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VIVERE LA SESSUALITA’ NELLA DISABILITA’
!. NASCITA E APPLICAZIONI DELLA SESSUOLOGIA CLINICA
Per meglio comprendere il concetto di sessualità anche nella disabilità
ritengo sia utile spiegare , in modo riassuntivo , che cosa sia la Sessuologia
Clinica : la sua nascita e le sue attuali applicazioni .
Si ritiene che il termine” sessuologia” sia stato per la prima volta espressa
nell’ opera del dermatologo tedesco Bloch , nel 1907 nella sua
pubblicazione “ Das sexualleben unserer Zeit in seinen Beziehungen
zur modernen Kultur”.
In particolare tale termine veniva da lui usato per sostenere che la “vita
d’amore” doveva essere studiata e messa in correlazione alle altre
discipline scientifiche quali : l’antropologia ,l’ etnologia ,la
biologia ,la filosofia , la medicina e la psicologia .
Negli stessi anni bisogna ricordare che altri studiosi si occuparono di
sessuologia e della sessualità comprendendola nello sviluppo sia
fisico che psichico dell’individuo .
Fra tutti gli studiosi ricordiamo Sigmund Freud e con la sua opera
pubblicata nel 1905 “Tre saggi sulla teoria sessuale”.
La sessuologia moderna nasce come scienza e disciplina autonoma grazie
agli studi di Master e Johnson pubblicati nel 1966 dove vengono
esaminati e poi descritti in modo minuzioso e completo le risposte
anatomo-fisiologiche maschili e femminili durante l’atto sessuale
umano .
Negli anni ’70 vengono a meno taluni divieti morali e sociali legati alla
sfera sessuale ed esplode la cosiddetta “rivoluzione sessuale”.
Da questo momento si viene a creare un maggior spazio scientifico per la
ricerca poiché il concetto di “atto sessuale “ viene sganciato dalla
visione corrente che lo interpretava come un atto volto alla
riproduzione umana e si inizia a parlare e a discutere senza remore
del “piacere sessuale maschile e femminile” .
In questa ottica si rivelano fondamentali le ricerche della psichiatra Helen
Kaplan (1979) che inserendo innovative tecniche di intervento di
tipo comportamentistico-psicoanalitico si occupò del trattamento
delle disfunzioni sessuali all’interno sia della coppia che del singolo
individuo.
2.CAMPI D’INTERESSE DELLA SESSUOLOGIA CLINICA
Per quanto riguarda l’interesse della sessuologia si è soliti distinguerla in tre
ambiti che sono comunque complementari fra loro :
- ambito biologico- medica che studia la sessualità rispetto al ruolo dei
sistemi endocrini e del sistema nervoso centrale con le sue
manifestazioni normali e patologiche,
-ambito psicologico che analizza e studia i processi relazionali facendo
particolare riferimento alle teorie psicoanalitiche
- ambito antropologico-sociale che studia il valore culturale e la
differenziazione sessuale nelle varie organizzazioni sociali.
Ritengo sia utile ,anche se in modo non esaustivo riproporre i modelli che
Sigmund Freud aveva studiato e proposto nei suoi saggi sulla
sessualità non dimenticando che questi sono stati , anche se rivisti e
corretti negli anni , i capisaldi per poter comprendere lo sviluppo
psichico e sessuale dell’essere umano.
3.MODELLI DELLA TEORIA FREUDIANA
LE TRE ISTANZE PSICHICHE DELLA PERSONALITA’:
ES , IO , SUPER-IO .
Freud sostiene che ciascun individuo ha una quantità fissa di energia
psichica (o mentale) che può essere usata per soddisfare gli istinti.
Man mano che il bambino si sviluppa , questa energia psichica si divide in
3 componenti della personalità :
l’Es , l’Io ed il Super-Io.
L’Es è la componente innata della personalità che è guidata dagli istinti.
Obbedisce al principio del piacere ricercando la gratificazione immediata
dei bisogni istintuali (pensiero impulsivo o processo di pensiero
primario).
L’Io è la componente razionale della personalità.
Obbedisce al principio di realtà, cioè tende a differire la gratificazione
immediata, al fine di trovare metodi razionali e realistici per soddisfare
l’istinto.
Il Super-Io è la componente della personalità costituita da principi morali
interiorizzati (Coscienza morale e Ideale dell’Io ).
LO SVILUPPO PSICOSESSUALE DI FREUD FASE ORALE
Età: I° anno
Fonte di piacere
Piacere autoerotico (narcisistico) ricavato dalla stimolazione della bocca:
succhiare, mangiare, suzione del pollice.
