc,i:)~ 1'Ol
il! altro che
Ulla
grande
"'
Co~.
~
,
riduziœe di Gigi Luna.ri ê assente questo profœdo sentimen.to
,
della trad] ziœe e de! nestiere poic.::hê i l ~ crede a1le
stor:Lcist:.l.che.
1
~
If'
La sua riduziale" ncn fa
sc;=andalo.
~
"apxal j ssi
grosse .i.nvenziati.
-
Im1ari
l'Dl st:rlO
nê cauliqliabili né acoettabi J j"
Il Jaa::lbbi
llCI1
ha
Ir
intenzicne di dilunqarsi
pareœ, rivela
SU
di: esse.
ln' i..tv lipœnsia1e
Ne cita solamente una che, a suo
di fald:J:
{~:
la parodia del secent.:isni>
che i l Lunari vade nei ~ di~, l'aspirante poeta, e Elealara,
la Virtmsa,
ral
stm!I::tIe stata nelle intenzia'li de! Go.ldaU...
una parodia di questo geneœ
nal
ha
nes&U:la
.
pœsa suqli spettatori di oggi,
abituati a pœti, che i l c:ritico giudica "magnifici e
(
Oltte tutto,
~"
caœ
100
Lorca, 'Eliot ecci spettatori, agli aggiunge, dinanzi ai quali chi non in-
~ta un linguaggio proprio e adotta quello quotidiano,
cene sercpre il
rischio di' passa.r:e da "gioznalistucolo. Il
,
Fer. quanto ri~ la rappresentaziœe al Ridotto di V~zia, i l
,
" Jacx:tlbi conrorda
w'
CCI'l
gli
altrl
critlci, ~
l.m
giudizio pcsitivo.
spetta.cx>lo era "grazioso, nœso," e in qualche noœnto persino "poetiOO. ft
30. Feri::uccio Marotti. "Il Festival di Venezia:
Il Veltro, n.6 (1964), 934-36.
Cv.
Il teatro ccmico.
n.26~
La reœnsione ~l Marotti è animata da un forte spirito :po1emico.
Nell' infœ:m:u:e il lettore qirca i tre spettaGoli a11estiti al Festival di
Venezia, egli si dilmC]a suU' insensibilitl di œrti critici teatrall par
i: problemi dello spett:acolo.
Questi critici hanno
data
anpio spazio ad
una :polemica, che egli calSidera alquanto "pt.'OVi.nciale,n sullo spettac,x)lo
1
goldaùano, di IICdo che
hanno trascurato cff rilevaœ quanto di
llUOVO
e
. di interessante c'era negli altri due spettacoli, ciœ nel Calfident:e di
Diego FaI:t)ri, rœssinscena da. GioIgio D::! I.llllo, e nella COScienza di
zeno
di ltalo Svevo, l:egla di Luigi Squarzina.
\
.
Ma. pei:' quanta riguarda 10 spettacolo goldoniano, que.1.lo che ~
oo:upa maqgiO!1letlt:e i l Marotti è di rrettere in ri.lievo la polemica che
esso ha sollevato.
Eqli riporta i caoœnti se\Ieri di studiosi e qiornal.-
1sti, non ncminati, circa la œvi$iœe e i l ranm::xErna.nen de! teste,
{
ft
•
0
101
da parte de! Lunari.
Questi critici
'Ii
....
"
'
si sooo ribellati di frente a
l,
quello d'le ll.anB:> considerato un GolOOni "rielaborato," '~~ifatm,"
hann:> gridato
all'cp:!ra."
alli!
A tutto
ci~ il Marotti
Perc:::hé, se si ritene,va scandaloso
per il teatJ:o,
dha
rispcnde am
ri~ttaœ ~ti
'
fatto
E hanno criticato fi.nanche i l Festival per aver pe.messo
ta! cosa sul paièosœntoo.
qœsite:
"~io
scandalo, accusando il Lunari di
i
ë
\m
l1Ilëi
,
letterari
questa critica oondannate anche Lauœnce Olivier
per aver n1XJemizzato i testi di Shalœspeaœ e alcuni registi. di spettaooli
telev.isivi paf -aver ridotto a'brandelli oorti testi dr:am:latici?
i l Marotti., ê neœssario adattaœ i l teste al
teatro
SeccrdJ
di oggi, p::>i.dÉ
essendo le C'CIldiziati storiche mut:ate, i l Lapper t:o dello st=ettacolo
i l pubblioo ê diverso oggi da ieri.
cal
Quel che inp:lrta non ê mantenersi
fedeli alla lettura deI teste rœ. dame una interpœtaziale "unitaria,
=sequenzials e logica
neÙe .œlte,
œi
~li.
œi
~ .•
I l teatro, "non ê date da! solo teste, ma arx:he dalla
~taziœe,
"
anche i l ritnD e la carpiutezza dello spett:acOl'D hanm i
loro diritti."
I l difetto dell' adattarœnto deI Lunari ê di "esse:ce stato fatto in fœtÎ:.a
e sanza
l.'IlO
scxp> ben definito, di l'lDCD che le iJite:cpolaziari., inveœ di
dare al testa quel uordente polemico che ogg:i non ha pin" 10 ~t.:i.scalo
naggi..arIœnte°e rivelano, il !oro caratteœ casuale.
stato p:ceparat:.o inizial.tœnte
Imltœ, il teste era
per i l regist:a triestim, Fulvio 'Ib.lusso.
Ma poiché il Tolusso abbandc:I1O 10 spettacx)lo prima della sua nessinsœna,
il testa fu riadattato da! œgista, EripranCb Viso::nti, il quale in IIDlti
punti
(
l1CIl
era d'acc::m:rlo ocn l' ~ deI Imla.ri e ha ripoitato i l
---"
....
--..,.
)
.
)
"
102
;
1 •
(
teste alla sua stesura originale, ingeneranCb quindi ur1Io ~rio
.
nell':i.n.S:fene della
rawœsetitazione.
Per concludere, il
Matbtti deve
~
amœtt.eœ che 10 spetta.a>lo çplà:niam ha delu,so ,fort:.emmte ed è
"fallito nei Smi risultati.
n
/"
/'
---.
/
7
'
•
"\
\
-d
. 31. \~ul Radiee.
COrrieœ
œÙà
,
"Il teatro' canico di Golàlni a Veœzia."
Sera, 8 ottàlre 1 9 6 4 . '
"
(v. n.26)
"
Perché sœqlieœ di rappresentaIe proprio
,
I~
"t:eatro canico, à:Jpo
a1.tteoo due anni di assenza dai progx:dtllni deI Festival
'cxxmE!dia g:>ldcniana.?
J
del~
Pr:osa di
~
~ del TeatJ:o a:mioo, una cxmredia che "bisogmsa
di mterventi capaci di c:h.i.ariœ alla spettatoœ i~, le intenziali
polemi.che in essa
CCIltenuta,"~ si
pin ricœ di riscrse teatrali.
de! TeatIo ccmioo sia
sa:reI:œ potuto rioor.rere ad una CUluedia
La. risp:>sta de!
Radiee è che la soelta
avveà,.ta proprio "in riferilœnto,
e ,quasi a
CCIl-
/
clusiale dei testi golcbriani di lIBg9ior p:œstigio
acx::atti onei
p1.OjldilUd
(
de! festival."
Ulla
~
Quasi tutta ,la critica giu:ii.c::e I l
teatro cànioo ncn taitto
lTID11f!C3i a quanto Huna professiale di fade," anZ.i "un 1tBnifesto &alla
dt~t:urgia golà::ni.ana" p.œ:seutato o::Jœ pn!!lœSSa aile sedici CXiluedie.
~
Fer il
Rad; ce l' aspetto pin iDportante e interessant.e della cumedi.a non
ê CXJStituito dalla trcml ma dall'ëIIJt)iente, dai penronaqgi e dalle loro,
abitu:ii.ni.
persataggi.
