musiche di Beethoven vennero guidate dalla sordità Note alte, note medie, note basse. Composte insieme a formare opere e sinfonie rimaste a futura memoria: le composizioni di Ludwig Van Beethoven non vennero, però, caratterizzate solo dall'estro dell'artista, ma anche dalla condizione fisica del musicista, minata dalla sordità. Un gruppo di studiosi dell'Università di Amsterdam (Olanda) ha infatti messo in evidenza, in un articolo pubblicato sul British Medical Journal, che i problemi di udito di cui dai 30 anni in poi Beethoven iniziò a soffrire influenzarono molto il suo modo di scrivere - oltre che di sentire - la musica. Secondo gli studiosi la produzione beethoveniana può essere divisa in tre periodi scanditi proprio dai disturbi all'orecchio. Fino all'inizio del 1800 circa si parla di una prima produzione caratterizzata dall'uso di molte note alte; poi, intorno al 1810, quando il musicista aveva circa 40 anni, le note subirono da un progressivo abbassamento: «A teatro mi devo mettere molto vicino all'orchestra per ascoltare gli artisti, e da lontano non riesco a sentire le note più alte degli strumenti e le voci dei cantanti», scrisse nel 1801 il compositore in una lettera a Franz Wegeler e Karl Amenda, raccontando loro dei primi disturbi che iniziavano a interessare il suo udito. Nel 1825, diventato completamente sordo, ricominciò invece a inserire nuovamente nelle sue sinfonie le note alte: «Questi risultati - spiega Edoardo Saccenti, autore dello studio - suggeriscono che, in parallelo con la progressione della sordità, Beethoven utilizzò nelle sue composizioni note a frequenza media e bassa che, probabilmente, riusciva a sentire meglio, alla ricerca forse di un feedback uditivo. Quando, invece, diventato del tutto sordo, dovette affidarsi completamente al suo orecchio interno, tornò lentamente alle sue precedenti esperienze di composizione». I risultati di questo studio, spiegano gli autori, dovranno però essere confermati da nuove ricerche che prendano in considerazione un numero più ampio di opere del musicista. Tratto da “Salute 24” Il sole 24 Ore, articolo di Miriam Cesta (01/08/2012)