Più tardi quando spuntano i denti, piacere ricavato dal mordere.
Significato per lo sviluppo della personalità :
Origine della dipendenza dagli altri.
“Incorporazione orale” intesa come uno dei fattori nella identificazione e
nell’acquisizione di conoscenze, possessi, credenze,ecc.
“Aggressività orale” come una delle basi del sarcasmo,dello spirito
polemico, ecc.
LO SVILUPPO PSICOSESSUALE DI FREUD FASE ANALE
Età: 2° anno
Fonte di piacere
Piacere autoerotico (narcisistico ) ricavato dalla ritenzione ed espulsione
delle feci ed anche dal controllo muscolare sfinterico.
Significato per lo sviluppo della personalità :
“Carattere anale ritentivo”: persona che assomma in sé le caratteristiche
della ostinatezza, della parsimoniosità, del gusto per l’ordine e per la
pulizia, spinta a volte fino all’ossessività.
“Carattere anale espulsivo”: crudele, distruttivo, disordinato.
In circostanze favorevoli l’intervento dei genitori nell’educazione alla
pulizia conduce al gusto per la precisione e alla produttività .
LO SVILUPPO PSICOSESSUALE D I FREUD FASE FALLICAEDIPICA
Età: Dal 3° al 5° anno
Fonte di piacere
Piacere autoerotico (narcisistico) ricavato dalla stimolazione della zona
genitale e dalle fantasie
Conflitto edipico
Interesse sessuale del bambino per la madre, della bambina per il padre.
Significato per lo sviluppo della personalità :
Con la soluzione del conflitto edipico, emergono le identificazioni con i
genitori. Si sviluppa il Super-Io (la “coscienza morale” ) .
LO SVILUPPO PSICOSESSUALE DI FREUD FASE DI LATENZA
Età : Dal 6° anno alla pubertà
Fonte di piacere
Con la temporanea rimozione degli interessi sessuali, il piacere deriva dalla
conoscenza del mondo esterno, dalla curiosità, dall’acquisizione di abilità,
ecc., intese come gratificazioni sostitutive.
Significato per lo sviluppo della personalità :
Questo periodo ( l’età della scuola elementare) è importante per lo sviluppo
sociale del bambino, per l’acquisizione delle nozioni e delle tecniche
necessarie nella vita, sia pure in maniera rudimentale .
LO SVILUPPO PSICOSESSUALE DI FREUD FASE GENITALE
Età: Adolescenza
Fonte di piacere
Il piacere deriva dalle relazioni sessuali con un partner dell’altro sesso.
Significato per lo sviluppo della personalità :
L’ amore di sé (narcisismo)del periodo pregenitale si trasforma in amore per
gli altri, e comprende in sé motivazioni altruistiche.
In questa fase si realizza l’emancipazione dallo stato di dipendenza dai
genitori .
4.SESSUALITA’ SECONDO LE INDICAZIONI DELL’OMS
Sperando di aver dipanato dubbi e perplessità per quanto riguarda la teoria
su cui ha fondamento la sessuologia clinica moderna non possiamo
dimenticare che sia parlando di sessualità per abili che non-abili : i concetti
e gli aspetti che la riguardano sono identici e sovrapponibili.
Correntemente quando si viene a discutere o solo per intraprendere ricerche
sulla sessualità umana si devono considerare come aspetti fondamentali :
- la salute sessuale,
-le funzioni e gli aspetti psicologici quali la funzione procreativa,la
relazionale ,l’affettiva,il benessere e il piacere,pensieri,le emozioni e i
comportamenti,
-l’ambiente : la cultura ,l’informazione e l’antropologia .
Questi sono i punti che vengono riportati nella definizione della “SALUTE
SESSUALE” redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1972 :
Salute sessuale intesa come : ” l’integrazione degli aspetti somatici ,
affettivi ,intellettivi e sociali,nel maschio e nella femmina,allo scopo di
pervenire ad un arricchimento della personalità umana,della comunicazione
e dell’amore”.
L’O.M.S. afferma il diritto dell’individuo all’informazione,al benessere,al
piacere in base a questi presupposti :
-essere capaci di gioire ,avendone la piena padronanza di un comportamento
sessuale e riproduttivo,in armonia con l’etica sociale e personale;
-essere privi di sentimenti di timore,di vergogna.di colpa e di false credenze
che inibiscono la risposta sessuale e compromettono la relazione sessuale.
Da tali principi si deduce che la sessualità non è un complesso di risposte
biologiche,affettive,culturali e sociali,ma implica anche la conoscenza e il
divenire competente rispetto ai propri bisogni e alla propria esperienza.