(
Egli si fel:nB. scprattutto sulla
Il
riUevo
caratteri~
dei singoli
che il Golcbni, attribuisce ai loro difetti serve
r
..
,
~
(
~
103
(
ad un
duJ?ld.œ
quello di fomire un quadro delle a:mslEtudini
scq:x:l:
teatrali deU' epoca, e quello di offrire al Gold:ml.· nt.IIIQmSi pretesti
•
"
\
(
atti ad illustraz:e i princi.pi della
l
s~
1
\
\
"
'
'
riforrna ad un pubblic.o d?-e egli
• voleva nœ soltanto càttivarsi ma. soprattutto rieducare.
Ma perc:hé il testo
~
staJ>
affidato a Luigi Lunari?
Perché si
~
Q:>vuto rimrrere ad un altro scrittore per Itriscriverelt il vea:::hio teste
~ldal.iano?
I l Radice riparta la rispcsta deI Lunari stesso, i l quale
spiega i notivi d'le 10 hanno inCbtto a sostituire alcune SCène deI
,
1
sœne tratte sia dalle cpere deI Goldoni ,che da
Teatl:o can:i.oo cxn altre
quelle di altri autori dell' ep:x:a.
".1
Fer quanto riguarda la sostituzione
delle scene della o:mœdia in cxmœdia
Il
padre rivale deI figUo
cx;m
altœ
soene pxese dalla Famiglia dell' antiquario, il Lunari <lice che al terrpo
del Teatro cx::mic.o la rifœ:ma ~ldoniana erfl agli "albori" e la farsa
introdotta dal Gol.dcni nœ poteva ill\lstraœ la riforma
Cal
la stessa
drlaœzza e a::upiutezza della Fandglia
deil' antiquarlo, la, quale segna
AO
"la
nasci~ deI
teatro
borghese."
,
p~ da quasto criteria
-
nçlidascalico,," tutœ le altre m:xti.fiche introdotte nel teste sono intese
a sostituire "le allusicni an'bieritali e le foImUle teoriche," çcn
.
f
. ~tte
IlQ'l
pa~
soltanto &glj. scritti goldcnian.i (massiIŒurente dalle Prefazioni
"',
\
aile ediziarl. Pasquali e Bettinelli), rra ccn pagine prese da opere che in
queg~
ami\) si
Im.DVevaIlO' sulla
stessa linea.
La· sœ.pa presa dal Critico
di Sheridan,
/serve~
par esetpio, per dare un' idea n~ll' assurdo fornalisrro
,
.
.
'
,
e deI cattivo gusto" biasimati dal Goldali. Seo:mdo il Radiee, le intenziani del
tunan; ~ se nœse da spirite
,
<'
p
,•
'-.
T'-.scno
,
.'
inaoœttabili, ,
\
,.
)1<'
ct,
104
(
o'
"!pl soltanto sul p~ teorico ma. anche sul piaoo pratico.
o
~résentazione del Teatro Q:ltÙ.co:curata
Nella
da .Eriprarrlo Viscxmti, il
giovane regista ê stato costretto a dnunciare a una parte delle
citazioni derivate dalle prefazic:ni
gold::>niane.
,
:
Al regista ~ serrbrato
j pe:r;sonaggi ~ ",tmifonni tA pericolosa."
che finissero per creare fra
p
Al regista e agli attori (da Franco Mezzera a Giorgio Valletta a'
Marisa Fabbri) va riccnoséiuta
"un' onelttA di prcpositi, ,. ch:! ha
,,"
tribuito enornerœnte al su:::œsso della serata.
Teatro cx:mico, CCI'lClude i l Radiœ,
IlCXl ~
Q\:eSta
COll-
edizicne deI
stata "ecoelsa" rra ,nemœno
-.
1965, .
canico.
cnora.to
Castèllino.'
Introduzione a:
carlo Goldoni, ,Il teatro
Torino: Societ Editriœ Intemazionale, '1965, pp. 5-36.
Il teatro
CXJ1'n:lèo si ricollega, ovvianente,
alla rifonna goldoniana.
polemizza
In questa
came~
anche per il Caste1lino
prograrmatica, i l Goldoni
apert:ammte ~ contro i sooi avversari.
Tuttavia la polenica
golcbniana non si rivolge solarrènte ) qQesti ma anche al suc pubblico
il cui gusto _egli cercava di
. rifonnare.
~-,
Duecento anni dopa i l prin'o
sucœsso deI Teatro cornioo" la sostanza p::llenù.ca della camedia ci
~
alquanto
~sile.
Si pensa
piut~to
al quadro fedele che essa
presenta della sensibili tA e dei gusti di quellr epoca, e ail' inportanza
..
'e alla serietà dei progranmi dl arte i quali "una volta sperirrentati con
siricerità, ta1i rimangono nella storia della spirito anche se la loro
r
(
effettuaziane pratica sia stata presto sopraffatto" (p.26).
c
\
i
. "inutile."
32.
•
,~
Il
i
n~
-;
~
ç
lOS
,.
,
~gi
,. castellino paragcna Il teatro canico e i Sei
"nc:n diciano caœ lavoro drarrmatico in sé, na
CXX'Ie
in œrca d'a~,
audace di roncezione,
,
caœ abilità di scarposizione OOil' opera artistica nelle varie sue facx::e,
e
ci~
dentro l'unitA di una invenzione sq;eriore al programra intellettual.-
istico, che ti lascia l'inpressione di qualcosa di esplorato r::er la prirra
-\
volta, destinato
AI'ft)ed1:e
a rimanere tra le conquiste deil' ingegno umano" (p.32).
sono"poetiche in azione," i l cui cam.me deliberato prop:>sito ê
/)
di faIe nascere dallo
svolgjlrento dranrnatico canoni d'arte teatrale.
In
Pirandello. ê l' invenzione fantastica d'le ha i l sopravvento sulla poetica
e se ne staœa.
Nel Golcbni invece la pJetica percorre in rn:xio "lineare
e àx:ile" tutta l' azione.
:rl~teatro, sia per Pirandello, sia
Golcbù.', è senpre stato un rollcquio a tre:
r::er
il
autore, attori, puli:>1ico.
'
1967
33.
Goldcni..
Ettol.'e caœia.
carattere e caratt:eti nella camedia de!
Firenze: Casa Editrice Olsd1ki, 1967.
Fer Il teatro o:mi.co, v. p. 170
Niente di mDVO in questD, libro per quanto riguarda Il teatro a:mico,
che è bœvem:mte rrenzionato.
"
Il Caccia si schiera am coloro che ri t.engcno
. che la c:x:mœd.ia sia inpartante piU caœ scritto teorico che a:rœ opera
dl arte: "Opera significativa più per le sue dichiarazioni teoriche dle
per l'intrinseco valore d'arte" (p.170).-
(
r-
..
,
,
.~
106
,
r'
~4..
Gino
ClxXhettï.
carlo Goldoni i suoi tenpi e i l sm teatro.
IbIa-Pal.eI:m:>: Istituto Editoriale Cultura Europea,. 1967 .
.
Per I l tèatro a:mico, v. p. 33 e
-
G
w.
50-55.
Ne! quinto capitolo dal suo libro i l Cucchetti esamina "Il teatro
cani.co, "m::x1ern:i.ssima ccmœd:ia fra le migliori dalle celebri sedici
~i~" (p. 33) •
Dq:x:l un giudizio piuttosto generale sulla camedia, i l
CUcchetti discute la rappœsentazione della canœdia durante i l Festival
Intemazionale della Prosa tenutosi a Venezia nel 1964 (v. nn.26-31).
