Anassimene L`ultimo pensatore dell`ambito di Mileto è Anassimene

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Anassimene
L’ultimo pensatore dell’ambito di Mileto è Anassimene . Fu allievo di Anassimandro e sembra sia vissuto tra il 588 a.C. e il 528 a.C.
È generalmente considerato un pensatore meno originale di Talete e di Anassimandro; la sua risposta circa l’ archè è che l’origine delle cose sia l’ aria. Alla base della sua teoria stava probabilmente l’identificazione dell’aria con il soffio vitale, che, non a caso, in greco veniva chiamato psychè ( yuchv) e indicava tanto il
respiro quanto l’anima.
Probabilmente per rispondere all’obiezione posta da Anassimandro a Talete per cui un solo elemento non avrebbe potuto generare gli altri, aveva sviluppato una teoria per cui l’aria rarefacendosi diveniva fuoco e condensandosi si trasformava in nuvole e quindi in acqua, in ghiaccio e, infine, in terra e pietra. Anche alla base di questa ipotesi, oltre a considerazioni atmosferiche per cui dal cielo (e quindi dall’aria) provengono acqua e ghiaccio, c’è una constatazione sulla
temperatura del respiro: questo, infatti, è caldo quando viene emesso lentamente e freddo quando viene espulso velocemente soffiando.
Per Anassimene ciò dipendeva dalla rarefazione dell’aria: il respiro era caldo quando era rarefatto e, attraverso un’ulteriore rarefazione, si sarebbe ottenuto il fuoco. Viceversa il vento comprimeva l’aria generando le nubi e tale fenomeno aveva dato origine agli altri elementi. A quanto pare di capire, la sua opinione
era che all’inizio ci fosse solo aria, e che questa fosse priva di limiti; poi, per via
del movimento, che considerava eterno, da questa avevano avuto origine tutti gli
altri elementi. Uno dei suoi commentatori precisa però che, sebbene Anassimene sia l’unico per cui abbiamo testimonianza di una teoria del genere, molto probabilmente anche Talete e Anassimandro avevano sviluppato una teoria per la
generazione degli elementi basata sulla rarefazione e sulla condensazione.
Un’altra esposizione del suo pensiero ci fornisce un’ulteriore e preziosa indicazione circa la visione del cosmo dei primi filosofi greci, specificando come Anassimene ritenesse che l’aria avesse creato tutto, compresi gli dèi e le cose divine.
Dunque, come per i suoi predecessori, è plausibile sostenere che Anassimene credesse all’esistenza degli dèi, ma credesse altresí che questi fossero stati generati come tutte le altre cose; convinzioni queste perfettamente in linea con
quelle esposte nelle cosmogonie greche, in cui non c’è una divinità creatrice
all’origine del cosmo. In una delle molte versioni Erebo, la notte eterna, viene fecondata dal vento e partorisce l’Uovo cosmico, da cui sono state generate tutte le
cose. Qui possiamo individuare echi tanto della tesi di Anassimandro, per cui
l’universo è generato da un’unità originale (l’uovo, in questo caso), quanto il vento come forza generatrice che sta al centro della filosofia di Anassimene.
Ancora una volta, vediamo come il pensiero dei primi filosofi greci sia nato
dal distaccarsi dal pensiero religioso ma anche di come sia strettamente connesso con tematiche provenienti dall’ambito mitico, di cui in alcuni casi possono essere considerate rielaborazioni.
Contrariamente ad Anassimandro, Anassimene riteneva che la Terra e gli
astri fossero piatti e che le stelle, la Luna e il Sole girassero intorno alla terra: il tramonto e l’alba dipendevano dal fatto che il disco della terra era piú alto verso nord
e piú basso a meridione. L’ultima sua teoria di cui abbiamo notizia è quella secondo la quale i terremoti erano generati dal disseccarsi della Terra a causa del Sole.
Anassimene, a quanto ci è stato tramandato, è l’ultimo dei pensatori della
scuola di Mileto. L’eredità di questi pensatori, tuttavia, oltre a essere giunta fino a
noi, serví da spunto per altri pensatori di cui ci occuperemo nei prossimi capitoli.
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