Da questo si esprime come risultato una sessualità che nasce da una scelta e
da un percorso personale.
5.SESSUOLOGIA APPLICATA ALLE DISABILITA’
Dopo tale riflessione possiamo comprendere come la sessuologia applicata
alla disabilità debba vagliare alcuni aspetti ricorrenti.
Non bisogna negare che l’approccio e la forma mentis attuale e ricorrente
ritenga che la persona non-abile ponga come problematiche quella
assistenziale , il problema di inserimento sociale , di convivenza e di salute
fisica di conseguenza il problema sessuale viene offuscato e dimenticato .
Tale opinione si radica all’esterno delle famiglie e degli operatori : solo chi
è coinvolto in prima persona e che condivide la giornata con le persone
disabili sa e percepisce come la sessualità anche nelle persone non-abili ha
la sua importanza vitale :dal suo sviluppo alla dimostrazione dei bisogni
individuali.
In quest’ottica bisogna imparare a “leggere” la disabilità” come una
espressione culturale diversa , non sovrapporla ad una immagine di mondo
primitivo o senza alcun bisogno di espressione istintuale , ma soltanto
diversa nella sua maturità,conoscenza ed esperienza.
Il primo disagio a cui vanno incontro sia i familiari che gli operatori è quello
dell’educazione sessuale delle persone disabili: si prova disagio e questo fa
si che venga rimossa l’idea e la percezione che anche le persone non-abili
abbia una sessualità propria,una affettività e che possano o abbiano
desiderio di avere una relazione affettiva o dei rapporti sessuali.
La sessualità altro non è che l’espressione dell’ essere umano : non significa
avere delle diversità anatomiche. ma significa nascere , crescere e realizzarsi
nell’essere uomo o donna.
6.CRESCERE E REALIZZARSI COME UOMO E DONNA
In tal senso posso essere distinti TRE LIVELLI:
-fisico genitale
-psico-affettivo
-spirituale-progettuale
L’identità sessuale di ogni individuo è inzialmente anatomica ed
anagrafica.
E’ nell’adolescenza che si avrà l’accettazione dell’identità e di se stessi e le
prime pulsioni sessuali.
Se pensiamo alle varie espressioni di disabilità possiamo riflettere dalle
disabilità cognitive alle disabilità motorie dove la persona non ha acquisito
la propria autonomia o vengono a mancare i sostegni per poter costruire la
propria identità .
La disabilità , talvolta , è accompagnata da un corpo che non rientra nei
canoni della bellezza corrente e quindi non può contare sulla seduttività.
Il ruolo sociale e lavorativo talvolta è negato oppure l’accesso risulta
difficile.
La maternità o il suo desiderio talvolta viene ostacolato dalle famiglie e
generalmente dalla società in cui si vive.
La maturità sia fisiologica che psicologica sessuale delle persone disabili
mette in seria crisi non solo le famiglie di origine , ma anche gli insegnanti e
gli operatori diventa ed è un problema complesso che nella maggioranza dei
casi costringe a prendere decisioni talvolta indirizzati a reprimere ogni tipo
di comportamento sessuale.
Quando i bisogni primari di ogni individuo non vengono soddisfatti o
vengono impediti come ad esempio la possibilità di avere relazioni e
rapporti affettivi o non è messo nelle condizioni di poter raggiungere né una
identità sessuale certa o non raggiunge una totale autonomia ,sia ha come
conseguenza una deficitaria autostima e autorealizzazione.
In questo quadro vengono a formarsi nelle persone disabili comportamenti
difensivi.
Il più visibile di questi comportamenti è l’aggressività : viene rivolta in
primo luogo verso i familiari e in seguito viene espressa anche verso i
compagni, gli insegnanti e gli operatori.
Il secondo è la presenza di comportamenti esibizionistici che vanno a
rappresentare una richiesta di bisogno di identità sessuale.
Se torniamo per un attimo a ritroso e rileggiamo le teorie sulla sessualità
enunciate da Freud ci dovremmo ricordare come nel bambino la prima fonte
di piacere e di conoscenza del corpo abbia inizio con la masturbazione.
Quindi possiamo dedurre che per ogni individuo tale comportamento
dovrebbe essere considerato senza alcuna malizia , ma come un passo
naturale della crescita psico-fisica .
7.LE DIFFICOLTA’ SESSUALI NELLE PERSONE DISABILI.
Ogni singola disabilità si differenzia dalle altre , ma dobbiamo per forza
maggiore suddividerle in due macro gruppi :
- la disabilità fisica
- la disabilità psichica.