Il teatro o:::mi.ro, caœ tante altœ cam:edi.e golcbniane, è stato oggetto
di "mananissione" da parte dei registi nodern.i, che riesunano le
ccmœdie deI CDldoni carci:>iancb l' ordine delle sœne, m::Jdenrizzando 10
stile e i l linguaggio, e carrbiando in tal ITDdo l'atnosfera e i l significato
di esse.
Grazie a qt.e;ti registi, i l teatro del Go1.dari diventa,
CCI1
l'aggiunta di alcuœ naschere, una specie di teatro dell'arte, prq:>rio
~I
teatro che i l Goldali voleva abol.iI:e per
~
sulla scena degli
ocmi.ni ,veri ccn i l lem linguaggio.
,
Il C1X:d1etti si feuna, naturalIœnte, su Luigi
œl Teatro canico.
Il Lunari
~
~,
riesumatore
partito dal pœsupposto, del tutto
soggettivo, che la camedia benc:hé " • ricca ancor oggi di fascioo per
ciô che significa nella storia della nostra civiltA teatrale' è destinata
tuttavia a 'riveI.are rughe precoci, na ItBrX> che i l passam deI, tenp::>
ItUta le oondizioni deI m::mmto
in' cui ~ nato' " (p. 53)..
Egli ha,
dunque, risuscitato Il teatro cpniro per trasfoIlTlaI'lo in rrod:> iÏriCXlIX>SCibile
Ma I l teatro canico è urfa
CXlllle:1ia
di carattere purarre:nte p:>lerniro, creata
(
'.
\
107
(
e rëlj;presentata nel pieno della
~
Testi
Gozzi.
ma
nctl,
CXJœ
feroc:e' contJ:owrsia 001 Chiari e
~
001
questi, oggi, :œsistcno par i l lom valore storioo
fanno spettacolo:
"Perché sœglierle?
Perché prqx:>rle alle
oarpagnie e ai teatri stabili se, a priori, si sa che per renderle
.-\,
acœttabili a quei pubblici, qœi pubblici si dovrarm.o ingannare in
tal nodo?fI (p. 54>..
1968
35.
walter Binni.
"carlo Goldoni. fi
Storia della lett.eratura ital iana.
Il Setteœnto..
Vol. VI di
Milaoo: Garzanti, 1968, pp. 705-91.
Il Goldôni aveva ben d1.iara n:!lla sua rœnte la rifoDta. œlla
a::mredi.a i taJ.iana..
Egil aJ.l.ora scrive
il. Binni, per
Il. teatro cbveva ontai aderire ai terrpi m:derni..
II
teatro cani.co, una "cx:mœdi.a in a::mœdi.a," se<::erOO
~i
suoi
princip; di
poetica. ',Il GolMli,
~
a::mœdiografo ha bisogno di canuni.care in Un linguaqgio teatrale e
natural.e,
nal
oolto" o::xrpœnsibile per i l suo pubblico.
And'le se egli
stesso dic:hiara che questa a:mœdia si differenzia da un proemio solo
per i l sm aspetto estez:no, che oon
~
quello de! trattato teorico:
"essa ha una sua vita1itA, un su:> ItDVinento (il m:JVilœnto piacevole, e
tanto caro al Goldcni,della vita dei canici) e le idee 'dfonratrici'
hanoo un ben diverso vicpœ cos! affenrate a::xœ SOID da persooaggi in
azione scaturite da una cx:mc.reta tensione teatrale, in
esenpio di lingUaggio
CXIlÙ.CO,
tm
cancreto
di veritA di parsmaggi" (p. 758-59).
M:>lto efficace ~ l'~ura della
CClllledia,
in cui gli attori az:rivano
108
UI'X)
alla volta per le prove.
Tutti i personaggi nostrano la loro
"urcanità sirrpatica" nelle !oro bizzarrie e rivelan:> œl
lOID
d.ialogo
oon il capocaniOJ la lo:ro incertezza e pëlura di fronte alla n1Dva
teaùca di recitazione.
Il Binni, inoltre, fissa e limita quella che fu
l'utilizzazione, da 'parte deI Golébni, della cx:mredia œil' arte.
Il
Cbldoni si rifa agli attori deU' arte, di cui apprezza l' ~enza, e
li rieduœ, inpoœndo 1oro una nuova recitazione, un nuovo nodo di
approfondi.rœnto artistico-psiOJlogiOJ.
Egli Vt.Dle superare la a:mœdia
œil' arte e prenŒu:ne le qualitA di rroviIœnto e di gioco sœnico ma
riservandole ad una funzione tutta noova di coerenza tmana e poetica.
Quanto a I.e.lio esse ha val.ç>œ soltante
in quanto offre i l pretesto ad
una satira del linguaggio secentesco tipico della CXll'Il'edia deil tarte.
Egli
~
il
~œsentante
di un linguaggio poetico dE non
~
capace di
rispondere aile esigenze llOierne, ed ~ per di pin unO scritto+e di
..
scenari pc:Q:> intelligenti e i.ImDrali.
~
œU' arte e
se i l Gc>lik:ni si serve dell' esperienza teatrale dei a:xnici
ID1
vuo1e rinlB'lCiare al gicx::xJ scenico della CUlltedia del-
l'arte, egli si rivolge centra questo teatro'nella sua fanna integrale
ed esa.lta al S1D poste una nuova camedi.a di "costuni. e caratteri," CCIl
uno sfondo realistico di verosimiglianza e naturalezza.
1969
36.
'nleat:œ.
Dooal.d Chene:r':
Intl:Oduziœe a:
Trad. John Miller.
1969, pp. vii-xxi.
Carlo Goldcni, '!he canic
Lincoln: University of Nebraska Press,
,
, "
109
Diversi sèno stati i traduttori inglesi e aIœIicani delle opere
~ldcniane.
Fra di essi ~ Jolm Miller, che ha tradotto Il teatro canicx>.
~l' :intn:xiuziane Dalald Cheney ~tte :in eviœnza,le due
principali
tendenze che si p;lSSCI'lD individuaœ nella storia dalla cri tica intomo
.
,.
al Teatro cx::Dico:
quella d'te privilegia l' aspetto t.eqt:rale della
camed:ia el' altra che nette in evidenza il suo significato dal punto di
,vista della tearia letteraria, della poetica.
camed:ia riO!!Vette i l
SUD
Ccxte opera dramnatica la
sOCœsso ne.l 1750.
Dc::p) quest.a
prima riiR>resent-
aziane la cx::mœdia tol:Ji) sulle scene solo per ecceziœe, poic:1'lé, passata
l'oo::aSicœ per cui fu carp:JSta, pe.rdette presse il pubblico ogni in-
teresse.
Telte i l pettegolezzo teatrale, essa
nal
ha
Manca in essa ql.1als;asi "dramatic s~," el.en'ento
agni q?era drann1atica.
vepi vita
d'arte.
essenzi.ale, di
Anche c:x::ne manifeste teorico della rifozma
goldoniana, la a::urtedia presenta alcune difficolta per il lettoze m:rleroo.
Quello che oolpisœ i l lettore nal
quanto l' atteggi.alrentc di
SUD
If
ê tante 10 stile mderato e
bœa.rio
cxxrplaœnt q?timi.sm" acbttato dal Goldcni, quel
att:egg:i.anelte di scxl1i sfazÜme, di cx:upiaœnza alla bt.rlha.
Fer
questo nDtivo nell'esam:inare Il teatro a::mi.cx>, sia a:::rre cpera dramnatica,
,
d'le caœ espœssiale di \ma
sua festività:
toeri! letteraria
b~ :i.nsistere sulla'
"Bath as a play and as an expression of lit.er'étty theory
it must be seen in t:.eI:nB of its 'festive' elerents:
its plot enpw;izes
the fundatœntal ha.nn:ny of all the c:haracters ta the virtual s~sioo
of any serilDS dlallenge fn:m old fashioned viewpaints of I.elio or
El.aJrx)ra
(
(p. X).
110
)
\
ra pœœ~tica letteraria oantenuta nella a::mredia, pill che
c
ctx::ummto di un' pensiero critic:o, a, seoorrlo il Cheney, 'una specie di
.,
\
"inno" alla rifcmna, la cui attuazioneron ê mai nessa in questione.
Per quanto rigüarda gli attori che si prepàrano per la œcita
œlla
"o:mredia in o::mnedia, ft i l Cheney ric:orda Pirandello e Shakespeare, i
quali hanno anch' essi sfruttato a fonde una situazione siroile per
agitare questiari. di p:etica.
Seca1do lui
llŒl
a senza significato
che
il port:.avoce deI Golh)i sia il capocaniro, Orazio, il cui rote e i
cui prece,tti rioordaoo i l };X)E!ta ranano Orazio e la sua poetica.
Movenà:> da un o::nf:ronto fra i l teatro itallano deI Setteœnto e
quello europeo, 5q)rattutto quelle inglese, franœse e spagnolo, il
01eney
oen:a di
.
rœtt.eœ in rilievo l'inportanza della [X)etl.ca goldOniana "•
y
caœ una a::mredia priva di "suspense" passa
spettatori ve.œziani dell'epoca.
deI Setteoento ara
{XXX>
av&'
suscltato interesse negli
Il teatro canico della prima
sviluppato.
A
ne~
Venezia sussisteva anc:ora la
tradiziale della vecchia ccmœdia dell' arte.
Il puJ:x>lioo applaudiva
le solite nascheœ e si ac::x:xntentava di rivedere i saliti spettacoli
burleschi dall' intœcci.o spesso Iœdiocre, int.eœssand:>si soltanto
ail' abilitA dei camedianti preferiti.
Il ritomo del Gol.dcni alla
cœmed.ia scritta, alla camedia "pœœditata," rispose all' eSigenza
generalmente
sentita, di un teatro consapevole della :œaltà sociale.
Per questo rrotivo la rawresentaziCXle deI Teatro ccmico oggi va inc::oRt.to
a serie diffiroltà:
"Arry att::ertpt te stage this play would be cœ.ditiœed
by the ~ inteœsts
(
am
background of the au:li.eIx:e.
A p~ght
III
(
like G:>ldcni.,wfx>se wit i.s sa losely linJœd te a speci~ic t.ine and
,
pl..aa!, rrust be translated fœe1y,
i~ he
>'f.
is te surviVe on stage" (p. xix) •
Q1Este diffiooltA si presentarx> per le altœ a::mœdie deI Golcbni. in
quanto esse riflettoro la borghesia veneziana deI Setteœnte C'CXl i l suc
tipico dialetto.
Il critico avanza delle riserve anche a p:tqX)Sito deI rroralisIro deI
G:>ldani.
LI insistenza sul trionfo della virtil nuJCe alla capacitA
creativa.
)
Il Goldoni sacrifica il "suspense" per ritrarre "a cast of
fundanentally good-natured characters who can easily be recognized by
the audience, wbcm they. reseai)le" (p.xix).
.
,
BencM i l cxmœdiografo
insista nel volere a:lneggere i vizi e i difetti urœmi, i sûoi
persalaggi pJ:eSent:arx> dei difetti "sc Irodest as to verge
and a spirit of good-natured festivity prevails" (p. xx) •
00
triviality,
In questa
plDSpettiva i l Cheney esandna breveJœnte i vari persanaggi nella
camedia ccminciando da !elio e da Eleaoora, dœ catue::1i anti di soccupati
,
d'le
oercaIX)
teatJ:o
lavoro e slbisC'OlD una rieducazj ale sullo stile deI n1.lJVO
cx:mico da orazio e daqli altri nerrlp)ri della catpagnia.
sœne che precedalO l'arrivo di I.elio
E!!teI'C}:)1'1O
Dalle
le ~tterisic.œ di una
carpagnia o::mi.ca, quella di orazio, cx::aœ il Goldcni la ccnœpisœ:
"the range of OratiQ' s c:x::npany and the mixtu:re of· theatrica1 C'CXlventions
~
these players enb:xiy" (p. xxi).
Il Cheney CXW1Clude nett.enoo in evidenza il ZâftXlI"'lo Ielio-G:>ld:ni,
~ camedia deil' arte e rifonta, un rapporte d1e
dei due tennini:
tende ail' identificazi<Dne
"'nie CO:ni.c 'IheatJ::e does IlOt insist on su::h an identi-
(
.
il2
ficatiœ bet:lNeen I.elio and GoI<hni, te be sure.
But its
sinmetries ~
>,
parallelisms of
~
am so extensive as to suggest Goldcni' s
..
awaœness that; his strenqth as a pl.aywri.ght lay in the assimilatioo. of
~
resoutces of the native lta]jan tradition
own bourgeous
ta bis
\
ideal isrn" (p.xxi).
La grandezza deI Q)lcbni ~ cmmediografo cœsiste
If'
p1:qlrio œil t aver assimilato alcuni elenenti della CXlIl1:tledi.a deil' arte ad\\
at:tanà:>li al suo idealiSrtD borghese. 'Ne! Teatro cœd.co, i l Goldaù stesso
"suggests his
37.
CMl
awa.reness of this fact"
Nicola Mangini.
,
(p.xxi).
_
"Ia réfome du tMatre cc:m.iqœ."
Trad. catherine Lieutenant.
Goldcni.
Paris: 5eg:hers, 1969, pp. 91-96.
l i Mangini CCIlSidera il Goldcni caœ un innovatore, la cui
p:etica. nasoe dall' esperienza teatra1e
~
é
ncn dalla cul.tura accademica.
,
.
Questa poetica rinnoI7atrioe ric:hiede ma c:amedia ncn solatœnt:e di
diletto, ma innanzitutto didattiœ, "la CDtédie doit crorriger le vice
et
~
,
en divertissant" (p.91).
basa su dœ libri, i l
"M::nc}:)"
Fer
Ulla
tale axrmedia i l Goldcni si
e i l "Teatro. n Il "M:xldo"
più originale della p:::Jet.U:a cpldoniana.
Il "Teatro"
c:rizione soenica deI "M::Ildo," la quale esige naturalezza.
~
l' elerrento . "
Esse ~resemta per l' auto:œ
1'\XDD, in quanta individl.:D ed esseœ sociale.
cuillerlia ncn
~
~
una tras-
La nuova
nasceœ dall' imitazione deI teatro di alt.re naziali.
Mangi.ni addlx:e, CXIœ esaIpi., i l teatro deI Goldcni
e que1lo deI M:iliAre,
e, a qul'!Sto p:tqXlBito, apre una pol.emica <DIrt.ro oolom che hanno
(
Il
gi~to
113
il ccmœdiografo veneziano paraganaruhlo al M':>liAI:e, an-ivand::> alla
,
conc1uslcne che l' itaJ..i..arD ~ inferiJ::oe al francese.
L.' arte ade1
M:>l..iè:e
e que1.4 del- Q:)~ vaI'U'X) giuiicate ciascuna nella lem rl:sJ?ettiva
"
1
sfera poetica.
Anàle Il teatro canico va rresso in œlaZicne agli inteœssi sociali deI Go1à:>ni, il quale ha riœrcato i l dia.l.o9' con il
pubblico, ha data una dimensiœe pq;x>lare al sm programna.
Il Goldali i.nizia il teatro IIDàeI:no.
2
Egil
nocwa in cui si riflette la società del suo terrp:>,
Setteœnta
ocrl
crea
\lM conruedia tutta
l~ ven~ia
del
i smi abitanti e la sua lingua, i l veneziano.
L'aspetto
sociale della riforna goldcniana pane i l Gol.daù. alla pari di un Iessing
1
e di un Diderot.
v.
anche dello stesso autoœ n. 23.
1971
38.
Illigi Ferrante.