Ambedue,comunque , si ritrovano a gestire , a vivere e a cercare soluzione
nelle difficoltà che vengono generate dall’ambiente in cui vivono: dalla
comprensione all’atteggiamento delle persone che si relazionano con loro :
atteggiamento nell’ambiente familiare , nell’ambiente scolastico ,
nell’ambiente educativo e nell’ambiente lavorativo.
L’atteggiamento ed il comportamento vissuto in questi ambienti è
particolarmente importante per le persone disabili : è l’ambiente che loro
frequentano e frequenteranno e da cui dipendono o dipenderanno per molto
tempo.
Le modalità e gli atteggiamenti adottati in tali realtà possono in qualche
modo generare nelle persone disabili atteggiamenti e sentimenti di
inferiorità ,sviluppare scarsa tolleranza alle frustrazioni ad avere difficoltà
nelle relazioni con le altre persone.
In tale ottica talvolta sia l’ascolto che l’indirizzare ad una educazione
affettiva da parte di tutte le persone che interagiscono con il disabile sarebbe
sia conoscitivo, esperenziale ed educativo-formatorio per il disabile stesso.
Basti pensare che talvolta quando si presentano i segnali della maturazione
sessuale alcuni disabili non sanno comprendere e valutare tale cambiamento
corporeo e che le manifestazioni di banale lettura quale un rossore , una
timidezza davanti alle persone , uno spasmo allo stomaco o delle fantasie
sessuali , possono essere interpretate come un malessere fisico o una
difficoltà a controllare questi comportamenti: vengono interpretati e
paragonati a situazioni fisiologiche di loro esperienza e a loro conosciute.
Possiamo ,anche in questo contesto , riflettere come le persone non-abili
rimangano in una situazione di dipendenza dal proprio ambiente familiare e
dalle istituzioni educative rimanendo in uno stato costante di
“addestramento” ed è forse utile ricordare come questi abbiano talvolta
scarse opportunità di conoscere come funzionano le regole ed i rapporti
affettivi.
Qui si richiama il fondamentale ruolo della famiglia : si tende ad evitare il
riconoscimento della sessualità del disabile finchè non nascono e/o si
impongono le manifestazioni fisiologiche della maturazione sessuale : il
menarca per le femmine e la masturbazione per i maschi .
Forse ancora oggi serpeggia il pensiero che l’educazione affettivo-sessuale
debba essere a favore del bambino “normale” , dimenticando che la famiglia
è fondamentale per la crescita dell’individuo e le sue capacità di relazionarsi
con la società : non solo per la sua autonomia personale che interpersonale ,
ma anche per potergli dare gli strumenti essenziali per una autonomia
affettiva e sessuale .
“Il figlio rappresenta la nostra immortalità illusoriamente “certa”in quanto
la catena potrebbe spezzarsi subito dopo( e di qui l’importanza dei nipoti).
Si può quindi comprendere la ferita che provoca nei genitori la nascita di un
figlio disabile.
Si pone uno stop alla catena della propria inconscia immortalità “biologica”.
Se si escludono le cellule sessuali tutto il resto del nostro corpo è mortale.
Siamo infatti certi che sopravviverà la nostra “anima”o che abbiamo
contribuito a mantenere in vita un valore che condividiamo con altri e che
migliorerà la vita di quelli che verranno.
Quanto sopra permette di affermare che abbiamo due strade per assicurarci
l’immortalità : i figli e la fede , qualsiasi tipo essa sia.”
Jole Baldaro Verde
Bibliografia :
Freud S. Tre saggi sulla teoria sessuale (1905) in Opere,Boringhieri
Torino 1970 ,vol.IV
Freud S.Totem e Tabu’,(1912-1913) in Opere vol.VII
Freud S.Alcune differenze psichiche della differenza anatomica tra i
sessi (1925) in Opere vol.X
Frued A. Normalità e patologia del bambino (1969) Feltrinelli ,
Milano
Kaplan H.S. Le nuove terapie sessuali (1976),Bompiani Milano
Mannucci A. Mannucci O. Anche per mio figlio disabile una
sessualità ,(2002) Edizioni Del Cerro,Pisa
Sitografia :
Dott. F. Veglia,( convegno del 21 novembre 1998) “Disabilità
intellettiva”
Dott. V. Di Nicola- O. Todarello, articolo della rivista “Sessuologia
clinica” IX
Dott.ssa M. C. Pesci “La sessualità e i compiti di sviluppo: un percorso
difficile per il bambino disabile e la sua famiglia”
Dott. R. Bernorio “Handicap e sessualità”
S. De Franceschi, “Handicap e sessualità” Associazione Volontari “Il
cavallino Bianco”
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