"Una leziœe di teatro."
MiJ.ano: Aa::ademia Sansali, 1971, pp.44 e
I~ Ferrante
prerœ
"
{:p.
Gol.cbl.i.
12.5-37.
in calSideraziœe tre leziari di teatro che
caratterizzano \la riflessicne illuninistica 'suU f arganento:
il Teatro
canico deI Goldcni (1750), la DratlIaturgia di Ant?w:go deI LeSsing
'i
(cnlp:lSta tra i l 1757 e il 1760) e il paradosso sull'autore deI Diderot
-
1 Il Mangini nenzicna a questo p1:qX)Sito Ul'K) stu.1.ioso franœse
NoIbert Jooard, i l quale ricx>rda rel sm llbro sul. Bal::etti: Gi~
Baœtti (1719-1789): L'ham1e et l'oeuvœ (Clettralt-Ferrand: d é ,
I963', p.240, lâ ccl.tica violërita dI qœsti CŒltro il GoI~. Secalà:>
il Jalard, i l Baretti crit:icava aspranente il Goldoni, perché il poeta
, ~, a diffeœnza del M:>liêre, rial aveva seguito le re<]Jle deI
teatro classiro.
2 Il Mangini rip.rende il gl.unzio deI De sanctis nella• sua Storia
.
della letteratw:a italiana (1912) che riconcbbe rel Golcbù. t'I1 innovatore,
il cui têâti6 aveva dâtô l'awio alla nuova letteratura.
114
(scritto fra i l 1713 e i l 1774, pukiJlicato œl 1830).
ê per i l Ferrante
(p.44),
c::ne
un teste
di tecnica drarmatica, una "lezi.one
~to
nega alla
~
teatro"
ccntiene e1.egenti di "rœssinscena linguistica, di gestualità
e di etica professialaJ.e" (p. 44) •
cioê di
I l teatro cx:m:i.co
O:::Xltlelia
~t
œl1a
critioo
un esenpio di "teatro in teatro,"
persona e del
~o.
Egli
agni valoœ teatrale giudicandola l'opera "neno fusa
e teatralizzata !lei œratteri della dranmatw:gi.a çpldcniana" (p. ~5) •
La valorizza in quanto ckx:t.mEnto storioo e critioo, in cui i l cx:m:nedio-
grafo presenta i sooi at±ori, esami.na pubblicanente la a:mœdia. deil' acte
e traccia i lineaIœnti essenziali della sua poetica.. Per questo soo
andanento autabiografioo e didattico e per i l soo valoœ cbctmentario
la camedia si avvicina ai
Ml§m)iœs
e sotte un œrto aspetto a
L' Inpl:?cptu de Versailles- di M:)lJAre.
Maggior interesse ha nella
serve al
cémredia
cxmœdi~o per disegna:œ
deU' attore.
tA!cnici
Questi. effetti
,"
il
i l "teatm in
tBatro, "
d'le
~io profila deU' uatD e
di sdqIpialœnto fw::ono gi.~ IX>ti a
e saranoo trasfonnati in direzi.one
Il ~~ paraqona Il teatro canico al
prcblematica dal Pirandeflo.
pin grande
nxœmzo teatrale
Meister deI Goethe,
noleroo La missiooe teatrale di Glglie1no
~
rispetto a quella èel Goethe.
la
stp!rficiali~
Nell' ~ deI GoIdcni
nessuna penetraziane psicologica e spiritua.le.
fare trascurare la ferza; e la novi:t:A che
IlOlCb "visibile."
(
œll'opera çpldcniana
nal
Questo~
si a.werte
pero,
IX%l
deve
na50Jn0 dall' osservaziooe di
un
\1
/
li
<r.
l
Dopo aveœ analizzato i testi deI I.essing e del- OLœ.rot, i l
,
Ferrante oonçlude, affez:mmdo che i l Settecento
rawœsenta i l nanento
della grarx3e "nodellizzazjœe didattica" (p. 137) •
1972
Giorgio cavallini.
39.
I.e camedie de! G:>ldati.. 'Tarino: fb:ietà
Editrice Intemaziana.le, 1972.
Fer Il teatro c:anico, v. pp.
4g.~55.
LI intente deI ~ ia di Clare innanzitutto un, panorana generale
delle
opere del Goldcni.
Non si fema,
,
<
para, a discutere tutte
le
,
a:mψiema soltante quelle che considera piil significative.
Esamina in
partioolare l i teatro canioo, "una sorte di rananzo teatrale
0
poetica in atto" (p. 50) •
l prota<}:ltlisti di questa "p::Ietica nessa in
azicœ" SCI10 i cx:mi.ci, i quali
r.a.
nu:::wa rifonna teatrale.
due piani di œcita:
di
CDœ
portavoce del Goldcni p.resentano la
loro presenza consente al Goldali. di c:t1!aXe
i l piarx> della finziœe scenica, attore-persooaggio
e i l piano della realtA
Ultana,
attoœ-attore.
nén-originalitA di qœsto espedi.ente.
rI cavall.ini: amrette la
Ma ritiene che
IE= mezzo di esse
i l Goldaù sia riusdto a svilUR,)aœ una. "pœcisa 'le2ione' sœnica e
teatrale" (p.SO).
una pœfazicne
~
Il teatro cc:mi.co, durçJe, nœ va vista soltanto cxrne
sedici cuaœili.e, ma anche caœ ri.spœta ad un
"pl:OfClldo ccnvi.nciIœnto intiJIo"
(p;. 50).
Anche se manca alla cœrœdia
uno sviJ.Ût:pJ vero e prcpr.io dell' azicne, la "If9demità inventiva" œl11 autoœ CCI'lSiste nell' averci offerte 10 spaccato di. un teatro durante
(
"~
.
ll6
le prove.
40.
Kurt Ringger.
carlo Goldoni, camed:ie.
Il Ringger,
<XIt'e
Introduzione a:
"Il teatro di carlo Goldoni."
Torin:>: Einaudi, 1972, II, 5-11.
nolti critici preœdenti, ricollega Il teatro <Xll'Iico
alla Pœfazione deil' autore alla prina :racx.:o1ta delle sœ cœmedie.
l'uno che l' altra rappresentan:::> U
progLaIllUa
Tanto
teatrale de! Goldclli,
"prugranllB basato suU 'esperienze!., de! teatro e sul. 1::u:Jn~"
(p.5),
.d'
e cicê sul "Teatro" e sul "M:Ildo."
La trasfoLI'llêlZion:! 'lÉl ~ in
teatro divent:a possibi1e solo attraverso l' iImaginaziale:
"T.rasfonnazic:me
deI m::n3o in teatLo, deI naturale ne! verosimile, attraverso l' imnaginazioœ:'
J
in qtESt:.o calSiste la
~ca dél Gol..àJni,
e la sua poesia" (p. 8) •
La natura offre al camedi.ografo tutto un vasto parorarœ di peu:sœaqgi
e situazicni, e l'esperienza del teatm gli fa aggiungeœ a qœsti
elerœnti i oolori e le sfum!ltuœ adatti per rappresentarli sulla sœna,
in m:::d:>
~
•
da cr:eaœ un' opera d'arte.
1973
41.
cx:mico.
Pietxo
cazzam.
Intrcduzi~
a:
Bologna.: Editrice Palte N\X)VO, 1973,
carlo
Golà:>ni., Il teatro
pp. 7-16. .
In un saggio i.n.tmdutt.ivo intitolato nIl teatto <XItlico
.
tra rifOIlt'a
e poesi a, n i l cazzani esamina la camelia in quanto camedia, e
nal
soltanto in quanta senpliœ "poetica in a.zione."
(
1t-j -
j'
,
.
(!
117
;n <bldani
Ê!
un "oovatç>re,"
. tenpi di una rifonna
teatrale.
<J
..,
J
superarr la
•
inM l'esigenza
diffusa ai suoi
Il· G::>ldoni s'.ircpose il canpito di
vecchia ~a dell' arte o.nrai scaduta d' irnportanza.
Il Gol"OOni è un "~trante" non un letterato.
Egli s'insinua fra i
.1.
canici per lavoraœ mn loro ail' int.erno cel teatro.
.
partiaJ~
\
.Questa sua .
capacitii 10 innalzè) al di sopra gli altri poeti:
"10
terme ent.ro l' eSJ?eliienza deI teatro, che rawiv(:) oon tutta la sua
1
, grazia'" artistiça e il sm piacere di vivere, la
durevole, in una foma nuova" (pp.9-10).
fiss~
e 10 rese
La sua rifo:rm:1 è il pro-
grarma di "un teatro che Ê! solo teatro, senza che l'autore si desse
no:c:œ p:œcise se non quella di ritrarre
\ma
real tà che mn è natural-
iSltD nel significato storioo· deI termine, ma un quadro della
spettacolo
~
della vita in una espressione di umana ooralità
dove sono inpliciti risentirrenti 'psicologici e anche sœiali" (p. 10) ..
r
Una delle trovate teatrali di sicuro effetto scenico Ê! l'espediente'
della
"CXlllledia
in ccmtedia.
Il
Esso pemette di far si che gli q.ttori
- vengaoo sul palcx:>sCalico ad uno ad uno in quanto attori e offrcno
spettcolo della lare vita qtDt:i.diana.
Il o:mœdiografo noo. trrnro 1uogo
migliore di questo per rivela:re la vita intema delle rraschere, per
slegarle da un rreccan.isrco prestabilito e pœsentarle cosi nme al sm
pul:blico.
deli'q:lerêl.
Vita e teatro sono quasi scanbiabili:
è qœstotl tema-guida
Si trovano qui, pur entre limi.ti ben precisi, c;erte anti-
cipaziari deI teatro IrOdemo.
0:Jni attore
Ê!,
dunque, 'un carattere e
dall' insieIœ dei caratteri nasce la camedi.a golcbniana.
(
.
relia e Eleonora
(
l
us
~tano
per i l Cazzapi i l valoœ di
anta~sti
rispetto ail' idillico
arrbiente"dei cx::mi..ci. l due noovi arrivati, se guardati in superficie, ...
.
,
servono unicam:mte per emmciare alcuni principi e teorie teatrali. Ma
se si guarda piü a fooà:>, "sono ben pin ricc:hi di vita canica, rappresentano
il vizio da conba.ttere
o
•
La comœdia ha
un' irrportanza decisiva per i l Goldoni nel m::mmto in cui
in~rn::>
gli attori
awiene serrpœ nelle a::mœdie deI Golooni" (p.l41
CXlTe
a lui stavano per affrontare "il grande rischio" di
c'
attuare una
diffi~
rifo:cna:
"~Ulla
prova di fiducia in assi, una
ottimistica rassegna delle lero qualità, una trasposiziane sœniœ di
u:rnini d'le ci ~ooo personagg!~ entro
1.m
quadro ricex> di urore e di
unana
-, si.rrp:itia" (p.16).
42.
Felice Del Beccaz:o. Vooe "<Dldcni."
Dizionario critioo della
letteratura italiana •• Vol. II.' Torino: Unicne Tip:>grafioo-Editrice
TOrinese, 1973, W. 237-48.
Nel fare un quadro della vita e delle
oper:
Eeecaro accenna soltanto brevercente al 'l'eatro
j
<-
l750-S{ segI1a' per il
ccmredi~fO
œl Goldoni, ..j~l \.
cx:nrl.<x>.
La stagione
teatrare
l' inizio detenn:inante della sua
rifonna e t:erci~ prorœtte per quell' anno sedici nuove ccmœdie. Il
\ \' ! \
'\ tieatro caniro, fu ooncepito precis arrente "in funzione di tm ~:ro e
,\
proprio progranma" (p.239).
alla "Vedova scaltra," e la
La comredia, insierre al Prologo aÎb1.ocptioo
~refazione
all' edizione Bettinelli, fonra.
. ,
'il nucleo della riflessione teorica deI Golqom.
..
1
.A
\1
" ",
.
\
1\
.,.
..
~
"
"~
\
\.
..
(
[
1974
43.
Guido Nicastm.
Bari: Editori
Laterzà,
Fer Il teatro
"Goldoni~"
Il Setteoento.
ReIna-
1974, pp. 371-45l.
ccmicô, v. pp. 393-94.
C
II Nicastro ripete quelle che ê stato detto da altti èritici, se
ncn da tutti, circa la "poetica in azione," l'espediente del "teatro
in teatro," la riforna della camedia Clell' arte, i l progranrra di una noova
axnœdia non piil inprovvisata rra studiata a rcenoria, la riedu::azione
degli attori, la lem cattiva fama ê la lare difesa da parte del Goldcni.
Per quanta riguarda i ca.ratteri, i l GÔldcni, seoondo il Nicastro, Si
distacca dal teatl:b nazionaJ.e e si ricollega al teatro europeo più
avanzata, a Diderot e a Iessing.
Egli ritrae tutti
i persanaggi in
CXl11tinoo dialogo e li anbienta sociaJ.rœnte e storica:rrente:
•
te.rmi.ni. non esiste piil 'l' ipocrlta, 1 i l 'malato imnaginario t
"In altri
0
il
'misant.n::po,' bensi un :.personaggio la cui ccnnotazione rivela, oltre
quelli universali, i sooi tratti individuali e specifici" (p.394).
1975
44.
Siro Ferrale.
Editrice, 1975.
carle Gold::mi.
Fiœnze: La Nuova rt:a1.ia
..rd
Fer Il teatro cx::mioo, v. pp. 54-57.
Nel fare la smria della rifonna. gold:::miana, i l Ferrane pœnde
in coosiderazione Il teatro ccmico, rrettendolo a cx:nfralto con la
(
Prefazic:ne del GQldcni alla prina raccolta delle camedi.e.
.
....
Nella
119
\
..,,/
j
·
_~I • .4>""'~~_~
~"""""l!S'''''_.oi:!''''''''''''''"""",<,l''~''l~'''''''''"""
- ........
o
"'-<;:
uo
(
"
Prefaziooe, i l Goldcni enunc;ia alcuni principi deI sU) nmvo teatro,
insistencb sq:rrattutto sulla fusione fra "rbldo" e "Teatro, "., entran'bi
foodanentali per la sua rifontla.
Nel Teatro a:mioo inveœ, egli nette
a oonfronto i nuovi preœtti teorici suggeri.ti dal cap::x:anic:o e dai
vari. attori, con quelli della a:::mœd.i.a
telio.
dell'~,
difesi dal pœta,
Risulta da cib "un rrovirœnto dialettioo" che ~chia il
œ.rto gusto deI cc:mœdiografo per il teatro vivo:
"Si pensi agli attori
che, alla prima sœna, arrivano per l.ê prove, la lom inoertezza di
t,
fralte ad un testo scritto, gli errori della prina preva, la sicw:ezza
nella seconda: i l trapasso dal vecdUo al nuovo
~
reso cx:n noâi
prdJlemltici e ccncreti" (p.55).
\
1976
45.
Ginette Beny.
In Studi goldaùan.i.
"Il teatro cnnioo
0
A cura di Nicola Mangini.
i l pœzZ'O della rifoD11i!l."
Venezia: Puttllicazicne
della "Casa di Goldoni," 1976, n.4, pp. 7-47.
Ginette Hen:y si era proposta all' inizio deI soo saggio di
siderare la cxmœd:i.a in quanto vero lavoro drannatico,
esaIt'Iinanjo
conil
cx:ntesto dei di.scorsi sulla rifonna e la camed:i.a dei canici al lavoro
e la piccola cxmœd:i.a che stanno provando.
Ma
riasSUllEIldo l'azicne
sœnica della C'C'CIIIedia, la Herry conclu:le cre nel Teatro canioo non
"nulla di dranmatico" (p.9).
Siano, seconda lei, neII'universo èella
c::amedia piaoevole e naturale au;urata da Boileau e
Rapin.
(
c'~.
~finita
dal Padre
Il teatrb ccmi.co,dic:e la Herry, inviterebbe il pubblico veneziano
12l
a guardare la vi ta cxnsœta œi ccmici del Teatro di Sant' Angelo
nelle si~ioni 'di tu~ti i giami (p.lO).
Gli unici che non stanno
allo stesso graà::> di finzione degli altri personaggi sono Lelio e
Eleonora.
E I:x:>iché il Goldc.ni inventa per il poeta e pe.r la virttDsa
una situaziane di pura finzione, la Herry dichiara che i l a:mψ.iografo
rx::n ci presenta più
l.mO
spettaci,ro naturale ma una finzione.
A questo ptmto la H.eny .inizia tutto un disrorso sui teatri di
Venezia e "il teatro rrercantile."
sul teatro "rrercenario."
D'altIonde tutto i l suo saggio verte
Il teatro CXlIllico , per la Herry, "rende ccn-
cz:et.aIœnte, non le circnstanze èella riforrca goldcniana rra. le cx:mdizioni
nelle quali si inserisce la trasfo:r:mazione del teatro i ta 1 j arr>, d1e
quelle deI teatro rrercantile" (p.13).
in~ario
SOIX>
Il Gold::m.i alzerebbe il sipario
sulla "rranifattura" (p.13) della Rifonna.
di
1
Orazio è visto nell~ funzione
e di portavoœ èelle necessità ecorxxniche, tecniche e
culturali legâ.te alla vendita deI prOOotto, della rrerœ (10 spettaoolo),
pitl che rella finzione di zelatore œlla riforna. 0 di capocaniro attento
alle condi.ziOOi di lavero degli attori.
O:;ni altro attore della cxxcpagnia
è, pe.r la Herry, un produttore individuale,' che ha una p:::ISizione
specifica nell' i.rrpœsa e difeMe solo il proprio inteœsse..
"funziana a::ne capra espiatorio per i c::anici, è
Il suggeritore
senpre lui che fa
andaœ avanti la favela superficiale èella cx:mœdia, quella èella prova,
richiamanào C91Ul1O al suo dovere" (p.lS).
amaœzze del
s~tore
La rabbia, le
minaa:::e, le
ci diCXlOO insierœ il sentinento della sua in-
feriorità eccnanica e la sua esigenza che il suo lavoro invisibile sia
(
122
(
riOCXlOSCiuto utile e rispettabile.
Gli spettatori inveœ soq> i clienti.,
i a:msunatori, e il GolOOni l i incita ad edu=arsi, rifonnarsi.
ru::>lo hanno Ullio e Elecnora nella a:mœdia. "rœrcantile"?
Ma che
Essi, secx:mdo
r,
la Hen:y, ~tano le stravaganze necessarie alla a:mœdia. "rcerœ.naria"
per ricerœœ e ccnservare i clienti..
"L'avventuriere deI profitto e
la puttana œl pal<:X:lSOeI1ico," dice , "rappresentano cosl i èbppioni neri
dell'onesto rœrcante, la sua arbra intollerabile" (p.24).
Se la ccmœdia dei canici ~ una si;:ecie di descrizione-analisi, la
a:mœdia. provata, Il
parabola" (p.43).
la. bo:ctega.
bo~
[in cui
f.lëlère
rivale deI figlio, è
~r
la Herry "caœ una
l due spettacoli sono corrplenentari:
si vende e si produceJ, l'al tro
i l ' une ci fa veàere
c::x::fœ
"L'une dioe
ta. c.~a. ~ famiglia
si pel:petua la farniglia; l' ~ rœtte
al centra della sua scena e della sua 'rressa-in questioni: ' l' .inprenditore
(l'i.npœsario), l'altro il padre ••• " (p.43).
In conclusiooe, la Herry VlX>1 far rilevare l' irrp:>ssibili~ di
"rœttere in aziona" una certa "Poetica."
TeatJ:o ccmioo "propangono una noova
re~
~cb
lei, i discorsi nel
attraverso la quale afferrare e
trasfoDl'lare il m:nà:> cx::xre il teatro" (p.46).
Ma~~tralizzazione ha
l'effetto di fare sc:lSfett:are della "rete," di .squilifi~la.
Le
---
OA?OSizioni e i terni ricorrenti nei disoorsi sulla rifonnà. assurran:>,
c1urxtœ,
una duplioe
~ione:
"quella di néscheraœ il prezzo e i
limi.ti deI pl:OpOsto 'nuovo,' e quella di valorizzare,
ad ogni costo, l' aàattarœnto deI teatro -
ai bisogni deI dette 'nuovo' " (p. 47) •
(
0
di legittircare,
pratica sociale sinçplaœ -
---123
1981
46.
l-t)li~
TOOeusz Kowzan.
et Pirandello."
In
"I.e th~tœ a::rnique de Go100ni: e.nt.œ
r-i'!!langes A la
Italie dans la culture
Slatkine, 1981, 'II, 431-43.
Franœ et
Ne1 sm saggio, i l
~
~ire
e~.
de Franco S.im::ne:
Geneve: Editions
si prqxne di analizzare alcuni eleIœnti
essenziali della struttura di tre cpere teatrali:
versailles deI M:)lià'e, Il teatro canico deI
(î in
\
œ>:ca d'autore di
P~.
Cil> che
L' ptealptU de
GoJ.dc;ni e i Sei. p:rsooaggi
in~ 5Cp<attutto i l
Kowzan scn::> "les élaœnts structuraux qui rêvêlant uœ certaine parenté
entJ:e les piAces en questicn, tout en les situant par rapport aux Fh~
du ~tre dans le théâtJ:e ~u sens strict" (p.532).
Nooostante il
,
differente cxnt:esto storico e cxmtenuto dottri.nal.e le tl:e <:pere hanoo
in cx:m.me: (1) L'espediente deI teatro in teatro, ['la
piêce 'intériew:e,' de la piAce dans la
pi~n
"une deux:i.àœ piAce d'intérieure" -
~
ed
pœsen::e
de la
(p. 531) , e la presenza di
pr:qlrio il rapp:>rt fra qtESti
dœ "piêœs" d'le :interessa di piil il criticoJ (2) Il fatto di essere .
opeœ di tDni.ni di. teatro, nelle qua4 ogni autore presenta una a:xcpagnia
teatrale con i su::>i costumi e le sœ abitu:1ini, e, anche i
.,
esistœo fra i l dil:ett.o:œ e i ccmœdianti.
d'le
(3) Il fatto di essere "pièces
sur l'art tMatral, pià::es-manifestes" (p.S32) di
storico e sociale.
~
UJX)
specifico perioch
Ciascun autore esprine œil' 0J;erël la sua opinicne
suU' arte teatrale, ma. queste opiniali, aqgiunge i l Kowzan, si ritJ::ovavano
and:le nelle "discussions littéraiœs, est:hetique
(
00
idéologiques de leur
U4
•
t
tenps" (p.532).
Fer il Kowzan, l'el.enento privilegiato relia struttura delle tre
~
cpeIe
ê la pr:ova della "ca([(edia in o::mœdia" -
"qui dame l'occasicn
d'expriner un certain natbre dl idees sur l'art dramatiqœ et sur le
tl1éâtre" (p.537), e, che sq:>rattutto costituisce "un cadre structu:ral
tJ::ês riçpu:reux" (p.537).
Ma "qœl
la piêce en ~titioo?" (p.538).
est le titre, quel est l'auteur de
Nell' Ircpturptu de Versailles, r.tJlifke
ê l'autoœ sia della "pièce intérieure" (la o::mœdia in ccmnedia), pero ,
ncn precisa il titolo.
rivale del figlio,
pero
Nel Teatro canico, il titolo ê esplic:ito, Il padre
l'.indicaziooe dell'autoœ ê soltante inplicita.
NEll Sei persooaggi .in œ.rca d' autore, la axtlleJia rawresentata ê i l
Gioco delle parti del PiranœUo stesso e percib l'aut.oœ della "pièce
extérieu.te. t.
Da questo cc:nfrcnto conclude che, in prirrD 11.X>Cp, l' autore
della camelia .in o:nuelia ê nei tre casi l' autore stesso della camedia,
della pil!ce extérieure, e, che clê una œrta pUXjLessiooe nel titolo
delle
C{lel:e:
ne! M::>liêœ oon ê precisato, ne1 Goldarl. ê fittizio e nel
PirandellD ê au1:entiro.
L'altra questiœe affrart:ata dal Kowzan ê:
"quelle est li i.rrp:xrtanœ
quantitative de la pi.êce intérieure par rapport à la
(p.53B).
~
du texte?"
L'inp:>rt.anza quantitativa della ccmœdiola d:iJninuisce
via via
..
(l ~ da! r.t:>liêœ al Pirandello.
~ alle prove, ne! Goldari
"ces
totali~
Lapplrt:s
Nel M:Jl.iêœ un.terze ~ 1 c:pll"8. ê
un sesto e ne1 piranJello qu.i.ndici linee:
quantitatifs ne sont pas fortuits, ils s'expliquent par un
autœ ptéœêue de grande i.rrp:xrtanœ et qui est tipjque des trois ~
(
125
exami.l:ées.
C'est que la
c:x:rn§die
pour la quelle se reunit la
n'est pas la seule pike int&ieure" (p.539).
~
Esiste .. dunque, una
~
secanda "piêce
~m:e"
cne
il Kan.an chiama "p.il!c:e intêrieure B. Il
Nelle tœ cpere la soelta della "camedi.a in ccmredia" (piêce intérieure
A) vi.ene
cx:ntestata nella cc:rrrœdi.a stessa dagli attori ed è pI:'q)ri.o a
causa di questa protesta che si inserisce l'altra "pièce intériew:e B."
Si stabilisoe, dunque, un
int&i.euœ B. Il
~
ira "pièce intérieure Ali e "pjAœ
Nell' Inprorpt.u de Versailles, il M:>l.ière stesso, racccnta
di voler seri.veœ una camedia in cui ri trae se stesso, pœta, che vielle
ad offrire una sua q:era ad una. carpagnia teatra1e.
La "pièce int:érieure
Ait ê nel Mol.iaœ centrato su una. polèmica deI dranmaturgo c.ontro una
carpagnia avversaria, e la "piAce' int&ieure BU è d1JIXlUe la parcxli.a della
carpagnia deil l Hotel
œ Bourgogne.
~ proposta da Islio il
Nel GolàJni., la "pjke :i.nt&iaure Bit
quàle introduoe i l
SU)
scenario di a:mnedia.
La
"piêoe intérieure BU vien vista qui cxrœ la caricatura della "Piêce int&i.ew::e A."
Nel Pirandello i sei pe%SQ'laCJgi si present.a.oo e su;}geriscalo
uni altra qlE!Z'a teatra1e:
la loro vitae
Nel Pirandello .. dioe i l I<'cMzan
"le glose du rretteur en sc:êne sur la raisal et 1 t instinct, dans la
structure ext:cêteœnt difficile et insolite des trois ~ts -le
~
rrari, la fE!'llœ, 11 anant - , n J est pas sans rappeler le point de ~
du draIœ des Six l?ersa1na.geS, piêce ext&ieure BU Cp. 541) ..
Tutto questo
discorso porta il Kowzan a CXXlCluèeJ:e d'le la posizione deI GolcbU rispetto
agli altri dœ autori ê privilegiata, poidlê nell'qJeIa golà:niana "il
s'agit de l'insert.i.al de la pib
( .
in~eure
A et de la piêce intêrieure
126
B. dans la pi.êœ ext:êrieure" (p.543).
Teat:ro canico OCIltiene,
perscnaggi:
durJ:iœ,
Il rrodello struturale del
anche quello deil' Inprœp!.u e dei ~
"C'est un pxoœdé structural qui lui ëbnne une dirrension
eJ<Ceptialelle dans l'cpt:ique du théâtre dans le théâtre" (p.543).
/
.,
(
.1
1:
morCE DEI
~*
AtxJllario, Mario, FP.76-77
Gozzi, carlo, W.59-62
Baratta, Mario, W.83-84
Heny, Girette, pp.120-22
Bal:etti,
Gi~,
FP.57-59
Jacd:lbi, Ru;gem, pp.9B-100
Bel:nardelli, Francesco, W.93-95
Binni., walter, R;>.10 7-08
Bottœi, Gerol.aJro, pp. 86-87
Caccia, Ettore, p.lOS'
castellino, (h:)rato, pp.104-05
cavallini,
cazzani,
Giorgio, pp.ll5-16
Pietro, W.1l6-18
Kennard,
J~
Spencer, !=p. 74-75
KDwzan, Tadeusz, J;Ç.123-26
Mangini, Nic:nla, J;Ç.87-91 e
r;:p.l12-13
Marotti, Ferruccio, pp.10o-02
Mazzali, Ettore, FP.85-86
Meneghezzi,
Ferdinanoo,
pp. 62-63
Chatfield-Taylot, Hd:>art, W.72-74
Cheney, D:I1a1d, W.10B-12
Cucx:hetti, Gino, W.106-07
-
Dane.rini, Gioo, W.95-97
Nicastro, GUido, p.1l9
Ortiz, Maria, pp. 64-66
orto.lani, Giuseppe, pp. 77-79
Dazzi, Manlio, pp.92-93
Pa1mieri, E'el:dinanOO, W.91-92
De G\i::lernatis, Angelo, pp.67-70
Perl:y, Heru:y, W .. 79-80
Del Bea:aro, Felice, p.ll8
~
Rabany, C:lales, pp. 63-64
M::l'lticel li, Roberto, W.97-98
Detto.œ, U9o, p.8l
Falchi, Wigi, pp.66-67 .
Sanesi, Il:ereJ, W.70-71
Ferrante, Luigi, W.ll3-15
Ferrale, Siro, pp.ll9-20
Flora, ~, p.82
ZaIIpieri, FraIx:esco, W.82-83
Zal:do, Antcnio, FP.75-76
Gibel] ini, Pietro, pp. 80-81
( .
* SaJo qui eJ.enc:ati so1tanto i naui degli autari degli scritti
d:i.scussi nella Passegna bibliografica.
l
INDICE
Premessa .•..•..••.•...••••••.•••..••.......•.........•.•....... p. 1
Parte prima.
"Una poetica nessa in male" ••••••••.••••...•••. w. 3-4
I. Aspetti f01'ldarlentali della rifœna nel Teatro canico:
(1) i l testa teatra1e, (2) gli attori, (3) il Pliliblioo • • w. 4-15
II.
ra trasfonnazione in anone teatraJ.e: (1) le reazioni
degli attori della <ntpagIlia, (2) Ielio e Elecnora,
(3) 10 scenario prqn;to da Ialio, (4) le prove della
l·picaJ1.a.
fa.rsa."
~ •••••••••••••' ••••
Parte seconda.
.I?!?
15-34
- •••••••••••••••••••••••••••••••••••• • I=!?
35-55
<il • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ..,
Rassegna bibliografica (1764-1981) •••••••••••• •
w.
57-126
!rldiœ œi Il.atrl.. ••••••••••••• • _................................p. U 7
"
'1
.
(